Roma, trionfo di colori all’ex Mattatoio: boom del burlesque

ROMA – Per tre giorni è sembrato di essere al carnevale di Rio ma in realtà nella città dell’altra economia a Testaccio –  sede quest’anno anche del Gay Village – è esploso il festival internazionale di burlesque, un divertente spazio all’interno della manifestazione appena conclusa “Caput Mundi Summer Edition”.

È stato un trionfo di colori, musica, bellezze e soprattutto di corpi. Un connubio particolare e affascinante perché c’era di tutto, dai fisici perfetti a quelli meno in forma.

E la carta vincente dell’evento è stata proprio la gioia: quei corpi felici di essere vivi ed esporsi nonostante età e fattezze, ritrovare nel teasing (così si chiamano i movimenti tecnici della seduzione nel burlesque) quel divertimento e quella seduttività giocosa che ha come unico
obiettivo godersi il proprio corpo e farne dono a tutti.

Bellezze in paillettes e abiti circensi di corsa per raggiungere il palco. Tante soubrettes e aspiranti performers sventolavano grandi ventagli di piume colorati ricordando le coreografie del film animato “Fantasia”. Avventori intenti a guardare divertiti questo spettacolo inusuale sorseggiando un aperitivo nei bar all’aperto allestiti per la stagione.

Nei workshop del pomeriggio si danzava guidati da Chris Oh, ballerino dell’etoile e boylesque di fama internazionale, si giocava alla commedia con la meravigliosa Amber Topaz, performer americana, si imparava il fire eating con Genny Mirtillo e le sue torce impregnate di “acqua di fuoco”, si studiavano i propri personaggi attraverso i movimenti degli animali.

Un parterre ricco di tante altre iniziative, spettacoli, esibizioni delle migliori scuole di burlesque italiane, come quella di Albadoro Gala, organizzatrice del festival e Burlesque Mon amour di Honey Madlene.

Obiettivo centrato dunque quello di un festival che ha trasmesso la natura del burlesque, nato come l’arte della burla, dell’inezia, della parodizzazione di qualcosa di drammatico.

Uno spettacolo che nel tempo è stato accomunato anche allo streaptease perché oltre a colorarsi di elementi di varietà, ha mostrato ragazze sempre meno vestite, seppur con alcuni elementi tipici come gli abiti esagerati, il codice del teasing e un’iconografia piuttosto caratteristica.

Oggi il burlesque riemerge con tutta la sua capacità di fascinazione facendo breccia in un epoca dove a tenere banco sono le donne  anoressiche, l’esagerata esibizione dei corpi che rivela una grande distanza da una vera intimità, il sesso fast food e un, diciamolo pure, imbecerimento generale dei costumi. E anche se per alcuni rimane un semplice esibizionismo, molti ne riconoscono la capacità pacificatoria, poetica e fintanto terapeutica di questo mezzo che permette al corpo di tornare in proscenio non come oggetto di giudizio o di utilizzo ma come luogo di scoperta della sensualità, del gioco e dell’arte più antica del mondo: l’erotismo.

Laddove una donna seminuda non fa alcun effetto fa invece colpo, finalmente, rivedere corpi con sguardi vivi, ammiccamenti, il potere che l’eleganza dei piccoli gesti ha e che molto spesso dimentichiamo consumando tutto online delivered.

Evviva il corpo che si riappropria di sé stesso, la danza dei colori, la gioia di buttare via i parametri di bellezza in centimetri e riguadagnare l’intensità della consapevolezza dell’erotismo e del gioco.

Valeria De Luca




Brindisi, dopo 4 mesi catturato in provincia di Terni il pluripregiudicato latitante Andrea Errico

BRINDISI – Catturato e arrestato, nel pomeriggio dello scorso venerdì, Andrea Errico, 27 anni di Brindisi, che ora si trova nel carcere di Terni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il 27 enne con un importante curriculum criminale alle spalle per reati contro la persona e il patrimonio prima di essere colpito dal provvedimento di cattura da parte della Corte d’Appello si trovava agli arresti domiciliari a Brindisi per una rapina aggravata commessa in provincia di Lecce.

Errico già nel mese di gennaio scorso era stato dichiarato “latitante”

Mentre era sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora a Brindisi, arbitrariamente si era allontanato dalla città raggiungendo la moglie a Catania. E verso la fine del mese di febbraio faceva perdere le proprie tracce rendendosi irreperibile. In questa ultima circostanza il 27 enne telefonava al Comandante della Stazione dei carabinieri di Brindisi Centro, dicendo che non sarebbe mai più finito in galera.

4 mesi di indagini e la cattura di Andrea Errico

I carabinieri dopo aver informato la competente Autorità Giudiziaria, che ne ha nuovamente dichiarato la latitanza, hanno iniziato le ricerche di Errico, con tutta una serie di attività di natura informativa e operativa riuscendo a localizzarlo, dopo quattro mesi di indagini, in una tranquilla frazione di Terni, a Papigno, dove aveva preso in affitto un appartamento in un residence. E le ultime ore in libertà Errico le ha trascorse in questo appartamento di fronte al televisore dove seguiva i mondiali di calcio, quando è stato sorpreso dai militari dell’Arma, entrati nella casa con le chiavi, acquisite dal figlio di 14 anni con uno stratagemma. Nel corso delle operazioni di cattura i carabinieri di Brindisi sono stati coadiuvati dai colleghi della Stazione di Papigno (Terni) e della Compagnia di Terni. Dopo le formalità di rito Andrea Errico è stato portato nel carcere di Terni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




Guidonia, rapina in farmacia: catturati i “Bonnie e Clyde” della Tiburtina

TIVOLI (RM) – I Carabinieri del Comando Compagnia di Tivoli, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno arrestato in flagranza di reato una coppia, B.M. e G.E. rispettivamente di anni 52 e 47, italiani e già noti alle forze dell’ordine, per rapina aggravata in concorso.

La dinamica della rapina

Ieri pomeriggio, l’uomo è entrato in una farmacia di Villanova di Guidonia e, dopo aver minacciato le addette con una pistola, si è allontanato con il bottino, circa 5.000 euro, in una busta di plastica, raggiungendo la complice che era poco distante ad attenderlo in macchina, pronta per la fuga.

L’intervento dei carabinieri e le immagini delle telecamere

Immediatamente allertati, i Carabinieri, impegnati in servizi antirapina, li hanno intercettati, poco dopo, mentre cercavano di disfarsi degli abiti, del casco integrale e della pistola, poi rivelatasi una perfetta replica, utilizzati per compiere la rapina. Le immagini dell’impianto di videoripresa della farmacia, hanno permesso ai Carabinieri di inchiodare i due responsabili, oltre ogni ragionevole dubbio. Le successive indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Tivoli, inoltre, hanno permesso di addivenire ad inconfutabili elementi di responsabilità a carico degli stessi, in ordine alla commissione di altre rapine nel territorio Tiburtino, perpetrate con identico modus operandi. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati portati in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli, che ha coordinato le indagini.




Roma, lotta allo spaccio di droga: manette per 22 persone e 1000 dosi sequestrate

ROMA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato vita ad una capillare attività di contrasto allo spaccio di droga che ha portato, in meno di 48 ore, all’arresto di 22 pusher, colti in flagranza di reato, e al sequestro di oltre 1.000 dosi di droga, tra cocaina, eroina, hashish, marijuana, crack, e di circa 13.000 euro in contanti, ritenuti provento delle attività illecite.

In manette sono finiti 13 cittadini italiani (12 romani e uno originario di Foggia) e 9 stranieri (un cittadino romeno, un senegalese, quattro del Gambia, uno della Guinea, uno egiziano e uno palestinese) di età compresa tra i 16 e 55 anni, molti già noti per i loro trascorsi negli ambienti della droga.

Tutti i pusher sono stati sorpresi mentre cedevano le dosi di droga a giovani e tossicodipendenti nelle zone maggiormente frequentate nel fine settimana: a Trastevere, tra ponte Sisto e piazza Trilussa, in centro, tra via Giovanni Giolitti e piazza dei Cinquecento, a piazza Vittorio Emanuele II, e nelle zone periferiche (Tuscolana, Montespaccato, San Basilio e Cinecittà). I Carabinieri hanno anche identificato gli acquirenti, poi segnalati all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma, quali assuntori.
Degli arrestati, il minore è stato portato nel Centro di Giustizia Minorile, 4 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari mentre gli altri sono stati portati in caserma e trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa del rito direttissimo. Sono tutti accusati di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.




Migranti alla deriva, li prende Barcellona. E Conte presenta 10 obiettivi a Bruxelles: “No all’Italia Paese di primo arrivo”

“In questo momento più di 1000 persone sono alla deriva su 7 barche, e l’Italia pretende di lasciarli nella mani della Libia, dove si torturano, violentano e schiavizzano le persone. Barcellona si offre come porto sicuro”. Lo scrive su Twitter la sindaca di Barcellona Ada Colao, lanciando un appello al governo di Pedro Sanchez ad aiutare l’ong spagnola Proactiva Open Arms, che si trova in zona, “a salvare vite”. Sono circa mille i migranti su diverse imbarcazioni nei cui confronti sono in atto delle operazioni di soccorso al largo della Libia. Lo rende noto la Ong spagnola Proactiva Open Arms, la cui nave si trova in zona. “1000 persone alla deriva. Ricominciano i salvataggi”, scrive su Twirtter la Ong.

“1.000 immigrati sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo che le Autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani”. Così il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini. “Caro Matteo Salvini, noi non abbiamo carne a bordo, ma esseri umani. Noi la invitiamo gentilmente a convincersi che si tratta di persone che noi abbiamo salvato dall’annegamento. Venga qui, è il benvenuto”.

E’ il tweet della ong tedesca Lifeline, la cui nave di soccorso con a bordo 239 migranti, salvati dalle acque libiche la mattina del 21 giugno, è ormai da quattro giorni in acque di ricerca e soccorso maltesi in attesa di avere l’indicazione di un porto dove approdare.

 

La strategia di Conte

La proposta italiana per la gestione dei flussi migratori è intitolata “Strategia europea multilivello”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso del punto stampa che precede il vertice informale europeo a Bruxelles spiegando come la proposta si basi su “sei premesse” e abbia “dieci obiettivi”.

Il premier annuncia la proposta italiana sui migranti. La proposta italiana mira a “una puntuale politica di regolazione dei flussi che sia realmente efficace e sostenibile e al totale superamento del regolamento di Dublino, che noi riteniamo” legato “ad un quadro emergenziale” quando invece vogliamo una gestione “strutturale”, afferma.

“Sono appena arrivato a Bruxelles per portare la proposta italiana sul tema immigrazione: European Multilevel Strategy for Migration. L’Italia in Europa è chiamata ad una sfida cruciale. E vi garantisco che sarà un radicale cambio di approccio sul tema”, scrive su twitter il premier Giuseppe Conte.

Proposta Italia, superare criterio Paese 1/o arrivo – “Superare il criterio del Paese di primo arrivo: chi sbarca in Italia, sbarca in Europa”. E’ uno dei dieci obiettivi della proposta italiana illustrata dal premier Conte a Bruxelles.

Macron: ‘Soluzione a 28 o tra gruppo di Stati’ – “Dobbiamo trovare una soluzione europea sui migranti e si costruirà solo attraverso la cooperazione dei Paesi dell’Ue, che si tratti di una collaborazione a 28 o tra più Stati che decidono di andare avanti assieme. Questo richiede la responsabilità di ciascuno e spirito di solidarietà per condividere il peso che alcuni Paesi conoscono”. Così il presidente francese Emmanuel Macron, arrivando al minivertice.

Conte al vertice tra Macron-Muscat, rompe ghiaccio con Parigi – Seduto tra i due ‘avversari’ di questi ultimi giorni, il premier maltese Joseph Muscat e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron: il premier italiano Giuseppe Conte comincia così il vertice informale tra 16 Paesi Ue organizzato nel Palais Berlaymont. Un vertice tutto in salita, già dalle posizioni al tavolo, con l’Italia “stretta” tra Malta e Francia. Ed è con Macron, più che con un silente Muscat, che Conte, secondo quanto si vede dalle prime immagini del vertice, rompe il ghiaccio scambiando due chiacchiere e qualche risata. Nella foto di gruppo è ancora Muscat – assieme questa volta al premier lussemburghese Xavier Bettel – a stare al fianco di Conte. E il primo ministro maltese, forse sull’onda dello scontro con l’Italia sulla competenza nei soccorsi delle navi nel Mediterraneo, si mostra insolitamente freddo nei confronti del premier italiano, che finora non aveva mai incontrato.

Merkel, serve trovare accordi bi-trilaterali – “Oggi è un incontro molto importante” per trovare “accordi bilaterali e trilaterali” sul tema della migrazione, “l’aspettativa è che si possa trovare una soluzione comune in questi giorni”, in vista del vertice europeo di giovedì. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando al mini summit a Bruxelles sui migranti. “Sappiamo che non esiste ancora una soluzione europea, quindi si tratta di trovare accordi bilaterali, di come possiamo aiutarci a vicenda e trattarci reciprocamente in modo equo e onesto”, ha sottolineato Merkel.

Muscat, erigere muri in mare non è soluzione – “Non credo che ci sia una sola soluzione” al problema migranti, “non credo che alzare un muro anche in alto mare sia una soluzione, ma credo che un approccio omnicomprensivo possa essere quello di cui abbiamo bisogno”. Così il premier maltese Joseph Muscat entrando al mini summit a Bruxelles.

Salvini, basta ong voraci,libici facciano loro lavoro – “1.000 immigrati sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo che le Autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani”. Così il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini.




Napoli, location d’eccezione per il festival della Musica popolare del Sud Italia

NAPOLI – Ultima giornata quella di oggi a Napoli per la prima edizione del festival della Musica popolare del Sud Italia partito lo scorso giovedì 21 giugno 2018.

Location d’eccezione per il festival quella del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli

Una grande festa della musica che ha caratterizzato la quattro giorni nel Real Bosco per ascoltare i suoni del Sud eseguiti dal vivo dalle principali compagnie di canto popolare della Campania, della Calabria e della Puglia. L’intera kermesse è dedicata a tutte le espressioni artistiche popolari, infatti si potrà oltre ad ammirare le esibizioni di canto dal vivo si potrà anche imparare a ballare le danze come la tarantella calabrese, la pizzica tarantina e le tammurriate campane. Negli incontri ci sono anche spazi dedicati ai bambini come primo approccio alle danze popolari, ed inoltre seminari e workshop del settore come la presentazione di libri dedicati alla storia della canzone popolare Napoletana, una vera indagine sotto la lente d’ingrandimento etnomusicologa delle radici popolari del Sud. Alla conferenza stampa di mercoledì 20 giugno hanno partecipato il Direttore del Museo e Real Bosco di Sylvain Bellenger, il direttore artistico Peppe Barra, Rosanna Romano direttore generale per le politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania, alla guida del Coordinamento scientifico regionale delle Arti e della Cultura, Aurora Giglio presidente di MusiCapodimonte, Antonio Acocella e Maria Varriale del Centro di Cultura popolare del Mediterraneo e Marcello Colasardo artista di musica popolare che durante la conferenza ha improvvisato una tammurriata e altri artisti del Festival. A rappresentare l’immagine di tutta la kermesse è stato scelto un dipinto di Gaetano Gigante (1770 – 1840) che rappresenta “La festa della Madonna dell’Arco”, 1825 conservato alla Certosa di San Martino.

La cultura popolare, un patrimonio da trasmettere e da condividere

L’intento del Festival è di essere un momento di aggregazione e di confronto sociale e al contempo stesso un’occasione per fortificare il senso di appartenenza alle radici del Sud, perché la cultura popolare è un patrimonio da trasmettere e da condividere oltre di essere un’occasione di divertimento e di sentimento per le proprie origini. “Questa espressione artistica dev’essere conosciuta dalle nuove generazioni prima che si estingua” come ha più volte dichiarato Peppe Barra durante la conferenza che da ben 50anni si è dedicato alla cultura popolare. Il Direttore Sylvain Bellenger durante la conferenza ha dichiarato che: ” La nostra politica è sempre stata basata sull’apertura a tutte le forme artistiche, soprattutto per ricordare che il senso dell’arte è sempre quello dell’esigenza di libertà. Con questo Festival si dà inizio ad una nuova tradizione della tradizione – ed inoltre ha dichiarato Bellenger – “il Museo di Capodimonte mira a diventare famoso anche come custode dell’arte popolare e non solo per la collezione Farnese o di Caravaggio, ed invito gli artisti di strada in questa occasione di esibirsi nel Real Bosco”. Durante la conferenza Peppe Barra e gli altri artisti di musica popolare hanno dato anche una spiegazione degli strumenti antichi del popolo che venivano usati anche durante il Carnevale napoletano come il putipù, e lo scetavajasse.

Il valore scientifico della manifestazione

L’elemento che qualifica questo Festival rendendolo unico rispetto agli altri è il suo alto valore scientifico, infatti non solo musica, ma seminari, workshop, dibattiti ed incontri tra i maggiori esperti del settore della cultura popolare del Sud, i grandi esperti del settore insieme per approfondire il grande patrimonio immateriale che è la musica delle persone meno abbienti di un tempo e dove si esprimevano maggiormente nei campi. La cultura popolare è un patrimonio di tutti i popoli che si affacciano al Sud del Mar Mediterraneo e le colonne sonore delle Tammurriate, della Pizzica e Tarantelle sottintendono da secoli la quotidianità di uomini e donne nei momenti di lavoro nei campi, nei momenti di riposo e durante le feste religiose per esprimere se stessi come momenti di gioia o anche di dolore, ma anche sentimenti sacrali dedicate alla Madonna. Nel comunicato il Presidente della Regione Campania, On Vincenzo De Luca ha dichiarato:” La musica popolare è stata per secoli, per secoli, uno dei pochi mezzi a disposizione dei meno abbienti per esprimersi e comunicare. Canti e balli venivano considerati e rappresentavano i pochi momenti di divertimento e di svago – ed inoltre ha proseguito De Luca – che fin dalla prima infanzia, erano dedite solo al lavoro per la sopravvivenza. Ogni occasione era buona per ballare e cantare: la nascita di un figlio, un matrimonio, la vendemmia, mietitura, la trebbiatura, le feste religiose, le ricorrenze e persino il decesso di persone care”.

Giuseppina Ercole




Pomezia, ballottaggio. CasaPound e il caso Parnasi Lanzalone: due fattori che risulteranno decisivi sull’esito finale

POMEZIA (RM) – A Pomezia, a distanza di qualche ora dall’esito delle consultazioni del ballottaggio, tra il 5 Stelle Adriano Zuccalà e il candidato di centrodestra Pietro Matarese, che consegnerà un nuovo sindaco a Pomezia, due avvenimenti che potrebbero rivelarsi determinanti per la scelta finale del nuovo primo cittadino.

CasaPound sostiene M5s

Di fatti CasaPound ha invitato i suoi elettori a votare in favore di Adriano Zuccalà. Anche se gli esponenti della tartaruga frecciata rimarcano la loro distanza dai pentastellati come chiosa il candidato sindaco Roberto Camerota: “Il centrodestra di Pomezia rappresenta la peggiore vecchia politica e non possiamo assolutamente sostenerlo, per questo invitiamo i nostri elettori a votare M5S al ballottaggio”. Notizia non da poco dato che la loro percentuale che si attesta intorno all’1,4% potrebbe risultare decisiva.

Mentre si inserisce anche l’ombra del caso Parnasi e Lanzalone sulle elezioni del Comune di Pomezia

È quanto emerge dai verbali dell’inchiesta denominata “Rinascimento” nella quale è interessato Luca Parnasi, l’ormai noto costruttore che avrebbe atteso l’esito delle comunali di Pomezia all’uopo di ricevere il via libera a Campo Jemini. Proprio qui avrebbe voluto una lottizzazione su 185 ettari di terreno attraverso la Dea Capital Sgr. Ciò si sarebbe concretizzato in un’enorme colata di cemento passata facilmente con l’aiuto di un “governo amico”.

L’intercettazione di Sonzogni

Vi è poi un’intercettazione di Stefano Sonzogni, avvocato dell’ex Presidente di Acea Luca Lanzalone, che al telefono con un collega afferma: “Sì adesso guarda a maggior ragione bisogna vedere come finiscono le elezioni. Perché Pomezia è tutto legato al risultato elettorale… cioè Marino è in carica il sindaco va beh e quindi da quel punto di vista volendo secondo me si può anche… , come di… la cosa sta in piedi in ogni caso… appunto come come dici tu… c’è il Governo, c’è tutto… Pomezia è ovviamente molto legato a cosa succede con la nuova amministrazione che viene eletta”.

Anche se la trama di Parnasi e Lanzalone è stata bruscamente sferzata dagli arresti avvenuti a solo 11 giorni dal ballottaggio che vede proprio il candidato M5s come aspirante futuro sindaco, risulta che Lanzalone già conoscesse Pomezia dove la Giunta grillina aveva deliberato l’ingresso di Acea con due anni di anticipo e con un aumento del 60% sulle bollette. Il giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli proprio in merito a tale intercettazione mette nero su bianco come i due professionisti “hanno assoluta consapevolezza che l’intervento richiesto è soprattutto di natura politica, in ragione della appartenenza del Lanzalone all’orbita del Movimento Cinque Stelle, dal che il conferimento dell’incarico rappresenta la modalità con la quale compensare l’attività, quantomeno, di avvicinamento degli amministratori delle aree geografiche dove insistono gli interessi imprenditoriali del Parnasi, al fine evidente di ottenere un trattamento di favore. È infatti chiaro dal tenore della conversazione, anche in relazione agli espliciti riferimenti fatti dagli interlocutori al colore delle amministrazioni comunali di Marino e Pomezia ed alla prossima formazione di un governo a presenza Cinque Stelle, che l’attività che da loro dovrà essere svolta non sarà tecnica, ma di mediazione e diretta interlocuzione con le amministrazioni comunali preposte al rilascio delle autorizzazioni richieste o all’approvazione dei progetti, al fine di consentire il superamento degli ostacoli a ciò frapposti. In tale ottica, quindi, se nessun problema vi è per il Comune di Marino, già amministrato dai Cinque Stelle, l’avvento di un governo con la partecipazione del Movimento potrebbe risolvere qualsivoglia difficoltà in relazione al Comune di Pomezia, al di là dell’esito delle prossime elezioni comunali”.

Gianpaolo Plini