Italia, previsione di crescita: FMI taglia allo 0,6% le previsioni per il 2019

La situazione finanziaria dell’Italia, assieme a Brexit, è al primo punto fra i principali fattori di rischio globali indicati dal Fondo monetario internazionale nella versione aggiornata del World Economic Outlook. “In Europa continua la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”, ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall’inizio del Forum economico mondiale di Davos. “Italia minaccia e rischio per l’economia globale?

Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”, replica il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Al Fmi – dice l’altro vicepremier, Luigi Di Maio – ha già risposto il presidente della commissione europea che ha detto che hanno sbagliato a fidarsi dell’Fmi sulla Grecia con l’austerità. Stiamo creando un nuovo stato sociale: non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare”. “Se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano: indietro non si torna”, aggiunge.

“Gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito”. L’analisi dei rischi prosegue poi con l’ipotesi di una “Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio”. Rischi anche da una frenata peggiore del previsto in Cina, un’escalation commerciale, uno ‘shutdown’ prolungato negli Usa.

Il fondo monetario internazionale taglia allo 0,6%, dall’1% di ottobre, la previsione di crescita per l’Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l’anno successivo. Lo si legge nell’aggiornamento del World Economic Outlook presentato a margine del Forum economico mondiale di Davos. L’Italia – nel documento – è individuata con la Germania come uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l’Eurozona e comportato un calo dell’euro del 2% fra ottobre e gennaio.

Meno crescita per l’economia globale nel 2019 e 2020, e con più incognite fra cui una possibile escalation nello scontro Cina-Usa sui dazi e un ‘atterraggio duro’ dell’economia cinese. E’ il quadro delineato dall’aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, presentato oggi prima del via al Forum economico mondiale. Le nuove stime del Fmi prevedono una crescita globale del 3,7% nel 2018, come tre mesi fa, ma peggiorano il 2019 (3,5% da 3,7%) e il 2020 (3,6% da 3,7%).

L’economia globale fronteggia “rischi significativamente più alti, alcuni dovuti alle politiche” intraprese dai governi. L’allarme arriva dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, che ha aggiunto: “significa che una recessione globale è dietro l’angolo? No”. Lagarde, facendo un’analogia con lo sci da fondo dove “è desiderabile avere visibilità, una leggera discesa, stabilità, pochi rischi e pericoli”, ha notato che oggi sciare è diventato più impegnativo invitando le autorità a “tenersi pronte se rischi dovessero materializzarsi”.

“Risolvere con la cooperazione, e velocemente, le dispute commerciali”: è l’imperativo, pronunciato da Gopinath, a margine del Forum economico mondiale, avvertendo dei rischi di una crisi finanziaria e di un’economia globale già indebolita dalla guerra dei dazi. Gopinath si è soffermata anche su Brexit: “è imperativo risolvere immediatamente” lo stallo, se non si viole continuare a creare incertezze che pesano sulla crescita.

Il Fondo monetario internazionale mantiene una previsione di crescita per gli Usa del 2,5% quest’anno e dell’1,8% il prossimo. Ma riduce le attese per l’Eurozona nel 2019, portandole a 1,6% (da 1,9%) e mantiene il 2020 a 2,7%. Negli Usa, la crescita “è attesa in calo” con il venir meno dello stimolo fiscale e con i tassi Fed in rialzo, ma è sostenuta da “forte domanda interna”. Nell’Eurozona pesano, invece, la frenata del Pil italiano e tedesco (1,3% per il 2019) e quella della Francia (1,5%) fra le proteste dei gilet gialli.




Roma nord nel caos, Atac cancella i treni reinseriti. Il Comitato: “Degrado, Regione invii gli Ispettori”

Sembra la trama di un film di David Zucker oppure di una puntata speciale de I Simpson o de I Griffin, con Homer/Peter a capo di una fantomatica società di trasporti (figuratevi). Invece è la comica realtà, dura da digerire, dove Atac smentisce se stessa, in una schizofrenica giravolta, cancellando di fatto quei treni extraurbani della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo che, stando al dispaccio, aveva reintegrato nell’orario in vigore solo qualche giorno fa. “Siamo al degrado più totale – commenta impetoso Fabrizio Bonanni de il Comitato Pendolari RomaNord – la Regione Lazio deve mandare gli ispettori sulla linea, in pianta stabile”.

Secondo il fonogramma epistolare 11/2019 RV emesso dalla Direzione dell’Esercizio
venerdì scorso, 18 gennaio, i treni extraurbani 804809304305, soppressi da mesi per una ragione o un’altra, sarebbero dovuti
rientrare in servizio “a far data dal 21/01/2019”. Decisione assunta, è bene
ricordare agli smemorati, guarda caso dopo il clamore suscitato dalla lettera di
protesta inviata l’11 gennaio alla Regione, dai sindaci dei Comuni di Sacrofano, Castelnuovo di Porto, Riano,
Rignano e Morlupo, accompagnata dalle denunce del Comitato Pendolari.

Ma la promessa, ufficiale, è stata
puntualmente disattesa, tra l’irritazione e un pizzico d’ironia da parte degli
utenti. Sia per “guasto” che per “mancanza di materiale rotabile”, così
sarebbe emerso da via Prenestina. Una fatale coincidenza? “Riepilogando, e non siamo
nemmeno a metà giornata – incalza l’esponente del noto Comitato -, ci sono
rallentamenti sul tratto urbano e molti treni soppressi. Sulla tratta
extraurbana permangono le soppressioni storiche
che invece sembrano essere rientrate da oggi, cosa che invece non è accaduto. I
sindaci e i pendolari della Romanord sono veramente arrabbiati”.

La ritirata repentina,
snocciolata nei vari canali telematici aziendali, sembra rispecchiare il caos
che sovrasta gli esercizi delle ferrovie concesse, la Viterbo, come la Lido e
la Giardinetti. Che perdura da anni
e che adesso, considerata l’abbandono passato, mostra la corda con epiloghi
tragicomici. “Atac non è più in grado di gestire la nostra ferrovia – rincara Bonanni
– ormai è cosa palese. Va fatta al più presto una gara pubblica per cercare un
altro gestore. I treni ci stanno per abbandonare e non si vede nulla di nuovo
all’orizzonte”. E aggiunge, sempre più inviperito: “Previsioni di treni nuovi
(se parte la gara a maggio, come da ipotesi regionale) non se parla prima del
2022, così come per la nuova gestione (sempre se parte la gara a maggio). Oggi
è una giornata più tragica del solito per il pendolare della RomaNord, con
pesanti ripercussioni anche per il traffico su Flaminia, Cassia e Tiberina”.

Forse sarebbe il caso che il Campidoglio – unico azionista di Atac – inizi seriamente a pensare di mettere le mani nella divisione metroferroviaria, e di corsa, se ha davvero l’intenzione di risanare l’aziendale e recuperare chilometri dalla produzione (ossia le corse).




Genzano, una storia di maltrattamenti “invisibili” alla comunità ma che hanno segnato la serenità di una donna

GENZANO DI ROMA (RM) – “Le donne devono sapere che è possibile uscire dall’incubo delle violenze fisiche e psicologiche”. Chi parla è una donna originaria di un’altra regione italiana ma che vive da anni a Genzano.

La chiameremo con un nome di fantasia, “Rosanna” per tutelare la sua persona e la sua incolumità. Rosanna ci ha chiesto la cortesia di far conoscere la sua esperienza per lanciare un messaggio forte e chiaro a tutte le donne: “Denunciare subito – dice con fermezza – al primo spintone o schiaffo e non aspettare anni che le cose possano migliorare, il tempo in questo caso non aiuta se non a peggiorare”.

Rosanna si è sposata e ha messo su famiglia con un libero professionista noto nella città. La coppia ha avuto due bambini. Hanno sempre vissuto in una grande casa poco fuori Genzano, in mezzo al verde. Il racconto di Rosanna inizia dalla fine: un decreto di allontanamento a carico dell’ex marito notificato la scorsa settimana.

I due sono separati dal maggio 2016 perché lui aveva una relazione da qualche anno con una sua segretaria con la quale adesso convive.

“La violenza c’è sempre stata negli anni – racconta la donna – a volte con episodi importanti che mi hanno mandato in ospedale ma non ho mai denunciato per vergogna e tanta solitudine. Ad inizio estate ha iniziato a fare pressione con insulti minacce e aggressioni fisiche e verbali anche di fronte ai bambini affinché lasciassi casa a lui perché la nuova compagna ha molti bambini e hanno bisogno di spazio. In estate, mi ha minacciata con la pistola, probabilmente non regolare e i carabinieri l’hanno sequestrata a seguito di una mia denuncia. Da settembre è stato un susseguirsi di minacce e aggressioni, ad ottobre mi ha picchiata violentemente minacciandomi di morte se non me ne fossi andata ma è stato registrato dalla videosorveglianza che lui stesso aveva fatto installare anni fa. Sono intervenuti anche due familiari ed ha aggredito anche loro di fronte ai bimbi. Ha continuato a minacciare anche successivamente, a fine dicembre mi ha detto che se vedeva chiunque entrare, soprattutto i miei parenti, dal cancello dava fuoco alle macchine e a noi tutti, ho vissuto un vero incubo! Stavo chiusa in casa perché lui aveva le chiavi ed entrava in casa con prepotenza praticamente quando voleva. A seguito della denuncia il giudice ha emesso ordine di allontanamento e divieto di avvicinamento per il massimo tempo previsto. I bimbi sono scioccati, io ho ancora paura, tanta”.

Rossana è una bella donna eppure l’uomo che per anni l’ha maltratta fisicamente e moralmente l’ha fatta sentire inadeguata. Ha vissuto nel terrore psicologico con la paura di farlo arrabbiare, profondamente sola e senza aiuto e sostegno. Senza la possibilità di poter parlare con nessuno: “E quando mi ha tradita – prosegue a raccontare Rossana – e negli anni lo ha fatto almeno cinque volte confessate e chissà quante altre, mi ha fatto sentire inadeguata per un uomo come lui. Non lo meritavo perché ero ingrassata dopo i figli, e lui invece, meritava di meglio. Sono stata malissimo… ero totalmente succube psicologicamente”.

Ormai la libertà di questa donna era totalmente azzerata, prigioniera delle pressioni psicologiche subite. Così fragile, così stanca, così a terra, così annientata.

Aveva perso la voglia di guardarsi allo specchio e trovarsi bella. La voglia di volersi bene. Ma poi è arrivato il giorno, dopo anni, che si è detta: “Mi risollevo, reagisco”. Lo ha fatto, ha sporto denuncia ai carabinieri di Ariccia: “Mi sono detta – ha raccontato – ce la posso fare! Ho trovato sostegno all’associazione Aquilone Rosa dei Castelli Romani, senza di loro non lo so se ce l’avrei fatta. Hanno compreso i miei pianti e le mie paure, mi hanno abbracciato ed ho fatto il primo passo verso libertà da un’oppressione psicologica che rischiava di trascinarmi nel baratro, nonostante la separazione. Lui mi ha persino obbligata a tener nascosto a tutti che ci eravamo separati, diceva che temeva per me, che chissà che mascalzone avrei potuto incontrare, era meglio far finta di nulla, e poi con tutte le sue conoscenze a tutti i livelli mi avrebbe fatto sparire se fossi diventata un suo problema”.

La vita è una sola e va vissuta! Rossana ha preso coraggio e ha deciso di uscire dal vortice della violenza. Aiutiamo questa donna con il sostegno morale che merita anche se ha deciso di restare nell’anonimato. La sua storia deve aiutare tante persone a riacquistare la propria dignità. E noi l’abbiamo pubblicata esclusivamente per questo motivo.




Ace Combat 7 Skies Unknown, si torna a combattere fra le nuvole

Sono trascorsi ben 24 anni dall’uscita del primo Ace Combat. A partire dal 1995 la fortunata saga targata Bandai Namco ha fatto vivere ai suoi numerosissimi appassionati una quantità formidabile di adrenaliniche battaglie tra le nuvole. La serie è una saga a dir poco leggendaria nel panorama mondiale dei videogiochi. Un brand che ha visto, fino a oggi con questo Ace Combat 7: Skies Unknown, ben diciassette titoli prendere vita tra alti e bassi su ogni tipo di piattaforma di gioco conosciuta in questi anni. L’episodio che ci accingiamo a recensire era tra l’altro molto atteso dagli appassionati, perché fin dal suo annuncio nel 2015 prometteva alcune novità pensate dagli sviluppatori per migliorare il brand, senza però snaturarlo, dopo alcuni episodi poco esaltanti, a cominciare da una modalità storia più interessante e variegata. Per la cronaca, il titolo propone anche una modalità extra per il visore 3D di Sony, una “spettatore” chiamata Air Show e un’altra multigiocatore con Battle Royale (4 vs 4) e Deathmatch. Ace Combat 7, che vi ricordiamo essere disponibile su Pc, Xbox One e Ps4, fonda le proprie radici su una campagna per giocatore singolo fortemente caratterizzata dagli eventi che, in questo caso, fanno di nuovo da sfondo al mondo alternativo creato da Sunao Katabuchi. Sono passati circa 9 anni dai fatti descritti in Ace Combat 5 e la pace fra il regno indipendente di Erusea e quello di Osea sembrerebbe procedere senza particolari intoppi.

La crescente intraprendenza di Osea in ambito tecnologico militare e la continua invadenza sulle questioni di Erusea culminato con l’installazione di un ascensore spaziale sul loro territorio, segnerà tuttavia l’inizio di una nuova crisi, che avrà il proprio culmine nell’attacco a sorpresa “dei ribelli” e la conseguente conquista sia dell’ascensore spaziale che di diverse strutture belliche del nemico.

Nel frattempo anche il modo di combattere le guerre è cambiato, visto che in questo caso ad affiancare se non a sostituire la “solita carne da macello” ci sarà anche una nuova categoria di droni (UAV) sviluppati su un IA basata sulle routine di volo di un vecchio asso dell’aviazione.

La campagna single player si divide in 20 adrenaliniche missioni che spiccano per varietà e che danno ben presto filo da torcere ai giocatori. Le vicende narrate in questo settimo capitolo di Ace Combat ruotano attorno al continente Usea e in particolare al già citato International Space Elevator, costruito dalla Federazione Oseana e simbolo di pace. Fortemente voluto dal presidente Vincent Harling, lo scopo di tale struttura è raccogliere l’energia solare dall’atmosfera e trasmetterla sulla terra ferma per aiutare la ricostruzione del macrocontinente Usea, devastato nel 1999 dall’impatto dell’asteroide Ulysses 1994XF04. Forti dell’aiuto dei droni di combattimento, velivoli d’attacco dotati di intelligenza artificiale, le truppe Eruseane insorgono per conquistare lo Space Elevator e da qui tutto il continente di Usea. Trigger, taciturno protagonista di cui i giocatori vestiranno i panni durante il gioco, partecipa ad una serie di missioni per recuperare lo Space Elevator ma in una di queste è vittima di un incidente che lo porta a compiere un crimine gravissimo, o almeno così pensano tutti. Si ritrova dunque confinato suo malgrado nella base 444 e con altri criminali di guerra dovrà riscattarsi dopo l’incidente partecipando a pericolosissime missioni. Il segno distintivo dei reietti della base 444 sono dei graffi sulla coda dell’aero, e Trigger essendo accusato di un delitto gravissimo ne ha ben tre. Col passare del tempo e delle missioni il marchio del disonore che Trigger porta sulla coda diventerà un simbolo distintivo, che lo farà lentamente diventare l’asso più temuto dei cieli di Usea. Grazie a questa trama Ace Combat 7 Skies Unknown riuscirà a tenere incollati i fan più accaniti oltre 20 ore se si gioca alla difficoltà massima. Ma andiamo oltre, per quanto concerne il gamelay, Ace Combat 7 offre diversi tipi di missioni, alcune che traggono ispirazione dai titoli passati, altre del tutto nuove. Di base vi sono sempre due fazioni, quella del giocatore e quella nemica. In alcune missioni è necessario abbattere determinanti obiettivi, in altre distruggere il più possibile dei rifornimenti della fazione avversaria. Non mancano le missioni in cui è vitale proteggere un determinato alleato e quelle in cui bisogna infiltrarsi senza essere visti dai radar nemici.

L’elemento stealth è molto importante in battaglia. Il più grande aiuto in questo senso viene fornito dalle nuvole, in cui ci si può nascondere per pochi istanti, per poi fiondarsi di nuovo all’attacco. Rimanendo molto tempo nelle nubi si rischia di ghiacciare alcune parti del motore, aumentando dunque il pericolo di stallo. Le condizioni meteo delle missioni sono una delle cose più riuscite di Ace Combat 7, l’epicità e la tensione che si vengono a creare durante una battaglia aerea tra i fulmini è qualcosa che emoziona e lascia veramente senza fiato. La visibilità è chiaramente compromessa quando le condizioni meteorologiche sono avverse. Infilarsi in una tempesta di sabbia o in una nuvola temporalesca aumenta vertiginosamente il rischio di schianto improvviso su un ostacolo non visibile.

https://www.youtube.com/embed/wsH9tyeBbT4

Per quanto riguarda
il sistema di combattimento, Bandai Namco ha deciso di snellire quanto visto in
passato per rendere l’esperienza più intuitiva, più arcade e quindi di
conseguenza meno simulativa. L’intelligenza artificiale dei nemici è abbastanza
curata e soprattutto nelle situazioni più caotiche colpire l’aereo nemico non è
affatto cosa semplice. Accumulando ore di volo si iniziano ad intuire le varie
tattiche con cui approcciare il nemico e di conseguenza anche le manovre per
non essere colpiti dai nemici. Quando si viene agganciati dal sistema di
puntamento avversario si viene avvertiti del pericolo e una volta partito il
missile è necessario compiere delle evoluzioni per evitarlo. Ogni aereo ha la
possibilità di montare solitamente due tipi di armi, salvo rare eccezioni
dettate da particolari missioni. L’arma principale standard, dedita a colpire
sia i nemici in volo che quelli sul suolo e l’arma speciale, solitamente
perfezionata in un solo stile di attacco, aria-terra o aria-aria. A dare un ottimo
senso di progressione alla campagna c’è anche la possibilità di investire i
punti esperienza accumulati per sbloccare nuovi aerei e personalizzarli. Un
esteso albero della progressione dà infatti l’opportunità di ottenere caccia
rapidissimi, letali bombardieri, ma anche modifiche per migliorare l’efficacia
dei missili, la manovrabilità dei mezzi o la loro resistenza. Prima di uscire
dall’hangar per affrontare una missione sarà infatti possibile non solo
scegliere l’arma secondaria da utilizzare, ma anche installare diverse
modifiche sulla fusoliera o nell’elettronica del velivolo. In pratica si
compone una sorta di loadout, personalizzato per ogni singolo aereo. Per
sbloccare tutti i mezzi, inoltre, sarà necessario impegnarsi a dovere,
rigiocando le varie missioni oppure dedicandosi ai match online in maniera
seria. I velivoli più potenti costano diverse migliaia di crediti e per poterli
acquistare tutti ci vorranno molte ore di gioco.

https://www.youtube.com/embed/UtjO-rUIahM

Parlando del
comparto multigiocatore online possiamo dire che questo funziona davvero bene.
Esistono due tipi di modalità che si possono scegliere: la Battle Royale e il
Deathmatch a squadre. Nella prima fino a otto velivoli sono chiamati a
scontrarsi in un tutti contro tutti mortale, mentre nella seconda due squadre
di massimo quattro membri ciascuna sono chiamate a confrontarsi tra loro.
Giocando online si comprende davvero la profondità del gameplay, che con pochi
comandi consente di realizzare vere e proprie tattiche di guerra, soprattutto
nella modalità a squadre. Ad esempio facendosi inseguire da un veicolo nemico
si può mettere a segno un assist per un compagno che può approfittare
sull’abbassamento della guardia nemica. Probabilmente l’unica pecca dell’online
risiede proprio nella mancanza di altre modalità, visto che le due presenti,
anche se strutturate egregiamente, risultano essere un po’ pochine. Dal punto
di vista grafico Ace Combat 7 si fa forte dell’Unreal Engine 4, che garantisce
un livello di dettaglio come mai in passato si era visto nella serie, complici
texture in alta definizione ed effetti luminosi di un certo spessore, più un
meteo variabile che conferisce alla visione d’insieme un maggior realismo,
apprezzabili con qualsiasi delle visuali disponibili, sia essa la prima
persona, dall’abitacolo o in terza persona. Notevoli in generale i modelli
degli aerei e la regia di gioco. Ci sono attimi in cui i panorami sono talmente
belli da vedere che ci si può distrarre dall’azione di gioco e la presenza di
un intero replay della missione a fine partita risulta un bellissimo espediente
se si desidera ammirare tutta la maestosità offerta dai panorami e dagli eventi
climatici. Tirando le somme, Bandai Namco con Ace Combat 7 Skies Unknown ha
fatto davvero centro. Diciamo questo perché la casa nipponico è riuscita a
portare sugli schermi un titolo avvincente, bello da vedere, divertente e
adatto sia ai casual gamers che agli hardcore players. I tre livelli di
difficoltà disponibili e la scelta se pilotare i velivoli in maniera
semplificata o realistica rendono infatti l’esperienza di gioco profonda e
davvero appagante. Con questo settimo capitolo la saga di Ace Combat si
arricchisce di un gioiello preziosissimo e credeteci, lasciarselo sfuggire,
specialmente se siete appassionati di aerei da guerra, sarebbe un pessimo
errore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Gameplay: 8,5

Sonoro: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Google aggiorna privacy e servizi dal 22 gennaio

Google, a partire da martedì prossimo, 22 gennaio, introdurrà alcune modifiche alla privacy.

Ovviamente queste sono in linea con il nuovo regolamento Ue sulla protezione dei dati personali (Gdpr) entrato in vigore nel maggio scorso. Sarà Google Irlanda, sede del quartier generale europeo del colosso del web, e non più la californiana Google Llc, ad essere titolare del trattamento dei dati, responsabile delle informazioni degli utenti e del rispetto delle leggi vigenti sulla privacy.

La sede irlandese di Big G sarà quindi responsabile dell’osservanza del Gdpr, e dovrà rispondere alle richieste sui dati degli utenti, comprese quelle avanzate dalle forze dell’ordine dell’Unione europea.

La modifica interesserà lo Spazio economico europeo formato da Ue più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. A cambiare saranno poi i termini di servizio. In base alle modifiche, che erano state già anticipate a metà del mese di dicembre, anche i servizi della compagnia di Mountain View saranno erogati da Google Irlanda, dove l’azienda ha il suo quartier generale europeo, e non più dalla Californiana Google Llc. Anche questa modifica riguarderà lo Spazio economico europeo più la Svizzera, e si estenderà a YouTube sia gratis che a pagamento, Drive e Play.

I cambiamenti non altereranno l’esperienza dei fruitori dei servizi di Google, precisa la compagnia. Resterà tutto invariato – si legge in una nota inviata nelle scorse settimane agli utenti – anche per quanto riguarda le impostazioni sulla privacy, la modalità di trattamento dei dati e le finalità del trattamento.

Nel suo post, a firma di Anne Rooney, public policy manager di Google, l’azienda aggiunge: “Stiamo modificando il modo di controllare i dati per facilitare l’impegno con le autorità di protezione dei dati dell’Unione Europea attraverso il One Stop Shop, un meccanismo del GDPR creato per assicurare la coerenza delle decisioni normative riguardanti le aziende e i cittadini europei. È importante sottolineare che queste modifiche non vanno ad alterare in alcun modo il funzionamento dei nostri prodotti o il modo in cui raccogliamo ed elaboriamo i dati degli utenti all’interno dei servizi Google”. In sostanza quindi, per noi utenti cambierà il modo in cui verranno gestiti i nostri dati personali, modifiche amministrative che forniranno una garanzia in più alla nostra sicurezza online ma che non andranno a minare in alcun modo la nostra “user experience”.

F.P.L.




Frascati: la città collegata con i Centri di Ricerca

Frascati, verso l’attivazione di una linea di Trasporto Pubblico Locale dedicata ai Centri di Ricerca. Si è svolto venerdì 18 gennaio 2019 alle ore 15,30 nella Residenza comunale di Palazzo Marconi il primo incontro tecnico per la definizione di una nuova linea di Trasporto Pubblico Locale, dedicata ai Centri di Ricerca di Frascati. La nuova linea consentirà di recarsi da Frascati ai Laboratori dell’Enea, dell’Infn e dell’Esa Esrin; di raggiungere anche il Centro di Calcolo Donato Menichella della Banca d’Italia; e di arrivare fino al Campus universitario di Tor Vergata e al Policlinico di Tor Vergata.
Questo consentirà di facilitare gli spostamenti per raggiungere queste strutture, offrendo ai cittadini di Frascati un’alternativa ai soliti mezzi di trasporto privati.
Saranno studiate accuratamente le fermate sulla direttrice Frascati – Policlinico di Tor Vergata, per offrire un servizio anche ai residenti della periferia.
L’incontro è stato voluto dal Sindaco Roberto Mastrosanti e dal Consigliere delegato ai Trasporti Marco Lonzi. Vi hanno partecipato i responsabili e i delegati dell’Enea, dell’Infn, dell’Esa-Esrin, della Banca d’Italia, dell’Università di Tor Vergata e del Policlinico di Tor Vergata, di Schiaffini Travel spa e dell’Associazione Albergatori di Frascati.




Canale Monterano, bracconiere dai lacci d’acciaio sorpreso a cacciare nella Riserva

BRACCIANO – Cacciava di frodo nella area proibita della Riserva di Monterano, utilizzando una tecnica vietata e particolarmente crudele; esche e lacci creati con cavi d’acciaio che uccidono indiscriminatamente animali selvatici, domestici e di specie protette, infliggendo loro una lunga agonia. Infatti, gli esemplari che finiscono in queste trappole, trovano la morte solo dopo ore di sofferenze, per dissanguamento o strangolamento.

Nel corso di servizi mirati alla tutela dell’ambiente, i carabinieri della Sezione Radiomobile insieme al personale “Guardiaparco” di Canale Monterano, hanno sorpreso il bracconiere, un 56enne del posto, proprio nel momento in cui stava posizionando la sua ultima trappola.

Al termine della successiva perquisizione presso l’abitazione dell’uomo, i militari hanno rinvenuto e sequestrato un altro laccio metallico ed un fucile da caccia regolarmente detenuto.

Il cacciatore è stato, infine, denunciato in stato di libertà di all’Autorità Giudiziaria, per violazione dell’esercizio venatorio.




Napoli, detenuto di Poggioreale ha nascosto il cellulare in pancia per un mese

Nel carcere napoletano di Poggioreale un detenuto di 40 anni ha ingoiato un cellulare per sfuggire ai controlli della polizia penitenziaria e per un mese l’apparecchio è rimasto nel suo stomaco. L’uomo, dopo qualche tempo, ha accusato dolori all’addome ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale del Mare per essere sottoposto a una lastra che ha evidenziato la presenza del telefonino. Operato in laparoscopia, l’uomo è fuori pericolo.

Come riferito da Il Mattino, il 40enne detenuto comune (del quale non sono state rese note le generalità) era riuscito, per motivi ancora da chiarire (c’è una doppia indagine in corso), a introdurre nella cella il telefono cellulare di 8 per 2 centimetri. Quando si è reso conto che gli agenti della polizia penitenziaria stavano per fare una perquisizione, ha deciso di ingerirlo.

Il ricovero – Col passare dei giorni, l’uomo ha iniziato ad accusare dolori sempre più intensi e si è reso necessario il suo trasferimento nell’infermeria del carcere, dove è rimasto per quasi un mese. Le sue condizioni però continuavano a peggiorare e, dopo l’ennesimo collasso, è stato trasportato all’ospedale del Mare per una lastra all’addome che ha evidenziato la presenza dell’apparecchio nello stomaco.

L’operazione – Il 40enne è stato quindi sottoposto a un intervento in laparoscopia. Incredibilmente il detenuto è sopravvissuto allo scioglimento delle batterie al litio e al rilascio di altre componenti chimiche nocive ed è ora fuori pericolo.

Nuovi casi a Poggioreale – Nelle ultime settimane, le ispezioni della Penitenziaria all’interno del carcere di Poggioreale hanno portato alla scoperta di altri telefonini. Nel primo caso i controlli hanno consentito di scoprire un apparecchio nascosto all’interno di un polpettone spedito dalla moglie a un detenuto. Più grave il secondo episodio, denunciato dal segretario campano del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Emilio Fattorello: un detenuto ha aggredito alcuni agenti che avevano rinvenuto un cellulare nella cella. L’uomo, dopo aver dato in escandescenza, ha anche ingerito la Sim all’interno del telefono




Castel Gandolfo, l’addio di Luigi Caporicci a Marcello Costa: “Tutte le opere e le cose belle di Castel Gandolfo sono frutto degli anni della sua amministrazione”

E’ morto Marcello Costa sindaco di Castel Gandolfo per 32 anni.
“Ancora oggi – dichiara Luigi Caporicci, storico esponente di centrodestra di Castel Gandolfo, già amministratore – tutte le opere e le cose belle di Castel Gandolfo sono frutto degli anni della sua amministrazione. Chi lo ha conosciuto e lo ricorda non può che dirgli grazie a nome di tutta Castel Gandolfo per l’impegno, la dedizione e per i valori che ha trasmesso. Gli amici del centrodestra di Castel Gandolfo possono dirlo con orgoglio.

Cordoglio anche da parte del Sindaco Milvia Monachesi: “Marcello Costa, sindaco di Castel Gandolfo dal 1952 al 1985, è morto all’età di 93 anni. Un sindaco ed un uomo amato e che ha dato molto a Castel Gandolfo.
Grazie a lui Castel Gandolfo è stata sede delle Olimpiadi del 1960 per il canottaggio. Un evento straordinario che ha portato, oltre al risalto mondiale e all’enorme afflusso di visitatori, un totale rinnovamento della zona lago, con la costruzione della galleria, della strada e della funivia.
A Marcello Costa dobbiamo anche la realizzazione della nuova zona 167 e delle case popolari. Ma è stato anche un sindaco cordiale con tutti ed attento anche alle più piccole cose. Fino all’ultimo ha continuato a seguire le vicende cittadine, e spesso io stessa ho ricevuto i suoi consigli, sempre molto appropriati. Grazie Sindaco Costa, grazie Marcello!”




Anguillara Sabazia, dall’abuso contestato a Pierdomenico ai rifiuti passando per l’acqua e arrivando a certe forniture chieste in un negozio. Fioroni chiede spiegazioni

Pioggia di interrogazioni e accessi agli atti da parte del consigliere Antonio Fiorioni che punta i riflettori su altre rilevanti criticità che coinvolgono l’amministrazione di Sabrina Anselmo che continua ad apparire sempre più lontana dal confronto e schiva sul fronte delle “spiegazioni” che dovrebbe in primis agli elettori e a tutta la cittadinanza che rappresenta.

Abuso edilizio contestato a Pierdomenico

Fioroni ha inviato una lettera al Prefetto per far presente che non ha avuto alcuna risposta alle interrogazioni del 30 ottobre e dell’11 dicembre sul raddoppio del serbatoio di Ponton dell’Elce e sul passaggio ad Acea che ha palesato di fatto un cambio di “intenzioni politiche” dell’amministrazione Anselmo rispetto le promesse e battaglie fatte in campagna elettorale: “È assurdo – dichiara Antonio Fioroni – essere costretto a rivolgersi al Prefetto per avere risposte che un consigliere di opposizione dovrebbe avere di diritto. In data 30 ottobre ho depositato all’attenzione dell’amministrazione comunale un’interrogazione per avere spiegazioni riguardo l’abuso edilizio e relativa ordinanza di demolizione nei confronti del consigliere Pierdomenico Massimo e ad oggi, nonostante la normativa preveda la discussione al primo consiglio comunale utile e con un limite temporale massimo di 30 giorni, non ho ancora ricevuto alcuna risposta, segno evidente di una volontà di insabbiare l’accaduto e non raccontare la verità in aula, gesto che potrebbe portare alle quanto mai dovute dimissioni del consigliere. Questa situazione – conclude – non è tollerabile e la maggioranza deve spiegazioni”.

Il tema dell’acqua

La musica non cambia riguardo l’interrogazione depositata in data 11 dicembre nella quale, a seguito della delibera consiliare per il passaggio ad Acea, Fioroni ha chiesto di relazionare sullo stato del depuratore di Colle Sabazio e sulla situazione dei lavori al pozzo di Ponton dell’Elce: “Ormai la cittadinanza di Ponton dell’Elce – dice Fioroni – deve subire le quasi quotidiane interruzioni del servizio e ordinanze di non potabilità, le quali creano un disagio non indifferente a cittadini che si sentono abbandonati e presi in giro vista e considerata la totale assenza del comune nel quartiere, anche in questo caso il silenzio è assordante”.

Discarica e impianto di compostaggio

Fioroni ha anche presentato una mozione sul progetto di discarica a Traiatella e sull’impianto di compostaggio a Traiano, temi fondamentali su cui l’amministrazione di Sabrina Anselmo non è intervenuta con una posizione netta a dispetto degli altri Comuni del circondario. C’è di fatto l’intenzione da parte dell’amministrazione capitolina di realizzare un impianto di compostaggio a Cesano e una discarica in zona Tragliatella: ” Comitati, cittadini e comuni limitrofi – ha detto Fioroni – subito si sono mossi per dare voce al loro dissenso e l’unico assente ingiustificato è stata il Sindaco Sabrina Anselmo, forse troppo impegnata a realizzare piste da motocross in giro per Anguillara, si è dimenticata che il nostro territorio non può subire passivamente le decisioni della vicina capitale e deve combattere con le unghie e con i denti, ma è forse chiedere troppo ad un’amministrazione che si è già una volta arresa a Roma con la cessione del servizio ad Acea. Alla luce di quanto esposto, ho scritto e depositato una mozione che intende impegnare l’amministrazione di Anguillara Sabazia a predisporre atti per opporsi alla realizzazione di questi impianti”.


Debito di 49 mila euro con un attività commerciale 

In ultimo Fioroni ha presentato una interrogazione che riguarda un debito di circa 49 mila euro che ha il Comune nei confronti di una impresa da cui l’Ente si è fornito per acquistare materiali e attrezzature di varia natura: “Ho chiesto spiegazioni a chi di dovere – ha dichiarato il consigliere Antonio Fioroni – e nessuno ha voglia di prendersi delle responsabilità, pare che il pagamento sia ancora bloccato perché la ragioneria sta attendendo una relazione da parte dell’ufficio tecnico in quanto non è chiaro come sia stato utilizzato il materiale in questione, si tratta di attrezzature di vario tipo acquistate tra il 2015 e il 2017 senza formale impegno di spesa e, stando alle carte, è capitato che alcune siano state ritirate persino da membri dell’amministrazione, mi auguro che questa ipotesi venga smentita dai diretti interessati. Tralasciando l’accertamento di eventuali colpe e responsabilità a chi di dovere, io attendo che l’amministrazione dia quanto prima spiegazioni alla cittadinanza e che, cosa ancor più fondamentale, paghi quanto dovuto all’attività commerciale in questione. Ne gioverebbero sicuramente i commercianti da un punto di vista economico e il Comune farebbe una leggera emersione rispetto l’oblio in cui sta affondando ogni giorno sempre di più”.