Carola Rackete, un gravissimo precedente e un insulto per la legalità

Ora anche i meno complottisti del mondo si saranno resi conto della macchinazione ordita alle spalle non di Salvini, e non soltanto di lui, ma di tutto il popolo italiano, proprio quando questo governo ha dimostrato di saperci fare, portando a casa un’epica vittoria contro la dittatura europea – quella sì.

I nostri conti, hanno dovuto ammettere i tristi personaggi che ci fanno le pulci– a differenza di quanto accade con altre nazioni, vedi la Francia di Macron – sono più che in ordine, lo spread precipita e gli interessi sui decennali pure, diminuendo a vista d’occhio il nostro debito pubblico. Sì, perché il nostro tanto sbandierato debito pubblico, come se fosse il risultato di un governo scialacquatore (comunque precedente all’attuale), viene invece da interessi su quel debito che la cara Europa ci ha voluto imporre con il nostro ingresso nella federazione, pretendendo, e inserendo addirittura in Costituzione – con la complicità dei soliti noti al potere in quel momento – il pareggio di bilancio, che, notoriamente è un’idiozia contabile, oltre che un suicidio per le nazioni che lo volessero o dovessero mettere in atto.

Non contenti di questo, i soliti ‘poteri forti’ – ognuno se li può configurare come vuole, tanto non cambia niente fare i soliti nomi, li conosciamo tutti, specie dopo la pubblicazione di un libro subito sparito dopo la sua pubblicazione, ‘La Matrix europea’ del collega Francesco Amodeo, ma reperibile su ebay – si sono scatenati contro il nostro ministro dell’Interno, colpevole, a sentire i soliti ‘antifascisti’ di maniera, buoni per tutte le stagioni, di adottare metodi ‘fascisti’ per governare l’Italia.

Intanto oggi 80 cosiddetti ‘migranti’ risultano ‘dispersi’ al largo della Tunisia, e poche speranze ci sono di trovarli in vita – anzi, nessuna. Questa è la risposta alla vicenda Sea Watch da parte dei trafficanti di esseri umani, complici le navi ‘umanitarie’ che fanno servizio taxi. Queste nuove morti, architettate con sommo cinismo, caricheranno ancora di più il peso sulle spalle di Salvini, come è già accaduto. Senza tener conto che per la sua opera decisa e ferma, di Salvini, molti hanno scelto vie migratorie alternative, diminuendo esponenzialmente il numero dei morti in mare. Accogliere gli stranieri che ne hanno titolo si può, e si fa, con i voli charter organizzati dalla Comunità di S. Egidio di concerto con le Chiese evangeliche.

Non si può tollerare, invece, una migrazione selvaggia e senza regole che ci si vuole imporre, con tutte le conseguenze del caso, non ultimo, come già avvenuto, il disordine sociale e lo sfruttamento delle mafie nostrane sui contributi da erogare agli stranieri. Riteniamo che il magistrato – pare che sia di sinistra – che ha liberato Carola, non confermandone il sacrosanto arresto, non possa non essersi reso conto del gravissimo vulnus istituzionale inferto all’autorità dello Stato, e ciononostante abbia operato in quel senso.

Dobbiamo dire che la Magistratura non è di sinistra, e che le sentenze non si discutono?

Bene, fin quando sono con i piedi per terra. Ma quando si evince dai fatti che:

1) i migranti erano già stati tratti in salvo, dopo essere stati abbandonati in acqua libiche, dove la Sea Watch 3 avrebbe agevolmente potuto metterseli a bordo;

2) la fissa della comandante di volerli per forza portare in Italia, mentre aveva a disposizione, dopo 17 giorni di navigazione, i porti francesi o spagnoli;

3) l’aver forzato, nonostante i divieti e le ripetute comunicazioni delle autorità marittime, un blocco stabilito dal ministero di una nazione sovrana, almeno nelle proprie acque territoriali:

4) aver traccheggiato con i parlamentari di sinistra, sconfitti in patria e alla ricerca di una purchessia rivincita, conniventi in questa operazione illegale, affinchè appoggiassero la violazione palese della legge, a tempo e luogo voluto dalla comandante;

5) l’aver comunque voluto entrare in porto, nonostante il divieto della Guardia di Finanza, notoriamente un corpo militare, contro cui ogni azione viene classificata come di attacco;

6) l’aver costretto, con rischio per la vita dei finanzieri, la motovedetta della GdF contro il molo, schiacciandola e costringendola a cercare scampo nella fuga, motovedetta che si interponeva fra il molo e la nave ‘umanitaria’ per impedirne legittimamente l’attracco; bene, allora non si può tirare in ballo il ‘caso di necessità’, negando l’arresto di una donna che ha commesso più reati, e commettendo, a nostro parere, un ulteriore reato, quello di omissione di atti d’ufficio nel confronti di Carola Rackete, per la quale già s’era scomodata nientemeno che la Germania, senza parlare dei soliti buonisti, pronti a raccogliere centinaia di migliaia di euro per pagarle la multa di 50.000 euro, legittimamente comminata.

Dicevamo che l’azione del magistrato è di una gravità inaudita, a parere di chi scrive, e gravida di conseguenze

Stabilito il precedente, infatti, chiunque potrà ripetere le eroiche gesta di Zorro in gonnella, senza timore d’esser sanzionato in alcun modo. Ci chiediamo se questa solerte Magistratura non voglia piuttosto costituirsi in partito, visto che a Salvini è stato consigliato di vincere un concorso – in Magistratura – per poter parlare. Certo, è comodo trincerarsi dietro una presunta ‘autonomia e indipendenza’ dell’Ordine, per poter fare ciò che conviene ad una certa parte politica, senza rischio di conseguenze, come da ciò che si vede si può dedurre.

Vogliamo chiedere ad un giudice qualsiasi se secondo lui bisogna operare per il bene della nazione in cui si vive, oppure per il bene di qualche altra parte, segnatamente politica. O se colpendo Salvini si può mai pensare di fare il bene dell’Italia, visto che si tratta di un vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno, e di un governo non golpista, ma eletto dai cittadini, dei quali nessuno mostra d’aver considerazione – o ci vuole rispetto per l’Autorità costituita.

Altre volte da queste colonne abbiamo osservato che alcune sentenze – vedi la legittima difesa – non erano state emesse tenendo presente il senso comune dell’uomo della strada, ma abbiamo compreso che le leggi magari non sono chiare o sufficienti, e l’interpretazione può essere di varia natura – come quando mandate a piede libero il solito nigeriano che aggredisce a morsi i nostri carabinieri e poliziotti. Ma questa volta, scusate, dobbiamo proprio ammettere che avete superato voi stessi. In chiusura, dato che l’ho citato, è doveroso riportare il sottotiolo in copertina del libro di Francesco Amodeo ‘La Matrix Europea’, un’inchiesta giornalistica, che vi consiglio di leggere: “Organizzazioni elitarie hanno dichiarato guerra ai popoli e alle loro democrazie. L’Unione Europea è il loro quartier generale, l’Euro la loro arma. Il piano di conquista degli uomini del Bilderberg in Italia”. Vi assicuro che non vi annoierete.




Settebagni: la polizia salva cinque cuccioli abbandonati

A Settebagni cinque cuccioli sono stati abbandonati in uno scatolone con la scritta “regalo”. I piccoli amici a quattro zampe sono stati salvati dalla Polizia di Stato.

Una scatola di cartone con la scritta  “regalo” e dentro 5 splendidi cuccioli.

Sono stati trovati così, poco prima delle 7 di questa mattina, dagli agenti della Polizia di Stato del Reparto Prevenzione Crimine, non lontano dalla loro caserma di Settebagni.

I cagnolini, in buone condizioni, ma tremanti per la paura e sporchi per le tante ore passate nella scatola, sono stati abbandonati lì forse perché nelle vicinanze c’è uno studio veterinario.

I poliziotti, con l’aiuto di alcuni cittadini, hanno rifocillato e pulito i cuccioli, poi, con l’apporto della ASL, hanno affidato 3 cagnolini al canile municipale, mentre gli altri 2 sono stati adottati “in tempo reale” da una delle signore lì presenti.




Teramo, maltrattava i bambini di 6 anni: sospesa per sei mesi una maestra

Violenza fisica e verbale. Un comportamento deplorevole che è stato punito sebbene in molti polemizzino il fatto che la sospensione dal suo lavoro per sei mesi sia forse riduttiva rispetto alla condotta tenuta nei confronti di bambini. Ma vediamo cosa è successo.

A seguito di un’articolata attività d’indagine validamente compiuta dalla Polizia Postale di Teramo sotto la direzione di questa Procura della Repubblica, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico servizio per la durata di sei mesi nei confronti di un’insegnante presso una scuola per l’infanzia della provincia di Teramo, ritenuta responsabile del reato di maltrattamenti ai danni di minori di età compresa tra i cinque ed i sei anni.

L’indagine veniva avviata a seguito di alcune segnalazioni pervenute al predetto organo di Polizia Giudiziaria circa il frequente ricorso da parte della maestra a metodi eccessivamente energici per contenere l’esuberanza degli alunni più vivaci.

Attraverso le intercettazioni ambientali svolte nell’aula occupata dalla classe affidata all’indagata tali segnalazioni trovavano puntuale riscontro.

Le video-registrazioni acquisite consentivano, infatti, di documentare il carattere abituale delle violenze fisiche e morali quotidianamente usate dall’insegnante nei confronti dei piccoli alunni.

In particolare, attraverso l’attento lavoro ricostruttivo svolto dal personale della Polizia Postale venivano individuati numerosi episodi in occasione dei quali la maestra redarguiva i bambini con schiaffi, pizzicotti e tirate d’orecchio, li metteva a sedere con spinte, strattoni e trascinamenti ed, inoltre, rivolgeva loro espressioni umilianti minacciando di sottoporli a punizioni mortificanti.

Le risultanze delle operazioni investigative hanno costituito il presupposto per la contestazione del reato di maltrattamenti, che ricorre ogniqualvolta vi sia un sistematico ricorso ad atti di violenza quale ordinario trattamento del minore, anche ove sostenuto da animus corrigendi.

La richiesta di misura interdittiva proposta dalla Procura della Repubblica di Teramo è stata accolta dal Giudice per le indagini preliminari dopo aver valutato le argomentazioni fornite dall’indagata nel corso del suo interrogatorio inidonee a giustificare l’utilizzo di metodi educativi informati all’uso della violenza fisica e verbale.




Roma centro, in manette tre corrieri della droga

 Nella tarda serata di ieri, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro hanno raccolto i frutti di una lunga attività di osservazione e pedinamento di un cittadino marocchino sospettato di essere un corriere di droga.

I militari lo hanno seguito fino alla zona di Camporomano, dove, poco prima delle 22:00, l’uomo, un 38enne domiciliato a Roma e con precedenti, ha incontrato altri due connazionali di 28 e 29 anni, anche loro pregiudicati, per effettuare la consegna di un panetto di hashish del peso di 2 Kg.

Il rendez vous è stato immediatamente interrotto dall’intervento dei Carabinieri che hanno bloccato i tre “soci” e sequestrato il panetto.

Subito dopo, sono scattate le perquisizioni nelle rispettive abitazioni dei fermati: in casa del 38enne, i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato ben 38 Kg di hashish, 1,5 Kg di marijuana e oltre 2.000 euro in contanti ritenuto provento della sua illecita attività.

Nel domicilio del cittadino marocchino di 29 anni, invece, i Carabinieri hanno scoperto una carta di identità francese risultata contraffatta, una macchina contasoldi, circa 7.600 euro in contanti e un jammer, disturbatore di frequenze per segnali telefonici e GPS.

Tutto il materiale è stato sequestrato, mentre i tre corrieri sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Regina Coeli, dove rimangono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




Ciampino, movida nel mirino: scattano ordinanze per due pub

Anche per il mese di luglio sono state adottate ordinanze di polizia, previste dal decreto “Sicurezza”, nei confronti di un esercizio commerciale e di un pub entrambi posti in via S. Francesco d’Assisi, nei pressi della stazione ferroviaria. In particolare, tali ordinanze limitano l’orario di vendita delle attività imprenditoriali, così come già occorso nell’anno 2018, a seguito del verificarsi di una serie continua di episodi, prevalentemente in orario serale e notturno, di disturbo della quiete pubblica e di degrado urbano, comportamenti accertati anche a seguito di specifiche segnalazioni dei residenti della zona. Di fatto, la situazione accertata aveva fatto registrare una compromissione della qualità urbana in termini di garanzia del mantenimento della quiete pubblica e del riposo notturno, con consequenziale detrimento delle condizioni di vivibilità della zona.

Prima dell’adozione delle ordinanze, il Comando di Polizia Locale, la Tenenza Carabinieri di Ciampino e il Commissariato di Marino hanno effettuato per entrambe le attività specifici controlli di polizia amministrativa e di controllo della clientela, riscontrando importanti irregolarità ed accertando, altresì, frequentazioni di soggetti pregiudicati della zona. Durante il corso di questi accertamenti, inoltre, è stato riscontrato che per aggirare il divieto di vendita e somministrazione di prodotti alcolici ai minorenni, un compiacente amico maggiorenne veniva incaricato da un gruppo di giovanissimi di acquistare bevande alcoliche presso il minimarket che venivano successivamente consumate aggiungendole a bibite non alcoliche somministrate dal pub (tecnica del “cocktail fai da te”). 

Successivamente all’adozione delle ordinanze, che hanno disposto per l’attività commerciale la chiusura alle ore 20.00 e per il locale di intrattenimento la chiusura entro le ore 21.00, non si sono registrati ulteriori episodi di disturbo della quiete pubblica e di degrado urbano, garantendo così il riposo e il quieto vivere della cittadinanza, con apprezzata e dichiarata soddisfazione da parte dei residenti del quartiere direttamente manifestata ai tutori dell’ordine. 

I provvedimenti sono stati adottati in linea con quanto previsto dal Decreto “Sicurezza” dell’anno 2018 (D.L. 113/2018 convertito con modificazioni dalla L. 01.12.2018 n. 132) sulla scorta di quanto inizialmente previsto dal Decreto “Sicurezza” dell’anno 2017 (D.L. 14/2017 convertito dalla L.18.04.2017 n. 48) che ha attribuito al Sindaco la competenza, su proposta del Comando della Polizia Locale, di disporre con  ordinanza non contingibile e urgente, provvedimenti di limitazione in materia di orari di vendita al fine di assicurare il soddisfacimento delle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti (ex. art. 50 c.7 bis D.LGS. 18.08.200, N. 267 TUEL).

In questo contesto, i provvedimenti di natura cautelare sono stati adottati in una logica giuridica di contemperamento degli interessi tra il diritto alla tutela della salute pubblica, del benessere psicofisico e della quiete dei residenti, sicuramente preminenti rispetto al libero esercizio dell’iniziativa economica.




Lavinio, sequestro di due manufatti abusivi sulla spiaggia: aggressione a polizia locale di Anzio

“La CISL FP esprime sdegno per la distruzione dei due veicoli della Polizia Locale di Anzio e solidarietà a tutto il Comando.”
“Dobbiamo ancora una volta denunciare un attacco alla Polizia Locale, ciò che è accaduto ad Anzio è di una gravità inaudita – afferma Giancarlo Cosentino, Coordinatore Nazionale Cisl FP Polizia Locale – e deve far riflettere tutte le istituzioni sul delicato compito che ufficiali ed agenti della Polizia Locale sono chiamati a svolgere ogni giorno nei propri
territori”.
Cosentino analizza quanto emerge dalla prima ricostruzione dei fatti: “il fatto che ad un’attenta e puntuale azione del Comando della Polizia Locale di Anzio, che era impegnato insieme alla Capitaneria di
Porto al sequestro di due manufatti abusivi sulla spiaggia di Lavinio, sia corrisposta la distruzione di due auto di servizio, rappresenta un attacco alle istituzioni ed allo Stato che in quel momento gli uomini
in divisa stavano rappresentando”.

“Questo grave episodio, conclude Cosentino, si verifica solo pochi giorni dopo la tentata aggressione subita dalle colleghe al Comando di Ardea, al
Comandante di uno dei gruppi di Roma Capitale ed al Comandante di Minturno. Esprimiamo piena solidarietà al Comandante Sergio Ierace e a tutto il Comando della Polizia Locale, oltre che alla Città di Anzio tutta, e chiediamo che l’Amministrazione comunale si costituisca parte civile nel processo che si terrà una volta individuati i responsabili.
Sollecitiamo ancora una volta, inoltre, il Governo, affinché vengano riconosciute agli appartenenti dei Corpi di Polizia Locale di tutta Italia le tutele previdenziali, assistenziali, economiche e giuridiche
riservate alle altre forze di Polizia statali, attraverso quella riforma della Legge Quadro della Polizia Locale che giace purtroppo da decenni nei cassetti e che risulta oramai improcrastinabile.”




Ostia, attimi di paura: padre aggredisce la figlia

OSTIA (RM) – Viene aggredita dal padre e riesce a chiamare la polizia per chiedere aiuto. L’uomo, un soggetto con disturbi psichiatrici, subito dopo l’aggressione si è allontanato dall’abitazione con la propria auto. Sul posto è intervenuta una volante del 113.




Roma, Tor Carbone: investita una persona

Incidente grave a via di Tor Carbone dove una persona anziana è stata investita da un veicolo. La donna è cosciente ma c’è sangue e diversi frammenti di vetro a terra. Sul posto l’ambulanza e le volanti della Polizia di Stato




Roma, da in escandescenze e minaccia il compagno con un coltello

Momenti di panico in via della Caffarelletta dove una 34enne con un coltello in mano e ubriaca minaccia il compagno. Sul posto la Polizia di Stato.




Napoli: gli assiri danno spettacolo sul Vesuvio

“Gli Assiri all’ombra del Vesuvio” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 16 settembre. Una straordinaria exhibition nella Sala Meridiana del polo museale campano che mostra lati della vita quotidiana del popolo dell’alto Tigri, un focus della regione dell’Assiria, l’odierna Iraq.
“L’impero assiro rivive al Museo Archeologico di Napoli in tutto il suo splendore parlandoci di eredità profonde” ha dichiarato il Direttore del MANN, Paolo Giulierini, un percorso espositivo ad anello in tre sale che accompagna i viaggiatori in un immersion nella storia e alla scoperta di una grande civiltà grazie all’aiuto della multimedialità e l’archeologia.

Il progetto scientifico è una sinergia tra il MANN e l’Università degli stufi di Napoli “L’Orientale” selezionando oltre quarantacinque reperti, provenienti dal British Museum, Ashmolean Museum, Musei Vaticani, Museo Baracco, Musei Civici di Como e Musei Reali di Torino: fulcro dell’allestimento, i calchi ottocenteschi, appartenenti alle collezioni del MANN e non esposti da molti anni.

Il lato innovativo del Museo Archeologico partenopeo è il
percorso espositivo grazie all’utilizzo delle dotazioni tecnologiche, il cui
coordinamento progettuale è stato affidato al Prof. Ludovico Solima (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”) con la finalità di diventare uno spazio permanente del museo: filmati, musiche originali, occhiali multimediali, diffusori di fragranze che riproducono i giardini assiri e il gusto, con degustazioni che i viaggiatori potranno assaggiare con prodotti alla liquirizia che il popolo assiro usava a scopi medicinali. La
conferenza stampa della mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio” è avvenuta il 3 luglio, ed hanno partecipato il Direttore del Museo archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Giuseppina Ercole




Fiumicino, latitante dal 2015: catturato Gianni Siciliano, il “Re delle truffe informatiche”

E’ terminata nei pressi di Fiumicino (RM), in un supermercato del Parco Leonardo, la latitanza di Gianni Siciliano, classe 1982, originario della provincia di Cosenza e considerato un vero e proprio “re delle truffe online”, tanto da aver collezionato negli anni numerose condanne definitive, anche per il reato di associazione per delinquere, il cui cumulo ha fatto scattare l’ordine di esecuzione di pene concorrenti, emesso a suo carico dalla Procura della Repubblica di Roma nell’ottobre del 2014 ed al quale il Siciliano era riuscito a sottrarsi fino all’epilogo odierno.

Gli operatori della Polizia Postale di Cosenza e della Stazione Carabinieri di Torano Castello (CS), coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza e coadiuvati da personale dei Compartimenti Polizia Postale di Reggio Calabria e di Roma, con l’ausilio del Servizio Polizia Scientifica di Roma  e della Stazione Carabinieri di Fiumicino, lo hanno infatti scovato e tratto in arresto all’interno del Centro Commerciale “ Parco Leonardo” di  Fiumicino mentre, dopo avere effettuato la spesa al supermercato, si stava dirigendo indisturbato verso la propria abitazione sita nelle adiacenze, all’interno dello stesso Parco.

Separato e padre di una figlia, si è messo in luce fin dall’inizio della propria carriera criminale quale abile utilizzatore delle opportunità offerte dall’era digitale per realizzare truffe attraverso i siti dedicati all’e-commerce, creandosi false identità di venditore, nella convinzione di poter mantenere l’anonimato e di non essere mai identificato.

In una prima fase, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ingaggiava i compratori tramite il portale EBay, che ai tempi rappresentava il primissimo sistema di vendita online. Successivamente veniva accertato il suo coinvolgimento anche in una importante operazione di polizia giudiziaria, denominata “Mach Point”, che permetteva di smantellare un’organizzazione criminale attiva nel settore dell’hacking, della contraffazione di carte di credito e delle truffe on line, per poi dedicarsi alla pratica di ingannare ignari ed ingenui acquirenti tramite il portale subito.it.

In esito alle indagini condotte dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri a seguito di numerosissime denunce sporte dalle vittime, il Re delle truffe informatiche veniva, in pochi anni, indagato nell’ambito di procedimenti aperti da varie Procure della Repubblica di tutt’Italia, da cui scaturivano ben otto condanne definitive per i reati di associazione per delinquere, rapina, ricettazione, riciclaggio, truffa e altro, per un totale di oltre 40 capi d’imputazione contestati e che confluivano nell’ordine di esecuzione per la pena complessiva di anni 5 e mesi sei di reclusione, eseguito oggi dalla Polizia Postale di Cosenza e dai Carabinieri di Torano Castello, sotto le direttive del Sostituto Procuratore della Repubblica di Cosenza Dr.ssa Maria Luigia D’Andrea, con il coordinamento del Procuratore Capo Dr. Mario Spagnuolo.

Dalle indagini della Procura della Repubblica di Cosenza è emerso peraltro che il Siciliano, anche durante la latitanza, avrebbe continuato ad operare nel settore delle truffe online, utilizzando schede telefoniche e carte di credito intestate a terzi soggetti, per porre in vendita on line pezzi di ricambi per auto, elettrodomestici di ogni genere, cani e gatti di ogni razza e tanti altri beni, riscuotendo il prezzo pattuito tramite le ricariche effettuate dalle vittime che, ovviamente, non ricevevano in cambio il bene acquistato. Sono tuttora al vaglio degli investigatori centinaia di casi nei quali si ritiene plausibile il coinvolgimento del Siciliano e che, insieme a quelli già definiti con sentenze, fanno ipotizzare un danno complessivo per le vittime quantificabile in centinaia di migliaia di euro.

Con l’operazione interforze “Prova a prendermi 3.0” è terminata quindi la latitanza di Gianni Siciliano ma, si ritiene, sia stato anche posto un freno ad un’attività criminale attuale e redditizia, che ha visto negli anni raggirate e danneggiate numerose vittime in varie parti d’Italia.

La paziente analisi, da parte degli specialisti della Polizia Postale, delle tracce informatiche generate dalle sim utilizzate per le compravendite, per la connessione dati necessaria per gli annunci on line e di quelle relative ai sistemi di pagamento utilizzati per la riscossione dei proventi delle truffe, con la preziosa e minuziosa opera di raccolta ed elaborazione di importanti informazioni effettuata dagli investigatori dei Carabinieri – i quali hanno elaborato e messo in correlazione i dati relativi al positioning delle utenze telefoniche, delle carte e degli atm utilizzati dal Siciliano – ed il contributo tecnico degli operatori della Polizia Scientifica nella fase esecutiva, hanno consentito agli inquirenti di ricostruire le dinamiche criminali e di concentrare le ricerche del latitante in una zona ben precisa del litorale laziale, riuscendo infine a rintracciare il “re delle truffe”.

L’aumento esponenziale delle truffe online, proporzionale all’evoluzione e diffusione delle nuove tecnologie per la conclusione tramite il web di transazioni commerciali di vario genere e dei relativi pagamenti, impone a tutti gli utenti una maggiore attenzione e consapevolezza ed è per questo che sono state avviate da tempo campagne mediatiche mirate a sensibilizzare il pubblico su alcuni importanti accorgimenti da adottare quando si vogliono effettuare acquisti o vendite in rete.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni e l’Arma dei Carabinieri hanno divulgato, anche di recente, sui rispettivi siti istituzionali, le proprie guide per gli acquisti sicuri contro i rischi dell’e-commerce sia in occasione delle principali festività che nell’imminenza della stagione estiva, periodi nei quali aumenta il volume degli affari ed il rischio di incappare in spiacevoli trappole ordite con offerte allettanti di beni, servizi, viaggi, case in affitto ed altro.

E’ forse questa l’occasione per riproporre alcune delle principali raccomandazioni:

1.      Utilizzare software e browser completi ed aggiornati

il primo passo per acquistare in sicurezza è avere sempre un buon antivirus aggiornato all’ultima versione sul proprio dispositivo informatico. Gli ultimi sistemi antivirus (gratuiti o a pagamento) danno protezione anche nella scelta degli acquisti su Internet. Per una maggiore sicurezza online, inoltre, è necessario aggiornare all’ultima versione disponibile il browser utilizzato per navigare perché ogni giorno nuove minacce possono renderlo vulnerabile.

2.      Dare la preferenza a siti certificati o ufficiali

In rete è possibile trovare ottime occasioni ma quando un’offerta si presenta troppo conveniente rispetto all’effettivo prezzo di mercato del prodotto che si intende acquistare, allora è meglio verificare su altri siti. Potrebbe essere un falso o rivelarsi una truffa.

E’ consigliabile dare la preferenza a negozi online di grandi catene già note perché oltre ad offrire sicurezza in termini di pagamento sono affidabili anche per quanto riguarda l’assistenza e la garanzia sul prodotto acquistato e sulla spedizione dello stesso.

In caso di siti poco conosciuti si può controllare la presenza di certificati di sicurezza quali TRUST e VERIFIED / VeriSign Trusted che permettono di validare l’affidabilità del sito web.

3.  Un sito deve avere gli stessi riferimenti di un vero negozio!

Prima di completare l’acquisto verificare che il sito sia fornito di riferimenti quali un numero di Partiva IVA, un numero di telefono fisso, un indirizzo fisico e ulteriori dati per contattare l’azienda. Un sito privo di tali dati probabilmente non vuole essere rintracciabile e potrebbe avere qualcosa da nascondere. I dati fiscali sono facilmente verificabili sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate.

4.    Leggere sempre i commenti e i feedback di altri acquirenti

Prima di passare all’acquisto del prodotto scelto è buona norma leggere i “feedback” pubblicati dagli altri utenti sul sito che lo mette in vendita. Anche le informazioni sull’attendibilità del sito attraverso i motori di ricerca, sui forum o sui social sono utilissime…

Le “voci” su un sito truffaldino circolano velocemente online!

5.    Su smartphone o tablet utilizzare le app ufficiali dei negozi online

Se si sceglie di acquistare da grandi negozi online, il consiglio è quello di utilizzare le App ufficiali dei relativi negozi per completare l’acquisto. Questo semplice accorgimento permette di evitare i rischi di “passare” o “essere indirizzati” su siti truffaldini o siti clone che potrebbero catturare i dati finanziari e personali inseriti per completare l’acquisto.

6.    Utilizzare soprattutto carte di credito ricaricabili

Per completare una transazione d’acquisto sono indispensabili pochi dati come numero di carta, data di scadenza della carta ed indirizzo per la spedizione della merce.

Se un venditore chiede ulteriori dati probabilmente vuole assumere informazioni personali (numero del conto, PIN o password) che, in quanto tali, dovete custodire gelosamente e non divulgare.

Al momento di concludere l’acquisto, la presenza del lucchetto chiuso in fondo alla pagina o di “https” nella barra degli indirizzi sono ulteriori conferme sulla riservatezza dei dati inseriti nel sito e della presenza di un protocollo di tutela dell’utente, ovvero i dati sono criptati e non condivisi.

7.    Non cadere nella rete del phishing e/o dello smishing

…ovvero nella rete di quei truffatori che attraverso mail o sms contraffatti, richiedono di cliccare su un link al fine di raggiungere una pagina web trappola e sfruttando meccanismi psicologici come l’urgenza o l’ottenimento di un vantaggio personale, riusciranno a rubare informazioni personali quali password e numeri di carte di credito per scopi illegali.

L’indirizzo Internet a cui tali link rimandano differisce sempre, anche se di poco, da quello originale.

8.    Un annuncio ben strutturato è più affidabile!

Leggi attentamente l’annuncio prima di rispondere: se ti sembra troppo breve o fornisce poche informazioni, non esitare a chiederne altre al venditore. Chiedi più informazioni al venditore sull’oggetto che vuoi acquistare e se le foto pubblicate sembrano troppo belle per essere vere, cerca in rete e scopri se sono state copiate da altri siti!

9.      Non sempre…. è sempre un buon affare.

Diffida di un oggetto messo in vendita a un prezzo irrisorio, non sempre è un affare: accertati che non ci sia troppa differenza tra i prezzi proposti e quelli di mercato!

10.  Non fidarsi….

Dubita di chi chiede di esser contattato al di fuori della piattaforma di annunci con e-mail ambigue ma anche di chi ha troppa fretta di concludere l’affare.