Just Dance 2018, la discoteca torna nel salotto di casa

Puntuale come un orologio svizzero Ubisoft lancia Just Dance 2018, il popolare videogame dedicato al ballo che con più di sessanta milioni di copie vendute su diverse piattaforme continua a far scatenare i fan ormai da 8 anni. Quest’anno, però, la software house francese ha deciso di rendere la versione per Nintendo Switch quella più rappresentativa della famiglia Just Dance 2018, che comprende la bellezza di sette piattaforme compatibili: PS4, Xbox One, PS3, Switch, Wii, Wii U e Xbox 360. Per quanto riguarda l’ultima arrivata in casa Nintendo offre qualcosa in più, ossia: controller di movimento che vibrano a ritmo e una modalità di gioco che impegna entrambe le mani. Le modalità di controllo per le altre piattaforme sono la PlayStation Camera su PS3 e PS4, Kinect per le piattaforme Xbox, e i Wiimote su Wii e Wii U. Solo una mano è impegnata nel far riconoscere al videogioco le coreografie che bisognerà replicare davanti allo schermo: le esperienze migliori in tal senso sono quelle che non prevedono l’uso di nessun controller ma le telecamere, anche se l’effetto HD Rumble dei Joy-Con di Switch sono altrettanto divertenti. Infine, è possibile controllare il gioco anche con la app dedicata e disponibile per Android e iOS. In di Just Dance 2018 fa il suo ritorno la divertentissima modalità online mentre la tracklist include 40 brani famosi tra successi internazionali “evergreen” e brani contemporanei. A questi vanno aggiunti i pezzi presenti nella modalità per bambini (con licenze Disney), e una canzone esclusiva su Switch dedicata a Super Mario. E’ importante sottolineare che inizialmente si potrà accedere gratuitamente a Just Dance Unlimited, ossia una libreria di canzoni aggiuntive tratte dal catalogo precedente di Just Dance. Dopo tre mesi, però, l’abbonamento diventerà a pagamento per un costo di 4,99 euro al mese ad accesso illimitato. Chi desidera l’intero catalogo, insomma, deve mettere in conto un ulteriore esborso. Just Dance Unlimited, non è disponibile per PS3, Xbox 360 e Wii. A livello di gameplay Just Dance 2018 è sempre lo stesso rhythm game di sempre, titolo in cui bisogna replicare le coreografie rappresentate sullo schermo in base all’utilizzo di vari sistemi di rilevazione del movimento, con una valutazione costante delle performance che determina poi il punteggio finale e la possibilità di sbloccare e accedere a ulteriori contenuti o semplicemente vincere un match in multiplayer. Lo scopo di Just Dance 2018, va precisato, non è affatto la competizione, infatti, si tratta di un titolo che punta tutto sul fornire uno stimolo a ballare, e per chi ha un minimo di predisposizione al movimento ritmico del corpo può rappresentare un ottimo metodo per alzarsi dal divano e scatenarsi con della buona musica, divertendosi e magari imparando anche qualche passo.

 

La modalità di gioco principale offerta dal nuovo titolo di Ubisoft resta Just Dance, che consente di affrontare i brani separatamente in singolo o in multiplayer locale, mentre il multigiocatore online è accessibile nella modalità World Dance Floor. Sebbene la meccanica resti la stessa di sempre, in linea di massima, ci sono diverse varianti che fanno restare alto l’interesse nel gioco: una novità assoluta è rappresentata dalla già citata modalità Kids, che semplifica un po’ le cose e presenta un repertorio adatto ai più giovani, confermando la natura da titolo adatto a tutta la famiglia. La modalità Machine invece è stata sostituita da Dance Lab, che pone i giocatori dinanzi a una serie di prove alquanto bizzarre, nelle quali è necessario simulare una serie di gesti e movenze a tema all’interno di livelli progressivi. Ancora presente la modalità Fitness che consente di visualizzare le calorie bruciate a ritmo di musica, donando quindi al titolo anche un elemento “salutista”. Per allungare l’interesse e per gli amanti dei “look più cool”, sono presenti anche vari sbloccabili con cui personalizzare il proprio avatar, elementi estetici e quant’altro. Tirando le somme, come per i capitoli precedenti, Just Dance 2018 vale la pena di essere giocato perché in primis è un titolo che diverte, poi perché è un gioco adatto ad ogni età per via del suo approccio “easy” e scanzonato, inoltre va promosso per la sua estetica eccessiva e coloratissima in puro stile anni ’80, ma soprattutto è un prodotto valido anche per i brani ben scelti e che accontentano un po’ tutti. Ovviamente il prodotto Ubisoft dà il meglio di sé quando viene giocato in compagnia, ma grazie alla possibilità di ampliare la biblioteca delle canzoni con Just Dance Unlimited e grazie anche alla componente multiplayer online, l’esperienza di gioco può essere altrettanto appagante anche quando si sta in casa da soli. I possessori di Nintendo Switch poi saranno ben contenti di poter giocare il titolo anche all’aria aperta, grazie alla possibilità di poter giocare anche fuori con la console, unica pecca potrebbe essere rappresentata dalle dimensioni ridotte dello schermo che forse potrebbero essere insufficiente per sessioni di ballo in compagnia di molti amici. In ogni caso se si ha voglia di ballare, se si hanno molti amici, se si vuole animare una festa o più semplicemente si vuole giocare in maniera differente dal solito, Just Dance 2018 è il titolo che fa per voi.

 

Di seguito la lista completa dei brani presenti in game e il nostro giudizio finale:

All You Gotta Do – The Just Dance Band
24K Magic – Bruno Mars
Another One Bites The Dust – Queen
Automaton – Jamiroquai
Bad Liar – Selena Gomez
Beep Beep I’m A Sheep – LilDeuceDeuce ft. Black Gryph0n & TomSka
Blow Your Mind (Mwah) – Dua Lipa
Blue (Da Ba Dee) – Hit the Electro Beat
Boom Boom – Iggy Azalea ft. Zedd
Bubble Pop! – HyunA
Carmen (ouverture) – Just Dance Orchestra
Chantaje – Shakira Ft. Maluma
Daddy Cool – Groove Century
Despacito – Luis Fonsi & Daddy Yankee
Dharma – Headhunterz & KSHMR
Diggy – Spencer Ludwig
Fight Club – Lights
Footloose – Top Culture
Got That – Gigi Rowe
How Far I’ll Go – Disney’s Moana
In The Hall Of The Pixel King – Dancing Bros
Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini – The Sunlight Shakers
Instruction – Jax Jones ft. Demi Lovato & Stefflon Don
John Wayne – Lady Gaga
Keep On Moving – Michelle Delamor
Kissing Strangers – DNCE ft. Nicki Minaj
Love Ward – Hatsune Miku
Make it Jingle – Big Freedia
Naughty Girl – Beyoncé
New Face – PSY
Risky Business – Jorge Blanco
Rockabye – Clean Bandit Ft. Sean Paul & Anne-Marie
Sayonara – Wanko Ni Mero Mero
Shape of You – Ed Sheeran
Side To Side – Ariana Grande Ft. Nicki Minaj
Slumber Party – Britney Spears ft. Tinashe
Swish Swish – Katy Perry ft. Nicki Minaj
The Way I Are (Dance With Somebody) – Bebe Rexha Ft. Lil Wayne
Tumbum – Yemi Alade
Waka Waka (This Time For Africa) – Shakira

 

GIUDIZIO GLOBALE

Grafica: 7,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8
Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise




La Maker Faire torna alla Fiera di Roma dall’1 al 3 dicembre

Torna, con numeri sempre più imponenti e attrazioni sorprendenti, l’atteso appuntamento con “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0”, manifestazione giunta alla sua quinta edizione. Il più grande evento europeo sull’innovazione e sull’impresa 4.0 si svolgerà dall’1 al 3 dicembre 2017 presso la Fiera di Roma. Con 7 padiglioni a disposizione (uno in più rispetto allo scorso anno) per oltre 100mila mq di estensione, Maker Faire Rome si conferma la fiera dove prende forma la rivoluzione digitale, il luogo della ribalta dedicato alle famiglie, ai bambini e a tutti gli appassionati di innovazione, ma anche il format consolidato per le aziende e gli innovatori di professione che utilizzano la cultura digitale come mezzo per affrontare le nuove sfide dei mercati. Resta prioritario e centrale il tema dell’impresa 4.0. Con l’approccio pratico e il linguaggio chiaro che la contraddistingue, Maker Faire Rome intende aiutare il pubblico (composto in buona misura anche da professionisti e imprenditori) a comprendere l’argomento attraverso esempi, simulazioni reali, testimonianze (workshop e seminari). L’obiettivo è quello di guidare i visitatori all’interno di un processo produttivo, possibilmente in funzione, che mostri come il flusso delle informazioni porti intelligenza ed efficienza al processo stesso, dalla produzione alla logistica, dalla supply chain alla sicurezza, dall’energia fino alla personalizzazione del prodotto stesso. Tanti, attuali e coinvolgenti gli altri temi della quinta edizione. Si va dall’Internet delle cose alla manifattura digitale fino all’agricoltura 4.0, passando per il cibo del futuro alla sensoristica; mobilità smart, riciclo e riuso, edilizia sostenibile; robotica; realtà virtuale e aumentata, salute e benessere; scienza e biotecnologie. “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0” (www.makerfairerome.eu) è una manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dalla sua Azienda speciale Innova Camera. Un evento di portata internazionale che fa convergere sulla Capitale il meglio dell’innovazione da tutto il mondo. Per i visitatori Maker Faire Rome è un’occasione irripetibile di interagire – in anteprima – con le innovazioni che cambieranno in meglio la nostra vita mentre per maker, imprenditori, startupper e imprenditori medi, piccoli e piccolissimi è il momento per confrontarsi con realtà internazionali affermate che hanno scelto l’evento come piattaforma di lancio per i loro prodotti e innovazioni e per fare scouting di nuovi talenti. Anche nell’edizione 2017, ben 10mila mq di attività ed espositori saranno dedicati a bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni organizzati nell’apposita Area Kids (padiglione 4).

Una nuova visione del futuro con i progetti di maker, artigiani, scuole, università e artisti

Chi sono i Makers? I Makers sono appassionati di tecnologia, educatori, pensatori, inventori, ingegneri, autori, artisti, studenti, chef, artigiani e tutti coloro che creano e stupiscono con la forza delle proprie idee. Ad esempio, al primo maker della storia, Leonardo da Vinci, si ispira la prima mostra in realtà virtuale e aumentata presente alla MFR, un’esperienza in cui i visitatori conosceranno e approfondiranno l’opera ingegneristica del grande inventore sperimentando in modo immersivo il funzionamento delle sue invenzioni. Il viaggio con Leonardo avverrà attraverso l’uso di postazioni fisse di realtà virtuale e totem sui quali saranno riportati dei target che, inquadrati attraverso tablet e smartphone, permetteranno la materializzazione e la visualizzazione in 3D delle macchine di Leonardo in movimento. Il percorso complessivo comprenderà un’area dedicata alla formazione sulle nuove tecnologie con brevi sessioni dimostrative e interattive. Curatore della quinta edizione di MFR è Massimo Banzi, co-founder di Arduino, indicato dal settimanale “The Economist” come uno dei fautori della “nuova rivoluzione industriale” messa in atto dal movimento Maker – con l’ausilio di Alessandro Ranellucci, coordinatore esecutivo dei contenuti affiancati da un qualificato team di responsabili di area: Bruno Siciliano (area robots), Paolo Mirabelli (area droni), Alex Giordano (area agricoltura), Sara Roversi (area food), Chiara Russo (area kids) e Mauro Spagnolo (area green tech). La Maker Faire Rome è testimonianza di come la creatività, il lavoro e la forza delle idee siano capaci di generare nuovi modelli produttivi fondati su singole iniziative e progetti brillanti. La città di Roma si conferma, per il quinto anno consecutivo, polo attrattivo di nuove idee, contenuti e modelli economici: basti pensare che ben 750 progetti provenienti da 40 nazioni diverse, con tutti i 28 Stati membri dell’Unione Europea rappresentati, sono arrivati dalla sola “Call for Makers”. I centri della conoscenza alla Maker Faire Rome: scuole, università e centri di ricerca. Le nuove generazioni guardano al futuro attraverso la Maker Faire Rome. Lo conferma la grande partecipazione di Università, Centri di ricerca e scuole attraverso le relative Call. In un’apposita area dedicata della Fiera saranno presenti 28 tra università (di cui 5 straniere) e centri di ricerca. Sono invece 55 le scuole selezionate, tra le centinaia di progetti pervenuti, in rappresentanza di tutte le regioni italiane (50 Istituti secondari e ITS italiani e 5 provenienti da Grecia, Ungheria, Portogallo, Romania e Slovenia). Presente anche una scuola extra Ue, di Israele. Tutte le scuole hanno partecipato alla Call for Schools, realizzata in collaborazione con il Miur: a quelle selezionate è stato garantito uno spazio gratuito all’interno della Maker Faire per esporre le proprie creazioni.

 

Maker Faire Rome Contest 2017

Maker Faire Rome non è solo un punto di arrivo per i tanti maker che espongono i propri progetti, ma un punto di partenza verso un futuro migliore. Per questo, anche l’edizione 2017, si arricchisce di contest e iniziative speciali finalizzate a valorizzare i migliori progetti, per garantire visibilità e lo sviluppo delle diverse iniziative presentate: un riconoscimento pubblico e tangibile al valore della creatività esposta durante la manifestazione. Tra i contest proposti quest’anno My Sustainable City (http://www.makerfairerome.eu/it/my-sustainable-city), promosso da Eni, ACI e la rivista Energia, nasce dalla volontà di individuare, supportare e diffondere la realizzazione di soluzioni tecnologiche innovative in tema di mobilità. Si cercano soluzioni che consentano di incrementare la qualità della vita dei cittadini che quotidianamente si spostano e/o di migliorare la qualità dell’aria nei grandi centri urbani, per una città e una mobilità sicura, sostenibile e accessibile a tutti. Si riconferma, poi, Make to Care (http://www.makerfairerome.eu/it/mfr17-torna-maketocare-contest-sfida-le-disabilita), promosso da Sanofi Genzyme e alla sua seconda edizione, finalizzato a far emergere e facilitare la realizzazione, nonché la diffusione, di soluzioni innovative e utili a incontrare i bisogni reali delle persone affette da qualunque forma di disabilità, intesa come qualsiasi diminuzione marcata della qualità della vita a causa di patologie e/o eventi traumatici. Infine, Play It Easy (http://www.makerfairerome.eu/it/play-it-easy) è il contest promosso dal CONI con la volontà di supportare la realizzazione e la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative volte a incrementare la partecipazione alla pratica e agli eventi sportivi.

 

Programma e contenuti

Anche quest’anno la quinta edizione di “Maker Faire Rome” parte con l’Educational Day (http://www.makerfairerome.eu/it/educational-day). Venerdì 1 dicembre, dalle 9 alle 13, avrà luogo la tradizionale mattinata di formazione gratuita dedicata alla visita delle scolaresche – sono attesi 25mila studenti – prima dell’apertura al pubblico, per vedere da vicino tutte le invenzioni create dai makers. Sempre venerdì, alle 11,30, anche in live streaming, si terrà l’Opening Event della quinta edizione dal titolo “The Future in the Making” (http://www.makerfairerome.eu/it/the-future-in-the-making). Ogni giorno centinaia d’innovazioni cambiano il nostro modo di vivere, produrre e rapportarci con gli altri. Un “futuro in costruzione” che sarà raccontato con l’aiuto di ospiti d’eccezione provenienti da tutto il mondo e presentati dal giornalista Alessio Jacona, conduttore delle conferenze. Il pomeriggio, dalle 14, “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0” si apre al grande pubblico fino a domenica 3 dicembre. Da non perdere la conferenza “Make and inspire” di venerdì pomeriggio. Quando la creatività dei makers si incontra con la capacità narrativa degli youtuber, un nuovo tipo di racconto prende vita: per capire quale, non perdetevi le testimonianze di tre famosi youtuber quali Laura Kampf, Rulof McGyver e Giaco Whatever. Sabato 2 dicembre, alle 14,30, si terrà “Robots: what’s next?” una conferenza sulla robotica durante la quale verrà presentato il libro “I robot e noi” scritto da Maria Chiara Carrozza, scienziata ed ex ministro dell’Istruzione. Seguirà un dibattito sui temi etici e sociali legati al mondo dei robot e verranno presentate alcune eccellenze della robotica italiana nel mondo. La conferenza sul cibo, dal titolo “Agrifood: make, hack or tech?”, si svolgerà, invece, domenica 3 dicembre a partire dalle 11,30.

 

Le attrazioni da non perdere

Alta formazione e grandi attrazioni ci saranno anche negli stand dei partner della manifestazione che contribuiscono ad arricchire con contenuti di alta qualità l’evento Maker Faire. Lo spazio espositivo di Eni chiamato “Innovation for Energy”, ad esempio, è una grande area che mostrerà al pubblico l’applicazione di tecnologie digitali innovative per l’addestramento del personale e le loro possibili evoluzioni nell’ambito di salute e sicurezza dei lavoratori e per la gestione impianti. Due le tematiche principali dello spazio: la prima è l’OTS – Operator Training Simulator. Un sistema che permette di addestrare gli operatori d’impianto in maniera immersiva e collaborativa. Le persone indossano caschetti 3D ad alta risoluzione che simulano il contesto industriale per apprendere le procedure operative di gestione degli impianti e delle eventuali situazioni critiche. Il pubblico potrà vivere in prima persona l’esperienza di camminare ed interagire con un vero impianto Eni fedelmente riprodotto in 3D. La seconda tematica è sulla “Salute e Sicurezza aumentate” dove verranno presentati alcuni prototipi realizzati in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (MIT). Alla Maker Faire Arrow Electronics, società tecnologica globale che fornisce prodotti e soluzioni per l’innovazione, organizzerà una serie di lezioni tecniche, colloqui di consulenza, dimostrazioni pratiche di nuove tecnologie. Sarà presente anche il Chief digital officer, Matt Anderson che terrà una presentazione ad hoc. Arrow Eletronics presenterà anche la piattaforma globale per il supporto agli imprenditori che desiderano portare le loro idee dal concepimento iniziale al mercato (realizzata con Indiegogo). Si tratta di un rivoluzionario servizio crowdfund-to-production, destinato ad accelerare il ritmo di innovazione per i produttori che operano nell’ambito della tecnologia e dell’IoT (Internet of Things). Ulteriori presentazioni saranno tenute ogni 30 minuti nello speaker corner dello stand (padiglione 7). Le dimostrazioni riguarderanno settori quali l’IoT, l’imaging e il rilevamento, la stampa in 3D e la comunicazione wireless. Nello stand Unidata, ci sarà la presentazione della tecnologia “LoRa”, volta a rendere l’Internet of Things (IoT) una realtà concreta. Unidata ospiterà anche le sei start-up selezionate nell’ambito dell’Open innovation challenge lanciato dalla Regione Lazio, attraverso la società in house Lazio Innova. L’iniziativa, in collaborazione con Unindustria, è stata concepita per favorire l’incontro fra domanda e offerta di innovazione. Leroy Merlin, all’interno di uno stand di 80 mq, ha organizzato incontri con la creatività dei designer coinvolti nel progetto Design Lab, che ambisce a progettare prodotti originali, unici e facili da realizzare a partire da materiali semplici. I visitatori potranno, inoltre, conoscere l’offerta di prodotti innovativi legati al mondo della domotica pensati per una casa smart e connessa, accanto a quelli del reparto utensileria, particolarmente adatti a supportare il lavoro dei maker e si potrà partecipare a otto diversi corsi fai-da-te rivolti ai bambini dai 6 ai 10 anni per avvicinarli alla filosofia del “fai da te”. Si potrà poi vedere e toccare con mano, grazie alla collaborazione con ACI, il prototipo di formula E che sarà protagonista dell’E-Prix 2018, la tappa italiana del campionato di Formula E prevista a Roma. Un bolide con motore elettrico che sfreccerà, il prossimo aprile, per le strade del quartiere Eur. Meno veloci ma non meno divertenti saranno i kart elettrici che tutti i ragazzi potranno guidare, sponsorizzati da ACI, su un’apposita pista all’interno della Maker Faire. Un grande stand sarà, poi, allestito dall’Aeronautica Militare con attrazioni e simulazioni imperdibili. Ci sarà, novità di quest’anno, una grande area dedicata alla robotica, uno spazio di ben 400 mq con le migliori eccellenze della robotica italiana elaborati da ricercatori e team delle più prestigiose università italiane tra cui la Sant’Anna di Pisa, La Sapienza di Roma, la Federico II di Napoli, l’ateneo di Siena e l’Università di Bologna. A grande richiesta torna “The House of Drones”, dove appassionati e non, grandi e piccini, potranno dilettarsi con tantissime esibizioni, dimostrazioni di volo acrobatico, coreografie, ma anche assistere a mini-conferenze con professionisti del settore. Saranno presenti i piloti di Fpv Racing selezionati fra i migliori in Italia e in Europa, nomi illustri come Giuseppe Rinaldi, Lorenzo “Bramo” e Luisa Rizzo, una ragazza di 15 anni che è davvero un talento di questo sport. Sarà inoltre presente, con i suoi workshop, l’avvocato Giovan Battista Gallus, tra i massimi esperti italiani della materia. Verranno, inoltre, scelti a caso tra il pubblico giovani e giovanissimi per il “battesimo” del drone e gli spettatori, dagli spalti, potranno guardare direttamente negli occhiali dei piloti grazie a diversi monitor posizionati ai lati della voliera. Per la Maker Faire l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia, ha ideato un corso di robotica gratuito su iCub (un piccolo robot, alto 1,04 metri e con un peso di circa 25 kg, creato da un team di ricercatori dell’IIT) che si terrà sabato 2 e domenica 3 dicembre dalle 10,30 alle 18,30. I ricercatori della ICub Facility e del dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences di IIT guideranno i partecipanti alla programmazione della testa del robot umanoide iCub. Da non perdere! Molto ampia e variegata l’offerta formativa della Maker Faire Rome 2017. Ci saranno infatti, nel corso dei tre giorni di fiera, decine di corsi, rivolti in particolare ad artigiani e Pmi, su temi come la stampa 3D, lavorazioni di fresatura e laser, la manifattura robotica o la modellazione tridimensionale sugli strumenti di disegno per la digitalizzazione di prodotti e processi fino alla progettazione e fabbricazione digitale per il settore moda. Sarà presente, con un proprio spazio espositivo, anche Unioncamere che spiegherà il ruolo delle Camere di commercio italiane a supporto della digitalizzazione delle imprese: grazie ai PID, i Punti d’Impresa Digitale, localizzati presso le varie CCIAA e che offriranno la diffusione della conoscenza di base sulle tecnologie in ambito Impresa 4.0.

 

Il 25 e il 26 novembre “The Big [smart] Hack 4.0” al Tempio di Adriano

Una settimana prima della Maker Faire 2017, il 25 e il 26 novembre nel Tempio di Adriano, Sala storica della Camera di Commercio di Roma, si svolgerà “The Big [smart] Hack 4.0” (http://www.makerfairerome.eu/it/hackathon-torna-the-big-smart-hack), una due giorni di programmazione dedicati ai temi della Smart City, energia rinnovabile, Big data, tecnologia IoT e, in genere, tecnologie innovative. Sviluppatori, ingegneri, designer, startupper, studenti, maker, ma anche chi lavora nel mondo della comunicazione e non solo, si sfideranno per liberare la propria creatività e sviluppare applicazioni innovative capaci di migliorare molti aspetti della vita quotidiana di milioni di persone, con uno sguardo all’efficienza e all’inventiva. L’evento è organizzato da Maker Faire Rome in collaborazione con Codemotion e Tree. La “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0” è resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con partner istituzionali quali la Regione Lazio (presente con un proprio spazio espositivo chiamato “Future Makers”) e l’ICE (che ha supportato la manifestazione rendendo possibile l’intervento di speaker di fama mondiale), oltre ai tanti sponsor che hanno sposato la logica dell’interazione con pubblico e addetti ai lavori per offrire esperienze indimenticabili e moltiplicare l’offerta di contenuti fruibili da un pubblico variegato, composto anche da imprenditori e investitori. Oltre a Eni, Arrow Electronics, Unidata, Leroy Merlin, ACI, Trenitalia e Sanofi Genzyme saranno presenti con i propri contenuti e offerte formative di qualità, gli altri partner della Maker Faire Rome: BNL Gruppo BNP Paribas – Artigiancassa, RS Components, Acea Spa, Poste Italiane, Media Direct Srl, Digi-Key Electronics, Teko Spa, Mouser Electronics, Doc Servizi Soc. Coop, STMicroelectronics International NV, Happy Nursery Srl, Red Bull Srl, Quadrifor – Istituto Bilaterale per lo sviluppo della Formazione dei Quadri del Terziario, Resinio Ltd e Sviluppo Campania Spa.

 

F.P.L.




Vini e feste, Natale con o senza bollicine? Ce ne parla Rita Martino

“In vino veritas”. “Nel vino è la verità” è un proverbio latino e scherzosamente lo si dice quando una persona è in stato di ebbrezza e con leggerezza sta rivelando fatti che normalmente non avrebbe mai detto, è uno dei tanti proverbi che parlano del vino e dei suoi effetti se si esagera nell’assunzione, anche Ovidio lo scrisse “che cosa non rivela l’ebbrezza? essa mostra le cose nascoste”. Il vino fin dalla notte dei tempi è sempre stato un elemento importante per festeggiare, per immortalare un evento e sono infinite le testimonianze artistiche che ne provano l’uso, nelle arti applicate le opere che testimoniano il rapporto tra arte e vino sono tante, fra le opere più celebri è il dipinto di Francisco Goya, raffigura la vendemmia su una sua tela oggi custodita al Museo del Prado di Madrid. Celebre è il film di genere di commedia brillante “Il profumo del mosto selvatico” del 1995 con Giancarlo Giannini, Keanu Reeves ed Anthony Quinn, quasi tutto il film venne
girato in un vigneto.
Ma il vino a che epoca risale? Il vino ha “accompagnato l’uomo a tavola” da sempre tanto che è difficile stabilire la datazione precisa a che epoca risale la domesticazione dell’uva, infatti si può dire che il vino sia nato insieme all’uomo, i ritrovamenti sparsi per tutto il mondo testimoniano la presenza di questa bevanda fin dalla preistoria; fra i più antichi ritrovamenti esistenti possiamo citare il sito archeologico che si trova in Armenia nel villaggio di Areni, è stata definita dagli archeologi “La più antica cantina del mondo”, il ritrovamento è risalente a ben 6.100 anni fa circa, ed è la prova più antica della produzione di vino seriale e di vinificazione. Nel sito armeno sono stati ritrovati recipienti per la fermentazione e la conservazione del vino, coppe nonché resti di graspe, semi e bucce, per verificarne che la vasca e le anfore custodissero effettivamente del vino, gli archeologi hanno sottoposto ad analisi chimiche dei frammenti di ceramica accertandone la presenza di questa bevanda, inoltre i frammenti sono stati sottoposti al radiocarbonio rivelandone la datazione stabilendo che risalgono fra il 4.100 e il 4.000 a.C. Sono tante le testimonianze che provano la presenza del vino al mondo in epoca preistorica, ad esempio in Iran sono state ritrovate testimonianze archeologiche di vino (ma non di cantine) risalente ad un millennio prima del sito armeno a circa 7.000 anni fa. Gli studiosi concordano che con molta probabilità l’assunzione del vino sia nato per onorare i defunti perché i ritrovamenti sono sempre in prossimità di un sito funerario.
Fra poco è Natale e noi tutti saremo presi dal dilemma cosa dobbiamo regalare ai nostri cari, il vino può essere un ottimo regalo, oppure quale vino abbinare al cenone di Natale per renderlo unico e vivere un’esperienza edonistica con i nostri cari ad un prezzo contenuto?
Ma, vino con bollicina o senza? queste domande L’Osservatore d’Italia ha voluto formularle ad un’esperta del settore la Dott. Rita Martino di Bacoli laurea in Viticoltura ed Enologia conseguita presso l’Università Federico II di Napoli.

Quale vino regalare in occasione del Natale? Bollicina o senza bollicina?
Se dovessi consigliare un vino da regalare in occasione del Natale gradito ed apprezzato da molti e che si sposi bene con i piatti tradizionali preparati da Nord a Sud della nostra bella penisola, penserei di suggerire una BOLLICINA poiché, con la sua briosità accompagna da sempre i momenti di festa.
Per aiutare i nostri lettori ad orientarsi nell’oceano delle offerte di mercato, faremo una panoramica generale di questa tipologia di vino, che ci aiuti a differenziare i prodotti per caratteristiche e per prezzo.
Iniziamo col dire che la denominazione “vino spumante” si applica esclusivamente ai vini la cui effervescenza deriva dalla fermentazione alcolica condotta in un recipiente chiuso.
Questo recipiente può essere la bottiglia o l’autoclave.

Il metodo di spumantizzazione in autoclave detto “Charmat” o “Martinotti”, dal nome dell’inventore Federico Martinotti, ricercatore presso la Stazione Agraria di Torino e direttore poi della Regia Stazione Enologica Sperimentale di Asti, fu brevettato in Italia, Francia e Svizzera nel 1895 attraverso la presentazione di un impianto appositamente pensato per la spumantizzazione di vini aromatici, ed in particolare per la produzione “dell’Asti” e del “Moscato d’Asti”.
Grazie al metodo Martinotti le rotture di bottiglie furono azzerate con cospicui ritorni economici per le aziende, mentre con il metodo di rifermentazione in bottiglia si poteva arrivare al 40% di scoppi. In virtù dei brevi tempi di lavorazione le aziende avviarono la produzione in funzione delle richieste, soddisfacendo prontamente i committenti ed operando a costi minori. Tutto ciò consente di collocare la bottiglia di spumante metodo Martinotti sul mercato ad un prezzo più competitivo rispetto a quella prodotta con metodo classico. Uno dei vini ottenuti con questo metodo e molto apprezzato all’estero è il Prosecco, prodotto con uve Glera.
Invece il metodo di rifermentazione in bottiglia è quello tradizionale con cui si produce lo Champagne, considerato il più prestigioso dei spumanti.
Lo si produce su un territorio definito, con dei vitigni ed una tecnologia di vinificazione rigorosamente stabiliti. Il vino di base viene fatto rifermentare in bottiglia. Questo metodo rifermentativo prende il nome di ‘methode champenoise’ se viene effettuato nella zona dello Champagne (Francia), altrimenti si parla di “metodo classico” se lo si produce in Italia.
Anche gli spumanti prodotti in Italia con ‘metodo classico’ possono far vivere un’esperienza altrettanto edonistica come i prestigiosi Champagne, tra questi menzioniamo i vini Franciacorta (Lombardia), Trentodoc (Trentino), Alta Langa (Piemonte).
Interessante è la storia del Trentodoc che inizia con Giulio Ferrari, un curioso e giovane enologo dell’Istituto Agrario di San Michele dell’Adice che sarebbe poi diventato un simbolo per il mondo delle bollicine a livello internazionale.
Il metodo classico è una tecnica di produzione sicuramente più dispendiosa, laboriosa e lunga rispetto al metodo Martinotti, pertanto i produttori sostengono costi maggiori e dunque il prezzo di una bottiglia di spumante ‘metodo classico’ sarà superiore di una realizzata con ‘metodo Martinotti’, inoltre il profumo del vino spumante ottenuto con il metodo classico sarà complessato dal tipico sentore rilasciato dalla lunga permanenza dei lieviti in bottiglia che rievoca gli odori di panetteria e dagli aromi rilasciati dalla barrique se è previsto un affinamento in botti in legno.
Le bollicine ben si sposerebbero con le portate di apertura della cena o del pranzo di Natale se contenenti un basso tenore di zuccheri residui, pertanto sceglieremo quelle con una delle seguenti diciture: Pas dose, extra brut, brut, che indicano rispettivamente residui zuccherini che vanno da 0gr/L a 12g/L. Sarebbe preferibile invece abbinare uno spumante Extra dry, Dry, Demi-sec o Doux al dolce poiché il tenore in zuccheri di questi ultimi arriva fino a 50g/L.

Giuseppina Ercole




Torino, Isis: 5 arresti “non eseguibili”

TORINO – La Procura di Torino ha ottenuto cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti giovani tunisini indagati per terrorismo internazionale. Le misure però non possono essere eseguite a causa di questioni di procedura. I cinque sono sospettati di avere formato in Italia un gruppo collegato all’Isis. Tre di loro si trovano agli arresti domiciliari per droga. Gli altri due invece sono liberi, uno dei quali è già stato espulso nel 2016.

La procura di Torino aveva chiesto gli arresti il 17 maggio, ma un gip, il 21 giugno, aveva respinto l’istanza. Il pm Andrea Padalino ha fatto ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, che nei giorni scorsi gli ha dato ragione. L’ordinanza dei giudici, però, non è esecutiva perché gli indagati possono ancora ricorrere in Cassazione. L’arresto, quindi, non può scattare.

Ci sono anche i nomi di due tunisini morti in Siria nell’inchiesta. I due ‘foreign fighters’ erano formalmente indagati dalla procura: dopo un soggiorno in Italia erano andati a combattere in Medio Oriente e, alla loro morte, i compagni li avevano salutati come “martiri” con dei post su Facebook.

Gli accertamenti sono nati da controlli su false dichiarazioni di studio all’Università di Torino presentate da stranieri per ottenere permessi di soggiorno. I militari hanno individuato i sospettati e hanno scoperto che nel frattempo si erano stabiliti a Pisa per dedicarsi allo spaccio di stupefacenti.




Russiagate, a ognuno il suo: ecco la vergogna italiana

Un approfondimento sui fatti italiani di lunedì scorso per rinfrescare la memoria di chi si scandalizza del Trump di oggi. L’Italia sta passando uno dei momenti più critici della sua storia. Si trova senza partiti, orfana di una classe dirigente, avviata con occhi blindati verso nuove elezioni, guidata da una legge elettorale che, a priori, già si sa, non produrrà che ingovernabilità, e tanti, anziché preoccuparsi delle macerie della propria casa, si appassionano e si accalorano su quello che sta succedendo in casa altrui.

 

Qualche testata (le solite), per meglio chiarire di cosa si parla, ha riportato: “Le possibili intrusioni della Russia nelle elezioni statunitensi e lo scandalo che ha investito l’amministrazione Trump” e poi “Russiagate al calor bianco: Paul Manafort si consegna all’Fbi” e ancora “Trump: scontro con servizi segreti Usa” – “Putin è sincero” e così via e ogni giorno non manca la cronaca della “Russiagate americana di Trump” sia sul cartaceo, sul web e nei salotti “chic” televisivi.

 

E’ pure vero che le attricette, oggi che sono fuori dalle luci della ribalta stanno in coro denunciando le molestie che hanno dovuto subire all’inizio della loro carriera, si è vero, ma poi della Russiagate italiana degli anni novanta non si fa menzione.

 

Diceva bene Di Pietro che i partiti vivono in un mondo sparito. Degli interessi di Mosca nella politica di alcuni paesi occidentali, l’Italia ha la sua personale esperienza da poter raccontare.
Palmiro Togliatti, allora conosciuto anche come “giurista del Comintern”, guida storica del Partito Comunista italiano, nel 1930 prese la cittadinanza sovietica e allora non era ancora di moda dare degli appellativi ai compor-tamenti “fuori dalla norma”.

 

Durante il processo Cusani, il compianto Bettino Craxi, uno dei pochi grandi statisti che abbia avuto l’Italia, accusava l’allora Presidente della Camera Giorgio Napolitano di aver taciuto sul finanziamento illegale dell’Unione Sovietica verso il PCI. La registrazione di quel lunghissimo processo è a disposizione di chiunque sia appassionato della materia.

 

Negli anni ’90, il dossier Mitrokhin aveva confermato che solo negli anni 1971-1977 il PCI ricevette dall’Unione Sovietica 22 milioni di dollari. In quegli anni ancora non si celebrava il Giubileo Straordinario della Mise-ricordia. No, quello è stato proclamato da Papa Francesco per mezzo della bolla pontificia Misericordiae Vultus ed ha avuto luogo nel 2016. Eppure quei finanziamenti ricevuti dall’Unione Sovietica per foraggiare un partito italiano, furono perdonati. Con legge 7 maggio 2002, n. 90 fu istituita a proposito la Commissione Parlamentare d’inchiesta concernente il “Dossier Mitrokhin” e l’Attività d’Intelligence italiana, dossier che gettava ombre su tutta l’Europa e su tante losche vicende italiane come le brigate rosse, il caso Moro e non solo.

 

Nel suo penultimo discorso alla Camera del 3 luglio 1992, Bettino Craxi fu più che esplicito riguardo agli interessi stranieri negli affari locali: “… s’intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati. E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare od illegale”
Craxi concludeva aggiungendo: “Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.”

 

Nessuno dei presenti viventi e che fortunatamente non hanno avuto l’ingiusta sorte dello statista Bettino Craxi, nessuno responsabile politico si è alzato finora a pronunciare un giuramento in senso contrario e ciò significa tacitamente confermare quanto da Bettino Craxi asserito. Ma non basta. I reportage dei vari Giovanna Botteri, Giovanna Pajetta e altri corrispondenti da New York che ci aggiornano continuamente sull’accanita ricerca, da parte di un certo ceto sociale americano, per scoprire evidenze contro Trump, non dovrebbero impressionare più di tanto gli italiani.

 

In Italia dovrebbe risultare impossibile scandalizzarsi dei vari Russiagate d’oltre oceano, quando nel Bel Paese ancora vanno a spasso coloro che ne hanno seppellito uno uguale, per non dire peggio. A ognuno il suo “Russiagate”.

 

Emanuel Galea

https://youtu.be/t1CPoegGrWw




Rugby Frascati Union 1949, il dg Spagnoli: «Il primo terzo di stagione è sicuramente positivo»

Frascati (Rm) – Coi campionati fermi in ossequio agli impegni della Nazionale, in casa Rugby Frascati Union 1949 c’è il tempo di fare un mini-bilancio sui primi tre mesi (circa) di stagione. A tracciare un quadro di come siano andate le cose fino a questo momento è il direttore generale Antonio Spagnoli: «Nel settore maschile, il primo XV è andato indubbiamente oltre le aspettative. L’attuale secondo posto nella prima fase della serie C1 è sicuramente un segnale importante: ora bisogna mettere a punto la macchina affinché si possa raggiungere il traguardo più alto possibile alla fine della stagione, considerati gli impegni di spessore che dovrebbero attendere i nostri ragazzi nella seconda fase del campionato. Poi siamo “super contenti” della serie C2 che ha dimostrato di avere un gran gruppo di giocatori e di essere guidata da uno staff tecnico assolutamente all’altezza. Nel girone probabilmente ci sono due o tre squadre che hanno qualcosa in più, ma per il resto i nostri ragazzi se la possono giocare tranquillamente con tutte. L’Under 18 è stata un po’ penalizzata da una serie di infortuni, ma ora la situazione sta tornando più tranquilla e siamo convinti che anche questo gruppo possa togliersi le sue soddisfazioni. In questa categoria va ricordata la collaborazione con la società romana dell’Arnold che porterà i suoi frutti anche in prospettiva futura assieme a quelle con le altre realtà del patto. Sempre in quest’ottica, c’è da dire che il Rugby Frascati Union 1949 ha messo nel cantiere l’idea di formare anche un gruppo Under 14». Il tono di Spagnoli passa da molto soddisfatto a entusiasta nel parlare del settore femminile. «In questo caso c’è stata una vera e propria esplosione – rimarca il dg – Abbiamo quasi 40 atlete tra Senior, Under 16 e Under 14 e il numero va allargandosi continuamente tanto che c’è in progetto anche di formare una squadra di rugby a 15 (ora le ragazze giocano a 7, ndr). Merito del gran lavoro dello staff e di tutta la società non solo sul campo, ma anche nelle scuole delle territorio». Infine non vanno dimenticate le note positive che provengono dalla “base”. «Abbiamo fatto i primi concentramenti con Under 6, Under 8 e Under 10 e anche nel settore minirugby siamo contenti dei risultati che stiamo ottenendo» conclude Spagnoli.




S. Nilo Grottaferrata (volley), De Stefano: «Inizio promettente della Under 16 promozionale»

Grottaferrata (Rm) – Si è messo in moto anche il settore volley del San Nilo Grottaferrata. Un paio di squadre del club criptense hanno già iniziato le loro fatiche ufficiali e il responsabile di settore Fabio De Stefano ne approfitta per fare un quadro di questo primo periodo di stagione. «L’Under 16 promozionale allenata da Riccardo Zanotti ha esordito con una bella vittoria proprio nello scorso fine settimana: le ragazze hanno sconfitto per 3-1 l’Albalonga al termine di una gara molto ben condotta. Pensiamo di poterci togliere delle belle soddisfazioni con questo gruppo che forse manca ancora di un po’ di esperienza considerando che la maggior parte di queste ragazze ha iniziato a giocare a pallavolo da tre anni. Comunque Zanotti è un tecnico competente e un ragazzo in gamba che ha tanto entusiasmo: se le ragazze lo seguiranno potranno crescere molto». Un inizio di stagione più difficoltoso lo hanno avuto le atlete dell’Under 16 Elite, allenate da coach Fabio Lauri. «Problematiche che ci aspettavamo considerando che questo gruppo proviene quasi totalmente dalla “vecchia” Under 14 Elite e quindi gioca sotto età. Le ragazze devono rimanere tranquille e continuare a lavorare perché siamo convinti che alla lunga riusciranno a dimostrare il loro valore. E’ chiaro che sarebbe importante ottenere qualche risultato positivo anche per aumentare la dose di autostima delle nostre ragazze, ma l’obiettivo primario di tutte loro dev’essere la crescita». La stessa Under 16 Elite, a breve, sarà chiamata anche agli “straordinari”. «Con questo gruppo giocheremo anche il campionato di Seconda divisione – sottolinea De Stefano – Anche in questo caso è prevedibile qualche difficoltà di risultato, ma non è la cosa che ci interessa di più». Il settore volley del San Nilo Grottaferrata farà presto il tifo anche per altri gruppi. «Stiamo per cominciare il campionato anche con la nostra Under 14 che farà il promozionale a partire dalla prossima settimana, poi avremo anche un gruppo Under 12 composto per la maggior parte da piccole atlete uscite dal nostro settore minivolley» conclude De Stefano.