Mafia cinese, il Tribunale del Riesame scarcera tutti, anche il presunto supremo boss d’Europa: la Procura farà ricorso in Cassazione

FIRENZE – Tutti scarcerati dal tribunale del riesame i 24 cinesi finiti in cella il 18 gennaio scorso nell’ambito dell’inchiesta ‘China Truck’ della Dda di Firenze, e per cui il gip Alessandro Moneti aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 33 persone.

Alcuni scarcerati sono stati messi agli arresti domiciliari, altri hanno l’obbligo di firma

Secondo quanto risulta, il riesame ha valutato la mancanza di indizi gravi per le accuse di associazione a delinquere e di aver costituito un’organizzazione mafiosa dedita a usura, prostituzione, gioco d’azzardo, estorsioni, traffico di droga, anche attraverso un controllo ferreo dei rapporti all’interno della comunità cinese a Prato, con riflessi in Italia e in Europa.

Scarcerato anche il presunto boss supremo in Europa – secondo le accuse -, Zhang Naizong, il ‘capo dei capi’: va ai domiciliari e solo per l’accusa di usura. La procura antimafia di Firenze farà ricorso in Cassazione.




Palermo, banda di rapinatori: il GIP convalida gli arresti per i 6 banditi

PALERMO – Il G.I.P. ha convalidato gli arresti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia San Lorenzo nei confronti dei 6 soggetti fermati sullo svincolo autostradale di Termini Imerese ed intenzionati a commettere una rapina ai danni di uno dei furgoni adibito al trasporto dei tabacchi.

I sei si erano dapprima incontrati in un distributore di Palermo per poi dividersi in varie autovetture in base ai ruoli da svolgere:

Parlatore Michele nato a Palermo, classe 1967 ed il genero Patricolo Manuel nato a Palermo, classe 1994 erano a bordo del furgoncino della ditta “onoranze funebri” pronti ad effettuare il trasferimento della marce una volta trafugata.

I fratelli Bronzellino Vincenzo nato a Palermo, classe 1982 e Bronzellino Onofrio, nato a Palermo, classe 1979 insieme a Trippodo Giuseppe nato a Palermo, classe 1988 e Corrao Giuseppe nato a Palermo, classe 1973, saliti su tre macchine diverse, erano coloro che avrebbero effettuato la rapina approfittando della consegna delle scatole presso una rivendita di tabacchi.

I sei avevano pensato a tutto:

Dalle fascette – trovate all’interno di una macchina – necessarie per bloccare i due dipendenti, alla bomboletta spray da usare per oscurare le telecamere installate a protezione del carico, oltre a scalda collo e guanti per evitare di lasciare impronte.

I Carabinieri sono riusciti ad evitare che i rapinatori riuscissero ad impossessarsi di circa 200.000 euro di merce.

All’esito dell’udienza di convalida e degli interrogatori il G.I.P. ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i componenti della banda, ad eccezion fatta per Trippodo Giuseppe, tradotto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in virtù del suo ruolo marginale.




Sicilia, scuola: USB ottiene circolare dell’USR sul corretto utilizzo dei docenti di sostegno

PALERMO – Con circolare del 06/02/2018 l’USR Sicilia risponde positivamente al sollecito venuto dall’USB Scuola Sicilia in relazione al corretto utilizzo dei docenti specializzati sul sostegno nelle scuole della regione. Dopo l’apertura di formali contenziosi con alcuni Dirigenti scolastici, che avevano spinto USB a chiedere un intervento diretto dell’amministrazione in due incontri presso l’USR Sicilia, nella giornata di oggi l’USR Sicilia ha emanato una circolare ufficiale al fine di evitare ulteriori contenziosi.

Dalla circolare si evince chiaramente che il docente di sostegno non può essere mai utilizzato per sostituire i colleghi assenti, in presenza dell’alunno diversamente abile, mentre l’utilizzo in assenza dell’alunno può avvenir solo in casi eccezionali non altrimenti risolvibili e deve essere sempre legato al progetto d’integrazione.
L’USR Sicilia chiarisce ciò che dovrebbe essere ovvio a tutti i Dirigenti Scolastici, ma che ha aperto nel corso degli anni inutili contenziosi, con ricadute negative su docenti di sostegno ed alunni.
Questa circolare dimostra che il sindacalismo conflittuale, quando rivendica il rispetto dei diritti dei lavoratori, degli alunni e delle famiglie, accredita il proprio ruolo e la propria competenza anche presso l’amministrazione, ottenendo il rispetto dei principi base del corretto funzionamento delle scuole, a cui devono concorrere tutti i soggetti interessati ad una scuola pubblica statale democratica, egualitaria ed inclusiva.




Rieti, emergenza in carcere: “anomalie sistemi di chiusura”

RIETI – “Continuano a giungerci segnalazioni riguardo il mancato funzionamento di diversi sistemi di chiusura. Tali criticità  – dichiara in una nota il sindacato UILPA Polizia Penitenziaria – era già stata rilevata e segnalata a seguito della visita dei luoghi di lavoro effettuata da una delegazione della scrivente O.S. in data 28 marzo c.a. Purtroppo la situazione è rimasta pressoché immutata. In particolare, si sta verificando che, nonostante i recenti interventi di manutenzione e ripristino degli stessi, parecchi sono di nuovo non funzionanti per cui il personale deve agire manualmente. La criticità interessa sia i cancelli esterni che quelli interni senza risparmiare nemmeno la porta carraia”.




Macerata, morte Pamela: tre i nigeriani fermati. Per la Procura è omicidio volontario

MACERATA – Salgono a tre i nigeriani fermati per la morte della giovane Pamela. Oltre a Innocent Oseghale, già arrestato, sono stati fermati il 29enne nigeriano bloccato ieri alla stazione di Milano e Desmond Lucky, già indagato insieme ad Oseghale. In particolare, i reati ipotizzati dalla procura di Macerata sono quelli di omicidio, vilipendio, occultamento di cadavere e concorso in spaccio di stupefacenti.

Con i due fermi eseguiti “d’iniziativa della Procura della Repubblica di Macerata, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro, “riteniamo l’indagine chiusa”. Lo ha detto all’ANSA il Procuratore Giovanni Giorgio. I provvedimenti cautelari dovranno poi essere convalidati dal gip. L’inchiesta, ha precisato il magistrato, “coinvolge tre indagati” ed “è chiusa”.

Ci sono “elementi significativamente rilevanti” che la morte di Pamela Mastropietro sia stata causata da un “omicidio volontario” nella relazione preliminare che il medico legale ha inviato alla Procura ieri sera. Lo rende noto la Procura di Macerata.
L’accelerazione dell’inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro, che ha portato al fermo di altri due nigeriani dopo l’arresto di Innocent Oseghale, si è resa necessaria per il fatto che “uno degli indagati si stava velocemente allontanando verso la Lombardia”. Gli inquirenti non ne conoscevano l’identità ma “solo un nomignolo convenzionale”.




Civitavecchia: continua la protesta all’Authority degli ex lavoratori Royal Bus

CIVITAVECCHIA – Continua il presidio degli ex lavoratori Royal Bus davanti la sede dell’Authority a Molo Vespucci. Ancora niente stipendi ma dall’Adsp arrivano rassicurazioni dopo un colloquio tra il segretario generale Roberta Macii e una delegazione dei lavoratori con i rappresentanti sindacali.

Anche la Compagnia portuale di Civitavecchia sul posto per dare il suo supporto. Presente anche il consigliere comunale di maggioranza Francesco Fortunato, che ha portato la vicinanza dell’amministrazione comunale agli ex lavoratori impegnati nel presidio. “Sono qui – ha detto – anche per capire come ha intenzione l’Adsp di dare supporto dal punto di vista tecnico”.

“Ci sono troppi soggetti – ha spiegato il rappresentante sindacale Usb Giancarlo Ricci – e la procedura legale si amplia, si aspettano diversi pareri”.
La protesta proseguirà nei prossimi tre giorni.




Roma e Lazio, pronto soccorso in tilt: pazienti per ore sulle barelle. Manca il personale

LAZIO – E’ drammatica la situazione dei pronto soccorso di Roma e del Lazio. Già nei primi giorni del 2018 le strutture ospedaliere e il personale sanitario non riescono a far fronte alle richieste di accesso. Il 3 gennaio pronto soccorso quali il Policlinico Casilino avevano 144 persone in lista di cui 40 in attesa di ricovero; Tor Vergata 121 di cui 12 in attesa di ricovero; il Gemelli 159 in lista e 27 in attesa di ricovero; S.Camillo-Forlanini 101 in lista di cui 50 in attesa di ricovero e così via.
La visita o il ricovero avviene il più delle volte con i pazienti per ore ed ore sistemati alla meno peggio sulle barelle delle ambulanze del 118, con evidenti ripercussioni sul servizio di emergenza extraospedaliero che non ha più mezzi di soccorso da inviare, mentre i cittadini subiscono attese lunghissime anche per patologie da codice giallo. L’esiguo personale restante che non è fermo presso i pronto soccorso lavora in costante emergenza, sotto stress e in condizioni a rischio di errori. Evidenziamo l’enorme responsabilità che grava sugli operatori delle Centrali Operative del 118 i quali non avendo mezzi disponibili da inviare per poter evadere le richieste della cittadinanza, vanno incontro a gravi problemi medico-legali. Denunciamo che né l’Ares 118 né la Regione Lazio ad oggi sembrano prendersi l’onere giuridico e morale di tale situazione.

Da qualche anno a Roma e nel Lazio il sistema di emergenza va in tilt in coincidenza del picco influenzale, dei ponti festivi che privano la cittadinanza dei medici di base, o dei primi intensi caldi. Dopo anni di tagli al Sistema sanitario pubblico, di fronte a questa insostenibile situazione sono gravi le responsabilità della Regione che si è dimostrata incapace di prevedere, programmare, organizzare ed attuare misure di protezione sanitaria della cittadinanza per far fronte a un’emergenza prevedibile e prevista.

L’Unione Sindacale di Base chiede da anni che sia resa efficace ed efficiente la rete dell’emergenza sanitaria con l’assunzione di personale ai pronto soccorso, al 118 e negli ospedali pubblici e che vengano ripristinati e rafforzati i servizi territoriali che in questi anni sono stati declassati e depauperati. L’USB alcuni anni fa denunciò l’utilizzo di ambulanze “a chiamata spot” anche per il fenomeno del “blocco barelle” evidenziando che tutto ciò avrebbe aumentato la spesa senza risolvere il problema. Chiedemmo di utilizzare quei fondi per assumere personale e riaprire reparti di degenza, ma nulla è stato fatto.
Anche in condizioni normali il sistema di emergenza ha enormi difficoltà a far fronte alle numerosissime richieste di assistenza sanitaria, e qualsiasi condizione aggiuntiva che aumenti le esigenze dalla cittadinanza manda il sistema in tilt.
Gli abitanti del Lazio hanno diritto alla salute e all’assistenza sanitaria di cui necessitano.

Alessandro Migliorelli
Coordinamento Regionale USB P.I.




Genzano, maestre dei nidi comunali senza stipendio: stato di agitazione

GENZANO (RM) – Nonostante i solleciti inoltrati all’amministrazione Comunale in merito alle richieste d’incontro a tutt’oggi il Comune di Genzano non ha ancora comunicato una disponibilità ad incontrare le organizzazioni sindacali.

L’incontro è stato richiesto per avere chiarimenti in merito a due fondamentali situazioni: la segnalazione dell’ANAC per una presunta irregolarità nel metodo di riassegnazione diretta effettuato nei confronti della cooperativa Gialla, il cospicuo ritardo nel pagamento degli stipendi alle educatrici dei nidi dovuta ad una inadempienza economica del Comune nei confronti della cooperativa.

Riteniamo inaccettabile questo silenzio dell’amministrazione Comunale che invece di nascondersi dentro le sue stanze dovrebbe in primo luogo dare spiegazioni a chi da anni manda avanti un servizio necessario per la cittadinanza in maniera egregia.

Le Organizzazioni Sindacali metteranno in atto tutte le mobilitazioni necessarie al fine di ottenere risposte esaurienti dal Comune di Genzano e permettere alle educatrici la tranquillità economica che meritano

Usb Lavoro Privato Roma




Campi Flegrei: tra magia, ricchezze e vini da degustare. Intervista a Rita Martino

Campi Flegrei sono famosi in tutto il mondo per gli innumerevoli siti archeologici lasciati dagli antichi, dagli splendidi scenari paesaggistici che fanno da scenografia a tutto il territorio, ma anche perché è una zona ricca di storia enogastronomica ed è anch’essa la “memoria storica” che caratterizza tutta l’area. Il mare ed i monti che circondano quasi tutta l’area insieme all’attività tellurica hanno reso possibile produrre vino autoctono ed identicativo, le vigne sono coltivate a “piede franco” grazie alle terre, che sono anche ricche dal punto di vista nutritivo.
L’etimologia dei Campi Flegrei rispecchia appieno il suo significato, infatti dal greco Flègo, che significa “brucio”, ”ardo”.

I Campi flegrei si trovano ad Ovest del golfo della città di Napoli, ne fanno parte i comuni di Giugliano in Campania, Quarto, alcune zone del comune di Napoli, Monte di Procida, Bacoli e Pozzuoli. Tutta l’area è stata abitata da diverse popolazioni, ed è stata anche meta degli antichi per soggiornarvi durante l’estate, è stata fra i siti preferiti dei “Viaggiatori del Passato” durante il Grand Tour del sette ed ottocento, infatti ci sono tantissime testimonianze pervenute a noi dal punto di vista artistico e letterario.

Tutta l’eredità di reperti, di bellezze architettoniche e anche di scritti non mi è possibile elencare in un solo articolo, tuttavia ho fatto un piccolo itinerario che mette insieme storia enogastronomica, bellezze architettoniche e dipinti che sono patrimonio non solo dei Flegrei.
Tutta l’eredità lasciata dagli artisti agisce da documento storico a tutta l’area Flegrea, perché danno al fruitore una chiara visione di com’era la zona in passato. Fra i pittori che scelsero la zona Flegrea durante i loro viaggi culturali nel settecento ed ottocento, ossia durante il Gran Tour in visita nei Campi Flegrei sono Pietro Fabris, Saverio Della Gatta e Salvatore Luigi Gentile, ma anche molte gouaches che ritraevano i Campi Flegrei sono pervenute a noi in forma anonima, anch’esse danno una chiara visione della vita di qualche secolo fa, attualmente sono custodite nei musei, oppure molte fanno parte di collezioni private sparse in tutta l’Italia.
Chi viene da fuori e sceglie di visitare la “Penisola Flegrea” che ne fanno parte Monte di Procida, Bacoli e Pozzuoli fra le prime opere architettoniche che incontra è “L’Arco Felice Vecchio” che si trova alle porte di Cuma, la costruzione venne ricavata dal taglio del Monte Grillo, era l’arteria di comunicazione più rapida per Roma, ed è fra i primi “tesori Flegrei”, nei pressi si trovano gli Scavi Archeologici di Cuma che secondo gli studiosi è risalente all’età del bronzo. Nella terra “ricca di miti e di storia” si nota l’importanza che i Flegrei danno al cibo e al buon vino, famoso è il vino dal nome “Falanghina” e il “Piedirosso” chiamato anche “Pèr e Palummo” , generalmente i piatti preferiti sono a base di mare, infatti questa terra è famosa anche per la coltivazione di cozze. Il rapporto tra i Campi Flegrei e il mare e i “suoi frutti” è millenaria, infatti le cozze erano tra i piatti preferiti dagli antichi Romani, gli studiosi concordano che già vi era la coltivazione nei primi insediamenti, fra gli esempi da citare è “ll Lago di Lucrino”, infatti venivano coltivate le cozze nel bacino lacustre nel II sec.d.C. dai Romani.

Attualmente “La zuppa di cozze” e fra le più tipiche pietanze della tradizione pasquale di tutta l’area che generalmente viene preparata il “Giovedì Santo”.
Da non mancare di visitare “Il Real Casino” chiamata anche “La Casina Vanvitelliana” che si trova sul Lago Fusaro, costruita dall’Architetto Reale Carlo Vanvitelli. I lavori di questo “gioiello architettonico” finirono nel 1782, nel lago in quell’epoca venivano coltivate le ostriche, ma si hanno notizie della coltivazione di questo frutto nel lago sin dal 1764. Attualmente vengono coltivate le cozze, la pesca nei secoli scorsi generalmente avveniva prima di Natale, alcune testimonianze le troviamo in alcuni scritti di Hackert, le ostriche venivano coltivate in un modo speciale, ben spiegato dall’Enciclopedia Traccani –“Venivano raccolte per mezzo di facine”. la Casina Vanvitelliana è stata soggetto preferito di molti artisti che venivano in visita per realizzare le gouaches.

Fra le tappe da visitare è Monte di Procida, è chiamata anche la “Terrazza dei Campi Flegrei”, affaccia sulle isole di Capri, Procida e Ischia, in tutto l’anno è meta di turisti che si recano su questa area per ammirare i suoi “Punti Panoramici” mozzafiato, e per poter gustare cibi generalmente a base di mare e il vino, in estate organizzano “La Sagra del Mare” che attira turisti anche fuori regione. Ad arricchire la visione per chi è in visita in questa località sono anche gli splendidi tramonti che colorano la località a calar del sole, e in determinate giornate è possibile vedere anche l’isola di Ventotene. Il paesaggio di Monte di Procida è arricchito anche dai vigneti di aziende agricole e di privati che fanno da cornice al paesaggio, tutta l’area è legata alla tradizione della produzione del vino e danno una nota di sapore antico.

Tra le località che i visitatori della Penisola Flegrea non può mancare di visitare è il porto di “BAIA”, questa frazione appartiene al comune di Bacoli. Il porto affaccia di fronte al Golfo di Pozzuoli e la città di Napoli, era nell’antichità tra le più rinomate località preferite dell’antico Impero Romano, ed era la stazione balneare più ricca di quell’epoca, veniva chiamata dai romani “Sitius et litium Bajanum”, che italianizzato è “In seno di Baia”.

La loro presenza è testimoniata da Cicerone, Ortensio e da Orazio che quest’ultimo la descrive la piccola frazione ricca di vitalità “Nessun golfo al mondo risplende più dell’amena Baia…”divenne
il centro termale dell’antica Italia, del fasto e dei banchetti.
Nella città di Pozzuoli vi sono numerosi edifici monumentali di interesse storico ed archeologico di epoca Romana, fra questi è l’antico mercato (Macellum) chiamato “Tempio di Serapide”. Il Tempio fino al 1983 era parzialmente sommerso dal mare, tra le colonne marmoree più alte sono caratterizzate dalla presenza di “fori di datteri di mare”. Il Tempio permette agli studiosi di rilevare dati in merito al fenomeno del bradisismo.

Quale sono le peculiarità dei vini che possiamo consigliare ai visitatori che soggiornano nei Campi Flegrei? A rispondere è un’esperta del settore la Dottoressa Rita Martino di Bacoli, Laurea in Viticoltura ed Enologia, conseguita presso L’Università Federico II di Napoli.

Vi parlerò dei vitigni autoctoni di queste terre, mi riferisco alla “Falanghina” ed al “Piedirosso”. La Falanghina è un vitigno a bacca bianca dai profumi neutri, proprio per questo motivo, fino a qualche decennio fa il vino ottenuto da uve falanghine, veniva erroneamente considerate un vino di scarsa qualità.
Fortunatamente la conoscenza ci è venuta in contro facendo la qualità dei vini, poiché grazie a questa si sono messe in atto pratiche colturali e protocolli di vinificazione in modo da incrementare i precursori aromatici nelle varietà neutre, come la Falanghina e non perderli durante le operazioni di ammostatura e fermentazione. In effetti, a seconda del progetto enologico perseguibile dal produttore, è possibile adottare diverse strategie per arricchire il “boquet” del vino ottenuto da queste uve.

Per tanto il produttore potrebbe scegliere di spingere sugli esteri fermentativi, niente altro che molecole odorose prodotte dai lieviti selezionati ed usati per la fermentazione alcolica, oppure favorire una leggera surmaturazione su una parte delle uve da vinificare per ottenere quei profumi che ci ricordano la frutta secca e sciroppata derivanti dalla degradazione dei carotenoidi. Infine è possibile attuare dei protocolli di vinificazione che hanno come obbiettivo quello di valorizzare il serbatoio aromatico proveniente dall’insieme delle condizioni naturali del luogo di coltivazione, che definiamo con la parola “terroir” in cui si racchiude il concetto di suolo, clima, ambiente, esposizione e pratiche colturali.
Il “Piedirosso” è un vitigno a bacca nera ed anche questo è stato demonizzato per molto tempo considerando i vini derivati da queste uve come poco corposi, banali e di scarso carattere. Oggi invece i vini rossi leggeri, poco tannici ed eleganti sembrano essere molto più apprezzati. Il Piedirosso, quando allevato e vinificato con maestria, sprigiona note odorose che ricordano il geranio ed i frutti rossi, lo si abbina facilmente anche ai piatti di mare proprio per le caratteristiche organolettiche delicate.

Giuseppina Ercole




Guidonia, cerimonia giornata della memoria: Saltamartini depone corona d’alloro. Assenti i Cinque Stelle

GUIDONIA (RM) – Il GIORNO DEL RICORDO è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo2004 n. 92 essa vuole conservare e rinnovare «la memoria
della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».a
Guidonia Montecelio insiste un monumento a ricordo dei tragici momenti. Il primo in Italia ed eretto il 27 settembre 1997 per volere dell’Onorevole Vittorio Messa coadiuvato dal sindaco del tempo l’ulivista Ezio Cerqua e dal Senatore Maceratini.

Alla cerimonia onorata e creata da Fratelli d’Italia ed in particolare da Alessandro Messa, erano presenti un centinaio di cittadini che hanno declamato il Pater Noster insieme al sacerdote che ha recitato l’omelia e il ricordo di tanti uomini e donne, dicendo tra l’altro : “ Tutti i morti attendono pietà”.

La stessa che per 50 anni una cultura di sinistra ha volutamente dimenticato, quasi che l’eccidio di decine di migliaia di Italiani che non vollero sottostare al regime titino dovessero passare nell’oblio, escluse dalla storia italiana. Una cerimonia parca ma formale in ogni dettaglio pur mancando le Istituzioni amministrative, leggi Sindaco e/o assessori grillini. Presenti due consiglieri dell’opposizione Arianna Cacioni di FdI e Giovanna Ammaturo della Lega per Salvini.

Alla cerimonia non ha voluto mancare l’Onorevole Barbara Saltamartini, candidata al collegio uninominale per il Centro Destra, che con la consigliera Cacioni ha deposto una corona d’alloro. Un gesto semplice ma solenne anche per sottolineare la volontà che nessun Italiano può o peggio deve essere dimenticato.




Albano Laziale, laboratorio della droga in casa: in manette 30enne romano

 

ALBANO LAZIALE (RM) – E’ con l’accusa di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti che i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo hanno arrestato un 50enne romano, residente ad Albano Laziale. Da qualche giorno, i militari stavano tenendo d’occhio l’abitazione dell’uomo, dalla quale avevano notato un insolito via vai di giovani.

Nel corso del blitz scattato nell’appartamento, i Carabinieri hanno rinvenuto un vero e proprio laboratorio della droga:

Nel salotto, infatti, i militari hanno rinvenuto tre panetti di hashish per un peso di 310 grammi e 150 grammi di marijuana, oltre a bilancini di precisione e vario materiale utilizzato per confezionare lo stupefacente. La sorpresa più grande è stata trovata in un soppalco dell’abitazione, dove il 50enne aveva allestito una serra artigianale di marijuana completa di lampade fluorescenti per favorire la crescita delle piante e un sistema di areazione del locale. Dopo l’arresto, l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa del processo.