Rieti: bus Cotral prende fuoco sulla Salaria

RIETI – Traffico in tilt a causa di un bus della Cotral andato a fuoco poco dopo le 7.30, all’altezza del bivio di Poggio San Lorenzo, intorno al chilometro 59. Sul posto i vigili del fuoco per i soccorsi. Per fortuna, a parte il panico, i passeggeri sono riusciti prontamente a scendere a terra senza che nessuno rimanesse ferito. Il merito alla tempestività d’intervento dell’autista. Il bus era sulla tratta Fonte Nuova-Rieti, partito alle 6.10, con studenti a bordo. Il mezzo era del 2004. A fuoco anche la vegetazione circostante. Verrà probabilmente aperta un’indagine interna sulle cause. Sulla Salaria si è formata una lunga coda di auto che ha rallentato pesantemente la circolazione.




Genzano, raccolta differenziata: raggiunto il 71,19%

GENZANO DI ROMA (RM) – Ad agosto 2017 la percentuale di rifiuti differenziati si è attestata al 72,86%, in aumento rispetto al dato registrato a luglio 70,28% e rispetto ad agosto dello scorso anno, quando la percentuale era pari al 71,19%. È quanto emerge dal report periodico elaborato sulla base dei dati inviati da Ambiente spa. Il dato positivo conferma l’impegno dell’Amministrazione nella gestione e nella promozione del servizio di raccolta differenziata ‘Porta a porta’.
“La percentuale di rifiuti differenziati raggiunta dimostra che la cittadinanza risponde in maniera positiva – ha commentato il sindaco Daniele Lorenzon –. Tutto questo si traduce in una città più pulita e decorosa”.
Alla sensibilizzazione della cittadinanza per il rispetto dell’ambiente si accompagna una presenza costante della Polizia locale, che opera una puntuale azione di controllo nei confronti di chi non rispetta le regole e si adopera insieme ai dipendenti comunali e alla ditta preposta per mantenere un’adeguata situazione igienico-sanitaria sul territorio.
Ricordiamo ai cittadini che il Comune di Genzano di Roma è attivo su ‘Decoro Urbano – WE DU!’, il social network che favorisce il dialogo tra i cittadini e le Pubbliche amministrazioni. Invitiamo chiunque sia desideroso di contribuire personalmente alla cura della nostra città di iscriversi al portale e inserire le proprie segnalazioni: un modo per agevolare la macchina amministrativa nel monitoraggio costante del territorio, ottimizzando la gestione degli interventi.



Funerali: scoppia la moda delle bomboniere

“La morte ti fa bella” è il caso di citare il famoso film con l’attrice Maryl Streep, il mercato delle onoranze funebre non conosce limiti questo grazie anche alla globalizzazione che ha importato usanze oltre oceano, ad esempio truccare il defunto, questo ha fatto nascere nuove professioni come il truccatore specializzato oppure specializzato nella vestizione, oppure il fotografo specializzato in funerali che immortala tutti i passaggi della funzione, quest’usanza fu importata dagli emigranti di ritorno dagli Stati Uniti già negli anni cinquanta ma, che sta diventando di nuovo “moda”.

Ma la vera novità che si sono inventate per fare fronte alla crisi i maestri artigiani sono le bomboniere per il funerale da regalare per ringraziare di aver partecipato alla funzione e per avere un ricordo oltre la famosa pagellina del defunto.

A quanto pare la famosa poesia di Totò “A Livella” non sarà applicabile completamente finché non sarà finita la funzione e il defunto non potrà godere di sentirsi uguale agli altri come diceva il famoso comico e dovrà fare ancora un ultimo sforzo post mortem perché deve fare ancora le ultime spese con la vita terrena ma, per fortuna a questo ci hanno pensato le agenzie di assicurazioni che offrono pacchetti ad un ottimo costo per far fronte all’ultima spesa e di fare con “Onoranza” l’ultima comparsata prima di passare a “miglior vita”.

Giusy Ercole




Germania, sventato attentato: arrestato siriano

GERMANIA – Un giovane siriano di 19 anni è stato arrestato a Schwerin, in Germania, con l’accusa di aver pianificato un attentato di matrice islamica. Il piano di Yamen A., stando agli inquirenti, era molto concreto, anche se non è noto l’obiettivo del suo attacco, che sarebbe stato eseguito con materiale altamente esplosivo, in Germania.

La Bild scrive che si era procurato il materiale chimico per costruire una bomba con l’intenzione di “uccidere possibilmente una gran quantità di persone”, come affermano gli inquirenti della Procura, che hanno ordinato l’arresto.

Secondo le prime informazioni, il siriano avrebbe voluto agire personalmente. Non vi sono indicazioni di appartenenza ad alcuna associazione religiosa. È caccia, adesso, ad alcuni giovani del suo giro




Dolcetto o scherzetto? Per Halloween arriva una carrellata di castagne tra Ascrea e Marcetelli

Castagne sulle rive del lago del Turano, è festa ad Ascrea (RI) il 1 novembre         

La stagione autunnale fa da sempre rima con le castagne. Ma ad Ascrea questo frutto rappresenta molto di più: per le sue proprietà che lo rendono una valida alternativa al riso e al frumento, “il cereale che cresce sull’albero” ha rappresentato per tanti secoli una delle principali fonti di sostentamento per intere generazioni di contadini. Ecco perché, nel borgo che domina da 700 metri di altezza il lago del Turano, la Festa della Castagna rappresenta uno dei momenti più attesi dell’anno: l’appuntamento è fissato per mercoledì 1 novembre nella splendida cornice di piazza Mareri, da cui si gode di una vista mozzafiato sul bacino artificiale e sulla vallata sottostante.

 

La castagna rossa del Cicolano protagonista della festa a Marcetelli (RI) – 1 novembre 

Anche quest’anno la castagna rossa del Cicolano è pronta a dare il benvenuto agli amanti delle antiche tradizioni e dei sapori di una volta. Da ben 41 anni, d’altronde, Marcetelli celebra una delle varietà di maggior pregio del frutto autunnale, una delizia alla quale in passato è stata strettamente legata l’economia dell’area montana in provincia di Rieti. L’appuntamento torna puntuale mercoledì 1 novembre nel caratteristico borgo arroccato su uno sperone roccioso: dalle 9 del mattino fino a tarda sera, un’intera giornata di festa nella quale i visitatori potranno gustare le castagne locali in tantissime varianti, dal classico cartoccio di caldarroste ai bocconcini, fino al gelato e all’amaro!

 

 

Paganico Sabino (RI) riscopre il suo passato contadino con la “Castagnata” – 5 novembre

In un semplice cartoccio di caldarroste non sono racchiusi solo i colori e i profumi dell’autunno. Un tempo, nella Valle del Turano, la fine della raccolta delle castagne rappresentava uno dei momenti più importanti dell’anno, di quelli che vanno celebrati a dovere: una buona scorta garantiva infatti il sostentamento di intere famiglie in vista dell’imminente inverno. Ecco perché, ormai da 18 anni, Paganico Sabino ha deciso di riscoprire il suo passato contadinoattraverso la “Castagnata”; domenica 5 novembre nel borgo in provincia di Rieti si tornerà a festeggiare un prodotto legato a doppio filo all’economia agricola del luogo: arrostita, bollita in acqua o latte, seccata e macinata come il chicco di grano e impiegata in polente e puree, la “ghianda di Giove” ha avuto la stessa valenza del pane per intere generazioni di lavoratori della terra.

 

Palombara Sabina (RM), “Il Giorno di Bacco” torna nella cornice del Castello – 12 nov

Il Dio del vino e dei misteri è pronto ad accogliervi nelle magiche atmosfere del Castello Savelli. Da ben 15 anni Palombara Sabina celebra con “Il Giorno di Bacco” le perle della produzione vinicola e gastronomica locale in una location d’eccezione: l’antica fortezza risalente all’XIII Secolo, che per una giornata si trasforma in una cantina dal fascino unico. L’appuntamento torna puntuale domenica 12 novembre e propone un percorso di bicchiere in bicchiere fra gli ampi saloni, gli affreschi e le antiche statue greche del Castello; e ad affiancare i migliori vini del Centro Italia e non solo ci sarà anche un ricchissimo menù basato sulle migliori ricette del territorio.

 

“Pane, Olio e…”, Montelibretti (RM) celebra l’oro verde della Sabina – 12 novembre     

A Montelibretti torna a battere forte il cuore dell’olio. Da ben 13 anni, il grazioso centro agricolo che sorge tra la valle del Tevere e quella del Fosso Carolano apre le porte per celebrare il prodotto di punta del territorio: l’oro verde che per gli abitanti della Sabina è più prezioso del famoso metallo. L’appuntamento con “Pane, Olio e…” è fissato per domenica 12 novembre e proporrà degustazioni, visite guidate ai frantoi e una ricca fiera mercato dei prodotti tipici e artigianali; tra mostre fotografiche e di pittura, la Fiera dell’olio e il ristorante allestito dalla Pro Loco (aperto sabato a cena e domenica a pranzo), ci sarà spazio anche per una sorta di evento nell’evento, la Sagra del frittello col broccolo, una delizia locale esaltata dall’olio extravergine di oliva.

 

Con la Sagra della Bruschetta Monteleone Sabino (RI) esalta il suo prelibato olio – 19 nov      

A Monteleone Sabino non hanno dubbi: quello che da tempo immemorabile si produce nell’antica Trebula Mutuesca in provincia di Rieti è l’olio extravergine di oliva più buono che ci sia! Si tratta di un prodotto fra i più rinomati d’Italia, che ancora oggi si ottiene con la lavorazione “a freddo” e con la cura maniacale di un tempo. Quale occasione migliore della Sagra della Bruschetta per gustarlo e per conoscerne i segreti, dalla raccolta delle olive fino all’imbottigliamento? L’appuntamento – giunto alla 22esima edizione – torna puntuale domenica 19 novembre nel caratteristico borgo fatto di case arroccate, vie ciottolose e piazzette ben curate.

 

Serra de’ Conti (AN) in festa per la cicerchia, la regina dei legumi poveri – 24/26 nov

Dal 24 al 26 novembre la regina dei legumi poveri tornerà ad accogliere una nutrita schiera di fedeli sudditi. La Festa della Cicerchia è l’evento attraverso il quale Serra de’ Conti, uno dei borghi più affascinanti e meglio conservati di tutte le Marche, riscopre da più di 20 anni storie e sapori di un tempo, riportando alla memoria i valori del mondo contadino.

Divenuta oggi elemento di identità delle terre del Verdicchio, fino a pochi anni fa la cicerchia era considerata un legume in via di estinzione: è stato il lungo e accurato lavoro di un gruppo di agricoltori del posto a permettere la salvaguardia e la valorizzazione di un prodotto originario del Medio Oriente, già apprezzato dai Greci, che fu conosciuto e ampiamente utilizzato dagli Antichi Romani. Nelle Marche, la cicerchia si semina tradizionalmente nel “giorno cento” dell’anno, ovvero all’inizio di aprile: un tempo, averla in dispensa costituiva una garanzia per l’imminente inverno perché ha un buon rapporto proteico – superiore del 30% a quelle dei ceci, del pisello e della lenticchia – ha pochi grassi e molti amidi.




Vetralla, “Si ….V’Olio”: oltre ogni più lusinghiera aspettativa

VETRALLA (VT) – “Una manifestazione andata oltre ogni più lusinghiera aspettativa”. E’ stato questo il commento del Sindaco di Vetralla, Francesco Coppari, in chiusura di “Si ….V’Olio”, dopo tre giorni di degustazioni, dimostrazioni, incontri e dibattiti sull’Olio Extravergine di Oliva DOP della Tuscia, il prodotto di eccellenza dell’economia vetrallese. “Quest’anno tra l’altro, ha continuato il primo cittadino, abbiamo voluto per la prima volta dar vita ad una iniziativa promo commerciale (Visituscia-Si…V’Olio), affidandoci all’esperienza del CAT, Centro Assistenza Tecnica Sviluppo Imprese di Viterbo, che ha rappresentato un valore aggiunto agli sforzi dell’Amministrazione Comunale che ha organizzato l’evento in collaborazione con la Camera di Commercio di Viterbo, il Consiglio Regionale del Lazio e alla fattiva collaborazione della Pro Loco. Una esperienza che sicuramente ripeteremo per affrontare e cercare di risolvere le problematiche connesse alla coltivazione dell’ulivo sul nostro territorio e alla produzione e vendita del suo prodotto sui mercati nazionali ed esteri.

 

Alla cerimonia d’inaugurazione, nella Sala Consiliare del Comune, oltre al Presidente della Provincia di Viterbo, Pietro Nocchi, era presente anche il Consigliere Regionale Enrico Panunzi, Presidente della Sesta Commissione (Ambiente, Lavori Pubblici, Mobilità, Politiche della Casa e Urbanistica) il quale non ha mancato di ricordare, anche in veste di Vice Presidente della Commissione Agricoltura, l’importanza della coltivazione dell’Ulivo nel territorio della Tuscia.

 

“Con questa edizione, ha detto Carlo Postiglioni, Assessore all’Agricoltura del Comune, l’Amministrazione e la cittadinanza hanno preso coscienza del valore dell’Olio Extravergine di Oliva nella cultura di Vetralla.  L’economia locale non può prescindere da questo prodotto che deve essere presente in ogni nostro agire. La presenza dei coltivatori ospitati negli stand appositamente allestiti e delle Cooperative, i banchi di assaggio, le dimostrazioni di potatura in piazza, i dibattiti incentrati sulla coltivazione e sulla salvaguardia del prodotto e, soprattutto, il workshop, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti della domanda e dell’offerta provenienti anche dall’estero, hanno dimostrato quanto sia importante la coltura dell’ulivo nel nostro territorio”. All’incontro era infatti presente, tra gli altri, anche il Segretario dell’Ufficio di promozione economica e commerciale dell’Ambasciata di Romania in Italia, dott.ssa Norina Boru.

 

Alla soddisfazione dell’Assessore Postiglione, si è aggiunta quella dell’Assessore al Turismo, Enrico Pasquinelli, secondo cui la cittadina laziale deve impadronirsi a pieno titolo dell’etichetta di “Città dell’Olio”. “Purtroppo, ha detto, il grande pubblico non ci conosce. Abituati a percorrere la via Cassia, difficilmente gli automobilisti attraversano il nostro bel centro storico. Così come non si soffermano a visitare i nostri frantoi. Anche per questo, quest’anno abbiamo voluto concentrare la manifestazione in 200 metri in modo da realizzare un minipercorso di facile accesso a tutti i turisti e appassionati che sono venuti a trovarci, per far rivivere loro e al nostro centro storico i fasti del passato. Abbiamo riaperto alcune botteghe artigiane e abbiamo allestito alcuni desk per l’assaggio dell’olio extravergine d’oliva e altri prodotti tipici del nostro territorio. Ma occorre fare di più: a breve, in una delle rotonde che recentemente abbiamo realizzato sulla via Cassia, pianteremo un grande ulivo con una scritta che possa comunicare anche agli automobilisti più distratti che Vetralla è davvero la “Città dell’Olio”.

 

Grande successo ha riscosso l’Incontro-Dibattito avente come tema “L’Olio Extravergine d’Oliva: Re del benessere e della Tavola” al quale ha preso parte, tra gli altri, la Prof.ssa Diana De Santis, docente di Industria Agraria e Analisi Sensoriale presso l’Università della Tuscia nonché responsabile del DIBAF (Dipartimento per l’Innovazione nei Sistemi Biologici Agroalimentari e Forestali) secondo cui con l’Olio Extravergine di Oliva, siamo in presenza di un alimento non trattabile e perfezionabile. “Il prodotto, ha detto, è quello che ci viene dalla natura e la sua qualità gioca un ruolo primario nella sua commercializzazione. Per questo non possiamo competere con i mercati emergenti che pongono sul mercato prodotti di scarsa qualità e a basso costo. Se c’è un appunto da fare al settore riguarda la valorizzazione del prodotto e la mancanza di figure altamente professionali. Anche per questo, da qualche anno, abbiamo avviato come Dipartimento Corsi Sensoriali per la formazione di competenze specializzate”. Non meno pregnante l’intervento del Prof. Stefano Grego, dell’Università Agraria della Tuscia che ha incentrato il suo intervento sulle relazioni che intercorrono tra “Ambiente e Territorio”. “L’Olivo, ha detto l’ex Docente, è da sempre la pianta guida della regione mediterranea. Ed è tanto vera questa affermazione che per lungo tempo, per botanici e geografi, quello che oggi chiamiamo “clima mediterraneo” era conosciuto come “clima degli ulivi”. Nel corso del suo interessante intervento il Prof. Grego ha ricordato anche come il paesaggio “rappresenti un elemento chiave del benessere individuale e sociale dell’uomo” e che secondo l’Unesco “difenderlo, insieme all’ambiente, rappresenti un gesto etico di rilevante importanza”.

 




S. Nilo Grottaferrata basket (C Gold), Balboni: «Giocare con questa maglia ha un sapore speciale»

Grottaferrata (Rm) – Prosegue il percorso (quasi) netto del San Nilo Grottaferrata basket nel nuovo campionato di serie C Gold. La squadra dei coach Stefano Busti e Matteo Apa ha superato con un netto 81-63 esterno la Lazio Riano al termine di una gara non proprio scontata come sembra suggerire il risultato. «Loro ci tenevano a schiodare lo zero in classifica e sono entrati in campo molto aggressivi – racconta la guardia classe 1998 Lorenzo Balboni – Nella parte iniziale abbiamo avuto qualche difficoltà anche a causa dell’assenza dell’ultimo minuto di Ortenzi e dell’indisponibilità di Amendola. La gara è stata equilibrata fino al terzo quarto quando un paio di triple ci hanno mandato in fuga e da lì in avanti il divario è aumentato. Per noi, comunque, un altro successo importante». Il San Nilo Grottaferrata basket è ora alle spalle delle big (a punteggio pieno) del girone, vale a dire Stella Azzurra Viterbo, Petriana e quella Virtus Fondi che sarà il prossimo avversario sabato al palazzetto di Grottaferrata. «Avremmo dovuto giocare domani sul campo del Frassati, ma la sfida è stata posticipata di una settimana e dunque possiamo iniziare a pensare al match di sabato – dice Balboni – Ci troveremo contro una squadra fortissima, costruita per vincere e con una grossa tradizione alle spalle, ma noi giochiamo in casa e vogliamo provare a metterli in difficoltà. Obiettivi? Finora non ce ne siamo voluti prefissare, la squadra è concentrata semplicemente sulla partita da giocare ed è consapevole di poter dare fastidio ad ogni avversario». L’atleta classe 1998 è un prodotto purissimo del lavoro che il club criptense sta facendo da anni sul suo settore giovane. «Ho cominciato quando avevo dieci anni qui al San Nilo Grottaferrata basket e ho lavorato tanto per cercare di arrivare a giocare coi più grandi – ricorda Balboni – Da quattro anni sono nel giro della prima squadra: nei primi due ho cercato di capire se potessi essere all’altezza e quest’estate, dopo la vittoria del campionato di C Silver, mi ha fatto molto piacere vedere la fiducia della società e dello staff tecnico nei miei confronti. Inoltre sono di Grottaferrata e giocare con questa maglia ha un sapore speciale».




Volley Club Frascati, la convinzione del dt Mineo: «Saremo protagonisti in tutti i campionati»

Frascati (Rm) – La “rivoluzione tecnica” del Volley Club Frascati prosegue. La società del presidente Massimiliano Musetti sta sviluppando un intenso lavoro sul suo settore giovanile e per farlo, qualche mese fa, ha affidato la direzione tecnica a Patrick Mineo. Che oggi si mostra soddisfatto dell’inizio di stagione delle varie selezioni tuscolane. «Innanzitutto è doveroso ricordare il nostro obiettivo primario che è quello della crescita dei nostri giovani atleti sia nel settore femminile che in quello maschile, anche se un discorso a parte va fatto per la serie C femminile che quest’anno ha pure l’obiettivo di provare a tornare nelle categorie nazionali. Proprio le ragazze della prima squadra hanno iniziato con due vittorie (l’ultima domenica sera, ndr) e una sconfitta interna: ora sono attese da un mese di novembre in cui devono cercare di sfruttare un calendario meno complesso e poi verificare a dicembre, con alcune sfide importanti, che tipo di stagione si possa fare. Siamo contenti dell’inizio dell’Under 16 Elite che ha ottenuto due vittorie rotonde con Albalonga e Grottaferrata e che a breve comincerà anche il campionato di Prima divisione. L’Under 14 Eccellenza ha esordito con una sconfitta al tie-break e poi ha proseguito con una vittoria: pure questo gruppo è ormai prossimo a iniziare il campionato di Seconda divisione per un mese di novembre che s’annuncia intenso. Per concludere, nel settore femminile ha iniziato anche l’Under 13 Elite cedendo 2-1 a Marino e conquistando comunque un punto. Il settore maschile? Abbiamo formato due gruppi abbastanza interessanti di Under 16 e Under 13 e stiamo facendo un buon lavoro per farli crescere. L’idea di riformare una prima squadra a Frascati è assolutamente nei nostri progetti tecnici, ma vogliamo arrivarci avendo una struttura solida sotto». In ogni caso Mineo è convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. «E’ vero che al centro del nostro lavoro rimane la crescita del singolo atleta e che questo talvolta può andare un po’ a “penalizzare” il risultato del campo, ma sono sicuro che i nostri gruppi saranno comunque protagonisti nei rispettivi campionati e che alla lunga otterremo l’obiettivo prefissato».




Alitosi: rimedi e consigli per un problema comune

Sono molti coloro che si accorgono di soffrire di un alito particolarmente sgradevole: le cause che determinano questo disturbo sono svariate. Ecco perciò un’attenta panoramica sull’alitosi e sugli aspetti principali ad essa legati.

 

Che cos’è l’alitosi e quali sono i sintomi?

L’alitosi non è altro che un cattivo odore che viene emanato dalla bocca attraverso l’atto respiratorio. Si tratta di una condizione che può diventare problematica soprattutto da un punto di vista relazionale. Le cause che determinano questo odore forte e talvolta molto acre proveniente dalla bocca sono diverse: si va dall’ingestione frequente di alimenti dall’odore forte come cipolla e aglio, ad esempio, fino ad arrivare ad una cattiva igiene orale. Infatti la bocca può diventare ambiente particolarmente propizio per lo sviluppo di microorganismi che durante il ciclo vitale portano alla formazione di odori cattivi. Anche abitudini malsane che si portano avanti nel corso della propria vita possono incidere negativamente sull’alito. Motivo per cui i fumatori tendono a soffrire maggiormente di alitosi così come coloro che fanno un consumo eccessivo di bevande alcoliche.

 

I migliori rimedi da utilizzare contro l’alitosi

Bisogna tener presente che porre rimedio a questo problema è possibile. Innanzitutto si possono considerare i rimedi di case farmaceutiche come Giuliani, che offrono diversi prodotti per l’alitosi che vanno a risolvere il problema direttamente a livello gastrico.Proprio questo fa sì che tali prodotti siano particolarmente efficaci per quanto concerne l’alitosi, perché vanno ad agire alla radice del  problema. Ma è bene considerare anche dei rimedi naturali efficaci per avere un alito più pulito come l’utilizzo di olio essenziale dell’albero del tè o anche i chiodi di garofano. Così come si possono annoverare tra le migliori soluzioni naturali per l’alito cattivo anche erbe digestive, decotti a base di erbe, colluttori naturali a base di olii essenziali e il té verde oppure quello nero.

 

Prevenzione dell’alitosi: come fare

Prevenire è meglio che curare, dice un famoso adagio popolare. La cosa migliore  sempre evitare che compaia l’alitosi: per questo è bene adottare alcune buone abitudini. A partire dalla maggiore igiene orale necessaria per fare in modo che la bocca sia sempre pulita. Bisogna fare attenzione che la bocca sia ben pulita in ogni angolo, così da evitare che possano annidarsi batteri ed altri microrganismi molto pericolosi per la salute. Così come anche il bicarbonato di sodio è una sostanza che può essere usata per la pulizia della bocca. Questo può essere applicato direttamente sullo spazzolino o anche come collutorio in acqua, facendo attenzione comunque a non ingerirlo. Senza dimenticare che ci sono anche delle soluzioni attraverso la dieta che permettono di avere sempre un alito piacevole: ad esempio, bere molta acqua ed ingerire alimenti a base di vitamina D come il pesce può essere la soluzione giusta contro la formazione di batteri alla bocca.




Germania, coppia uccisa e bruciata: la pista porta ad Arezzo

GERMANIA – “Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare” diceva il famoso filosofo e teologo Sören Kierkegaard. Un concetto molto profondo che non lascia spazio ad equivoci e si riflette perfettamente nella terribile storia che stiamo per raccontare, dove la memoria di chi dovrebbe piangere con dignità il proprio congiunto sembra essere stata cancellata improvvisamente e il coraggio di chi sa e non parla, invece, sembra essersi tramutato in un misterioso silenzio lungo trentaquattro anni.

 

I fatti sono avvenuti il primo maggio del 1983 in Germania, precisamente nel tratto tra Erlangen e Norimberga dell’autostrada A3. Erano le 3.15 del mattino quando alcuni automobilisti che transitavano in direzione sud segnalarono la presenza di un focolaio nell’area del parcheggio in direzione Monaco, lungo le arterie principali che collegano il nord e il sud della Germania. Secondo le segnalazioni pervenute agli inquirenti, l’incendio era divampato da circa quindici minuti: l’area in questione era ben nota agli automobilisti, soprattutto per la presenza di un bagno pubblico. La Polizia Stradale giunge prontamente sul posto e fa una macabra scoperta: quei cumuli che stavano bruciando non appartenevano a  un’autovettura in fiamme parcheggiata e non vi era nemmeno un incendio boschivo in corso: si trattava di due corpi carbonizzati, di una coppia brutalmente assassinata.

 

Era stato compiuto un efferato omicidio. I corpi furono individuati a quattro metri di distanza uno dall’altro, entrambi poco distanti dalla strada. Entrambe le vittime furono colpite da oggetti contundenti, ma gli inquirenti non riuscirono ad individuare il tipo di oggetto utilizzato. Dall’esame autoptico è emersa la ferocia e la brutalità con la quale furono uccisi; la donna presentava un vistoso colpo sulla fronte e un altro sulla parte posteriore del cranio; la violenza fu tale che determinò la rottura della scapola. L’uomo invece è morto sul colpo. Chi li ha uccisi, dopo averli brutalmente colpiti, li ha cosparsi di benzina e ha dato fuoco ai loro corpi esanimi; la donna non è morta sul colpo ma ha tentato in tutti i modi di salvarsi; sono state rinvenute infatti, tracce che confermano che era ancora viva quando le hanno dato fuoco.

 

Nel corso di questi lunghi anni la Polizia ha lanciato numerosi appelli in Germania per cercare di dare un volto e un nome ai due corpi, sperando di far luce su questo misterioso caso ancora avvolto dal mistero e che ha scosso profondamente l’opinione pubblica; ad oggi però, nessuno si è fatto avanti. Qualcuno sa chi sono o riconosce gli oggetti rinvenuti sul luogo del delitto? Entrambi avevano un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, l’uomo era alto 1,65 e molto probabilmente portava i baffi o la barba, la donna invece era alta 1.58 e portava i capelli leggermente brizzolati. Dagli accertamenti autoptici eseguito sul cadavere della donna è emerso che aveva subito un intervento per la rimozione dell’appendicite e inoltre aveva partorito almeno una volta: come mai nessuno li ha cercati in tutti questi anni? Gli appelli in Germania non hanno dato esito positivo così, recentemente la polizia tedesca si è rivolta alla trasmissione “Chi l’ha visto?” e il giornalista Ercole Rocchetti ha ripercorso i punti salienti del caso, compresi gli elementi che ricondurrebbero alla pista italiana. Sul luogo del delitto sono stati rinvenuti diversi mozziconi di sigaretta di una nota marca che in quel periodo era venduta soltanto in Italia e Francia. I due soggetti indossavano indumenti che erano reperibili soltanto in Italia e non altrove e le ditte che producevano tali indumenti erano dislocate tra Firenze, Ascoli Piceno e Bassano del Grappa. Anche i gioielli che indossavano erano di marca prettamente italiana; la donna aveva un Rolex con cinturino prodotto da una ditta di Vicenza ma assemblato in Svizzera. Si apprende che purtroppo non è stato possibile ricostruire i passaggi di vendita del prezioso orologio; la donna indossava inoltre una collana di perle e un anello in oro ma che non riportava indicazioni specifiche. Entrambi indossavano una fede con impressa la seguente data: “3-4-1981”: era la data del loro matrimonio? Qualcuno la ricorda? La Polizia tedesca, in merito alla data impressa sulle fedi, riferisce che i trattini che separano i numeri venivano usati prettamente in Italia, invece in Germania si usavano i puntini. Dalle indagini è emerso che la fede della donna riporta il marchio di fabbrica di una ditta di Arezzo, quella dell’uomo invece riporta il marchio di una ditta di Bassano del Grappa.

 

Entrambi indossavano una collana, realizzata da una ditta orafa di Arezzo, che aveva un ciondolo a forma di un  gufo/civetta. Un simbolo che li accomunava, che li legava profondamente e che li ha condotti purtroppo ad una morte terribile: ma cosa rappresenta realmente quel simbolo? Cosa li legala a tal punto da indossare quella collana fino alla morte? Il gufo e la civetta hanno significati differenti e nella simbologia rappresentano due facce della stessa medaglia, uno positivo e l’altro negativo: sono due simboli magici molto forti nell’esoterismo. Troviamo la civetta a partire dall’antica Roma fino ad arrivare all’antica Grecia dove la civetta è rappresentata insieme a Minerva. La troviamo anche nei geroglifici egizi e simboleggia la notte, l’introspezione ma anche la morte non intesa in senso negativo ma vista come una rinascita. Innumerevoli i significati attribuibili alla civetta quindi, perlopiù positivi, poiché rappresenta la saggezza, la consapevolezza di sé, la luce, la sapienza e la chiave per la risoluzione ai problemi. Ma se la civetta rappresenta la positività, l’introspezione e la saggezza, il gufo invece rappresenta l’altra faccia della medaglia: nell’iconografia generale, infatti, assume un significato negativo legato alla morte, al malaugurio e rappresenta l’oscurità e il buio, al contrario della civetta appunto.

 

Anche nella Massoneria troviamo entrambi i simboli; la civetta rappresenta la saggezza per via della sua capacità di vedere nel buio. Nella Massoneria i gufi rappresentano invece i guardiani o i vigilanti; nel libro “Mysteries and Secrets of the Masons: The Story Behind the Masonic Order”, di Lionel e Patricia Fanthorpe (2006) si legge “Un altro aspetto del simbolismo del gufo in massoneria è legato alle strane teorie sulle antiche radici della massoneria, l’idea che segreti esseri volanti giunti da mondi lontani avrebbero fondato la massoneria dopo un’evocazione avvenuta in un’epoca remota”. La simbologia massonica sopracitata in riferimento ai ciondoli da loro indossati e la città di Arezzo presente su più fronti, fanno tornare in mente un altro spaccato dell’Italia di quel tempo: la loggia P2. Saranno semplici suggestioni e coincidenze? Probabilmente si, ma ci sembra doveroso riportarle. Il 17 marzo del 1981 fu fatta la famosa perquisizione presso la villa di Licio Gelli, Villa Wanda, e presso la sua fabbrica –“Giole”- ove fu rinvenuto tra le tante carte della società la famosa lista dei mille iscritti alla P2. C’è per caso un collegamento tra il significato della simbologia sopracitata e i ciondoli indossati dalle vittime?

 

La Toscana sembra essere un elemento rilevante in questa oscura vicenda, grazie soprattutto ad elementi apparentemente di contorno ma che in realtà risultano fondamentali per la risoluzione del caso: gli indumenti indossati dalle due vittime, reperibili soltanto in Italia e non altrove poichè le ditte di produzione erano dislocate tra Firenze, Ascoli Piceno e Bassano del Grappa; la fede indossata dalla donna riportava il marchio di fabbrica di una ditta di Arezzo e la collana con il ciondolo a forma di gufo/civetta, realizzata da una ditta orafa di Arezzo. Una Toscana che di giorno si illuminava di luce riflessa, che si  forgiava di splendore e bellezza attraverso i gioielli che questa donna e quest’uomo sicuramente amavano indossare e sfoggiare lungo le vie del centro storico; di notte, però, la città mutava le sue forme e i suoi colori, diventando ombrosa e sinistra. Quando l’innocenza dell’amore e della passione travolgeva le giovani coppie desiderose di intimità, l’unico riparo possibile era il silenzio dei boschi, un’ombra nera però irrompeva prepotentemente e sparava con crudeltà: stiamo parlando dei delitti del Mostro di Firenze. Ma cosa c’entra con tutto ciò e che collegamenti possono esserci con il misterioso delitto avvenuto in Germania?

 

La notte del 9 settembre del 1983 a Firenze-esattamente quattro mesi dopo il delitto avvenuto in Germania- in un prato adiacente Via di Giogoli al Galluzzo, furono brutalmente assassinati due studenti tedeschi di 24 anni in vacanza: Uwe Jens Rusch e Wilhelm Friedrich Horst Meyer. I loro corpi furono rinvenuti la sera del 10 all’interno del furgone Volkswagen. Gli inquirenti repertarono quattro bossoli calibro 22 marca Winchester serie H, 2 all’interno del furgone, gli altri furono rinvenuti sul prato e intorno al furgone. Tutto fu lasciato intatto all’interno del furgone: non furono trafugati soldi né altro. E’ possibile che vi sia un collegamento tra i due casi o si tratta di semplice suggestione e coincidenze? Elementi come la Toscana, l’efferatezza del delitto compiuto in una città straniera in entrambi i casi ai danni di stranieri –Germania in un caso e Firenze nell’altro- e la breve distanza tra un delitto e l’altro, sono semplici coincidenze? Il duplice omicidio dei tedeschi per mano del Mostro di Firenze non fu l’unico fatto eclatante che sconvolse l’Italia dell’epoca: il 7 maggio del 1983, infatti, a Roma scompare una ragazza giovane e di bell’aspetto che si chiamava Mirella Gregori; quaranta giorni dopo, ovvero il 22 giugno 1983, scompare invece Emanuela Orlandi. I casi sopracitati e presi in esame sono puramente indicativi e servono per delineare un quadro storico dell’Italia di quegli anni; in taluni episodi vi sono certamente interessanti spunti che meriterebbero  un approfondimento ulteriore poiché vi sono delle coincidenze di luoghi, simboli e date che si incastrano con il terribile destino di questa coppia uccisa brutalmente in Germania; in altri casi presi in esame, invece, vi è l’intento di voler evidenziare quanto fosse alta la tensione in Italia in quegli anni. Si tratta soltanto di coincidenze o si tratta invece di semplici suggestioni? E se ci fosse un fondo di verità in quanto scritto fino ad ora?

 

La Dottoressa Mary Petrillo, Psicologa, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Univ. Niccolò Cusano ci ha dato il suo punto di vista in merito al caso: “Attualmente abbiamo a disposizione alcuni elementi, interessanti, emersi dalla trasmissione Chi l’ha visto del 25/10/2017, ma poiché, come affermo sempre a lezione coi miei studenti di criminologia, almeno all’inizio di una indagine nessuna ipotesi può essere trascurata, si può affermare che i materiali ritrovati sui corpi carbonizzati dei due poveri sventurati possono far pensare anche ad un eventuale collegamento con ambienti esoterici. Questo coinvolgimento del mondo esoterico/occulto potrebbe essere avvalorato dal fatto che sui corpi sono stati ritrovati i “talismani” ( non amuleti, perché questi ultimi per chi pratica magia si ritrovano in natura, mentre il talismano è un manufatto), uguali tra l’altro  su entrambe le vittime, quindi , per loro questi ciondoli dovevano avere un significato ben preciso. Sono state ritrovate poi due fedine con incisa una data: 3-4-1981 che potrebbe indicare la data del matrimonio tra i due soggetti, o potrebbe indicare un certo strappo alle tradizioni, come negli anni ’80 stava già avvenendo e nel caso specifico di questa coppia ad esempio, leggendo la data impressa nelle fedi: un venerdì, giorno notoriamente infausto, nel nostro Paese, per chi è superstizioso, per contrarre matrimonio; ma potrebbe essere anche una data che segni un evento importante per entrambe le vittime: una nascita, un avvenimento. Consideriamo, poi, che il gufo(civetta) è simbolo del noto club massonico Boemo, quindi per qualche soggetto appartenente, questo simbolo potrebbe essere considerato tanto importante, da farne un ciondolo! Aggiungiamo, poi, i rimandi alla città di Arezzo, quindi alla Toscana, ossia una regione importante per chi pratica l’esoterismo, teniamo anche  presente, all’epoca, le vicende del cosiddetto mostro di Firenze, che campeggiavano su tutti i giornali; quindi ci sono apparenti indizi che possono far ipotizzare una certa influenza di ambienti settari o pseudosettari, in questa storia. Tuttavia la superstizione ed il pregiudizio, le antiche usanze, anche se in quegli anni erano ancora molto presenti, in particolare, nelle culture di estrazione contadina, erano ( e sono) anche presenti in alcune organizzazioni criminali come ‘ndrangheta, mafia, sacra corona unita, che usano, come simboli, per i loro rituali di affiliazione, immagini suggestive o di tipo religioso o che comunque appartengono, notoriamente, al mondo esoterico. In alcune culture, ad esempio nel sud Italia,  il malocchio viene spesso “scacciato” facendo uso anche di monili che dovrebbero avere il potere di allontanare il malaugurio e torna il riferimento a quanto ritrovato sul luogo in cui sono stati rinvenuti i corpi dell’uomo e della donna carbonizzati, ossia i due ciondoli che raffigurano un gufo o una civetta e  la distinzione sarebbe importante da capire perché in molte culture come in quella germanica la civetta ha un significato positivo, simboleggia l’amore e la protezione, nella cultura greco-romana essa era considerata simbolo di chiaroveggenza, saggezza, mentre il gufo è simbolo del male, della oscurità e della morte ed in alcuni popoli viene associato addirittura a Satana. Quindi il ritrovamento di questi due corpi, carbonizzati, nel lontano 1983, evoca, senz’altro,  notevoli suggestioni che speriamo possano presto trovare spiegazioni circa l’accaduto e che soprattutto possano dare nome e cognome a queste vittime che chissà forse scappavano da qualcuno o qualcosa? Forse per gravi motivi i due avevano dato in adozione il figlio (perché dall’autopsia della donna pare sicuro avesse, almeno una volta, partorito) e per questo nessuno li cerca? Perché forse c’è qualcuno che non sa di non essere figlio biologico di qualcun altro! Forse la coppia sfuggiva ad un agguato? Erano, forse, coinvolti in qualcosa di grosso? Certo non fu una rapina, visto che sono stati ritrovati oggetti d’oro che appartenevano alle vittime e questo esclude pure che l’assassino o gli assassini non erano sconosciuti ai due. Speriamo presto di poter rispondere alle molte domande che sorgono spontanee su quanto possa essere accaduto a queste due persone, al momento ogni ipotesi, anche la più “stravagante” come appunto quella esoterica o anche l’ipotesi dell’eventuale coinvolgimento di organizzazioni criminali strutturate, possono essere considerate e chissà potrebbero portare le indagini in una direzione ben precisa”

Angelo Barraco




Inquinamento ambientale: Roma in caduta libera verso il fondo della classifica

ROMA – Non arriva niente di buono sul fronte della sostenibilità ambientale, soprattutto per quanto riguarda la Capitale d’Italia. Un tema che dovrebbe essere tra i primi in quanto riguarda la salute dei cittadini. Ma nel palazzo si parla di tutto e di niente ed i problemi invece di essere risolti aumentano e si moltiplicano mese dopo mese. Proprio oggi Legambiente ha presentato a Milano l’edizione 2017 di Ecosistema Urbano, il dossier sulle perfomance ambientali dei capoluoghi di provincia giunto alla XXIV edizione, e realizzato in collaborazione con “Ambiente Italia” e “Il Sole 24 Ore”. Lo studio guarda alle politiche di sostenibilità ambientale messe in campo tramite l’analisi di 16 diversi indicatori che valutano insieme la qualità dell’aria, la salubrità del ciclo delle acque, i risultati che provengono dai modelli di gestione di rifiuti, lo sviluppo di mezzi pubblici, ciclabilità e aree pedonali a discapito del mezzo privato, la diffusione delle rinnovabili. I volontari di Legambiente Lazio hanno presentato i numeri della capitale e delle città capoluogo del Lazio esponendo, con un blitz a pochi metri dal Campidoglio, lo striscione “IN NOME DEL POPOLO INQUINATO”, perchè la Capitale peggiora di anno in anno per quanto riguarda le performance ambientali. Roma scivola impietosamente, verso il fondo nella classifica della sostenibilità ambientale, cadendo ormai al 88° posto (85° nel dossier 2016) e impressionano le ben 33 posizioni perse in 10 anni (Roma 55° nel dossier 2007).

 

Analizzando i vari parametri sono i rifiuti e soprattutto la mobilità sostenibile a causare il crollo: sul fronte dei rifiuti, sale di percentuali irrisorie la differenziata al 43% nel 2016 (41% nel 2015) per la quale la capitale è al 67° posto tra le città e non si riduce la produzione pro-capite ferma a 588 kg a persona ogni anno, erano 594 lo scorso anno e ora Roma 75° per il parametro; il porta a porta è completamente fermo nella diffusione al 32,8% degli abitanti, peggior dato in assoluto tra le prime 4 città italiane (Milano 100%, Napoli 42,8%, Torino 47,3%).

 

Ma è la mobilità “immobile” che manda Roma sempre più in fondo alla graduatoria per performance ambientali, crolla la fiducia e l’uso conseguente dei mezzi pubblici con appena 328 viaggi all’anno per abitante nel 2016 (erano 512 nel 2015 – a Milano sono ben 486 e a Venezia addirittura 664); diminuisce anche l’offerta di trasporto pubblico, cioè i chilometri percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente, calando dai 60 dello scorso anno ai 57 Km-vettura/abitante/anno (a Milano sono ben 93); di contro sono più di 61 le auto ogni 100 abitanti.

 

Ferme a appena 0,17 metri quadri per abitante le quantità di isole pedonali, l’equivalente di un quadrato con lato 41 cm a testa, e a 1,27 i metri per abitante di corsie ciclabili. I 16 indicatori di Ecosistema Urbano: Polveri sottili (Pm10); Ozono (O3); Biossido di azoto (NO2); Consumi idrici domestici; Dispersione della rete; Capacità di depurazione; Produzione di rifiuti urbani; Raccolta differenziata; Passeggeri Trasporto Pubblico; Offerta Trasporto pubblico; Tasso motorizzazione; auto; Incidentalità stradale; Piste ciclabili; Isole pedonali; Alberi in area urbana; Energie rinnovabili; Solare fotovoltaico e termico pubblico.

 

Nel resto del Lazio, sempre molto grave la posizione di Frosinone (99°) nel fondo della classifica generale, peggiorano Latina che scende al 89° posto (71° nel dossier 2016) e Rieti 61° (era 54° nel 2016). Viterbo in fondo alla classifica (102°) perché continua a non fornire con completezza i dati.

Nei capoluoghi fuori Roma, i dati sulla gestione dei rifiuti sono molto bassi a Latina che scende addirittura al 30% di RD (era al 32 nel dossier 2016), sale a Viterbo al 49% e sale anche a Rieti al 24%. La percentuale di differenziata è invece ferma ad un irrisorio 18% a Frosinone, dato che ferma in basso nella classifica il capoluogo ciociaro insieme ai pessimi numeri della qualità dell’aria: PM10 in concentrazione media di 35ug/mc, 20 giorni di superamento dei limiti di ozono e 33,5ug/mc di No2 medio nell’aria.

 

Capitolo a parte sul ciclo dell’acqua, dove il gestore del servizio idrico di Roma e Frosinone, non fornisce dati aggiornati per cui si conferma il 44% di dispersione in provincia di Roma e il terribile 75,4% in provincia di Frosinone e consumi di 165 l/ab/anno nella capitale e 175 nel capoluogo ciociaro. A Rieti la dispersione idrica sale al 55% (dal 53,8%) ma si abbassano i consumi a 150 l/ab/anno (da 155). Migliora anche se di poco la situazione a Latina col 65% di dispersione (dal 67%) e  131 l/ab/anno di consumi.

 

“Nessun passo in avanti nella mobilità sostenibile e nella corretta gestione del ciclo dei rifiuti, stanno trascinando Roma nel fondo della classifica per scarse performance ambientali – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – ed è allarmante il calo del numero di cittadini in viaggio sui mezzi pubblici, che racconta da solo quanto “immobile” sia la mobilità pubblica della capitale. È passato un 2016 dove non è accaduto veramente nulla di positivo in tal senso, e nel 2017 non si vede alcuna opera in grado di invertire la tendenza. Non sono di certo sufficienti gli annunci di strane funivie su rotaie, senza peraltro alcun piano di sostenibilità economica, o ciclovie e corsie preferenziali che sono solo strisce in terra calpestate da veicoli privati, mentre le Metro e le ferrovie urbane funzionano sempre meno e non c’è un centimetro di tram o filobus in più, anzi cala il servizio. Intanto non si pedonalizza niente, è ferma a metà la ciclopedonalizzazione di via dei Fori Imperiali e il Colosseo continua ad essere un enorme pregiatissimo spartitraffico recluso dalle auto.

Dall’elaborazione del Grab, unica opera finanziata realmente, vengono poi allontanati tutti quelli che lo hanno pensato e progettato gratuitamente per la città, e invece della grande opera di rigenerazione urbana conosciuta e  premiata, rischia di diventare l’ennesima, pericolosa striscia gialla in terra”.

Marco Staffiero