Il “113” è il numero unico di emergenza e soccorso pubblico italiano: quell’impegno sociale della Polizia di Stato

Tra i molteplici legami e rapporti che legano il cittadino e l’operatore di Polizia, il “Servizio 113” è quello che concretizza in maniera diretta e immediata l’impegno sociale della Polizia di Stato: sotto molti aspetti il “113” è la Polizia di Stato, simbolo per eccellenza dell’irrinunciabile vincolo tra la comunità e i suoi professionisti per la tutela della convivenza civile.
Strumento ordinario di continua e quotidiana verifica della sempre più complessa relazione tra le aspettative di sicurezza del cittadino e la professionalità del personale del suo apparato di sicurezza urbana, il numero per il soccorso pubblico della Polizia di Stato ha comunque una sua data di nascita: il 1968.

Dopo una breve sperimentazione nel Lazio e in Umbria, venne infatti istituito il numero gratuito e unico in ambito nazionale da utilizzare in caso di emergenza, quel 113 che venne a sostituire tutte le utenze istituite per il medesimo fine dalle singole Questure.

Sparirono così, evolvendosi, numeri storici come il “777” di Milano e il “555” di Roma, i quali, al pari di altre non meno illustri cifre telefoniche, avevano mantenuto con orgoglio e qualità le storiche origini urbane della Polizia di Stato, nata meno di 80 anni prima come “Corpo delle Guardie di città”.

Il “113” costituì nel 1968 una vera e propria rivoluzione culturale dei servizi di Polizia che, abbandonando i confini della provincia per allargarsi in un nuovo ed effettivo orizzonte nazionale, necessitarono immediatamente della riformulazione dei programmi per la formazione del personale, per uniformare agli standard più alti il modus operandi e la capacità di valutazione delle emergenze su tutto il territorio del paese.

Rappresentò soprattutto il punto di arrivo di un progetto fortemente voluto ed estremamente complesso, la cui riuscita fu il risultato del caparbio superamento delle evidenti difficoltà tecniche, legate soprattutto all’assetto frammentario della rete telefonica, e della paziente rimodulazione degli aspetti burocratici e amministrativi, che sempre offrono resistenza ogni volta che si attivano nuove misure organizzative e gestionali.

L’unificazione nazionale del servizio di soccorso pubblico della Polizia di Stato impose, infatti, la completa ristrutturazione logistica delle sale operative che, divenute centrali operative di telecomunicazioni (COT), acquisirono il compito di raccogliere le chiamate dei cittadini per attivare tempestivamente gli interventi di soccorso generico e specifico, per raccogliere e dare informazioni, per coinvolgere negli eventi anche gli altri enti competenti (servizio sanitario, Vigili del fuoco, municipalità, ecc).

Determinò, quindi, anche quella ristrutturazione degli Uffici i cui caratteri generali sono divenuti oggi ordinari: mentre il servizio degli equipaggi di “Volante” continuò a svolgere le attività di prevenzione e repressione dei reati, la Squadra Mobile venne destinata esclusivamente alle attività investigative ed operative nel settore della criminalità, che cominciò a svolgere esclusivamente in borghese.

Dopo lo sconvolgimento determinato dal suo avviamento, l’evoluzione del “113” proseguì su un doppio binario: professionale e tecnologico.
L’evolversi della normativa penale e di sicurezza, il panorama sociale sempre più complesso e la possibilità di adottare metodologie di contatto col cittadino e di risoluzione delle emergenze risultato di esperienze maturate e condivise a livello nazionale nel corso degli anni successivi, faceva apparire sempre più concreta la necessità di una maggiore e costante specializzazione del personale addetto al Servizio 113.

Naturalmente questa progressione professionale degli incaricati del settore non si limitò ad affrontare i criteri di comunicazione e le procedure di coordinamento dei servizi di pronto intervento per fronteggiare situazioni di estrema delicatezza collegate a reati o fenomeni che coinvolgevano le cosiddette “fasce deboli” (minori, anziani, disabili, donne vittime di violenza, ecc): vennero infatti istituiti servizi specifici.

Tra le molte iniziative che interessavano porzioni limitate del territorio nazionale, alcuni progetti videro invece una applicazione sull’intero territorio nazionale, come il “113 antidroga”, per garantire l’intervento della Polizia e l’assistenza sanitaria in caso di richiesta di soccorso per assunzione di sostanze stupefacenti o il “113 anziani”, come servizio di soccorso e guida per la terza età dopo i pesanti disagi causati dal caldo torrido dell’estate del 1988, mentre già nel 1991 veniva attivato il “dispositivo DTS per i sordomuti”.
Le modalità di organizzazione del 113 andavano intanto arricchendosi delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, prima fra tutte quella di aumentare la capacità di ricezione e gestione del numero di chiamate e di interventi con tecnologie digitali anziché analogiche.

Risultava così possibile predisporre la sofisticata “rete di controllo sui sistemi di allarme” di banche, uffici, esercizi commerciali che ancora oggi, aggiornata nel tempo al passo con le innovazioni tecnologiche, garantisce il controllo in remoto di obiettivi ritenuti sensibili.

Il “Servizio 113” si dota infine anche di postazioni telematiche e di terminali che permettono di consultare in tempo reale banche dati per fornire all’operatore su strada informazioni preziose e spesso determinanti al fine della soluzione di un evento o di una emergenza o anche solo per garantire una maggiore efficacia dell’intervento (archivi di veicoli, pregiudicati, documenti, ecc).
Più recenti sono il “Servizio 113 on line”, per le informazioni e le segnalazioni via Internet, e il “Sistema di controllo del territorio (SCT)”.

Inaugurato nel febbraio del 2006 sul sito della polizia  , il “113 on line” costituisce il primo commissariato virtuale in Europa. Suddiviso in ufficio denunce, passaporti, minori, immigrazione, concorsi, sicurezza telematica e polizia amministrativa e sociale, possiede una sezione informativa interforze su minori scomparsi, auto ed oggetti rubati, documenti smarriti, banconote false oltre ad un catalogo delle armi e dei latitanti. In questo commissariato virtuale i cittadini reali possono inoltrare denunce per reati telematici, di furto o per smarrimento, oltre che effettuare segnalazioni, richiedere consigli o suggerimenti ad esperti in telematica, accedere a forum tematici e a specifiche aree con segnalazioni riguardanti la sicurezza per chi naviga in internet.
Il “Sistema di controllo del territorio” si avvale di sofisticate tecnologie e strumenti informatici in grado di garantire il controllo ininterrotto dell’evoluzione degli eventi che hanno dato luogo ad una richiesta da parte dei cittadini di un intervento della Polizia. Questa possibilità di controllo si estende alla gestione delle risorse sul territorio, i cui equipaggi sono monitorati in un sistema cartografico (vettoriale) capace di utilizzare sia mappe telematiche che riproduzioni fotografiche (ortofoto) del luogo del fatto, e permette così un coordinamento più razionale e rapido degli interventi e una maggiore incisività ed efficacia della risposta concreta alle richieste dei cittadini. Gli stessi equipaggi che operano su strada vengono progressivamente dotati di un navigatore satellitare e di una tastiera per lo scambio dati con la sala operativa, che si aggiungono all’ordinaria comunicazione sostenuta con i tradizionali apparati radio. Per realizzare ciò, il Sistema di controllo del territorio si avvale anche dell’interconnessione con le centrali operative delle altre Forze di Polizia, oltre che con le telecamere fisse e mobili presenti in ambito urbano e di una parete video–wall predisposta per proiettare ingrandimenti di mappe, foto e immagini per l’uso condiviso delle risorse nei grandi e medi eventi.

L’informatizzazione del sistema, con la raccolta costante dei dati relativi agli eventi e alle loro soluzioni, ha consentito l’adozione del “Sistema di supporto delle decisioni”: si tratta di un apparato che, permettendo di analizzare gli interventi per natura, localizzazione, periodicità e contesto urbano, consente di pianificare ed effettuare previsioni oggettive per un sempre più efficace servizio di prevenzione della commissione di reati.

Bibliografia
113. Annibale Paloscia – Roberto Sgalla. Laurus Robuffo. 2007