Caso David Rossi, omicidio o suicidio? Si riaprono le indagini

Il 6 marzo del 2013, fra le sette e mezzo e le otto di sera, il corpo di David Rossi, responsabile della Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, vola giù dalla finestra del terzo piano del suo ufficio. La telecamera di sorveglianza segna le 19, 59, ma in realtà verrà poi accertato che sono le 19,43. L’allarme viene dato da due persone diverse, poco dopo le 20,30, e l’ambulanza del 118 arriva nella piazza Salimbeni, che sfocia in un vicolo chiuso alle spalle della sede del Monte dei Paschi, dopo circa quaranta minuti. Da rilevare che nella registrazione della telefonata al 118, la prima persona chiede un’ambulanza a Rocca Salimbeni, in Piazza Salimbeni, 3, e dichiara di voler soccorrere una persona che ‘si è appena buttata da una finestra’.

 

Nella sua voce si coglie l’urgenza della richiesta. Ciò fa supporre che chi ha telefonato abbia visto materialmente cadere David Rossi, e che l’intervento potrebbe essere decisivo per la sua vita. La seconda persona chiama dopo alcuni minuti, e riferisce già di una persona che, secondo lui, ‘si è suicidata’. Cioè, dato che dopo la caduta, registrata dalla telecamera di sorveglianza della banca, il Rossi non è morto subito – si vede chiaramente che continua a muovere le braccia e il capo per ben ventidue minuti – la prima persona ritenga di poterlo salvare. Mentre la seconda, intervenuta chiaramente in un secondo momento, riferisce di una persona che si è suicidata, e che quindi è già inerte. La registrazione della telecamera di sorveglianza mostra la caduta di Rossi, che atterra prima con le gambe, poi con i bacino e infine con il busto, con il corpo rivolto verso il muro. A detta di chi ha osservato le immagini, l’ing. Luca Scarselli, consulente informatico della famiglia Rossi, questa non è la caduta di un suicida, dato che in casi come questo il corpo subisce una rotazione in avanti, che porta la persona all’impatto col suolo con la parte frontale, e addirittura con il cranio. Altre anomalie, segnalate dal giornalista Antonino Monteleone, de Le Iene, in un servizio andato in onda su Mediaset, sono, nell’ordine: l’apparizione in rapida successione di due figure umane – la prima probabilmente cancellata in parte dalla registrazione, come riferisce l’esperto della famiglia di David Rossi – che si affacciano al vicolo e osservano per alcuni secondi la sagoma dell’uomo a terra, e poi si allontanano; un piccolo oggetto che dopo mezz’ora dal volo mortale viene lanciato verso il copro, e che si rivelerà essere l’orologio da polso del Rossi; l’intervento, ormai inutile, di due colleghi del Rossi, che guardano il corpo ormai esanime, senza neanche provare a mettergli una mano sulla giugulare o al polso per controllarne gli eventuali battiti, e che si allontanano senza la minima reazione.

 

Il caso viene frettolosamente archiviato come suicidio dalla Procura, il 6 di marzo del 2013, dopo un anno. Viene poi archiviato nuovamente, dopo essere stato riaperto per le pressioni della famiglia, con motivazioni pubblicate il 4 luglio 2017. Ora il CSM, dopo il servizio di Monteleone, vuole vederci chiaro, e il caso verrà riaperto. Bisogna dire che sul corpo di Rossi, in sede autoptica, sono state rilevate ferite ed ecchimosi non compatibili con la caduta, ma piuttosto con una precedente colluttazione immediatamente precedenti alla caduta, causate, quindi, da terze persone nel suo ufficio, la cui porta è stata trovata chiusa, e non da Rossi. In particolare, sul polso sinistro è stata rilevata una ferita causata evidentemente dall’orologio da polso, quello stesso che è stato lanciato dopo mezz’ora nei pressi del corpo. Una ferita che, a sentire l’avvocato della famiglia Rossi, Paolo Pirani, è compatibile con una forte pressione sul polso, e non con un colpo da caduta.

 

Risulta sospetto anche il fatto che un paio di testimoni non vennero ascoltati, cioè Lorenza Pieraccini, collaboratrice della segreteria di direzione, il cui contributo è stato dichiarato ininfluente allo svolgimento delle indagini perchè, secondo la Procura, non avrebbe aggiunto alcunchè di significativo. Non ascoltata neanche Lorenza Bondi, collega della Pieraccini, che ha dichiarato a Monteleone che la porta dell’ufficio di Rossi lei l’aveva vista aperta, e con la luce accesa, mentre dopo il tragico volo l’aveva vista chiusa: chi ha chiuso la porta, e perchè? In una registrazione ‘rubata’ da Monteleone a Pier Luigi Piccini, già sindaco di Siena, amico di Rossi, il Piccini ha negato il suicido, e ha affermato di aver saputo, da una fonte ‘vicina ai Servizi’, di festini con droga che si sarebbero svolti in una villa ‘tra l’Aretino e il mare’ , alla presenza dei vertici della Banca, politici nazionali e anche toghe.

 

Una maniera per compromettersi a vicenda e costringere poi chi di dovere ad ‘abbuiare tutto’, con due archiviazioni consecutive. Per questa registrazione non autorizzata Monteleone e il programma sono stati citati in giudizio dal Piccini. Forse l’eventuale movente di un omicido – posto che le indagini stabiliscano che di questo s’è trattato – ci portano alle circostanze temporali relative all’attività del Rossi e della banca, e ci mostrano che, con l’avvento di Mussari a capo della stessa, fu acquisita la Banca Antonveneta, valutata allora 6 miliardi di euro, per la somma di 9 miliardi, a cui si devono aggiungere le sofferenze dell’Antonveneta per una somma pari a 7 miliardi.

 

Il tutto porta all’acquisizione della banca Antonveneta da parte di MPS per un totale di 16 miliardi: viene da chiedersi perché sia stata impegnata una simile cifra, invece di effettuare una fusione, certamente molto meno rischiosa e dispendiosa. La Guardia di Finanza stava indagando su questa operazione, e sei giorni prima aveva perquisito l’ufficio di Rossi, il quale aveva detto alla moglie: “Vogliono arrivare a loro- i capi della MPS – attraverso me”. Così Rossi si spiegava questa perquisizione senza preavviso, e senza che lui fosse stato indagato o che avesse ricevuto avvisi di qualsivoglia genere. Dopo due giorni, la caduta. Mentre David Rossi aveva scritto, in una e-mail, che ‘aveva fatto una cavolata’, e che quei signori della Procura, se avessero voluto interrogarlo, lui avrebbe potuto chiarire diverse cose. Chi lo conosceva bene – moglie, figlia, fratello e amici – dichiara che non era tipo da suicidio. Questi i punti oscuri messi in luce dal servizio giornalistico de Le Iene, e da Antonino Monteleone, il quale ha trovato molta ostilità nelle sue interviste.

 

E su questi punti oscuri ora il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso che si debbano riaprire le indagini, ordinando anche la riesumazione del cadavere di Rossi. C’è da chiedersi se assisteremo all’ennesimo insabbiamento politico-finanziario – ricordiamo che il MPS era definito ‘la banca del PD’, quando Matteo Renzi era Presidente del Consiglio. C’è da chiedersi se davvero le responsabilità – ove venga accertato che non di suicidio s’è trattato, ma di altro – verranno accertate e coloro a cui fanno capo perseguiti fino in fondo, come dovrebbe accadere in uno stato di diritto, quale il nostro si picca di essere. C’è da chiedersi se non venga invece individuato un capro espiatorio, che magari anche lui decida di lasciare autonomamente questa vita prima d’essere interrogato. C’è da chiedersi se in nome della stabilità di governo, e della ragione di Stato, invece, tutto finisca in una bolla di sapone. Siamo abituati a queste conclusioni, e i molti, troppi casi insoluti in Italia, ce ne danno ragione.

Roberto Ragone

 




Catalogna, arrestati 8 ministri: in migliaia scendono in piazza

CATALOGNA – Migliaia di persone sono scese in piazza in tutte le città catalane alla 19 all’appello delle organizzazioni della società civile indipendentista per denunciare l’arresto ordinato oggi dalla giudice spagnola Carmen Lamela di otto membri del Govern di Carles Puigdemont, fra cui il vicepresidente Oriol Junqueras, leader del primo partito catalano, Erc. Concentrazioni sono in corso in particolare a Barcellona, Girona, Badalona, Tarragona, Lleida.  La giudice ha ordinato che gli otto ministri  siano separati e detenuti in cinque prigioni diverse. Il vicepresidente Oriol Junqueras e il ministro Joaquim Forn saranno trasferiti nel carcere di Estremera, Jordi Turull e Raul Romeva a Valdemoro, Josep Rull a Navalcarnero e Carlesd Mundò a Aranjuez. Dolors Bassa e Meritxell Borras saranno detenute nel carcere per donne di Alcalà.

Tutti i leader indipendentisti hanno lanciato appelli perché la popolazione catalana mantenga la calma. Lo stesso appello è stato lanciato, “nell’indignazione”, dalle segretarie di Erc e Pdecat, Marta Pascal e Marta Rovira. Gli avvocati degli otto detenuti hanno detto che anche da parte loro, prima di essere portati via, nei furgoni cellulari sono venuti appelli “alla tranquillità”.

In un comunicato diffuso ieri sera a Bruxelles, scrive la stampa belga, l’ex presidente Carles Puigdemont, in Belgio insieme ad altri quattro suoi ministri, ha ribadito che non tornerà in Spagna denunciando “un processo politico” nei suoi confronti. I giudici spagnoli potrebbero quindi spiccare un mandato di arresto europeo.




Legge di Bilancio 2018 ma non solo: l’intervista in esclusiva a Giustino Lo Conte

Molte volte il cittadino si sente lontano da temi di finanza e di bilancio dello Stato anche se in realtà si tratta delle proprie tasche e di capire che fine fanno i soldi pubblici. Per l’occasione è stato intervistato in esclusiva per L’Osservatore d’Italia il Dott. Giustino Lo Conte, professore a contratto di Diritto della Finanza pubblica all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Il Professore ha trattato i temi amministrativi-finanziari del bilancio pubblico statale nella monografia “Equilibrio di bilancio, vincoli sovranazionali e riforma costituzionale”. La legge di Stabilità 2018 è stata presentata dal governo Gentiloni al Consiglio dei Ministri il 4 ottobre. Secondo quanto riportato dal DEF (Documento Economico e delle Finanze), la nuova legge di Bilancio 2018 sarà una manovra tra i 22 e i 25 miliardi di euro.

Le misure contenute riguardano diversi settori tra cui le famiglie, gli investimenti, i dipendenti pubblici, il reddito di inclusione, il bonus assunzioni giovani e il nuovo Ecobonus. Circa 15,2 miliardi saranno spesi per bloccare l’aumento dell’Iva (clausole di salvaguardia) e 2 miliardi per le spese indifferibili. La legge di Bilancio prevede un iter lungo che culmina il 15 ottobre con la trasmissione del testo all’UE e definitivamente il 31 dicembre quando sarà approvato dal Parlamento.

 

1) Il nostro giornale è letto anche da molti giovani perciò partirei dalla sostanziale definizione di bilancio statale. Perché è un appuntamento annuo così importante?
Dal punto di vista giuridico, il bilancio dello Stato è un atto con forma di legge con il quale il Parlamento autorizza e vincola il Governo nell’attività di riscossione delle imposte e nella erogazione delle spese.
L’approvazione della legge di bilancio costituisce la decisione di finanza pubblica più importante sia per il Parlamento che per il Governo, in quanto le scelte economiche di programmazione e di allocazione delle risorse nell’arco temporale di riferimento della programmazione finanziaria si basano sul quadro di riferimento offerto proprio dal bilancio. In altri termini, le singole amministrazioni centrali trovano nel bilancio dello Stato la fonte e i limiti della loro attività di erogazione delle spese e di prelievo delle entrate.

 

2) La legge di bilancio è disciplinata dall’articolo 81 della Costituzione, di recente oggetto di modifiche. Quali sono i punti principali dell’intervento modificativo degli ultimi anni e perché attualmente non si fa più riferimento alla legge finanziaria e/o a quella di stabilità?
Con la legge costituzionale n. 1 del 2012, il legislatore nazionale ha novellato quattro disposizioni della Costituzione, tra cui l’articolo 81, ossia quello proprio dedicato alla disciplina del bilancio dello Stato. In particolare, attraverso tale legge si è introdotto nell’ordinamento un principio di carattere generale, in virtù del quale tutte le amministrazioni pubbliche devono assicurare l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio e la sostenibilità del debito, nell’osservanza delle regole dell’Unione europea in materia economico-finanziaria. Ebbene, nella situazione ante riforma 2012, l’orientamento tradizionale considerava la legge di bilancio un provvedimento meramente formale, in considerazione dei limiti posti dal previgente comma 3° dell’art. 81 Cost., che vietava al legislatore di innovare con la legge di approvazione del bilancio il quadro legislativo vigente. Ora che questo divieto non è più presente nell’articolo 81, è evidente il carattere sostanziale della legge di bilancio, con la conseguenza che non è più necessaria una legge di accompagnamento come la finanziaria o la stabilità.

 

3) Come influisce l’ordinamento sovranazionale (ad esempio, il Fiscal Compact) sulla normativa contabile interna?
Indubbiamente le regole europee in materia di finanza pubblica condizionano le scelte del legislatore nazionale. Tra l’altro, esse sono oggetto di continue modifiche. Basti pensare che dal  momento in cui è esplosa la recente crisi finanziaria che ha segnando l’economia mondiale, l’Unione europea ha avviato un’ampia revisione degli strumenti e delle procedure della propria governance della finanza pubblica attraverso prima l’introduzione del Semestre europeo, poi il rafforzamento della parte sia preventiva che correttiva del Patto di Stabilità e Crescita (c.d. “Six Pack”) e successivamente la sottoscrizione del c.d. Fiscal Compact, solo per citare gli atti più rilevanti. Allo stato attuale, tre sono le regole rilevanti per le pubbliche amministrazioni: equilibrio dei propri bilanci, sostenibilità del debito pubblico e regola sulla spesa.

 

4) Sta per iniziare una nuova sessione di bilancio. Ci può descrivere come deve essere impostato il rapporto fra diritti fondamentali ed esigenze finanziarie e quanta discrezionalità ha il legislatore nell’allocazione delle risorse a disposizione?
Si tratta di un tema complesso, su cui spesso si è pronunciata la Corte costituzionale. In proposito, ancora di recente, nella sentenza n. 275 del 2016, la Consulta afferma, in due passaggi centrali, principi difficilmente non condivisibili: da un lato, essa sostiene che l’effettività di un diritto «non può che derivare dalla certezza delle disponibilità finanziarie per il soddisfacimento del medesimo». Dall’altro, e questo è un punto decisivo, «è la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione».

 

5) Per ultimo, un’occhiata al Continente. Dopo la Brexit si è discusso riguardo un’eventuale uscita dell’Italia dall’Unione monetaria. Le ricadute sembrano essere essenzialmente economiche e sociali. Senza entrare nel merito politico della questione, quali sarebbero i quesiti da porsi prima di una exit all’inglese?
Tra gli obiettivi assegnati all’Unione dai Trattati vi sono lo sviluppo sostenibile, la crescita economica, la stabilità dei prezzi e la concorrenza che miri alla piena occupazione, al progresso sociale e ad un miglioramento della qualità dell’ambiente.
Per realizzare questi obiettivi l’Europa ha bisogno dell’Italia e, viceversa, il nostro Paese non può fare a meno dell’Unione europea. Non dimentichiamo che l’Italia è tra i sei paesi sottoscrittori, nel marzo del 1957, del Trattato di Roma che istituì la Comunità Economica Europea (CEE).

Gianpaolo Plini




Palermo, messa Ognissanti: Micari nella polemica

PALERMO – Polemiche sull’intervento del candidato Micari durante la celebrazione della messa a Palermo. I fatti sono questi: ieri nella chiesa di Maria Santissima delle Grazie al C.so dei Mille nel centro storico del capoluogo siciliano, durante la messa celebrata per la ricorrenza di Ognissanti erano presenti in mezzo ai fedeli anche l’ex presidente di circoscrizione Antonio Tomaselli, il candidato del centrosinistra per le elezioni Regionali del 5 novembre Fabrizio Micari e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Una presenza motivata da un intervento concesso dal parroco don Ugo Di Marzo noto a Palermo per il suo incessante sforzo nel recupero dei giovani in un quartiere difficile come quello di Roccella alle prese con problemi non indifferenti di vivibilità.

Coadiuvato dalle parole di conferma del sindaco, Fabrizio Micari ha da subito evidenziato i passi avanti compiuti dal Comune e dall’Università di Palermo per gli accordi tecnici che consentiranno l’affidamento alla parrocchia di Maria Santissima delle Grazie di un terreno attiguo di proprietà dell’Eni per attività legate alla parrocchia stessa e ai giovani. Detto questo sembra che in chiesa si siano levati dei mormorii di dissenso e Micari prontamente si è scusato non avendo voluto, nelle intenzioni, nè urtare la sensibilità de presenti e tantomeno strumentalizzare il suo intervento per fini politici visto che a meno di tre giorni sono previste le votazioni.

Il dissenso comunque si è ugualmente esteso se non ingigantito anche sui social con interventi di moltissimi iscritti che indignati non l’hanno mandata a dire e non si sono risparmiati i toni severissimi. Anche il parroco non immune dalle polemiche levate a gran voce sui social, dispiaciuto, ha evidenziato che l’intervento, forse inopportuno, non conteneva nessuno riferimento e nessun invito “celato” al voto mirato per le prossime elezioni Regionali previste fra 72 ore. Anche se non propriamente in questo caso, quel che resta è un timido ricordo dal sapore un po amaro e un po “democristiano” di certi stratagemmi usati e abusati ai tempi della prima Repubblica dove espedienti simili erano messi in atto in luoghi di culto con la precisa consapevolezza di una efficacia garantita dalla somma di elementi rassicuranti e convincenti come la sommità della chiesa e la presenza di figure autoritarie il cui “verbo” pesava ed echeggiava maggiormente risultando più incisivo.

Paolino Canzoneri




Pomezia, accoltella la compagna: arrestato cuoco

POMEZIA (RM) – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 23enne italiano, già conosciuto alle forze dell’ordine, residente ad Aprilia, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

Intervenuti a seguito di una telefonata giunta al “112”, i Carabinieri sono arrivati al Pronto Soccorso della Clinica Sant’Anna di Pomezia dove una cittadina romena, di 24 anni, era giunta con una profonda ferita alla gamba sinistra, riferendo di essere stata ferita dal fidanzato.

Poco dopo, i Carabinieri hanno notato il giovane nei pressi del pronto soccorso, a bordo della sua autovettura, e una volta fermato, ha confermato ai militari di aver picchiato ed accoltellato la fidanzata al termine di una lite scoppiata per futili motivi.

All’interno dell’autovettura dell’aggressore, che di professione fa il cuoco, sono stati rinvenuti numerosi coltelli da cucina, tra cui quello utilizzato per ferire la vittima.

I successivi accertamenti dei Carabinieri hanno permesso di stabilire che già in passato l’uomo aveva usato violenza nei confronti della donna.

L’arrestato è stato portato in caserma e trattenuto in attesa del rito direttissimo mentre la vittima è stata medicata per le lesioni riportate, con prognosi di 20 giorni.




Caserta, sigarette di contrabbando: sequestri record

CASERTA – Contrasto al fenomeno delle sigarette di contrabbando. Gli arresti eseguiti oggi da parte dei militari del Gruppo di Aversa nell’ambito dell’operazione denominata DOBLO’ (comunicato stampa a cura della Procura della Repubblica di Napoli Nord) vanno ad aggiungersi ad una serie positiva di operazioni a contrasto del contrabbando di tabacchi portate a termine nell’ultimo anno da parte dei Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta.

Significativi i dati di sintesi da settembre 2016 ad oggi: 150 interventi che hanno permesso di segnalare all’Autorità Giudiziaria 101 soggetti e di arrestarne altri 31.

Sequestrate 18,5 tonnellate di sigarette (circa 1 milione di pacchetti), di cui ben 12 tonnellate di “ Cheap White ”, ossia sigarette che non vengono immesse in consumo nell’Unione Europea perché non rispondono ai livelli qualitativi e di sicurezza comunitari, ma oggi molto ricercate per il loro basso prezzo.

Oltre a d alcuni magazzini di stoccaggio adibiti a rifornimento per la minuta vendita al dettaglio sono stati intercettati ben 5 carichi di grandi quantità, tutti provenienti, via terra, dall’Est Europa e destinati all’area napoletana dove i grossisti stoccano il prodotto per poi ridistribuirlo ai venditori al dettaglio attivi in tutta la Regione.

Sequestrato un autoarticolato lituano, un altro autoarticolato romeno, un camper slovacco e altri due autocarri telonati romeni, tutti carichi di sigarette occultate con fantasiosi carichi di copertura: dalle bobine industriali di cavi elettrici, alle scarpe da donna, dalle parti meccaniche per autoveicoli ai distributori automatici di acqua.

Sorpresa anche una squadra di ben 14 contrabbandieri intenti a scaricare un autoarticolato all’interno di un capannone industriale nell’agro aversano.

Questi risultati testimoniano il costante impegno delle Fiamme Gialle casertane sia nel controllo del territorio che nelle investigazioni più complesse, coordinate dalle competenti Procure della Repubblica, a contrasto di questi traffici illeciti che continuano a rappresentare un mercato florido e lucroso per le organizzazioni criminali.




Nemi, dimensionamento scuola: ne prendi un po’ dal Grembo, un po’ dallo SPRAR e il gioco è fatto

Scuole di Nemi a rischio dimensionamento per l’anno scolastico 2018/2019

 

NEMI (RM) – E’ infatti arrivata al Comune di Nemi la nota della Città Metropolitana di Roma Capitale, inviata a tutti i comuni di competenza dell’Ente sovracomunale, in cui viene richiesto agli amministratori di formulare una proposta articolata riguardante le istituzioni scolastiche della scuola d’infanzia, primaria e della scuola secondaria di 1° grado, funzionanti nel proprio territori.

 

Gli amministratori comunali di Nemi, in riscontro alla richiesta della Città Metropolitana di Roma Capitale hanno deliberato durante la sessione di Giunta comunale dello scorso 23 ottobre, l’intenzione del Comune di Nemi di voler mantenere l’attuale condizione scolastica invariata anche per il prossimo anno 2018/2019 e per gli anni futuri, con almeno la presenza di una sezione per ogni classe. Oggi a Nemi ci sono due sezioni della scuola dell’Infanzia, una sezione per ogni classe della scuola primaria e una sezione per ogni classe della scuola secondaria di primo grado.

Diverse i motivi secondo i quali non bisognerebbe cambiare nulla alla scuola di Nemi

mantenendo così una situazione di fatto in bilico ormai da anni. Un equilibrio precario a cui nessun amministratore ha ancora messo mano e che causa, ogni anno, quella condizione di instabilità, incertezza e insicurezza sul futuro dell’istituzione scolastica nel piccolo paese castellano. Perché dunque lasciare tutto come sta? Perché, ribadiscono gli attuali amministratori, c’è la presenza sul territorio comunale di una Casa Famiglia all’interno della quale sono ospitati minori che vengono assegnati alla struttura – Il Grembo – anche ad anno scolastico iniziato, ai quali ospiti va’ garantita l’istruzione nella struttura scolastica di Nemi.

E ancora si legge tra le cause “le condizioni di particolare isolamento del Comune di Nemi in quanto gran parte della zona residenziale si trova sopra i 600 metri; che i tempi di percorrenza per raggiungere con i mezzi pubblici l’altra sede scolastica ubicata nei Comuni limitrofi sono difficoltose per via della carenza funzionale del sistema di trasporto pubblico locale; che il sistema di percorrenza prevede per alcuni residenti anche tripli collegamenti nel sistema di trasporto pubblico”.

Ma non è tutto. Oltre ai minori del Grembo bisogna tenere conto dei migranti

Gli amministratori comunali infatti, mettono nero su bianco di aver aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), tema quest’ultimo sul quale a Nemi, di recente, sono state presentate dai consiglieri di minoranza interrogazioni e mozioni perché sostanzialmente non si trova traccia di questa adesione e c’è poca informazione a riguardo. Lo scorso 6 ottobre, infatti Patrizia Corrieri e Carlo Cortuso di “Ricomincio da Nemi 2017” hanno reso noto di essersi rivolti al Prefetto di Roma e di aver appreso da questi la notizia che il Comune di Nemi non ha presentato ancora domanda di adesione allo SPRAR. Ma dal 6 ottobre alla data della delibera sono trascorsi 17 giorni e potrebbe essere che in questo lasso di tempo gli amministratori comunali abbiano presentato domanda.

 

Quest’ultimo passaggio potrebbe di fatto essersi concretizzato perché lo stesso Comune, tra le motivazioni per cui lasciare invariata la scuola ha scritto che ha aderito allo SPRAR e pertanto, nei prossimi mesi, si troverà ad ospitare famiglie con figli in età scolare che necessariamente dovranno essere inseriti nelle scuole di Nemi, determinando così “un incremento degli iscritti che al momento non è quantificabile”. Da evidenziare il fatto che il sindaco Alberto Bertucci, durante la trascorsa campagna elettorale parlava di 2 o 3 famiglie di immigrati al massimo: possibile che tale esiguo numero di migranti possa ribaltare la situazione precaria della scuola di Nemi?

In ultimo gli amministratori comunali chiedono che il Comune di Nemi venga considerato quale comune montano

Un escamotage che con gli anni si è visto che non funziona ma forse al livello mediatico fa ancora notizia quando si indicono sedute straordinarie per “salvare la scuola”. Infatti, per poter essere riconosciuti come comune montano è necessario che la sede legale dell’Ente locale sia collocata sopra i 600 metri dal livello del mare. E purtroppo per Nemi l’altitudine del centro, dove è situata la sede comunale, si trova a 521 metri sopra il livello del mare (dato Istat), ben al di sotto del requisito richiesto per poter essere riconosciuto come Comune montano. Perciò non è proceduralmente possibile ottenere questo riconoscimento nonostante una piccola parte del territorio si trovi sopra i 600 metri, come per esempio la zona dei Corsi.

 

Comunque, qualora succedesse un miracolo e madre natura dovesse innalzare la sede comunale al di sopra dei 600 metri, Nemi potrebbe vedersi derogare il numero minimo degli iscritti per classe ed evitare la formazione di pluriclassi. Insomma il futuro della scuola di Nemi è nelle mani di futuri ipotetici nuovi iscritti che deriverebbero anche dal centro per disagiati sociali Il Grembo e dai figli dei migranti.

 

Intanto, da quando anche quest’anno si è votata la mozione per la scuola (all’unanimità) non si sono viste massicce campagne di sensibilizzazione, appuntamenti, conferenze pubbliche. Nulla. Insomma se la scuola di Nemi fosse un’eccellenza a saperlo sarebbero soltanto gli stessi nemesi che la vedono colare a picco anno dopo anno.

Ivan Galea




Frascati, Mastrosanti su Acea: “La crisi idrica non deve finire nelle bollette dei cittadini”

FRASCATI (RM) – Il Primo cittadino di Frascati Roberto Mastrosanti è contrario a far pagare ai cittadini le forniture straordinarie della crisi idrica, come ha proposto il gestore del servizio idrico integrato Acea Ato2 nel corso dell’ultima Conferenza dei Sindaci, convocata dalla S.T.O. a Palazzo Valentini a Roma. Al punto 4 all’Ordine del Giorno, “Stato dell’arte relativo all’attuale Crisi idrica nell’ATO 2”;, si riportavano i dati della crisi idrica ed i costi connessi alla sua gestione, che il management di Acea intende riversare sulla bolletta dei cittadini.
«Nonostante questa Amministrazione sia arrivata a fine giugno, devo dare atto che con ACEA si sta instaurando un buon dialogo, anche dal punto di vista della pianificazione degli interventi e dei progetti di futuri investimenti – ha esordito il Sindaco Roberto Mastrosanti nel corso dell’intervento di Palazzo Valentini. Rilevo però che nel punto in questione si chiede che i costi di gestione delle autobotti finiscano tra i costi operativi e vengano reinseriti sulle bollette. A mio avviso questo non è accettabile. Se facciamo pagare in bolletta al cittadino anche il costo dell’autobotte, quando questo probabilmente è un costo eccezionale e straordinario, si aggiunge al danno la beffa, perché i cittadini di Frascati hanno sofferto non dei problemi connessi alla turnazione a causa della prolungata siccità, ma ai problemi dell’inefficienza della turnazione con molte famiglie rimaste per intere giornate senza acqua. È evidente – conclude il Sindaco Mastrosanti – che c’è un problema gestionale, che chiaramente è anche strutturale e che va affrontato».
Tutto quello che rappresenta un costo straordinario della gestione del servizio idrico, soprattutto le autobotti, è un costo connesso a delle inefficienze, ma anche ad un rischio d’impresa che il gestore dovrebbe farsi carico e che tra l’altro potrebbe ottenere un contributo dalla Regione o dallo Stato in quanto stato di calamità.  Per questo l’Amministrazione comunale di Frascati è contraria a considerare i costi delle autobotti di questa estate come operativi e quindi a farli pagare ai cittadini attraverso le bollette.




Cerveteri, arranca la raccolta differenziata. Per il sindaco è colpa dei Comuni vicini

CERVETERI (RM) – “Il livello percentuale di rifiuti correttamente differenziati è sostanzialmente rimasto stabile. Il lievissimo calo riportato da ISPRA nel 2016 rispetto al 2015, pari ad appena l’1,24%, è dovuto strettamente a quel fenomeno che per tante e tante volte abbiamo avuto modo di denunciare sulla stampa, sui social e negli incontri pubblici avuti con i cittadini in questi anni. Il sistema della gestione dei rifiuti della nostra città è stato infatti estremamente penalizzato dai conferimenti straordinari registrati a causa di quei cittadini provenienti da comuni limitrofi dove il sistema di raccolta differenziata porta a porta era già in vigore, hanno continuato ad approfittare dei cassonetti dell’indifferenziato ancora presenti in alcune zone del nostro territorio pur di non adeguarsi al loro sistema di raccolta”. A dichiararlo è Elena Gubetti, Assessora all’Ambiente del Comune di Cerveteri.
“Tutto ciò – prosegue l’Assessora all’Ambiente Elena Gubetti – ha portato nel Comune di Cerveteri un forte incremento percentuale di rifiuti indifferenziati, con picchi di oltre il 40% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Fortunatamente questo fenomeno è stato definitivamente debellato nel momento in cui anche a Cerveteri è entrata a pieno regime, nel maggio 2017, la Raccolta Differenziata Porta a Porta e sono stati rimossi tutti i cassonetti stradali da tutto il territorio. Resta ancora da combattere lo sconcertante fenomeno di abbandoni  scellerati che avvengono sulle nostre strade da parte di pochi cittadini che sembrano non rendersi conto di quanto sia grave il loro gesto. Abbandonare una busta di rifiuti dentro una cunetta ha conseguenze enormi sul nostro ambiente ed è un reato punibile con la pena amministrativa e con quella penale. Le foto-trappole posizionate in tutto il territorio e i controlli incrociati di Polizia Locale e Guardie Ecozoofile, fanno registrare settimanalmente decine e decine di multe. Un dato allarmante, che auspichiamo davvero, possa scendere sensibilmente quanto prima”.



Pozzilli, inaugurazione nuova ala Neuromed: le video interviste ai politici

Hanno presenziato alla cerimonia Antonio Razzi, Clemente Mastella, Dorina Bianchi, Nunzia De Girolamo, Antonio Tajani. Le interviste dell’Osservatore d’Italia

 

ISERNIA – Era presente tutto lo stato maggiore della politica molisana, e non solo. A parte alcune assenze, tra le quali spiccava quella dell’ex governatore Michele Iorio (sulla cui candidatura per le prossime elezioni regionali ha espresso la sua opinione Nunzia De Girolamo in questo articolo).

Non solo dal Molise sono giunti per l’inaugurazione della nuova ala dell’I.R.C.C.S. Neuromed (Istituto Neurologico Mediterraneo). A omaggiare la nuova struttura dell’ospedale che fa riferimento alla società di Aldo Patriciello, parlamentare europeo eletto nelle file di Forza Italia, sono venuti anche molti politici di primo piano dalle regioni limitrofe. A presenziare l’inaugurazione, oltre al Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ospite d’onore della giornata, c’erano il senatore Antonio Razzi, il sindaco di Benevento Clemente Mastella, l’onorevole Nunzia De Girolamo, il sottosegretario ai beni culturali, Dorina Bianchi, che svolge la professione di medico. Da parte di tutti gli intervistati è stato posto l’accento su come l’assistenza medica privata, come nel caso di Neuromed, specialmente quando porta servizi di alta specializzazione, non è da combattere, ma può offrire un ausilio alla sanità pubblica. Effettivamente il problema non è la presenza di strutture private, ma l’arretratezza e l’inadeguatezza degli ospedali pubblici, in particolare nelle regioni meridionali. Possiamo concludere che la presenza di una struttura all’avanguardia nelle tecniche di cura di un particolare ramo della medicina (in questo caso per le malattie neurodegenerative), è una buona notizia, la cattiva notizia è però rappresentata da una sanità pubblica che non riesce a tenere il confronto. Forse su questo punto i politici presenti all’inaugurazione dovrebbero essere più incisivi.

Silvio Rossi




Rugby Frascati Union 1949 (C1), travolta L’Aquila. Giampaoletti: «Siamo in grande crescita»

Frascati (Rm) – La serie C1 del Rugby Frascati Union 1949 ha cambiato passo. Dopo il k.o. nell’esordio interno contro la Capitolina capolista, la squadra del presidente Diego Pillinini è cresciuta esponenzialmente e la conferma è arrivata dal roboante 44-0 rifilato all’Aquila, squadra reduce da una vittoria proprio sulla Capitolina. «Abbiamo affrontato e battuto una squadra ben organizzata e sicuramente in salute – dice il seconda o terza linea classe 1992 Jacopo Giampaoletti – Ma noi abbiamo messo in mostra un buon gioco coi trequarti e una difesa solida e nel primo tempo il risultato era già indirizzato a nostro favore. La prestazione vista con L’Aquila è stata la conferma di una crescita costante del nostro gruppo, dopo il match d’esordio siamo migliorati in maniera evidente». Giampaoletti ha potuto contribuire poco nelle ultime settimane stante un infortunio al ginocchio che lo ha limitato. «Ma domenica conto di rientrare» dice l’atleta classe 1992 che è al suo secondo anno nel Rugby Frascati Union 1949. «Prima giocavo col Praeneste Rugby e prima ancora qui a Frascati. Sono tornato grazie a Luca Corona (uno dei due allenatori del gruppo assieme a Sebastian Caffaratti, ndr) e a diversi ex compagni nel club prenestino che si sono spostati qui quando è nato questo progetto» spiega Giampaoletti. Il primo XV del sodalizio tuscolano è già concentrato sul big match di domenica prossima quando il Rugby Frascati Union 1949 farà visita proprio alla Capitolina nella prima sfida del girone di ritorno di questa prima fase. «Giocheremo con una grande voglia di riscattare la sconfitta d’esordio. Rispetto ad allora siamo decisamente più squadra e cercheremo di non commettere gli stessi errori, soprattutto sotto il punto di vista delle finalizzazioni del gioco». Al di là della sfida per il primato con la Capitolina (che al momento ha 20 punti contro i 19 dei frascatani), Giampaoletti ha ben chiaro l’obiettivo del Rugby Frascati Union 1949 in questa prima fase. «Entrare nei primi tre posti e accedere alla “poule promozione” è il minimo sindacale, questa squadra ha potenzialità importanti e cercheremo di avere il giusto riscontro dal campo».
Nello scorso week-end ha giocato anche l’Under 16 femminile che in un concentramento ha battuto L’Aquila (29-17) e le padrone di casa dell’Aprilia (21-15), cedendo al cospetto della Capitolina (7-47).