Nemi, centro canoa comunale: partono i lavori

NEMI (RM) – Verso la rinascita il centro canoa comunale di Nemi. È stato approvato il progetto per i lavori straordinari di manutenzione. La spesa per questi lavori, ritenuti straordinari in quanto il centro è stato completamente smantellato e depredato di tutti i beni che erano all’interno, verrà sostenuta dall’amministrazione di Alberto Bertucci con un mutuo di 150 mila euro che sarà preso dal Credito Sportivo, Ente pubblico economico che ha accettato la richiesta. Il mutuo è quindicennale con un tasso d’interesse dell’1,2%. La prima rata sarà pagata a partire dal 1 luglio. Nel 2015 il Comune di Nemi ha approvato l’elaborato tecnico relativo all’intervento per la ristrutturazione del centro.

La storia

La gestione del Centro Canoa di Nemi era stata affidata dal 2000 al 2009 all’Associazione “Nipoti di Caligola” e successivamente, dal mese di aprile 2010, all’Associazione “Nemorensis Lacus”.

L’esposto del 2011. A seguito di un esposto del 22 marzo 2011, da parte di un ipotetica “Associazione per Nemi”, per accertare abusi edilizi nell’area denominata “Centro Canoa”, furono effettuati dei sopralluoghi, da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi, dal quale emerse che erano stati realizzati all’interno del centro alcuni manufatti, tra cui un servizio igienico, privi di permesso a costruire o di autorizzazione alcuna. Fu così che venne disposta con ordinanza del 17 Giugno 2011, la demolizione dei manufatti abusivi.

La demolizione dei manufatti venne poi effettuata nel Giugno del 2013 da parte della gettonatissima ditta Euroscavi Cilia Srl, su incarico del Comune di Nemi al corrispettivo iva inclusa di 6.050,00 euro. Il Comune determinò la restituzione della somma a carico dei responsabili dell’abuso, ovvero a carico dei legali rappresentanti delle due associazioni “Nipoti di Caligola” e “Nemorensis Lacus”

Determina comunale




Genzano, Infiorata dei ragazzi 2018: l’impegno dell’Istituto F. De Sanctis

A cura della professoressa Cinzia Severoni Docente Istituto F. De Sanctis

GENZANO DI ROMA (RM) – Alla Scuola Secondaria F. De Sanctis appartenente alla rete di scuole UNESCO, quest’anno, come negli altri anni e nelle altre scuole del territorio, abbiamo lavorato con i nostri alunni per la realizzazione del bozzetto dell’#infioratadeiragazzi2018. Difficilmente viene mostrato o compreso l’impegno che c’è dietro ad un bozzetto, ma i lavori che i ragazzi producono permettono di intuire l’attività che gli insegnanti svolgono con i ragazzi assieme all’Associazione Accademia dei Maestri Infioratori di Genzano.

Il gruppo di Progetto, che quest’anno è stato in parte anche Pon (Programma Operativo Nazionale), è stato unico, eterogeneo e composto da quasi 40 ragazzi di V° elementare, II° e III° media.

Nonostante la diversità delle età presenti, i gruppi che stanno dando il meglio di sé ed era giusto, per questo motivo, far vedere i lavori prodotti, in assoluta libertà creativa di gruppo o individuale, dando vita al tema di quest’anno: “In ogni bambino c’è un artista” cit. P. Picasso.

L’Istituto De Sanctis e la nostra tradizionale Infiorata

L’istituto F. De Sanctis, già da prima che si strutturasse in Istituto Comprensivo, ha da sempre avuto cura della nostra tradizione più longeva: l’Infiorata. Questa tradizione si fonda sulla identità culturale del nostro paese e si pregia di essere la seconda più antica di Italia e del mondo. Essa è stata nominata Patrimonio d’Italia per la tradizione, ed esiste, nel nostro Comune, da ben 240 anni. I suoi singoli plessi di primaria, A.Manzoni e G.Pascoli, ancora prima di esser parte dell’I.C. hanno sperimentato infiorate riservate ai ragazzi per far sì che questa tradizione, con le sue tecniche, non andasse perduta nel tempo. Già dal 1982, infatti, questi plessi parteciparono a laboratori sperimentali, che non ebbero poi seguito per la morte del Maestro Infioratore Torti, e sfociarono nel 1996, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, con gli insegnanti e gli alunni di alcune classi, in prime edizioni della infiorata dei ragazzi su via Nazario Sauro. A questa iniziativa, dagli anni ‘80, anche la scuola secondaria con il prof. Chiodo e il prof. Mastruzzi ed il loro gruppo di ex allievi della De Sanctis, affiancarono le scuole primarie Pascoli e Manzoni, ma sul nastro infiorato tradizionale, cosa che venne interrotta intorno al 2000 per il mutato Regolamento Comunale sull’Infiorata. Ancora oggi e a partire dal 2004, nel nostro Istituto continua la fervida attività di tutela della nostra storica tradizione, con una rinata Infiorata dei ragazzi voluta fortemente dall’Associazione Accademia dei Maestri Infioratori di Genzano di Roma che, con il progetto Fiori&colori, riporta, nello stesso 2004, l’infiorata negli istituti scolastici genzanesi non più a via Nazario Sauro ma sulla storica via B. Buozzi, già via Sforza, strada in cui si realizzarono storicamente i primi tappeti infiorati genzanesi.

La ScuolainFiore è il Progetto che, nell’IC. De Sanctis valorizza l’Infiorata

Sin da 14 anni dunque, a questo iniziale progetto condotto dagli insegnanti del nostro istituto con i Maestri Infioratori genzanesi, si sono affiancati altri progetti che dallo scorso anno via via hanno arricchito questo primo iniziale percorso in cui i ragazzi di classi 5° della primaria e 2° e 3° della secondaria di 1 grado con bozzetti e disegni realizzano poi quadri infiorati su strada, proprio come i Maestri Infioratori più grandi, sperimentando l’arte d’infiorare. Dallo scorso anno, anche gli alunni delle Scuola dell’Infanzia Truzzi e Rodari, con percorsi per loro strutturati dalle insegnanti e sotto la guida di un Maestro Infioratore, partecipano a questo cammino didattico di conoscenza del vissuto del nostro paese, mentre i ragazzi più grandi con il progetto di Reti di Scuole UNESCO dall’a.s. 2016/17, con la redazione del Manifesto della Infiorata dei Ragazzi 2018 e il progetto Pon sull’ Inclusione Sociale sottolineano il valore aggregante e di inclusione presente sia nella tradizione locale, sia nel nostro Istituto. Con questa piccola mostra, vogliamo rendervi noto, il lavoro che i vostri figli hanno intrapreso.

 




Mazara del Vallo, normativa antimafia: il Tribunale di Trapani ordina il sequestro di beni per 3 mln di euro ad attività edili, ittiche e di smaltimento rifiuti

MAZARA DEL VALLO (TP) – Sequestro di numerosi beni per circa 3 milioni di euro nei confronti di diversi cittadini italiani a Mazara del Vallo in provincia di Trapani dove dalle prime ore della giornata di oggi è scattato il blitz congiunto degli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.

Tra i beni sequestrati, in applicazione della normativa antimafia, vi sono diverse società, operanti nel settore della commercializzazione dei prodotti ittici, altre nel settore dei smaltimenti dei rifiuti e nel settore edile. Sequestrate, inoltre, diverse partecipazioni societarie, rapporti bancari, vari veicoli e dieci immobili (tra cui terreni e fabbricati).

Le risultanze di tali indagini hanno evidenziato il sempre vivo interesse imprenditoriale di “Cosa Nostra” nel settore edile e dello smaltimento dei rifiuti, nonché in quello ittico.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del Questore, a conclusione di analisi condotte dalla Divisione Anticrimine della Questura di Trapani all’esito di indagini societarie e patrimoniali, svolte congiuntamente al Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza di Trapani, mediante la costituzione di un apposito “Gruppo di Lavoro”.

Fondamentale per l’emanazione del provvedimento è stato il contributo delle indagini svolte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Trapani, sfociate in importanti operazioni quali HERMES II, eseguita nel 2016 e che ha portato all’arresto di numerosi soggetti appartenenti al mandamento mafioso di Mazara ed al sequestro preventivo di numerosi beni.




Macerata, omicidio Pamela Mastropietro: revocato il carcere per omicidio ai due nigeriani

MACERATA – Difficile cercare giustizia per l’omicidio di Pamela Mastropietro la ragazza fatta a pezzi e messa in una valigia. Il gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha revocato la custodia in carcere, ma solo per le accuse di omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere, a carico di Lucky Awelima e Desmond Lucky arrestati inizialmente per concorso con Innocent Oseghale per l’omicidio di Pamela Mastropietro e lo smembramento del cadavere a Macerata. La decisione del gip innescata dalla richiesta della Procura di Macerata, dice all’ANSA il procuratore Giovanni Giorgio, è arrivata «l’altro giorno». I due restano in carcere per spaccio di eroina.

Intanto i giudici del Tribunale del Riesame hanno respinto il ricorso della Procura di Macerata che chiedeva applicare il carcere anche per violenza sessuale.

Un’accusa che era stata contestata solo a Oseghale e non agli altri tre indagati per la morte della ragazza: Desmond Lucky e Awelima, entrambi detenuti ad Ancona, e un uomo nigeriano denunciato a piede libero. Il procuratore Giovanni Giorgio ha sostenuto che lo stupro è stato il movente dell’omicidio avvenuto nell’appartamento di Oseghale e che la “cura maniacale” messa nella pulizia del corpo, tagliato a pezzi e ritrovato all’interno di due trolley abbandonati a Pollenza, sarebbe stata un segnale della volontà di cancellare le tracce della violenza.

Secondo i giudici del tribunale del Riesame invece il rapporto sessuale tra i due, accertato dai rilievi del Ris, è stato in sostanza consensuale: il nigeriano non ha ucciso nel contesto di uno stupro, ma perché preso dal panico dopo che Pamela si era sentita male per l’assunzione di eroina in casa. “Continuiamo ad avere forti dubbi nel merito. Aspettiamo di avere le carte, se ci verranno date”, ha commentato lo zio di Pamela, l’avvocato Marco Valerio Verni. La famiglia di Pamela, che il giorno prima di essere uccisa si era allontanata dalla comunità di recupero per tossicodipendenti a Corridonia dove era ricoverata, ha sempre sostenuto che la ragazza fosse stata preda dei propri aguzzini mentre era in condizioni di assoluta fragilità, anche a causa dei molti farmaci assunti per i trattamenti.




Ostia, processo clan Spada: clima di paura

ROMA – Le vittime delle presunte vessazioni messe in atto da appartenenti al clan Spada non si sono presentate in aula oggi a Roma e non si sono costituite parti offese nel processo iniziato oggi davanti alla III corte d’Assise.

In totale una quindicina di persone che hanno deciso di disertare l’aula bunker di Rebibbia ribadendo di non volere presentare istanza ai giudici. Per i pm ciò conferma che nella zona di Ostia “permangono gravi problemi di sicurezza legati a un contesto criminale mai placato”.

Come sottolineato dalla pm Calò a parte Regione Lazio, Comune di Roma, le associazioni antimafia Libera, Caponnetto e ambulatorio antiusura onlus nessuna associazione di Ostia si è presentata al processo. Così come nessuna vittima delle angherie del clan che per anni ha “governato” il litorale romano.

“La presenza di Libera come parte civile in questo processo è coerente con la sua storia di impegno contro le mafie – ha dichiarato l’avvocato Giulio Vasaturo, legale dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, non appena il giudice ha accolto le 5 costituzione di parte civile – Ostia deve rispondere con coraggio all’appello del Santo Padre per fare breccia nel muro di omertà che comprime la libertà di questo territorio”.

L’elenco degli imputati si apre con Carmine Spada, 51 anni, detto Romoletto, ritenuto da chi indaga “capo, promotore e vertice dell’organizzazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, ai fatti di sangue, alla gestione delle attività delittuose di estorsione, usura, traffico di stupefacenti e detenzione e porto di armi da sparo nonché del controllo delle attività economiche di balneazione, ristorazione e delle sale giochi nel litorale di Ostia gestite o direttamente o tramite prestanome dall’organizzazione”.

A fargli compagnia, sul banco degli imputati, ci sono poi gli autori (attualmente sotto processo) dell’aggressione alla troupe Rai ‘Nemo – Nessuno escluso’ del 6 novembre scorso, e cioè il 43enne Roberto Spada, che condivide con il fratello Carmine le scelte strategiche del sodalizio ed è dotato di potere decisionale, e il suo complice Ruben Alvez del Puerto, attivo nel settore ‘armi, violenza e intimidazione’.

Lunghissima la lista dei reati contestati dai magistrati: si va dall’associazione per delinquere di stampo mafioso “che si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva”, a episodi di omicidio, estorsione, usura, detenzione, porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, traffico di stupefacenti e attribuzione fittizia di beni.

Così il clan si è preso Ostia
Al centro degli accertamenti, tra l’altro, l’agguato (di grande valore strategico perché segnò l’ascesa del clan Spada) costato la vita a Giovanni Galleoni (detto Baficchio) e a Francesco Antonini (‘Sorcanera’) uccisi a colpi d’arma da fuoco in pieno giorno da killer a volto scoperto, in un bar del litorale romano, il 22 novembre del 2011 e, più in generale, l’acquisizione, in modo diretto e indiretto, la gestione e comunque il controllo delle varie attività economiche, oltre all’aggiudicazione di autorizzazioni e appalti.

Per gli investigatori non ci sono dubbi: “Quella degli Spada è mafia autoctona, cioè diversa da quella storica, ma pur sempre mafia”. Un’interpretazione condivisa dal gip che ha parlato di “un’associazione che ha provocato un profondo degrado sul territorio, consentendo il dilagare di reati gravissimi e lesivi di beni primari”: gli Spada, come poi ha confermato sostanzialmente anche il tribunale del Riesame, hanno messo in piedi “un sodalizio che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze.

Gli Spada, insomma, hanno fatto il bello e il cattivo tempo sul litorale, infiltrando attività economiche legali e seminando il terrore. Come è successo quando è stato lo stesso Carmine Spada, per ben due volte, a essere bersaglio di un attentato: in quel caso, non ha denunciato alcunché, ma ha pensato solo a come ‘rifarsi’, nonostante gli amici Fasciani lo avessero sconsigliato.




Asd Judo Frascati, viaggia bene la novità brazilian jiu jitsu. Proietti: «C’è già stata ottima risposta»

Frascati (Rm) – L’Asd Judo Frascati ha aperto da un paio di mesi al brazilian jiu jitsu, una disciplina che nel club tuscolano conoscono bene perché l’ex atleta Alfredo Moraci (tra l’altro figlio del presidente e maestro Nicola) ha preso da qualche anno la strada di questa particolare disciplina diventando uno dei migliori interpreti nazionali. «Conosco bene Alfredo, con lui ci siamo allenati insieme a lungo – dice Daniele Proietti, attuale responsabile di questo settore a Frascati – Il fatto di dover cominciare a lavorare su questa nuova disciplina all’interno dell’Asd Judo Frascati era nell’aria da tempo e da un paio di mesi abbiamo potuto avviarla. Siamo contenti perché la risposta è stata subito importante e si è creato un buon gruppetto che porterà avanti le lezioni fino alla fine di luglio, rappresentando un’ottima base di partenza per il nuovo anno sportivo che partirà a settembre». Attualmente le lezioni si tengono il martedì presso la palestra comunale dalle 20,30 alle 22 e poi il sabato presso la palestra del Santissimo Sacramento dalle 14 alle 15,30. «Ma da settembre c’è l’idea di fare anche una terza lezione» rimarca Proietti che poi parla in maniera più approfondita del brazilian jiu jitsu. «Una disciplina che è aperta a tutti: sia a coloro che vogliono far sport per tenersi in forma, sia a quelli che vogliono farlo con un obiettivo agonistico. Nel corso dell’allenamento c’è un grande spazio per il combattimento, si tratta di sessioni intense e sicuramente c’è da sudare» dice il 43enne istruttore che, oltre ad allenare, è ancora protagonista in alcune gare Master. Recentemente ha partecipato ad una gara internazionale a Barcellona ottenendo il secondo posto nella categoria degli 82,3 kg Master 3 e difendendo i colori del Pound For Pound Team del maestro Sergio Zimmermann Canudo.
Intanto nello scorso fine settimana Flavia Favorini ha partecipato a una nuova tappa della European Cup Juniores, stavolta disputata a Leibneitz (in Austria). In questo caso la promettente judoka frascatana non è riuscita ad essere protagonista assoluta, ma ha superato comunque due turni battendo l’ungherese Hegedus e la croata Kristo prima di fermarsi al cospetto della tedesca Freytag agli ottavi di finale. «Sono andata molto carica a questa gara, battendo anche un avversario importante come la Kristo. Contro la Freytag ho combattuto bene nella fase iniziale, poi non so perché mi sono fermata e l’avversaria, che comunque era di ottimo valore, mi ha sconfitto. Ma ora guardo già avanti, alla prossima tappa in Ungheria di metà luglio».
Infine è tutto pronto per la grande festa di sabato (9 giugno) quando il club tuscolano del maestro Nicola Moraci metterà in scena la 42esima edizione del saggio di fine corso di judo coi consueti cambi di cintura. Si parte alle 16,30 con la lunga sfilata che dalla palestra comunale porterà i vari atleti presso piazza della Porticella davanti al parco dell’Ombrellino dove si terrà l’evento. Tempo di saggi anche per i settori della ginnastica ritmica e dell’artistica che saranno protagoniste il 17 giugno ad Ariccia. Il 29 giugno, invece, spazio all’esibizione conclusiva stagionale del settore hip hop presso il teatro di Capocroce.




San Nilo Grottaferrata (pattinaggio), in sette sul podio al campionato regionale Formula Uisp

Grottaferrata (Rm) – Ottimi riscontri per il settore pattinaggio del San Nilo Grottaferrata che nello scorso fine settimana è stato impegnato nella prima tappa del campionato regionale Formula organizzato dalla Uisp e tenutosi presso il centro sportivo “Millevoi” del Divino Amore, a Roma. Delle nove atlete in gara, ben sette sono riuscite a salire sul podio come racconta la responsabile del settore Stefania Dolciotti: «Nella categoria F2D, abbiamo festeggiato il primo posto di Sara Mapelli e il secondo di Giulia Olivieri, entrambe classe 2004. Secondo posto anche per Sophia D’Angelo (classe 2006, ndr) nella categoria F2B, mentre si sono classificate al terzo posto sia Giada Del Nero (classe 2005, ndr) nella F1B sia Vanessa Ferri (2008, ndr) nella F2A. Da segnalare il bel successo di Giulia Brunetti (2005, ndr) e anche il secondo posto di Ilary Venditti (2006, ndr) nella F3C. In particolare sono felice per la risposta di Ilary che ha subito recentemente un brutto infortunio al ginocchio e si è potuta tornare ad allenare solamente da un paio settimane, facendosi comunque trovare pronta all’appuntamento con questa gara. Da segnalare, infine, anche i buoni piazzamenti di Angelica Cocco e Martina Membrino, entrambe classe 2003, che si sono piazzate rispettivamente al quinto e all’11esimo posto nella categoria F2D. Nel complesso, comunque, è stata una buona prestazione quella delle nostre ragazze che hanno dovuto pure fare i conti con il notevole caldo del pallone del “Millevoi”. Il livello della manifestazione era probante ed è stato indubbiamente un buon test in vista delle finali nazionali di questo campionato Formula Uisp che si terranno a Scanno (in Abruzzo) tra l’1 e il 17 luglio prossimi».
La seconda tappa regionale di questa manifestazione, che vedrà in gara altre atlete del San Nilo Grottaferrata, si terrà sempre al Divino Amore il prossimo 23 giugno. Domenica prossima, infine, le piccole atlete del primo e secondo anno di corso saranno di scena a Ladispoli per un trofeo promozionale organizzato dalla locale società.




3T Frascati Sporting Village (nuoto), nasce un gruppo pre-agonistico anche a Formello

Frascati (Rm) – E’ uno dei tre poli della famiglia sportiva “allargata” del 3T Frascati Sporting Village. Ora anche il “Time Out” di Formello (che dalla scorsa estate si è aggiunto al centro sportivo di Tor Tre Teste e a quello di Frascati) ha un suo gruppo pre-agonistico di nuoto. La supervisione è del tecnico Emanuele Tincani, tra l’altro già allenatore della serie B maschile tuscolana della pallanuoto. «Quello di provare a “costruire” un gruppo di giovani nuotatori agonisti era un sogno che rincorrevo da tempo e ora per la prima volta qui a Formello abbiamo avviato un discorso di questo tipo – spiega Tincani – Siamo partiti all’inizio di questa stagione con alcuni bambini per formare una sorta di fascia pre-agonistica dedicata ai ragazzini nati nel 2011 e 2012 e col passare dei mesi questo gruppo ha toccato l’interessante quota di 15 iscritti. Un’ottima base per iniziare a parlare anche di agonismo dalla prossima stagione: ho sempre allenato e poi visto “volar via” diversi ragazzi sia nella pallanuoto che nel nuoto, ma ora vorrei seguirne il percorso di crescita in prima persona». Un percorso che è già iniziato quest’anno, come conferma Tincani. «Alcuni dei ragazzi che hanno fatto parte della fascia pre-agonistica provengono dalla nostra Scuola nuoto e avevano già dato segnali di buone qualità e così hanno provato a fare il “salto”. In questa stagione li abbiamo messi alla prova con alcune gare del circuito Uisp e anche con una gara di salvamento: devo dire che le risposte sono state confortanti, i ragazzi hanno messo in mostra delle buone qualità dimostrando di essere competitivi. E’ chiaro che dobbiamo continuare a lavorare tanto per proseguire questo percorso di crescita». L’attività del settore nuoto a Formello si è interrotta con la fine del mese di maggio. «E’ stata una stagione intensa e abbiamo deciso di prenderci qualche settimana di pausa per poi ripartire di slancio a settembre» conclude Tincani.