Frascati, tragedia famigliare: morti padre e figlio a seguito dell’esplosione della villetta: madre e figlio minore salvi

FRASCATI (RM) – Morti padre e figlio a Frascati a seguito dell’esplosione della villetta di due piani nella zona Macchia dello Sterparo, al civico 108.
Salvi invece madre e figlio minore, quest’ultimo si trovava fuori casa. Sul posto quattro squadre dei vigili del fuoco e i carabinieri.

A seguito dell’esplosione si è sviluppato un incendio

Lo scoppio avrebbe causato il crollo di strutture portanti. Sul posto, oltre ai carabinieri e a personale del 118, ci sono almeno 4 squadre dei vigili del fuoco di Roma. Si scava per verificare se ve ne siano altre coinvolte nel crollo. Probabilmente si è trattato di una fuga di gas. Al momento sono in corso le ricerche di persone sotto le macerie della villetta.




Brexit, record di firme per chiedere nuovo referendum. Gli inglesi: “Vogliamo l’Ue”

Gremita la manifestazione di protesta contro la Brexit in corso a Londra, con migliaia di persone radunatesi presso la centralissima Park Lane e in marcia verso Parliament Square a Westminster da Hyde Park Corner, con la conseguente chiusura di diverse strade nella zona. Le bandiere azzurre con le stelle gialle dell’Ue la fanno da padrona tra la folla. Record formalizzato, oltre le 4,2 milioni di firme, per la petizione popolare lanciata sul web per chiedere al Parlamento britannico la revoca dell’articolo 50, e quindi lo stop della Brexit, a dispetto del voto referendario di 3 anni fa. Lo riportano i media sulla base dei numeri dal sito di Westminster che segnalano il sorpasso rispetto a un’analoga iniziativa condotta nel 2016 dallo stesso fronte pro Remain per invocare (allora invano) un referendum bis.

Sono più di un milione le persone scese in piazza a Londra nel grande corteo anti Brexit di oggi per invocare un secondo referendum. Lo affermano i promotori della piattaforma ‘People’s Vote’, parlando di una partecipazione “straordinaria”. La cifra, non corroborata da fonti indipendenti, va oltre quella indicata nella precedente manifestazione analoga svoltasi sempre nel cuore della capitale britannica nell’ottobre scorso con una stima accreditata di 700.000 persone circa.




L’età della pietra è fra di noi: i Greta friendly, danzatori della pioggia della Generazione X

Il 15 marzo scorso nelle piazze delle città principali
d’Italia e non solo, si è consumato un vecchio rito medioevale  che si pensava appartenesse ai tempi “bui”
della preistoria, tempi che ci si augurava non sarebbero più tornati. Nell’antico
Egitto si praticava la cultura della “danza della pioggia” e nelle culture
slave esistevano balli dedicati alla dea Perperuna, richiamando la caduta della
pioggia e la purificazione della terra dagli spiriti maligni. Oggi, la generazione del millennio ha affidato questo
gravoso compito ai giovani studenti, che guidati dal guru Greta, li ha fatti
marciare, implorando gli dei di concedere a questa umanità condizioni
climatiche più miti. Ora si aspetta con ansia il responso della dea Perperuna. Scriveva
lo storico russo Oleg Chlevnjuk: “Bisogna marciare compatti, eliminando, in
ogni senso, ogni residuo del passato.

Barney: Wilma dammi la clava-Triptorelina  che devo bloccare la pubertà a Ciottolina

Proprio qui sta l’ incoerenza della generazione millennio, anziché eliminare ogni residuo sta proprio ripiombando nell’era preistorica, promuovendo ed abbracciando principi ed usi di quell’era remota. L’uomo preistorico esce dalla sua caverna, questa volta non con la clava ma con la siringa pronta ad iniettare una dose di Triptorilina a degli adolescenti per bloccare loro la pubertà e disporli alle novità del “gender policy”. Qui non ci sono i Greta friendly per difendere la natura ma i cavernicoli moderni con tanto di via libera del Comitato di Bioetica , ribellandosi contro la natura e con la presunzione di fermarne il corso naturale.

La “dolce morte” ed i sepolti vivi della cultura
persiana dei tempi di Erodoto

La propensione della generazione millennio verso culture e riti appartenenti a tempi passati emerge anche nell’accanimento verso l’eutanasia. In un interessantissimo studio di Emanuele Vaj, “Riti funebri degli indiani d’America”, capitatomi per caso, trovo il seguente passaggio: “Tra i Comanche, i vecchi e gli ammalati venivano abbandonati da tutti ad eccezione delle loro famiglie, non già per crudeltà ma nella convinzione che gli spiriti stavano invadendo i loro corpi.” Quanta coincidenza con la “pietas” dei fautori della “dolce morte” verso i sofferenti e gli anziani stanchi della vita! Il millennio scivola verso la cultura persiana attestata da Erodoto e cioè l’usanza rituale della sepoltura di persone vive e questa volta come offerta a qualche “ragione umanitaria”. Fino a qualche decennio fa l’Italia era un paese di fede cattolica. Un vento forte laicista ha spazzato via le buone pratiche
di una civiltà cristiana e gradatamente sta confezionando un essere libero,
libero e senza regole  come il suo
antenato che vagava tra le caverne. Libero e senza legami.

La famiglia da smantellare e un “divorzio breve” per facilitare la sua  disgregazione

Verità naturali vengono contestate e dire che la
procreazione che scaturisce dall’unione di un uomo con una donna rischia di
finire al rogo, fine di tutti gli eretici. Ciò che è stato sarà e ciò che si è
fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole.

I tempi di Wilma e Barney, di Fred e Betty rivivono fra di noi

La vita ha perso il suo valore  peggio di quello che ha fatto la lira contro l’euro. Per la Generazione X, un cane randagio fa più pena che un bambino abortito e gettato nel bidone dei rifiuti. Gli aborti non si contano, sono milioni di vite che mancano all’appello. Anche nelle lontane culture precolombiane e come si legge con più
enfasi in quelle mesoamericane e sudamericane i sacrifici dei bambini è ben
documentato sia da rilievi archeologici che da fonti scritte. A titolo esemplificativo
si possono documentare interi scheletri di neonati e di feti, oltre a femori e
crani smembrati rinvenuti presso la torbiera sacrificale di El Manati, oltre ad
altri referti macabri rinvenuti nella regione Maya di Comalcalco. Bene dice il
Siracide – 9  Ciò che è stato sarà e ciò
che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole.

Il passato è fra di noi, l’uomo è libero, senza
vincoli e senza legami

Scippi e violazioni di domicilio privato riempiono la cronaca giornaliera della stampa e fatti delittuosi non allarmano più le coscienze. L’uomo con la sua clava abbatte chiunque gli ostacola la rapina o il furto  ed il ragazzo bullo del quartiere terrorizza la scolaresca e osa minacciare il suo professore. Il Giudice supremo giudica, analizza, pondera e poi concede leattenuanti generiche. Motivo della concessione dell’attenuante perché il criminale  ha agito preso da una tempesta emotiva. Fu questa la  tempesta che invase Caino il giorno che uccise suo fratello Abele? Chi non la pensa come loro o è xenofobo, o è omofobo, o è razzista, o è fascista. Ancora si sente l’eco della voce sonora di Amedeo Nazzari nella Cena delle Beffe: Chi non beve con me peste lo colga. Oggi si sente dare dell’omofobo oppure dello xenofobo, del fascista oppure del razzista.

Nei tempi bui si trascinavano nelle arene i “fanatici cristiani”

Nel medioevo venivano timbrati con segni d’infamia, ebrei, saraceni,eretici, lebbrosi, la popolazione dei cagots al confine franco-spagnolo e  le prostitute. I fautori del dilagante “pensiero unico” non stanno facendo altro che copia incolla del medioevo. Ogni era ha avuto i suoi discriminati e i sopranominati  sono le categorie marginali che più di tutte
hanno subito nel Medioevo questo tipo di discriminazione.

Ha ragione Siracide, nulla cambia, oggi come ieri

L’Italia langue e chi pensa di risolvere il suo malessere spostando la lancetta del tempo indietro nell’ora degli antenati Wilma e Barney, Fred e Betty, a noi familiari perché animati nella produzione di Hanna-Barbera, sbagliano. Non si può, perché  si rischia di peggiorare la situazione.

L’occhio al futuro lo sguardo al passato

Il paese sente il vuoto di grandi uomini imprenditori
e politici come Enrico Mattei, come gli Agnelli, il Ferrari, il Del Vecchio e l’Adriano
Olivetti , solo per citarne alcuni, personaggi capaci di trainare il paese
verso la crescita economica ed un sviluppo tecnologico. I moderni
predicatori  del pensiero unico
sinistroidi e radical chic, hanno creduto di portare progresso, lavoro, welfare,
sanità e sicurezza  con la loro
eutanasia, unioni civili, uteri in affitto, divorzi brevi e quant’altro.

Non sono questi, certo, i temi in cima ai pensieri
degli italiani. Se questa è l’agenda che si prospetta in alternativa, allora la
ripresa dell’Italia deve attendere ancora.




Albano Laziale, quando nasce un fratellino: come comportarsi?

A cura della Dott.ssa Francesca Bertucci – Centro Psicologia Castelli Romani

Quando nasce un fratellino molti genitori si preoccupano delle reazioni emotive e comportamentali dell’altro figlio. Il primogenito, all’arrivo del secondo figlio, potrebbe vivere una fase faticosa della propria vita. Potrebbe sentire di perdere l’amore e l’affetto dei suoi genitori, può provare dolore, tristezza e risentimento. È la forma di gelosia più comune che possa manifestarsi in una famiglia. Essa è inevitabile e non si può prevenire del tutto. Tuttavia, è importante evitare le situazioni che potrebbero peggiorarla.

Penelope Leach, in un suo libro sull’argomento, scrive: “Immaginate che vostro marito un giorno venga a casa proponendovi di accettare un’altra moglie proprio come voi, immaginatelo ora mentre usa quello stesso tipo di frasi che solitamente si usano per dire ad un bambino che sta arrivando un fratellino”.
“Avremo con noi un altro bambino, tesoro, perché abbiamo pensato che per te sarebbe bello avere un fratellino o una sorellina con cui giocare. Non ti vorremmo meno bene per questo, ci ameremo tutti.”
potrebbe essere anche: “Avrò con noi una seconda moglie, tesoro, perché abbiamo pensato che per te sarebbe bello avere un po’ di compagnia e un aiuto in casa.”
La gelosia si manifesta perché il bambino può provare paura ed insicurezza, può temere di essere meno amato e meno considerato rispetto all’altro. La sua insicurezza può essere legata soprattutto alla figura
materna. Infatti, se prima la relazione con quest’ultima era caratterizzata dall’immagine di una diade, “Ci siamo io e la mamma!”, adesso l’immagine è quella di un triangolo relazionale, “Ci siamo io, la mamma ed il
fratellino!”. Inoltre, i cambiamenti sono concreti, mettono al centro la relazione tra la mamma ed il neonato. Una relazione fatta di cure e attenzioni, per soddisfare i bisogni del più piccolo.

E’ probabile che il primogenito possa diventare fastidioso perché preoccupato che i genitori possano volergli meno bene di prima e può regredire a stati infantili. Quando il bambino è geloso, non riesce a
controllare razionalmente il suo comportamento, ha bisogno dell’aiuto di un adulto.
L’entrata del fratellino è, pur sempre, l’inizio di una nuova conoscenza. Un estraneo che può creare curiosità ma anche paure e timore. Dall’altra parte aiuta il maggiore a capire che non sempre può pensarsi al centro dell’universo materno e lo aiuterà a costruire strategie e processi mentali che arricchiranno la propria vita emotiva e cognitiva. Tale fase di sviluppo sarà il primo passo per mettere le basi di quel lungo processo di separazione-individuazione che lo porterà a sviluppare, gradualmente e nel tempo, la propria identità.

Come sostenere il primogenito in questo importante momento di crescita e cambiamento?
Il ruolo del papà è fondamentale poiché diventerà la figura di sostegno e di completamento della mancanza della mamma. Inoltre, l’osservazione da parte del bambino di gesti e sentimenti affettuosi del papà nei confronti della mamma potrebbe permettergli di immedesimarsi in tali sentimenti, senza sentirsi escluso.
La figura del padre è una risorsa essenziale in questa nuova fase della vita familiare.
Inoltre, è fondamentale essere comprensivi e rassicuranti con il bambino, soprattutto osservare i suoi comportamenti, che qualche volta, possono risultare inspiegabili e definiti come capricci. Invece, è importante, mettersi nei suoi panni, per provare a capire il suo punto di vista e quello che può sembrare un capriccio, magari è una richiesta di attenzione e maggiore vicinanza dei genitori.

Sarebbe opportuno rassicurarlo rispetto a questo faticoso momento di cambiamento facendogli capire che i suoi genitori non l’abbandoneranno mai. Parlare con il bambino, ascoltarlo ed aiutarlo a tirar fuori le emozioni, positive e negative, offrendo spazi e tempo per parlare dei propri sentimenti, di ciò che lo turba, di ciò che desidera, delle sue paure.

Inoltre, i genitori potranno coinvolgerlo negli aspetti di accudimento e
cura del fratello minore, promuovendo la vicinanza tra fratelli per permettere al figlio maggiore di non sentirsi escluso.

Mantenere le abitudini precedenti è un altro aspetto importante, cercando di fare le stesse cose che si facevano prima dell’arrivo del fratellino.
Infine, sarebbe importante evitare il confronto continuo tra fratelli, ogni bambino è diverso dagli altri, quindi potrebbe essere un bene tenere a mente sia i limiti che le risorse che contraddistinguono ognuno
come essere unico e speciale.

Centro psicologia Castelli Romani- Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa-Psicodiagnosta dell’età evolutiva-Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.psicologocastelliromani.it
piazza Pia 21 00041 ALBANO LAZIALE




Bologna, tappa dell’Ancri: “Unità d’Italia e simboli nella Costituzione”

Il viaggio dell’ANCRI per parlare della “Unità d’Italia e dei simboli nella Costituzione” fa tappa a Bologna.

Nell’Aula Magna della Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università, intervengono il costituzionalista Giupponi e lo storico D’Andrea.

La manifestazione è stata promossa dall’Associazione Nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI), nell’ambito delle celebrazioni della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”.

I lavori della giornata, moderati dal Prefetto Francesco Tagliente, sono stati introdotti dall’Inno nazionale intonato dal tenore Ennio Bellani, seguiti dai saluti del presidente territoriale dell’ANCRI Salvatore Giarrizzo, del Magnifico Rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini, del Presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, del Consigliere della Regione Emilia Romagna Stefano Caliandro, del Prefetto di Bologna Patrizia Impresa e dal Sindaco di Bologna Virginio Merola. Erano anche presenti due classi liceali bolognesi.

Gli Insigniti associati all’ANCRI – ha sottolineato il Presidente Tommaso Bove nel suo indirizzo di saluto – si sono imposti l’impegno di tenere sempre vive le motivazioni ideali e sociali che sono alla base del prestigioso attestato civico loro conferito dal Presidente della Repubblica, fermamente convinti che la salvaguardia dei valori rappresenta il modello ed il riferimento per una coscienza adulta e la formazione del mondo di domani e, quindi, imprescindibili per garantire nel tempo un sano profilo nazionale.Quindi – ha proseguito – la “missione” primaria che l’ANCRI ha inteso darsi è quella di favorire, anche attraverso l’esempio concreto dei suoi Associati, la riscoperta dei valori fondamentali, tra i quali sono indubbiamente da annoverare l’amore per la Patria, il senso delle Istituzioni, il rispetto per il Tricolore e la salvaguardia dell’Unità Nazionale che oggi gli Insigniti associati all’ANCRI riaffermano con forza e convinzione”.

Ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza a Bologna, Tomaso Francesco Giupponi ha ripercorso il significato dell’unità attraverso le principali scelte costituenti, con particolare riferimento a tre direttrici di unità e pluralismo: territoriale, sociale e dei valori. Per quanto concerne l’unità e il pluralismo territoriale, nei rapporti tra centro e autonomie ha fatto riferimento in particolare al governo multi livello delle comunità locali. Per quanto riguarda l’unità e il pluralismo sociale ha affrontato il tema dei rapporti tra sfera individuale e formazioni sociali, con particolare riferimento alla tutela dei diritti fondamentali. Quanto infine all’unità e il pluralismo dei valori si è soffermato sulla individuazione delle tecniche di bilanciamento in caso di potenziale conflitto tra valori, sui protagonisti del bilanciamento e sul “nucleo duro” irretrattabile del nostro ordinamento.

È seguita una lezione “anomala” sul “Canto degli Italiani”, un intervento né didattico né accademico bensì una “chiacchierata briosa” sull’Inno Nazionale attraverso le vicende, la musica, i fatti, i personaggi, le curiosità e gli aneddoti. Come ha spiegato lo storico Michele D’Andrea, che ha fra l’altro “sezionato” musicalmente Il Canto degli Italiani, il nostro inno non è una marcetta, ma un possente canto di popolo che negli anni, si è allontanato dal genere operistico in cui lo aveva innestato Michele Novaro, musicista di teatro.

La partitura di Novaro – ha raccontato D’Andrea – è la descrizione di una grande scena d’insieme in cui un popolo “calpesto e deriso” riceve un forte annuncio di speranza e di esortazione a combattere per la propria libertà: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta”. Le parole scuotono la gente come pugni sullo stomaco e il popolo allora ripete quelle parole, prima pianissimo, timoroso e incredulo, e poi sempre più forte, fino a quel sì! finale che non compare nella poesia di Mameli ma che il musicista ha posto come il suggello di un giuramento sacro”.

I lavori della giornata sono stati conclusi con l’intervento del Prefetto Francesco Tagliente, nella veste di delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI: “Si conclude alla grande questa ulteriore tappa del grande e coinvolgente progetto pluriennale “Viaggio tra i Valori e i Simboli della Repubblica” che l’Associazione Nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) sta portando in giro per l’Italia” ha detto Tagliente: “Questa è la seconda tappa nell’ambito delle celebrazioni della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” avviate il 17 marzo a Pisa. Un viaggio che proseguirà toccando Ferrara, Brindisi, Bruxelles, Coverciano ed altre realtà territoriali italiane ed estere”.

Ringrazio il nostro socio onorario Michele D’Andrea – ha proseguito il Prefetto Tagliente – che ancora una volta ha coinvolto emotivamente tutti i presenti per come ha saputo testimoniare il suo amore verso la Patria, raccontando con grande efficacia i simboli e le idealità che li hanno generati”.

“Sono grato al prof Tomaso Francesco Giupponi, – ha aggiunto – per come ha saputo chiarirci il significato dell’unità attraverso le principali scelte costituenti, con particolare riferimento alle tre direttrici di unità e pluralismo territoriale, sociale e dei valori”. 

“L’acceso dibattito sul regionalismo differenziato impone una riflessione che l’ANCRI ha voluto affidare ai Costituzionalisti.

Io mi limito a ricordare –ha proseguito Tagliente –  che si tratta di un profilo delicato che non può andare disgiunto dai principi di unitarietà e solidarietà che caratterizzano la nostra Carta. 

Mi limito a ricordare che la Costituzione italiana contiene una serie di disposizioni che guardano già all’Unità in sé come a un valore. Penso all’unità familiare (art. 29), alla rappresentanza unitaria dei sindacati (art. 39), alla trasformazione del latifondo e alla ricostituzione delle unità produttive nell’ambito della proprietà terriera (art. 44). 

Con specifico riferimento all’unità nazionale – ha detto ancora – penso alla affermazione contenuta nell’art. 5, secondo cui la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali e attua, nei servizi che dipendono dallo Stato, il più ampio decentramento amministrativo. Una formula di equilibrio tra esigenze di unità e indivisibilità, da un lato, e di autonomia e decentramento, dall’altro.

Penso ai richiami al valore dell’unità nazionale e ai riferimenti al concetto di Nazione, di Patria o di Repubblica che compare ben nove volte nei primi dodici articoli relativi ai principi fondamentali.




Tragedia a Bologna, due ragazzini di 11 e 14 anni precipitano dall’ottavo piano: morti

Due ragazzini sono morti dopo essere precipitati dall’ottavo piano di un palazzo della periferia di Bologna, via Quirino di Marzio. Si tratta di un 14enne e un 11enne: due fratelli, appartenenti a una famiglia di origine africana che vive da tempo in Italia.

Il padre è stato portato in Questura per accertamenti. Al momento non è ancora chiara la sua posizione in relazione alla tragedia: i due figli sono caduti dall’ottavo piano, intorno alle 10. Il 118 ha tentato invano di rianimare i ragazzi. Prosegue intanto il sopralluogo della polizia scientifica e della squadra mobile.

Al momento non si conoscono le cause di quello che è successo. 

Secondo quanto si apprende, la Polizia sta sentendo diversi testimoni. Non è chiaro se i genitori fossero o meno in casa quando sono caduti. Sul posto sono arrivati anche il presidente del quartiere Reno Vincenzo Naldi e rappresentanti dei servizi sociali del Comune.

Il racconto dei testimoni. Quando è arrivato il personale sanitario, racconta un testimone, sono iniziate le manovre per rianimare i due ragazzini. “Ma poi gli infermieri si sono messi le mani nei capelli”. I due cadaveri sono stati notati da diverse persone che abitano nei condomini delle vicinanze. Il luogo della tragedia è una sorta di cortile interno, una rientranza di via Di Marzio che conduce a vari numeri civici dei palazzoni di questa zona popolare della periferia ovest del capoluogo emiliano. Nell’area diversi agenti della Polizia




Bracciano, 14 fabbricati e un’area di 9 ettari dedicati alle donne vittime di violenza: al via il progetto “Collina dei Venti”

BRACCIANO (RM) – Presentato a Bracciano il progetto “Collina dei Venti” che prevede la realizzazione di una struttura semi autonomia per donne vittime di violenza.

https://www.facebook.com/365100280963247/videos/527773181041528/

Ufficializzata dunque la partenza del progetto a cui l’Associazione Paola Decini ha lavorato per anni, elaborando un percorso sempre più ricco di suggestioni e di esperienze. Saranno ora create quell’insieme di condizioni e di opportunità che consentano alle donne che hanno subito violenza di superare la fase emergenziale e di progettare un futuro di emancipazione e di autosufficienza, in un contesto di serenità e di fiducia.

Il progetto, primo di questo genere in Europa, si svilupperà a Bracciano in un’area di nove ettari e recupererà 14 fabbricati esistenti

E’ prevista anche la realizzazione di una fattoria sociale con finalità educative e sentieri e percorsi attrezzati. La struttura ospiterà altresì una “scuola di mestieri” per la formazione in attività artigianali con nuove tecnologie, ed intende proporsi come spazio di incontro per attività culturali. Essenziale sarà il rapporto con l’ambiente sociale ed istituzionale locale, in una logica di interscambio e di sussidiarietà.

Il programma è stato dunque illustrato alla cittadinanza e alla stampa nel corso dell’incontro, patrocinato dal Comune di Bracciano, presso la sala dell’archivio storico comunale di piazza Mazzini 5.

Sostegno alle donne vittime di violenza e valorizzazione
di un patrimonio collettivo

L’area ed i fabbricati già destinati alla comunità di recupero per tossicodipendenti Punto Linea Verde, rimasti per qualche tempo inutilizzati, diventano ora gli spazi presso i quali le donne vittime di violenza potranno ritrovare una propria tranquillità e guardare a prospettive di futuro.

La gestione è affidata al Consorzio “Collina dei Venti” che include tra i partner l’Università Agraria di Bracciano alla quale viene affidato un ruolo di supervisione volto a verificare la coerenza del progetto accolto e la compatibilità con gli scopi dell’ente.

A valorizzare ulteriormente gli spazi anche la realizzazione di sentieri e percorsi attrezzati. L’intervento previsto è di oltre 1.500.000 euro.




Genzano di Roma, oggi l’appuntamento con la cucina: Natalia Cattelani alla Mondadori Bookstore

GENZANO DI ROMA (RM) – Appuntamento con la cucina oggi alle ore 18.30, presso la Mondadori Bookstore di Corso Gramsci 51 a Genzano di Roma. Ospite della Libreria sarà Natalia Cattelani, uno tra i volti più amati di ben nove edizioni della “Prova del cuoco”, a cui è approdata dopo aver diretto per anni una scuola di cucina. Nel 2018, ha pubblicato il libro “I dolci di casa” (Rai Eri). Dalla torta allo speck con sorpresa all’erbazzone reggiano e alla pie di carne e verdure, passando per calzoni, cestini, pizzette, tigelle e gnocco fritto. Tra i volti più noti de “La prova del cuoco”, indiscussa protagonista in cucina e popolarissima sul web, Natalia Cattelani è tornata in libreria dal 12 febbraio con “Le torte salate di casa mia – Ricette semplici e gustose per tutte le occasioni”, edito da Rai Libri. Dopo avere conquistato il palato dei lettori con “I dolci di casa”, giunto alla quinta ristampa, la cuoca emiliana si dedica al salato con un libro che è un vero e proprio parco giochi, “Le torte salate di casa mia”: «ogni ricetta è un giro di giostra – afferma l’autrice – ho cercato di rendere le cose ancora più facili raccontando i miei trucchi per fare gli impasti di base, tradizionali e non, semplificando i procedimenti e fornendo consigli utili alla pianificazione del lavoro in cucina». Protagoniste della raccolta sono oltre cento torte salate, alcune delle quali accompagnate da tutorial sul canale YouTube di Natalia Cattelani. Creatività e divertimento in cucina, capolavori di gusto e semplicità, tantissimi modi per creare piatti gustosi e divertenti!

Per saperne di più e ascoltare l’autrice, l’appuntamento è per le 18.30 di sabato 23 marzo alla Mondadori Bookstore di Genzano.




Castel Gandolfo, al teatro Petrolini l’appuntamento con Roberta Bruzzone

CASTEL GANDOLFO (RM) – La Psicologa forense e Criminologa investigativa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone sarà a Castel Gandolfo il prossimo venerdì 29 marzo 2019 al Teatro comunale Petrolini (ore 19) per parlare del suo ultimo libro “Io non ci sto più”.

Un vademecum fondamentale per riconoscere i manipolatori affettivi, le cosiddette “sanguisughe” della vita degli altri, egocentrici e che assorbono energie e potenziale di altre persone a loro vicine per nutrire il proprio disturbo narcisistico, la propria carenza di autostima.

Interverranno:
Milvia Monachesi, Sindaco Castel Gandolfo
Cristiano Bavaro , Vice Sindaco Castel Gandolfo
Marta Toti, avvocato e Presidente Consiglio Comunale Castel Gandolfo,
Francesca Barbacci Ambrogi, Consigliere con delega ai Servizi Sociali
Cinthia Vercelloni, presidente Associazione GENS Albana
Maria Grazia Piccirillo, presidente Associazione Culturi Amo

Modera
Chiara Rai, giornalista




Corleone, confisca di beni ad eredi di Totò Riina

I militari del Ros e della compagnia carabinieri di Corleone hanno eseguito il decreto di confisca emesso dal Tribunale nei confronti di Antonina Bagarella, Giuseppe Salvatore Riina, Maria Concetta Riina, Lucia Riina e Giovanni Riina, familiari ed eredi del capo mafia Salvatore Riina, morto il 17 novembre 2017.

I beni confiscati dal valore di un milione e mezzo di euro erano stati sequestrati a luglio 2017. Si tratta di 5 mila e 700 euro pari al 95% de capitale sociale relativo alla partecipazione di Antonino Ciavarello nella ditta di riparazioni meccaniche “Clawstek srl”, a San Pancrazio Salentino (Br). Il 100% del capitale sociale della di vendita di autoricambi “Rigenertek srl” pari a 500 euro sempre di Antonino Ciavarello che si trova a San Pancrazio Salentino (Br). Cinquemila euro pari al 100% della Ac Service srl di Antonino Ciavarello ditta con sede a Lecce. Complessivamente di 17 rapporti bancari e l’abitazione a Mazara del Vallo intestata a Vito Caladrino.




Reddito di cittadinanza, perdita requisiti anche in caso di donazioni, successioni o vincite al gioco

Vincere al gioco potrebbe non essere una buona notizia per chi ha ottenuto il reddito o la pensione di cittadinanza.

Con una novità introdotta durante l’esame alla Camera è ora previsto che ”la perdita dei requisiti si verifica anche nel caso di acquisizioni di somme” sopra gli importi previsti ”a seguito di donazione successione o vincite”.

L’importo è di 6.000 euro e sale di 2.000 euro per ogni componente della famiglia, fino ad un massimo di 10.000 euro. Il superamento della soglia deve essere comunicato entro 15 giorni.

La novità, che ovviamente non riguarda solo i giochi ma tutti gli incrementi di ‘ricchezza’ che porta sopra le soglie definite, era già nella logica del provvedimento ma durante il passaggio alla Camera è stato introdotta una ulteriore formulazione che precisa chiaramente che non si può superare la soglia anche nel caso in cui questi denari siano stati regalati, ereditati o vinti al gioco.

Quest’ultimo aspetto non è sfuggito all’Agenzia Agipro, specializzata nei giochi. Ovviamente il meccanismo scatta anche se la vincita è minore ma, sommandola a quanto già si possiede, si superano le soglie previste per i requisiti patrimoniali.

Questi sono articolati a seconda delle tipologie di famiglia

Così se il valore base da non superare è di 6.000 euro, è previsto un incremento di 2.000 euro per ogni familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10.000 euro. Ci sono poi ulteriori incrementi dal terzo figlio in poi e per eventuali familiari con disabilità. Dal terzo figlio la somma si incrementa di 1.000 euro mentre per ogni disabile di 5.000 euro.