Operazione liberazione dall’inferno libico, arriva la confraternita della misericordia italiana: “Alzatevi, armatevi, partite”

L’ordinanza del Gip Alessandra Vella, giudice per l’indagine preliminare presso il Tribunale di Agrigento, inerente al caso della capitana Rackete, depositata lo scorso 2 luglio e l’emergenza umanitaria degli emigranti nei lager in Libia, scuotono le coscienze ed esigono dall’Italia e dalla sua centenaria generosità e la sua innata vocazione umanitaria, un’iniziativa  a favore di quei sofferenti, in virtù del principio giurisprudenziale testé sancito a Lampedusa e cioè, il diritto ad atti violenti umanitari.

Nelle 13 pagine dell’ordinanza, il Gip, dott.ssa
Alessandra Vella, compiendo una lunghissima e meticolosa disamina, percorre il
diritto Costituzionale, la convenzione SAR, le convenzioni internazionali, il
diritto consuetudinario e la convenzione delle Nazioni Unite sulle leggi del
mare. Un’esauriente documentazione che illustra gli obblighi del capitano in
ordine alle operazioni di soccorso in mare.

Quando poi la
dottoressa arriva a fare delle valutazioni del caso in esame, convinzioni ed
opinioni personali prendono il soppravvento ed 
accantonano la documentazione.

L’interpretazione
personale sembra volere dominare il ragionamento dell’ordinanza

Si fa
riferimento al decreto sicurezza bis,  si
commenta il fatto dei porti chiusi, si legittima  la scelta di un comandante di nave che
soccorre migranti in zona Sar libica di fare rotta verso l’Italia e non spiega
perché si esclude Malta, si legittima l’attraversamento irregolare della
frontiera, nega la  natura di nave da
guerra alla barca della finanza e altre valutazioni. Il tutto sorretto in nome
del “sovrano diritto umanitario”.

Ciò nonostante, le sentenze, si dice, vanno rispettate e la presente non fa eccezione. Comunque, questa ordinanza farà giurisprudenza e avrà dei lunghi strascichi.

Per “l’inferno libico” tre sono le considerazioni da fare: l’emergenza, gli strumenti per affrontarla, le persone e le volontà disponibili

A raccontare l’orribile scenario
dei campi di concentramento in cui si tengono segregati gli emigranti che dal
subsahariano arrivano continuamente con la vana speranza di approdare in
Europa, non c’é solamente Human Rights Watch perché altri, come Avvenire,
parlamentari vari, giornalisti ,la maggior parte dei talk show televisivi e
tante omelie dei parroci e alcune pastorali dei vescovi,  tutti sono concordi a certificare gli  orrori di quell’inferno. Le torture e le
sevizie raccontate dagli emigranti fortunatamente  riusciti ad arrivare salvi  in Italia, sono delle testimonianze oculari
di quel inferno libico dove, dicono,  ci
sia un “vero sterminio di popoli sub sahariani”.

Quale persona con un
minimo di sentimento di pietà potrebbe mai rimanere indifferente al grido di
dolore che s’innalza da quei lager?

Le ragioni per una
iniziativa umanitaria ci sono tutte e l’ordinanza di Agrigento segna il
percorso da seguire. Aspettare aiuti dall’Europa è solo un sogno, interventi da
parte  dell’Onu è una chimera,
l’assistenza delle istituzioni internazionali è un’ingenuità..

L’unica speranza resta
nella  buona volontà degli italiani che
non manca. L’Italia per la sua storia, per la sua cultura civile, sempre aperta
alla solidarietà, all’accoglienza, anche se oggi non si può più dire cattolica
al cento per cento  essendo  la stragrande maggioranza diventata laicista,
pro aborto, pro divorzio, pro unioni civili, pro eutanasia, PERO’ questa grande
maggioranza rimane più che mai sensibile a un’emergenza umanitaria e certamente
non si tirerà indietro se viene chiamata a prestare aiuto a quei sfortunati.

L’ordinanza di Agrigento del 2.7.2019 sta offrendo un’opportunità unica, un  valido strumento a tutti quegli italiani che fino ad ora hanno riempito piazze, social network, giornali, ore pomeridiane di talk show, prediche sui sacrari delle chiese e delle cattedrali, sedi di partiti e movimenti sociali, tutti pro “porti aperti”, tutti pro accoglienza, tutti pro altri gommoni stivati di povera gente verso Lampedusa, altre navi Ong che trasferiscono disgraziati dalla povertà africana all’indecenza italiana.

Un’opportunità unica
anche per don Paolo Farinella che chiuse la chiesa a natale per protestare
contro Salvini. Anche per don Armando Zappolini che per protestare gettò il
presepe dentro la spazzatura.

Sulla squadriglia navale delle Ong: la Sea Watch 1-2-3, La S.O.S. Mediterranee, la Proactive Open Arms, la Sea Eye, la Mission Lifeline con Fratoianni, Magi, Orfini, Del Rio,Faraone e friends si spera di vedere Saviano, Toscani, Leuluca Orlando, Zingaretti e Matteo Renzi. L’augurio di tanti italiani è di vedere in questa crociata Famiglia Cristiana, baluardo dell’accoglienza.

 Cari migranti sub sahariani, sofferenti in
cattività, la vostra liberazione è vicina. Arriva la confraternita della
misericordia italiana e vi riporterà tutti a casa vostra.

Suonate lo shofar! Si
parte. Barra dritta. Direzione Tripoli, Zuara.

Alzatevi, Armatevi,
partite.




Flaminia Calcio Civita Castellana: stretta di mano tra Fapperdue e Bravini

Il difensore Fabio Fapperdue, classe 1991, è stato inserito nella lista dei confermati della Flaminia Calcio Civita Castellana. E’ stata sufficiente una stratta di mano tra il giocatore e il presidente Francesco Bravini per proseguire insieme.

La carriera di Fabio è iniziata nel 2009-2010 con la Viterbese dove ha giocato per sei stagioni, poi è proseguita con la Sambenedettese, Foligno e infine nelle ultime due stagioni ha giocato con i toscani della Pienese. Dalla scorsa stagione è entrato a far parte della famiglia rossoblù dove ha collezionato trenta presenze. In tutto ha disputato in serie D 199 gare e realizzato 14 reti. “Sono pronto a dare il massimo per questa maglia anche nella prossima stagione – ha detto il difensore – ringraziamo la dirigenza e il tecnico Francesco Punzi per la fiducia nei miei confronti, che mi permette di restare a far parte di progetto ambizioso, farò del tutto per non deludere ne loro e ne i tifosi”.

Per quello che riguarda invece i trasferimenti Luca Giuliani, centrocampista , classe 99, di ritorno da una buona stagione trascorsa con la Maglianese è stato girato ai cugini della Jfc Civita Castellana.

Settore Giovanile

Il parco dei tecnici per la stagione 2019-20120 comprende: Fabio Tocci (Juniores Nazional)e coordinatore tecnico), Fabrizio Cioffi (allievi 2003), Luca Scrocca ( allievi 2004),Massimiliano Lucidi (Giovanissimi 2005), Alessandro Benedetti (Giovanissimi 2006), Mauro Fiata ( preparatore atletico), Valerio Campana (preparatore atletico), Stefania Tardani( preparatore atletico) e Emanuele Di Giovanni ( preparatore dei portieri).




Morlupo: incastrato spacciatore della zona

ROMA – Nel corso di mirati servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di droga, i Carabinieri della Stazione di Castelnuovo di Porto hanno arrestato un cittadino italiano del posto.
L’uomo, un 38enne, è stato fermato nel centro di Morlupo, dove i Carabinieri lo hanno visto cedere furtivamente un involucro sospetto ad un “cliente”.
Nelle tasche del pusher, i Carabinieri hanno rinvenuto una dose di hashish e la perquisizione scattata subito dopo nella sua abitazione ha consentito ai militari di sequestrare altri 300 gr. di “fumo” e 40 gr. di cocaina, insieme a vario materiale utile al confezionamento delle singole dosi.
L’uomo si trova, ora, agli arresti domiciliari, mentre l’acquirente, identificato, è stato segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma.
060719




Radical chic o politically correct: chi comanda in Italia?

L’Italia da tempo è affetta da un morbo intellettualoide, quello dei ‘radical chic’, o, come si chiamano oggi, dei ‘politically correct’.

Sono una malagenia derivante dai comunisti con il Rolex, quelli che vanno alla guerra con il sedere altrui. Quelli che non si capisce poi bene in nome di quale principio e di quale filosofia, – not in my backyard – sono sempre contro tutto e contro tutti, tranne che contro le loro stesse nebulose idee.

L’origine di tale classe sociale non è lontana. Lo spartiacque, ancorchè portatore di un sano e necessario antigene ad un conformismo ottocentesco dei nostri genitori, che stava uccidendo l’evoluzione delle idee, lo possiamo considerare attorno agli anni ’60, con la musica rock a far da traino e da culla, con Woodstock, l’isola di Wight e Bob Dylan e Joan Baetz e tanti altri a farne da cantori. Noi abbiamo i nostri Guccini, De Andrè, Gaber, De Gregori, Vasco Rossi, Califano, Tenco.

Tutto bene, dunque. La guerra nel Vietnam, fonte di una contestazione epocale e globale – vedi i figli dei fiori – grande sconfitta degli USA, e prolungata da Nixon per motivi politici, è stata una delle più grosse catastrofi di questo secolo. Gli unici che ne hanno beneficiato sono stati i fabbricanti d’armi e i ricostruttori. Oggi il Vietnam è un paese anche turisticamente attrattivo, lasciando ormai da parte le valanghe di cannabis consumate dai militari USA e i milioni di morti da ambo le parti, per nulla. Tutto bene, se queste manifestazioni rimanessero come fatto storico, e non fossero state strumentalizzate dalla solita sinistra come fatto ideologico e partitico. In realtà il Vietnam è stato lo strumento e il teatro di un confronto militare indiretto fra la Russia e la Cina – blocco comunista – contro il gigante imperialista e capitalista statunitense.

Per cui oggi tutto ciò che non rispecchia certe idee è ‘fascista’. Il male di questa definizione, oltre che essere un falso storico – il fascismo è stato un periodo della nostra storia e ormai è morto e sepolto– insegna alle nuove generazioni concetti non esatti e non obiettivi.

Quello che infatti bisognerebbe guardare, al di là di ogni ideologia, è l’obiettività dell’insegnamento, senza della quale la mentalità ancora da plasmare dei ragazzi viene orientata – in buona o malafede, ma propendiamo per quest’ultima – in una precisa direzione, vedi anche il recente argomento arcobaleno del gender e dell’omosessualità che si vuol far passare come normalità.

Come anche la favola del fatto che la cultura esiste solo a sinistra, visto che nelle vecchie foto del ventennio sono raffigurate alcune Camicie Nere che sorridono intorno ad un falò di libri, chiaramente di stampo contrario al regime. Ma si sa, nei regimi totalitari queste cose accadono. Come oggi in Cina, dove tutti devono giurare fedeltà al Partito, pena severe punizioni. Eppure la Cina non è un paese fascista, tutt’altro: è esattamente all’opposto, un paese da falce e martello – questo lo dico per chi ancora oggi canta ‘Bella ciao’, quando i partigiani, anche loro non scevri da colpe, sono ridotti a pochi vecchietti pieni di nastrini e medagliette, con tutto il rispetto per il ruolo della Resistenza.

L’adolescenza è una bella età, e anche l’umanità, per giungere alla maturità, deve esserci passata attraverso. L’adolescenza, ci insegnano i pedagoghi dell’età evolutiva, è l’età della contestazione; l’età in cui, contestando i genitori, ci si può formare una propria personalità e un proprio carattere, senza retaggi. In realtà, l’adolescenza della nostra società, l’età della contestazione, è passata da un pezzo, da quegli inenarrabili, irripetibili anni ’60, quando tutto era una scoperta, dal sesso alla musica, alla cultura, alle letture di autori americani. Era di moda, allora, andare in cerca di un guru, segnatamente indiano, tipo Sai Baba.

Il viaggio in India era visto come una sorta di iniziazione, e il ritorno in patria del viaggiatore visto come l’avvento di un nuovo Messia, capace di spandere attorno a sé un nuovo Verbo, a dispetto delle idee cattoliche ormai cristallizzate e onuste di sensi di colpa e di castigo dei nostri genitori e dei nostri nonni. Insomma, nuove vie spirituali per la soluzione di problemi mai risolti. Anche oggi abbiamo buddisti in ritardo, che credono di trovare la quadra della vita nella filosofia dell’annullamento. Ma non siamo orientali, checché se ne voglia far apparire.

Quindi l’adolescenza della società dovrebbe essere un fatto acquisito, e tutti dovremmo sentirci più adulti e coscienti. Tranne i ‘radical chic’, o ‘politically correct’, gli adolescenti per principio, quelli che non si sa bene cosa vogliano, ma certamente sono sempre e comunque ‘contro’: ma non si capisce neanche bene contro chi o cosa, visto che in questa società vivono, lavorano, prosperano, riuniscono i loro salottini pseudo-culturali, letterari o meno, discutono dell’ultimo film di Wim Wenders o di Sophia Coppola, o dell’ultimo Premio Strega. Sempre centellinando un Veuve Cliquot e guardando al Rolex d’oro assicurato sul polsino della camicia.

Fu proprio questo tipo di società ‘bene’ a far eleggere alla presidenza della Regione Puglia Nichi Vendola, personaggio di rottura in quanto gay e di sinistra. Degli intoccabili egocentrici, parodiati e descritti molto bene trent’anni fa da Paolo Villaggio con il suo Fantozzi. Bene, tutta questa premessa serve ad una sola cosa: spiegare il perché Salvini non riesce a far bloccare i nostri porti. Operazione legittima, secondo la legge e secondo i nostri ordinamenti, e che ha ridotto al minimo le morti in mare. Ma purtroppo il muro dei radical chic e così via fa opinione, appunto, andando a combattere con il sedere degli altri, visto che nessuno di coloro che strepitano contro il respingimento, s’è mai offerto di ospitare i malcapitati. I quali, rei soltanto d’aver dato fiducia a ciò che nella loro patria gli hanno raccontato delle meraviglie dell’Italia e del loro dolce far niente, riscuotendo ogni giorno il corrispettivo di un mese di lavoro, o forse più, fra donne facili perché a capo scoperto – e scoperto non solo quello, oggigiorno – donne che si possono tranquillamente sottoporre con violenza ai bisogni dei propri straripanti ormoni; una terra in cui se protesti perché non ti piacciono le penne al sugo e il Cordon Bleu con le patate, subito lo puoi buttar via e ti danno il pollo e il riso, quello che tu (non) mangiavi a casa tua: giusto per la nostalgia. Puoi prendere i mezzi pubblici, treno, autobus, metro, senza pagare; e se ti chiedono il biglietto puoi picchiare il controllore, l’autista, i passeggeri. E se poi ti beccano, puoi picchiare i poliziotti, i carabinieri, la finanza, i vigili urbani, prenderli a morsi e scappare. E se non riesci a scappare, puoi far causa se ti fanno male durante l’arresto.

Alcuni Comuni, come quello di Milano, ino ossequio alla filosofia radical-chic e politically correct, hanno vietato perfino l’uso del taser, e lo spray al peperoncino è di dubbia legalità. E comunque, anche se vai a processo e ti condannano, stai tranquillo, perché nessuno ti metterà in galera, nessuno ti potrà espellere e rimandare nel tuo paese d’origine: i decreti di espulsione sono di carta, si piegano in quattro e si mettono in tasca. Perché questo è il paese di Bengodi, dove anche i magistrati sono dalla tua parte nell’interpretazione della legge, e dalla parte di chi, come Carola Rackete, la legge la mette sotto i piedi in almeno cinque modi diversi.

E, vedi, neanche lei ne subisce le conseguenze. Dal ‘luogo segreto’ in cui è stata portata per ‘motivi di sicurezza’ in seguito alle proteste della Germania, vedi lettera di Seehofer a Salvini – ma non era morto il Terzo Reich? Questo è il Quarto-Merkel? E perché ve la prendete con Mussolini, il ‘dittatore de noantri’? – non si sa dove sia andata a finire. Qualcuno dice in Australia, a sfogare la sua mania, anch’essa radical-chic e politically correct di donna bianca, rasta, ricca, viziata, nata dalla parte giusta del mondo, carica di opinabili tatuaggi – che brutta moda! – che nella pratica anche lei non sa che vuole. A trentadue anni, ancora adolescente. Il che sarebbe magnifico, se non denotasse una totale mancanza di maturità.

In Italia abbiamo, invece di Carola, il nostro Casarini, anche lui sempre ‘contro’. Dove c’è una legge dello Stato, fa di tutto per disobbedire, un adolescente a vita, un ‘disobbediente’ anche durante i fatti di Genova, insomma, anche pluripregiudicato. Il che non è proprio la giusta compagnia che vorremmo per i nostri figli. Casarini ha guidato l’approdo dell’Alex, la quale barca ha scaricato, stanotte verso l’una, tutti i suoi occupanti, per motivi dichiaratamente igienici. Immaginiamo la coda alle toilettes del porto di Lampedusa, dopo tanti giorni di navigazione: evidentemente non sono rimasti digiuni.

E poi parliamo di inquinamento dei mari per gli scarichi fognari delle città, dove i depuratori funzionano male o non ci sono del tutto! Un’altra nave umanitaria della Sea Eye tedesca ha preferito virare di bordo e dirigersi verso Malta, sperando di trovare meno coda ai cessi. Ma ormai il blocco dei porti non esiste più, e Salvini litiga con la Trenta perché dovrebbe mettere in atto ciò che la Meloni va predicando da anni: un blocco navale. Che non sarebbe una novità, visto che il PD, presidente del Consiglio Gentiloni, lo ha già attuato in passato. Alla faccia di Renzi che ci ha venduti per un piatto di lenticchie all’Unione Europea! Insomma, tanti migranti in Italia proprio non sappiamo dove metterli, ma pare che, secondo i 28 dell’Europa, il nostro paese sia l’unico che li può – li deve – accogliere, pena l’esser tacciati di scarsa o nulla umanità, pietà, principi cristiani, quelli stessi di cui bellamente si fottono i buddisti e gli atei, oltre che gli islamici, tranne che i profughi siano i loro. Anche il Vaticano, notoriamente inconcludente, a parte le esternazioni del Papa e dei suoi subalterni, pontifica – come è corretto dire – a proposito di accoglienza. Ma si vede che anche fra loro ci sono i radical-chic o politically correct. Perché in realtà non fanno nulla di tasca propria, tranne di recente con la Comunità di S. Egidio e le Chiese Evangeliche, creare – questo sì! – un corridoio umanitario con volicharter per profughi che realmente hanno diritto d’essere accolti, come i Siriani – perchè in Siria c’è davvero la guerra.

Allora il problema rimane insoluto. I migranti devono venire in Italia, ma dove metterli e cosa farne non si sa, se non alimentare le solite organizzazioni ‘umanitarie’ che se ne fanno carico e ci fanno la cresta. Se tutti i buonisti di maniera che protestano perchè siamo ‘cattivi e inumani’ prendessero in casa un migrante ciascuno, il problema – nostro – sarebbe risolto, ma non il loro. Perchè a loro basta protestare, anzi è un dovere civico farlo, a spese altrui. E poi? Tranne i pochi onesti, gli altri sono a spasso tutto il giorno a far danni, sapendo d’essere impuniti. E Salvini, sputtanato da Carola e dal giudice Vella, non può più reagire.

Quando un magistrato annulla l’autorità di un ministro del governo, siamo davvero a chiederci chi comanda in Italia. Sta a vedere che sono i radical-chic – o i politically correct?




Roma, Torre Spaccata: lite in famiglia finisce a coltellate

ROMA – Problemi di convivenza e dissidi familiari sono alla base dello scontro che ieri sera è culminato con 4 coltellate. A sferrare i colpi alla testa e all’addome del fratello è stato un 56enne romano, immediatamente arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma con l’accusa di tentato omicidio.

I fatti sono avvenuti nell’abitazione in via Adolfo Giaquinto, zona Torre Spaccata, dove l’arrestato convive con la vittima, 53enne romano, e l’anziana madre, 78enne. Proprio la donna ha allertato un terzo fratello, che non abita con loro, riferendogli che i suoi due altri figli stavano litigando animatamente per futili motivi, il tutto alimentato anche dall’assunzione di alcolici durante la cena.

I Carabinieri, intervenuti su richiesta del terzo fratello preoccupato dalla situazione, hanno trovato il 56enne, in evidente stato di alterazione psicofisica, ancora con il coltello insanguinato in mano. L’uomo ha lasciato subito l’arma ed è stato bloccato. In un’altra camera, i Carabinieri hanno trovato la vittima con ferite alla testa, all’addome e ad una gamba, e l’anziana madre con una ferita alla mano, che si è procurata nel tentativo di dividere i figli.

I feriti sono stati soccorsi e portati al pronto soccorso dell’ospedale “Vannini”: il 53enne è stato ricoverato con prognosi di 40 giorni, non in pericolo di vita, mentre la madre è stata medicata e ne avrà per 7 giorni.

I Carabinieri hanno sequestrato gli abiti e il coltello utilizzati dal 56enne che è stato portato in carcere a “Regina Coeli”.




San Giovanni, movida nel mirino: arrestato uno spacciatore e denunciate due persone

Ieri notte, i Carabinieri della Compagnia Roma Piazza Dante hanno eseguito mirati controlli nel quartiere San Giovanni, arrestando una persona e denunciandone altre due.

Un 55enne tunisino, senza fissa dimora e con precedenti, è stato arrestato perché bloccato appena dopo aver ceduto alcune dosi di eroina ad un 46enne romano, identificato e segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo, quale assuntore. Nelle tasche del pusher sono state trovate altre dosi e 200 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio.

Un 38enne romano, già sottoposto agli arresti domiciliari per reati inerenti gli stupefacenti, è stato trovato all’interno del condominio dove abita. Allontanatosi senza nessuna autorizzazione dal suo appartamento, è stato denunciato a piede libero per evasione.

Un 35enne del Camerun, senza fissa dimora e con precedenti, fermato per un controllo e stato trovato in possesso di 5 smartphone. L’uomo non ha saputo giustificarne il possesso e l’esatta provenienza ed è stato denunciato. I Carabinieri hanno sequestrato i telefoni cellulari, che saranno oggetto di accertamenti al fine di risalire ai legittimi proprietari.

I Carabinieri della Compagnia Roma Piazza Dante hanno anche sanzionato un 36enne del Bangladesh sorpreso a consumare, oltre l’orario consentito, bevande alcoliche in strada, in violazione dei divieti imposti dall’ordinanza del Comune di Roma.

Nel corso dei controlli sono state identificate oltre 55 persone e controllati 30 veicoli.




Roma, Villa Borghese: si denudano e si lavano alla fontana

ROMA – Danno spettacolo in pieno centro a Roma con la cornice di Villa Borghese a fare da sfondo: si denudano e poi si lavano nella fontana in via delle Magnolie. Un viale della rinomata villa romana. Si tratterebbe di due stranieri. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine.




Roma, neonata trovata morta nel tevere: si indaga per omicidio

ROMA – Il corpo di una neonata è stato trovato nel Tevere all’altezza di ponte di Mezzocamino. A recuperarlo i vigili del fuoco con il nucleo sommozzatori. Dalle prime informazioni, sembra che il corpo fosse a ridosso della vegetazione.

A dare l’allarme il proprietario di un ristorante vicino che ha notato il corpicino a ridosso della folta vegetazione mentre stava pescando. Sul posto i poliziotti della squadra mobile, del commissariato Esposizione e della scientifica per i rilievi. L’area è transennata.

Da un primo esame esterno del corpo della neonata trovata morta oggi pomeriggio nel Tevere si ipotizza che il decesso possa risalire al massimo a uno o due giorni fa, la bimba è nata viva. E’ quando emergerebbe dai primi accertamenti. Ma sarà l’autopsia a stabilirlo con certezza. La polizia indaga per omicidio.




Roma, via Maria Battistini: viene rapinata mentre è alla guida della sua auto

ROMA – In via Maria Battistini una donna è stata rapinata da due malviventi a bordo di uno scooter mentre si trovava alla guida della sua autovettura. I due hanno avvicinato la macchina della signora quindi dopo averla minacciata l’hanno rapinata. Sul posto gli uomini della Polizia di Stato per gli accertamenti del caso.




Dopo la Sea Watch arriva il veliero Alex: ancora scontro fra le Ong ed il ministro dell’Interno Matteo Salvini

E’ ancora scontro fra le Ong ed il ministro dell’Interno Salvini sui salvataggi di migranti in mare e la volontà di portarli a Lampedusa.

La nave ‘Alan Kurdi’ della Ong Sea Eye, con a bordo 65 naufraghi, sfida il titolare del Viminale e si dirige verso l’isola. In un tweet la Ong afferma: “Non siamo intimiditi da un ministro dell’Interno”. E’ stallo intanto anche per il veliero ‘Alex’, con 41 profughi a bordo. Salvini insiste: “Vada a Malta”. Ma l’Ong replica: “Andare a Malta mette a rischio l’incolumità delle persone”.

“Con 65 persone soccorse a bordo ci stiamo dirigendo verso Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell’Interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo”. Così Sea Eye in un tweet in mattinata, sulla rotta presa dalla nave Alan Kurdi dopo il salvataggio di ieri. Una motovedetta della Guardia di Finanza ha notificato al comandante della nave il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane.

“In queste condizioni andare a Malta mette a rischio sicurezza e incolumità persone. Lampedusa ora è il solo porto sicuro possibile” ha affermato Mediterranea in relazione alla situazione della nave Alex con a bordo migranti salvati dal naufragio.

Successivamente in un tweet la ong ha annunciato di far rotta verso Lampedusa. “Di fronte alla intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo Alex ha dichiarato lo stato di necessità e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco”.




Anzio, brutta sorpresa: torna a casa e la trova occupata con dei cani dentro

ANZIO (RM) – Rientra a casa e la trova occupata con tanto di cani a fare la guardia per impedirgli di entrare. Questo è successo a un uomo nel pomeriggio. Davvero una brutta sorpresa in questo caldo sabato di luglio. Il proprietario dell’abitazione ha chiamato le forze dell’ordine