Confindustria e Ubi banca: insieme per l’innovazione e la trasformazione digitale delle imprese

confindustria e ubi banca

di Gianfranco Nitti

E’ stato firmato il 7 settembre dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e dalla Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca Letizia Moratti, il Protocollo d’Intesa tra Confindustria e UBI Banca per sostenere le imprese impegnate in processi di innovazione e trasformazione digitale e promuoverne la crescita dimensionale e l’accesso ai mercati dei capitali. Alla presentazione dell’Accordo hanno partecipato anche Frederik Geertman, Chief Commercial Officer e Vice Direttore Generale di UBI Banca, Giulio Pedrollo, Vice Presidente di Confindustria per la Politica Industriale, Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale e Matteo Zanetti, Presidente del Gruppo Tecnico Credito e Finanza di Confindustria.

 

L’Accordo, che si estende fino al 31 dicembre 2019, prevede, in particolare, una serie di iniziative per offrire, attraverso i Digital Innovation Hub (DIH) costituiti presso il sistema confindustriale, supporto finanziario e consulenza alle imprese intenzionate ad investire in innovazione e beneficiare delle opportunità esistenti all’interno del Piano Nazionale Industria 4.0.

 

In dettaglio, il Procollo prevede che UBI Banca:

  • istituisca il “Plafond ricerca, sviluppo e innovazione”, con dotazione pari a 1 miliardo di euro finalizzato a concedere finanziamenti a medio e lungo termine alle imprese che investono in innovazione e digitalizzazione. Gli associati a Confindustria beneficieranno di un canale privilegiato di accesso tramite i DIH.
  • metta a disposizione delle imprese, tramite i DIH, esperti dedicati al finanziamento di progetti di trasformazione digitale delle imprese, oltre a consulenza specialistica (fornita da società specializzate partecipate dal Gruppo UBI) riguardo all’accesso ai fondi europei e alle agevolazioni previste dal “Piano Nazionale Industria 4.0.

Inoltre, Confindustria e UBI Banca realizzeranno un programma di formazione destinato:

  • al personale di UBI, riferito alla progettualità tipica dell’industria 4.0 e all’attività dei DIH;
  • al personale dei DIH e delle associazioni territoriali di Confindustria, relativo alle modalità di valutazione dei progetti di investimento delle imprese, all’accesso al credito e alla finanza delle Imprese, alle agevolazioni del “Piano Nazionale Industria 4.0”

Inizialmente il Protocollo coinvolgerà i DIH di Lombardia Marche, Piemonte, Puglia e Umbria.

UBI, prima banca in Italia nell’accompagnare imprese verso la Borsa attraverso le SPAC (Special Purpose Acquisition Company), organizzerà una serie di eventi formativi dedicati alle imprese e agli imprenditori, finalizzati a sensibilizzarli rispetto alle varie strategie d’accesso al mercato dei capitali, e a diffondere la cultura della quotazione.

Infine, UBI Banca attiverà – nell’ambito del Programma ELITE di Borsa italiana – una “ELITE Lounge” in collaborazione con Confindustria e con gli ELITE Desk istituiti presso le Associazioni territoriali del sistema, destinata alle imprese impegnate nella realizzazione di processi di innovazione e digitalizzazione. UBI Banca sosterrà la fee di partecipazione ad ELITE delle imprese clienti associate a Confindustria e selezionate congiuntamente che saranno accompagnate nella Lounge.

“Questo accordo – secondo Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria – si riconosce nel quadro delle sfide che l’industria italiana vuole cogliere attraverso Confindustria sia in un rapporto strutturato con l’Abi che realizzando iniziative con singoli istituti come in questa circostanza con l’UBI. In tutti i casi l’obiettivo è evolvere insieme, banche e imprese, per costruire un sistema Paese più forte e competitivo. Con l’UBI, in particolare, lavoreremo per valorizzare le opportunità offerte da Industria 4.0 attraverso i Digital Hub che diventano, così, acceleratori della crescita in coerenza con le scelte di politica industriale”.

“I principali indicatori dell’attività economica quali occupazione, andamento del PIL e clima di fiducia di imprese e consumatori, indicano il consolidamento del trend di uscita del Paese dalla crisi”, spiega Letizia Moratti, Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca. “In questa fase l’accordo tra UBI Banca e Confindustria è il segno dell’Italia che fa sistema, per promuovere l’obiettivo comune del rinnovamento e della competitività del mondo produttivo”.

“Ci associamo con convinzione al progetto dei Digital Innovation Hub di Confindustria” sostiene Frederik Geertman, Chief Commercial Officer e Vice Direttore Generale di UBI Banca, “perché riteniamo che per accompagnare le imprese nella quarta rivoluzione industriale serva un approccio integrato. UBI mette a disposizione non solo una provvista di credito dedicata di 1 miliardo, ma anche e soprattutto una rete di specialisti collegati agli Hub, competenti sugli strumenti del Piano Nazionale Industria 4.0 e sul finanziamento di progetti di trasformazione, anche attraverso fondi agevolati e accesso al mercato dei capitali”.

L’accordo rappresenta un tassello importante per supportare i nostri DIH che hanno l’obiettivo di accompagnare le imprese nel percorso di trasformazione digitale” sottolinea Giulio Pedrollo, Vice Presidente di Confindustria per la Politica Industriale. “Oltre all’attivazione di finanziamenti a medio lungo termine, un aspetto qualificante dell’accordo riguarda infatti l’avvio di programmi di formazione dei DIH sulle modalità di valutazione degli investimenti e, soprattutto, del personale di UBI sui progetti industria 4.0: questo faciliterà enormemente il dialogo e le relazioni tra la banca e le imprese”.

“L’accordo di partnership UBI-Confindustria – spiega Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale – è un passaggio molto significativo per la crescita di competitività delle imprese. Grazie al costante e incisivo lavoro congiunto tra Confindustria e Governo che ha portato un anno fa al varo del Piano Industria 4.0, il sistema manifatturiero italiano è oggi finalmente impegnato nei processi di trasformazione digitale. Con questo accordo, grazie ai professionisti di UBI e al network dei Digital Innovation Hub di Confindustria attivi sul territorio, verrà dato un sostegno concreto in termini di competenze e finanziamento nei progetti di innovazione per le imprese. Stiamo ridisegnando l’economia italiana: con il Piano Industria 4.0, chiave fondamentale per ridare slancio alla crescita del Paese, ci sono in gioco 2 punti di PIL e 800mila posti di lavoro”. 




Grottaferrata, panico da Antrace: Sindaco e Asl tranquillizzano

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GROTTAFERRATA (RM) – Nessun rischio di contagio antrace tra esseri umani e nessun pericolo di trasmissione del batterio con ortaggi e frutta.

 

Questo quanto emerso oggi a Grottaferrata durante la conferenza pubblica indetta dal primo cittadino Luciano Andreotti alla quale hanno partecipato il direttore generale della Asl Rm 6 Narciso Mostarda e il direttore della Prevenzione Mariano Sigismondi.

 

E’ stato anche ipotizzato il rientro nella normalità, entro pochi giorni, in merito all’ordinanza del sindaco di Grottaferrata che ha dichiarato “zona infetta” la località Molara. Per questo occorrerà attendere il via libera da parte dell’azienda sanitaria.

 

Durante l’incontro pubblico è emersa una grande preoccupazione da parte dei residenti, soprattutto per quanto riguarda il “rischio contagio” attraverso gli animali e i prodotti della terra che si trovano nelle vicinanze di quella che è stata dichiarata “zona infetta”. E’ stato chiarito che nessun contagio può avvenire attraverso la fruizione di ortaggi o anche attraverso il semplice contatto con animali. I dirigenti Asl rispondendo alle domande dei cittadini in merito alla possibilità o meno di vendemmiare e raccogliere ortaggi nell’area contigua hanno confermato il via libera con le dovute accortezze igieniche già comunicato precedentemente e annunciato per il futuro prossimo una campagna di vaccinazione dei capi di bovini e ovini oltre a una analisi di campioni di terreno per capire meglio l’origine della ricomparsa di una malattia che non si manifestava da oltre due decenni nei Castelli Romani.

 

Per quanto riguarda invece la questione del possibile rischio contagio per mancata profilassi, per i guardia parco dell’Ente regionale Parco dei Castelli Romani, che pattugliano il territorio, Mostarda ha detto che lo stesso Ente regionale ha precisato che nessuno degli operatori è stato contagiato: “Sono tutti in perfetta salute”. Un chiarimento, quello dell’Ente Parco, riportato per voce del direttore generale Asl, dopo che il presidente del Parco dei Castelli Romani aveva lamentato il fatto di essere venuto a conoscenza  attraverso i giornali dell’ordinanza del sindaco di Grottaferrata che dichiarava infetta la località della Molara.

Il direttore generale della AslRoma 6, Narciso Mostarda ci ha tenuto a sottolineare la tempestiva collaborazione tra istituzioni che c’è stata sulla vicenda smentendo quelle notizie che avevano parlato di un’emergenza che starebbe salendo. “Ad oggi possiamo dire che siamo vicini al rischio zero”. Mostarda ha quindi confermato i contagi del pastore che sta rispondendo bene alla cura antibiotica e del veterinario Asl, un collaboratore del dottor Sigismondi,  che tuttavia ora sta bene, è stato dimesso ed è a casa, grazie a una diagnosi precoce della malattia che – è stato ricordato più volte – non si trasmette da uomo a uomo ma solo dal contatto con sangue e viscere dell’animale malato.

 

E’ stato infine ribadito che il rischio contagio riguarda esclusivamente le persone che sono venute a diretto contatto con le carcasse degli animali infetti e che di fatto nessun altro caso si è verificato oltre a quelli del veterinario e dell’allevatore.

“Nessuna polemica, solo informazione corretta e diretta a conferma della volontà mia e di tutta l’Amministrazione comunale di Grottaferrata di restare vicini alla cittadinanza senza generare allarmismi e rispondendo con cognizione sui casi di carbonchio ematico registrati su alcuni capi di bestiame nel nostro territorio. Ora posso dire che rispetto alle ulteriori sollecitazioni ricevute nel corso dell’incontro pubblico provvederemo anche, per maggiore tranquillità di tutti, a disinfettare il fontanile presente nell’area dichiarata infetta dal bacillo dell’antrace, un’area che comunque, come ribadito più volte dal direttore generale Asl Roma 6, Mostarda e dal dottor Sigismondi, tornerà a breve alla normalità”.
Con queste parole il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti ha concluso l’incontro pubblico aperto alla cittadinanza con i responsabili della Asl Roma 6 tenutosi nel pomeriggio di oggi presso l’aula consiliare del Comune.

“Siamo molto soddisfatti dell’incontro avvenuto con i vertici della Asl Roma 6” ha detto il sindaco a latere dell’appuntamento.
“Come autorità sanitaria cittadina ho ritenuto importante che avvenisse questo momento di confronto diretto anche per dimostrare la effettiva presenza e collaborazione tra le istituzioni del territorio che restano a completa disposizione e costantemente vigili nella cura della salute, della prevenzione e della sicurezza della cittadinanza” ha concluso Andreotti.




Trento, suora picchiata per rapinarla: identificati e arrestati 2 ragazzi

TRENTO – Una suora picchiata e rapinata in Trentino, nel Primiero, con polsi legati da fascette per cavi elettrici, insieme a bocca e naso coperti da nastro adesivo. Dell’aggressione, che risale allo scorso 9 maggio, sono accusati due giovani, arrestati dai carabinieri del Trentino.

 

La donna, 71 anni, era stata circuita con la scusa di una vendita di scope porta a porta, ed era stata aggredita dai due e malmenata, nel tentativo di spaventarla e di farsi dare denaro e preziosi. La suora infatti era nota in valle per la sua solidarietà e le sue donazioni a persone in difficoltà, e i carabinieri non escludono che i due sapessero questo particolare.




Foggia, Guardia di Finanza. Operazione baby pusher: in manette 6 persone

FOGGIA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, in prima mattinata, hanno dato esecuzione a 3 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e notificato 3 obblighi di dimora nei confronti di sei persone tutte ritenute responsabili dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti a soggetti in giovanissima età.

L’indagine, convenzionalmente denominata “BABY PUSHER”, ha preso spunto da un’autonoma attività di monitoraggio dei luoghi di abituale aggregazione dei ragazzi, con particolare riferimento alle scuole e ai vari locali della città di Lucera.

I riscontri acquisiti dalle Fiamme Gialle della locale Tenenza sono stati immediatamente partecipati alla Procura della Repubblica di Foggia che ha assunto la direzione delle indagini rivelatesi, da subito, articolate e complesse per l’elevato numero di ragazzi, spesso minorenni, interessati dal consumo di sostanze stupefacenti di ogni tipologia, e per le tecniche elusive usate da giovanissimi spacciatori che, adottando un linguaggio criptato, evitavano i controlli delle Forze dell’Ordine.

In alcuni casi è emerso che i soggetti coinvolti, da semplici assuntori anche di gruppo, con il passare del tempo, si sono trasformati in spacciatori o in procacciatori di clienti, creando una fitta rete di acquirenti tra i loro coetanei, anche al fine di autofinanziare l’acquisto di ulteriori partite di stupefacenti.

La prima fase dell’attività operativa, iniziata nel 2016, ha portato all’arresto, in flagranza di reato, di due, spacciatori S.L. di anni 22 e S.M. di anni 23, nonché al sequestro, complessivo, di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente tra marijuana, hashish e cocaina.

Nel corso delle investigazioni sono stati registrati oltre 250 episodi di spaccio.

Il G.I.P. presso il Tribunale di Foggia, in accoglimento della proposta avanzata dalla locale Procura della Repubblica – che ha condiviso in pieno le risultanze investigative acquisite dai Finanzieri della Tenenza di Lucera – ha disposto l’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di:

  • A.T. di anni 48, C.G. e M.A. entrambi di anni 20, attinti da ordinanza di custodia cautelare in carcere ed associati presso la casa circondariale di Foggia;
  • F.A., di anni 23, A.S. di anni 21 e B.B. di anni 19, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora.

Nel corso di ulteriori perquisizioni domiciliari, eseguite in data odierna, nell’abitazione di A.T. sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 50 dosi di cocaina, pronte per essere spacciate.

L’operazione di servizio testimonia ancora una volta la costante attenzione che le Fiamme Gialle pongono per il contrasto dell’attività di spaccio delle sostanze stupefacenti al fine di arginare il fenomeno ed incidere costantemente sui canali di distribuzione verso un mercato che registra, purtroppo, un costante aumento di giovani consumatori.




Milano, progetto “Dopo di Noi”: 2 mln dal ministero e sportello da fine mese

MILANO – Due milioni di euro messi a disposizione dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a cominciare da quest’anno, e uno sportello comunale che aprirà a fine settembre in via San Tomaso 2, per orientarsi nell’accesso ai contributi. Il “Dopo di Noi” inizia così a non essere più solo un progetto per il futuro di tante persone, ma una realtà concreta che permetterà a molti genitori, molti dei quali già anziani, di garantire ai propri figli, con grave disabilità, una vita sicura anche senza di loro, nella maggior autonomia possibile, lontano da istituti e solitudine. Oggi la Giunta comunale ha approvato le linee di indirizzo per l’attuazione di questi interventi a favore di persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare, secondo il Programma Operativo indicato da Regione Lombardia.
A fine settembre sarà pubblicato il bando per accedere ai contributi che consentiranno ai beneficiari di procedere all’abbattimento di barriere architettoniche dell’abitazione di famiglia in cui vivono o come sostengo alle spese di affitto e condominiali di una casa già adeguatamente predisposta all’accoglienza di una persona con disabilità. I contributi saranno assegnati anche per sostenere l’assistenza domiciliare finalizzata ad un percorso di accompagnamento individuale. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha messo a disposizione delle regione Lombardia 30,8 milioni di euro (pari al 16,7 % delle risorse nazionali), di cui 15 per il primo anno. Con 47,1 milioni di euro messi quest’anno a bilancio per interventi e contributi destinati all’area delle Disabilità conferma il proprio impegno in una ambito in cui negli ultimi anni l’attenzione è cresciuta di pari passo con le risorse: dal 2010 sono aumentate del 38% passando da 34,2 milioni di euro ai 47,1 appena citati. Sempre oggi la Giunta ha approvato un secondo provvedimento che per la destinazione di 200.000 euro in favore di Associazioni, Enti ed Istituzioni del Terzo settore per progetti e percorsi di inclusione per persone con disagio psichico.
“Le persone con disabilità vanno sostenute e aiutate”, afferma l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. “La Fondazione sul ‘Dopo di Noi’ a cui daremo vita entro il mandato, lo sportello informativo e soprattutto le risorse derivanti dalle scelte del Governo rappresentano un passaggio essenziale”. Sul tema del “Dopo di Noi” prosegue il lavoro per la realizzazione della Fondazione, un progetto nato su impulso del Comune di Milano e delle famiglie di persone con disabilità. Il compito è stato affidato dall’Amministrazione all’Università di Milano, proprio per la specificità dei contenuti e che sta impegnando un team di professori e ricercatori universitari, esperti di diritto civile, pubblico, tributario e delle persone con disabilità che, insieme a Ledha e ai rappresentati dei genitori stanno redigendo il testo dello statuto.



Milano, risorge Anteo il nuovo palazzo del cinema: 11 sale, ristorante e nursery

MILANO – Nove sale cinematografiche, una sala ‘privata’ da 15 posti dedicata al cinema on-demand, una nursery, una sala cinema-ristorante e un ristorante. Tutto in 5200 mq, per un totale di 1150 posti. È il nuovo Anteo Palazzo del Cinema, “risorto” dopo 8 mesi di ristrutturazione e un investimento che ha superato i 5 milioni di euro.

 

“Anteo è un luogo che accoglie” ha detto dal palco di una delle 11 sale Lionello Cerri, uno dei soci fondatori di Anteo, spiegando l’idea che la società ha voluto dare al nuovo Palazzo del Cinema di via Milazzo: un luogo di incontro, dove il pubblico potrà accedere a prescindere dall’offerta cinematografica: ” Questa sala vuole rappresentare una casa e uno spazio sociale: si può discutere di un libro, di un film, si possono lasciare bambini alla nursery, bere un caffè al letterario, cenare al ristorante o addirittura cenare mentre si guarda un film. Milano se lo merita ha bisogno di sperimentare e accogliere”, ha concluso Cerri dopo aver mostrato un corto-documentario, narrato dalla voce di Cristina Capotondi, sulla storia dell’Anteo e sulla sua ristrutturazione.
Per il sindaco, Giuseppe Sala, l’anima dell’Anteo è molto simile a quella di Milano “cioè forte, aperta, solidale. Non si fa coinvolgere su discorsi che veleggiano a chiusure siamo accoglienti e questo ci porterà ad essere una città nel mondo”, ha spiegato durante la preview per stampa e addetti al lavori, definendo l’esperienza del nuovo cinema come uno “splendido esempio tra pubblico e privato: quando il privato prende iniziativa, come in questo caso e prende la sua parte di rischio poi anche il Comune c’è e fa la sua parte”. Il Comune di Milano, infatti ha affidato la gestione di via Milazzo 9 – di cui è proprietario – alla società Anteo per 28 anni.

Diversi i volti noti che hanno partecipato all’inaugurazione: oltre al sindaco e ad alcuni dei suoi assessori (la vicesindaco Anna Scavuzzo, l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, quello alle Attività Produttive Cristina Tajani e Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare) anche Francesco Rutelli, presidente di Anica, e volti dello spettacolo come Cristina Capotondi, Claudio Bisio, Gino della coppia Gino e Michele. In prima fila anche Oscar Farinetti di Eataly, che proprio all’interno del Palazzo Anteo ha ‘firmato’ la sala Nobel-Eataly, prima sala ristorante in Italia, e il Caffé Letterario del piano terra. Proprio per entrare a pieno nel tessuto cittadino, il cinema sarà aperto dalle 10 del mattino fino all’una della notte e ospiterà rassegne rivolte a pubblici diversi, ospitando anche festival cinematografici e organizzando corsi e lezioni di cinema. Una delle sale, inoltre, sarà dedicate esclusivamente alla visione di film in lingua originale.
Le undici sale porteranno i nomi cinema storici di Milano che non ci sono più: dodici nomi sono stati scelti dal pubblico tra una lista di oltre 100 sale che hanno spento luci e proiettori nel tempo. Un modo per farli rivivere, tra questi anche Excelsior, President, Obraz, Abadan e altri ancora.




“Il ministro di sinistra che piace alla destra”. Il ritratto di Minniti firmato dal Guardian

Una figura controversa, un ministro di un governo di centrosinistra che piace alla destra, le cui iniziative in materia di immigrazione “hanno ottenuto un’enorme riduzione del numero dei rifugiati che raggiungono le coste italiane dalla Libia” ma anche sollevato i dubbi di chi sostiene che i suoi metodi “siano fragili e lascino inalterati il ​destini di decine di migliaia di migranti intrappolati in Libia in campi disumani”. E’ il ritratto che il Guardian traccia del ministro dell’Interno Marco Minniti.

“Un ex comunista con profonde connessioni con l’intelligence italiana e le leve dello Stato” scrive il quotidiano britannico, “è uno dei politici più controversi in Europa. Il suo successo nel ridurre i flussi migratori gli ha portato lode e popolarità dalla destra e notorietà da parti della sinistra”. Il giornale dà un ampio resoconto di quello che Minniti ha raccontato dei suoi timori per la tenuta delle istituzioni democratiche italiane di fronte alla imponente ondata migratoria e degli accordi che sarebbero stati stretti nel deserto per indurre tribù e milizie a porre fine al traffico di esseri umani. E di quando nel mese di giugno si era trovato di fronte alla necessità di trasmettere il messaggio che il governo italiano aveva la capacità di reagire con le riforme già progettate per fermare il flusso, e del pericolo che in quel momento i frutti del suo sforzo fossero invisibili. “Il punto cruciale per me era stato quello di andare in Libia per trovare una soluzione” ha detto il ministro al giornale, “in Turchia c’era un forte leader con cui lavorare – forse troppo forte. In Libia è stato l’opposto”.

Poi il Guardian fa l’elenco dei passi fatti da Minitti: a febbraio la firma di un memorandum con il leader del governo riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Serraj; l’introduzione di un nuovo livello di cooperazione tra la guardia costiera libica e gli italiani, compresa la fornitura di quattro navi di pattuglia; la riunione il 31 marzo a Roma con i capi delle tribù e il viaggio il Libia, il 13 luglio, per incontrare i sindaci di 14 città interessate dal traffico. “Tutto questo è stato molto complicato, più complicato di quanto si possa immaginare” ha detto Minniti, “ma stavano cercando una soluzione. La mia convinzione è che a un certo punto [quando] questi conflitti diventano insostenibili è importante essere pronti quando qualcuno sta cercando una soluzione. Abbiamo discusso di un patto. Era abbastanza semplice: se si fossero impegnati contro la tratta degli esseri umani li avremmo aiutati a costruire un’economia alternativa. I problemi al momento sono che il traffico è stato l’unico settore in Libia in grado di produrre reddito”.

Il Guardian fa il punto sugli obiettivi di Minniti: che l’Onu regoli i campi di detenzione libici; più soldi per aiutare con il rimpatrio volontario i migranti intrappolati in Libia e, a lungo termine, miliardi dalll’UE per aiutare l’economia africana. Nei prossimi 10 giorni il ministro pubblicherà una politica di integrazione per l’Italia che copre temi come la cultura, la lingua, i percorsi di lavoro per i richiedenti asilo, la dispersione dei centri di accoglienza e la governance, il finanziamento e la trasparenza delle moschee e degli imam. “Sono convinto che non esista alcuna equazione tra il terrorismo e la migrazione”, dice Minniti. “È un errore di approccio, ma se vediamo cosa è successo in Europa, c’è una relazione tra il terrorismo e una mancanza di integrazione e sono convinta che sia attraverso l’integrazione e con i valori comuni, costruiamo una politica di sicurezza”. Paragona il processo di suonare il pianoforte. “Se giochi le giuste note insieme al momento giusto, crei un’armonia. Se premete solo alcune note nell’ordine sbagliato, è una cacofonia “.




Vaccini, oltre 21mila prenotazioni su 30mila inadempienti: già rilasciati 106mila certificati in Lombardia

“Al 6 di settembre sono stati rilasciati 106.618 certificati e registrate 21.190 prenotazioni per la somministrazione della profilassi, su 30.493 bambini, fino a 6 anni, che risultano non vaccinati. Quindi quasi tutti hanno già fatto la richiesta per mettersi in regola”. Lo ha riferito l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera rispondendo a un’interrogazione presentata dal Pd in Consiglio regionale. “Nonostante una legge approvata in piena estate e circolari attuative poco chiare e lacunose, emanate da metà agosto a qualche giorno fa, in Lombardia non c’è stato nessun problema e nessuna disfunzione – ha proseguito – abbiamo agito con tempestività ed efficacia”.”Regione Lombardia – ha spiegato inoltre l’assessore – ha un sistema informatizzato presso tutte le Ats. La piattaforma, denominata’Gev’, consente una lettura comune dei dati che ci permette di verificare lo stato vaccinale e rilasciare certificazioni corrette e aggiornate per tutti in nati sul nostro territorio. Siamo già da tempo al lavoro per la realizzazione di un’unica anagrafe regionale vaccinale in grado di assicurare maggiore omogeneità e raccordo su tutto il territorio che sarà pronta entro marzo del 2018, in concomitanza con la scadenza del termine fissato dalla legge per la presentazione dei certificati vaccinali da parte di coloro che hanno presentato l’autocertificazione”. “Il vero sistema di semplificazione per sgravare le famiglie dalla presentazione della documentazione – ha concluso l’assessore – è lo scambio reciproco di dati tra Scuole e Ats. Avevamo per questo interpellato il Garante della Privacy, visto che lo scambio di dati sensibili non è consentito dalla legge, ma l’unica autorizzazione concessa riguarda la possibilità dell’invio dei dati solo da scuola a Ats e non viceversa, a meno che non si proceda alla predisposizione di un regolamento ad hoc. Abbiamo già iniziato a lavorare alla sua definizione e nell’arco di qualche settimana, sottoporremo al Consiglio la richiesta di una modifica del codice della privacy per arrivare a inoltrare la nuova richiesta al Garante entro fine ottobre, in modo da offrire un concreto e reale aiuto alle famiglie lombarde”.



Nemi, rifiuti: un quadro ormai fuori controllo

NEMI (RM) – Mobili, pneumatici, cartoni, materiale elettrico, buste in plastica e chi più ne ha più ne metta: via della Radiosa a Nemi è diventata ormai una discarica abusiva dove chiunque butta rifiuti: sia ingombranti che indifferenziato e umido. Del resto la raccolta differenziata a Nemi non è ancora partita su tutto il territorio e la società “Lazio Ambiente” ultimamente si dedica solo al servizio minimo indispensabile di raccolta dell’immondizia vuoi perché Nemi, come del resto altri Comuni castellani, deve circa 100mila euro alla società di proprietà della Regione Lazio.

Dunque diversi problemi “spazzatura” su più fronti per la città delle fragole che ci si augura si possano risolvere al più presto. Multare i trasgressori non dovrebbe essere un problema perché con l’ausilio del servizio di videosorveglianza (le cosidette foto trappole) gli “incivili” ormai non avranno più vita facile.

 

Resta il problema di rimuovere quella sorta di area di gestione rifiuti in via della Radiosa a soli 60 metri dal pozzo dell’acqua che rifornisce il paese. Quell’area non dovrebbe essere dove si trova e a dirlo è la legge che tutela le acque e il suolo. La risoluzione di tutto potrebbe essere nel tanto atteso avvio del servizio “porta a porta” sul territorio che, secondo quanto annunciato dagli attuali amministratori durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative (pochi mesi fa, dunque), avrebbe dovuto essere un’operazione imminente grazie ad un accordo con il Comune di Ariccia che avrebbe condiviso con Nemi l’isola ecologica. Ma nei fatti il quadro rifiuti a Nemi è ancora allarmante: il freno va messo quanto prima.

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L’Italia e le rivoluzioni da tastiera

di Angelo Barraco

Immigrazione, terrorismo internazionale, test missilistici, manovre militari tra grandi nazioni, attacchi al Gas Sarin, propaganda di ogni genere, disinformazione che induce alla morte.
Sono queste le notizie che costantemente sentiamo in tv, in radio e leggiamo sui giornali. Argomenti che indubbiamente alimentano il malcontento di un popolo che preferisce manifestare un costante diniego sui social network che oggi, rispetto a qualche anno fa, sostituiscono le piazze in cui si alzava la voce per un pensiero comune, si erigevano manifesti e si portava in auge un ideale.

Oggi invece non ci si ritrova più nei circoli, nei pub, nei bar o nelle piazze ma si predilige la comoda poltrona di casa, con un computer acceso e una tazza di caffè tiepido e zuccherato. Si predilige un atteggiamento di analisi-commento costante su ogni aspetto che riguarda la società contemporanea, associando questo atteggiamento convulsivo a vera e propria mobilitazione culturale o militanza politica.

Ovviamente non tutti i lettori della rete sono così insensibili e sprovveduti e la maggior parte ha molto a cuore i temi sopracitati. Una buona fetta però, non bada ai dettagli delle notizie e preferisce esordire in pompa magna con beceri insulti populisti alimentati dalla politica dei voti e delle false promesse. Il tema immigrazione, per esempio, è uno dei più scottanti, ma recentemente il Commissario europeo Avramopoulos ha dichiarato: “ad agosto in Italia c’è stato un calo dell’81% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. E c’è stato un calo del 66% rispetto a luglio”. L’italiano medio però condanna a priori l’azione del singolo soggetto, attraverso un’attribuzione generica di categoria di appartenenza. Quindi, se un extracomunitario commette un reato, per molti italiani vaccinati dalla cattiva politica il problema sono tutti gli extracomunitari.

Una situazione che oggi ha raggiunto livelli di estremizzazione tale da indurre persino un uomo di Venosa (Potenza), di 81 anni, a dar fuoco ad una stanza di un casolare occupato legalmente da tre extracomunitari; motivo? Attraversavano il suo terreno senza il suo consenso. L’uomo è stato arrestato e su di lui pendono le accuse di lesioni personali e danneggiamento, incendio doloso. Azioni e reazioni che sono certamente il frutto di una politica propagandistica che è tornata a sventolare una bandiera che sembrava essere stata definitivamente debellate. In questi giorni, infatti, sta facendo molto discutere la marcia su Roma programmata per il 28 ottobre, anniversario della marcia di Mussolini. Da FN dicono che si tratterà semplicemente di “una manifestazione patriottica, non filo-fascista o nostalgica” e precisano inoltre che“sfilare nel centro di Roma, il ministero degli Interni sbaglierebbe a vietarla, a rispondere a un movimento di popolo, a una rivoluzione in atto con metodi questurini, la marcia non è contro il ministro dell’Interno Minniti ma contro Soros” dice Fiore. La Raggi intanto si oppone a tutto ciò dicendo che “non può e non si deve fare”. La cattiva informazione e la presunzione che hanno molti sapientoni da tastiera, mettendo in dubbio l’inoppugnabilità della scienza. Ci sono oggi i movimenti “no vax”, ovvero fermi sostenitori dell’inefficienza dei vaccini per la salvaguardia della vita umana. Nel mese di giugno si è svolta una manifestazione a Roma contro il decreto per l’introduzione dei 12 vaccini obbligatori per la frequentazione della scuola. In tanti in piazza per reclamare la loro “libertà”. Anche in questo caso però, la situazione sembra essere sfuggita di mano e sul finire di agosto un autista dell’Atac ha fatto comparire sul display del bus la scritta “vaccinati sto c…”. L’immagine è divenuta virale, tante le reazioni della politica sui social, l’autista è stato sospeso. Nel mese di giugno una bambina di 9 anni è morta per gravi complicazioni dovute al morbillo poiché non era stata vaccinata. Tutti viviamo in un costante terrore sociale, alimentato da speranze ideologiche e alternative che sembrano remare contro le logiche convenzionali ma dove sta la razionalità in tutto ciò se la logica convenzionale viene estirpata? Oggi in Italia manca la comunione di intenti, il desiderio di lottare per dei principi e degli ideali che possono essere supportati da uno Stato di diritto.

 

La giornalista Emilia Urso Anfuso, direttore del quotidiano indipendente online gliscomunicati.it, ha pubblicato recentemente un libro che si intitola “Manuale del Rivoluzionario 3.0”. La giornalista spiega, in maniera semplice ma dettagliata, come si potrebbe – oggi – realizzare una vera rivoluzione del sistema socio politico ed economico. Ecco quanto ha dichiarato: “Oggi manca un elemento sostanziale per far si che la popolazione insorga contro un sistema basato sul terrore: la coesione sociale. I cittadini sono tenuti ben divisi tra loro, e la politica usa tutte le armi possibili affinché questo avvenga, non ultima, l’arma del terrore, del terrorismo, delle negate garanzie di sicurezza. Stiamo procedendo su una strada ambigua, in cui da un lato la dirigenza del paese impone regole sempre più vessatorie, dall’altro la popolazione – pur essendo ormai allo stremo – non trova la forza, la motivazione, l’energia per ribellarsi. D’altronde, è alimentando la paura, che si creano schiavi. Ecco perché dovrebbe essere urgente per tutti, ripensare il proprio ruolo di cittadini”.

 

Intanto l’Europa cerca di combatte i jihadisti, stanandoli e arrestandoli onde evitare che possano compiere atroci crimini contro l’umanità come già è accaduto. La bandiera nera però sembra imbattibile e nella seconda metà di agosto ha gettato la sua inquietante e oscura ombra anche sull’Italia, indicandola come prossimo obiettivo. E’ opportuno apprendere le informazioni attraverso i mezzi di comunicazione, ma è consuetudine associare la questione migranti con l’Isis. Da li nasce nell’Italiano medio un’immotivata e generalizzata repulsione nei confronti del “diverso”, che si alimenta nei social mediante commenti inopportuni, per poi tramutarsi in atteggiamenti ostili e poco decorosi anche nella realtà. Il mondo è sbalordito ed inerte dinnanzi al leader nordcoreano Kim Jong-un ,che sta effettuando test missilistici sempre più potenti. Il governo giapponese ha alzato il livello di potenza del sesto test che ha raggiunto i 160 chiotoni, ovvero dieci volte la bomba atomica di Hiroschima. C’è timore anche per l’Europa, la ministra della Difesa francese ha detto infatti: “Lo scenario di una escalation verso un grande conflitto non può essere scartato. L’Europa rischia di essere alla portata dei missili di Kim Jong Un prima del previsto”.

L’Osservatore D’Italia ha voluto sentire la dottoressa Rossana Putignano [Psicologa- Psicoterapeuta, Consulente di parte con il CRIME ANALYSTS TEAM in qualità di Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Diagnosi Neuropsicologica e Forense]: Cresce la preoccupazione in Europa ed ora anche in Italia per i prossimi attacchi da parte dell’ Isis. Cellule organizzate, lupi solitari o mentecatti che siano, siamo in balia di un terrorismo transnazionale che non ci dará pace e non si sa per quanto tempo. I massimi esperti in terrorismo si sono pronunciati sul profilo del terrorista e tante sono le ipotesi e le confabulazioni fino alle teorie complottiste anti-immigrato quando invece si scopre che gli attentatori sono, quasi sempre, nati e cresciuti in Europa. Questo del terrorismo é uno dei tanti argomenti che lascia nel dubbio gli italiani poiché nessuno si fida più, così come per la questione dei vaccini. Cresce il dubbio su qualsiasi questione che passa in TV e ogni volta occorre filtrare le notizie. Questo meccanismo, altamente impegnativo per coloro che hanno una cultura “per vedere oltre”, é altamente stressante e ci porterà lentamente a non poter più distinguere la realtá dalla fantasia. Nel caso dell’ Isis, con la recente minaccia di avvelenarci con il cianuro, potremmo finire ad investire ossessivamente su ogni acquisto, specie se dovessero verificarsi casi di avvelenamento. La gente é stanca di vivere nella paura e come se non fosse mai abbastanza si aggiungono altresì i ” test” atomici di Kim nel nord Corea. Allora non resta che pensare che siano tutte intimidazioni per creare cambiamenti a livello politico: lo scopo sarebbe farci vivere nella paura a favore dei poteri di cui non avremo mai contezza. A noi italiani quindi, non resta che continuare a coltivare il nostro orticello come unica difesa dal terrore oppure si puó tentare una rivoluzione. Quest’ ultima troppo ambiziosa per il popolo Italiano obnubilato dal calcio e dai programmi non-sense.




Taormina, rissa tra ristoratori: il questore sospende le licenze

TAORMINA (ME) – Sospese le licenze dei ristoranti protagonisti della rissa di Taormina (Me). Il questore di Messina, Mario Finocchiaro, ha disposto la sospensione delle licenze di pubblico esercizio, ai sensi dell’art 100 tulps, per motivi di ordine e sicurezza pubblica nei confronti dei titolari dei ristoranti “Gambero Rosso” e “Mamma Rosa” di Taormina, rispettivamente per 10 e 6 giorni.

Il provvedimento consegue alla rissa avvenuta la sera del 28 agosto scorso tra i dipendenti dei due ristoranti per accaparrasi qualche cliente con la fuga dei turisti. Il commissariato polizia di Taormina ha denunciato sette persone per rissa. Il provvedimento è stato notificato agli esercenti.