Migranti, quando i respingimenti non irritavano le magliette rosse: si spera che a nessuno venga in mente di codificare Dambisa Moyo fra gli iscritti della Lega

Oggi si può dire che il tema immigrazione domini la politica degli Stati. Secondo uno studio dell’equipe TrueNumbers, in Europa ci sono 2,1 milioni di persone espulse. L’incapacità di rendere le espulsioni effettive di migranti irregolari, oltre che minare seriamente la già tanta precaria credibilità dell’Unione europea nella gestione dei suoi confini “rappresenta un incentivo per l’immigrazione irregolare” come lo ha candidamente dichiarato lo stesso Parlamento europeo.

Nel 2016 , citando sempre la fonte dei dati del Parlamento europeo, dai 305,365 ordini di espulsione che gli Stati avevano emesso, solo la metà, cioè 176.223 sono andati a buon fine, i rimanenti fogli di via sono rimasti carta straccia perché i migranti irregolari sono rimasti in giro per l’Europa.
Solo nel 2016 gli ordini di espulsione emessi dagli Stati sono stati 67.033 mentre i rimpatri effettivi risultano essere stati 47.181. Nei primi 4 mesi del 2017 invece, dei 64.312 ordini di espulsione, quelli effettivi sono stati 39.536. A dispetto di quello che si può addebitare a questo governo, i respingimenti, le espulsioni ed i rimpatri sono stati sempre all’ordine del giorno di ogni governo.

Quando i respingimenti non irritavano le magliette rosse

Nel lontano 2014, ne Salvini e tanto meno Di Maio possono essere chiamati in causa, le espulsioni andavano avanti senza suscitare l’ira delle magliette rosse. In quell’anno la Francia di Francois Hollande aveva espulso 84.890 emigranti. La Grecia aveva espulso 73.670 con un crescendo di circa 30.000 espulsioni in più sul 2013. Il Regno Unito si era distinto con 65.365 espulsioni, mentre l’Italia, fanalino di coda aveva firmato 25.380 fogli di via. A queste espulsioni e rimpatri c’è da aggiungere il numero di extracomunitari rifiutati all’ingresso in Europa. Citando i dati del 2014 si trovava la Spagna con 172.185 rifiuti, principalmente marocchini. Il Regno Unito seguiva con 15.906 rifiuti. Dopo veniva l’Ungheria con 13.195 rifiuti, la Francia con 11.365 rifiuti e sempre fanalino di coda l’Italia , chiudeva le porte a 7.005 extracomunitari.

L’Italia frenata nei rimpatri, nelle espulsioni e nei respingimenti, perché?

Da un’attenta lettura dei dati appena esposti ed altri, che per brevità non sono stati riportati qui, si evince che mentre gli altri Stati governavano a piacere, e pare senza alcuna interferenza dall’alto delle istituzioni, il “piccolo Stato” ai confini con il nord Africa, in parte non riusciva a governare l’emergenza per mancanza di volontà e in parte perché osteggiato da divieti che non si capisce perché non si applicano sempre ed a tutti in ugual misura. Sta di fatto, e si cita il caso a solo titolo esemplificativo, già dal 2014 esisteva questa discrepanza tra Stato e Stato. Nei primi 4 mesi di quell’anno la Francia di Hollande aveva espulso 84.890 emigranti irregolari mentre nello stesso periodo l’Italia firmò appena 25.380 ordini di espulsioni. Perché tutto questo divario? C’è chi dice che l’Italia barattava la voce “migranti” con trattative sul fiscal compact in sede europea. Argomento che ha delle fondamenta ma non è l’unico.

Non tutti i paesi d’origine degli emigranti accettano il rimpatrio dei loro connazionali. Sarà proprio vero e casomai cosa si può fare?

Quando si dice è vero, però gli accordi sono come le leggi, sono fatti per essere modificati, corretti e se necessario cambiati. Intanto è da precisare che i paesi che hanno siglato accordi con l’Europa e con l’Italia per l’accoglimento dei relativi connazionali rimpatriati sono diversi. L’Europa ne ha siglato 17 accordi con altrettanti paesi. Da citare l’accordo con il Gambia, per l’immigrazione via mare e con la Macedonia, per i flussi migratori via terra. Il 12 dicembre 2015 l’Unione Europea ha siglato un accordo con il governo del Mali per rimpatriare i migranti irregolari provenienti dal Paese. L’accordo si inseriva nel piano adottato in un vertice a La Valletta nel novembre 2015 che prevedeva un finanziamento di 1,8 miliardi di euro da parte della UE ad alcuni Paesi africani. Sono stati stanziati 145,1 milioni di euro per contrastare il traffico di esseri umani, per migliorare i controlli di frontiera e per agevolare i giovani nella ricerca di lavoro in Mali.”
Da parte dell’Europa sono tutt’ora in corso trattative con Congo, Ghana, Senegal e Bangladesh. L’Italia ne ha che funzionano bene con Tunisia, Nigeria, Egitto e Marocco. I duri da trattare rimangono Eritrea, Siria, Somalia e Nigeria ma anche per queste un rimedio ci sarebbe.

Costi e benefici nel rimpatrio degli irregolari

I conti sono subito fatti. Ogni emigrante pesa sui contribuenti italiani euro 35 al giorno. Oppure la media di euro 1.100 al mese. Tenendo questa cifra in mente si passa ad un altro calcolo. Un’indagine del EUobserver su circa 100 operazioni congiunte di rimpatrio, dopo aver considerato alcuni eventi non previsti nelle operazioni di rimpatrio, come quando alcuni rimpatriandi si danno alla fuga, oppure si danno malati, oppure presentano domanda di asilo oppure altre questioni legali emergenti, considerando che nulla accada di tutto ciò, si è stimato che in media per il rimpatrio via aerea la spesa s’aggiri intorno a euro 5.800. Seguendo il principio di costi e benefici, contro il viaggio aereo di euro 5.800 si ha il costo del mantenimento del migrante in Italia ad euro 1.100/mese per sei mesi, con un risparmio per tutti i mesi che verranno dopo il 6° mese.

L’Accordo di Cotonou tra i Paesi dell’area ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) e l’Unione Europea

Il 23 giugno 2000 tra settantanove Paesi dell’area ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) e l’Unione Europea venne firmato l’Accordo Cotonou. L’accordo è formato da disposizioni relative alla concessione di preferenze tariffarie ai prodotti ACP nel mercato comunitario, l’erogazione di aiuti finanziari e la cooperazione industriale. Inoltre i paesi ACP possono accedere agli “accordi di partenariato economico” (APE) mentre l’Unione in cambio offre differenti regimi commerciali agli Stati partner offrendogli assistenza per “un sistema multilaterale basato su regole per affrontare le sfide globali”.

Detto tutto ciò, se fra questi Stati partner, per caso ci fosse qualcuno di quelli che dovessero rifiutare di accettare il rimpatrio di qualcuno dei loro connazionali, cosa vieterebbe all’Europa di sospendere assistenza e finanziamenti finché lo stesso Stato non venisse a più miti consigli?
– Penale
– Penale dell’economia
– Processuale penale
– Penale dell’ambiente
– Penale dell’informatica
– Giurisprudenza
A volte ci si fanno tanti scrupoli inutili e il più delle volte si danneggiano quelli che invece si vorrebbero beneficiare. L’economista nata in Zambia, Dambisa Moyo, è una vita che combatte contro i fondi umanitari che finiscono nelle tasche dei dittatori. “Si comincia a capire che bisogna cofinanziare iniziative da gestire insieme” L’ultimo suo grido è stato : “Basta aiuti a pioggia: per la mia Africa servono investimenti”.

Si spera che a nessuno venga in mente di codificare Dambisa Moyo fra gli iscritti della Lega.

Emanuel Galea




As Roma Futsal, De Luca: «Vogliamo riportare questo club al livello che gli compete»

Roma – L’As Roma Futsal sta per debuttare nel campionato di serie B. La squadra giallorossa di mister Remo Arnaudi giocherà sabato in casa contro il Foligno nel primo turno del torneo cadetto. I capitolini hanno salutato la Coppa della Divisione (sconfitta con il Lido di Ostia, compagine di A2) e mercoledì giocheranno contro l’Italpol il secondo match del triangolare di Coppa Italia di categoria, dopo il k.o. contro il Savio di sabato. Ma il progetto di uno dei club più prestigiosi e blasonati del mondo del futsal italiano è appena ripartito e tra le “colonne” c’è indubbiamente il vice presidente Mario De Luca, alla prima vera esperienza da dirigente nel calcio a 5. «Ho iniziato a seguire questo sport da quando mio figlio ha cominciato a giocarlo e ora ne sono coinvolto in prima persona. A convincermi è stata proprio la buona prospettiva che ho visto in questo progetto, oltre ovviamente al nome che porta questo club e allo stretto legame con la Roma, di cui sono grande tifoso». A spingerlo ancor di più in questa avventura è stato l’incontro con un tecnico di grandissima esperienza come Arnaudi. «Remo è una persona estremamente schietta, diretta ed è un grande conoscitore del calcio a 5. Ci siamo conosciuti un paio di anni fa e da questa stagione abbiamo voluto condividere questa avventura». Sulle prospettive dell’As Roma Futsal in questa stagione, De Luca è sicuramente ottimista. «Questo gruppo può contare su ragazzi interessanti e su uno staff di grande competenza: al di là di Arnaudi, c’è il “prof” Roberto Richiello che cura la preparazione atletica della squadra e sono convinto che presto si vedranno i frutti del loro lavoro». De Luca conclude dando uno sguardo ancor più a lungo termine. «Vogliamo riportare l’As Roma Futsal ai livelli che le competono e faremo di tutto per riuscirci».




3T Frascati Sporting Village (pallanuoto), il ritorno di Casaburi: «Sono di nuovo a casa»

Frascati (Rm) – Un gradito ritorno in casa 3T Frascati Sporting Village. Andrea Casaburi, dopo un anno di esperienza alla Canottieri Lazio, torna nel club presieduto da Massimiliano Pavia. «Lo dovevo al presidente con cui c’è sempre stato un rapporto di amicizia e profondo rispetto e poi anche ai tecnici Emanuele Tincani (che sarà anche il responsabile del settore pallanuoto, ndr) e Rino Fabiano, con cui c’è grande stima e un legame affettivo importante. Uno staff coeso e composto da persone competenti e appassionate è alla base di un lavoro fruttuoso: credo che questa stagione stia nascendo davvero sotto i migliori auspici e personalmente sento di essere tornato a casa». Casaburi allenerà in prima persona il gruppo Under 15 maschile, la stessa categoria che aveva allenato due anni fa al 3T Frascati Sporting Village assieme alla prima squadra femminile. «Sarà un’annata importante per il nostro club che ha bisogno di ripartire con slancio e determinazione per riaffermare il proprio ruolo di spessore nel mondo della pallanuoto». Il gruppo di Casaburi si è messo già al lavoro anche se il campionato è ancora lontano. «La stagione ufficiale comincerà solamente a gennaio e dunque abbiamo tempo per mettere a punto tutta una serie di situazioni – rimarca l’allenatore – Al momento il gruppo è numericamente incompleto e quindi siamo pronti ad accogliere tutti quei ragazzi nati nel 2004 e nel 2005 che vogliano mettersi alla prova con l’obiettivo di crescere, ma la base che abbiamo a disposizione ci dà fiducia». Per ciò che concerne gli obiettivi stagionali, Casaburi giustamente è prudente. «La stagione è appena cominciata e in ogni caso la società non ci ha messo pressioni di risultato. Cercheremo di inserire nel gruppo anche alcuni ragazzi dell’Under 13 di coach Fabiano. Prossimamente organizzeremo alcune amichevoli per vedere un po’ meglio quali siano le potenzialità di questi ragazzi, ma come detto c’è fiducia nei confronti della squadra» chiosa il tecnico.




Il Ministro della Difesa alla festa dell’Uva e del vino 2018 di Velletri

VELLETRI (RM) – In occasione della Festa dell’Uva e del vino 2018 a Velletri non è mancato il saluto del Ministro Elisabetta Trenta in una piazza Cairoli gremita di persone. 

Velletri, il ministro Trenta alla Festa dell’Uva: pienone in piazza Cairoli