Macerata, sparatoria contro i migranti: Luca Traini condannato a 12 anni

MACERATA – Dodici anni di reclusione per le accuse di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma. E’ la condanna inflitta dalla Corte d’assise di Macerata nei confronti di Luca Traini, 29 anni, autore della sparatoria contro migranti del 3 febbraio scorso. Oltre alla pena, che coincide con la richiesta della Procura, l’imputato dovrà scontare poi anche tre mesi di libertà vigilata e dovrà risarcire le parti civili con somme da quantificare in sede civile.

“Scusate, ho sbagliato” ha detto Luca Traini durante il processo con rito abbreviato (a porte chiuse) in Corte d’Assise. “Non provo nessun odio razziale – ha aggiunto leggendo frasi scritte su fogli – volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti”.

Ho avuto “un’infanzia difficile” ma “non sono né matto né borderline”, ha detto Traini al processo. “Il mio gesto – ha aggiunto – non è collegato al colore della pelle: un poco di buono può essere sia bianco sia nero”.




Sperimentazione 5G e rischio cancro: 300 primi cittadini della conferenza dei sindaci degli Stati Uniti ricorrono al tribunale

Recepiti gli aggiornamenti della ricerca internazionale, nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe rivedere la classificazione degli agenti cancerogeni, inserendo l’elettrosmog in Classe 2A (cancerogeno probabile) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeno certo). Significherebbe minare alla fondamenta la supposta innocuità delle radiofrequenze, onde non ionizzanti, con evidenti ripercussioni anche nella corsa contro il tempo ingaggiata in questi giorni dall’industria del 5G (al rialzo, prosegue l’asta miliardaria per gli ambiti lotti).

A breve, attesi in autunno, i risultati finali del Programma nazionale di tossicologia americano (NTP), la più grossa ricerca su cavie uomo-equivalenti mai condotta al mondo sugli effetti biologici delle irradiazioni da cellulari (3G-GSM, che si sappia: sul 5G non ci sono studi preliminari sul rischio salute!). Le evidenze, già negli esiti parziali di marzo, dicono: tumore e glioma maligni nel cervello, neurinomi del cuore! (notati pure cardiomiopatia e danni al tessuto cardiaco). Tutti questi dati sono racchiusi nel libro inchiesta, “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” di Maurizio Martucci (Edizioni Terra Nuova). “Siamo al nesso tra cancerogenesi e tecnologia, dobbiamo fare molta attenzione ai prossimi passi”: forti di 147 studi recenti sul legame tra esposizione alle radiazioni a microonde e danni biologici, la coalizione statunitense Americans for Responsible Technology (52 gruppi statali e federali) ha poi chiesto alla Commissione federale per le comunicazioni di fermare il lancio (accelerato!) del 5G, mentre oltre 300 primi cittadini della Conferenza dei Sindaci degli Stati Uniti si spingeranno in tribunale pur di bloccare l’imposizione 5G, già rifiutata nelle città di San Anselmo, Ross, Mill Valley (California) e Palm Beach (Florida) per salvaguardare “la salute e la sicurezza della comunità”.

Mentre in Inghilterra c’è attesa per la sentenza sul maxi-risarcimento chiesto da Neil Whitfield (60enne britannico malato di cancro al cervello, stabilito il nesso telefonino=cancro può ricevere 1 milione di sterline da un colosso del wireless) nella sede comunale di Cracovia (Polonia) s’è svolto il 3 ° Forum internazionale “Protezione dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico, limiti di sicurezza” a cui ha partecipato anche Fiorella Belpoggi, per l’Istituto Ramazzini (Bologna) direttrice della ricerca più autorevole (10 anni di studio) sugli effetti cancerogeni delle antenne di telefonia mobile: “siamo scienziati, il nostro ruolo è di produrre prove solide per la valutazione di pericoli e rischi. La sottostima delle prove dei biotest sui cancerogeni e i ritardi nella regolamentazione hanno già dimostrato molte volte di avere gravi conseguenze, come nel caso dell’amianto e del fumo.”

Agostino Di Ciaula, Presidente ISDE-Italia (ha reiterato al Governo Conte una richiesta di moratoria, inascoltata) sostiene che “le prime evidenze che stanno venendo fuori dalla sperimentazione del 5G sono abbastanza preoccupanti. Sono state segnalate alterazione dell’espressione genica, effetti sulla cute, effetti sulla proliferazione cellulare, sulla sintesi di proteine, sui processi infiammatori”, e un nuovo appello per ONU, OMS, Europa e governi è stato lanciato dall’ennesima accreditata task force che – senza mezzi termini – parla di ‘5G come crimine contro l’umanità’: “La densità pianificata dei trasmettitori di radiofrequenza è impossibile da prevedere.

Oltre a milioni di nuove stazioni radiobase 5G sulla terra e 20.000 nuovi satelliti lanciati nello spazio, secondo le stime entro il 2020 per l’Internet delle cose avremo 200 miliardi di oggetti trasmittenti e un altro trilione di lì a pochi anni. Se i piani del settore delle telecomunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, nessun animale, nessun uccello, nessun insetto e pianta sulla terra sarà in grado di evitare l’esposizione 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, a livelli di radiazione che sono decine o centinaia di volte più grandi di quello che esiste oggi, senza alcuna possibilità di fuga da nessuna parte sul pianeta. Questi piani 5G minacciano di provocare danni permanenti, effetti gravi e irreversibili sugli esseri umani”. Infine, mentre alcuni cittadini valutano azioni legali di autotutela e le pagine del libro inchiesta sui pericoli dell’elettrosmog sono nelle mani del Ministro della Salute Grillo, on-line monta una petizione da 5.000 firme per il Governo: “fermate il 5G, abbassando i limiti di irradiazione elettromagnetica!” Ma, ignara dei pericoli, l’opinione pubblica italiana (strano?) permane all’oscuro ….

Marco Staffiero




Con Valkyria Chronicles 4, la saga videoludica torna a brillare

Dopo mesi di attesa, arriva finalmente anche in Occidente Valkyria Chronicles 4, ultimo capitolo della serie di RPG strategici creata da SEGA per PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC. Ambientato parallelamente al primo capitolo, il titolo seguirà le vicende di Claude Wallace e dei membri della Squadra E da lui capitanata, che dovranno sfidare plotoni di soldati nemici e l’ostilità di un territorio avverso pur di riuscire ad accaparrarsi la vittoria della Seconda Guerra Europea. Grazie a un’estrema profondità di tematiche e personaggi e a uno stile di gioco strategico, si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini per la saga che saprà coinvolgere tutti gli appassionati del genere. A livello di trama, Valkyria Chronicles 4 è ambientato nel 1935 dove due potenze combattono per il controllo dell’Europa. A Oriente il sole sorgeva sull’autocratica Alleanza Imperiale esteuropea, altrimenti nota come l’Impero. Ad ovest, una rete di democrazie vagamente alleate formava la Federazione Atlantica. Entrambe le potenze dipendevano dalla ragnite, un minerale prezioso per la loro prosperità. La sua crescente scarsità portò inevitabilmente alla guerra. Grazie alla sua schiacciante potenza militare, l’Impero invase un paese dopo l’altro. Incapace di mantenere uniti i propri ranghi, la Federazione si ritrovò alle corde. Con il 70% d’Europa sotto l’Impero, la Federazione pose tutte le sue speranze in un attacco disperato: l’Operazione Croce del Nord. Essa prevede di conquistare parte del terreno imperiale fino ad arrivare nel cuore della capitale, distruggendo così le difese nemiche e il vero e proprio cuore dell’Impero. E qui ha inizio l’avventura di Valkyria Chronicles 4, infatti, tra i partecipanti a questa operazione militare spicca la promettente Unità E, composta perlopiù da adolescenti provenienti dai territori del Principato di Gallia. Questo gruppo di giovani guerrieri, memori di ciò che è successo al proprio paese, ha deciso di ribellarsi all’Impero e attuare così la propria vendetta. Capitanati da Claude Wallace il gruppo riesce in poco tempo a scalare i più alti ranghi militari, entrando così nel corpo speciale dei Ranger. Legati da un filo indissolubile, Claude e i suoi compagni faranno di tutto pur di distruggere l’Impero in memoria della loro cittadina ormai scomparsa. Senza alcuna sorpresa, lo stile narrativo offerto da Valkyria Chronicles 4 è assolutamente nipponico. Ciò significa che non mancano inutili digressioni, lungaggini varie e una spruzzatina di comicità spesso demenziale, che tanto stona con i temi che la trama si prende la briga di tirare in ballo. Eppure seguire l’intera vicenda, che spesso e volentieri si dirama attraverso cut-scene e dialoghi assolutamente opzionali, e quindi eventualmente ignorabili, è piacevole, appassionante, coinvolgente. In breve, e quasi per magia dopo una fase iniziale piuttosto lenta, ci si scopre intrigati dagli scorci di un mondo un po’ retrò, un po’ fantasy, dalle dimensioni di un conflitto gigantesco, dalle relazioni che si instaurano e legano i vari membri dell’Unità E. Il grosso del merito va ad una perfetta caratterizzazione dei protagonisti, ma anche ai contorni di un mondo immaginifico coerente e realistico quel tanto che basta per introdurre e trattare tematiche d’impatto e per nulla scontate.

A livello di gameplay, Valkyria Chronicles 4 è un vero spasso, si ha infatti a disposizione un vero e proprio plotone di soldati che bisognerà addestrare, equipaggiare e mandare in battaglia, ognuno con le proprie peculiarità che lo renderanno unico sul fronte. Starà dunque a chi si trova dinanzi lo schermo decidere quale personaggio sarà più indicato da schierare per quel determinato conflitto, stando sempre ben attenti a tutte le avversità che bisognerà affrontare. Sì, perché la guerra non fa sconti a nessuno e, come nella realtà, all’interno del titolo i soldati potranno morire in battaglia sparendo definitivamente dalle truppe a disposizione. In Valkyria Chronicles 4 per poter organizzare la propria squadra al meglio bisognerà sfruttare il Quartier Generale, che consentirà di attrezzare i soldati e far salire di livello la loro classe. Durante i conflitti infatti sarà possibile acquisire esperienza e denaro che potranno essere investiti nel miglioramento delle truppe grazie alle diverse strutture presenti all’interno del campo base. L’aspetto strategico del gioco inizierà dunque ben prima di schierare i commilitoni in battaglia in quanto se non si preparerà adeguatamente la squadra il rischio di essere letteralmente sterminati è incredibilmente alto. Grazie alla Sala di Comando si potrà decidere quali soldati faranno parte della squadra che potrà essere schierata in battaglia e chi invece rimarrà come riserva all’interno del Quartier Generale, oltre alla possibilità di decidere il loro equipaggiamento. L’Addestramento invece sarà fondamentale per potenziare il livello delle sei classi di milizia presenti all’interno del gioco, aumentando così le loro statistiche di base andando così a sbloccare il loro vero potenziale in battaglia. Nella Struttura R&S ci si potrà occupare invece dello sviluppo di nuovi armamenti sia per i soldati che per i veicoli da guerra, mentre nella Mensa sarà possibile interagire con i commilitoni e finanziare nuove tattiche che potranno essere sfruttate in battaglia. All’inizio dei conflitti le scelte effettuabili all’interno del Quartier Generale saranno abbastanza limitate ma con l’avanzare della guerra si apriranno tantissime nuove possibilità di scelta per il giocatore, possibilità che renderanno l’esperienza di gioco complessa, appagante ed emozionante.

Fortunatamente, Valkyria Chronicles 4 non delude nemmeno sul piano prettamente ludico, offrendo una rilettura del genere di riferimento, quello degli strategici a turni, che delizierà gli esperti e favorirà i neofiti, per nulla impauriti da un gameplay assolutamente padroneggiabile e comprensibile. Il segreto principale dalla produzione SEGA è la facilità di lettura di ciascuna schermata, la chiarezza con cui ogni meccanica viene introdotta e spiegata tramite brevi tutorial testuali che spiegano in poche righe come comportarsi di fronte ad ogni nuova difficoltà. Per quanto riguarda il combat system, il titolo targato SEGA è anche in questo ambito intuitivo quanto appagante: una volta schierato il proprio manipolo di combattenti, avrà inizio la fase del giocatore, fase nella quale si potranno muovere le diverse unità all’interno dell’area di gioco, attaccare i nemici, andare in soccorso degli alleati o anche semplicemente posizionarle strategicamente. La loro posizione sarà infatti fondamentale per poter contrattaccare al meglio i nemici, ogni personaggio possiede infatti un raggio d’azione determinato dalla propria classe e quando il nemico capiterà al suo interno lo attaccherà in automatico. Se posizionati strategicamente dunque sarà possibile risolvere il conflitto in pochi turni, riuscendo ad annientare gli avversari durante la loro fase di gioco semplicemente bloccando i loro tentativi di attacco. Oltre alle missioni di storia in Valkyria Chronicles 4, ci sono altre due tipologie di battaglie che si possono affrontare liberamente: si tratta delle schermaglie e delle storie unità. Le prime sono semplicemente delle missioni secondarie, che si sbloccheranno progredendo con la trama principale, e che serviranno principalmente per ottenere esperienza e soldi aggiuntivi da investire nel miglioramento dei nostri soldati. Le storie unità invece sono delle vere e proprie sottotrame che permettono di conoscere meglio la storia dei membri della squadra e, completandole, i protagonisti coinvolti subiranno un miglioramento nei loro tratti peculiari. Anche sul versante grafico Valkyria Chronicles 4 rimane fedele al suo spettacolare stile visivo che lo fa sembrare una sorta di film d’animazione disegnato ad acquerelli. Grazie al potenziamento dell’engine grafico CANVAS le immagini a schermo risultano ancora più definite e affascinanti. I modelli poligonali sono appena passabili e lo stesso si può dire delle animazioni, che si potranno comunque vedere solo in pochissime occasioni e più che altro circoscritte ai volti inquadrati nei dialoghi. Questi limiti sono ad ogni modo ben celati grazie a una direzione artistica davvero egregia, e a una trama assolutamente coinvolgente. La qualità non si limita però solo agli effetti dell’engine o all’uso dei colori, ma si può soprattutto ammirare anche nel character design e nella particolare caratterizzazione dell’Europa in guerra. La colonna sonora del maestro Hitoshi Sakimoto, nonostante le tracce presenti in game possano risultare poche, riesce a coinvolgere e ad emozionare anche perchéla qualità delle composizioni orchestrali è davvero superlativa. Il compositore storico della saga riesce ancora una volta a trasmettere il giusto senso di tensione e pathos delle battaglie, e lo fa con uno stile che risuona naturalmente con i temi degli episodi precedenti. Il doppiaggio inglese, infine, fa il suo dovere, anche se non quanto quello originale giapponese, che è per fortuna disponibile per la gioia dei puristi. I dialoghi fortunatamente sono tutti sottolineati in lingua italiana e così anche chi non mastica bene l’inglese potrà godere della bellezza della trama di Valkyria Chronickes 4. Tirando le somme, il titolo si presenta come un prodotto divertente, ma allo stesso tempo emozionante, intuitivo nei comandi e allo stesso tempo complesso nelle sue tematiche e strategie di gioco. Quello che più colpisce però, è come tutte le vicende vissute dai protagonisti, nonostante siano ambientate in una realtà fittizia, siano plausibili mettendo in luce l’ottimo lavoro svolto dalla software house nel ricercare elementi storici realmente accaduti per dare un tocco di realismo al gioco. Certo, il titolo non è perfetto e ci sono ancora dei piccoli dettagli che si possono correggere, ma ci si trova dinanzi a un software capace di lasciare il segno e di restare ben impresso nella mente di chi lo gioca.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 9
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Oculus Quest, la realtà virtuale senza fili e computer

Annuncio bomba di Mark Zuckerberg: il visore per la realtà virtuale per i videogame di Facebook arriverà sul mercato nella primavera del 2019. Stiamo parlando dell’Oculus Quest, che costerà 399 euro e promette di essere il nuovo trampolino di lancio verso una tecnologia dal grandissimo ponteziale. Il dispositivo VR standalone sarà il primo hardware Oculus pensato per i videogame. Facebook ha già fatto sapere che monterà di default 50 diversi titoli realizzati esclusivamente per una perfetta esperienza di gioco in realtà virtuale. Addio dunque a smartphone e computer, o console, da associare a un visore per iniziare a giocare ai videogame. Con l’Oculus Quest basterà comprare il device per iniziare a giocare. Visti i costi di smartphone, computer e console da gioco si tratta di un’alternativa che consente di risparmiare un bel po’ di denaro se si desidera provare l’esperienza dei videogame in realtà virtuale. L’Oculus Quest è in grado di tracciare la posizione senza sensori esterni grazie a quattro telecamere grandangolari nella parte anteriore del dispositivo.

Ma come funziona? per la gestione dell’Oculus Quest ci saranno a disposizione due controller. Nella forma questi joypad saranno molto diversi rispetto a quelli visti già su Oculus Rift. Nonostante il design diverso e adattato all’uso con i videogame i controller avranno comunque lo stesso schema di tasti fisici già visti sul modello precedente. Questo significa anche che sarà più facile per gli sviluppatori convertire i giochi per PC già esistenti in videogame per l’Oculus Quest visto che più o meno la giocabilità sarà la stessa grazie ai controller ottimizzati. Facebook presentò per la prima volta il progetto Oculus VR per videogame circa due anni fa, e lo chiamò con il nome in codice di Oculus Santa Cruz. All’epoca, il prototipo riguardava esclusivamente le cuffie standalone con tracciamento della posizione, ma nel tempo la società ha aggiunto anche i controller per riuscire a giocare al meglio anche ai videogame più complessi e con diverse azioni al loro interno. Oculus Quest arriverà anche in Europa e, compresi nei 50 titoli presenti al lancio, sarà giocabile anche un videogame di Star Wars.

 

F.P.L.




Capcom Beat ‘Em Up Bundle, si ritorna in sala giochi

Ricordate con nostalgia gli anni delle sale giochi, delle macchine coin-op e delle ore passate a premere ripetutamente i pulsanti? Vi mancano i picchiaduro a scorrimento laterale? Bene, sull’onda della nostalgia, Capcom riporta su Oc, Xbox One, Switch e Ps4 sette divertentissimi picchiaduro a scorrimento, in una preziosissima raccolta che riporta indietro le menti fino alla fine degli anni’80 e i primi anni ‘90. Capcom Beat em’up bundle, infatti, comprende una buona fetta di storia della software house con sede a Osaka, nonché alcune delle esperienze più memorabili del genere: i titoli inclusi nella raccolta sono infatti l’iconico Final Fight (1989), The King of Dragons (1991), Captain Commando (1991), Knights of the Round (1991), Warriors of Fate (1992), Armored Warriors (1994) e Battle Circuit (1997). Come di sicuro i più attenti avranno notato, Capcom Beat em’up bundle racchiude dei veri e propri mostri sacri del genere, ma anche alcuni titoli meno conosciuti che appaiono per la prima volta su console. Il lavoro di trasferimento da coin-op a console è stato fatto in maniera egregia dalla casa nipponica. Il rendering e la trasposizione dei giochi al giorno d’oggi sono ineccepibili, nonostante le problematiche che si presentano nel fare un’operazione del genere. Nessun calo di frame e nessuna differenza rispetto agli originali fanno di Capcom Beat em’up bundle una vera chicca per appassionati. Nonostante si giochi su Pc o su console, una volta avviato uno dei titoli presenti, l’emozione nel prendere parte alle avventure che hanno accompagnato almeno due generazioni rimane la stessa nonostante tutto il tempo trascorso. Poche le opzioni aggiuntive messe a disposizione dell’utente: una scarna personalizzazione dei comandi, un minimo di personalizzazione dello sfondo in eccesso (dato che si giocherà ovviamente in 4:3) e un minimo di setting per il livello difficoltà. Questa la dotazione completa di Capcom beat em’up bundle, e sincerante va bene così: una serie di titoli come questa non necessita di altro se non di operazioni come queste che li fanno vivere e conoscere alle nuove generazioni. Final Fight, The King of Dragons, Knights of the Round, Captain Commando e Warriors of Fate non necessitano di grandi presentazioni. Condividono un’impostazione pressoché identica, anche se giocandoli se ne percepisce chiaramente l’evoluzione maturata durante gli anni. Il gameplay è quanto di più semplice ed immediato si possa immaginare: buoni contro cattivi, che a seconda dello scenario possono essere una banda che ha preso il controllo della città, un’orda di mostri capeggiati da un drago mastodontico, un re malvagio chiamato Garibaldi o una gang di criminali che ha rapito la bellona di turno. Poche mosse, due tasti per utilizzarle e una progressione guidata ma incredibilmente soddisfacente. Ogni gioco ha un cast composto come minimo da tre personaggi e qui si inizia a vedere la differenza tra i titoli in questione. I tre eroi di Final Fight hanno mosse stilisticamente diverse, ma i risultati che si ottengono utilizzandole sulle ossa dei nemici sono più o meno gli stessi, alla fine scegliere Guy, Cody o Haggar è solo una questione estetica.

Le cose cambiano però in The King of Dragons che presenta al possessore della Capcom Beat em’up Bundle ben cinque protagonisti fantasy iconici, ossia: Elfo, Stregone, Guerriero, Chierico e Nano. Oltre ad avere stili di combattimento piuttosto diversi, ognuno di essi progredisce in modo diverso nel corso del gioco, acquisendo spade più potenti, archi più veloci o incantesimi sempre più devastanti. Il gioco ha uno svolgimento assolutamente lineare ma il modo in cui si affrontano i nemici cambia sensibilmente in base alla scelta iniziale o al cambiamento di classe che è possibile operare in determinati punti dell’avventura. Nel bellissimo Knights of the Round i personaggi tornano ad essere tre (Artù, Lancillotto e Parsifal) ma i protagonisti non differiscono particolarmente nello stile di lotta e si orientano tutti sul combattimento ravvicinato anche se con armi diverse. Captain Commando, invece, rappresenta il titolo che porta lo stile Capcom direttamente tra le stelle e spinge decisamente sull’acceleratore. È un gioco più veloce degli altri e anche qui le differenze tra i quattro personaggi giocabili sono evidenziate da stili di lotta specifici e uccisioni “macabre” per ogni eroe. Warriors of Fate, infine, può essere considerato l’antenato della serie Dynasty Warriors. Storia e ambientazione prendono spunto dal celebre volume cinese Romance of the Three Kingdoms, anche se l’edizione del gioco è stata modificata per venire maggiormente incontro ai gusti del pubblico occidentale. Il gameplay rimane più o meno lo stesso, con tre personaggi differenti dal punto di vista estetico ma simili nello stile di combattimento. I restanti due titoli presenti in Capcom Beat em’up bundle, essendo più recenti presentano un’evoluzione a livello di gameplay e ovviamente a livello grafico. Armored Warriors salta subito all’occhio per la presenza di mech di vario genere che sostituiscono i classici eroi in carne ed ossa. I robot in questione possono utilizzare potenti armi secondarie e sfruttare le parti strappate ai nemici per ottenere bonus temporanei. È inoltre possibile utilizzare potenti attacchi “tag”, utili soprattutto durante le missioni a tempo. Armored Warriors ottenne un notevole successo in Giappone ma in occidente non venne mai importato ufficialmente. Destino simile per Battle Circuit, ultimo titolo di questo Capcom Beat ‘Em Up Bundle e forse il più coraggioso. La spina dorsale è la stessa, ma rispetto ai giochi visti in quegli anni è presente un cast incredibilmente vario e fantasioso, tipico dei fumetti Made in USA, e divertenti elementi RPG. Questi consistono nella possibilità di potenziare i protagonisti alla fine di ogni livello tramite degli Upgrade Disk, da acquistare con il denaro accumulato giocando. Ogni potenziamento consiste in una mossa speciale da scatenare premendo una combinazione di tasti, cosa non facile data la frenesia del gameplay. Battle Circuit riveste nella storia dei picchiaduro a scorrimento laterale della casa nipponica una tappa importante, in quanto esso fu l’ultimo gioco del suo genere ad essere sviluppato da Capcom per le sale giochi. Capcom Beat em’up Bundle, in quanto titolo che vuole far rivivere lo stesso spirito con cui si giocava negli anni ‘80e ’90, offre la possibilità di giocare in modalità cooperativa locale, ma anche online. Quindi, tirando le somme, per tutti quei giocatori che hanno sorpassato la soglia dei trent’anni, ma anche per chi volesse scoprire come ci si divertiva alla fine dello scorso millennio, l’acquisto di questa raccolta diventa un vero e proprio obbligo. Sette titoli fantastici, anche se mancano alcuni “mostri sacri” della software house giapponese, un prezzo davvero allettante: 19.99 euro, e una longevità davvero straordinaria fanno di Capcom Beat em’up collection un vero e proprio tesoro da giocare e rigiocare fino allo sfinimento. Lasciarselo scappare è un vero peccato.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Sonoro: 9
Gameplay: 9
Longevità: 9,5
VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise




Rocca di Papa, il Sindaco Crestini: “Sono pronto ad abbattere le antenne abusive!”

ROCCA DI PAPA (RM) – Lo scorso 28 settembre, l’Amministrazione Comunale ha firmato la Delibera di Giunta n. 119, nella quale è stato conferito chiaro mandato agli organi comunali di procedere all’esecuzione delle sentenze riguardanti l’abbattimento delle antenne abusive presenti sul territorio di Rocca di Papa. Un atto teso a rafforzare l’indirizzo già espresso nelle comunicazioni ufficiali del Sindaco nei mesi precedenti e nella programmazione operativa dell’Ente.

“La delibera è stata condivisa da diverse forze politiche – precisa il Sindaco, Emanuele Crestini – come il Senatore di riferimento del Movimento 5 Stelle nell’area dei Castelli Romani, nonché il gruppo territoriale, unitamente ad altri gruppi di attivisti di Rocca di Papa, con i quali stiamo avendo una serie di proficui incontri sul tema antenne.”

“Nella delibera sono riportati dei passaggi importanti – continua il Sindaco – riguardanti ciò che l’Amministrazione Comunale ha fatto sul tema antenne, sollecitando vari enti, società e organi interni: il Ministero dello Sviluppo Economico per l’esatta identificazione degli apparati abusivi, necessaria per dare esecuzione al provvedimento del Consiglio di Stato; Enel S.p.A. per l’indicazione dei contratti di fornitura e dei contatori dell’energia elettrica; gli uffici comunali, richiedendo di porre in essere tutti gli atti necessari a dare seguito al disposto delle sentenze; l’XI Comunità Montana in merito all’inammissibilità di qualsiasi altro progetto di riordino di tralicci da parte delle società radiotelevisive; con la Prefettura, la Polizia Locale e i Vigili del Fuoco per l’intervento a garanzia della pubblica e privata incolumità; con la Soprintendenza in merito ai vincoli archeologici e paesaggistici. Inoltre, per procedere alla demolizione in danno, abbiamo richiesto alla Polizia Locale una verifica urgente e attuale, per la rilevazione della presenza degli apparati, come già identificati dal Ministero.”

“I cittadini sentono fortemente l’esigenza di abbattere le antenne – conclude il Sindaco – L’Amministrazione, sostenuta da tutte le forze politiche del territorio, è al fianco dei cittadini nel raggiungimento di questo obiettivo. Un risultato che da tempo attendiamo tutti e che si sta avvicinando. Ho dato tutti gli indirizzi politico-amministrativi agli uffici comunali, che continueranno a lavorare su questo obiettivo primario per il paese di Rocca di Papa. Sono pronto ad abbattere le antenne abusive.”




Città di Valmontone, le parole di Colonna: «Ecco lo staff tecnico della nostra Scuola calcio»

Valmontone (Rm) – E’ ormai in pieno fermento l’attività della Scuola calcio del Città di Valmontone. Il club del presidente Massimiliano Bellotti ha “aperto le danze” per i più piccoli dallo scorso 17 settembre affidando anche quest’anno la responsabilità di coordinare il settore a Claudio Colonna. «Sono contento della fiducia che la società mi ha rinnovato per la stagione 2018-19 – dice Colonna – Questo è un ambiente in cui mi trovo bene e dove penso si possa lavorare con profitto sui piccoli calciatori». In effetti, le prime risposte sono decisamente positive. «E’ il segnale che la gente apprezza ciò che il Città di Valmontone fa a livello di settore di base, ma direi più in generale per tutte le sue attività» rimarca Colonna. Già deciso lo staff tecnico che guiderà i piccoli calciatori del Città di Valmontone in questa stagione. «Il gruppo maggiore degli Esordienti 2006 è stato affidato ad Emanuele Gianfranceschi. Una squadra interessante che dovrebbe solo essere un po’ rinforzata a livello numerico, ma siamo convinti che possa fare un buon anno di preparazione al “salto” nell’agonistica che avverrà nella prossima stagione. A scendere abbiamo il gruppo degli Esordienti 2007 che seguirò in prima persona, poi i Pulcini 2008 saranno affidati a Pino Labaro e i Pulcini 2009 a Gianluca Marcelli, mentre i Primi calci 2010 saranno guidati da Raffaele Luciano e i Primi calci 2011 da Manuel Vagnini. Infine abbiamo il gruppo dei “mini-calciatori”, vale a dire i Piccoli Amici 2012-13 che sono stati “consegnati” alla guida tecnica dello stesso Gianluca Marcelli». Colonna fissa poi gli obiettivi annuali della Scuola calcio. «Al di là della formazione tecnica, la cosa principale è il lavoro sull’aspetto disciplinare, sul rispetto delle regole sportive, ma anche nella vita di gruppo. La nostra volontà è cercare di far capire a questi bambini come si vive lo sport nella maniera più corretta possibile». La chiusura riguarda i rapporti col Frosinone, già avviati in maniera intensa nella passata stagione. «In questi giorni decideremo la formula, ma la volontà della società è di portare avanti un discorso di questo tipo» conclude Colonna.




Ssd Roma VIII (calcio, I cat.), De Palma suona la carica: «Questo gruppo ha qualità»

Roma – Un inizio di stagione poco brillante per la Roma VIII. La formazione di mister Fabrizio Fiaschetti, dopo l’eliminazione dalla Coppa Lazio, ha ceduto anche nel primo turno di campionato sul campo della Novauto. Il 3-2 finale è stato caratterizzato dalla doppietta (purtroppo vana) di Mauro De Palma. «Siamo andati sotto nel corso del primo tempo – racconta il centrocampista classe 1994 – Poi a inizio ripresa siamo riusciti a pareggiare, ma a quel punto non abbiamo mantenuto la giusta lucidità e la Novauto ha colpito due volte nel giro di pochi minuti. Nel finale abbiamo accorciato le distanze, ma ormai non c’era più tempo». Due sconfitte nelle prime tre gare ufficiali sono davvero una rarità per una Roma VIII abituata ai sontuosi ritmi della passata stagione. «L’anno scorso non era mai accaduto di perdere due gare di seguito e in generale non siamo abituati – dice De Palma – Ma sono convinto che questo gruppo abbia le qualità giuste per ripartire immediatamente, già con il match interno (per l’ultima volta a porte chiuse, ndr) contro il Rocca Priora». I castellani sono tra le possibili protagoniste del girone secondo De Palma. «Hanno un buon organico e già l’anno passato lo hanno dimostrato, ma noi dobbiamo conquistare i tre punti a tutti i costi. Tra le avversarie più pericolose ci sono Valle Martella, Semprevisa, Scalambra, insomma le squadre pronosticate da molti». La Roma VIII non ha alcuna intenzione di abdicare troppo in fretta. «Indubbiamente abbiamo perso dei giocatori molto importanti – dice De Palma – Ma sono arrivati ragazzi molto validi e credo che questo gruppo alla lunga può dimostrare di essere forte almeno quanto quello dell’anno passato. In questo periodo ci manca un po’ di amalgama, cosa che invece avevamo già all’inizio del campionato 2017-18. Serve pazienza, ma già la prestazione vista domenica scorsa è stata incoraggiante». Almeno dal punto di vista personale il centrocampista ha iniziato col piede giusto con tre gol in tre gare ufficiali. «Un inizio niente male, ma è più importante che arrivino i punti» chiosa De Palma.




Volley Club Frascati, Annalisa David guiderà l’Under 14 Elite: «Vedo un gruppo interessante»

Frascati (Rm) – Il Volley Club Frascati ha affidato la sua Under 14 Elite ad Annalisa David. L’arrivo dell’allenatore rientra nell’ambito del progetto di collaborazione avviato a fine estate con il Volleyro. «L’anno scorso allenavo l’Under 16 e l’Under 13 nel club capitolino dove quest’anno avrò uno dei gruppi Under 18 – sottolinea la David – Qui a Frascati ho iniziato da un paio di settimane e ho trovato un ambiente sano dove si può lavorare bene e uno staff di allenatori preparati e disponibili. Il presidente Musetti? Sono riuscita a parlarci poco, ma ho visto che si tratta di una persona alla mano». La David fino a due anni fa è stata un’atleta di ottimo livello (nelle ultime stagioni ha militato in serie B con la maglia della Gio Volley), ma ora ha imboccato quest’altra strada con decisione. «Allenavo i gruppi di minivolley già mentre giocavo, poi sia per motivi di età che di impegni familiari, ho lasciato il mio ruolo da atleta e mi sono tuffata nell’avventura da tecnico. Sono fortunata di poter vivere questa esperienza nei due club che, nella passata stagione, si sono classificati al primo posto della speciale classifica del Gran Prix regionale (la graduatoria ideata dal comitato regionale che mette insieme i punti ottenuti dai vari club del Lazio coi piazzamenti nelle varie categorie del settore giovanile, ndr)». La David si dice «sorpresa di aver trovato al Volley Club Frascati un settore giovanile così ampio e di qualità. Da atleta ho incrociato questo club più volte e l’ho sempre “pensato” in ottica prima squadra, invece vedo che è stato fatto un buon lavoro anche sotto». Anche se è ancora presto per giudizi di ogni tipo, il tecnico si esprime sulle qualità “intraviste” nel gruppo Under 14 Elite. «Una squadra che mi piace e che può togliersi delle soddisfazioni. Per me si tratta della prima esperienza in questa categoria e dunque non conosco bene il livello del campionato, ma qui ci sono ragazze con tanta voglia di imparare e che sono molto coese visto che giocano assieme da qualche anno».




75imo anniversario delle “Quattro giornate”: il Museo Archeologico Nazionale di Napoli inaugura la mostra “Ercules alla guerra”

NAPOLI – Napoli ricorda una pagina della propria storia in occasione del 75° anniversario delle ‘Quattro Giornate’ e su questa vicenda il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) inaugura con un percorso espositivo dal titolo “Ercules alla guerra”.

La mostra è stata inaugurata venerdì 28 settembre, resterà aperta fino al 31 gennaio 2019, in presenza del Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il Direttore del Polo museale (MANN) Paolo Giulierini, il Direttore Regionale dei Vigili del fuoco per la Campania, Ing. Giovanni Nanni, ed il presidente provinciale di A.N.P.I, Antonio Amoretti.

L’intento della mostra “Ercules alla guerra” è di dare un futuro alla memoria

le Quattro Giornate sono una pagina dolorosa che appartiene interamente alla storia della città partenopea e ai napoletani, ma l’intento non deve essere solo un “viaggio” di memoria, ma di riflessione. La vicenda delle ‘Quattro Giornate’ appartiene anche della storia del museo archeologico, infatti come è stato ricordato durante la rassegna stampa durante i violenti combattimenti la zona del Museo archeologico e centro storico della città fu teatro di violenti combattimenti fra i partigiani e le truppe d’occupazione tedesche. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale il Direttore Amedeo Maiuri (protagonista peraltro, del volume “fumetti nei musei”, che nel progetto MIBAC, è stato dedicato all’Archeologico) a disporre lo spostamento di alcune opere a Montecassino, per evitare la furia dei bombardamenti.

Il museo non è più solo luogo d’identità, non più solo contenitore di tradizioni capace di immergere i “viaggiatori” in epoche passate, ma un luogo di infinite opportunità, di contemplazione e di crescita culturale, ha commentato il Direttore del Mann Paolo Giulierini “Il museo è soggetto attivo della società”. Il Sindaco Luigi De Magistris commenta durante la rassegna stampa: “Portare le Quattro Giornate al Mann è un messaggio potente, la cultura deve attraversare tutte le generazioni e sta ognuno di noi alimentare”. “Più investiamo in cultura, scuole ed informazione più cresciamo come società così si allontana la criminalità” ha commentato il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico.

Fra i vari spazi museali le Quattro Giornate di Napoli sono raccontate non solo con testimonianze fotografiche e documenti d’archivio, ma soprattutto il percorso svela i volti protagonisti della lotta per liberare Napoli dai nazi-fascisti.

Durante il percorso espositivo i “viaggiatori” potranno ammirare le sale allestite, tra cui la Sala della Collezione Farnese e lo spazio espositivo dal titolo “Cielo Stellato”, un intero percorso dove i fruitori potranno girovagare tra le statue che raffigurano gli eroi dell’antichità classica con gli eroi di oggi, ossia figure di uomini, donne ed anche bambini che lottarono per la libertà del capoluogo partenopeo.

Il Direttore del Mann Paolo Giulierini ha commentato: “ Con l’esposizione Hercules va alla guerra, il museo prosegue nel cammino di apertura alla città: questo processo quasi osmotico si innesta, in primis, nella voglia di riscoprire e rileggere, con consapevolezza, il nostro passato. La collaborazione fattiva tra le istituzioni è stata premessa necessaria per sostenere il nostro iter di ricerca scientifica e divulgazione dei contenuti”.

Una mostra caratterizzata da una reciproca influenza dove i soggetti sono gli individui che insieme agli elementi che hanno caratterizzato la stessa esperienza, sono intenti in maniera vicendevole per dare insieme un’impronta ancora più forte a questa pagina che ha tanto segnato i napoletani che ne fecero parte, ed anche i luoghi che furono scenario durante la vicenda che ancora portano i segni di un passato così cruento.

Un viaggio dove le “finestre” affacciano su approfondimenti che hanno caratterizzato gli anni della Seconda Guerra Mondiale del capoluogo campano. Una sinergia con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Campania, infatti uno spazio intitolato “Eroi di mestieri”, che già negli anni Quaranta del secolo scorso erano disposti a mettere a rischio la vita in ossequio al proprio spirito di servizio. Tra gli spazi espositivi una sezione dedicata ai giocattoli provenienti dalla collezione storica dal Prof. Enzo Capuano, svelerà come i termini di propaganda ed opposizione potessero insinuarsi all’epoca negli oggetti quotidiani pensati per i più piccoli.

La mostra, il cui coordinamento organizzativo spetta all’Associazione Culturale “Le Voci”, di concerto con l’Associazione “Maddalena Cerasuolo”, ha ottenuto il patrocinio morale del Comune di Napoli, A.N.P.I, Comunità Ebraica Napoli, Fondazione Humaniter ed Arcigay Napoli; l’Archivio di Stato di Macerata ha fornito non soltanto supporto scientifico, ma anche alcuni documenti in esposizione.

Giuseppina Ercole




Asd Judo Frascati (ginn. artistica), il ritorno di Huncu e Ghio: «E’ bello essere di nuovo qui»

Frascati (Rm) – E’ ripartita da circa un mese (presso la palestra del Santissimo Sacramento) l’attività del settore ginnastica artistica dell’Asd Judo Frascati che quest’anno ha registrato due importanti ritorni nello staff tecnico, vale a dire quelli di Ana Maria Huncu e di Germana Ghio. La prima ha vissuto negli ultimi due anni un’esperienza in Canada e poi quelle alla Gym Ladispoli e alla Gymnastics Center di Roma. «Ma di fatto ho sempre continuato a seguire le attività dell’Asd Judo Frascati anche a distanza perché questo è sicuramente un club speciale e, quando c’è stata la possibilità di ritornare, il cuore mi ha “suggerito” di accettare. Avrò la fortuna di lavorare in uno staff competente composto da Germana Ghio e da Giorgia Coni, che qualche anno fa faceva ancora l’atleta e che è sicuramente cresciuta in termini di maturità sportiva, ottenendo anche la qualifica di tecnico di secondo livello. Ringrazio anche Francesca Ciappetta con cui ho collaborato nella mia precedente esperienza all’Asd Judo Frascati. Non ci sarà una divisione rigida dei compiti, ma procederemo lavorando di staff e credo che questo sia un aspetto importante per tutte le nostre atlete a cui cercheremo di trasmettere la nostra passione verso questa disciplina. Nel primo mese abbiamo avuto ottimi riscontri in termini di prove e partecipazione da parte di nuove bambine e ragazze, quindi siamo molto contente dell’interesse e dell’entusiasmo che c’è attorno a questo settore». Sulla stessa linea d’onda anche la Ghio che torna all’Asd Judo Frascati a distanza di quasi dieci anni. «In questo periodo ho lavorato all’Accademia nazionale di Roma oltre che con varie società capitoline – racconta l’allenatrice – Quando al club tuscolano hanno avuto bisogno del mio contributo mi sono messa a disposizione con piacere: il settore della ginnastica artistica è molto cresciuto da allora e questo è merito del lavoro fatto dal club nel corso del tempo sia sulla struttura che sulle attrezzature. Ho trovato un gruppo di ragazze abbastanza valido, ma è ovvio che c’è sempre un margine di crescita: per farlo è importante anche la formazione di giovani istruttrici quale è ad esempio Giorgia Coni e questo sarà sicuramente uno degli obiettivi da perseguire nel corso di questa stagione sportiva. C’è piena condivisione di intenti con Ana e la stessa Giorgia, dunque ci sono tutte le condizioni per poter fare un buon lavoro».