Milano: un corteo per dire no al genocidio in Birmania

MILANO – Nel pomeriggio di Sabato, Milano si è trasformata nella piazza ideale per mostrare a tutta la nostra scossa penisola cosa vuol dire integrazione. Un gruppo di circa 200 stranieri islamici si sono riuniti in corteo per “bloccare il genocidio” che si sta consumando in Birmania. Le vittime del silenzioso sterminio al quale il popolo islamico milanese cerca di dar voce sono gli islamici della minoranza rohingya (150mila persone) per mano della maggioranza buddista rakhine, religion, quella buddista, professata dall’ 89% dei 55 milioni di birmani. La coda umana che è iniziata a Piazza della Repubblica, protetta da uomini della Polizia Locale e dei Carabinieri, è stata composta di padri, bambini e donne coperte dal velo. Gli slogan principali, inneggiati in arabo ed in italiano, sono stati contro la procrastinazione della violenza verso i bambini ed in favore di uno stato di pace e di sicurezza.

É immediato comprendere il clima surreale che si respirava tra le vie milanesi: persone avvezze ormai alla discriminazione che hanno levato un inno di pace verso un paese cosi lontano. Nello stesso giorno in cui il sindaco di Lampedusa, Totó Martello, afferma con voce sicura come quei 180 immigrati dell’hot spot (centro di prima identificazione) siano la causa precipua delle “minacce, molestie e furti” che hanno condotto l’ isola sicula al collasso con la complicità dell’ex sindaco, premio Unesco per la pace, Giusi Nicolini. Martello ha chiesto infine l’intervento diretto del ministero dell’interno, presieduto da Marco Minniti, il quale il 3 settembre alla festa de Il Fatto Quotidiano ha, per primo, introdotto il binomio “immigrazione ed integrazione”. Un grandioso esempio di quest’ultimo è raccontato da Dacia Maraini che si è recata a Pescasseroli, dove l’Associazione Mamma Africa procura beni di prima necessità e le bici utili a quei migranti che come Bubbacar, Sulay e Gibril vogliono lavorare, mantenersi ed integrarsi.

A tal proposito è doveroso, se non umano, citare lo Ius Soli che sembra essere stato dimenticato dalla classe politica italiana e che dovrebbe al contrario tornare in auge. Il decreto legge è più volte oggetto di accesi dibattiti anche se in dettaglio poco conosciuto e compreso. Questa nuova proposta di legge, definita “temperata”, prevede che può diventare italiano solo chi è nato in Italia da genitori stranieri di cui, almeno uno, sia in possesso del permesso di soggiorno Ue. Il ragazzo che compie, in seguito, la maggiore età può scegliere se rinunciare alla cittadinanza acquisista oppure confermarla. Un’idea non nuova che molti dei nostri partners europei hanno già largamente introdotto e che porterebbe in primis un sorriso a quei bambini che sabato, al corteo Milanese, avevano accompagnato a mani congiunte i loro piccolo amici di diversa provenienza e religione ed, in secundis, un altro monito alla politica di disuguaglianza trumpista dopo quello più incisivo già espresso da una piccola americana che ad una delle tante manifestazioni di protesta scriveva “she is my best friend, she is very nice” riferendosi alla sua compagna di origine araba.

Oggi più che mai, bisognerebbe essere solidali e disposti all’accoglienza ed all’integrazione , dato che, come ricorda il sopravvissuto romano ad Auschwitz Piero Terracina “il clima di antisemitismo che si respira in questo periodo è paragonabile a quello degli anni 30”. Le istituzioni, a partire dalla scuola, hanno l’onore e l’onere di spiegare ai giovani la differenza sostanziale che intercorre tra immigrazione, terrorismo e proselitismo ed il compito di far presente come gli adepti adolescenti ingaggiati dall’ISIS provengano dalle periferie europee e non da oltre frontiera.




Albano Laziale, cultura: ecco le falle della decantata politica della trasparenza

ALBANO LAZIALE (RM) – Il territorio dei Colli Albani, ed in particolare quello di Albano Laziale, risulta essere abitato sin dal paleolitico-medio (300.000 anni fa) ma è durante l’età del ferro che nasce Albalonga. Dopo la distruzione voluta dal re Tullio Ostilio, Albalonga diviene il punto nevralgico della Seconda Legione Partica dislocata dall’imperatore Settimio Severo nel secondo secolo dopo Cristo. Per garantire il rifornimento idrico dell’accampamento militare si pensa alla costruzione dei “Cisternoni”, in grado di assicurare 10.132 metri cubi di acqua. Tale opera di massima ingegneria situata in Via Aurelio Saffi, è tutt’oggi in funzione e permetterebbe di assaporare le grandi glorie di un passato che non passa se non fosse per una Res Publica moderna inefficace soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici e la manutenzione.

È interessante analizzare, attraverso il sito del Comune di Albano Laziale, come quella politica della trasparenza (che vorrebbe i cittadini sempre dettagliatamente informati) interessi solo settori economici e quasi mai di protezione del nostro patrimonio, basti infatti passeggiare per le ville di Albano Laziale che versano in condizioni poco dignitose e che sono ormai spesso ritrovo di vandali e drogati. Altro che luogo di cultura e trasmissione storica!

Le politiche di promozione culturale sono politiche di mera promozione economica. La gestione comunale riguardante il patrimonio sembra essere dettata dalla linea guida del guadagno: gestire il turismo, assicurare servizi nei pressi delle aeree di interesse. Tutto normale se non fosse che ci sono molti slogan ma non altrettanti fatti. I cisternoni, per esempio, sono aperti solo poche ore a settimana (anche se le informazioni sugli orari di apertura cambiano come i venti) e non vedono una ristrutturazione o, almeno, un’assicurazione nella stabilità dell’impianto dall’epoca repubblicana (quella romana). In più, la certa indignazione per mancata competenza viene giustificata dal Comune riferendosi all’ art.1, comma 557, della Legge 27.12.2006,n.296es.m.i. ex art.76,comma7delD.L.n.112/2008,convertito con la Legge n.133/2008 es.m.i. art.9,co.28,del D.L.n.78/2010,convertito in Legge n.122/2010es.m.i. che “ha impedito il reclutamento attraverso concorsi pubblici per sopperire alla contrazione di personale” limitando il naturale miglioramento nell’efficacia dei servizi.

L’assessorato al patrimonio è infatti affidato ad Alessio Colini, che fortunatamente non rientra nella lista degli indagati dal Tribunale di Velletri per abuso di ufficio e concorso in corruzione elettorale nel 2016 al contrario del sindaco Nicola Marini e altri. Nulla togliendo alle sue abilità di assicuratore e di libero professionista, nonché alla sua esperienza politica nelle fila della Lista Civica Impegno Cittadino, DS e PD, i cittadini si aspetterebbero alla direzione di tale assessorato un professionista nella questione della storicità del territorio e non delle sue economicità.

Forse la politica, apparentemente innovativa, del Customer Satisfaction Management che ricerca, soprattutto nelle Università, giovani stakeholders, si arresta davanti ad un’esperienza politica contestabile ed al sistema di amicizie e fiducie cittadine che conducono alla stanza dei bottoni non statisti ed incontestabili professionisti ma come spesso accade in Italia politici o, peggio, politicanti.

Non resta, quindi, che sperare nella Meritocrazia e nella sua resurrezione nel 2019, quando scadrà il secondo mandato del sindaco Marini.




Anguillara, lavori a metà: le promesse spengono la prima candelina

ANGUILLARA (RM) – È trascorso un anno da quando, il 16 settembre del 2016, in un’assemblea del Comitato di Quartiere 9, vennero promessi alla cittadinanza una serie di interventi per il miglioramento del quartiere periferico di Anguillara Ponton dell’Elce. Tra questi, in particolare, si era parlato, a cura dell’assessore Andrea Piccioni, dell’acquisizione dell’immobile in via delle Palme al patrimonio comunale, ma questa ultima procedura sembra ancora alquanto difficoltosa. Una acquisizione che, un anno fa, sembrava sul punto di essere risolta, ma della quale non si sente più parlare. Il manufatto è, oggi come allora, nel più totale stato di abbandono, pericolosamente dimostrato questa estate da un incendio che ha interessato il terreno adiacente, e che ha provocato allarmi nei residenti delle case vicine, con ripetuti interventi dei Vigili del Fuoco.

Altro intervento promesso, durante l’assemblea del settembre 2016, fu l’acquisizione delle aree verdi e delle strade, annosa questione rimasta irrisolta dai tempi della convenzione tra il Comune e i cittadini dopo lo scioglimento del consorzio (ben 27 anni fa). Dopo 365 giorni nulla è dato sapere se, in questo processo, è stato realizzato qualche passo avanti, se è stato protocollato qualche documento che possa generare nei residenti del quartiere la speranza che la zona dove abitano diventi, in un futuro non troppo remoto, un quartiere “normale”.

L’intervento che, in sede di assemblea, sembrava però di più facile soluzione era il ripristino del manto stradale in via dei Faggi in seguito ai lavori di sistemazione dell’acquedotto. Lavori per cui, a quanto apprendiamo, era stata precedentemente stanziata una cifra di circa 160mila euro.

Sempre il 16 settembre di un anno fa i cittadini in assemblea chiedevano la chiusura di una buca davanti al centro commerciale e la riasfaltatura del tratto di strada tagliato. Era già qualche tempo che il lavoro sull’acquedotto, in gran parte, era stato eseguito, e non si comprendeva come mai il tratto di strada non fosse ripristinato come era prima. La risposta del consigliere alle manutenzioni, Massimo Pierdomenico, fu che prima di chiudere il tutto si attendeva la chiusura di un contenzioso con il gestore del centro per la posizione dei contatori.

Dopo alcuni articoli, di cui nel dicembre scorso: 

Anguillara, lavori non conclusi a Ponton dell’Elce: quelle domande rimaste senza risposte

e del 1 febbraio 2017 quando una vettura finì dentro la buca lasciata con una transenna, la buca lasciata vuota è stata riempita di terra, ma l’asfalto non è più stato ripristinato.

Anguillara, Ponton dell’Elce: macchina in buca nonostante le rassicurazioni

Oggi, a un anno da quell’assemblea, alcuni cittadini del quartiere di Ponton dell’Elce ad Anguillara hanno simbolicamente messo una candelina per ricordare le promesse fatte, che hanno compiuto un anno. “La speranza – ci dice uno dei presenti – è che non si debbano attendere altri compleanni prima che lavori che avrebbero dovuto essere effettuati nell’immediatezza degli interventi, vengano finalmente realizzati”.

di Silvio Rossi

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Milano: arrestato figlio boss Pompeo

MILANO – Fa parte di una delle famiglie storiche della malavita milanese, legata alla potente cosca Arena della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto: Luigi Pompeo, 42 anni, figlio del boss Rocco Agostino Pompeo, è stato arrestato dalla Polizia a Bruzzano, zona a nord di Milano da sempre centro del traffico di droga della città.
Gli agenti del commissariato Comasina lo hanno fermato venerdì pomeriggio assieme a tre albanesi in flagranza di reato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e alla diffusione di banconote false. La banda occupava un appartamento di proprietà di un anziano defunto, senza eredi, che era diventata la loro base abusiva: all’interno sono stati trovati 51,1 kg di marijuana, 242 banconote false da 50 euro e 88 banconote false da 100 euro, oltre a una pistola browning calibro 7.65 con relative munizioni.




Roma, aggredite da pitbull in casa: 3 ferite

ROMA – Tre donne sono state aggredite da due pitbull nel loro appartamento a Roma. E’ accaduto nella tarda serata di ieri in via Portuense. Sul posto vigili del fuoco e carabinieri del nucleo radiomobile. I pompieri hanno soccorso le tre donne, che si erano chiuse in una stanza, facendole calare da una finestra con il cestello dell’autoscala. Soccorse dal 118 sono state trasportate in ospedale e refertate con 30 giorni di prognosi. Si tratta di una 48enne, proprietaria dei cani, e due anziane di 76 e 81 anni. Al termine dell’intervento i veterinari giunti sul posto hanno sedato i cani.




Palermo: dopo vent’anni ritorna il Dalai Lama

PALERMO – Ci sono voluti oltre vent’anni ma il Dalai Lama è ritornano finalmente nella città che nel 1996 gli conferì la cittadinanza onoraria. L’attesa è finita: pochi minuti fa il Dalai Lama è atterrato con il suo enturage all’aeroporto militare di Boccadifalco, arrivando in elicottero da Messina.

Ad accoglierlo il sindaco Leoluca Orlando che ha ricevuto la Kathak, la sciarpa bianca simbolo di felicità. “Dopo ventuno anni Sua Santità è ritornato nella città che nel 1996 gli conferì la cittadinanza onoraria – afferma il sindaco Leoluca Orlando – nel frattempo Palermo è cambiata e da città di mafia è diventata simbolo di integrazione e accoglienza”.

Ad accogliere il Dalai Lama, il viceprefetto Umberto Massocco, Nadia Speciale della Barbera&Partners, che ha curato il ritorno del Dalai Lama a Palermo. Il Dalai Lama, dopo aver salutato le autorità, ha voluto ringraziare i piloti dell’elicottero su cui ha viaggiato; ha poi raggiunto l’hotel dove alloggerà, dove è stato nuovamente accolto dal sindaco.

Domani, lunedì, alle 9,30, Tenzin Gyatso, leader spirituale del Tibet Premio Nobel per La Pace, terrà la sua conferenza sull’”Educazione alla Gioia” al Teatro Massimo, mentre dal vicino cinema Rouge Et Noir si potrà seguire in collegamento streaming l’incontro.

Al Teatro Massimo – al centro di un complesso sistema per garantire la sicurezza di Sua Santità – potrà accedere soltanto chi è provvisto del biglietto o dell’apposito pass, dopo aver passato i controlli di sicurezza. Tantissimi i giornalisti e le troupe televisive accreditate per seguire l’evento. E si è avviata anche l’imponente macchina di sicurezza per proteggere il Dalai Lama.

Il Dalai Lama arriva a Palermo dopo aver già toccato Messina e Taormina: il titolo della Conferenza nasce dal suo “Il Libro della Gioia. Dialogo tra due Nobel per la Pace”, dialogo con l’arcivescovo africano Desmond Tutu, raccolto da Douglas Abrams. Nel volume si approfondisce il tema della gioia come attitudine, atteggiamento mentale che porta come conseguenza la mutazione del sentire degli esseri umani, dunque ad un cambiamento delle loro decisioni e azioni.

Domani il sindaco inviterà Tenzin Gyatso a firmare il libro d’onore di Palermo e gli consegnerà una medaglia della città; gli verranno inoltre conferite le cittadinanze onorarie dei comuni di Ventimiglia di Sicilia e Isola delle Femmine.

Poi la conferenza: il Dalai Lama risponderà alle domande che saranno poste da Andrea Scrosati, vice presidente di Sky Italia; e dal Prorettore, Fabio Mazzola. Al termine della conferenza – quindi intorno alle 11,15 – il Dalai Lama lascerà la città alla volta della Toscana. Non prima di aver ricevuto alcuni doni-simbolo: un Ficus religiosa,  l’albero sacro per eccellenza per i buddisti, gianisti e induisti.

L’albero, che non cresce nei nostri climi, è stato coltivato all’Università di Palermo: in occasione della vita di Sua Santità, l’albero sarà interrato all’Orto Botanico di Palermo, divenendo così un forte segno per l’accoglienza e la convivenza di popoli differenti. Sempre al termine dell’incontro, in Sala degli Stemmi, al Dalai Lama verranno presentati l’olio della pace (dai Premiati Oleifici Barbera) che altro non è se non un olio purissimo tratto da 381 cultivar diverse; il pane della pace, impastato dai giovani migranti accolti alla Missione Speranza e Carità; un rosario in ametista di Angela Pintaldi (artista e creatrice di gioielli) e l’acqua benedetta del santuario di Santa Rosalia. Modera la giornalista Paola Nicita. All’esterno del teatro, un gruppo di writers disegnerà sui cosiddetti new jersey, le barriere antisfondamento posizionate dopo i recenti attentati europei.

Il calendario, ed ogni altra informazione sulla visita del Dalai Lama, sono pubblicati on line sul sito del Comune di Palermo.

La visita a Palermo è organizzata dal Comune di Palermo con la collaborazione di Nadia Speciale per Barbera & Partners.




Berlusconi: aspetto ok Ue per ripresentarmi

FIUGGI – “Mi aspetto che l’Europa mi restituisca l’onore in modo da potermi ripresentare davanti ai cittadini da uomo integro”. Lo afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, intervenendo alla kermesse organizzata da Antonio Tajani “L’Italia e l’Europa che vogliamo”. “Non so se la Corte di Strasburgo arriverà in tempo con una sentenza. Ma Corte o non Corte – conclude – vi assicuro che farò la campagna elettorale”.

Silvio Berlusconi è arrivato a Fiuggi con la compagna Francesca Pascale. Nella hall dell’Hotel Palazzo della Fonte dove si svolge la convention di Fi sull’Europa organizzata da Antonio Tajani, il Cav è stato assediato dai militanti azzurri, armati di cellulare per foto ricordo e selfie, che lo hanno applaudito a lungo. Ad accompagnare l’ex premier anche Lucia Ronzulli, ex eurodeputata forzista. Per l’ex premier si tratta della prima uscita ufficiale dopo le vacanze trascorse tra Arcore e la beauty farm di Merano.

“Nonostante l’estate monacale  – ha detto ancora il Cav – che ho voluto passare sono ancora birichino e ho posto questa domanda alle signore in un sondaggio per formare il partito della Brambilla: tra cagnolino e coniuge nel letto chi scegliereste? Dietro anonimato il 72 per cento ha scelto il cagnolino”

Pascale sfoggiava un tailleur gessato grigio scuro griffato Dolce e Gabbana. Anche per lei si tratta della prima uscita pubblica a fianco del leader azzurro dopo le vacanze. Appena arrivato, Berlusconi è salito in una suite ‘blindata’ per l’occasione.

Non è escluso che il presidente di Fi possa avere un incontro con Antonio Lopez-Isturiz, segretario generale del Ppe, presente il ‘padrone di casa’ e presidente del parlamento Ue, Tajani. Il presidente di Fi potrebbe portare in tarda serata un breve saluto alla cena di solidarietà per i comuni terremotati organizzata per l’occasione. Domani in tarda mattinata Berlusconi concluderà la kermesse azzurra nella cittadina termale.

 




Genova, bambina cade da finestra: forse suicidio

Genova – Una bambina di 12 anni è morta questa mattina dopo essere caduta dalla finestra di casa sua al quarto piano in un piccolo comune nell’entroterra di Genova. La ragazzina era sola in casa quando è successo ed è morta sul colpo. Sulla vicenda indagano i carabinieri. L’ipotesi più accreditata è quella di un suicidio: secondo gli inquirenti soffriva per la separazione dei genitori.  I carabinieri che indagano sulla vicenda hanno anche trovato un foglietto accanto al suo cellulare dove era segnato il pin per accenderlo. Secondo gli inquirenti la piccola soffriva per la separazione dei genitori, e al momento dell’accaduto in casa non c’era nessuno. La mamma, infermiera, era uscita e il fratello più grande era al lavoro.




Tragedia nel Casertano: uccide il padre per difendere la mamma

ALIFE – Ha accoltellato mortalmente il padre per difendere la madre da un pestaggio, e in un primo momento era riuscito anche ad evitare l’arresto perchè la madre si era autoaccusata del delitto, poi però ha vuotato il sacco. É accaduto ad Alife nell’alto Casertano. In manette è finito il 28enne Daniele Leggiero accusato di omicidio volontario. Il padre, Giuseppe, 50 anni, imprenditore caseario, è morto in ospedale dopo essere stato portato dalla moglie e dal figlio, che in un primo momento avevano parlato di un incidente.




Ascoli, donna uccisa. Confessione shock del nipote: “Me lo ha detto Santa Rita”

ASCOLI – Durante la notte i carabinieri hanno arrestato il nipote di Irma Giorgi, la settantenne trovata morta ieri con una ferita di arma da taglio alla gola a Vallefiorana, nella casa dove abitavano con i genitori di lui sulle colline nei pressi di Ascoli Piceno. L’uomo, 40 anni, con problemi psichici, ha confessato l’omicidio, dopo un momento di smarrimento: l’avrebbe uccisa in un momento di scarsa lucidità con un coltello da cucina. Ora si trova nel carcere di Marino del Tronto. “Santa Rita mi ha detto di ucciderla”, ha detto Virgilio Cataldi ai carabinieri. Il giovane è stato per molte ore in silenzio davanti ai militari dell’Arma e allo psicologo che è stato convocato. Durante la notte alla fine si è sbloccato ed ha confessato di aver ucciso la zia con una coltellata alla gola.

A dare l’allarme è stata la coppia di parenti della vittima, ma i soccorsi erano ormai inutili. Il quarantenne è stato tratto in arresto in esecuzione di un fermo di indiziato di omicidio emesso dal sostituto procuratore di Ascoli Piceno Mara Flaiani.




Mafie, da Regione Lazio 640mila euro per ristrutturazione 11 beni confiscati

ROMA – La Regione Lazio ha assegnato 640mila euro per finanziare la ristrutturazione di 11 beni confiscati alla criminalità organizzata, con l’obiettivo di favorirne il riutilizzo e la fruizione sociale. Sono stati ammessi al contributo dieci enti locali (i comuni di Amaseno, Cisterna di Latina, Formello, Marino, Monterotondo, Pomezia, Pontinia, Sermoneta, Terracina e l’VIII Municipio di Roma Capitale) e una onlus (la Cooperativa sociale Fattorie solidali di Viterbo), tutti assegnatari di beni confiscati.

L’importo del finanziamento, che ha un tetto massimo di 70mila euro, sarà utilizzato per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche.

Per Rita Visini, assessore regionale alle Politiche sociali, sicurezza e sport, “restituire ai cittadini i beni appartenuti alla criminalità organizzata è un risarcimento doveroso per chi ha dovuto subire la presenza oppressiva delle mafie nella propria comunità. Grazie alle ristrutturazioni finanziate dalla Regione Lazio, questi spazi torneranno ad essere vivi e aperti a tutti per creare nuovo valore sociale”.

“Nel Lazio gli immobili confiscati alle mafie sono 1891” – commenta Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza e la legalità – “ed anche per questo la Regione ha raccolto la sfida di rilanciare il riutilizzo sociale dei beni confiscati, un valore culturale, etico ed educativo nella lotta alle mafie che abbiamo il dovere di riaffermare con forza”.