Castel Gandolfo, due leghe per il lago? C’è un gazebo di troppo

CASTEL GANDOLFO (RM) – È scontro tra Lega regionale e quella locale a Castel Gandolfo dove per domenica sono stati organizzati due appuntamenti dalle due anime salviniane.

Da una parte la consigliera regionale Corrotti sarà al gazebo informativo  in via Spiaggia del Lago dopo il bar Margherita (il gazebo sarà lì dalle 10 alle 16) per parlare del rispetto del Piano di Utilizzazione degli arenili e delle concessioni delle spiagge che secondo l’ottica degli organizzatori non sarebbero regolamentate secondo legge e non sarebbe rispettato il 40 per cento di spiaggia pubblica. Infatti sui loro annunci è presente  “stop all’occupazione abusiva di area pubblica”.  Il gruppo regionale della Lega è uscito con un manifesto per annunciare questo appuntamento.

La mancata autorizzazione del manifesto da parte del direttivo di Lega Salvini Premier sezione di Castel Gandolfo

Poi che cosa è successo? Si scopre che il manifesto del gruppo Lega in Regione Lazio non sarebbe stato autorizzato dal direttivo di Lega Salvini Premier sezione di Castel Gandolfo che a sua volta ha pubblicato un altro manifesto con il simbolo leghista e ha dato appuntamento sempre domenica 3 marzo ma al Porticciolo. La sezione della Lega di Castel Gandolfo ha promosso una raccolta firme per dire “Sì all’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture pubbliche e private, a tutela dei minori, anziani edisabili”.

“È veramente ridicolo – afferma il segretario della Lega di Castel Gandolfo Giulio Frasi – si diffondano in giro manifesti non autorizzati e dai contenuti  paradossalmente in netto contrasto non solo con quella che è la linea di Salvini sulla concessione delle spiagge ma con lo stesso ottantacinquenne Frederik Frits Bolkestein, l’economista olandese dal quale ha preso il nome la direttiva sulla libera circolazione dei servizi in seno all’Unione europea. Insomma è fuori discussione che le spiagge e gli stabilimenti fanno parte della nostra storia e cultura e negli anni hanno contribuito a costruire l’identità del nostro Paese. Matteo Salvini poi si è espresso tantissime volte sul tema, addirittura a Natale lo ha fatto insieme a Di Maio. Salvini ha inserito nella Legge di Bilancio un emendamento volto ad escludere le concessioni balneari dall’applicazione della Direttiva Bolkest che prevede che le concessioni pubbliche (dei balneari ma anche dei venditori ambulanti) vengano di nuovo messe a gara. Più chiaro di così? Invito i cittadini invece a partecipare numerosi per firmare sui temi che permettono di avere più sicurezza sul nostro territorio e di tutelare anziani, disabili, bambini e famiglie tutte”.

  Il manifesto autorizzato

 “La direttiva che
porta il mio nome – ha dichiarato di recente Bolkestein –  non è applicabile ai balneari perché le
concessioni rientrano nel contesto dei beni e quindi non rientrano nei servizi”,
ha ribadito più volte il padre della direttiva che si è detto sinceramente
dispiaciuto dell’interpretazione errata data dal suo provvedimento. L’atto,
approvato dalla Commissione europea nel 2006, intendeva favorire la libera
circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi non
mettere all’asta le spiagge italiane. Ed infatti in altri paesi come la Spagna,
ha fatto notare la Bolla, la questione è stata risolta da tempo, concedendo una
proroga di 75 anni alle concessioni.

Dunque gli appuntamenti della Lega sono due ma in realtà sembrerebbe che il più coerente con il simbolo della Lega sia quello che segue le linee guida salviniane. Staremo a vedere quale tra le due anime vincerà questo singolare braccio di ferro. Ora è un fatto politico e di “colore” su cui fare cronaca ma a lungo andare potrebbe rivelarsi una vera e propria spaccatura che va sanata. Perché il gruppo della Regione non ha avvisato il segretario della Lega di Castel Gandolfo prima di organizzare il “gazebo della discordia”?




Roma Whisky Festival, 2mila etichette per l’8 edizione: un fine settimana per gli appassionati dei distillati

ROMA – Torna questo week end un appuntamento che è ormai diventato un classico. Il Roma Whisky festival, giunto ormai all’ottava edizione, con oltre duemila etichette provenienti da tutto il mondo.

Sabato 2 marzo e domenica 3, al Salone delle Fontane, in via Ciro il Grande, all’Eur

Saranno presenti Masterclass, abbinamenti gastronomici azzardati, tra cui ostriche e un angolo gastronomico con un ventaglio che va dal salmone affumicato alle acciughe, dai formaggi ai prosciutti.

Noti già alcuni speaker per i seminari mixology, figure di spicco del bartending internazionale, tra cui Leonardo Leuci del Jerry Thomas Speakeasy, Gabriele Manfredi ex Oriole Bar di Londra e Filippo Sisti della rivelazione milanese Talea. Inoltre, i mini-corsi da 25 minuti sull’ABC del whisky per i neofiti curata dalla Whisky Academy del festival nella figura della Brand Ambassador Chiara Marinelli. Confermata l’area Cognac e Armagnac, l’area Cocktail Bar rappresentata da 4 note realtà romane (Jerry Thomas Speakeasy, Drink Kong, Argot e Freni e Frizioni).

“L’ottava edizione – sottolinea Andrea Fofi, direttore artistico della manifestazione -vuole essere l’edizione delle conferme nonché del preludio a futuri cambiamenti che apporteremo negli anni a venire per rafforzare il Brand RWF sul mercato.

La crescita della manifestazione, considerata ormai tra le più importanti a livello internazionale, è evidente e ne siamo fieri e felicissimi. Non possiamo non riconoscere lo sforzo e la fiducia riconosciutaci dalle aziende partecipanti e dal pubblico numerassimo che ci segue durante tutto il corso dell’anno nei nostri eventi e attività di formazione. Fiducia che di anno in anno tentiamo di ripagare attraverso la proposizione di nuovi contenuti: quest’anno ad esempio vi sarà una mostra dedicata all’architettura e al design nel mondo del whisky presentata dallo studio di architettura Threesixty Architecture di Glasgow, impegnato nella progettazione di una nuova distilleria a Edimburgo. Ma anche la presenza di nuovi ospiti internazionali, momenti di intrattenimento e attività promozionali e di comunicazione sempre più importanti”.




Genzano, la bimba picchiata dal patrigno trasferita dall’ospedale Bambino Gesù di Roma in una struttura di riabilitazione a Fiumicino

Trasferita in una struttura di riabilitazione a Fiumicino la bambina di 22 mesi picchiata dal compagno della madre in una casa a Genzano di Roma. La piccola che ha lasciato la sede del Gianicolo ora è ricoverata nel comune alle porte di Roma per iniziare la seconda fase: un percorso riabilitativo soprattutto al livello psicologico.

Le condizioni cliniche dello stato generale e neurologico della bambina sono nettamente migliorate. Per il momento i due genitori Sara ed Emanuele, ancora non hanno visto le loro figlie. Sara, 23 anni, si trova in una casa protetta.

Federico Zeoli, ll suo compagno che ha ridotto in fin di vita la bambina, 26 anni originario di Campobasso e con precedenti per lesioni, stalking e furto, si trova ancora recluso nel carcere di Velletri con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Sara intanto ha potuto sentire telefonicamente suo padre tramite la vicina di casa dell’uomo che vive a Pavona e che è seguito dal centro di igiene mentale di Albano.

Zeoli ha reso una dettagliata confessione ai poliziotti del commissariato di Genzano: “L’ho menata fino a che non ha smesso di piangere, l’ho morsa”. Parole raccapriccianti che sono state riferite anche alla madre Sara, la quale, nel tardo pomeriggio di mercoledì era uscita per andare a Pavona dal padre malato lasciando le sue due gemelline a casa con il suo nuovo compagno con il quale conviveva da soltanto due mesi. La donna ha portato con sé soltanto la figlia di cinque anni.

Una delle due sorelline inizia a piangere in continuazione e l’uomo si scatena come una furia sulla bambina. Poi telefona subito a Sara: “Vieni, corri, la bambina è svenuta”.

La giovane si precipita di nuovo a Genzano e trova il fidanzato sulla porta di casa con la piccola in braccio priva di sensi: “Si è svegliata – ha raccontato l’uomo – ha bevuto un bicchiere d’acqua ed è svenuta”. In un primo momento Sara cerca di giustificare il compagno, poi forse si accorge della gravità di quello che è successo.




“La bella d’Italia delle nevi”: tra moda e bellezza le finaliste si sono esibite in tre prove

Si conferma il concorso di bellezza tra i più accreditati della regione Lazio, “La Bella d’Italia” edizione invernale. “Nella tappa regionale che si è tenuta al WOOD – spiega la patron del concorso di bellezza, Laura Pudda – si sono susseguite in passerella ventiquattro ragazze provenienti da tutta la regione Lazio, di età compresa dai 14 ai 26 anni.

Il concorso costituisce per le concorrenti dotate di talento, di bellezza e personalità un ottimo trampolino nel campo della moda, della pubblicità e della TV, sempre alla ricerca di nuovi volti.  Lo dimostrano le ragazze che nelle precedenti edizioni sono state selezionate per partecipare, ad esempio, ad AltaRoma, leader nella valorizzazione della moda e della tradizione sartoriale, celebre in tutto il mondo”.

Nella sfilata, le finaliste, presentate da Serena Grey, si sono esibite in tre prove

la prima uscita hanno indossato gli abiti da sposa della stilista Patrizia Paoletti (MLR SPOSE), con abiti casual e infine, la passerella in costume da bagno, davanti al pubblico e alla giuria composta da Simone Pascale, Silvio Rossi, Simonetta D’Onofrio, Leoni Giuseppe, Fabrizio Maceroni, Angela Jacaranda S. Catta.

“Quest’anno abbiamo introdotto tante novità,
anche un concorso dedicato alle nuove generazioni. Proprio al Wood abbiamo
lanciato l’altra settimana il concorso Mister&star of the Year baby . Un
contesto che ci ha dato ottimi risultati, dove i bambini hanno la possibilità
di mettersi in gioco, sperimentare i propri limiti e di condividere l’impegno
di ognuno – spiega la
responsabile dell’agenzia Pudda – che possiamo considerare un momento ludico”.

In programma anche nel mese di maggio un
concorso di bellezza dedicato alle mamme , che ha nel suo intento la
valorizzazione della donna a 360°.

Ad intrattenere il pubblico anche la cantante
Ramona Giusti, formellese, che ha incantato con le interpretazioni di alcuni
brani musicali. La Fashion look Accademy, maestri di trucco e parrucchieri,
accreditata dalla Regione Lazio hanno curato l’immagine delle sfidanti.  Tutte le tappe saranno trasmesse in TV sul
canale del digitale terrestre SL 48 (canale 91).

Ad aggiudicarsi la vittoria nella tappa romana è stata Virginia Loggello di Grottaferrata, titolo bella d’Italia di Tappa. Altre fasce consegnate: ragazza viso tv Valeria Gennari, moda mare Giorgia Nonnis, gambe ok  a Natasha di Santo e Aurora Bucciarelli, ragazza prima pagina Federica Salzano e Giorgia Palla. La finale nazionale è programmata ad Ovindoli dal 24 al 28 aprile




Marino, il vice prefetto “boccia” la procedura di avanzamento di un dipendente comunale

MARINO (RM) – Arriva dal Dipartimento per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’ennesima reprimenda per il Comune di Marino. Tema della missiva datata 22 febbraio 2019, le procedure di reclutamento del personale messe in atto da Palazzo Colonna. A chiedere il parere dell’organo di vigilanza sulla conformità dell’azione amministrativa in base ai principi di imparzialità e buon andamento, sono state le forze di opposizione in Consiglio con l’esposto del 7 gennaio scorso inviato anche a Procura della Repubblica di Velletri, Corte dei Conti del Lazio e Prefettura di Roma.

L’atto, firmato da Stefano Cecchi e Cinzia Lapunzina (Decentramento), Enrico Iozzi ed Eleonora Di Giulio (Unione di Centrosinistra), Remo Pisani (Fratelli d’Italia), Gianfranco Venanzoni e Franca Silvani (Partito Democratico) e Pamela Ermo (Movimento Civiltà Democratica) aveva chiesto lumi sul concorso indetto per l’assunzione a tempo determinato del Responsabile Area Economico Finanziaria, revocato in autotutela per imprecisioni nella sommatoria dei titoli.

L’ annullamento, afferma in proposito il dirigente del Dipartimento Funzione Pubblica vice prefetto Anna Maria Ambrosini, può essere ammesso per ragioni di pubblico interesse “fino a quando non sia intervenuta la nomina dei vincitori della procedura di selezione pubblica per assunzione a tempo determinato”. Nulla è stato rilevato sull’inserimento del colloquio finale con il Sindaco per il dirigente assunto a tempo indeterminato dopo essere stato esaminato da una commissione tecnica. “Staremo a vedere cosa decideranno in proposito gli altri organi che hanno ricevuto l’esposto” affermano i consiglieri di minoranza.

La procedura di avanzamento di un dipendente del Comune di Marino

Altra questione segnalata dai firmatari dell’esposto, è la procedura di avanzamento di un dipendente del Comune di Marino da Istruttore Tecnico (C1) a Funzionario Direttivo (D3) messa in atto, con delibera di giunta, stravolgendo l’applicazione di istituti come la mobilità esterna e l’attingimento a graduatoria di altro Ente, in questo caso il Comune di Miglierina (CZ) dove il dipendente risultava vincitore nel 2012 di una selezione pubblica di categoria D3.

Lapidario il parere del vice prefetto in merito

che boccia la procedura ritenendola non conforme alle disposizioni in materia. Mancano i criteri di scelta di tale graduatoria rispetto ad altre, afferma, così come il previo accordo tra le amministrazioni interessate. “Il ricorso allo scorrimento di proprie o altrui graduatorie – sentenzia – deve essere preceduto dall’esperimento della procedura di mobilità e vi si può fare successivo ricorso solo se l’Amministrazione non disponga di graduatorie valide per la categoria e il profilo di riferimento”.
“La nota pervenuta dall’ispettorato per la Funzione Pubblica – affermano i firmatari dell’esposto – dimostra come le perplessità sollevate erano tutt’altro che immotivate. Il Sindaco non può fare come vuole, soprattutto se si tratta di personale comunale pagato con i soldi dei cittadini. Duole constatare ancora una volta, come sia in atto a Palazzo Colonna un’emorragia in termini di trasparenza e partecipazione per mano di un’arrogante maggioranza di governo. Un comportamento inammissibile che ci ha costretti a dover ricorrere alle carte bollate e ai tribunali per difendere gli interessi dei cittadini di Marino. Di fronte ai silenzi, alla maleducazione e alla mancanza di rispetto non ci stancheremo di proseguire a salvaguardare il bene comune. La città e la comunità vanno oltre qualsiasi tipo di steccato o ideologia politica”.




Piano regionale rifiuti, linee guida: il video confronto tra Luca Andreassi (Pd) e Marco Cacciatore (M5s)

Presentate lo scorso 31 gennaio le linee guida per il piano regionale rifiuti del Lazio 2019 – 2025: da un’economia lineare a un’economia circolare.

Sull’argomento si sono confrontati Luca Andreassi (segretario organizzativo provinciale Pd, consigliere comunale di Albano Laziale con delega ai Rifiuti e professore di ingegneria all’università di Tor Vergata) e Marco Cacciatore consigliere regionale M5s presidente X° Commissione (Urbanistica-Politiche Abitative-Rifiuti

Officina Stampa del 28/2/2019 il confronto tra Andreassi (Pd) e Cacciatore (M5s)
Cinque grandi azioni, dunque, con l’obiettivo di far entrare il Lazio in una dinamica virtuosa di economia circolare: Vediamo quali
  1. 70% di differenziata entro il 2025: la Regione sosterrà con 57 milioni nei prossimi tre anni isole ecologiche e impianti di compostaggio e con il passaggio alla Tarip (Tariffa puntuale) entro il 2020 per tutti i Comuni. “Chi produce meno rifiuti, meno paga”.
  2. Riduzione dei rifiuti Riduzione del 50% il fabbisogno di conferimento in discarica e inceneritori.
  3. Riconversione di Colleferro prevista la riconversione dell’impianto di termovalorizzazione di Colleferro, una delle aree a maggior tasso d’inquinamento del Lazio, puntando sulla realizzazione di un presidio industriale altamente tecnologico e senza impatto ambientale.
  4. Stop all’export dei rifiuti Ogni territorio – come avviene in tutta Italia e in tutta Europa e come prevedono la legge e le normative europee – dovrà chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno del proprio territorio
  5. Infine lotta senza quartiere ai reati ambientali legati ai rifiuti.

L’approvazione in Consiglio regionale avverrà entro luglio 2019. Un atto importante che darà un forte impulso alla svolta sostenibile del Lazio, e si inserisce in un’iniziativa organica che il Lazio ha intrapreso con tante diverse azioni concrete: come quella della lotta all’inquinamento dell’aria, della guerra ai rifiuti plastici, al sostegno alle imprese green.




Legittima difesa, chi vuole il far west in Italia?: la nuova delinquenza, proveniente da nazioni in cui la crudeltà non ha limiti etici

Come ha dichiarato di recente il ministro dell’Interno Matteo Salvini, una delle priorità del Parlamento è l’approvazione in tempi brevi della nuova normativa sulla legittima difesa, una legge che già da molti anni avrebbe dovuto essere cambiata, dato il cambiamento delle condizioni sociali e di ordine pubblico in Italia. Si va, infatti, sempre di più verso un’Italia non più isola felice, dei tempi in cui bastava la divisa di un vigile urbano per incutere rispetto, ma un’Italia che rifa’ il verso ai vari filmetti televisivi americani in cui la violenza è il tema dominante.

Quotidianamente, a differenza di ciò che ricorda chi scrive, che ha i capelli bianchi, ci sono furti, rapine, omicidi, stupri, assalti in villa – così bisogna chiamarli e non rapine – da parte di nuova delinquenza, proveniente da nazioni in cui la crudeltà non ha limiti etici; oppure omicidi compiuti da soggetti incensurati, maturati magari nelle mura domestiche o nell’ambiente di lavoro.

L’art. 52 C.P. è ormai divenuto insufficiente ad arginare, e fare da deterrente, ad una situazione di disordine pubblico incrementata dal mancato controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, cronicamente in carenza di organico. Poliziotti, carabinieri e anche agenti di polizia locale si trovano sempre più spesso a dover fronteggiare assalti in gruppo di chi crede di poter fare ciò che vuole nel nostro paese, e spesso a soccombere, non avendo alcun mezzo di autodifesa; neanche la tanto decantata pistola elettrica – Taser – che avrebbe dovuto essere distribuita, ma che in effetti qualche scoglio ideologico ha relegato nei cassetti dell’amministrazione.

Sempre più spesso vediamo – grazie ai social e agli smartphone – agenti picchiati, atterrati, umiliati

loro che dovrebbero essere preposti alla nostra sicurezza e all’ordine pubblico, a difesa dello stato democratico e del cittadino. Ora è di dominio pubblico il parere del dottor Francesco Minisci, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, organo che nella sua indipendenza e autonomia dovrebbe essere totalmente depoliticizzato.

Minisci si è espresso contro questa riforma dell’art. 52

dichiarando che “”Ci vorrebbe un rinvio ‘sine die’. Non si faccia la riforma sulla legittima difesa, non ne abbiamo bisogno perché si tratta di un istituto sufficientemente regolamentato nel nostro sistema” ha dichiarato Minisci a Radio anch’io. “Si sta cercando di lanciare il messaggio che se succede un fatto anche solo astrattamente rientrante nell’ambito della legittima difesa non ci sono accertamenti da fare, il che non è possibile. Le indagini vanno fatte sempre – ha aggiunto il presidente dell’Anm – Il mio auspicio è che la legittima difesa resti così come è che è sufficientemente regolamentata così come è. Lo stiamo dicendo in tutti i modi. Tra l’altro, per come la si vuole strutturare, la riforma presenta diversi profili di incostituzionalità”.

Prontamente smentito dall’avvocato Giulia Bongiorno

”Stimo il presidente dell’Anm ma temo che non abbia avuto ancora modo di approfondire il testo della nuova legittima difesa. Smentisco in maniera categorica che con questa norma si impedirebbero le indagini, sarebbe grave se fosse così e il testo non lo prevede. È ovvio che quando ci sono dei casi di un conflitto in una abitazione e c’è un morto, la magistratura deve intervenire, deve verificare, deve indagare”. “Questa norma – ha osservato – vuole esclusivamente porre fine a un fatto che reputo grave e inaccettabile. A legislazione vigente quando c’è un’aggressione all’interno di una abitazione, la persona che viene aggredita non può assolutamente difendersi se prima non si rende conto che chi sta aggredendo ha in mano una pistola e gliela sta puntando in faccia. Oggi se io sento che c’è qualcuno a casa mia non posso reagire se prima non faccio un’indagine notturna. Noi vogliamo evitare di trasformare la vittima in Sherlock Holmes. Con la nuova legge se l’aggressore entra in casa con minaccia o con violenza e se io reagisco in uno stato di turbamento o paura sarò scriminato, non finirò in carcere”.

Il Parlamento vara le leggi, i magistrati le applicano

In realtà, come un politico non può entrare nel merito dell’irrogazione di una pena detentiva e della sua durata, così un magistrato non può entrare nel merito dell’approvazione di una legge. Il Parlamento vara le leggi, i magistrati le applicano. Purtroppo, negli ultimi tempi, l’art. 52 CP ha presentato diverse possibilità di interpretazione a danno di chi era stato aggredito, ed era stato costretto a difendersi nel teatro dell’ambiente familiare o professionale. Soccombendo poi, comunque, in tribunale, di fronte al suo aggressore – o ai suoi aggressori – costretto ad un risarcimento assurdo e condannato ad una pena detentiva. In realtà, in certi casi chi soccombe è lo Stato di diritto, che per un eccesso di garantismo e per una errata o distorta interpretazione della norma, ha creato una situazione anomala. Nella quale chi è punito non è l’aggressore, ma l’aggredito. “Summum ius, summa iniuria” recitava Cicerone nel suo De Officiis. Somma giustizia, somma ingiustizia; oppure “Quanto più è pesante la legge, tanto più pesante è l’ingiustizia.” Ed in effetti questo si è configurato più volte negli ultimi anni, nella nostra nazione.

Qualcuno vorrebbe che il desiderio di sicurezza fosse fasullo, fondato sulla percezione errata di insicurezza diffusa da un partito che qualcuno chiama ‘della paura’. Bene, questo bisognerebbe dirlo a chi di recente è stato assalito di notte nella propria abitazione, sottoposto ad ogni sorta di violenza per ore, pur di rivelare il nascondiglio di una cassaforte che in alcuni casi non esisteva. Anche se le statistiche dicono che i reati di ogni genere – tranne l’omicidio della compagna o della moglie – sono in diminuzione, certamente così non la pensa chi ancora deve farsi curare le ferite fisiche e soprattutto psicologiche dell’aggressione.

Non si comprende, se non per altrettanto incomprensibili motivi ideologici, perché non si voglia metter fine ad una situazione di vuoto legislativo, in cui l’aggredito diventa aggressore. Non si comprende, e, anzi, ad un osservatore superficiale, sembra che la legge, in questo caso, badi più all’incolumità dei delinquenti che a quella dei cittadini onesti. Insomma, pare che chi vuole il Far West in Italia – e chiama “giustizia fai da te” una legittima reazione di difesa – non sia la destra di Salvini, ma chi si oppone ad un adeguamento normativo, come l’ANM. È poi assolutamente da rifiutare il teorema secondo il quale chi sa di trovare una vittima armata, si arma a sua volta, in maniera ancora più grave.

I ladri non vogliono fare la guerra; ma altrettanto non ci tengono ad essere impallinati

Così, nel caso, cercheranno un’altra vittima, più vulnerabile. E smettiamola con questi risarcimenti al delinquente morto o ferito: stava commettendo un illecito, e questo gli toglie ogni diritto. Se chi lo ha ucciso lo ha fatto indebitamente, esulando dal contesto della legittimità della difesa, ne risponderà al magistrato. Ma non è accettabile che anche poliziotti e carabinieri debbano risarcire banditi per combattere i quali sono stati arruolati e stipendiati. Mettiamo finalmente fine a questa farsa dei risarcimenti. Il nostro Paese ne risulterà un po’ più civile, e la democrazia ne guadagnerà. Quel po’ che ne è rimasto.




Roma, manutenzione strade: la Corte dei Conti indaga. Altro procedimento su tangenti

“Un procedimento, relativo ai ritardi e alle presunte omissioni nella gestione delle gare per la manutenzione del manto stradale del comune di Roma, è in istruttoria”. Lo afferma il procuratore della Corte dei Conti del Lazio, Andrea Lupi, nella relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Lupi inoltre ha fatto riferimento ad un altro procedimento su presunte tangenti “a ben 17 direttori dei lavori per la manutenzione delle strade per eludere i controlli”.




Nuovo Ospedale dei Castelli Romani, M5S lancia l’allarme: “Un contenitore senza servizi ne collegamenti”

Il Movimento Cinque Stelle di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Frascati, Genzano, Lanuvio, Marino, Rocca di Papa e Velletri evidenzia delle problematiche riguardo Il Nuovo Ospedale dei Castelli attraverso una nota ben articolata e argomentata.

“Ma è proprio vero, o si tratta della solita sparata propagandistica?
La verità sembra essere un po’ diversa. Il progetto originario prevedeva la realizzazione di un Policlinico collegato ad una Università, che sembra oggi essere la configurazione più adeguata per dotare un territorio di veri servizi di eccellenza sanitaria, tali da decongestionare l’area della Capitale ed evitare il cosiddetto “turismo sanitario”.

Ma tale progetto virava rapidamente verso una struttura di pura razionalizzazione dei servizi già esistenti, distribuiti su Ospedali di prossimità (Albano, Genzano, Ariccia), che venivano rapidamente chiusi. Oggi abbiamo una oggettivamente bella struttura edilizia (sostanzialmente, un “contenitore”) nella quale sono stati trasferiti i servizi, il personale e gli apparati degli Ospedali chiusi. 
Nessun nuovo servizio, nessun collegamento con una VERA Università od un Centro di ricerca.Con in più tutti i problemi di un avvio non facile (integrazione dei servizi e del personale degli ospedali chiusi, attivazione degli apparati traslocati, attrezzaggio dei nuovi spazi, etc).
Esiste, poi, il problema del collegamento e dell’accessibilità del nuovo ospedale con i Comuni serviti, dal litorale al quadrante sud-est dei Castelli, per un bacino di utenza di almeno 300 mila persone: nessun intervento significativo sulla già critica viabilità dell’area è stato realizzato, né si sa cosa e quando verrà effettivamente fatto.

Ma un altro punto ci preme sottolineare: l’accentramento dei servizi verso il nuovo ospedale non è stato accompagnato da un rafforzamento di tutte le strutture sanitarie territoriali di prossimità (Unità di Cure Primarie, Ambulatori di Cure Primarie,  ambulatori infermieristici, case della salute), che vanno create ex novo o messe a regime, altrimenti si viene a creare un nuovo intasamento di malati cronici che migrano verso questo polo dei Castelli , mal collegato, con grave disagio per tutti gli abitanti di un territorio così vasto.Insomma, oggi i Cittadini dei Castelli, hanno un servizio sanitario MENO EFFICACE di quello di cui disponevano prima della chiusura degli Ospedali preesistenti:- oggi sono disponibili solo un terzo dei posti letto previsti- c’è carenza di personale in tutti i reparti- non tutti i servizi preesistenti sono operativi- c’è un “effetto imbuto” sulla viabilità per l’utenza, che prima si distribuiva sugli ospedali di prossimità chiusi- non esiste ancora un vero pronto soccorso funzionale alle esigenze del territorio e per le vere emergenze occorrerà continuare ad andare a Roma.Chiediamo quindi:- che il nuovo ospedale venga rapidamente reso operativo con TUTTI i servizi ed i posti letto degli ospedali chiusi- che venga affrontato e risolto il tema dei servizi sanitari di prossimità, da distribuire nel territorio, a partire dai Comuni dove i vecchi ospedali sono stati chiusi, da integrare organizzativamente con il nuovo ospedale- che venga finalmente affrontato il problema dei collegamenti dell’area, attraverso un organico piano delle infrastrutture viarie e ferroviarie, che vanno adeguatamente potenziate”
Gli Attivisti del MoVimento 5 Stelle di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Frascati, Genzano, Lanuvio, Marino, Rocca di Papa e Velletri




Rocca di Papa, “Unadonnavale” fa il pieno di solidarietà

ROCCA DI PAPA (RM) – Tanti i giovani guidati dalla vigilessa di Rocca di Papa Simona Cotichini pronti ad aiutare le famiglie dei Castelli Romani
presenti lo scorso venerdì alla cena di beneficenza che si è tenuta presso una delle più belle e rinomate locations dell’area dei Castelli romani: il ristorante La Foresta.

Una rappresentanza dei ragazzi di “Unadonnavale” ospiti nella puntata del 28/2/2019 di OfficinaStampa insieme alla presidente Simona Cotichini

La mission di questi ragazzi

è quella di essere vicini agli anziani e alle donne residenti nel territorio castellano che si vergognano a chiedere aiuto alle istituzioni pur vivendo nel disagio: senza i soldi per mettere un pasto a tavola e i beni di prima necessità per condurre una vita dignitosa. E sono davvero tanti ragazzi e ragazze che stanno portando a Rocca di Papa e dintorni una ventata di freschezza.

Cotichini: “Tutto è cominciato con un’idea, nata un pomeriggio dell’estate 2017″

Ballano, cantano e hanno fondato una compagnia teatrale che porta gli spettacoli in giro per l’area metropolitana e con gli incassi forniscono aiuti concreti, bussando alle porte dei compaesani in difficoltà e gli portano un sorriso e la spesa ma non solo quello.
“Tutto è cominciato con un’idea, nata un pomeriggio dell’estate 2017 – racconta Simona Cotichini, presidente dell’associazione Unadonnavale -Siamo un gruppo di roccheggiani, doc e adottivi, uniti dalla stessa, grande passione per l’arte e per la musica. Per questo abbiamo dato vita all’associazione “UnaDonnaVale”. Volevamo comunicare emozioni, passando dal canto alla danza, attraverso scritti originali. Lo scopo era quello di far breccia e lasciare un segno nel cuore delle persone, trattando temi del quotidiano nell’unico modo in cui l’emozione comunica davvero, con la forza di esperienze vissute realmente. L’idea è arrivata in teatro, con un primo spettacolo “Pagine di Donna”, andato in scena fra marzo e maggio a Rocca di Papa, Cecchina e Frascati. Sull’onda dell’entusiasmo e con tanto ancora da raccontare, abbiamo creato un secondo spettacolo, “Ad ogni Passo”, che andrà in scena nei prossimi 7 e 8 marzo al teatro civico di Rocca di Papa”.

Tanti ospiti istituzionali alla serata di beneficenza

Venerdì scorso l’associazione ha organizzato una cena di beneficenza al ristorante La Foresta dove erano presenti duecento persone tra cui diversi sindaci e amministratori del territorio come il sindaco di Rocca Priora Damiano Pucci, il sindaco di Velletri Orlando Pocci, il consigliere veliterno Salvatore Ladaga, il consigliere di Albano e della Città Metropolitana Massimiliano Borelli, il consigliere regionale Antonello Aurigemma e rappresentanti della Regione. Presente anche il primo cittadino di Rocca di Papa Emanuele Crestini e ospite d’onore della serata di beneficenza il prefetto Francesco Tagliente. L’ex questore di Roma e di Firenze si è complimentato con Simona Cotichini per l’iniziativa: “Fare della beneficenza fa bene, fa sentire meglio. L’altruismo appaga. Dare è più gratificante che avere”.

Toccante il monologo di Edoardo Cofani

“Ero troppo timida ma avrei voluto raccontare a quel ragazzino riflesso nello specchio di come ogni mattina ero costretta ad indossare, sotto un grosso fiocco blu, il grembiule bianco col mio nome ricamato qui sul taschino. Roberta. Quel grembiule che mi soffocava e di cui mi vergognavo tanto”.

L’appuntamento con la solidarietà è fissato dunque per i prossimi 7 e 8 marzo al teatro civico di Rocca di Papa con lo spettacolo “Ad ogni Passo”.




Velletri, Banca Popolare del Lazio: l’intervista shock al cliente storico del notaio presidente (L’inchiesta 6 parte)

Sesto appuntamento con l’inchiesta sulla Banca Popolare del Lazio. Nella scorsa puntata abbiamo parlato della lettera dell’avvocato Ugo Petronio che rimette il suo mandato nei confronti dei suoi clienti che gli sono stati presentati dallo studio notarile Capecelatro. 

L’intervista integrale al cliente storico dello studio notarile Capecelatro trasmessa nel corso della trasmissione del 28/2/2019 di Officina Stampa

Quest’ultimo ritiene che l’usucapione tra padre e figlio sia l’unica via percorribile per liberare i garanti del debito dai propri beni e per evitare che questi venissero presi dalla banca.

Praticamente il cliente storico dello studio del notaio Edmondo Maria Capecelatro che ha dichiarato che con il suo gruppo portava allo studio notarile almeno 50 atti l’anno, risulta garante di un debito della società Building House Srl nei confronti della banca per oltre 1 milione di euro. Come liberare i garanti del debito dai propri beni per evitare che questi venissero presi dalla banca? Il cliente storico dice che su consiglio dello studio notarile Capecelatro richiede l’usucapione dei beni del padre e del cognato.

Il cliente dello studio notarile Capecelatro sapeva bene che l’usucapione era un espediente, tanto che un suo amico avvocato lo aveva messo in guardia. Il cliente dello studio notarile e debitore della Banca Popolare del Lazio quindi critica l’operazione orchestrata dallo studio Capecelatro.

Oggi quanto
valgono le azioni della Popolare del Lazio? Ha risposto il cliente storico:
“sono invendibili”

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