Anguillara Sabazia, Manciuria su mini discariche in provincia: “Pronti a mobilitare non solo i gilet gialli, ma soprattutto in nostri megafoni”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – “La notizia trapela dai quotidiani romani e se confermata sarebbe l’ennesimo fallimento della politica grillina che si riflette negativamente sulla provincia romana adiacente alla Capitale: discariche per risolvere l’emergenza rifiuti di Roma. Un rimedio antico e da incapaci generato da trenta mesi di immobilismo che rischia di vedere tante nuove piccole Malagrotte rispetto al rifiuto km zero o differenziata spinta enfatizzate ad inizio mandato “.
Commenta così Sergio Manciuria, Presidente di AnguillaraSvolta, l’articolo apparso su un quotidiano romano riguardante la mappatura dei possibili siti di discariche temporanee nella provincia romana per accogliere i rifiuti di Roma.

“La nostra azione politica – osserva il referente sabatino – si è sempre contraddistinta contro l’apertura indiscriminata delle cave mentre i grillini si riempivano la bocca, scongiurandone una di 40 ettari autorizzata da Zingaretti grazie al ricorso vincente al TAR, e gradiremmo non dover affrontare quella paura endemica prevedibile come il riempimento di qualche buca in esaurimento o peggio abbandonata da imprenditori privi di scrupolo e magari alla mercè di qualche organizzazione mafiosa. Oggi si discute su Tragliatella a ridosso del nostro territorio già inflazionato da rifiuti speciali, onde elettromagnetiche e basalto, ma il passo potrebbe essere breve ed interessare direttamente Anguillara”. “Sono oltre tre anni – ricorda il presidente di AngullaraSvolta – che abbiamo chiesto prima al sindaco Pizzorno e poi all’attuale ‘diversamente amministrazione’ di prendere provvedimenti per bonificare l’area (ex Miri) di Fosso Pietroso a ridosso del quartiere Colle Sabazio, stante l’abbandono da parte della società contraente e la mancanza di una polizza a garanzia per il ripristino ambientale.

La risposta tutt’ora è avvolta nella nebbia. Non vorremmo trovarci come nel caso dello sfruttamento delle acque del nostro lago, dove la complicità tra esponenti dello stesso movimento, ha prodotto la captazione dissennata delle acque per sopperire alla crisi idrica del 2017 con Acea che ancora ringrazia la sindaca Anselmo per l’ultimo regalo, senza colpo ferire, sulla rete idrica comunale”. “A stretto giro aspettiamo la smentita risoluta del governo capitolino senza trincerarsi dietro il governo o la regione, così come la netta presa di posizione di Anguillara sulla cava ex Miri – conclude Manciuria –preavvertendo la Raggi che, qualora volesse continuare nell’azione amministrativa annunciata dalla stampa, siamo pronti a mobilitare non solo i gilet gialli, ma soprattutto in nostri megafoni. E’ ora di ribellarsi senza se e senza ma all’incapacità conclamata”.




RomaTPL ancora non paga. Comune silente, Sindacati all’attacco

ROMA – Incassato il via libera al concordato preventivo di Atac da parte della maggioranza dei creditori (circa il 50%), l’Amministrazione Comunale ora potrà, finalmente, tornare a occuparsi dei 1000 lavoratori della RomaTPL, ancora fermi al palo, in attesa di ricevere la busta paga relativa a dicembre. Che doveva essere erogata, nel rispetto del Contratto Nazionale, entro il 31 passato.

C’è da dire che stavolta la vertenza sia,
considerati gli sviluppi degli ultimi mesi, più complessa di quanto si possa
immaginare, se letta con piglio oggettivo nella sua complessità. Poiché si
inserisce nel complicato Risiko del
trasporto pubblico locale romano, dove si gioca una partita da un miliardo di
euro, tra il salvataggio dell’Azienda Capitolina e l’affidamento dei 30milioni
di chilometri delle linee periferiche, e dove è necessario mantenere saldi gli equilibri.

Può sembrare ardito l’accostamento delle cose,
ma non va dimenticato che la RomaTPL è uno dei principali debitori di Atac,
insieme al Consorzio Metrebus (FS e Cotral), pertanto vien facile pensare che, in questa ottica, il
Comune abbia, nella fase antecedente all’approvazione del concordato, allentato
la presa al fine di avere nell’Assemblea dei creditori pure il consenso del
secondo gestore di TPL a Roma. Che, paradossalmente, malgrado le sue lacune, tiene
ancora in mano il banco.

Ma nelle supposizioni, ipotesi o semplice
equazione di un puzzle macchinoso, emerge, prepotentemente, il dramma che
stanno di nuovo vivendo gli autisti, ausiliari e amministrativi di quella
Società. Che oltre a subire questo, lamentano da tempo i metodi repressivi che sarebbero
stati adottati dal Capo del Movimento dall’inizio del suo mandato, circa un
anno fa, in RomaTPL e in COTRI, socio paritetico. Lo ha denunciato, come le altre sigle in
passato, l’Organizzazione Sindacale USB, nel documento inviato il 7 gennaio, ai vertici del
Campidoglio e al Prefetto di Roma, col quale ha aperto ufficialmente le
“procedure di raffreddamento e di conciliazione”. Si parla di “metodi
coercitivi e discriminatori” come “blocco dei cambi turno e pressioni nei
confronti dei lavoratori che denunciano malattia, guasti, Legge 104 ect.” e
della mancata “possibilità dei lavoratori di fruire delle ferie maturate”. Ma
non basta. L’USB sottolinea, “l’inserimento dello straordinario nei turni senza
l’autorizzazione dell’OdE” e un “uso eccessivo della repressione disciplinare”.
“Vista la gara”, incalza Claudio
De Francesco
del SICEL, “al peggio non
c’è mai fine”.

L’inciso infiamma la diatriba e mette, di conseguenza, in
guardia anche i dipendenti dello stesso COTRI. I quali, preso atto dei
trascorsi, rischiano anch’essi lo slittamento delle spettanze di dicembre, alla
stregua dei colleghi della RomaTPL, le quali, secondo gli accordi, dovrebbero
essere corrisposte entro il 10 di ogni mese.

David Nicodemi




Roma, Castro Pretorio: rapina due hotel. Fermato

L’altra sera, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, con l’accusa di rapina aggravata e continuata, un cittadino ghanese di 26 anni, nullafacente, in Italia senza fissa dimora e con precedenti.

L’uomo è stato rintracciato dai Carabinieri in via Milazzo, a seguito della segnalazione giunta al 112, poiché riconosciuto quale autore di due rapine avvenute rispettivamente l’8 dicembre 2018 e il 2 gennaio 2019, nelle reception di due hotel di via Milazzo. In entrambi i casi, lo straniero con la scusa di chiedere la disponibilità di una camera ha minacciato e rapinato, armato di coltello, le due addette alla reception presenti in quel momento, portando via cellulari e denaro contante.

Dopo il fermo, il rapinatore è stato condotto in caserma e successivamente presso il carcere di Regina Coeli, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida. I Carabinieri stanno eseguendo ulteriori accertamenti volti a verificare se l’arrestato possa essere l’autore di altri analoghi episodi verificatisi nella zona.




Montecompatri, guida ubriaco e finisce contro un’auto: morta una donna

ROMA – I Carabinieri della Stazione di Colonna hanno arrestato un 49enne romano che, ieri sera, sulla via Casilina, nel comune di Montecompatri, sotto l’effetto di droghe, ha perso il controllo della propria auto andando a collidere con un’altra autovettura, la cui conducente è morta.

L’uomo stava percorrendo, a bordo della sua autovettura, la via Casilina in località Monte Compatri e, all’altezza del km 22,800, ha sbandato ed è andata a collidere contro l’auto di una 52enne romana che, nonostante sia stata soccorsa e trasportata in eliambulanza in codice rosso presso il Policlinico di Roma Tor Vergata, è giunta cadavere a causa delle gravi ferite riportate.

Il 49enne, invece, trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Frascati, in codice giallo, per varie contusioni e un lieve trauma cranico, è risultato positivo al test della droga.

I Carabinieri, dopo i rilievi eseguiti sul luogo dell’accaduto e gli accertamenti, a seguito del quale l’uomo è risultato anche guidare con patente scaduta nel dicembre 2017, lo hanno ammanettato e portato nel carcere di Velletri con l’accusa di omicidio stradale.




Roma, Atac: maggioranza dei creditori dicono si al concordato. La parola passa al Tribunale fallimentare

ROMA – L’assemblea dei creditori di Atac ha dato parere favorevole al piano di concordato proposto dall’azienda dei trasporti di Roma, passaggio fondamentale per il salvataggio dell’azienda a cui punta il Campidoglio. Un’ampia maggioranza di creditori, che rappresenta oltre il 50% del debito di Atac nei confronti dei soggetti coinvolti nella procedura, ha votato positivamente. Ora la parola passa al Tribunale fallimentare.




Stefano Andreotti: “Vi racconto chi era mio padre Giulio”

Stefano Andreotti, figlio di Giulio Andreotti, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino.

Andreotti Jr ha raccontato alcuni aspetti privati legati a suo padre: “Spesso mi viene chiesto chi fosse mio padre. Rispondere non è semplice. La prima cosa che mi viene in mente è che mio padre è stato un profondo cristiano che credeva negli insegnamenti della Chiesa Cattolica e ha cercato, magari non sempre ci è riuscito, di uniformare la sua vita privata e pubblica a questi insegnamenti. E’ stato un uomo politico che ha vissuto una vita per lo Stato e nello Stato. E’ stato un ottimo marito e un padre molto attento, non molto presente come tempi ma è riuscito a compensare questo con un grande rapporto di qualità. Viveva molte ore al giorno sveglio, dormiva quattro ore a notte, le ore in cui era sveglio lavorava quasi sempre, compresi i sabati e spesso la domenica. E’ stato sempre però molto attento a tutto ciò che accadeva in famiglia”.

Stefano Andreotti ha svelato alcuni aneddoti del padre Giulio: “Amava lo sport, ma solo da seduto. Amava guardarlo, non farlo. Era pigrissimo. Faceva un’eccezione per me, nel corridoio di casa abbiamo fatto qualche partita di calcio quando ero piccolo. Ricordo le partite a carte che facevamo d’estate, o quando andavamo a vedere le partite insieme. Amava le corse dei cavalli, la sua grande passione. Io sono irrimediabilmente tifoso della Lazio, lui era un grande romanista, c’era un derby in casa. Questo è l’unico punto su cui non siamo mai andati d’accordo. Quando ero bambino mi portava spesso allo stadio a vedere la Lazio. Poi quando è iniziato il periodo brutto del terrorismo per lui non è stato più possibile andare in certi posti a rischio. Noi siamo quattro fratelli, mamma ha sempre fatto la parte dell’educatore severo, lui ci ha sempre dato una grande libertà di scelta. Quando facevamo una cavolata ce lo faceva notare, ma ci dava la possibilità di scegliere. Di sbagliare anche. Ma con la nostra testa. Da bambino quando mi chiedevano che lavoro facesse mio padre, io rispondevo che faceva il Ministro, cosa che non è molto corrente ma che nel suo caso è stata la realtà”.

Su quello che penserebbe Giulio Andreotti della situazione politica attuale: “E’ morto cinque anni fa, ha convissuto con una situazione politica già molto diversa da quella che era la sua. Chiaramente lui accettava che i tempi fossero cambiati. La cosa che più gli farebbe dispiacere della politica di oggi è la violenza dialettica che c’è tra i vari esponenti. Lui, all’epoca, aveva rapporti di massima stima e rispetto anche con gli esponenti del Partito Comunista. Nell’archivio di mio padre ci sono delle lettere che si scambiava con alcuni esponenti del partito comunista che a leggerle oggi si potrebbe pensare andassero a fare le scampagnate insieme”.

Sulle rappresentazioni che hanno caratterizzato Giulio Andreotti nel corso degli anni: “Il soprannome di belzebù è venuto fuori negli anni 80. Mio padre ha sempre lasciato correre. Di sicuro, Andreotti, mio padre, era l’opposto di ciò che è stato rappresentato nel film Il Divo di Sorrentino. Questo lo possono testimoniare tutte le persone che lo hanno conosciuto. Lui si è sempre divertito, ha sempre lasciato perdere. Ha conservato tutte le vignette satiriche che lo hanno riguardato. Si divertiva nel guardarle. Uno dei pochi momenti, forse l’unico, in cui ha reagito bruscamente è stato il film di Sorrentino. Lo definì una mascalzonata. Il soprannome di belzebù sicuramente non gli faceva piacere, ma lasciava perdere. Non dava troppa importanza a certe cose, non gli faceva piacere ma non ne ha mai fatto un dramma. L’unica volta per cui veramente l’ho visto seccato fu il film di Sorrentino”.

Le ultime parole che gli ha detto il padre prima di morire: “Mio papà Giulio ha vissuto fino a 94 anni, la salute l’ha assistito a lungo, l’ultimo anno è stata una sofferenza. Io andai a trovarlo la domenica dopo una partita della Lazio, lui poi è morto il lunedì. Gli chiesi come stesse, mi rispose ‘maluccio’. E’ stata l’ultima cosa che mi ha detto. Lui scherzava molto su tutto, una delle battute che faceva sempre era che gli avessero addebitato tutte le colpe di ciò che è accaduto in Italia dalle guerre puniche in poi. Lui prima di morire ci ha lasciato delle lettere, scritte in varie fasi della sua vita in cui pensava fosse prossima la morte. Poco dopo il rapimento di Moro, ad esempio, aveva sentore che sarebbe toccato anche a lui. In queste lettere traspare una grande serenità. Anche se diceva che gli hanno fatto scontare un purgatorio in terra, è morto con una coscienza tranquilla. Lui era molto credente, se ne è andato sereno, consapevole di poter affrontare tranquillamente anche una vita nell’aldilà”.

Sul peso del cognome Andreotti: “Non posso dire che questo cognome mi abbia nuociuto. Fino a pochi anni fa c’era ancora chi pensava che il figlio di Andreotti potesse trovarti un posto di lavoro. Ho sempre vissuto in modo semplice, ho cercato di non approfittare mai di questo cognome, certamente avrò avuto qualche vantaggio ma anche qualche rottura di scatole”. 




Palermo, nasce il tavolo tecnico contro il cyberbullismo

Istituito dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Palermo, Pasquale D’Andrea, il tavolo tecnico New Media e cyberbullismo. L’obiettivo è quello di affrontare l’utilizzo scorretto dei new media, specie tra i preadolescenti e gli adolescenti, in termini di prevenzione, sostegno  e contrasto e di coinvolgere in particolare la famiglia.

Giovedì 10 alle ore 15,00 presso  l’Ex Real Fonderia, piazza Fonderia, si svolgerà la prima riunione plenaria del tavolo tecnico dove sarà firmata l’intesa tra il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e i soggetti che ne fanno parte.

“E’ fondamentale procedere tutti verso un’unica direzione – afferma il Garante D’Andrea – e fornire gli strumenti necessari alla comprensione per un utilizzo corretto e consapevole dei new media e dei social, non soltanto ai giovani ma anche agli adulti. Inoltre bisogna far conoscere a tutti i livelli l’uso propositivo della Rete e le potenzialità che si possono ricavare da questo strumento. Il tavolo tecnico riunisce diverse professionalità e vuole essere un punto di riferimento e un osservatorio”.

“Gli effetti  dell’uso distorto dei new media sono ancora sottovaluti e in certi casi sconosciuti – spiega Cetty Mannino, referente del tavolo tecnico new media e cyberbullismo – . Bisogna dunque fare ancora tanto lavoro d’informazione e per farlo è necessario tessere una fitta rete di dialogo tra diversi parti”.

Al tavolo tecnico hanno aderitola Polizia Postale, l’Università, l’Ufficio Scolastico Regionale, l’Asp, l’Ordine dei Giornalisti, l’Ordine degli Psicologi, l’Ordine degli Assistenti Sociali, diversi enti pubblici e privati, associazioni e il coordinamento delle associazioni familiari e ha visto la partecipazione attiva di oltre 150 studenti.




Viterbo, arrestato spacciatore del Gambia

Nella serata di ieri i carabinieri del NORM della compagnia di Viterbo, al termine di un servizio di osservazione iniziato in zona San Pellegrino, hanno fermato a Valle Faul durante un ‘ azione di spaccio un giovane spacciatore del Gambia di 27 anni sorpreso nell’atto di cedere ad un assuntore tre dosi di hashish del peso di 5 grammi; immediatamente è stato bloccato e sottoposto a perquisizione, al termine della quale è stato trovato con un ‘ altro grammo di ketamina, al che è stato dichiarato in arresto e tradotto presso le camere di sicurezza della compagnia carabinieri di Viterbo




Colleferro, uomo giù da una scalinata: risolto il giallo. Omicidio

I Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 28enne bulgaro, senza fissa dimora e con precedenti, perché indiziato dei reati di rapina impropria e omicidio preterintenzionale.

I fatti risalgono al mese scorso, quando nel centro cittadino, alle prime luci dell’alba, i sanitari del 118 trovarono un 53enne su una scalinata con varie ferite alla testa e in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di alcool e privo di documenti di riconoscimento. Situazione che, in prima battuta, non aveva destato nei soccorritori sospetti circa la responsabilità di terzi sull’accaduto.

I Carabinieri giunti presso l’ospedale di Colleferro, attraverso il rilievo delle impronte, identificarono la vittima che nel frattempo era entrato in coma. Da quel momento sono scattate le indagini da parte dei Carabinieri della Stazione di Colleferro supportati da quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, sotto la regia della Procura della Repubblica di Velletri. Un’indagine che ha permesso di ricostruire gli attimi precedenti al rinvenimento del 53enne colleferrino attraverso l’escussione di numerose persone, l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, approfondimenti di natura tecnica. I militari hanno dimostrato come, il cittadino bulgaro, dopo aver avuto una banale lite verbale con la vittima all’interno di una sala giochi, lo attese all’esterno, lo seguì per poi rapinarlo con calci e pugni asportandogli il portafogli e dandosi alla fuga. L’aggressore poi, nel limitrofo ufficio postale, effettuò un prelievo di trenta euro con la carta bancoposta intestata alla vittima per poi disfarsene.

Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Colleferro, che erano già sulle tracce del malvivente, irreperibile dall’anagrafe degli uffici comunali e con continui cambiamenti di domicili, lo hanno scovato. Dopo varie ore d’interrogatorio alla presenza del suo avvocato, visti gli elementi inconfutabili raccolti dai militari, il 28enne ha confermato l’ipotesi investigativa dei Carabinieri.

Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri di Colleferro hanno sottoposto l’uomo a fermo di indiziato di delitto per i reati di rapina e omicidio preterintenzionale poiché la vittima, a distanza di un mese dall’accaduto, è deceduta in ospedale dov’era ricoverato L’arrestato è stato associato presso il carcere di Velletri e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.




Anguillara Sabazia, dalle stelle alle stalle: c’e’ chi auspica un lungo periodo di commissariamento

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Ad Anguillara Sabazia, in questo bel paese del lago di Bracciano, invidiabile per le bellezze paesaggistiche e balneari presenti nel territorio, insignito del titolo di città nel 2001, il terzo per estensione fra i laghi dell’Italia centrale, dove è presente il villaggio Neolitico, unico in Italia, risalente a circa 8.000 anni fa, con una piroga lunga 9,50 metri,  conservata in una teca di 12 metri,  presso il Centro Espositivo del Neolitico, chiuso al pubblico da circa dieci anni, accade che le opposizioni, di destra e sinistra, diverse associazioni, hanno  manifestato contro l’amministrazione guidata dal sindaco Anselmo, appoggiata da una maggioranza sostenuta dal Movimento Cinque Stelle. Una schiera di volti noti che ha abbandonato per una volta le vecchie schermaglie politiche per marciare uniti contro quella che oggi è considerata il nemico comune.

Non si può dire che i manifestanti non avessero le loro ragioni nello sfilare nelle strade di Anguillara Sabazia

Numerose sono state le decisioni della Giunta che hanno scontentato i propri elettori, senza riuscire a conquistare quanti nelle passate elezioni hanno espresso il loro voto per gli altri candidati, dalla contestata delibera sul piano regolatore di quasi due anni fa, al divieto di balneazione poi revocato a due giorni dal pronunciamento del Tar, fino ai recenti piani particolareggiati.

Tragico è il corto circuito che si è creato

Si può affermare che l’idillio tra la prima cittadina e il resto della popolazione, probabilmente mai sbocciato, sia effettivamente del tutto tramontato. Ricordiamo come l’elezione di Sabrina Anselmo è nata più dall’ostilità di una parte dell’elettorato nei confronti del suo competitor al ballottaggio 2016, Antonio Pizzigallo (già sindaco di Anguillara Sabazia per due mandati, di cui uno terminato con la decadenza per incompatibilità dopo circa un anno), sia nel centrosinistra che ha votato compatto per l’esponente grillina, sia in alcune frange della stessa compagine che ha votato al primo turno l’ex sindaco di Forza Italia, che per l’effettiva forza del Movimento e della sua candidata, che al primo turno aveva raccolto il 26% dei voti. In un quadro i questo genere, con una compagine al governo cittadino che è maggioranza in Consiglio, ma minoranza nell’opinione pubblica, tra epurazione di assessori, cambio di casacca di un consigliere, abbandono da parte di alcuni dei sostenitori della prima ora, la posizione della sindaca è oggi alquanto instabile.

Dalle stelle alle stalle

Anche sul piano dell’immagine personale, la sindaca non gode certo di quella credibilità che riesce a volte a far perdonare qualche manchevolezza dell’azione governativa. Il chiacchiericcio che dai primi mesi di amministrazione ha accompagnato la prima cittadina, rea secondo i suoi detrattori di non avere un curriculum di primo piano, ha trovato il suo clou con la vicenda della condanna patteggiata, che ha destabilizzato non poco l’autorevolezza della Anselmo. In questo quadro la cessione del servizio idrico ad Acea Ato 2 è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da eroina la sindaca è diventata un personaggio della tragedia greca, costretta alla solitudine e al declino, qualora non ci siano nei prossimi mesi risultati eclatanti.  

L’isolamento della maggioranza

Il compattarsi di tutte
le forze politiche, da Rifondazione Comunista e MDP a Lega e Fratelli d’Italia,
dal Partito Democratico a Forza Italia a Leu, oltre a una pletora di
associazioni e movimenti, ha sancito l’isolamento della maggioranza rispetto a
tutti i possibili interlocutori.

I possibili scenari in caso di dimissioni della Anselmo

Ma se domani,
ipotizzando la caduta di questa amministrazione, che potrebbe essere a questo
punto una soluzione a questa situazione così grave, che assistere per altri due
anni e mezzo a governare pateticamente la città, si dovesse di nuovo aprire una
campagna elettorale cittadina, quali scenari si aprirebbero? Chi si porrà alla
possibile guida in un percorso di ricostruzione di un decoro urbano ai minimi
termini e di un tessuto sociale mai così lacerato?

Le forze di centrodestra

Tra le persone che hanno sfilato alla manifestazione, abbiamo visto l’ex sindaco Antonio Pizzigallo, che raramente partecipa alle manifestazioni su strada, assieme al gruppo dei suoi fedelissimi. Può essere questo il segnale di una sua possibile eventuale ennesima ricandidatura, nonostante la bocciatura strettamente personale subita nel 2016? Non c’è nulla di nuovo nel sole del centrodestra? (sempre ammesso che la Lega di Salvini, in grande ascesa nei sondaggi nazionali, non cerchi di fare da asso piglia tutto anche nelle eventuali prossime amministrative, schierando un nome sul quale, perlomeno ad Anguillara, non trapela nulla di certo).

Le forze di centrosinistra

Dall’altro lato del panorama politico, esiste qualche novità, oppure la dicotomia del consigliere regionale Emiliano Minnucci – ed ex sindaco di Anguillara Sabazia Ndr. – e il consigliere comunale di minoranza Silvio Bianchini, entrambi del PD, continuerà a guerreggiarsi per la supremazia nella coalizione? A giudicare dalla presenza dell’ex vicesindaco Bianchini con tanto di megafono in mano, e del consigliere regionale Minnucci, più in disparte, non ci viene da credere a una proposta politica che superi la storica rivalità in casa PD.

Movimenti e proposte politiche serie

I movimenti che hanno
lanciato la manifestazione, e che soli hanno messo le bandiere, forse perché
uniche credibili, ma che davanti a tante presenze di personaggi ingombranti,
hanno finito per sbiadirsi, riusciranno a portare una proposta politica seria,
oppure si limiteranno, come le Comari di “Bocca di Rosa”, all’invettiva?
Davvero, come è emerso dagli interventi sotto il Comune, la proposta può essere
rappresentata da un ex consigliere che ha cambiato più partiti che paia di
scarpe, e che sostiene dei comitati di quartiere che, almeno in un caso,
durante la loro esistenza, non hanno certo brillato per democrazia e rispetto
delle regole? Con la chiosa dell’ovazione a una persona che sulla vicenda si
era costruito la sua poltroncina di “responsabile dei quartieri”, ma che
all’atto pratico davanti alla segnalazione dei problemi ha fatto come le tre
scimmiette del motto shintoista.

Come si ricollocheranno gli ex grillini?

In ultimo, come si ricollocheranno gli ex grillini, come il primo vice sindaco Giovanni Chiriatti (sfiduciato dall’attuale sindaca)  e il consigliere Antonio Fioroni, ora passato al gruppo misto, molto attivi sabato, che si vedono spesso flirtare con esponenti dell’opposizione? Davvero crediamo possano rappresentare loro, dopo aver contribuito, il primo in maniera sostanziale, alla vittoria di questa amministrazione, il “Nuovo che avanza”? Lo stesso Chiriatti si precipitava, solo poche settimane fa, a convogliare nel suo quartiere periferico di Ponton dell’Elce tutti gli esponenti politici, dal PD a FI (presenti Flenghi, Pizzigallo, Stronati, Manciuria) per andare contro all’attuale amministrazione. Il Fioroni, si è svegliato solo poco tempo fa, dopo mezza legislatura, da quel torpore che non gli consentiva di accorgersi di tutte quelle “nefandezze” che oggi è tanto attivo nello stigmatizzare. Vogliamo credere che chi ieri ha preso una cantonata, non capendo nulla di chi aveva al proprio fianco, domani diventi la persona più scaltra del mondo, tanto da rappresentare la migliore proposta per il futuro?

Un lungo periodo di commissariamento per evitare scelte scellerate per Anguillara Sabazia?

Se non nasce una vera proposta alternativa, che oggi sembra ancora troppo pallida per rappresentare una reale alternativa alle realtà presenti, l’unica possibilità per Anguillara Sabazia è un lungo periodo di commissariamento, che se non fornisce una prospettiva di investimento per il futuro, almeno si presume governi l’amministrazione corrente con il senso del “buon padre di famiglia”, evitando le scelte scellerate che questa e le passate giunte della città sabatina troppo spesso hanno perpetrato. Il miglior incentivo per l’interesse dei cittadini!

Simonetta D’Onofrio