Roma, Capodanno: Atac in campo per scongiurare la chiusura della Roma-Viterbo

ROMA – Prosegue, tra defezioni e sorprendenti retroscena, la sfiancante diatriba inerente la programmazione dei trasporti nella giornata del 31 dicembre. Infatti, quando tutto sembrava appianato, e la partita definitivamente chiusa, è spuntata, a sorpresa, una nuova bega che rischia di compromettere l’apertura della tratta urbana della Roma-Viterbo. E questo, mentre il servizio ferroviario della Termini-Centocelle subiva una limitazione in seguito al cedimento di un binario, come denunciato da l’Osservatore d’Italia quattro settimane fa circa. Altra nota dolente.

A poche ore dai festeggiamenti
del Capodanno, l’Atac, e con essa il
Campidoglio, è costretta fronteggiare
un’improvvisa emergenza. Si è riuscita con astuzia a dribblare l’accordo
siglato il 20 dicembre coi Confederali,
emanando il Comunicato al Personale n. 9
a firma del Direttore Ceresatto,
che prevede l’ulteriore extra – comunque legittimo – ai soli macchinisti e capotreno,
garantendosi così la copertura dei turni metroferroviari fino alle ore 3.30 del 1 gennaio, ma questo non sarebbe sufficiente a far dormire sonni
tranquilli ai vertici di via Prenestina.  

Dall’Acqua Acetosa, secondo le indiscrezioni, si sarebbe messo di
traverso il personale di stazione (DCT) della Viterbo, indispensabili per
l’apertura, al punto da spingere Ceresatto in persona a interloquire con le RSU
di riferimento, della CISL e della CGIL. Col chiaro tentativo, estremo, di
trovare una soluzione accettabile e scongiurare la chiusura della linea. Che
avrebbe sicuramenti pensanti ripercussioni a livello politico.  

A monte del malessere ci
sarebbero le tante problematiche presenti nella linea rimaste irrisolte, sotto
il profilo della sicurezza e della regolarità dell’esercizio, segnalate di
continuo dai fonogrammi/denunce inviate all’Azienda dai rappresentanti
sindacali. E, inoltre, le conseguenti condizioni precarie in cui lavorano alle
quali si è aggiunta, nelle ultime ore, la disparità del trattamento economico per
la notte di San Silvestro. Un mix esplosivo.

Le trattative continuano
ininterrottamente, e in modo serrato, anche se le stesse RSU tengono a
precisare che “stante la volontà aziendale di tenere aperta la ferrovia nella
notte del 31 dicembre, fatte le dovute valutazioni con i lavoratori
interessati, e considerato l’accordo sottoscritto il 20 dicembre tra OO.SS. e
Azienda, basato sulle prestazioni volontarie, hanno reputato che la scelta di
prestare la propria opera sia facoltà del singolo dipendente”. E questo apre
uno scenario tutt’altro che rassicurante. Alla prossima puntata.

David Nicodemi




Gli angeli del web: il resoconto di un anno di Polizia Postale e delle Comunicazioni

In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, l’impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2018 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati di precipua competenza di questa Specialità.

CNCPO

Pedopornografia

Nell’ambito della pedopornografia online, nell’anno in corso, sono stati eseguiti 43 arresti e denunciate 532 persone; tra le operazioni più significative, coordinate dal Centro Nazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si segnala l’operazione “Ontario” che ha consentito l’esecuzione di 22 perquisizioni, 4 persone tratte in arresto e 18 persone denunciate in stato di libertà; nell’ambito dell’operazione “Safe Friend” sono state eseguite 15 perquisizioni che hanno consentito di arrestare 2 persone e denunciarne 13.
Le indagini svolte anche in modalità sotto copertura nell’Operazione “Good Fellas” hanno consentito di eseguire 14 perquisizioni, portando all’arresto di 4 persone, nonché di denunciare in stato di libertà altri 10 indagati. L’Operazione denominata “Showcase” si è conclusa con l’esecuzione di 15 perquisizioni, la denuncia di 14 persone e l’arresto di un altro indagato.
Dalle complesse attività di prevenzione, è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha riguardato 33086 siti internet, di cui 2182 inseriti in black list.

Adescamento minori online

Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori online hanno portato all’arresto di 3 persone e alla denuncia di 136 indagati.
Fondamentale importanza assume la collaborazione con organismi internazionali dalla quale prendono avvio importanti attività investigative tra le quali alcune iniziate negli ultimi mesi con approfondimenti tuttora in corso.
Il Centro rivolge massima attenzione al contrasto di fenomeni emergenti che scaturiscono da fragilità psico-emotiva dei minori tra i quali emergono episodi di istigazione all’autolesionismo e al suicidio, strutturati anche in modalità di sfida o di gioco. In particolare, dal 2017, il Centro ha avviato un’attività di monitoraggio della rete finalizzata a contrastare il fenomeno noto come “Blue Whale”, attività rivolta a individuare le vittime e i “curatori” e che ha fatto registrare circa 700 segnalazioni, delle quali 270 confluite in comunicazioni di notizie di reato alle Procure.

Reati contro la persona sul web

Nell’ambito dei reati contro la persona perpetrati sul web, il ricatto on line è un fenomeno in continua crescita con 940 casi trattati dall’inizio dell’anno, atteso che il dato emerso è parziale e fortemente ridotto rispetto alla reale entità del fenomeno. Sono 20 le persone denunciate e 2 le persone arrestate in Italia nel 2018. Anche grazie a una complessa attività condotta in ambito internazionale in collaborazione con la Gendarmerie Royale del Marocco, tramite gli organi di coordinamento istituzionali, sono stati arrestati 23 cittadini marocchini destinatari delle transazioni finanziarie provento di estorsioni a sfondo sessuale. Dal mese di gennaio ad oggi, sono state denunciate 955 persone e 8 persone sono state tratte in arresto, per aver commesso estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie sui social network, minacce e trattamento illecito di dati personali. Tra i reati contro la persona, in costante aumento sono le diffamazioni on line, soprattutto ai danni di persone che ricoprono incarichi istituzionali o che sono note. In questo ambito, nel 2018, sono state denunciate 685 persone. Si registra inoltre una continua evoluzione nella tipologia dei reati commessi. L’ultima modalità della violenza sulle donne è il fenomeno dei c.d. stupri virtuali: all’interno di gruppi chiusi i partecipanti di sesso maschile condividono foto, ricercate sui social o copiate da contatti whatsapp, di donne ignare, ritratte nella loro vita quotidiana, dando poi sfogo a fantasie violente e comportamenti offensivi.

L’aumento del numero degli adolescenti presenti sul web ha determinato una crescita esponenziale del numero di minorenni vittime di reati contro la persona: dai 104 casi registrati nel 2016 si è passati a 177 nel 2017 e 202 casi trattati nel 2018, le vittime hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.

Incitamento all’odio

Di rilievo è l’attività condotta dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni nel contrasto ai reati d’incitamento all’odio, svolgendo il prezioso ruolo di punto di contatto nazionale per il contrasto all’hate speech on line. Sono oltre 5000 gli spazi virtuali monitorati nel 2018 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra.

Truffe online

Le truffe on line sono in continua crescita: nel 2018 la Specialità ha denunciato 3355 persone, ne ha arrestato 39, ha sequestrato 22.687 spazi virtuali, ha ricevuto e trattato circa 160.000 segnalazioni di truffe o tentate truffe. Significativa l’attività svolta sulle cosiddette frodi delle assicurazioni. Questa tipologia di truffa viene commessa attraverso la commercializzazione di polizze assicurative mediante la creazione di portali, in taluni casi con riproduzioni di pagine web di compagnie note, sulle quali sono promosse polizze assicurative temporanee false, esercitando in tal modo l’attività di intermediazione assicurativa in difetto di iscrizione al registro degli intermediari assicurativi.

CNAIPIC

Di evidente incremento è l’attività di contrasto alla minaccia cyber svolta dal Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.), attestata dal rilevante aumento del numero di alert diramati alle infrastrutture critiche nazionali che, rispetto al 2017, è quasi raddoppiato sino a raggiungere 55843 segnalazioni di sicurezza.

La tempestiva condivisione dei c.d. “indicatori di compromissione” dei sistemi informatici con le più importanti infrastrutture critiche ha consentito di rafforzare gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, garantita anche dalla costate attività di monitoraggio informativo in ambienti di interesse investigativo.
Inoltre in particolare la Sala Operativa del Centro ha gestito:
• 442 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale;
• 97 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”.

Le attività di contrasto

Tra le attività investigative condotte, in tale ambito, si segnalano 68 indagini avviate nel 2018 per un complessivo di 15 persone deferite in stato di arresto ovvero in stato di libertà alle competenti AA.GG .
Tra le attività più significative si segnala un’operazione, frutto di una proficua attività di collaborazione internazionale intrapresa con la polizia olandese, che ha ricevuto il supporto di Europol per il tramite dell’European Cyber Crime Centre della Joint Cybercrime Action Taskforce. Il Centro, con l’ausilio della Sezione Polizia Postale di Cosenza ed il supporto logistico della Stazione dei Carabinieri di San Giorgio Albanese (CS) ha eseguito una perquisizione locale e personale nei confronti di un ventottenne italiano residente nella provincia di Cosenza resosi responsabile del reato di “intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche” (Art. 617 quater C.P.).

Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati computer e supporti informatici utilizzati per portare a compimento l’attività illecita.
Nell’ottica di un’efficace condivisione operativa, il Centro ha proseguito la stipula di specifici protocolli a tutela delle infrastrutture critiche nazionali: al riguardo, nel 2018 sono state sottoscritte 8 nuove convenzioni con le società WindTre, Sky Italia, Fincantieri, MM S.p.A., Monte dei Paschi di Siena, Consip S.p.A., Nexi S.p.A. e BT Italia, oltre al rinnovo delle convenzioni in essere con Sogei, ATM, ENI, RAI, ENAV e TERNA.
Si rappresenta, altresì, che analoghe forme di collaborazione sono state avviate dagli uffici territoriali della Specialità con strutture sensibili di rilevanza territoriale, sia pubbliche che private, al fine di garantire un sistema di sicurezza informatica capillare e coordinato.

SEZIONE FINANCIAL CYBERCRIME

Con riferimento al financial cybercrime, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, ampliano a dismisura i soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali, anche per l’utilizzo di particolari tecniche di social engineering e di cyber profiling. Infatti lo scopo delle organizzazioni criminali è quello di intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende, attraverso le informazioni acquisite, dirottando asset finanziari verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi. Il BEC (business e-mail compromise) o CEO (Chief Exeutive Officer) fraud sono la moderna applicazione della tecnica di attacco al sistema economico nazionale denominata “man in the middle”.

Nonostante la difficoltà operativa di bloccare e recuperare le somme frodate, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei (Cina, Taiwan, Hong Kong), grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) per l’analisi e il contrasto avanzato delle frodi del settore, nell’anno 2018, la Specialità a fronte di una movimentazione in frode denunciata di 38.400.000,00 € ha potuto già recuperare e restituire circa 9 milioni mentre sono in corso attività di cooperazione internazionale finalizzate al recupero delle restanti somme. La piattaforma in questione frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario, consente di intervenire in tempo reale sulla segnalazione bloccando la somma prima che venga polverizzata in vari rivoli di prestanome.

Cooperazione internazionale di contrasto

Nell’ambito della Cooperazione Internazionale appare opportuno segnalare la recente operazione di respiro internazionale denominata “Emma4”, coordinata dal Servizio Polizia Postale con la collaborazione di 30 Paesi Europei e di Europol, volta a identificare i c.d. “money mules”, riciclatori primi destinatari delle somme provenienti da attacchi informatici e campagne di phishing, che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti e/o carte di credito sui quali vengono poi accreditate le somme illecitamente carpite.
L’operazione ha consentito sul territorio nazionale di identificare 101 money mules di cui ben 50 tratti in arresto e 13 denunciati in stato di libertà.
Le transazioni fraudolente sono state 320, per un totale di circa 34 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro sono stati bloccati e/o recuperati grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN”, realizzata appositamente al fine di prevenire e contrastare le aggressioni al sistema economico finanziario.
Anche in ambito nazionale il settore per il contrasto al Financial Cyber Crime ha prodotto notevoli risultati operativi ed in particolare nel marzo dell’anno in riferimento è stata condotta un’articolata operazione di Polizia giudiziaria denominata “Bruno” condotta dalla Specialità in collaborazione con le Autorità rumene, che ha consentito di denunciare complessivamente 133 soggetti, 14 sottoposti a ordinanza di custodia cautelare 3 dei quali in territorio rumeno, per associazione a delinquere transnazionale dedita ad attacchi e frodi informatiche su larga scala e riciclaggio. Da questa operazione per la prima volta sono emersi elementi dell’interessamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso verso il settore del Financial Cyber Crime.
Nel luglio si è conclusa l’Operazione denominata “Sim Swap” che prende il nome dalla particolare tecnica utilizzata dai malviventi, che rappresenta una modalità innovativa di attacco ai sistemi di home banking, che prevede la sostituzione, attraverso dealers compiacenti, delle sim telefoniche attraverso le quali giungono ai titolari dei conti attaccati le OTP (one time password) per effettuare le disposizioni di trasferimento di denaro. L’operazione si è conclusa con l’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare.

Nel novembre si è conclusa l’Operazione denominata “Travellers” nella quale la Specialità ha eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare, verso un gruppo criminale definito dall’AG. “itinerante” in quanto operante indistintamente su tutto il territorio nazionale. L’associazione disponeva di un proprio “apparato tecnico-finanziario” che si occupava di dotare gli associati di conti correnti (intestati a società inesistenti o appositamente create), apparati POS portatili (anche operativi su circuiti internazionali) abilitati a transazioni con carte di credito e carte prepagate con funzioni on-line, attraverso i quali riciclare i proventi delittuosi.

SEZIONE CYBER TERRORISMO

La recente direttiva del Sig. Ministro dell’Interno sui comparti di specialità ha confermato in capo alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sia a livello centrale che territoriale, le competenze in materia di contrasto al fenomeno del terrorismo di matrice jihadista in rete, con particolare riferimento al monitoraggio del web, quale principale strumento di strategia mediatica del Daesh, già espletato da personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni, affiancato da un qualificato, supporto di mediazione linguistica e culturale.
Tale rinnovato, rafforzato, impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni in tale ambito ha reso necessario implementare le attività in argomento, ampliando il coinvolgimento di un maggior numero di Compartimenti nel summenzionato monitoraggio, nonché un potenziamento del numero dei mediatori linguistici e culturali, il cui prezioso apporto, per la peculiarità della materia e dei relativi contenuti multimediali presenti nella rete, risulta assolutamente indispensabile.
Nell’ambito della prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale di matrice jihadista e, in particolare, ai fenomeni di radicalizzazione, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha svolto attività sia di iniziativa, che su specifica segnalazione, al fine di individuare i contenuti di eventuale rilevanza penale all’interno degli spazi e servizi di comunicazione on line, siti o spazi web, weblog, forum, portali di social network e i cosiddetti “gruppi chiusi”, anche a seguito di informazioni pervenute dai cittadini tramite il Commissariato di P.S. Online.
L’attività, funzionale a contrastare il proselitismo e prevenire fenomeni di radicalizzazione, ha portato a monitorare circa 36.000 spazi web e alla rimozione di diversi contenuti (250).
Nel corso di tale attività di monitoraggio, si è inoltre riscontrato un effettivo incremento dell’azione da parte dei maggiori fornitori di servizi Internet (Facebook, Google, Twitter, etc.) volta alla rimozione di contenuti illeciti presenti sulle proprie piattaforme, grazie anche alla richiesta di maggiore collaborazione elaborata in numerose sedi istituzionali nell’ambito di progetti internazionali (es. EU Internet Forum), ai quali ha preso parte la Specialità.
A seguito di tale strategia, si è rilevato un repentino passaggio dei fenomeni di diffusione e divulgazione dei contenuti riconducibili al radicalismo islamico su piattaforme di comunicazione social ritenute più sicure (Telegram, WhatsApp), in quanto garantiscono maggiore riservatezza. Inoltre, fornendo ai propri utenti un grado di anonimato più elevato, come da policies aziendali, di fatto finiscono per attrarre la quasi totalità delle attività di diffusione di contenuti illeciti, o comunque di propaganda, poste in essere da soggetti contigui ad ambienti filo-jihadisti e agli stessi membri delle organizzazioni terroristiche.
Nell’ultimo anno, in concomitanza con le recenti perdite territoriali da parte del c.d. Stato Islamico, si è riscontrato un significativo decremento dell’attività mediatica del Daesh, in particolare per quanto concerne la diffusione di nuovi contenuti di proselitismo nel web, sia in termini quantitativi, che qualitativi. Infatti, si è notato che i pochi filmati e le info-grafiche emanati hanno standard qualitativi palesemente inferiori a quelli precedenti, segno, verosimilmente, che il Califfato è in fase di riorganizzazione/trasformazione e sta ristrutturando il suo network interno e ridelineando la propria strategia. In particolare, si sta passando da forme di comunicazione di massa, ben strutturate, alla diffusione di materiale autoprodotto attraverso l’utilizzo di mezzi più semplici, quali smartphones, ma che comunque trovano diffusione attraverso canali sommersi e forme di comunicazione compartimentate.
L’attività preventiva e informativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni ha visto, inoltre, momenti di collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e le locali Digos, anche per la collaborazione specialistica in caso di necessari approfondimenti tecnici in relazione a posizioni emergenti o monitorate sul territorio nazionale.
Infatti, la Polizia Postale e delle Comunicazioni concorre con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di proselitismo on line e di radicalizzazione, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica. La sinergia tra i diversi comparti in tale ambito è divenuta sempre più incisiva, sia nell’ambito del raccordo info-investigativo che di quello tecnico-operativo.
Per quanto concerne, invece, l’attività di contrasto, la Polizia Postale e delle Comunicazioni si avvale di profili sotto copertura creati ad hoc e gestiti dagli operatori, con l’affiancamento dei mediatori linguistici e culturali. L’utilizzo di uno di tali account fittizi, nel tempo fatto “maturare” dagli investigatori nel corso delle diverse, quotidiane, attività di monitoraggio informativo e, dunque, accreditato all’interno dei canali e gruppi frequentati dagli internauti sostenitori dello Stato Islamico, ha permesso di condurre diverse, complesse, attività tecnico-investigative.
A titolo esemplificativo, si evidenziano, in particolare, due significativi risultati investigativi.
Il primo risultato investigativo (Operazione ANSAR) ha portato all’individuazione di un minore italiano, di seconda generazione, di origine algerina, il quale, attraverso la rete, svolgeva un’intensa campagna di proselitismo di matrice jihadista su Telegram, istigando altri utenti a commettere delitti di terrorismo, fatti aggravati in quanto le azioni venivano compiute attraverso strumenti informatici e telematici. All’interno del canale Telegram, frequentato da circa 200 utenti e considerato tra i principali veicoli della narrativa dell’IS, venivano pubblicati messaggi testuali, immagini, video, infografiche e audio di propaganda del Daesh, tradotti in lingua italiana e rivolti in particolare ai c.d. “lupi solitari” presenti sul territorio nazionale.
Considerata l’impossibilità di acquisire elementi investigativi utili all’identificazione dell’amministratore del canale attraverso vie ufficiali dirette, il Servizio Polizia Postale ha attivato una mirata attività tecnico-investigativa che ha permesso di orientare le indagini finalizzate a individuarne l’amministratore, la cui identificazione è risultata complicata, in quanto il minore si è dimostrato particolarmente abile e competente a livello informatico, poiché utilizzava tecniche di anonimizzazione evolute (connessioni attraverso servizi di VPN e nodi TOR).
È stato possibile raggiungere il risultato sperato soltanto a seguito di una difficile e articolata attività tecnica svolta da personale del Servizio Polizia Postale anche attraverso l’utilizzo di software sviluppati ad hoc e rivelatisi di particolare efficacia. Le successive attività d’indagine, svolte attraverso l’attivazione di servizi di intercettazione delle comunicazioni telematiche, telefoniche e ambientali, nonché riscontrate da servizi di diretta osservazione, hanno consentito di acquisire concreti elementi di prova a carico di un cittadino italiano minorenne di “seconda generazione”, nato in Italia da genitori di origine algerina, che è stato indagato per aver compiuto attività di proselitismo a favore dell’IS mediante diffusione e traduzione di contenuti di propaganda on line. Nonostante la giovane età, il minore risultava in possesso di elevate capacità tecnico-informatiche, padronanza linguistica non comune e approfondita conoscenza dei principali testi sacri dell’Islam, proponendosi quale punto di riferimento per tutti coloro che intendevano contribuire attivamente alla causa jihadista.
L’attività investigativa ha consentito di riscontrare e raccogliere elementi in ordine al percorso di autoradicalizzazione del minore, intrapreso esclusivamente in rete e sfociato in una successiva diffusione on line del proselitismo di matrice jihadista. Infatti, nella vita reale il ragazzo non frequentava la moschea, né ambienti contigui all’estremismo islamico. Anche il contesto familiare, sebbene musulmano, risultava di impostazione musulmana, ma non integralista.
Oltre ai risultati operativi conseguiti, tale indagine ha presentato anche profili di rilevanza giudiziaria e sociale, in quanto è stata riconosciuta la pericolosità reale delle iniziative adottate dell’indagato, le quali, lungi da esaurire i propri effetti nella “dimensione virtuale”, sono risultate concretamente rilevanti. Il puntuale intervento della Procura dei minori e della Polizia di Stato ha consentito di superare la mera fase accertativa della responsabilità penale del minore, avviando un dedicato percorso di recupero e deradicalizzazione, reso possibile dallo “scollegamento” del giovane dalla rete della c.d. “cyber jihad”. Come noto, infatti, ormai il web assurge a un ruolo fondamentale quale strumento strategico di propaganda dell’ideologia del Daesh, di reclutamento di nuovi combattenti, di finanziamento, di scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi.
Infine, la seconda Operazione, denominata “Lupi del deserto” si è conclusa nell’arresto di un cittadino egiziano di 22 anni, irregolare sul territorio nazionale, per associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia per delitti di terrorismo.
Le indagini, avviate nel 2017 con intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e specifici servizi di osservazione e pedinamento h24. Il giovane arrestato è un appartenente all’ISIS, indottrinatosi con il materiale di propaganda di DAESH reperito on line. Gli elementi raccolti hanno evidenziato che il predetto ascoltava in continuazione, in una sorta di “brain washing”, files audio di Imam radicali e della rivista “Dabiq” inneggianti all’odio per l’occidente, alla jihad e a sostegno degli atti di martirio. Dalle intercettazioni telematiche e accertamenti tecnici svolti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, è emerso che il giovane è altresì organico anche alla macchina della propaganda del sedicente stato islamico. Infatti, gestiva gruppi e canali chiusi su Telegram, nei quali venivano diffuse le notizie delle attività dello Stato Islamico, tramite le agenzie mediatiche del Califfato. In particolare, era in assiduo contatto con due connazionali, anch’essi radicalizzati, con i quali scambiava video e audio Jihadisti e inneggianti l’Islam radicale.
Nei loro confronti il Ministro dell’Interno ha emesso un decreto di espulsione dal territorio italiano.
Trattandosi di un fenomeno a carattere transnazionale, sia per la natura internazionale del fenomeno, che per la stessa connaturata struttura della rete, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, sia ordinari che “nuovi”, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali.
In ambito europeo, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti di propaganda jihadista diffusi in rete e di orientarne l’attività. Lo scambio delle informazioni tra Paesi Membri viene effettuato attraverso l’utilizzo di specifiche piattaforme tecnologiche, tra cui Check-the-Web (CTW) e SIRIUS, appositamente create in ambito IRU a supporto del monitoraggio e delle indagini nell’ambito di terrorismo in Internet.
Parallelamente all’incremento dell’uso di strumenti telematici, sono cresciute le aspettative di sicurezza da parte del cittadino.

Rischi e pericoli connessi all’utilizzo della rete internet

La Polizia Postale e delle Comunicazioni è impegnata, ormai da diversi anni, in campagne di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli connessi all’utilizzo della rete internet, rivolte soprattutto alle giovani generazioni.

Nello specifico si evidenzia la campagna itinerante della Polizia Postale e delle Comunicazioni “Una Vita da Social”, grazie alla quale sino ad oggi sono stati incontrati oltre 1 milione e 700 mila studenti, 180.000 genitori, 100.000 insegnanti per un totale di 15.000 Istituti scolastici e 250 città italiane.
Un progetto dinamico, innovativo e decisamente al passo con i tempi, che si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web che i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della rete, confezionando un vero e proprio “manuale d’uso”, finalizzato ad evitare il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della rete in generale e dei social network.
A disposizione degli utenti è presente la pagina facebook e twitter di “Una vita da social”, gestita direttamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, dove vengono pubblicati gli appuntamenti, le attività, i contributi e dove i giovani internauti possono “postare” direttamente le loro impressioni ad ogni appuntamento.

Grande consenso ha riscosso la campagna #cuoriconnessi, che ha coinvolto 30.000 studenti, attraverso la proiezione di un docufilm e le testimonianze dirette dei minori vittime di prevaricazioni, vessazioni e violenze online.

Inoltre nel corso dell’anno sono stati realizzati incontri educativi su tutto il territorio nazionale raggiungendo oltre 300 mila studenti e circa 3000 Istituti scolastici per i quali è stata messa a disposizione anche un’email dedicata: progettoscuola.poliziapostale@interno.it.

Il portale del Commissariato di P.S. online è divenuto il punto di riferimento specializzato per chi cerca informazioni, consigli, suggerimenti di carattere generale, o vuole scaricare modulistica e presentare denunce.

Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web.

Di particolare importanza le denunce e le segnalazioni giunte anche sul sito del Commissariato di P.S. on-line per i reati di cyberbullismo, perpetrati soprattutto in ambito scolastico da parte di studenti nei confronti di compagni e perpetrati attraverso i social media, con atti denigratori e diffamatori nei confronti delle giovani vittime. Alcune attività sono sfociate nell’emissione da parte dei Questori di provvedimenti di ammonimento anche al fine di responsabilizzare minori autori del reato.

Attività del Commissariato di PS online
Richieste di informazioni evase 19.088
Segnalazioni ricevute dai cittadini 18.722
Denunce presentate dagli utenti 10.922




Scossa di terremoto tra Gallicano e Colonna: paura in Capitale e ai Castelli Romani

ROMA – Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 è stata registrata nella zona est della provincia di Roma, alle 00:52.

Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma si è verificato a 10 km di profondità con epicentro tra Gallicano nel Lazio e Colonna. Non si hanno notizie di danni a persone o cose, anche se la scossa è stata avvertita chiaramente dalla popolazione.

Continua a tremare la terra anche nelle zone etnee

Nella notte sono state numerose le scosse in provincia di Catania: le due più forti, di magnitudo 2.9, sono state registrate – secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – alle 00:36 con epicentro vicino Adrano (a una profondità di 6 km) mentre la seconda si è verificata alle 4:12 a 12 chilometri da Ragalna (con profondità di 1 km).




Nemi, cimitero: ampliamento laddove doveva sorgere l’isola ecologica

NEMI (RM) – Spazi quasi esauriti per il cimitero comunale di Nemi dove la disponibilità di nuovi manufatti risulta attualmente limitata in particolare modo per le cappelle gentilizie.

L’approvazione del documento preliminare

E lo scorso 16 novembre la giunta comunale ha approvato il documento preliminare, per l’avvio della progettazione, relativo ai lavori di “Ampliamento del cimitero comunale”, ai fini dell’inserimento dell’opera nel piano triennale delle opere pubbliche.

Ampliamento cimiteriale in autofinanziamento

Un ampliamento che sarà finanziato con i fondi derivanti dalla concessione dei loculi e delle cappelle gentilizie, dunque in autofinanziamento e, precisamente, provvedendo alla preassegnazione dei manufatti da realizzare al fine di garantire i necessari flussi di cassa, secondo le modalità che eventualmente saranno previste in un apposito regolamento;

La modifica della zona di rispetto dell’area cimiteriale

L’area d’intervento ricade su un terreno distinto in catasto al
foglio 8, particelle 69 e 70 e vedrà l’esecuzione di cappelle gentilizie, loculi ed un’area per lo spargimento delle ceneri. Per realizzare tutto questo verrà ampliato e di conseguenza modificata la zona di rispetto dell’area cimiteriale.

L’area doveva ospitare l’isola ecologica

Quest’area in precedenza doveva essere destinata ad ospitare l’isola ecologica tanto che il terreno venne acquistato dal Comune di Nemi e l’ufficio Tecnico predispose il progetto preliminare dell’isola ecologica al fine di poter richiedere il finanziamento all’allora Provincia di Roma per la realizzazione dell’impianto che prevedeva una spesa complessiva di circa 255mila euro. Progetto preliminare di isola ecologica poi approvato dalla Giunta comunale e che dopo parcelle pagate ai vari agronomi e geologi venne bocciato in sede di conferenza di servizi.




Roma, Atac. Telenovelas di Capodanno: dopo le precisazioni di Ceresatto arriva il monito dei sindacati confederali

ROMA – L’infinita telenovela di Capodanno, che non lesina colpi di scena, si arricchisce di una nuova e spumeggiante puntata. A poche ore dalle “precisazioni” del Direttore di Atac Cristiano Ceresatto, racchiuse nel Comunicato n. 9, giunge la nota, univoca e piccata, della CGIL, CISL e UIL, dribblate allo scadere dei tempi supplementari dalla decisione unilaterale assunta dai vertici aziendali. Da comprendere, considerata la posta (politica) in gioco.

Un volta c’era l’accordo del 20 dicembre, siglato tra
Atac e le sigle Confederali, relativo alla retribuzione economica prevista ai dipendenti
per le prestazioni lavorative extra di Natale e Capodanno. Quello che, anticipato
a colpi di slogan dall’Amministrazione Comunale ancora prima di essere
sottoscritto, non faceva distinzioni tra le mansioni aziendali e prevedere un’indennità
massima di 170 euro lorde e omnicomprensiva per chi rimaneva in sella fino alle
ore 3.30 la notte di San Silvestro. Un accordo a perdere – scritto e riscritto-,
rispetto all’anno scorso e virtù dell’aumento delle ore lavorative, bocciato
specialmente dai macchinisti della Metro
B
.

Oggi c’è, a meno di nove giorni,
il Comunicato n.9 del Direttore Ceresatto che premia proprio i macchinisti e
capitreno – “personale di condotta e di scorta”- con un’ulteriore indennità
omnicomprensiva di 25 Euro lorde, per ogni corsa straordinaria effettuata la
sera del 31 dalle ore 19.01 in poi. Una decisione logica, era infatti iniquo il
corrispettivo iniziale – e dov’erano i Confederali? –, se l’azienda non avesse
scavalcato e forzato quelle che sono, comunque, le relazioni industriali e,
inoltre, avesse previsto il medesimo trattamento agli autisti. Che di certo non
figli di un dio minore.

Ma, come detto, la posta in gioco
è elevata e se, la notte di Capodanno, fossero saltare metro e ferrovie in un
colpo solo, qualche testa sarebbe stata tagliata, tra i vertici del Campidoglio
e dell’Azienda. A cominciare da quella dell’assessore capitolino alla mobilità Linda Meleo, la prima a esporsi e a
parlare pubblicamente dell’apertura delle linee ferrate fino alle ore 3.30, dando
per certo l’accordo tra Atac e le Organizzazioni Sindacali, con la conseguente
adesione dei dipendenti.

Un errore di valutazione madornale, il suo e di riflesso dell’Amministrazione, che certamente ha indotto la municipalizzata a cercare un rimedio plausibile pur di evitare una figuraccia di fronte ai cittadini. Rimedio rappresentato, in corner, dal Comunicato del Direttore Ceresatto, preso a sua volta di mira dalle segreterie Confederali, sentendosi tradite e tacitamente bypassate. Dopo un’ampia premessa la nota, inviata anche al Prefetto di Roma Capitale, attacca che suona come un ammonimento: “Ci è doveroso oltremodo richiamare”, recita, “il rispetto delle norme sui tempi massimi di lavoro giornalieri, nel rispetto delle pause minime tra un turno e l’altro, ai fini della garanzia sulla sicurezza di esercizio e la buona riuscita dell’evento straordinario”. Cosa c’è dietro? Hanno annusato accavallamenti anomali nella costruzione dei turni o prestazioni di gran lunga superiori rispetto ai paletti normativi? È interessante saperlo com’è altrettanto legittimo domandarsi fino a che punto la legge permetta di “monetizzare” – così come scritto nel Comunicato del Direttore – il giorno di riposo previsto ai lavoratori impegnati nella giornata del 31 dicembre, trasformandolo in Riposo Lavorato.

David Nicodemi




Frosinone, accoltella il fratello durante una lite

FROSINONE – Accoltella il fratello maggiore dopo una lite. Il fatto è successo verso le 21 di ieri nel capoluogo ciociaro dopo che tra i due fratelli era scoppiata una lite scaturita dal fatto che durante la giornata il fratello maggiore, tossicodipendente, al fine di acquistare una dose di stupefacente aveva venduto la bicicletta di famiglia. Il fratello più piccolo sferrava, con una coltello di circa 30 cm, diversi fendenti al braccio e alla gamba del maggiore, provocandogli diverse ferite tanto da rendersi necessario da parte del personale 118 accorso sul posto l’immediato trasferimento presso il Pronto Soccorso.

Sul posto è intervenuta una volante della polizia di Stato

Gli agenti dopo aver ricostruito la scena del crimine hanno arrestato il ragazzo, responsabile dell’insano gesto e ancora sul posto all’arrivo della pattuglia e lo hanno portato in carcere su disposizione dell’Autorità giudiziaria. La vittima è stata giudicata guaribile in 20 giorni a seguito delle ferite riportate.

Invero il fratello minore, a seguito della discussione, scaturita dal fatto che nella giornata il fratello maggiore, tossicodipendente, al fine di acquistare una dose di stupefacente aveva venduto la bicicletta di famiglia, sferrava con una coltello di circa 30 cm diversi fendenti al braccio e alla gamba di quest’ultimo, provocandogli diverse ferite tanto da rendersi necessario da parte del personale 118 accorso sul posto l’immediato trasferimento presso il locale Pronto Soccorso.
L’intervento tempestivo della volante ha permesso agli agenti di ricostruire la scena del crimine e di trarre in arresto nell’immediatezza dei fatti il responsabile dell’insano gesto, ancora sul posto all’arrivo della pattuglia operante.
La vittima è stata giudicata guaribile in 20 giorni a seguito delle ferite riportate, mentre l’autore del delitto è stato associato, su disposizione dell’A.G., alla locale casa circondariale.
Quello di ieri è stato il secondo episodio di violenza domestica in pochi giorni;il giorno di Natale all’ora di pranzo una volante della polizia è stata costretta ad intervenire in Corso Francia a seguito di una lite in famiglia, nell’occasione, tra due coniugi. A chiamare è stata nella circostanza la moglie intimorita dall’aggressione fisica del marito. Giunti sul posto gli operanti per sedare la lite sono stati aggrediti dal 58 enne che brandendo un coltello ha tentato di sferrare una coltellata ad un agente.
Pronta la reazione degli agenti che immobilizzavano l’uomo e lo traevano anche in questa occasione in arresto.




Manovra, Forza Italia in Aula con le pettorine blu: “Basta tasse”. Prosegue il voto sulla fiducia. Domenica intensa!

Il presidente della Camera Roberto Fico ha sospeso la seduta per 5 minuti dopo che i deputati di Forza Italia hanno indossato delle pettorine azzurre con scritte come ‘Giù le mani dal no profit’ e ‘Basta tasse’. Fico ha chiesto ai commessi di intervenire e poi ha sospesa la seduta. I deputati azzurri con ancora indosso le pettorine sono poi stati accompagnati fuori dall’Aula dai commessi.

Alle 17 hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sulla fiducia che il governo ha posto sulla Manovra. La chiama sulla fiducia è iniziata alle 18.30. I capigruppo di Montecitorio hanno deciso che dopo il voto sulla fiducia l’Aula continuerà a votare fino alle 24 per esaminare i 244 ordini del giorno presentati sul testo.  La seduta riprenderà poi dalle 9 di domani. 

E’ una corsa contro il tempo condita da risse e liti, il via libera alla legge di bilancio. Entro il 31 dicembre, per evitare di arrivare a esercizio provvisorio di bilancio, il testo deve essere sulla scrivania di Sergio Mattarella per la firma, che il capo dello Stato potrebbe accompagnare – si ragiona in ambienti parlamentari – con una lettera diretta al governo con alcuni rilievi. Le opposizioni protestano perché la versione finale della manovra “non è stata esaminata né votata” dalle due Camere: “Si mortifica il Parlamento”, denuncia il Pd che ha fatto ricorso alla Consulta e il 9 gennaio avrà una prima risposta. Ma il governo, testa bassa, punta al risultato: incassare il voto finale sulla manovra entro domenica 30. “Non volevamo deliberatamente comprimere i tempi ma si è creata una situazione non ideale: confidiamo che non si ripeta più”, promette Giuseppe Conte. Ma mentre il premier tiene la conferenza stampa di fine anno, nell’Aula di Montecitorio lo scontro tra maggioranza e opposizioni trascende. Si fa fisico. Il presidente della Camera Roberto Fico diventa per ore bersaglio degli attacchi. E il sottosegretario Massimo Garavaglia viene colpito alla testa da un faldone della manovra lanciato da Emanuele Fiano, deputato Pd e uomo “simbolo” della giornata per la foto che lo ritrae placcato dai commessi mentre con Luigi Marattin ed Enrico Borghi litiga con i leghisti. Nel pomeriggio, all’ennesimo litigio condito da insulti e parolacce, Fico sbotta: “Evitiamo di dare questo spettacolo”. La rissa scatta quando il leghista Nicola Molteni fa segno ai Dem di tacere: Marattin scatta. Volano fogli. Fatuzzo srotola una bandiera del partito dei pensionati: gliela portano via e lui ne estrae un’altra. Il ministro Riccardo Fraccaro pone la fiducia e le opposizioni fischiano e urlano. Fico, che presidia tutto il giorno l’Aula, fatica a tenere la calma. La minoranza denuncia la “mortificazione del Parlamento”, la “violazione della Costituzione”. I Dem, che oggi saranno in piazza, presentano ricorso per conflitto d’attribuzione: sulla ammissibilità la Corte Costituzionale si pronuncerà il 9 gennaio. Non era mai successo che una manovra venisse approvata a scatola chiusa, denuncia Ettore Rosato, che rimarca l’imbarazzo di Fico. E il presidente non nega: “Non è mio compito parlare del governo ma rispetto al lavoro del Parlamento, per me non è un modo giusto di procedere, non c’è dubbio”, dichiara. E manifesta così un disappunto che è del presidente del Senato Elisabetta Casellati ma che anche il presidente Mattarella potrebbe esprimere nel suo discorso di fine anno o, appunto, in una lettera rivolta al governo al momento della firma della manovra. Ora però, spiega Fico, c’è da evitare l’esercizio provvisorio perché il 31 dicembre incombe. A sera, il governo – presente in Aula Giovanni Tria, assenti i vicepremier – pone la fiducia sul testo. Sarà votata sabato sera ma poi ci sono altri 250 voti su ordini del giorno: non si finirà prima di domenica. La minoranza non fa sconti. In Aula ci saranno i sindacati, che annunciano mobilitazioni. E non finisce qui. Leu, con Federico Fornaro e Loredana De Petris, si appella a Mattarella. Emma Bonino, con +Europa, annuncia “varie iniziative a gennaio” contro questa “deriva senza precedenti”. I ritardi sono dovuti alla trattativa con l’Europa, non si poteva fare altrimenti: ripetono il premier e i suoi ministri. La legge di bilancio, assicura Conte, non è stata scritta a Bruxelles: al centro, ci sono reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Ma è proprio sulle misure di bandiera che si aprirà a gennaio un secondo tempo già carico di tensioni per il governo. Luigi Di Maio e Matteo Salvini vorrebbero varare un unico decreto, alla metà di gennaio. Ma i decreti alla fine potrebbero essere due. Il reddito di cittadinanza resta il nodo: ci sono bozze, ma ancora tanti aspetti da definire su tempi e modalità. E così ci prova Conte a tranquillizzare: annuncia i primi assegni “ad aprile” e difende la misura e Di Maio, che “è stato crocifisso”.




Roma, Atac rilancia e si garantisce il servizio di Capodanno: sindacati confederali spiazzati?

ROMA – Con un colpo finemente magistrale degno dei migliori pokeristi, Atac si è garantita il servizio di Capodanno, salvando le capre del Campidoglio e i cavoli del personale. E poco è importato, ai piani alti di via Prenestina, se, nel rilanciare al controbuio, i sindacati Confederali siano rimasti spiazzati e con il cerino – ovvero l’accordo – in mano. Lo spettacolo deve proseguire, the show must go on (anche a costo di dissanguare le casse aziendali?) e consentire al personale di rimanere in sella dalle 17 alle 4.00.

A calare gli assi, e lenire l’entusiasmo della triplice, ci ha pensato il Direttore del Personale Cristiano Ceresatto con il Comunicato ai Lavoratori n. 9 emanato questa mattina, contenente le “precisazioni intensificazione del servizio nella giornata del 31/12/2018”.

Il primo capoverso stabilisce che “il personale che effettuerà la chiusura del servizio alle ore 3.30 del 1 gennaio 2019” può richiedere la monetizzazione del giorno di recupero”. Il secondo, invece, quello più succulento, vede corrispondere al “solo personale di condotta e di scorta”, cioè macchinisti e capotreno, “l’indennità di corsa omnicomprensiva pari a 25 euro lorda per ognuna delle corse effettuate e non previste nel turno ordinario”, che ricadono “nella fascia oraria dalle ore 19.01 del 31 dicembre 2018”. E questo oltre al trattamento economico già riconosciuto dal famigerato accordo del 20 dicembre. Che, nella superficie come nel metroferro, è sempre omnicomprensivo (tale voce sta a significare che sono incluse le retribuzioni previste nel Contratto Nazionale in caso di prestazione ordinaria o festiva).

Una mossa che riconosce,
implicitamente, le lacune contenute nel documento sottoscritto dai Confederali,
sventolato da questi come fosse una vittoria epica, e premia, al contempo, chi lo
aveva fermamente avversato, fin dalla prima ora. Da un lato i macchinisti della
Metro B, dall’altra quelli della
ferrovia Roma-Viterbo, che non ne
volevano proprio sapere di tirare la manetta per vedersi appioppare un
corrispettivo oggettivamente infelice, rispetto alla gravame di lavoro prospettato
e ai rischi connessi. Che non sono pochi.

Ma c’è il rovescio della medaglia, come in ogni cosa

Anzitutto c’è da dire che aver alzato la posta in gioco non garantisce, sia chiaro, la copertura dei turni, specie quelli serali dove si registra l’emorragia maggiore. E laddove il meccanismo riuscisse, la decisione unilaterale dell’Azienda, a conti fatti, crea una grave discriminazione tra macchinisti e gli autisti, i quali, come i primi, saranno sulla breccia a girare la ciambella, tra la confusione generale, ma non usufruiranno dell’extra-bonus. Dovevano alzare la voce anche loro? Sicuramente. Portare un bus o un treno nella Capitale, durante i festeggiamenti del Capodanno, è un’impresa da titani che meriterebbe l’encomio da parte sia dell’Azienda che dell’Amministrazione. Altro che indennità. Iniquità di trattamento che è sempre figlia di quell’accordo sindacale (a perdere), che, in termini economici, ha messo sullo stesso piano tutti i lavoratori, indistintamente, senza fare alcuna distinzione tra chi se ne starà seduto sulla sedia e chi, al contrario, in mezzo alla strada o sui binari. C’è poco da rimanere stupiti, del resto divide et impera.

David Nicodemi




Manovra, Silvestroni (FdI): “Che fine ha fatto la flat tax?”

“Avremmo voluto votarla questa legge di bilancio perché insieme a Giorgia Meloni il 4 marzo scorso noi abbiamo votato anche Matteo Salvini. Ma non possiamo perché nella manovra non c’è nulla del programma di centrodestra che come coalizione avevamo condiviso e che la maggioranza degli italiani ha votato.

Che fine ha fatto la flat tax? Che fine hanno fatto il sostegno alle imprese, al lavoro, alle famiglie?

Aumenta la pressione fiscale, diminuiscono gli investimenti. La pace fiscale si blocca ad una soglia ridicola e l’IVA aumenta. L’Europa ordina e l’Italia ancora una volta batte i tacchi.

Nessun cambiamento, anzi la brutta copia delle scellerate politiche del PD. E il rischio che si prenda una strada senza ritorno per il nostro paese è davvero alto. Ancora una volta agli interessi del popolo si sono preferiti quelli della finanza. Se i gialloverdi dormiranno sonni tranquilli dopo questo ennesimo inganno gli italiani invece non dormiranno bene per niente. Per questo noi di Fratelli d’Italia diciamo NO ad un provvedimento che riteniamo irricevibile”

Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni nel suo intervento in Aula durante la discussione sul maxiemendamento.




Genzano, case popolari per gli sfollati di piazza Buttaroni: ecco il punto

Il comune

Questa mattina sono stati consegnati gli appartamenti ai nuclei familiari che ad oggi non hanno trovato una soluzione autonoma a seguito dell’esposizione avvenuta la notte di sabato 13 ottobre a piazza Buttaroni.

Le abitazioni sono state messe a disposizione del Comune dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica della Provincia di Roma (Ater).

Dopo il tragico incidente gli abitanti del Condominio Margherita e degli edifici limitrofi sono stati costretti a lasciare le proprie case. L’Amministrazione comunale ha attivato una rete solidale con le associazioni del territorio, individuando una sistemazione per chi era in difficoltà.

Oggi si è svolta la formale consegna delle chiavi degli alloggi, che saranno a disposizione fino ad agosto. “Il nostro grazie ai sindaci dei Comuni che si sono resi disponibili, all’Ater e alla Regione – ha commentato il sindaco Daniele Lorenzon –. Oggi, finalmente, abbiamo raggiunto un traguardo importante. In questi due mesi e mezzo la nostra, la mia più grande preoccupazione, è stata cercare di supportare le famiglie in difficoltà: ho cercato di coinvolgere associazioni, forze dell’ordine ed enti sovra comunali in modo che dove non arrivasse il Comune ci potesse essere un ulteriore supporto esterno. E così è stato: le nostre istanze sono state accolte e la risposta alle nostre richieste si è formalizzata con l’individuazione di questi appartamenti di proprietà dell’Ater. 

Certo non siamo completamente soddisfatti, ma è un risultato importante che fa emergere l’impegno di questa Amministrazione nei confronti dei suoi concittadini. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che anche indirettamente hanno reso possibile questo percorso e il mio augurio, più sincero, è che le persone in difficoltà possano tornare alla loro quotidianità quanto prima”.

Il consigliere Fabio Papalia

Questa importante risposta agli sfollati si è potuta dare grazie all’interessamento del Consigliere regionale Righini e dell’assessore regionale Valeriani.
Al di là dei colori politici va riconosciuto l’impegno che ha portato una risposta di fondamentale importanza!

I fatti

Venti famiglie potranno rientrare in alcuni appartamenti appena dissequestrati che si trovano nella palazzina esplosa il 13 ottobre in piazza Buttaroni a Genzano a causa di una fuga di gas dalla casa di Alessandro Abbatini, allenatore di calcio, figlio Bruno detto “Schiccherò” che giocò nella Roma Calcio negli anni Sessanta.

Alessandro, 47 anni, è deceduto a seguito delle gravissime ustioni riportate. Altre quattro famiglie entreranno dopo che verrà dissequestrata la parte di palazzina più alta con gli appartamenti più deteriorati per cui dev’essere completata la messa in sicurezza. Altre dieci famiglie circa resteranno fuori fino al termine definitivo della ristrutturazione  per cui ancora non è prevista una data certa.

Tra queste ci sono cinque nuclei familiari che hanno allogiato dai Gesuiti fino al 14 dicembre e per cui è stata trovata accoglienza nelle case popolari nei Comuni limitrofi a Genzano

Buone notizie arrivano dunque sotto le feste per alcuni degli inquilini evacuati ormai da quasi tre mesi, i quali hanno partecipato ad una riunione a cui erano presenti l’amministratore del condominio Walter Gabriele e l’avvocato dei condomini Valentina Pavan, l’ingegnere Mitolli, i tecnici e anche un agente assicurativo. Prima del rientro verrà realizzata una scala temporanea per poter accedere ai primi 20 appartamenti dissequestrati.




Addio 2018, considerazioni semi serie sulla fine di un anno

Probabilmente tutti ci siamo accorti, in un modo o in un altro, che qualcosa sta profondamente cambiando. 

Probabilmente tutti abbiamo percepito un’intensità crescente, a volte parecchio scomoda e spesso decisamente spaesante.

Si, anche quelli che quando lo dici ti guardano come se fossi un marziano. Anche loro lo stanno percependo. Saperlo o non saperlo non cambia moltissimo.

C’è un mondo vecchio che sta morendo: i vecchi parametri della politica, della cultura, dei valori e delle strutture di riferimento (famigli, partiti, associazionismo di vario genere) sono ormai come dinosauri che camminano stupiti in una metropoli millenni dopo la loro estinzione. Non perché non avessero valore di per se, quelle cose. Al contrario. Semplicemente perché fanno l’effetto di un abito da damigella in una discoteca house. 

Il vecchio mondo non c’è più, anche se il suo riflesso a volte è così forte che sembra di poterci ancora riferire ad esso. Ma è come allucinare la figura di qualcuno che è morto, anziché vedere che non è più in quella forma, in quel corpo.. 

A volte mi chiedo quanto ci vorrà per fare quel salto di coscienza che ci permetterà di ragionare fuori dai vecchi schemi, anziché rincorrerli; a volte – guardandoci – mi sembra di vedere tanti adulti che cercano di farsi calzare ancora addosso la tutina dei sei mesi disperandosi nel vedere che non entra neanche più in un braccio o, a volte, andando in giro nudi senza accorgersi che quella tutina non li copre più. 

Altre volte invece mi sembra di intravedere un’umanità gravida di cose nuove, in dolce attesa di un futuro più ampio, meno rigido, più creativo e più libero di qualsiasi passato vogliamo rendere la nostra nostalgica Itaca. 

Come sarebbe accorgerci che tutto quello che stiamo lasciando sono le nostre vecchie limitazioni e abbracciare finalmente il nuovo con nuova presenza, gioia e con una rinnovata capacità di giocare e di essere spensierati, accorgendoci finalmente che giocare è la forma più seria di creazione che abbiamo a disposizione?

Brindo in questa fine anno ad un presente e un futuro in cui poter sperimentare assenza di giudizio ed esuberanza della creazione. 

Un mondo in cui si sventolino meno bandiere e più armonia. 

Un mondo, in poche parole, più sveglio e allegro. 

Buon 2019 a tutti!

Valeria De Luca