Lanuvio, nuova “casetta dell’Acqua” a Piazza XX Aprile

Domani, mercoledì 7 agosto 2019, alle ore 10,00, sarà inaugurata la “Casetta dell’Acqua”, fornita da Acea Ato 2 . La struttura, posizionata a Piazza XX Aprile, va ad aggiungersi a quella già in funzione a Piazza Berlinguer ( Campoleone) ed erogherà acqua liscia e gassata gratuitamente per gli utenti.

“Le Case dell’acqua sono fontanelle hi-tech , spiega il sindaco di Lanuvio Luigi Galieti. Strutture dove è possibile ricaricare tablet e smartphone, oltre a consultare informazioni di pubblica utilità attraverso i display digitali di cui sono dotate”. Soddisfatto l’Assessore all’Ambiente Mario Di Pietro che insieme all’ufficio tecnico ha seguito l’iter dei lavori legati all’installazione della Casetta. Alla cerimonia di inaugurazione prenderanno parte gli Amministratori locali e i tecnici di Acea.




Appia, incidente all’incrocio con via Dei Laghi: un’auto si cappotta

Brutto incidente sull’Appia all’incrocio con via Dei Laghi. Un’auto si è cappottata. Disagi alla circolazione e persone in mezzo alla strada. La Polizia Locale di Ciampino è sul posto per verificare la dina,ica




Virtus Divino Amore (calcio), finalmente Prima. Petruzzi: “E’ un onore essere in questo club”

Roma – La Virtus Divino Amore è ufficialmente “rientrata” in Prima categoria. Con il comunicato diramato dal Comitato regionale venerdì scorso, la società capitolina è stata finalmente ripescata: un annuncio atteso dal club che ora può completare l’organico che sarà a disposizione di mister Fabio Petruzzi a partire dal prossimo martedì 27 agosto (alle ore 19) quando la squadra si radunerà presso il centro sportivo “Andrea Millevoi” per l’avvio della preparazione. “Per me è un onore essere in un club che ha così tanta storia e blasone nel calcio dilettante laziale – sottolinea mister Petruzzi – Sin dai primi colloqui coi dirigenti di questa società ho avuto un’ottima impressione: ho visto che c’è gente appassionata e competente e soprattutto che c’è tanta voglia di fare bene. Proveremo a costruire una squadra che possa essere molto competitiva nel nuovo campionato”. Petruzzi, che l’anno scorso è stato in parte direttore tecnico e in parte allenatore della Promozione della Virtus Olympia, conosce molto bene la Prima categoria. “L’ho fatta sia con il Saxa Flaminia che con la Luiss e infine anche con l’Accademia Calcio Roma con cui abbiamo vinto il campionato – sottolinea l’allenatore – Le condizioni per fare bene ci sono tutte, ora starà a noi”. Dopo i primi annunci (pesanti) legati agli arrivi di Bayslach e Colucci, la Virtus Divino Amore regalerà a Petruzzi altri giocatori di ottimo livello per la Prima categoria con la speranza di far rivivere a questo club i fasti di un recente passato che lo vedeva protagonista anche in Eccellenza. “Ci auguriamo di provare a ripercorrere quella strada, ma facciamo un passo per volta” spiega Petruzzi che sarà coadiuvato dal vice Andrea Fagiolo. Il tecnico conclude parlando anche dell’accordo stipulato con l’Asd To Work Sport, compagine di calcio a 8 che disputerà il campionato di serie A e a settembre anche il campionato del mondo per club. “E’ un tipo di collaborazione che è ormai molto frequente anche per società di categoria superiore e sono convinto che avrà effetti positivi”.




Frascati Scherma, ecco l’undicesimo scudetto. Molinari: “Stiamo diventando antipatici…”

Frascati (Rm) – Il Frascati Scherma è campione d’Italia per l’undicesima volta nella sua storia. La società del presidente Paolo Molinari ha anticipato tutti nel “Gran Premio Italia”, la speciale classifica per club che mette insieme i punti conquistati dagli atleti Assoluti, Under 20, Under 14, Master e Paralimpici di tutte le società italiane, comprese quelle militari. Il club tuscolano l’ha spuntata in maniera piuttosto netta mettendosi alle spalle le Fiamme Oro (a circa mille punti di distanza) e il Club Scherma Roma (distanziato di circa duemila punti). “Questo scudetto non ha lo stesso peso di quello dello scorso anno che ci permise di raggiungere idealmente la “stella” – dice il presidente Paolo Molinari – Ma è un titolo comunque estremamente importante, frutto del lavoro di dirigenti, tecnici, atleti e anche delle famiglie che continuano a fornirci una grande collaborazione e a darci fiducia”. Per il Frascati Scherma è il quarto titolo consecutivo, segno di un club che comincia ad essere punto di riferimento assoluto per la disciplina. “Iniziamo ad essere antipatici? E’ una cosa che non ci dispiace – sorride Molinari – Al di là di tutto, ho letto che tra i significati esoterici del numero undici c’è anche quello dello stato di consapevolezza che si abbina bene alla cognizione del nostro club di essere ormai una società di massimo livello”. Il presidente del Frascati Scherma sottolinea anche altri dati. “Innanzitutto la distanza dal secondo classificato che l’anno scorso fu minima (appena 18 punti, ndr) e che quest’anno è stata più netta. E poi, oltre ai secondi posti nelle singole classifiche di Assoluti e Under 20, va segnalata la vittoria in quella degli Under 14: un primato estremamente significativo perché è la testimonianza di quanto il nostro club tenga alla base e alla crescita di “talenti fatti in casa”. Poi ovviamente tutte le componenti, comprese quelle dei Master e dei Paralimpici, hanno dato il loro contributo per questo titolo”. A settembre il Frascati Scherma celebrerà questo scudetto numero 11, ma intanto la società tuscolana è già pronta per una nuova stagione che vedrà come al solito l’inserimento di “volti nuovi” tra gli atleti. “Tra questi citerei la fiorettista turca Iremo Karamete che preparerà le Olimpiadi qui a Frascati e che è la fidanzata di Andrea Baldini, già all’interno della nostra famiglia sportiva – rimarca Molinari – Poi ci saranno gli arrivi di alcuni giovani estremamente interessanti tra cui quelli dello sciabolatore salernitano Michele Gallo e del fiorettista siciliano Federico Pistorio”.




Omicidio Vicebrigadiere Cerciello. Tutto pronto per la sceneggiata: tranquillo, Elderino, che papà ti riporta a casa

Stiamo per assistere ad un remake, come si dice in inglese, della sceneggiata che fu messa in atto all’epoca della morte di Meredith Kercher. Attori principali Rudy Guede – condannato per ‘Omicidio in concorso con altri’, attualmente in cella – Raffaele Sollecito e Amanda Knox, attualmente assolti con formula piena. Per cui non si capisce in concorso ‘con chi’ Guede avrebbe commesso l’omicidio, stante il fatto che altre presenze non sono state accertate sulla scena del crimine. E, a quanto pare, neanche quelle di Amanda e Raffaele. Per la legge, dunque, Amanda e Raffaele sono innocenti, e anche per il professor Lavorino, noto criminologo, il quale ha però messo l’indice sulle indagini e le repertazioni scientifiche fatte non proprio in maniera impeccabile: come, ad esempio, la contaminazione – o presunta tale – sul gancetto del reggiseno di Meredith. Anche ai tempi dell’omicidio di Mez si mobilitò la cavalleria. Arrivarono Sollecito padre da Giovinazzo, e Knox padre dagli USA, lancia in resta, per togliere dalle panie della nostra giustizia i relativi figli. I quali, si sa, sono ‘piezz’ ‘e core’ anche per i genitori oltreoceano; soprattutto quando debbano cadere nelle mani di polizia e carabinieri di una nazione subalterna come l’Italia. Una polizia considerata probabilmente un po’ peciona e da operetta, insomma, come descritta in certi film, decisamente di serie B, con il commissario che mangia un panino alla mortadella con i piedi sulla scrivania, e le macchie di unto sulla camicia, mentre dalla finestra di sotto si vede passare una gondola e si sente cantare ‘O Sole Mio’. Conclude il quadro un fiasco di Chianti a garganella per mandar giù il panino, e un Catarella a cui sfugge di mano la porta. Insomma, un quadro da Eduardo di “add’a passà ‘a nuttata’”, quando gli Italiani si accalcavano ai banchi degli spacci UNRRA e una ragazza la potevi avere con una stecca di sigarette o un paio di calze di nailon.

Ethan Lee – sembra d’essere in un film di John Wayne, uno dei suoi figli si chiama appunto Ethan , potrebbe essere “I quattro figli di Katie Elder “– è sbarcato non ad Anzio, anche se probabilmente gli sarebbe piaciuto, con un Camillus tattico fra i denti, ma a Roma, deciso a riportare indietro suo figlio. La certezza di questo, e la sua arroganza nei nostri confronti, gli deriva certamente dalla sua posizione economica e dalla sua provenienza americana. Si sa che gli Americani in ogni frangente invocano le proprie Ambasciate e Consolati, dietro a cui c’è lo Stato: “Nessuno sarà lasciato indietro”, anche a sproposito. Insomma, ci fa pensare ad un ‘sovranista’ sui generis: uno che, invece di venire in Italia ad ammirare la nostra cultura e la nostra civiltà millenaria, a differenza della sua, di soli trecento anni, viene per darci del ‘pecione’sventolando mazzi di dollari.

Passi, finchè questa valutazione la indirizzi ad un privato cittadino. Ma non all’Arma dei Carabinieri

Così facendo, insulta tutto il popolo italiano – quello buono – tranne il partito dell’antipolizia, che si manifesta nei suoi salienti in alcune occasioni, ed è ben definito. Ma la parte buona della nazione tifa ancora Italia, nei suoi valori, e i Carabinieri, a parte le dovute eccezioni, sono fra queste. Quindi, come ai tempi di Meredith arrivarono a portafogli aperto sia Sollecito che Knox (il quale beneficiò di una sottoscrizione nazionale per togliere la figlia dalle grinfie di quei cattivoni ignoranti dei poliziotti italiani), anche Ethan Lee è arrivato a togliere il figlio da quella brutta cella del carcere italiano e riportarlo – manco a dirlo – dritto filato a casa, magari con una tirata d’orecchi e uno scappellotto, mentre il padre si è sbrigato, a nome suo proprio, della sua famiglia, e magari di tutto lo Stato della California, tanto non costa nulla, a rivolgere le sue più sentite condoglianze alla famiglia di Cerciello e alla sua vedova di 43 giorni.

Riportare a casa quel piccolo “presunto” assassino sarebbe come dare l’ennesima coltellata sia alla moglie, che a Mario, che a tutta l’Arma dei Carabineri – oltre che alla nazione. Quindi, investigatori privati assoldati dagli avvocati – italiani e americani – sono stati sguinzagliati nella movida di Trastevere, alla ricerca di testimoni che possano suffragare le fantasiose tesi della difesa. Quelle, cioè, che vedrebbero il giovane Elder colpevole soltanto di eccesso in legittima difesa – magari “putativa” – per aver accoltellato uno “strano uomo” che credeva volesse strangolarlo, come riportano i nostri maggiori quotidiani. Uno dei quali già parla di un supertestimone spuntato negli ultimi momenti, e che avrebbe assistito all’omicidio. Non sappiamo quale sia il succo di questa testimonianza, ma possiamo nutrire forti dubbi sulla sua autenticità, qualora descriva una scena che avvalori le tesi della difesa. Il giustificato sospetto è quello di utilizzare la leva universale del denaro californiano per sollevare il peso della colpa dalle spalle di Elder. Se infatti l’accusa fosse derubricata in “eccesso in legittima difesa”, Elderino ‘di papi suo’ ne subirebbe una condanna così lieve, da giustificare l’intenzione del padre di riportarselo a casa. Speriamo che ora, lubrificati da ricompense in dollari, non si affaccino sul palcoscenico attori di varia e diversa estrazione, come ragionevolmente reperibili in quel gran calderone che è la movida di Trastevere. Se mettiamo a confronto le note caratteristiche e i curricula degli interpreti principali, cioè Elder Lee e Mario Cerciello, certamente la bilancia pende a favore di quest’ultimo. Infatti Mario nella sua attività di custode della legge era il più attivo della Stazione CC alla quale faceva riferimento; aveva avuto i gradi in seguito ad un concorso, ed era impegnato anche nel sociale. Abbiamo la testimonianza di una mamma che riferisce che, dopo aver accompagnato la figlia in ospedale per una situazione critica, pur essendo fuori servizio, era rimasto tutta la notte a vegliarla. Era nei Cavalieri di Malta, per accompagnare i malati con i Treni Bianchi a Lourdes o dove si facesse un pellegrinaggio. Si era sposato, a trentacinque anni, dopo un lungo fidanzamento, con la ragazza del “colpo di fulmine” reciproco, solo da 43 giorni. Quella notte era in regolare servizio con il collega Varriale, in zona di spaccio, in borghese. Se guardiamo il giovane Elder, vediamo un ragazzo che quella notte era evidentemente ubriaco e drogato, “impasticcato”, come riferisce un guardamacchine egiziano interrogato, e con il suo amico in cerca di cocaina. Aveva commesso una rapina, sottraendo lo zaino a Sergio Brugiatelli, e una tentata estorsione al fine di recuperare i 100 euro spesi per una finta dosa di “neve”, più la dose stessa di coca. Era armato illegalmente di un coltello militare di genere proibito, un’arma a tutti gli effetti, progettata per uccidere persone, e non per tagliare bistecche: tale è la differenza tra un’arma impropria e il suo contrario, un’arma militare dei Marines. Il suo italiano poteva anche non essere perfetto, ma capire “Carabineri” e guardare un tesserino militare, a vent’anni, non può essere così difficile. Li vediamo anche nei telefilm da quattro soldi, che i nostri televisivi ci ammanniscono, gli “Agenti speciali” dell’FBI fare irruzione con le armi, gridando “Effebiai, nessuno si muova!” (Chissà perché tutti gli agenti dell’FBI sono ‘speciali’, non ne esistono di ‘normali’?) Che poi quello fosse uno “strano uomo”, come riferisce un quotidiano che lui abbia detto, da’ da pensare: chissà come dev’essere nella testa di Elder, un uomo “normale”. Che poi volesse strangolarlo è una sua illazione, o un ‘consiglio’ del suo avvocato difensore. In realtà, ci sono undici coltellate, sferrate in pochi secondi con estrema violenza, a testimoniare del fatto che Elder Lee non volesse difendersi, ma volesse uccidere un carabiniere che aveva capito che stava per arrestarlo. Ne testimonia la prima coltellata giunta al cuore, inferta alle spalle. Ne testimonia la fretta di lasciare il Bel paese con il primo volo, la mattina seguente. Ne testimoniano lo zaino e i vestiti insanguinati nascosti nel vaso portafiori all’ingresso dell’Hotel Le Meridien. Ne testimonia il coltello, ripulito e nascosto nel sottotetto della stanza d’albergo occupata da lui e dal suo amico. Ne testimoniano i trascorsi di Elder, mandato in Italia dal danaroso genitore per “toglierlo da cattive compagnie” , probabilmente ragazzi come lui del mondo della droga o peggio. Tutto dice che l’omicidio di Mario Cerciello, vicebrigadiere dell’Arma Benemerita, è stato volontario, e che si sarebbe voluto sfuggire alla giustizia italiana, quella che secondo le fantasie di alcuni è peciona, fatta di commissari poco intelligenti, che hanno la camicia con macchie del’unto del fritto mattutino della moglie, e che non vedono un delinquente neanche se glielo metti sotto il naso. E che, sempre secondo le fantasie di alcuni, magari sono pronti a barattare il proprio dovere con qualcos’altro.

Forse in USA guardano ancora i nostri film neorealisti

non si sono accorti che l’aria è cambiata, che non si può più avere una ragazza a letto per un paio di calze di nailon o una stecca di sigarette. Gli stereotipi sono duri a morire. Ci auguriamo che Ethan Lee non riesca, scatenando contro l’Arma tutto il peso economico e politico della sua nazione, a fare in modo che l’adorato figlio torni in patria con lui: sarebbe una palese ingiustizia, che toccherebbe tutti i carabinieri, in servizio e non, e di conseguenza tutta la parte buona della nostra nazione. Perché certa gente non può pensare di venire in Italia a commettere un tale reato, e tornarsene a casa impunemente. Con Meredith Kercher è andata così, praticamente, stando alle sentenze, un omicidio senza colpevoli, o punito in parte. Ci auguriamo di non assistere al bis di quella rappresentazione. E ci auguriamo che gli avvenimenti spengano l’arroganza di Ethan Lee, il quale ha fatto presentare ricorso al Tribunale del Riesame per la scarcerazione del figlio.

Ma non gli basta. La sentenza sarebbe prevista, come di prassi, per settembre: ma lui vuole far riaprire il Tribunale nel mese di agosto, a suo uso e consumo per tirar fuori suo figlio il più presto possibile, con rischio di fuga. Pretesa assurda: ci sono altri imputati in cella che aspettano la sentenza del Tribunale del riesame, ma nessun avvocato difensore si sogna di far riaprire l’attività apposta per lui. Almeno una cosa potremmo insegnare a questo padre poco accorto: che l’arroganza non paga. Pensi piuttosto a come ha educato suo figlio: l’albero si vede dai frutti che da’. Se Elder è arrivato all’estremo di uccidere selvaggiamente a coltellate un carabiniere, certamente la colpa è di chi non gli ha insegnato che “certe cose non si fanno”. Ci viene da pensare alle conseguenze dell’uccisione di un poliziotto americano da parte di un giovane Italiano ubriaco e drogato: secondo voi, come sarebbe andata a finire? Ricordate Sacco e Vanzetti?




Castel Gandolfo, 33enne sparisce nel lago dopo essere caduto dal materassino

CASTEL GANDOLFO (RM) – In corso le ricerche di un 33enne scomparso nel lago Albano di Castel Gandolfo. L’uomo originario di Palermo si è diretto al centro del bacino lacustre con il materassino poi dopo essere caduto è scomparso. Sul posto la polizia di Stato, i carabinieri, i sommozzatori dei vigili del fuoco e la protezione civile. Le ricerche sono state interrotte nella trada serata e riprenderanno con le prime luci del giorno.




Tensioni tra Gabrielli e Salvini sull’utilizzo dello scooter della polizia

“La vicenda dell’acqua-scooter onestamente mi sembra un po’ amplificata, vi potrei portare decine di immagini di nostri mezzi che vengono utilizzati anche da ragazzini. Quindi questo mi interessa il giusto, mi preoccupa di più, e ho chiesto un approfondimento, quando c’è una limitazione al diritto di cronaca che ritengo debba essere posto al centro”. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se i poliziotti facevano parte della scorta del vicepremier, Gabrielli ha risposto che “lo stiamo approfondendo, sia sotto il profilo penale che disciplinare faremo tutte le valutazioni – ha concluso -. Perché se ci sono state delle minacce e degli atteggiamenti fuori dall’azione ordinaria ci sono anche profili penali”.

“Non vedo rischi per la libertà di stampa in Italia onestamente. Se ci sono delle indagini, aspettiamole. Che lascino fuori i bambini e se la prendano con me”. Così il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, è tornato a parlare dell’episodio della moto d’acqua della Polizia dove è salito con il figlio maggiore per un giro. Questa mattina il capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla stazione di Rogoredo a Milano, ha parlato di approfondimenti per verificare se è stato limitato il diritto di cronaca. “Sono preoccupato – ha aggiunto Salvini a margine dell’inaugurazione dell’hub ferroviario di Rogoredo – se si usano i bambini per fare polemica politica perché faccio il giornalista anch’io e prima di tirare in ballo un minore ci penserei tre volte. Tanti altri bambini salgono sulle moto della polizia, sui mezzi dei vigili del fuoco, sui mezzi dei carabinieri. Aprite un dossier in Procura”.




Anguillara Sabazia, millenario: alla villa romana dell’Acqua Claudia va in scena “Imperatori”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Grande evento del Millenario di Anguillara Sabazia: prima nazionale nell’esedra della villa romana dell’Acqua Claudia.

“Imperatori” e’ il titolo dello spettacolo teatrale che per la prima volta andra’ in scena, venerdi 9 agosto, alle ore 21.30, nell’esedra della villa romana dell’Acqua Claudia, nel parco storico naturalistico che Sorgenti Claudia S.r.l. e lo stabilimento idro minerale aprono per l’occasione, con i promotori Associazione “Antica Clodia” e Associazione “Il Battello Teatro Vivo” ed il contributo dell’Assessorato alla Cultura per il Millenario del Castrum Anguillaria.

Consulenza archeologica di Associazione “Antica Clodia”, con l’archeologo Paolo Lorizzo, che ha curato il progetto culturale e responsabile del Parco Archeologico, competenza e regia di Emanuela Gentile, con attori di primo ordine, dell’Associazione Il Battello, ne fanno un connubio di elementi davvero straordinario per raccontare autenticamente “le storie, i miti, i sogni, I fasti della Domus Claudia”.

Tra gli interpreti ed i personaggi: Viviana Polic nella Gran Vestale, Carla Maglione in Calpurnia, Fabio Croce in Nerone, Arturo Colantuono in Cesare, Simona Romagnoli in Livia Drusilla, Luciano Arfe’ in Caligola. E poi Laura Di Carlo come performer di fuoco, luci e audio Giorgio e Manuela Gentili, costumista Alessandra D’Agostino, addetto stampa Angela Baldinacci Di Battista. Lo spettacolo, in prima nazionale, alquanto suggestivo, ripercorrera’ I fasti della Domus Claudia e la romanizzazione del territorio, con accenni al periodo medioevale del Castrum Anguillaria. Ingresso libero.




Fregene, festa del cinema: a Matteo Garrone il premio Ugo Gregoretti

FREGENE (RM) – Circa 500 persone hanno partecipato alla serata conclusiva della prima Festa del Cinema di Fregene. Domenica 4 agosto sul palco dello stabilimento della Marina Militare è salito Matteo Garrone, insieme a Francesca Reggiani, Massimo Wertmuller, Silvia Scola, Marco Pontecorvo e ai figli e alla moglie di Ugo Gregoretti.

A Garrone è andato il premio Ugo Gregoretti consegnato dalla famiglia del regista da poco scomparso

Gli onori di casa a nome dell’amministrazione sono stati affidati al vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca.

L’ultima proiezione della quattro giorni che ha celebrato l’antico legame tra Fregene e il cinema è stata dedicata al vincitore del premio Gregoretti. Il pubblico ha infatti potuto assistere a “Dogman”, penultima opera dello stesso Garrone.

“Da fregenate d’adozione, sono lieto di essere premiato proprio su questo palco” ha detto Garrone durante la premiazione.

Nelle quattro serate del calendario, la festa ha attirato circa 1500 persone che hanno assistito alle proiezioni, ammirato la mostra fotografica dedicata a Fregene a al cinema e ai cinegiornali messi a disposizione dall’Istituto Luce – Cinecittà.

Un evento realizzato dal Comune di Fiumicino in collaborazione con il Centro sperimentale di Cinematografia e la Marina Militare che stanno già lavorando all’edizione 2020.




Castelli Romani, arrestati due fratelli coinvolti nello stoccaggio di 440 kg di hashish

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Velletri nei confronti di due trafficanti romani, coinvolti nella distribuzione all’ingrosso di ingenti partite di hashish provenienti dall’estero.

La vicenda prende le mosse dal monitoraggio del pregiudicato Mandolesi Silvano, coinvolto – e per tale motivo tratto in arresto, lo scorso mese di gennaio, dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – nelle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina in relazione al tentativo di importazione dal Sud-America, da parte di un’organizzazione criminale riconducibile a Casamonica Salvatore, di 7 tonnellate di cocaina destinate alle piazze di spaccio di Roma e Napoli.

In quel contesto era emerso che Mandolesi gestiva, in maniera autonoma, il commercio di hashish sul mercato clandestino della Capitale.
In particolare, nel luglio del 2018, i Finanzieri del G.I.C.O. riuscivano a intercettare e sequestrare circa 440 kg di hashish, occultati all’interno di un villino sito nella zona dei Castelli Romani e in uso al pregiudicato, arrestato in flagranza di reato.

I successivi approfondimenti, eseguiti partendo dall’analisi delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione, consentivano di identificare i suoi complici, destinatari dell’odierno provvedimento cautelare.

Questi ultimi, due fratelli originari del quartiere di San Basilio – Marco (classe 1990) e Valerio Laurini (classe 1987) – sono già noti alle Forze dell’ordine perché colpiti da DASPO (divieto di accedere alle manifestazioni sportive).




Parla Bugani (M5S), il vice capo segreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi: ecco perché mi dimetto

“Mi dimetto da vice capo segreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi, e lascerò anche i ruoli di referente del Movimento in Emilia Romagna e dei sindaci”. Lo dice al ‘Fatto Quotidiano’ Massimo ‘Max’ Bugani, uno dei ‘veterani’ del M5S, consigliere comunale a Bologna, socio dell’Associazone Rousseau e da un anno al fianco del capo politico anche nell’esperienza al governo.

“È iniziato tutto dopo la mia intervista al ‘Fatto’ del 19 giugno, in cui auspicavo unità nel Movimento e sostenevo che Di Maio e Di Battista non sono alternativi, ma complementari. Poche ore dopo mi chiesero di non rilasciare più interviste – racconta -. E non capisco perché, visto che io non volevo certo mettere in difficoltà Luigi. Ritenevo doveroso richiamare alla compattezza in un momento difficile, e invitare a non puntare il dito contro Di Battista o altri, perché le diverse anime del M5S vanno tenute assieme”.

E proprio “in quella circostanza ho capito che il mio ruolo veniva messo in discussione e che non c’era più fiducia in me. E nel giro di qualche giorno mi hanno fatto sapere che il mio stipendio da vice-capo segreteria sarebbe stato dimezzato per contenere le spese”.

Ma Bugani è pronto anche ad altri passi indietro: “Se dovessi rendermi conto che la mia permanenza nell’associazione Rousseau può diventare un problema per Davide Casaleggio, non avrò problemi a farmi da parte. Voglio troppo bene ai miei soci e all’associazione”. Delle dimissioni “ho informato Grillo, Casaleggio, Di Battista e altri amici. Ma quello che ci siamo detti rimarrà tra di noi”. Una cosa, però, Bugani vuole che sia chiara: “Quella di lasciare è una mia decisione totalmente autonoma, e voglio anche precisare che non ho alcuna intenzione di candidarmi alle prossime Regionali in Emilia Romagna”.

L’endorsement di Di Battista: “Sei un grande” “…e in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro. E io so che se potrò avere un’esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vitaè tutto lì, in questo consiste. E’ in quei dieci centimetri davanti alla faccia”, posta Bugani, su facebook, rilanciando un estratto del celebre discorso allo spogliatoio del film “Ogni maledetta domenica”.

Parole che il consigliere comunale M5S di Bologna cita nella sua intervista di oggi al Fatto Quotidiano, nella quale illustra il suo dissenso rispetto alla strategia di Luigi Di Maio.  Tra i commenti al post spunta anche l’endorsement di Alessandro Di Battista: “Sei un grande”.