Trento, Biblioteca comunale: digitalizzati oltre mille ritratti da testi antichi

La Biblioteca comunale arricchisce le piattaforme Wikimedia

TRENTO – Sono passati ormai cinque anni da quando la Biblioteca comunale è approdata sulle piattaforme della conoscenza libera Wikimedia. Grazie anche alle opportunità offerte dal servizio civile provinciale, che permette ogni anno di selezionare un/a volontario/a che opera in qualità di “Wikipediano in residenza” seguendo questi progetti, la Biblioteca collabora attivamente alla creazione e alla modifica di voci sull’enciclopedia Wikipedia, al caricamento di immagini in pubblico dominio di interesse storico/artistico su Wikimedia Commons (il più grande archivio al mondo di immagini libere), alla digitalizzazione e pubblicazione di materiale librario (manoscritto o a stampa) su Wikisource.

L’iniziativa
fa parte di un percorso che la biblioteca ha da tempo intrapreso e che, accanto
alla digitalizzazione delle opere antiche e storiche, prevede anche la
possibilità di libero riuso per chiunque, nella convinzione che le biblioteche
debbano lavorare per la massima diffusione della conoscenza, rimuovendo ogni
ostacolo fra i documenti che conservano e il pubblico che desidera fruirne.

Il
progetto sulla ritrattistica negli antichi testi a
stampa
ha proseguito e ampliato
quanto già fatto in precedenza. Utilizzando anche in questo caso le raccolte di
documenti antichi conservate presso la Biblioteca in via Roma, si è voluto
mettere a disposizione ad accesso libero e gratuito il più alto numero
possibile di ritratti di personaggi storici e di interesse enciclopedico, per
un totale di oltre mille immagini. Le opere sono tutte anteriori al XX secolo,
e la maggior parte è collocabile negli ultimi decenni del XVI secolo.

La
gallery dei ritratti digitalizzati propone prevalentemente calcografie, ma sono presenti
anche cospicui nuclei di xilografie e cromolitografie. I personaggi ritratti
sono imperatori romani, imperatori bizantini, imperatori del Sacro Romano
Impero, pontefici (fino a Leone XIII), capitani di ventura, artisti/e, letterati/e,
teologi, scienziati. Le immagini sono state digitalizzate, post-prodotte,
descritte (segnalandone dimensione, tecnica utilizzata, autore, personaggio
ritratto) e infine caricate su Wikimedia Commons, da dove sono state collegate
con il database di WikiData. Ogni nucleo di ritratti è preceduto da
un’introduzione, che fornisce qualche informazione in merito al volume da cui
proviene (esplicitando contenuto e tradizione dell’opera). I file sono fruibili
e scaricabili da chiunque: alcuni di essi sono già utilizzati all’interno delle
voci Wikipedia.

I
ritratti risultano interessanti per più motivi: anzitutto, nel caso soprattutto
degli imperatori del Sacro Romano Impero e dei pontefici, si tratta di
personaggi che in un modo o nell’altro ebbero a che fare, più o meno
direttamente, con il territorio trentino in antico regime: nello specifico con
lo stato del Principato vescovile di Trento. In secondo luogo, si auspica che
attraverso la loro diffusione si possa da un lato suscitare l’interesse sui
singoli personaggi ritratti, dall’altro porre l’attenzione sull’incisione in
età moderna: si trattò infatti di una tecnica artistica che ebbe molta fortuna,
e che rappresenta uno dei mezzi più utilizzati per la circolazione delle
immagini in quell’epoca, presso tutti gli strati sociali. Occorre inoltre
segnalare la presenza, tra le altre, delle calcografie cinquecentesche dei
trentini Aliprando Caprioli (nel caso dei Ritratti di cento capitani illustri)
e Giovanni Battista Cavalieri (Romanorum Imperatorum effigies e Pontificum
Romanorum effigies).

Accanto
al lavoro di digitalizzazione di ritratti, Diego Gasperotti, volontario in
servizio civile che conclude la sua collaborazione con il Comune a novembre
dopo dodici mesi, si è dedicato alla riscrittura della voce Wikipedia della
Biblioteca comunale di Trento, concentrandosi prevalentemente sulla storia
della sua istituzione e le raccolte che essa attualmente possiede. Ha inoltre
provveduto alla creazione delle voci sui personaggi trentini Matteo II Thun
(uno degli ultimi esponenti della linea italiana dell’importante famiglia
feudale, noto per il suo impegno politico e il collezionismo d’arte, nonché per
la dilapidazione del patrimonio famigliare) e Sigismondo Antonio Manci (vecchio
decano del Capitolo della cattedrale negli anni del passaggio a Trento di
Napoleone e della caduta del Principato vescovile). Sono state ampiamente
corrette e arricchite di informazioni e immagini le voci inerenti Francesco
Vigilio Barbacovi (giurista settecentesco di Taio e cancelliere aulico del Principato
vescovile cui è dedicata l’omonima via di Trento), Domenico Antonio Thun e
Sigismondo Antonio Thun (entrambi principi vescovi d’Età moderna).

Il
progetto ha inoltre previsto una serie di incontri con le classi di alcuni
licei e scuole secondarie di I grado della città sul funzionamento e l’utilizzo
dell’enciclopedia Wikipedia come strumento per un approccio critico e
consapevole alle informazioni in rete.

Il
coordinamento del progetto è di Mauro Hausbergher, hanno collaborato Matteo
Fadini e Barbara Frinolli; la formazione sui progetti Wikimedia è stata curata
dai volontari della comunità wikipediana “Trentino-Alto Adige Wiki”; il
coordinamento generale dei progetti Wikimedia della Biblioteca comunale di
Trento è di Eusebia Parrotto.

Tutti
i progetti sulle piattaforme Wikimedia della Biblioteca comunale sono descritti
su https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/Biblioteca_Comunale_di_Trento.




Capranica, arrestato pregiudicato del posto: in casa aveva un arsenale di armi

CAPRANICA (VT) – Un vero e proprio arsenale di armi quello trovato in casa di un pregiudicato del posto durante una perquisizione effettuata dai carabinieri della stazione di Capranica.

7 fucili calibro 12,  4 pistole , 3 pugnali con doppia lama, 3 baionette, 2 Katane, oltre a munizioni comuni e da guerra, tutto detenuto in modo illegale.

Il pregiudicato è stato quindi arrestato con l’accusa di detenzione
illegale e omessa custodia di armi.




Velletri, botte e insulti alla ex: arrestato stalker

VELLETRI (RM) – I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Velletri hanno arrestato un 53enne del posto, B.M., ritenuto responsabile del reato di atti persecutori.

I Carabinieri sono stati attivati da una chiamata giunta al 112, che segnalava una lite tra una coppia, all’interno di un’abitazione del centro storico cittadino.

Il tempestivo intervento dell’equipaggio dei militari ha consentito di intercettare immediatamente l’uomo che stava tentando di dileguarsi a piedi per alcuni vicoli.

Al termine di ulteriori approfondimenti, si è accertato che l’arrestato, nel corso della serata, aveva raggiunto l’ex compagna e, al termine di un’animata discussione, l’aveva offesa e percossa, per costringerla a riprendere la relazione sentimentale interrotta bruscamente nelle scorse settimane e, in passato, aveva avuto le stesse condotte violente e vessatorie nei confronti della vittima.

L’arrestato, al termine delle formalità, è stato associato presso il carcere di Velletri, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




Monte Bianco, valanga: morti due sciatori

E’ di due sciatori deceduti il bilancio della valanga caduta oggi sul Monte Bianco, nella zona di Punta Helbronner, a 3000 metri di quota circa. I loro corpi sono stati estratti dalla neve dai soccorritori arrivati pochi minuti dopo il distacco. Non sarebbero coinvolte altre persone, secondo quanto si è appreso dal soccorso alpino valdostano che sta terminando le verifiche.

Il distacco è avvenuto 500 metri sotto la stazione di arrivo della funivia Skyway del Monte Bianco, a Punta Helbronner, tra il colle del Gigante e il canale Tassotti. L’allerta è stata data da uno sciatore che ha assistito all’incidente. Qualche minuto dopo la prima slavina ne è caduta una seconda che non ha travolto nessuno. Sul posto sono intervenuti i tecnici del Soccorso Alpino Valdostano via terra e con due elicotteri, unità cinofile, e i finanzieri del Sagf di Entreves. Le salme saranno portate all’obitorio di Courmayeur per le operazioni di riconoscimento.




“La crociera” il nuovo libro di Gianluca Papadia: una narrazioni di fatti che appartengono alla nostra contemporaneità

“La crociera” è il titolo del nuovo libro di Gianluca Papadia scrittore poliedrico con la passione per il teatro e vincitore di tantissimi premi.
Originario di Pozzuoli Gianluca Papadia da sempre si caratterizza con i suoi libri e i suoi cortometraggi, le sue creazioni raccontano in maniera tragicomica, con storie singolari, narrazioni dei sogni, i vizi, le virtù, ma anche le difficoltà dell’uomo contemporaneo, Gianluca Ppadia si definisce un cantastorie dell’epoca del digitale mettendo in “scena”, in maniera originale, aneddoti del proprio quotidiano.

Nel libro ”La crociera” che contiene ben 14 racconti offre ai lettori un “viaggio”, attraverso la lente d’ingrandimento dello scrittore, narrazioni di fatti che appartengono alla nostra contemporaneità, di un mondo sempre più veloce ed alienante, sempre più individualista ed incredibilmente paradossale, ma reale.

L’Osservatore d’Italia ha voluto fare qualche domanda a Gianluca Papadia sul suo nuovo libro “La crociera” primo classificato al “Premio Marco Polo” ed anche delle difficoltà che uno scrittore contemporaneo affronta.

Di cosa parla “La crociera”?
In questi racconti ci ho messo un po’ di tutto: i fatti di cronaca, le paure di un papà…messaggio che non posso svelare.. toglierei ai lettori lo sfizio di scoprirlo da solo…
Nelle mie opere teatrali c’è sempre un colpo di scena finale che cambia completamente il senso della narrazioni, con i racconti ho scelto la stessa strada. È per questo motivo che sono sempre in difficoltà a svelare la trama delle mie storie. In questa raccolta, molto spesso ho scelto di condire il racconto con l’ottimismo disarmante dell’ironia perché sono convinto che nel cuore di tutti noi ci sia una piccola fiammella di speranza. L’arduo compito del cantastorie è proprio questo; far sì che quella fiammella non si spenga mai.

Raccontaci qualche aneddoto di quando hai cominciato a scrivere…
Questa voglia di stupire i lettori all’ultima riga mi è venuta leggendo il racconto di fantascienza “La Sentinella” di Fredric Brown. Avevo vent’anni e scrissi il mio primo racconto di fantascienza “Il cilindro rosso” proprio ispirandomi a questo capolavoro della letteratura moderna. Il cilindro rosso fa parte di questa raccolta.

Gianluca quando hai deciso di diventare uno scrittore?
Il momento in cui ho deciso di fare lo scrittore è stato da bambino. Mi divertivo a inventare favole, le scrivevo su fogli di quaderno e poi li rilegavo con lo spago, poi aggiungevo una copertina di cartoncino dove avevo disegnato i protagonisti.

Nei tuoi racconti si evince che ami la città di Napoli e le sue contraddizioni raccontaci un po’..
Le contraddizioni di questa città le vivo tutti i giorni nella metro, negli autobus affollati, nel traffico di una metropoli cresciuta sua malgrado..

Si parla di crisi dell’editoria, tu come affronti il problema?
La crisi che ha colpito tutti i settori non poteva risparmiare la cultura, soprattutto in un paese come l’Italia che non fa nulla per incentivarla. Io da lettore incallito, per combattere la crisi, rinuncio a qualcosa pur di non perdermi un libro, ma capisco pure chi non è disposto a spendere venti euro per una nuova uscita. Un altro modo di risparmiare potrebbe essere quello di passare agli e-book, ma io ho bisogno del fruscio e dell’odore inebriante che solo la carta può dare. Da scrittore penso che in periodo del genere sia ancora più difficile trovare una cosa che gli imprenditori italiani non è piaciuto. Malgrado ciò siamo in un’epoca dove l’auto pubblicazione è un modo molto economico di vedere realizzato il tuo sogno, il passaparola sui social può essere un ottimo veicolo di marketing e la distribuzione può essere garantita da giganti del settore come Amazon.




Sulla Roma-Viterbo si viaggia con la porta aperta: ecco il video

È un grave
inconveniente tecnico quanto capitato su di un treno extraurbano della ferrovia
regionale Roma-Viterbo in gestione
all’Atac, immortalato nel video
diffuso sul gruppo facebook del Comitato
Pendolari Roma Nord
. E diventato subito virale. Ovviamente. Le immagini
sono chiare, inequivocabili, e mostrano un convoglio, serie Alstom, in forza al parco rotabili
della linea, marciare spedito con la porta spalancata.

Secondo l’autore del video, l’episodio è avvenuto giovedì pomeriggio, 28 novembre, durante la corsa partita alle ore 16 da Piazzale Flaminio e diretta a Sant’Oreste. Sul treno 200, facendo un rapido confronto con l’orario generale diffuso, nei canali ufficiali, dall’Azienda Capitolina, mentre transitava nella tratta urbana, e, precisamente, nel percorso da Saxa Rubra in poi. Inevitabili le polemiche e lo scalpore suscitato, data la singolarità e la pericolosità del caso.

Che una porta si possa guastare e rimanere aperta è ammissibile, magari a causa di una bottiglietta finita incautamente tra i leveraggi del predellino, ma che un convoglio continui a camminare in quelle condizioni è veramente assurdo. Cos’è accaduto? Perché il sistema di sicurezza non è intervenuto togliendo la trazione? E perché il personale non si è accorto di nulla? Si era accesa la spia sul cruscotto del banco di guida e quella sulla fiancata del treno?

Tra le incognite che si accavallano, soltanto una sembra avere una spiegazione logica. All’inizio del video si vede un passeggero pigiare più volte il pulsante dell’interfono, ma senza riuscire a mettersi in contatto con la cabina. Questo perché prima ancora di premere, avrebbe dovuto girare la “leva di emergenza”, collocata sopra la porta, che avrebbe azionato un cicalino in cabina e aperto la conversazione con il macchinista e capotreno. Ma anche con il solo allarme, il personale sarebbe stato comunque obbligato a fermarsi all’istante.




Ci vediamo a via Veneto, tanti sogni nel cassetto per Federica Biondo

“Ci Vediamo a via Veneto”. Oggi alle ore 18 l’appuntamento con Chiara Rai dall’Harry’s Bar di Roma per l’intervista a Federica Biondo, attrice, ballerina e modella.




Angela, la nonna d’acciaio di Albano Laziale e i suoi primi 102 anni

ALBANO LAZIALE (RM) – 102 candeline spente da Angela Mattia, una nonna straordinaria che vive a Pavona la popolosa frazione di Albano Laziale.

Classe 1917, l’anno in cui la
Madonna apparve per la prima volta a tre pastorelli a Fátima, l’anno in cui
iniziò la Rivoluzione d’Ottobre che portò al potere Lenin, l’anno in cui gli
Stati Uniti d’America pagarono alla Danimarca 25 milioni di dollari per le
Isole Vergini, l’anno in cui gli eserciti austro-ungarico e tedesco sferrarono
il micidiale attacco al attacco al Regio Esercito italiano che portò alla più
grave sconfitta nella storia dell’esercito italiano ricordata come disfatta di
Caporetto.

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Il servizio dedicato a nonna Angela trasmesso a Officina Stampa del 29/11/2019

E quante ne deve aver viste
nonna Angela da quel 23 novembre del 1917 quando venne alla luce ad Aquino in
provincia di Frosinone. Una nonna d’acciaio, che nonostante una recente rottura
di un femore, subito dopo l’operazione e la riabilitazione, è tornata a fare
ginnastica tutti i giorni e a casa fa anche la ciclette”.

Il segreto di tanta longevità
e lucidità secondo la nonna centenaria è racchiuso in una semplice ricetta: mangiare
tutto, in special modo la pastasciutta, senza risparmiarsi nulla e un
bicchierino di buona grappa che non deve mai mancare dopo i pasti e fare vita
di campagna. Nonna Angela ha poi una passione per le canzoni di Albano Carrisi
che ama ascoltare ancora oggi.

Ha cinque figli, un maschio e
quattro femmine e  undici nipoti senza
contare i tantissimi pronipoti che lo scorso sabato hanno festeggiato con lei i
suoi 102 anni. Una festa che ha visto la partecipazione del primo cittadino di
Albano Laziale Nicola Marini e del consigliere comunale Massimiliano Borelli
che hanno fatto gli auguri a nonna Angela a nome di tutta l’Amministrazione e in
rappresentanza di tutti i cittadini.




Castel Gandolfo, Guglielmo Marconi e la cittadinanza onoraria a Elettra Marconi Giovannelli: missione compiuta per Fausto D’Angelo

CASTEL GANDOLFO (RM) – Ufficializzata la cittadinanza onoraria di Castel Gandolfo per la principessa Elettra Marconi Giovannelli, figlia di Guglielmo Marconi.

Un riconoscimento fortemente voluto da Fausto D’Angelo presidente dell’associazione RNRE

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 28/11/2019

La RNRE rappresenta il fiore all’occhiello della Protezione Civile nazionale per quanto riguarda le radiocomunicazioni di emergenza e la proposta del presidente D’Angelo è stata subito abbracciata dall’amministrazione comunale della città Vaticano II che nel novembre del 2017 deliberò il conferimento della cittadinanza onoraria per la figlia del premio nobel per esprimere ufficialmente il sentimento di stima e di riconoscenza nei confronti di Elettra Marconi Giovannelli per aver illustrato e continuare ad illustrare l’Italia e, in particolare la città di Castel Gandolfo attraverso la sua attività di divulgazione dell’opera del proprio illustre padre.

E così esattamente dopo due anni dalla delibera del 2017, lo scorso 22 novembre la figlia di Marconi è stata accolta, tra gli applausi nel Palazzo Pontificio, da parte di tutte le autorità religiose, civili e militari della città papale per essere insignita della cittadinanza onoraria.

Guglielmo Marconi e Castel Gandolfo

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 28/11/2019

Correva l’anno 1933 quando nella ricorrenza dei Patti Lateranensi nei locali della Radio Vaticana fu inaugurato il primo sistema stabile di comunicazione a microonde, tra il Vaticano e Castel Gandolfo, realizzato da Guglielmo Marconi.

Le microonde vennero quindi utilizzate per la prima volta al mondo in maniera permanente attraverso il collegamento radio telefonico fra la sede Vaticana e il palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Fu Guglielmo Marconi a dirigere e attuare l’impianto della nuova stazione radio.

Marconi condusse, dunque, molte delle sperimentazioni relative le onde corte e cortissime per le trasmissioni telefoniche presso le ville pontificie di Castel Gandolfo.

Grazie alle scoperte del premio Nobel la città Castellana fu teatro di svariati eventi che restano scolpiti nella storia delle telecomunicazioni come il messaggio natalizio che il Papa radio trasmesse nel 1936 dal letto dove era costretto a causa di una malattia o la Suprema invocazione di pace lanciata da Castelgandolfo il 2 settembre del 1938 mentre nei cieli d’Europa si infittivano le nubi che portarono al secondo conflitto mondiale.

Ancora impresso nella memoria di molti residenti quel 13 agosto del 1947 quando Pio XII premendo un pulsante da Castel Gandolfo accese via radio l’illuminazione della colonna della Madonna nel porto di Messina, ma il 15 agosto del 1954 la Radio Vaticana fu testimone di un avvenimento che avrebbe rivoluzionato le abitudini domenicali del Papa e dei Papi da lì in avanti a mezzogiorno per la prima volta Pio XII recitava pubblicamente l’Angelus da Castel Gandolfo dai microfoni dell’emittente Vaticana.

La novità Piacque a Papa Pacelli che dopo la pausa estiva comincio a recitare ogni domenica l’Angelus davanti alla folla che da quel momento imparò a radunarsi sotto quella che sarebbe divenuta la finestra più famosa del mondo, quella dello studio privato del pontefice nel palazzo apostolico.




Genzano di Roma, tante criticità per la città dell’Infiorata: quale futuro?

GENZANO DI ROMA (RM) – Genzano di Roma, la storica città dell’Infiorata, ma anche dell’omonimo pane, del vino e dalle tante altre bellezze naturali più volte descritte dagli artisti in occasione dei loro Grand Tour d’Italie.

Una città che oggi presenta tante e diverse criticità, sia per i residenti che per i visitatori

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 28/11/2019

Criticità che si presentano agli occhi di chi guarda sotto diversi punti di vista: quello culturale, quello ecosostenibile, quello urbanistico. Partendo per esempio dal Palazzo Sforza Cesarini che spesso risulta chiuso e quindi non accessibile ai visitatori. Le famose Olmate di Genzano che sono ormai circondate da un degrado cronico. E per rendersene conto basta recarsi al famoso anfiteatro, ripulito nel maggio del 2016 dall’associazione Giorgio Belleggia e che oggi, a distanza di soli 3 anni, si presenta tutto imbrattato, persino con scritte blasfeme e di stampo razziale, per non parlare dello stato in cui verte l’intera struttura.

Altro testimone di quella che è una vera e propria sconfitta sotto tutti i punti di vista per chi ha amministrato negli anni questa città, è il teatro comunale di Genzano che oggi poteva rappresentare una sorta di Parco della Musica dei Castelli Romani, un Auditorium con un grande retropalco che avrebbe potuto ospitare le opere dei grandi maestri del melodramma o i grandi corpi di ballo.

Il secondo polo culturale della città, dopo la biblioteca, che ormai da 8 anni, dopo che fu inaugurato nel 2011 e dopo aver speso 4 milioni e mezzo di soldi pubblici, versa in totale stato di abbandono.

Un progetto tanto voluto dallo storico sindaco Gino Cesaroni che vedeva nel polo culturale un punto fondamentale di aggregazione sociale per togliere i ragazzi dalla strada e che invece oggi appare come un rudere dove all’ingresso, tra le tante buche piene d’acqua, spiccano dei cartelli buttati per terra ad arrugginire con su scritto “via Francigena”.

Le buche di Genzano, ormai tristemente famose. Sono ovunque e molte sono profonde come crateri. Gli automobilisti sempre più spesso ci rimettono copertoni, ammortizzatori, semiassi per la gioia di gommisti e meccanici che invece vedono fiorire le loro attività.

Percorsi stradali che sembrano essere stati interessati da veri e propri bombardamenti e che, soprattutto per chi viaggia su due ruote, rappresentano un pericolo costante.

Strade dunque che costringono gli automobilisti a fare continui slalom a volte finendo contromano e ai pedoni di non riuscire a camminare sui marciapiedi ormai impraticabili.

Genzano, oggi sotto l’amministrazione straordinaria del Commissario prefettizio, dopo aver assistito, lo scorso mese di marzo, alle dimissioni del sindaco pentastellato Daniele Lorenzon.

Una consiliatura, quella di Lorenzon, che ha rotto una tradizione che fin dal dopoguerra aveva sempre visto amministrazioni rosse alla guida della città tanto da essere soprannominata la piccola Mosca.

E la prossima primavera si tornerà al voto e la nuova amministrazione che si insedierà avrà certamente un gran bel da fare.




Atletico Montecompatri (calcio, II cat.), tempo di derby. Nardi: “Un solo risultato a disposizione”

Monte Compatri (Rm) – La Seconda categoria dell’Atletico Montecompatri non è riuscita a dare continuità alla prima vittoria stagionale, ottenuta due turni fa contro il Città di Cave. Nel match esterno di domenica scorsa, infatti, i ragazzi di mister Daniele Nardi hanno ceduto per 2-1 sul campo del Gallicano al termine di una gara che ha lasciato parecchi rimpianti ai castellani come spiega lo stesso allenatore: “Nel primo tempo i ragazzi hanno fatto una buona prestazione, creando qualche occasione e facendo decisamente più la partita rispetto agli avversari. Poi in avvio di ripresa, di fatto al primo tiro in porta, i padroni di casa hanno trovato il vantaggio con una gran conclusione e a quel punto la nostra squadra ha reagito. La svolta è arrivata a metà ripresa quando abbiamo conquistato un calcio di rigore (poi trasformato da capitan Armando Tulletti, ndr) e siamo rimasti in superiorità numerica per l’espulsione di un avversario. Abbiamo spinto alla ricerca del successo, siamo andati vicinissimi al vantaggio ancora con Tulletti sul cui calcio di punizione c’è stato un miracolo del portiere avversario e poi nel finale, invece, un calcio di rigore per la squadra di casa ci ha condannata a un’amara sconfitta”. Il tecnico è comunque fiducioso in vista del proseguo della stagione: “Per come abbiamo giocato finora, onestamente avremmo dovuto avere qualche punto in più rispetto ai quattro attuali – rimarca Nardi – Alcuni episodi negativi ci hanno penalizzato, ma sono convinto che la squadra possa centrare l’obiettivo prefissato di una tranquilla salvezza”. Domenica c’è il derby col Città di Monteporzio da giocare (per l’ultima volta) al “Francesca Gianni” di San Basilio per l’indisponibilità del campo di Monte Compatri: “E’ un peccato giocarlo lontano dal nostro paese, ma per fortuna abbiamo una società organizzatissima che può contare su due centri sportivi splendidi. Il Città di Monteporzio lo conosciamo bene perché si è allenato a Monte Compatri durante il periodo di preparazione e contro di loro abbiamo fatto anche un’amichevole, visto che con mister Danilo Centioni siamo amici. Domenica, però, abbiamo un solo risultato a disposizione: vogliamo i tre punti anche per aumentare il morale del gruppo e faremo di tutto per ottenerli” conclude Nardi.