Acquisti di lusso per il Parco regionale dei Castelli Romani: due IPhone nuovi di zecca

Shopping di lusso per il Parco regionale dei Castelli Romani che ha comprato due IPhone nuovi di zecca.

Si tratta di un XS e un XS MAX dal prezzo medio di mercato di circa mille e trecento euro ciascuno, entrambi con 256 Gb di memoria.

Una spesa che certamente salta all’occhio

A chi servono due apparecchi di questo genere e così costosi quando con circa 250 euro si comprano smartphone con buona risoluzione e memoria estendibile? Eppure l’acquisto c’è stato e risulta nero su bianco impresso nell’archivio delle determinazioni pubblicate dall’Ente regionale Parco dei Castelli Romani e riferite al quarto trimestre 2019, ovvero dal primo ottobre 2019 al 31 dicembre dello stesso anno.

Quello che fa riflettere è che i due Iphone, da quando sono stati acquistati ancora non risultano essere assegnati o utilizzati. Come mai? L’acquisto che fa un ente pubblico dovrebbe essere motivato. Il presidente del Parco Gialuigi Peduto sembra non essere al corrente dell’acquisto sebbene cerchi di dare una giustificazione dicendo che l’utilizzo di apparecchi tecnologici è di grande aiuto per la promozione dell’immagine dell’ente anche tramite dirette streaming come accaduto quando si è parlato degli incendi boschivi a seguito del grosso incendio al Monte Tuscolo, all’Artemisio e al monte Fiore. Peduto ha precisato che l’acquisto di materiale operativo e informatico è competenza del direttore che a sua discrezione avrà ritenuto di comprare i due Iphone.

Sicuramente l’acquisto è stato fatto dall’ex direttore andato in pensione Paolo Lupino. Certamente due Iphone per fare le dirette possono essere considerati un lusso, un vezzo che si poteva evitare in un momento dove è necessario stringere la cinghia.

All’assegnazione dei due Apple, adesso dovrà occuparsi il nuovo direttore che si è appena insediata, il geologo Emanuela Angelone. E sicuramente le riprese e gli scatti futuri targati Parco Regionale dei Castelli Romani saranno davvero all’ultimo grido. Quanta abbondanza.




Ferrovia Roma Viterbo, nessuna diffamazione verso Atac: Tribunale di Roma archivia e ribadisce il diritto di cronaca e critica per David Nicodemi

Il Presidente dell’Associazione TrasportiAmo, David Nicodemi, non ha diffamato il Direttore di Esercizio metro-ferro di Atac SpA, Giovanni Battista Nicastro. Questo quanto ha stabilito il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Dott. Valerio Savio, che ha respinto l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dai legali di Battista Nicastro in merito alla querela intentata contro il cronista/blogger e disposto l’archiviazione del provvedimento nei suoi confronti accogliendo le istanze della difesa, sostenuta dall’avvocato e docente di Diritto Penale Dott.ssa Francesca Trentinella, e dal P.M., Dott. Eugenio Albamonte. Il decreto di archiviazione è stato notificato nella giornata del 10 gennaio, in seguito all’Udienza in Camera di Consiglio del 20 dicembre scorso, nella quale il GIP si era riservato di decidere.

Tre gli articoli contestati al capo di imputazione, pubblicati nell’ottobre 2014 dalla redazione romana della testata giornalistica online “Quotidiano Italiano” con sede in Bari, con la quale Nicodemi collaborava, riferiti a una specifica circostanza riscontrata nella ferrovia Roma-Viterbo, denunciata anche dagli utenti e dal Comitato Pendolari RomaNord.

In particolare il P.M., nel richiedere l’archiviazione, ha evidenziato che “il reato debba considerarsi scriminato alla luce del diritto di cronaca e di critica senz’altro sussitente in capo dell’indagato, alla luce della rilevanza sociale delle argomentazioni affrontate e della ‘continenza’ delle espressioni verbali utilizzate”.

“Il Tribunale di Roma ha quindi ribadito quanto sancito dall’articolo 21 della Costituzione Italiana – dichiara il Presidente Nicodemi – e conferma la correttezza del lavoro svolto. È una vittoria che intendo condividere con tutta la categoria. La stampa, purtroppo, è sempre più oggetto di intimidazioni e di aggressioni, nei casi più gravi, o di querele temerarie. Esprimo sincera gratitudine al GIP e al PM e ringrazio sentitamente il lavoro profuso dall’avv. Trentinella, persona attenta, preparata e precisa. Unico rammarico? In caso di archiviazione, l’attuale legislazione non consente di richiedere il risarcimento del danno, salvo che per specifiche condizioni, che, comunque, mi riserverò di valutare”.




Roma, Termini. Nasconde 380 dosi di cristalli di shaboo nel reggiseno: carabinieri arrestano tre persone

ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma piazza Dante hanno arrestato tre cittadini originari delle Filippine – una donna di 33 anni e due connazionali di 34 e 23 – con l’accusa di concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I tre sono stati controllati dai militari, impegnati in un posto di controllo in piazza dei Cinquecento, mentre stavano viaggiando a bordo di un’autovettura di una delle compagnie di car sharing che operano nella Capitale.

Alla richiesta dei documenti, i militari hanno notato un eccessivo nervosismo degli occupanti, atteggiamento che li ha spinti ad approfondire le verifiche nei loro confronti.

Durante le operazioni, i Carabinieri hanno scoperto che la donna era in possesso di una partente di guida risultata revocata, ma il vero motivo della sua agitazione erano le 380 dosi di cristalli di shaboo che trasportava nel reggiseno.

Il rinvenimento della droga sintetica – che ha effetti più potenti e duraturi della cocaina e delle metanfetamine “comuni” – ha fatto immediatamente scattare le perquisizioni nelle rispettive abitazioni dei fermati; nelle case degli amici della donna, i Carabinieri hanno rinvenuto altri 1,7 gr. di shaboo e una valigetta al cui interno è stato trovato il kit completo di strumenti per la pesatura dello stupefacente e per la consumazione.

In possesso dei cittadini filippini,
inoltre, sono stati rinvenuti 1.140 euro in contanti, ritenuti provento della
loro illecita attività di spaccio, considerando che un grammo di questa
pericolosa sostanza stupefacente – in base alla sua purezza – può arrivare a
costare fino a 300 euro.

Lo stupefacente sequestrato, quindi, poteva fruttare agli spacciatori un guadagno di circa 12.000 euro.




Roma, discarica Monte Carnevale: il Campidoglio tira dritto nonostante i no

ROMA – Nessun passo indietro da parte della giunta Raggi riguardo la scelta del sito di Monte Carnevale, per ospitare la futura discarica di Roma.

Raggi non arretra nonostante i pareri negativi espressi prima
della direzione Rifiuti dello stesso Comune e poi dal dipartimento Urbanistica
e dell’Esercito che a valle Galeria ha un distaccamento.

“I pareri contrari verranno inviati alla stessa cabina tecnica che ha stilato la lista delle strutture idonee a ospitare i rifiuti della capitale”. Hanno spiegato dal Campidoglio rimandando quindi la patata bollente ai tecnici di Roma Capitale, Città Metropolitana e Regione. E in particolare alla Pisana, che per legge dovrà rilasciare l’autorizzazione finale sulla trasformazione dell’attuale sito per inerti in una vera e propria discarica.

Intanto nella giornata di oggi l’Associazione Cives è scesa
in piazza a sostegno dei comitati, le associazioni, i residenti e tutti coloro
che hanno partecipato all’odierna manifestazione convocata a via di Ponte
Galeria 276.

“Abbiamo partecipato con lo spirito di non osteggiare
tutto ciò che si presenta come soluzione all’emergenza rifiuti – dichiarano dalla
Cives – anche se comunque a nostro avviso ogni tentativo di proporre una
discarica, deve prevedere dei piani industriali di lavoro comprensivi di:
tempistiche, termini, calcoli di impatto sul territorio ben studiati (viabilità
compresa), TMB, aumento raccolta differenziata, informare i residenti. Altrimenti,
come spesso accade, ciò che inizialmente è stato studiato come provvisorio,
rischia di diventare definitivo, e lo spettro di una nuova Malagrotta, così
come avvenuto anche per le ipotesi di Pian dell’olmo, Quadro Alto e
Tragliatella, si intravede in lontananza.”




Bari, coniugi taglieggiati da banda di aguzzini: arrestate 6 persone

SANTERAMO IN COLLE (BA) – I Carabinieri della Stazione di Santeramo in Colle hanno arrestato L.M. 46enne, M.A. 33enne, N.M. 33enne, L.R.V. 30enne, B.D., 45enne, P.N., 59enne, tutti del luogo, in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP Tribunale Bari su richiesta della locale Procura, per tentata estorsione ai danni di due coniugi del posto.

Il 29 novembre scorso, marito e moglie, rispettivamente di 50 e 29 anni, si sono presentati presso la Stazione Carabinieri di Santeramo in Colle per denunciare una tentata estorsione ai loro danni. In quell’occasione l’uomo, che presentava vistose ecchimosi in viso, riferiva che, poco prima di recarsi in caserma, era stato aggredito da due soggetti a lui noti, poiché si era rifiutato di elargire somme di denaro riconducibili a debiti che la consorte aveva contratto tempo addietro per l’acquisto di sostanza stupefacente. Tale episodio,  era l’ultimo di una lunga serie di sopraffazioni e minacce che dal mese di ottobre scorso, i due coniugi avevano subito, in quanto erano stati avvicinati più volte, anche da altri soggetti che li avevano minacciati di morte se non avessero saldato il debito complessivo ammontante a circa 2.000,00 euro. In un’occasione, gli aguzzini, a bordo di un’autovettura, raggiungevano i coniugi mentre viaggiavano sulla loro auto, tagliando loro la strada e  minacciandoli di doversi subito recare presso un’agenzia per il disbrigo pratiche automobilistiche  al fine di intestare ad uno di malfattori la loro autovettura, pur di saldare il debito. Nella circostanza tale tentativo non si realizzò, in quanto i coniugi riuscirono a dileguarsi nel traffico, evitando così ulteriori conseguenze.

Le
immediate indagini, avviate dai Carabinieri sotto la direzione della Procura
della Repubblica di Bari,  sulla scorta della minuziosa descrizione dei fatti da
parte delle vittime, hanno consentito di ricostruire i singoli episodi, molti
dei quali immortalati dai circuiti di videosorveglianza pubblici e privati
presenti nel territorio di Santeramo, le cui immagini, corroborate anche dalle
dichiarazioni rese da persone a conoscenza dei fatti, hanno suffragato la
versione delle vittime e portato all’emissione del provvedimento restrittivo che
è stato subito eseguito dai militari operanti. Dei sei indagati, di cui solo
N.M. incensurato, L.M. ed M.A. sono stati associati presso la Casa Circondariale
di Bari, mentre i restanti quattro sono stati sottoposti agli arresti
domiciliari. Tutti dovranno rispondere, a vario titolo, di tentata estorsione in
concorso, a seconda dei ruoli ricoperti nelle varie condotte contestate.




Emergenza abbandono rifiuti sulla via dei Laghi e al bosco Ferentano: serve un piano di interventi

MARINO (RM) – Paesaggio deturpato da rifiuti di ogni genere quello che appare sulla via dei Laghi e al bosco Ferentano nel comprensorio della città di Marino.

Piatti e bicchieri che fuoriescono dalle buste lasciate all’esterno del bosco oltre alle bottiglie di bevande varie sparse sul terreno insieme a contenitori in alluminio per alimenti, sacchi neri con residui di sfalci, mobili in legno fatti a pezzi e la scocca di un’auto che troneggia di fronte all’ingresso di quella che è un’area considerata sacra in epoca preromana e sotto tutela del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Lo scorso 20 novembre attraverso questo quotidiano avevamo denunciato una situazione simile e dopo qualche giorno la Multiservizi di Marino aveva provveduto a ripulire l’area, anche se come dichiarato dal direttore della Multiservizi l’opera di bonifica non rientrasse nei compiti istituzionali della partecipata del Comune di Marino.

Un’area protetta dall’Ente Regionale Parco dei Castelli Romani

L’Ente Regionale ha tra i propri compiti istituzionali quello di “garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione delle aree protette nonché il recupero e il restauro ambientale dei siti degradati”. Ma sembra che la pulizia dei siti degradati, anche per quanto riguarda il Parco, sia una pratica da ritenere straordinaria.

Serve un piano di interventi come quello adottato per la Cassia bis

La soluzione, per mettere definitivamente la parola fine a questa pratica incivile dell’abbandono rifiuti probabilmente è la stessa adottata dal Consiglio regionale del Lazio in sinergia con il Municipio XV, il Comune di Formello e il Parco di Veio che ha visto installare sistemi di videosorveglianza per le piazzole sulla via Cassia bis per anni prese di mira dagli incivili che ci abbandonavano i rifiuti e che ora risultano linde e pulite.

Identificare questi soggetti quindi denunciarli e sanzionarli con multe salatissime, di minimo 500 euro, ha dimostrato di essere l’unica soluzione possibile. E allora cosa si aspetta a fare la stessa cosa anche per quest’area?  




Roma, Torre Angela: in manette 3 ladri d’appartamento

ROMA – A seguito di una escalation di furti registrata nel quartiere di Torre Angela nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca hanno avviato un attento monitoraggio delle persone di interesse operativo, giungendo all’identificazione di una banda di ladri, composta da tre nomadi, che sono stati arrestati in flagranza di reato. Si tratta di un 20enne, un 22enne e un 26enne, tutti nati in Italia da famiglia di origine dell’ex Jugoslavia, che abitano tra Colle Prenestino, Borghesiana e Corcolle. I militari, sulla base di alcune testimonianze, avevano una descrizione sommaria dei ladri e una volta individuato il gruppetto li hanno seguiti nei loro spostamenti. Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca li hanno seguiti fino in via Alessandrino, dove hanno forzato il portone del palazzo al civico 27 e giunti al terzo piano hanno scardinato la porta di un appartamento dove però all’interno vi era il proprietario che si è messo a urlare e li ha costretti a fuggire a bordo della loro auto. I Carabinieri li hanno inseguiti, bloccati in via Fadda e arrestati con l’accusa di tentato furto aggravato. Con loro avevano il perfetto kit da ladri con guanti, corde, torce, cacciaviti, forbici e scaldacollo. Le indagini che ora proseguiranno dovranno dimostrare se i tre sono i responsabili degli altri furti commessi nella zona di Torre Angela nei giorni scorsi e che hanno destato allarme nella popolazione.




Guidonia, M5s: dopo Zarro abbandona anche Terzulli. Ammaturo: “L’abbandono pentastellato è iniziato”

GUIDONIA (RM) – Il capogruppo di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio, Giovanna Ammaturo interviene sull’uscita dei consiglieri Loredana Terzulli e Claudio Zarro dal M5S e l’adesione al Gruppo Misto nella seconda città d’Italia non capoluogo di Provincia.

“L’abbandono pentastellato è iniziato. – dichiara Ammaturo – La Terzulli ha seguito in meno di 24 ore l’addio di Zarro. Quest’ultimo – prosegue – ha chiarito con una lunga ed articolata missiva su Facebook e non ritrae solo la delusione di chi ha voluto sbattere la porta in dissenso con chi ha snaturato il movimento, ma rappresenta una vera propria denuncia.

Accuse circostanziate che condivido per aver in questi due anni e mezzo di amministrazione penta stellata denunciato le stesse. Mancanza di trasparenza unita alla finzione di amministrare ed incapacità manifesta. La rivelazione che “poche persone, tra l’altro non sempre elette dai cittadini, incidono sulle scelte e sulle linee politiche di questa maggioranza” scrive Zarro, dovrebbe far riflettere tutti. Seppure penalmente non rilevante per lo meno meriterebbe una attenzione adeguata da parte della Procura. Di certo è una accusa fin troppo imbarazzante per il Sindaco Barbet, la giunta e la sua maggioranza necessita di prese di posizioni adeguate. Una giunta in cui si sono avvicendanti ben 9 assessori in 30 mesi e i dirigenti e funzionari fatti girare come trottole mentre ad oggi il consiglio si divide in 13 all’opposizione e 11 in maggioranza, mentre restano in bilico le posizioni di Mortellarro e della Santoni del M5S . Il dissenso è sempre fastidioso quanto la reale democrazia, lo sappiamo per averlo verificato di persona, ma qui emergono accuse precise sulla incoerenza tra quanto promesso agli elettori e quanto viene oggi imposto alla maggioranza “dalla giunta o da altre figure vicine al Sindaco”.

Chi siano queste persone dovrebbe chiarirlo Barbet prima di andarsene quanto “ avallare scelte che prevedono l’assunzione a tempo indeterminato all’interno dell’ente di persone prese da graduatorie di comuni limitrofi senza che venga spiegata la genesi e gli input che sottintendono a tutto cio’? Vogliamo parlare di chi c’e’ all’interno di questa graduatoria?” ha scritto Zarro. Noi qualche nome ce lo siamo fatto, abbiamo bisogno solo che Barbet risponda alla interrogazione per fare i manifesti e renderli di dominio pubblico. I silenzi prolungati del sindaco Barbet sono meno machiavellici adesso che Zarro ha la libertà di favella e manifesta l’astuzia e la mancanza di scrupoli politici da parte del primo cittadino.

Personalmente e come Capogruppo di Fratelli d’Italia siamo fedeli alla democrazia ovvero la forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti. Siamo contrari a cene carbonare e massoniche dove uomini non eletti decidono il destino della Città soprattutto quando i commensali sono le stesse vecchie volpi che hanno ridotto il Paese come tutti lo possono vedere. C’è bisogno di aria nuova, di politici nuovi, anche di sindaci nuovi ed auspico che Barbet faccia le valigie e il Popolo apra la caccia alle volpi. Il decisionismo in politica è cosa buona perché responsabilizza chi governa, ma i cittadini – conclude Giovanna Ammaturo – non possono restare fantocci nelle mani di chi ha pretese per successione ereditaria o crede di aver costituito una ristretta oligarchia”.




Taglio dei parlamentari, raggiunto il numero minimo per il referendum: decisivo il contributo della Lega

Raggiunto e superato il numero minimo di 64 firme per presentare il quesito del referendum contro il taglio dei parlamentari. A contribuire al raggiungimento del numero anche l’appoggio di alcuni senatori leghisti. “Abbiamo dato un contributo per avvicinare la data delle elezioni – dice Matteo Salvini – perchè prima va a casa questo Governo di incapaci e meglio è, non per Salvini ma per l’Italia”.

I tre promotori del referendum sul taglio dei parlamentari, Andrea Cangini (Fi), Tommaso Nannincini Pd) e Nazario Pagano (Fi) hanno, dunque, depositato le 71 firme necessarie per la richiesta. Ben 7 in più del numero minimo richiesta di 64.

Dopo la rinuncia di 7 senatori a sottoscrivere la richiesta di referendum per il taglio del parlamentari, sono 11 le new entry che hanno deciso di aderire consentendo così la possibilità di depositare il quesito in Cassazione. Hanno aggiunto le loro firme: 5 senatori di Fi, 6 della Lega e 1 di Leu.

M5s all’attacco del Carroccio. “Non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato ‘l’aiutino’ della Lega” nella raccolta delle firme per il referendum sulla riforma sul taglio dei parlamentari, attaccano fonti M5s. “Non vediamo l’ora di dare il via alla campagna referendaria per spiegare ai cittadini che ci sono parlamentari che vorrebbero bloccare questo taglio, fermando così il risparmio di circa 300mila euro al giorno per gli italiani che produrrebbe l’eliminazione di 345 poltrone”.

“Stamattina – fa intanto sapere il senatore M5s Michele Giarrusso – ho ritirato la firma sul referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. L’ho ritirata, perché la mia posizione è stata strumentalizzata da alcuni e travisata da altri”. 

Anche i senatori del Pd Francesco Verducci e Vincenzo D’Arienzo hanno ritirato le firme dalla proposta del referendum sulla riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. Fonti Dem spiegano che i due senatori lo avrebbero fatto in conseguenza “di un fatto politico nuovo” e cioè la presentazione di quella proposta di legge elettorale proporzionale, che fin dall’inizio era stata chiesta dal Pd in relazione al taglio dei parlamentari.