Bologna, banda della Uno Bianca. 4 gennaio 1991 – 4 gennaio 2020: 29 anni dalla strage del Pilastro

BOLOGNA – Bologna commemora il 29imo anniversario dell’eccidio del Pilastro, dove morirono i carabinieri Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini.

Uno degli episodi più cruenti della storia criminale d’Italia dove i componenti della famigerata banda della Uno Bianca il 4 gennaio del 1991 intorno alle 22, nel quartiere Pilastro di Bologna, trucidarono i tre militari a colpi d’arma da fuoco.

La banda si trovava in quel luogo per caso, essendo diretta a San Lazzaro di Savena, in cerca di un’auto da rubare. All’altezza delle Torri, in via Casini, l’auto della banda fu sorpassata dalla pattuglia dall’Arma. La manovra fu interpretata dai criminali come un tentativo di registrare i numeri di targa e pertanto decisero di liquidare i carabinieri. Dopo averli affiancati, Roberto Savi esplose alcuni proiettili verso i militari, sul lato del conducente Otello Stefanini.

Nonostante le ferite gravi subite, il militare cercò di fuggire, ma andò a sbattere contro dei cassonetti della spazzatura. In breve tempo l’auto dei Carabinieri fu investita da una pioggia di proiettili. Gli altri due militari, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, riuscirono a uscire dall’abitacolo e a rispondere al fuoco, ferendo tra l’altro Roberto Savi. La potenza delle armi utilizzate dalla banda però non lasciava speranze ed entrambi i carabinieri rimasero sull’asfalto.

I tre furono finiti con un colpo alla nuca

Il gruppo criminale si impossessò anche del foglio di servizio della pattuglia e si allontanò dal luogo del conflitto a fuoco. La Uno bianca coinvolta nel massacro fu abbandonata a San Lazzaro di Savena nel parcheggio di via Gramsci ed incendiata; uno dei sedili era sporco del sangue di Roberto Savi, rimasto lievemente ferito all’addome durante il conflitto a fuoco.

Il fatto di sangue fu subito rivendicato dal gruppo terroristico “Falange Armata”

Tale rivendicazione fu però ritenuta inattendibile, in quanto giunta dopo il comunicato dei mass media. La strage rimase impunita per circa quattro anni. Gli inquirenti seguirono delle piste sbagliate, che li portarono ad incriminare soggetti estranei alla vicenda. Il 20 giugno 1992, sulla base di false testimonianze, furono arrestati i due fratelli Santagata e Marco Medda, tutti pregiudicati e residenti nel quartiere del Pilastro.
Il 24 gennaio 1995 furono dichiarati estranei ai fatti dalla corte di Assise di Bologna.

In seguito, saranno gli stessi assassini a confessare il delitto durante il processo

Sabato 4 gennaio, il Sindaco di Bologna, Virginio Merola parteciperà alla commemorazione. Alle 11, nella chiesa di Santa Caterina da Bologna in via Campana 2, si svolgerà la Messa in suffragio delle vittime. Alle 12, in via Casini, si terrà la cerimonia di deposizione delle corone al monumento in memoria delle vittime. Sarà presente il Civico Gonfalone.




Viterbo, Epifania: 110 befane pronte a sfilare con 52 metri di calza

VITERBO – La Calza della befana più lunga del mondo è pronta a sfilare per la ventesima volta a Viterbo.

Domenica 5 gennaio, centodieci befane insieme a 15 storiche Fiat 500 porteranno per le vie del centro 52 metri di calza.

L’iniziativa è realizzata dal Centro sociale Pilastro, in collaborazione con Admo, Avis, 500 Tuscia club e Parrocchia Sacro Cuore, con il patrocinio e il contributo del Comune di Viterbo (assessorati Cultura, Turismo e Servizi Sociali), il sostegno di Confartigianato Imprese Viterbo, e, da quest’anno anche di Banca Lazio Nord Credito Cooperativo.

L’evento è stato presentato questa mattina a Palazzo dei Priori dal presidente del Centro sociale Pilastro Luciano Barozzi, Paola Massarelli (Admo), Luigi Ottavio Mechelli (Avis), Mara Piergentili (500 Tuscia Club), Don Flavio Valeri (parrocchia Sacro Cuore) e Andrea De Simone (Confartigianato), insieme agli assessori Marco De Carolis e Antonella Sberna. Con loro anche Luciano Mancinelli del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, parte attiva nella fase di allestimento della calza.

Il ricavato di questa ventesima edizione sarà devoluto all’associazione italiana persone down di Viterbo, rappresentata in conferenza dalla presidente Anna Lupino. L’edizione sarà dedicata alla piccola Elisa di 5 anni, a cui Admo e Avis sono particolarmente vicini, con la speranza di vederla il prossimo anno sfilare insieme alle befane.

Il programma

Alle ore 13, a Porta Romana, avranno inizio le operazioni di montaggio della Calza con l’ausilio dei vigili del fuoco.

Alle 14,30 in piazza del Plebiscito si riuniranno le befane, le Fiat 500 storiche, la banda folcloristica Apolline Bianchi di Bassano in Teverina e le majorettes Starlight di Grotte Santo Stefano per partire alle 15,15 alla volta di Porta Romana, insieme ai musici e agli sbandieratori dell’associazione culturale Pilastro.

La partenza sarà come sempre alle ore 15,30 da Porta Romana

La calza scenderà su via Garibaldi, via Cavour, piazza del Plebiscito (sosta), via Ascenzi, piazza dei Caduti (sosta), via Cairoli, piazza San Faustino (sosta), via Signorelli, viale B. Buozzi. L’arrivo sarà davanti alla chiesa del Sacro Cuore in viale B. Buozzi, dove saranno vendute circa mille calze al costo di soli 2,50 euro, il cui contenuto è offerto ancora una volta dal supermercato Todis di Viterbo. All’arrivo della calza, avrà inizio il corteo con i Re Magi, che dalla chiesa del Sacro Cuore sfilerà fino alla chiesa di San Faustino per il terzo appuntamento del presepe vivente (oltre millecinquecento persone hanno preso parte alle rappresentazioni del 26 dicembre e del 1° gennaio).

Le calze saranno in vendita in piazza del Plebiscito e a viale B. Buozzi, davanti la chiesa del Sacro Cuore

“Ad oggi le befane che hanno aderito sono centodieci – ha spiegato il
presidente del centro sociale Pilastro Barozzi -. Ci sono adesioni anche dal
centro sociale di San Martino al Cimino. Ma le iscrizioni sono ancora aperte.
Tra le befane della prima edizione, venti anni fa, c’era anche una signora di
Venezia. Quest’anno, la befana veneziana, tornerà per festeggiare con noi i
vent’anni della manifestazione. Avremo anche una befana di 104 anni. In
passato, alla guida del corteo di Befane, c’era Fosca Mauri Tasciotti, in veste
di assessore. Quest’anno, alla guida del corteo, ci sarà l’assessore Antonella
Sberna”. La calza della solidarietà e dell’amicizia proseguirà il suo viaggio
il 6 gennaio. Le befane faranno visita agli ospiti della rsa Villa Benedetta.
Durante la presentazione è stato rivolto un ringraziamento anche alla Croce
Rossa Italiana comitato di Viterbo, alla Polizia Locale, alla Protezione Civile
e alla Questura.

Tra le novità di quest’anno ci sarà il timbro. Ovvero, il timbro con
l’immagine della manifestazione e una specifica dicitura sarà apposto sul dorso
della mano di tutte le befane regolarmente iscritte. Tutte le befane
“autorizzate” riceveranno una bottiglietta d’acqua in omaggio e panini a costi
ridotti presso l’attività Leccabaffo in via Garibaldi.

La conferenza si è conclusa come da tradizione con una poesia di Rosanna
De Marchi.

Ancora aperte le iscrizioni per diventare befane per un giorno: le
interessate possono contattare il Centro sociale Pilastro (via Cristofori 8) al
numero 0761 324148. Tutti coloro che non potranno partecipare all’evento, ma
che sono comunque interessati ad aiutare l’associazione persone down, potranno
versare il proprio contributo sul conto corrente dell’associazione stessa (IBAN
IT 59 I089 3114 5050 0002 0699 203).




Acqui Terme, arrestato dalla Polstrada chiede ai poliziotti: “Fatemi trascorrere l’ultimo dell’anno a casa”

“Fatemi trascorrere l’ultimo dell’anno a casa” è quello che A.M. cittadino Bulgaro, classe 1986, ha chiesto ai poliziotti del Distaccamento Polizia Stradale di Acqui Terme che lo hanno arrestato perché deve scontare una pena definitiva a due mesi di reclusione, a seguito della Sentenza del Tribunale di Savona che lo ha condannato per falso in documenti.

L’uomo si nascondeva in un paesino dell’hinterland acquese dove aveva preso in affitto una casa ed iniziato un nuovo lavoro e, grazie alla parziale modifica del nome, aveva superato i controlli negli ultimi due anni. Ma questo stratagemma non è stato sufficiente tant’è che gli Agenti della Polizia Stradale di Acqui Terme lo avevano “attenzionato” a seguito di alcune violazioni al Codice della Strada accertate negli ultimi mesi; era stato controllato alla guida di un veicolo con una patente di guida non valida per il nostro paese.

I successivi accertamenti avviati con gli Uffici di Cooperazione Internazionale hanno consentito di identificare con certezza il soggetto, ma soprattutto determinare l’esistenza di quell’Ordine di carcerazione per reati commessi in Italia.

Al mattino del 31 dicembre 2019 gli Agenti della Polizia Stradale di Acqui Terme hanno bussato alla porta della sua casa e, dopo le verifiche e le comunicazioni di rito, è stato arrestato e trasferito presso la casa circondariale “Gaeta e Cantiello” di Alessandria.




Mazzetta da 700 euro: prefetta di Cosenza finisce in manette

Scoperta mentre intascava una mazzetta da 700 euro. La prefetta di Cosenza, Paola Galeone, è stata arrestata. A suo carico la Squadra mobile di Cosenza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica.

Il reato che viene contestato alla prefetta Galeone l’induzione indebita a dare o promettere utilità. Al prefetto viene contestato, in particolare l’articolo 319 quater del Codice penale. Lo riferisce una nota stampa della Procura della Repubblica di Cosenza. La prefetta Galeone si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Taranto.

Obiettivo, fare la cresta sulle spese di rappresentanza che il Viminale autorizza ai suoi rappresentanti territoriali con uno specifico fondo. A Cosenza erano rimasti circa un migliaio di euro, che la prefettura avrebbe dovuto restituire al ministero dell’Interno e Galeone ha deciso di incassare personalmente. Per questo ha proposto all’imprenditrice Cinzia Falcone, titolare di una scuola di inglese, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell’associazione Animed, di emettere una fattura falsa per spese inesistenti.

Galeone ha indicato anche la cifra, 1.220 euro, poco di più di quanto rimasto nel fondo a disposizione della prefettura, “per non destare sospetti”. Ma Falcone ha solo finto di accettare la sua proposta e il 23 dicembre si è presentata in Questura per denunciare tutto. Subito sono partite le indagini. Le utenze del prefetto sono finite sotto controllo, mentre gli investigatori della Mobile organizzavano insieme all’imprenditrice lo scambio in modo da poter documentare tutto.

Con un messaggio concordato con gli agenti, Falcone ha fatto sapere al prefetto di aver predisposto la fattura, ottenendo quella che per inquirenti e investigatori è non solo una prova schiacciante, ma anche un allarmante spunto d’indagine “Hai tutta la mia stima – le ha risposto il prefetto – Vedrai, insieme faremo grandi cose”




Di Battista difende Paragone: “Infinitamente più grillino di tanti altri”. Dal 2018 sono 17 i parlamentari M5S persi per strada…

Gianluigi Paragone, espulso dal “nulla” che secondo lui è diventato il Movimento 5 stelle, è pronto a dare battaglia, pure in tribunale. “Farò ricorso e se mi gira, mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria per far capire l’arbitrarietà delle regole”, annuncia il senatore in un video accorato e urlato su Facebook a meno di 24 ore dalla decisione dei probiviri. E il Movimento torna a dividersi. In particolare, dopo l’endorsement di Alessandro Di Battista che non solo difende Paragone ma lo incorona “infinitamente più grillino di tanti altri”. Così si legge in un commento di Dibba apparso sul profilo Facebook di una militante 5S.

Per il senatore espulso si schiera anche l’altra ‘dissidente’ ed ex ministra Barbara Lezzi, che apprezza l’autonomia di pensiero del “collega” e attacca il Movimento che “espelle gli anticorpi”. E poco dopo il suo post viene condiviso dal senatore Mario Giarrusso. Ma non mancano i ‘contro’, che all’ex conduttore tv non perdonano soprattutto il giudizio tranchant sul “nulla” che sarebbe diventato il ‘sogno’ di Casaleggio e Grillo. E indirettamente gli risponde pure il capo politico: “In appena 20 mesi abbiamo già approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no?”, ricorda Luigi Di Maio sui social. Di fatto, con l’ultima ‘cacciata’ sono 17 i parlamentari che il M5s ha perso per strada dall’inizio della legislatura, ossia dal 23 marzo 2018. Tra loro, 11 gli espulsi mentre tre senatori sono passati di botto al ‘nemico’ leghista (Francesco Urraro, Stefano Lucidi e Ugo Grassi), oltre al recentissimo addio di Lorenzo Fioramonti dal ministero dell’Istruzione.

Intanto Luigi Di Maio rivendica i risultati M5s. “C’è qualcuno – dice su Facebook – che pensa che il Governo precedente fosse migliore di questo. Io penso che i conti si debbano fare alla fine. Ho sempre e solo pensato a portare a casa i risultati per gli italiani. Abbiamo portato i leghisti a votare la legge spazzacorrotti, il blocco delle trivelle in mare e il reddito di cittadinanza. Ora siamo in un altro governo. E conta cosa otterremo per gli italiani. Quel che è certo, è che in appena 20 mesi abbiamo già approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no?”.

“Ora – conclude – il prossimo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ai Benetton. Abbiamo tagliato i parlamentari, istituito il carcere per i grandi evasori e fatto in modo che chi compie un reato e viene condannato non possa più farla franca con la prescrizione. Riusciremo anche in questo. Perché siamo il Movimento 5 Stelle: unica e reale speranza di questo Paese”.




Roma, operazione antidroga: in manette 6 persone tra Centocelle, Alessandrino e Torre Maura

ROMA – Spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio le accuse mosse nei confronti di 6 persone, ritenute responsabili a vario titolo e in concorso tra loro, che hanno fatto scattare l’ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina e di Montecompatri, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Dei 6 indagati due sono stati portati in carcere, 3 agli arresti domiciliari e uno sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Il provvedimento trae origine dall’indagine condotta – da marzo 2017 a febbraio 2018 – dal Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina, che portò all’arresto in flagranza di reato di alcuni indagati nel quartiere romano di Centocelle, soprattutto per spaccio di cocaina.

I militari, successivamente all’operazione, constatarono come l’epicentro dell’attività criminale si fosse progressivamente spostato da Centocelle ai quartieri Alessandrino e Torre Maura.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi, mediante attività tecniche e dinamiche, hanno consentito quindi di:

  • individuare diversi di soggetti, dediti al traffico illecito di predetta sostanza stupefacente;
  • documentare il radicamento del fenomeno nei quartieri Centocelle, Alessandrino e Torre Maura;
  • riscontrare il ruolo dei principali promotori, di nazionalità italiana, del traffico illecito.
  • il coinvolgimento nelle attività di una coppia, marito e moglie di Montecompatri, agevolati dal ruolo del padre della donna, residente nel quartiere Alessandrino
  • documentare numerose cessioni di sostanza stupefacente, a seguito di contatto telefonico tra pusher ed acquirente, nel corso del quale veniva stabilito un punto di incontro, diverso di volta in volta, allo scopo di eludere i controlli delle forze dell’ordine.

Nel corso dell’indagine, sono stati arrestati in flagranza di reato altre 12 persone e segnalati alla locale Prefettura 18 assuntori di sostanze stupefacenti.