Ecco come contenere la spesa pubblica senza mettere in discussione i diversi principi giuridici dei diritti acquisiti. Intervista al prefetto Francesco Tagliente – terza parte

Occupandoci dello schema del Decreto Salvini su migranti e sicurezza, nella prima e seconda parte della nostra intervista al prefetto Francesco Tagliente, abbiamo affrontato il tema delle nuove norme per rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla minaccia del terrorismo con la revoca della cittadinanza ai terroristi naturalizzati italiani, della importanza di migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata focalizzando l’attenzione sulla importanza della nuova piattaforma telematica, sulla quale sono ora disponibili le informazioni e la documentazione riguardanti gli immobili confiscati e i beni mobili registrati con i dati disaggregati con dettaglio comunale.

Nella parte conclusiva della seconda parte dell’intervista il prefetto aveva anche fatto una riflessione critica dicendo che “anziché procedere con nuove e più incisive misure per il contenimento della spesa pubblica vengono messi in discussione i diritti acquisiti mettendo le mani nelle tasche degli strati meno difesi della popolazione, alimentando la paura di chi teme che l’attacco alle pensioni sia solo il primo degli interventi per sovvertire diversi principi giuridici dei diritti acquisiti”. Sollecitato a chiarire meglio il concetto aveva poi aggiunto che “Il nuovo decreto-legge recante le disposizioni in materia di sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto al terrorismo e alla criminalità, nella parte in cui prevede nuovi strumenti finalizzati a migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’Agenzia, offre lo spunto per riflettere su come poter ridurre progressivamente e in maniera diversa l’impatto sull’indebitamento.

In questa terza parte dell’intervista Tagliente per rendere più agevole la comprensione del suo pensiero fa espresso riferimento agli interventi per il contenimento della spesa sperimentati a Firenze, Roma e Pisa. Ecco il seguito dell’intervista.

D. Ricordo che in occasione della consegna del “Premio Castel Gandolfo in presenza del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta e di altre autorità ha fatto un cenno all’esperimento fiorentino. Vuole ripeterlo per i lettori del nostro Giornale?

R. Già nel 2007, quando il termine Spending Review non era conosciuto dal grande pubblico, da Questore di Firenze, ho coinvolto vari soggetti istituzionali pubblici, in un vasto e diversificato piano di razionalizzazione e riqualificazione degli spazi in uso alle strutture della Polizia di Stato fiorentina. Resomi conto che pagavamo un affitto di circa 5 milioni di euro all’anno per un complesso edilizio in uso alla Questura chiamato “Il Magnifico” che tanto magnifico non era, ho fatto monitoraggio degli immobili di proprietà del demanio dismessi dall’esercito. Uno di questi, l’ex Caserma De Laugier sul lungarno della Zecca Vecchia, una ex caserma dell’Esercito già sede dell’Accademia di Sanità militare, che il movimento per la casa tentava di occupare, risultava compatibile per trasferirvi tutti gli Uffici dal complesso edilizio il Magnifico. Grazie anche all’impegno dell’allora Provveditore interregionale per le opere pubbliche della Toscana Costanza Pera, sono riuscito ad acquisirla nella disponibilità della Questura. Oggi i lavori sono ultimati, manca il collaudo. In questi 10 anni solo il Magnifico ci è costato 50 milioni di euro. Se questa operazione fosse stata pensata prima quei 50 milioni li avremmo potuti risparmiare. E sto parlando di un solo immobile di una Forza di polizia limitando l’esempio all’arco temporale di 10 anni.

D. Lei dopo Firenze è stato destinato a fare il Questore di Roma. Ha ripetuto quell’esperimento?

R. Nel 2010 la successiva esperienza come Questore di Roma, mi ha consentito di replicare le iniziative promosse a Firenze. Con il Vice Questore Filiberto Mastrapasqua e i Dirigenti dei vari Commissariati cittadini e distaccati, abbiamo monitorato gli immobili del demanio, della regione, della provincia e dei comuni non utilizzati e quelli sequestrati e confiscati alla criminalità per valutare la compatibilità a ricollocare alcuni dei 52 immobili di privati adibiti ad uffici di polizia dove pagavamo l’affitto. E’ stato un lavoro impegnativo con il prezioso supporto dell’allora Assessore alla sicurezza della Regione Lazio Giuseppe Cangemi. Ricordo che allora l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata non disponeva della piattaforma telematica. In assenza di dati disaggregati con dettaglio degli immobili gestiti dall’Agenzia abbiamo dovuto fare una ricerca con sopralluoghi non agevoli degli immobili sequestrati. Ricordo ripetuti sopralluoghi ad un immobile sequestrato per ricollocare il Commissariato Flaminio Nuovo (abbiamo dovuto scavalcare le recinsioni per vedere le cubature) come i sopralluoghi fatti alla Romanina su alcune immobili sequestrati al clan dei Casamonica. Solo per citare alcune iniziative per il contenimento delle risorse ricordo il progetto Fregene e Torvaianica a costo zero; il progetto via dei Tordi per il trasferimento del commissariato Casilino in via dei Tordi 38 con la prevedibile economia di oltre 160.000 euro l’anno; il progetto Velletri per il trasferimento del Commissariato in un immobile demaniale risparmiando 66.000 euro l’anno; il progetto Colleferro con il trasferimento del Commissariato e della Sezione Polizia Stradale presso un immobile privato ma a canone agevolato risparmiando 170.000 euro l’anno; il progetto Commissariato Guidonia Montecelio in via Agrigento, in uno stabile concesso in comodato d’uso dal Sindaco di Guidonia, con conseguente risparmio annuo di oltre 74.000 euro; il progetto Largo Leopardi con il trasferimento in un immobile demaniale dei Commissariati Viminale ed Esquilino accorpati, della Divisione Polizia Amministrativa, l’Ufficio passaporti, le Caserme Alvari e Massaua, il magazzino Salviati con la previsione di un risparmio di 4.600.000 euro; il progetto Forte Boccea per ospitare il Commissariato Aurelio, la caserma Bencivenga e magazzino di via Salviati con la previsione di risparmiare di 800.000 annui. Questo solo per fare alcuni esempi.

Un lavoro importante che avrebbe consentito annualmente il risparmio di alcuni milioni e che secondo il progetto reso pubblico, avrebbe comportato un contenimento dei costi di circa 20 milioni di euro all’anno.

D. Dopo l’esperienza romana con gli immobili in uso alla Questura lei è stato destinato a fare il rappresentante del governo a Pisa. Si è occupato del contenimento dei costi anche nella Città della Torre?

R. Nel 2012 da Rappresentante del Governo a Pisa, mi è stato possibile continuare nella concreta attuazione di quella stessa politica di contenimento dei costi avviata a Firenze e proseguita a Roma. Ho fatto un progetto per dismettere tutti i contratti di locazione con privati e trasferire negli immobili demaniali gli uffici della pubblica amministrazione. Ho fatto monitorare tutte le unità immobiliari in uso alla pubblica amministrazione. E’ emerso che 164 unità immobiliari erano in uso ad uffici governativi di cui 66 (circa il 40%) in locazione passiva 30 dei quali presi in affitto da privati: 15 pagati dal ministero dell’interno, 8 dal ministero dell’economia e delle finanze, 2 ministero della Giustizia, 2 ministero politiche agricole e forestali. Dal monitoraggio è emerso anche che degli immobili demaniali, alcuni erano in uso dai Comuni, dalla Scuola Normale Superiore, delle poste ora S.p.A. e altri in uso di privati o liberi ed infine altri ancora no acquisiti formalmente al patrimonio demaniale.

D. Tutto questo per rimarcare che la situazione economica del Paese impone un maggiore impegno e una diversa strategia per in contenimento dei costi anche con la razionalizzazione delle spese per gli immobili in uso a tutta la pubblica alla pubblica amministrazione dalle forze di polizia agli enti territoriali dei vari organismi della pubblica amministrazione. Tutto questo per dimostrare che è una strada agevole da percorrere?

R. Tutto questo per rimarcare che se è stato possibile farlo a me a margine degli impegni per l’esercizio delle funzione di Autorità di Pubblica sicurezza, sicuramente lo potrebbe fare un organismo sovraordinato ai ministeri con maggiore autorevolezza e competenza. Parto da un punto fermo: non è concepibile che con tanti immobili dismessi dall’esercito, del demanio e degli vari enti pubblici e di quelli o sequestrati e confiscati alla criminalità, si debbano pagare milioni di euro per locazioni di immobili di privati.

D. In concreto lei ritiene che il decreto sicurezza, nella parte in cui fa espresso riferimento alla necessità di “trasmissione telematica dei dati tra l’Autorità giudiziaria e l’Agenzia consente una grande occasione per riflettere su nuove opportunità di razionalizzazione delle risorse.

R. Penso che una straordinaria occasione di riflessione ci viene offerta proprio dalla avvertita esigenza di consentire la corretta operatività della nuova piattaforma web “Open Re.G.I.O.” sviluppata per la ANBSC sulla quale sono disponibili le informazioni e la documentazione riguardanti gli immobili confiscati e i beni mobili registrati.

Con una piattaforma analoga, si potrebbe alimentare una piattaforma comune mettendo da un lato i dati di tutti gli immobili demaniali non utilizzati dagli uffici della pubblica amministrazione e quelli sequestrati e confiscati alla criminalità e dall’altra tutti gli immobili in uso agli Uffici della pubblica amministrazione dove viene pagato l’affitto a privati.

Dalla sovrapposizione dei dati, per area geografica interessata, sarebbe così possibile valutare, anche a tavolino e a costo zero – senza dover fare la ricerca porta a porta con spreco di tempo e risorse – la compatibilità degli immobili disponibili alle esigenze degli Uffici della pubblica amministrazione in locazione passiva a privati.

Se poi la valutazione della compatibilità fosse affidata ad un Ufficio sovraordinato ai singoli ministeri interessati e a prescindere dalla richiesta degli interessati, i singoli progetti diventerebbero anche più veloci.

D. Grazie per la sua paziente disponibilità. Un’ultima domanda: chi partecipa oltre a lei alla tavola rotonda del 29 settembre?

R. Per affrontare la tematica – che sarà moderata da Enrico Paoli, capo servizio quotidiano Libero – sono state chiamate personalità con un patrimonio di saperi e di esperienze come il generale Tullio Del Sette, ex Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. E’ prevista anche la partecipazione di Rosario Vitarelli, già presidente osservatorio per la legalità e la scurezza della Regione Lazio; Diego Porta, presidente dell’Associazione Nazionale Comandanti ed Ufficiali Corpi Polizia Municipale; Claudio Fazzone, Senatore Componente Copasir e Don Antonio Coluccia, fondatore della comunità Opera Don Giustino Onlus.

D. La data del convegno, coincidente con quella della annunciata valutazione in Consiglio dei Ministri del decreto, è una coincidenza o una data scelta appositamente?

R. Io sono stato invitato il 7 settembre. Me ne ha parlato, anticipandomi il tema, il vice presidente Consiglio regionale del Lazio Pino Cangemi in occasione del “Premio Castel Gandolfo 2018”.




Smartphone e altre “droghe”: c’è chi la chiama “cocaina digitale”

C’è chi la chiama “cocaina digitale”. In effetti hanno molto in comune.
In entrambi i casi vieni preso, portato in un mondo frizzante di illusioni e finte speranze e poi rilasciato in un senso di vuoto e di apatia.
In entrambi i casi non hai idea di essere dipendente da qualcosa.
In entrambi i casi ti senti molto figo perché hai tanti amici virtuali.
In entrambi i casi inizi a vivere una doppia vita.
In entrambi i casi sei solo.
In entrambi i casi ti dici che smetti quando vuoi.
In entrambi i casi non è vero.
È la prima cosa che fai quando apri gli occhi la mattina e l’ultima prima di addormentarti.
Se scrivi un whatsapp a qualcuno che non risponde immediatamente e vedi la fantomatica “doppia spunta blu” vai in ansia, pensi che non voglia più vederti, che forse hai fatto una gaffe senza accorgerti che hai rovinato inesorabilmente il vostro rapporto e ora probabilmente non
potrai mai più riparare, pensi che in effetti potevi usare un tono diverso quando gli hai scritto che era meglio vedervi giovedì e che un rapporto come quello sarà difficile da ricostruire e poi – finalmente – il tuo telefono trilla: ti ha risposto.
Siamo l’esercito della notifica. Del tweet, del like, del poke, del wave…
Un’enorme folla narcotizzata che lentamente scivola nella sillabazione delle risposte farcite di emoticon senza accorgersi di alimentare un analfabetismo funzionale che, probabilmente, non sarebbe opportuno sottovalutare.
Un tempo i bambini facevano rumore al ristorante. Si sbucciavano le ginocchia. Costruivano la casa sotto il tavolo con gli scialli delle mamme e ci portavano dentro le provviste. I pavimenti erano tappeti di pennarelli dove rischiavi di romperti un dente perché i bambini, un tempo, disegnavano.
Oggi hanno le occhiaie presto, quelle da monitor, e gli occhi pallati che cercano di raccogliere tutte le caramelle per finire il quadro… al ristorante non li vedi e non li senti. Sono buoni. Buonissimi. Troppo. Non si muovono più. Forse tra qualche centinaio d’anni non avremo più bisogno delle gambe, ci basterà telecomandarci in giro per il mondo.
Da qualche parte iniziano a spuntare studi, terapie ad hoc per disintossicarci; e iniziamo a renderci conto che non è poi così facile.  Lo smartphone ci è entrato dentro, è una parte del nostro cervello.
Benedetta tecnologia, ma per favore non abituiamoci al punto di non saper più riconoscere quando stiamo per essere lobotomizzati.

Valeria De Luca




Nemi, danneggiamento fontana Dea Diana: identificato il responsabile

NEMI (RM) – A distanza di sole 48 ore è stato individuato il responsabile dell’accaduto riguardante la nota fontana della Dea Diana di Piazza Roma a Nemi che aveva subito un pesante danneggiamento a seguito di un sinistro stradale. Il lavoro congiunto, della Polizia Locale del Comune di Nemi diretta dal Comandate Gabriele Di Bella e dal Comandante Dario Riccio della Stazione dei Carabinieri, è stato propedeutico ad individuare il proprietario dell’autovettura di una cittadina Romana di Tor Bella Monaca, la quale aveva dato in uso la macchina al proprio figlio residente nella zona dei Castelli Romani. Convocati nell’ufficio di Polizia Locale di Nemi hanno riconosciuto le proprie responsabilità.

Questo accertamento permetterà il restauro della fontana ripristinandola al suo massimo splendore senza gravare sulle casse della collettività.




Marino, il Partito Comunista attacca sul reddito di cittadinanza: “Un fallimento!”

Riceviamo e pubblichiamo dalla segreteria del Pci di Marino 

Perché c’è incapacità politica/amministrativa e perché si nega confronto!
“Ormai, guardando a ritroso, è diventata una telenovela che se non fosse drammatica, sulla pelle delle persone,
potremmo incastonarla nelle farse all’italiana! Parliamo dello sbandierato reddito di cittadinanza che il capoclown ha
avuto anche l’ardire di proporlo come “modello nazionale” andando a metterlo come perno della campagna elettorale in
Molise!
Parliamo di questa sequenza:
1. Presso il settore dei servizi sociali del comune di Marino sono attive da anni misure di sostegno sociale. Queste, con
una spesa di circa 300mila euro annui, interviene a soddisfare i bisogni di centinaia e centinaia di persone, di giovani,
indirettamente di famiglie. Per poco tempo ma in modo diffuso.
2. Elezioni amministrative. Vince il M5S, propone il reddito di cittadinanza. Il PCI chiede di essere ascoltato perché ha
proposte realizzative di merito. Ci viene detto si, poi si nega confronto reale e veniamo lasciati fuori dalla porta.
3. Viene reso noto, dopo un anno perso e senza che i cittadini, quindi, abbiano potuto usufruire delle misure precedenti,
che ci sarà il reddito di cittadinanza. Denunciamo che i soldi sono pochi. Anche molti altri, in consiglio e pubblicamente
esprimono dubbi. Nulla.
4. Il Sindaco e il M5S continuano e con soli 300mila euro annunciano che daranno soluzione a centinaia di cittadini.
5. Facciamo i conti, con le proposte economiche dette da chi sta governando Marino, dimostriamo che al massimo
possono rispondere a 100 persone. Silenzio.
6. Si approva regolamento, si apre bando, si ricevono risposte: a fronte dei drammi che economicamente le famiglie
stanno subendo, tanto è contorto il bando che solo 81 presentano richiesta!
7. Dalla tragedia, alla farsa: tanto è da labirinto ed enigma irrisolvibile il percorso dei requisiti, che tra le 81 domande,
solo 31 sono gli ammessi a ricevere il sostegno!
Che genio della politica e della amministrazione occorre per rispondere a questa semplice domanda: A Marino non è
vero che c’è il dramma del lavoro, non è vero che c’è una diffusa soglia di povertà tra i ceti popolari e medi, oppure
questa buffonata imposta e realizzata da Sindaco e Giunta M5S è un totale fallimento?
Un tema centrale, per la loro politica di Cinquestelle, non meriterebbe come risposta coerente e non truffaldina, le scuse
per non averci capito nulla, e le dimissioni in blocco?”




Anguillara Sabazia, il Country club chiude i sipari: al via l’acquisizione da parte del Comune

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – La Discoteca The Country Club ad Anguillara Sabazia sta per essere acquisita a patrimonio comunale dopo aver assistito ad un’alternanza di atti psichedelici.

L’amministrazione comunale lo scorso dicembre 2017 aveva ordinato alla società gestionale – Adelfai srl – di demolire alcune opere edili realizzate in assenza o in totale difformità o con variazioni essenziali dal permesso di costruire, nello specifico:

– Muretti in calcestruzzo e blocchi dell’altezza di circa mt 1.30 per ml 9.00;
– Innalzamento della quota di calpestio per circa mt 0.50 per un’area di circa mq 37.50;
– Modifica dei percorsi di sicurezza;
– Realizzazione di due ambienti adibiti a bar durante l’esercizio delle discoteca;
– oltre a tutte le opere oggetto di sanatoria (oggetto di diniego);

Nell’ordinanza veniva specificato che in caso di mancata demolizione, entro il termine fissato, l’immobile abusivo e la relativa area sarebbero stati acquisiti gratuitamente al patrimonio del Comune, ai sensi dell’art. 31 del D.P.R. del 06/06/2001, n. 380, senza pregiudizio dell’azione penale.

Ma a giugno 2018, dopo ben 6 mesi dal precedente atto, l’amministrazione comunale sospese l’ordine di demolizione

Una decisione definita da molti come un vero e proprio coup de théâtre da parte dell’ufficio Tecnico dell’Ente. E subito dopo l’ordinanza sospensiva del precedente ordine di demolizione dal Comune partì un’iniziativa finalizzata a “Implementare lo sviluppo sociale, culturale e aggregativo dei ragazzi più giovani”. Il comune di Anguillara Sabazia a inizio dello scorso Luglio accoglieva “con entusiasmo” la richiesta del The Country House di organizzare una serie di serate (Ogni venerdì dalle 21.00 alle 24.00) dedicate ai più piccoli. In pratica presso la struttura con tanto di opere abusive si dava vita ad un “esperimento di tipo ludico che permette ai giovani delle scuole medie e dei primi anni di liceo, delle scuole di Anguillara Bracciano e Trevignano, di poter trovare uno spazio aggregativo dove potersi divertire durante l’estate nella massima sicurezza e con la totale tranquillità per i genitori.”

Ebbene, l’estate è finita, i giovani si sono divertiti “in massima sicurezza?” E adesso si apre il sipario: al via l’acquisizione. Infatti il Comune ha emesso una nuova ordinanza che revoca la precedente sospensione dell’ordine di demolizione.




Nemi, danneggiata la fontana della Dea Diana: ennesimo incidente

NEMI (RM) – L’ennesimo sinistro stradale che danneggia il bene pubblico viene registrato a Nemi. In questo caso ad essere coinvolta è la bella fontana della Dea Diana sulla rotatoria proprio all’ingresso di Nemi a piazza Roma.

Nella notte tra venerdì e sabato una autovettura ha urtato violentemente il monumento danneggiandolo pesantemente.

Dopo l’accaduto l’automobilista si è allontano senza lasciare nessun riferimento dimostrando una mancanza di senso civico. Purtroppo questi episodi che danneggiano il patrimonio pubblico sono sempre più frequenti.

Invece nel pomeriggio di sabato un altro pirata della strada urtava in sorpasso un ciclista sulla via Nemorense e dopo l’accaduto fuggiva senza portare soccorso. Il ciclista è stato ricoverato con varie fratture.

Sulle tracce degli automobilisti di entrambi gli incidenti sono la Polizia Locale di Nemi e la stazione dei Carabinieri.

Mi auguro che il lavoro congiunto fra l’ufficio di Polizia Locale e la stazione dei Carabinieri di Nemi possa fare al più presto luce sui fatti accaduti – conclude il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci




Milano, 32enne prende il taxi (abusivo) e viene sequestrata e violentata

MILANO – Una giovane è stata sequestrata, a Milano, da un tassista abusivo che avrebbe dovuto accompagnarla a casa dopo la discoteca e che invece l’ha costretta a seguirlo a casa sua a Corsico, nel Milanese, dove l’ha violentata. L’uomo, un marocchino 30enne, è stato rintracciato dai carabinieri e arrestato con l’accusa di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona.
L’uomo arrestato è stato fermato dai carabinieri della Compagnia di Corsico (Milano). La sera del 20 settembre ha caricato la ragazza, una marocchina di 32 anni, in una discoteca in zona Corvetto. Poi l’ha obbligata ad andare a casa sua e l’ha costretta a subire gli abusi sessuali.




Anguillara, l’ANCRI su progetto “Decoro delle Bandiere”: “Grande apprezzamento per la sensibilità istituzionale del vicesindaco Galea”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Se è concluso il sopralluogo dei rappresentanti dei vari organismi interessati alla pianificazione e gestione della cerimonia di consegna delle nuove Bandiere da parte dei vertici dell’ANCRI al Comune di Anguillara Sabazia.

L’evento avrà inizio alle ore 11.00 di venerdì 28 settembre nei Giardini dei Caduti di Anguillara, con i saluti delle Autorità e del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove. Al termine degli interventi e della formale consegna delle Bandiere, le Autorità e gli invitati si sposteranno a piedi presso il Palazzo Baronale Orsini, sede istituzionale del Comune, per assistere al momento in cui, mentre viene eseguito l’Inno Nazionale, il flag man del Comune fa fissare le Bandiere sulle aste dell’edificio del Comune.

A seguire tutti proseguiranno verso i Giardini del Torrione dove, dalle 12:00, il Commissario della Polizia di Stato in servizio presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Marco Valerio Cervellini, terrà un conferenza alle scolaresche di Anguillara sul tema “Tutela della sicurezza e della reputazione online sui social network”.

Con questa iniziativa la Giunta del Comune di Anguillara vuole tenere alti decoro e dignità del Tricolore, per questo ha aderito “Progetto decoro della Bandiera” proposto dall’Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica (ANCRI). Negli ultimi anni, infatti, è sempre più frequente notare (anche su edifici pubblici) la bandiera italiana strappata, lacerata, scolorita o sporca.

Il Progetto “Decoro della Bandiera” è finalizzato a garantire il prestigio del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica italiana. L’ANCRI dà concreto sostegno agli Enti pubblici che non sono economicamente in grado di sostituire il Tricolore esposto, qualora versi in degrado. L’Associazione degli insigniti al Merito della Repubblica si è così resa disponibile a valutare espresse richieste da parte di organismi pubblici che non possono provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere rovinate.

All’incontro del 28 settembre, organizzato dal vice sindaco di Anguillara, Sara Galèa, parteciperanno anche il presidente dell’Associazione Tommaso Bove, il prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione, e il vice presidente organizzativo del Sodalizio, Domenico Garofalo.

La presidenza dell’ANCRI, ha espresso grande apprezzamento per la sensibilità istituzionale del vicesindaco Galèa a mantenere alta l’attenzione sui valori e i simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale




Roma, centro: scoperta banda di ladri di carte di credito. Le usavano nei negozi “amici”

ROMA – A conclusione di una complessa attività d’indagine, convenzionalmente denominata “EL MASRI”, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 10 persone, 8 cittadini nord africani, 1 colombiano e 1 romeno, (2 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 5 colpiti dal divieto di dimora nel Comune di Roma). Sono inoltre coinvolte nell’indagine 18 persone, denunciate a piede libero, per i reati che vanno dal furto aggravato alla ricettazione, all’utilizzo fraudolento di carte di credito.

L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma che ha accolto le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati informatici.

L’indagine, avviata nel mese di gennaio 2018, dai Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina, è scaturita dalla costante sinergia e scambio d’informazioni con NEXI Payment S.r.l. (già CartaSi) e dal monitoraggio approfondito delle transazioni eseguite con carte di credito ritenute sospette, effettuate presso i dispositivi POS di vari esercizi commerciali delle zone centrali e periferiche della Capitale.

Sono così emerse innumerevoli spese in frode, eseguite con carte di credito di matrice estera per svariate migliaia di euro.

Le indagini, grazie anche, alle attività di intercettazione telefonica e localizzazione GPS, nonché ai tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento svolti, hanno consentito in breve tempo di individuare tutti i componenti della banda con i rispettivi compiti: dal semplice “borseggiatore” al “ricettatore”, al “commerciante compiacente”. Nel complesso, il sodalizio criminale era composto da 28 persone: tra questi anche un cittadino egiziano che aveva il fondamentale ruolo di coordinatore di tutte le attività della banda, in particolare quelle dei ricettatori e dei borseggiatori.

I Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina sono riusciti a disarticolare l’intero gruppo criminale, specializzato nei furti di carte di credito e nel successivo utilizzo fraudolento presso esercizi commerciali “compiacenti”, i cui titolari permettevano al sodalizio di eseguire “salate” transazioni con le carte di credito delle persone derubate, a cui spesso non seguiva un materialmente acquisto di merce, dividendo poi, secondo criteri prestabiliti, il guadagno ricavato dalla transazione fraudolenta.

Così facendo il negoziante riceveva sul proprio conto l’intero importo relativo alla transazione, senza far uscire alcun tipo di merce che veniva poi rivenduta con un doppio guadagno, mentre al ricettatore spettava una percentuale della vendita.

Al riguardo, emblematiche risultano essere alcune spese eseguite presso una gioielleria ubicata presso un centro Commerciale della zona Laurentina, il cui titolare ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza (poi acquisite dai Carabinieri) salutava ed accoglieva in modo amichevole i due ricettatori che senza scegliere o provare alcunché, si recavano in cassa eseguendo due strisciate con carte di credito oggetto di furto, il tutto uscendo dal negozio dopo poco tempo.

Nel corso delle indagini, sono state già arrestate 6 persone in flagranza di reato mentre altre 2 sono state denunciate a piede libero. Dieci carte di credito rubate e altre 5 clonate sono state sequestrate durante le attività investigative che hanno portato anche al recupero di merce varia, acquistata con le carte di illecita provenienza, per un importo complessivo di oltre 10.000 euro.

Durante le fasi esecutive dell’operazione di questa mattina, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato altre 4 persone, 3 del Marocco e un algerino, per possesso di documenti di identità falsi.

I militari hanno complessivamente rendicontato l’illecito utilizzo di 85 carte di credito (5 delle quali clonate, le altre provento di furto e/o ricettazione): le spese in frode concesse ammontano a 53.236 euro mentre le transazioni a 77.162 euro.




Frascati, investita da rom in fuga: “Ho visto la morte in faccia”

FRASCATI (RM) – “Una sensazione indescrivibile, ho visto la morte in faccia quando quella macchina a tutta velocità mi ha preso in pieno”, è ancora sotto shock Sandra, la parrucchiera di 49 anni che domenica pomeriggio è stata investita da due rom minorenni a bordo di un auto rubata che correvano come una valvola impazzita per sfuggire ad un inseguimento della polizia in via Pietra Porzia, a Frascati.

La donna ha riportato diverse fratture tra cui al perone destro. Ha una contusione alla tibia e una lacerazione al femore. Sandra che ha un negozio da parrucchiera in centro a Frascati, conosciuta e stimata in città, stava passeggiando a bordo strada insieme al cugino Paolo A. di 69 anni che si è salvato dall’impatto perché alla vista dell’auto in corsa è saltato in mezzo ai rovi oltre il guardrail.

Lei invece, non sapendo cosa ci fosse oltre la strada, ha cercato di mettersi al riparo provando a raggiungere l’altra parte della carreggiata quando è stata centrata in pieno come un birillo. Edoardo B. 14 anni di Borghesiana e Denis R., 16 anni, di Ponte di Nona sono in arresto da domenica pomeriggio con l’accusa di tentato omicidio, lesioni gravi, resistenza a pubblico ufficiale e omissione di soccorso. Al momento si trovano al centro di accoglienza Virginia Agnelli a Roma.

I due rom avevano appena rubato un’Alfa 159 ad una signora rumena che vive a Colonna. Il più piccolo si mette alla guida e inizia a seminare il panico sulla via Casilina perché corre e sbanda perché non domina bene la vettura. Una volante li nota, viene intimato l’alt ma i due non si sono fermano e partite l’inseguimento. L’auto sbanda a destra e sinistra per l’alta velocità, i due imboccano anche qualche strada contromano inseguiti dalla polizia.

Sandra e Paolo si sono trovati nel posto sbagliato nel momento clou dell’inseguimento. L’auto continua la corsa impazzita e passa sopra la donna: “Ci trovavamo prima di una doppia curva – ha raccontato ieri mattina la donna su una barella del pronto soccorso di Frascati – abbiamo capito subito di essere in grave pericolo di vita. Mio cugino si è buttato subito al di fuori del guardrail e io, in un momento, mi sono vista la macchina a tutta velocità puntare nella mia direzione, mi è passata sopra, ho sentito le gomme su di me. Sono viva per miracolo. La testa era sotto l’auto, ho visto la carrozzeria sopra di me ma se fossi stata spostata anche solo di pochi centimetri mi avrebbe mozzato la testa, sarei morta sul colpo. È una sensazione orribile, ho vissuto un incubo”.

Dopo quel momento la corsa finisce: una volante riesce a tallonare e fermare la berlina. I due tentano di fuggire ancora e speronano l’auto della polizia ma poi vengono subito bloccati e arrestati. Sul posto è intervenuta la polizia stradale di Albano per i rilievi. La donna è arrivata al pronto soccorso frascatano alle 17:40 circa, con lei ci sono i fratelli Massimo e Sauro che dal momento dell’incidente non l’hanno lasciata un attimo: “Per fortuna che c’è la testimonianza dei due poliziotti che hanno raccontato com’è andata perché si trovavano sulla volante speronata dai quei due – dicono i fratelli – non hanno frenato o cercato di schivarla ma hanno continuato la folle corsa passando con l’auto sopra nostra sorella . Confidiamo nella giustizia e speriamo che non vengano rilasciati subito come spesso succede perché hanno tentato di ucciderla. In Italia senza norme severe si esce subito dalla detenzione e si torna a delinquere il giorno dopo”.




Ssd Roma VIII (calcio, I cat.), Palandri dopo k.o. in Coppa: «Guardiamo avanti, c’è il campionato»

Roma – La Roma VIII non è riuscita a superare il primo turno di Coppa Lazio, una delle due competizioni che l’avevano vista protagonista nella passata stagione. I ragazzi di mister Fabrizio Fiaschetti hanno ceduto 2-0 in casa con lo Zena Montecelio (a cui sarebbe bastato anche il pareggio) e hanno chiuso il match in nove per le espulsioni di Selva e Antunes. «Non abbiamo saputo affrontare la partita con la necessaria lucidità – dice il difensore centrale classe 1997 Gabriele Palandri – Nonostante questo, abbiamo saputo creare delle buone opportunità anche quando siamo rimasti in dieci. Poi nella ripresa c’è stata la seconda espulsione e non c’è stato più nulla da fare. Comunque ci prendiamo la colpa degli errori commessi anche se la partita è stata condizionata da una conduzione arbitrale a mio modo di vedere assolutamente inadatta all’importanza di questa gara». Palandri, comunque, prova a guardare oltre. «Non ci resta che voltare immediatamente pagina e cominciare a pensare al campionato – spiega il difensore – Domenica saremo ospiti della Novauto che già l’anno scorso aveva allestito una squadra valida. Il mister ci ha detto che si sono anche rinforzati e dunque bisognerà sudare per portare via i tre punti. Ma dobbiamo cercare di reagire immediatamente all’eliminazione di Coppa». Palandri è uno dei volti nuovi del gruppo capitolino: in estate ha “saltato la sponda” di Torbellamonaca visto che l’anno scorso ha vestito la maglia dello Sporting. «Avevo lasciato a febbraio per motivi di studio – dice il centrale difensivo – Qui ho trovato un gruppo forte che può provare a ripetere la stagione passata. Questa squadra ha vinto il campionato sul campo e, se ha perso delle pedine importanti, ha anche rinforzato il gruppo con innesti di valore. Sono convinto che ci siano tutte le possibilità di fare una buona stagione, molto dipenderà dall’atteggiamento con cui entreremo in campo in tutte le partite».