La buona educazione sportiva e il potere della determinazione. L’esempio della giovane ginnasta Sara Bruno Tagliente

APRILIA – Le avevano ripetuto più volte in famiglia, che nello spirito dell’educazione del pedagogista sportivo Pierre de Coubertin è importante partecipare, non vincere. Che l’importante nella vita, non è trionfare ma combattere, che le doti dell’atleta devono essere anche grande energia, calma e controllo di se stesso. E con questo spirito si era presentata al centro sportivo asd “Le Ginnaste” di Aprilia per partecipare alle finali del campionato primavera di ginnastica artistica.

Ma in famiglia aveva sentito ripetere più volte anche la massima latina “nihil difficile volenti” perché durante la competizione agonistica oltre al suo talento ha rivelato tutta la sua determinazione. Alla fine la premiazione, la consegna di 4 medaglie, l’emozione di salire quattro volte sul podio, La gioia della vittoria.

La giovane ginnasta Sara Bruno Tagliente, nelle prove individuali della sua categoria, si è aggiudicato 4 medaglie: il primo posto a corpo libero, primo posto a trave, terzo posto a trampolino e terzo a volteggio. E si è aggiudicata il primo posto pure nella classifica generale delle prove individuali MP3A Il merito di questo traguardo sportivo va sicuramente ricondotto anche alla capacità organizzativa della UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), che ha saputo motivare e appassionare alle varie discipline sportive, ginnasti di tutte le età.

Così come molte altre promesse salite sul podio, infatti, Sara si allena alla polisportiva Ginnastica Roma 7, dove la dedizione e l’impegno delle istruttrici sta portando tantissime ginnaste ai livelli alti della ginnastica artistica italiana




Trapani, individuata la rete dei pizzini di Matteo Messina Denaro: 22 arresti

TRAPANI – Individuata la rete relazionale funzionale allo smistamento dei “pizzini” con i quali Matteo Messina Denaro impartiva le disposizioni ai suoi sodali.

L´operazione della Polizia, Carabinieri e D.I.A.., coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha confermato il perdurante ruolo apicale di Matteo Messina Denaro della provincia mafiosa trapanese e quello di reggente del mandamento di Castelvetrano assunto da un cognato, in conseguenza dell´arresto di altri membri del circuito familiare.

Si stringe dunque il cerchio sul capo di cosa nostra Matteo Messina Denaro:

Polizia, Carabinieri e Direzione investigativa antimafia (Dia) stanno eseguendo un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Palermo nei confronti di 22 presunti affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna (Trapani). L’indagine che ha portato al blitz in provincia di Trapani, con il fermo di una ventina tra presunti boss e fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, ha consentito di individuare la rete utilizzata dal capo di Cosa nostra per lo smistamento dei ‘pizzini’ con i quali dava le disposizioni agli affiliati. Le indagini di Polizia, Carabinieri e Dia, inoltre, hanno confermato sia il ruolo di vertice di Messina Denaro sulla provincia di Trapani sia quello del cognato, reggente del mandamento di Castelvetrano in seguito all’arresto di altri familiari.

Pedinamenti, appostamenti e intercettazioni

hanno ribadito come cosa nostra eserciti un controllo capillare del territorio e ricorra sistematicamente alle intimidazioni per infiltrare il tessuto economico e sociale. Tra gli arrestati ci sono anche due cognati del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Si tratta di Gaspare Como e Rosario Allegra, i mariti di Bice e Giovanna Messina Denaro. Secondo gli inquirenti sarebbero stati proprio loro a organizzare la latitanza della primula rossa ricercata dal 1993. Il legame di sangue guida il boss latitante Matteo Messina Denaro nella scelta degli uomini a cui affidare affari e gestione delle attivit illecite. Il vincolo mafioso finisce col coincidere con quello familiare. Le indagini nel tempo hanno individuato al vertice delle cosche il cognato del capomafia Filippo Guttadauro, poi il fratello Salvatore Messina Denaro, quindi il cognato Vincenzo Panicola e il cugino Giovanni Filardo. E ancora il cugino acquisito Lorenzo Cimarosa, poi pentitosi, la sorella Patrizia Messina Denaro, i nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo.




Pordenone, richiedenti asilo in manette per spaccio di sostanze stupefacenti

PORDENONE – Arrestati cittadini pakistani e afghani, quasi tutti richiedenti asilo, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. L´operazione antidroga, che vede impegnata la squadra Mobile ed il Servizio Centrale Operativo, è iniziata lo scorso febbraio, in collaborazione con la Polizia Locale e la Direzione Centrale per Servizi Antidroga.

Sono stati utilizzati, per la prima volta nella città friulana, alcuni operatori della polizia sotto copertura, i cd. “undercover”, per l´acquisto di droga, tecnica investigativa che consente di “acquistare” lo stupefacente e di ritardare l´arresto degli spacciatori.