Rugby Frascati Union 1949, l’Under 14 cede di misura a Latina. Ascantini: “Una buona partita”

Frascati (Rm) – Dopo una lunga pausa tra festività natalizie e pausa del campionato, l’Under 14 del Rugby Frascati Union 1949 è tornata in campo sabato scorso per una sfida ufficiale, la prima del nuovo anno. I ragazzi di coach Alessio Ascantini si sono ben disimpegnati sul campo del Latina, cedendo “di misura” per 19-21 al termine di una gara combattuta. “I ragazzi hanno fatto sicuramente una buona partita – commenta l’allenatore frascatano – Nel primo tempo abbiamo tenuto di più il possesso di palla, ma qualche piccolo errore ha favorito le tre mete degli avversari e ci siamo trovati a rincorrere. Nel secondo tempo il quadro si è capovolto e la squadra è stata brava a reagire: i ragazzi hanno sfoderato una buona pressione difensiva e così hanno siglato tre mete, sfiorando il sorpasso nel finale. Alla fine la differenza l’ha fatta un calcio, ma al di là del risultato siamo soddisfatti di come si sono espressi: era la prima partita del nuovo anno dopo diverse settimane e c’erano delle incognite legate proprio alla mancanza di impegni ufficiali”. Da qualche settimana, come avviene per il gruppo dell’Under 18, si è intensificata anche per questa categoria la collaborazione con la società capitolina dell’Arnold: “Stiamo organizzandoci per fare un allenamento congiunto e migliorare alcuni aspetti organizzativi” sottolinea Ascantini che poi parla dei programmi a medio termine di questo gruppo del Rugby Frascati Union 1949. “Tra le idee che vorremmo concretizzare c’è quella di partecipare con questi ragazzi a un torneo fuori regione, nel periodo tra aprile e maggio. Valuteremo nelle prossime settimane se questo sarà possibile a livello organizzativo”. Parlando del futuro “più immediato”, Ascantini si concentra sui prossimi appuntamenti di campionato dell’Under 14: “Nei prossimi due sabati avremo altrettanti impegni casalinghi. Prima incroceremo l’Us Roma che abbiamo battuto nell’altra sfida disputata, mentre il sabato successivo giocheremo contro Civitavecchia con cui finora abbiamo un “bilancio” di una vittoria e una sconfitta. Quello che più ci interessa, comunque, sarà vedere i progressi dei nostri ragazzi”.




Colleferro, elezioni: Italia in Comune sostiene il Sanna bis

Alle prossime amministrative di Colleferro Italia in Comune sosterrà la
ricandidatura di Pierluigi Sanna, sindaco uscente della città laziale.
Ad annunciarlo in una nota sono Alessio Pascucci e Damiano Coletta,
rispettivamente coordinatore nazionale e vice presidente di Italia in
Comune.

“Quella di Sanna è stata un’esperienza amministrativa vincente come
dimostra lo storico successo raggiunto qualche giorno fa con la
chiusura, dopo 26 anni di battaglie per l’ambiente e il territorio,
della discarica di Colleferro, la più grande nel Lazio dopo quella di
Malagrotta a Roma”, spiega Pascucci.

“Italia in Comune – afferma Coletta – ringrazia il lavoro sul territorio
portato avanti dalla nostra referente Cristina Vittori e conferma il
criterio scelto in tutte le competizioni elettorali nelle quali siamo
presenti, ovvero il sostegno a candidature che nascono dal territorio su
spinta della società civile ma soprattutto che premiano l’esperienza di
chi ha dimostrato di governare i territori essendo sempre al fianco dei
cittadini”, conclude la nota.




Lanuvio, antenne telefoniche: il rischio è una Monte Cavo bis

Un consiglio comunale urgente per approvare una mozione da indirizzare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul tema dell’istallazione di una antenna per telefoni cellulari in località stazione. Lo ha richiesto al Presidente del Consiglio Comunale il Gruppo Consiliare Lista Civica Lanuvio per la Democrazia. In data 03 dicembre 2019, inizia la missiva indirizzata al Presidente Santoro, sono iniziati i lavori per l’installazione della stazione radio base presso Via Laviniense, nel territorio del Comune di Lanuvio. Tale inizio dei lavori è stato autorizzato dalle autorità preposte, ovvero, Regione Lazio, Città Metropolitana, previo parere favorevole espresso dall’Arpa Lazio.
L’opera però sta causando diverse preoccupazioni e perplessità circa gli effetti negativi che potrebbe avere sulla salute dei cittadini del Comune di Lanuvio, con particolare attenzione alla salute dei bambini della scuola materna “Falcone e Borsellino” e della scuola elementare “Terracini” che distano solo 400 metri dall’ubicazione della contestata antenna. L’amministrazione comunale, in ossequio alla normativa vigente in ambito procedimentale ha attivato tutti i controlli e posto in essere tutti gli atti di propria competenza a tutela dei cittadini e del loro diritto alla salute. Tuttavia, tali attribuzioni non sono sufficienti a valutare nel merito la fattibilità dell’opera, sebbene potenzialmente in contrasto con il bene comune più importante, il diritto alla salute, costituzionalmente garantito. Per questi motivi, la lista Civica Lanuvio per la Democrazia proporrà al Consiglio Comunale di impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale ad interessare il Capo dello Stato italiano, il Presidente Sergio Mattarella, che nella qualità di Garante della Costituzione, deve assicurare il buon funzionamento complessivo del sistema istituzionale e verificarne il pieno rispetto. Perché se è vero che il sindaco è la massima Autorità Sanitaria Locale, le valutazioni relative alla sicurezza degli abitanti in tema di ripetitori telefonici spettano alla Regione che ha in materia potere di dettare leggi insieme allo Stato. In base alla normativa il Comune ha le mani legate e non ha alcun potere di interferire nella scelta del luogo di installazione di ripetitori telefonici, né ha il potere di stabilire limiti di distanza, sicurezza, altezza ecc, ciò in quanto tali limitazioni – poste a salvaguardia della salute dei cittadini dai rischi dell’elettromagnetismo – sono di esclusiva competenza dello Stato.




Fratelli d’Italia sbarca a Castel Gandolfo. Fabio Angeletti è il portavoce: “Grazie a Luciano Ciocchetti, Giovanni Libanori”

Fabio Angeletti prende le redini del partito della Meloni e diventa portavoce del circolo Fdi a Castel Gandolfo. Ecco la sua nota: “Non sono mai stato un amante di falsi ed ipocriti sviolinamenti, di parole di circostanza povere nel sentimento ma forti perché ad effetto. Tutto ciò non mi appartiene. Tuttavia sento il dovere di esprimere i dovuti ringraziamenti a Luciano Ciocchetti, Giovanni Libanori, Massimiliano Maselli e a tutti i Patrioti che hanno voluto e sostenuto la mia candidatura a Portavoce di Fratelli d’Italia a Castel Gandolfo. Ringraziamenti che provengono dal profondo del cuore perché finalmente alla nostra Città è stata data l’opportunità di imprimere quel deciso colpo di sterzo a destra che potrebbe portare Castel Gandolfo ad occupare il posto che gli spetta nella cornice dei Castelli Romani.
Oggi la nostra Città ha finalmente la possibilità di scegliere tra l’uscire dal degrado e l’anarchia, oppure continuare a dare il triste consenso alla politica che ha contribuito a rendere Castel Gandolfo la Città che i nostri occhi sono costretti a vedere ogni giorno. C’è molto da fare, ma sono più che convinto che con l’esperienza, la professionalità e la sensibilità ai problemi del territorio dimostrata da Fratelli d’Italia e, in particolare, dai suoi Portavoce nelle Istituzioni, riusciremo a rimettere in moto quel motore che porterà finalmente Castel Gandolfo ad essere quel volano utile a rilanciare l’economia nei Castelli Romani”.




Divino Amore e rischio cementificazione: Italia Nostra vuole ampliare i vincoli sulla Campagna Romana

Importante incontro giovedì 23 gennaio a Marino per la illustrazione
delle osservazioni al recente vincolo denominato “La Campagna Romana tra la via Nettunense e l’Agro Romano” apposto dalla competente
Soprintendenza allo scopo di proteggere il paesaggio su una vasta area
di pregio compresa tra i comuni di Marino, Castel Gandolfo ed Albano.
Le osservazioni, anche allo scopo di chiedere l’ampliamento del vincolo,
sono state presentate dalla sezione Castelli Romani di Italia Nostra,
dal partito Comunista sezione Castelli Romani, il comitato di quartiere
Pavona1, il circolo Legambiente Appia Sud “Il riccio” ed altri comitati
di cittadini ritenendo necessario proteggere anche altre aree come S.
Palomba e Monte Savello (tra Roma ed Albano) che sono oggetto di
speculazione edilizia, analogamente all’area del “Divino Amore” a Marino
sulla quale incombe un intervento da oltre 1 milione di metri cubi di
cemento.

Il vincolo, apposto anche grazie alle sollecitazioni dell’attuale
amministrazione di Marino allo scopo di evitare ulteriore consumo del
suolo a causa della cementificazione imperante, chiaramente lede gli
interessi di quelle imprese che intendono realizzare i loro progetti di
edificazione ed è pertanto oggetto di una agguerrita opposizione ed
osservazioni contrarie.
Le osservazioni verranno esposte nel dettaglio e discusse nel corso
dell’incontro, al quale è stata invitata tutta la cittadinanza oltre
alle locali autorità amministrative, in programma alle ore 18 presso la
Biblioteca BiblioPop a Marino (S. Maria delle Mole) in via Goffredo
Mameli (incrocio con via U. Bassi).




Genzano, Lommi scende in campo e si candida a sindaco: “Pronto a fare la mia parte per amore del Paese”

Nel pomeriggio di mercoledì 22 gennaio, a Genzano, si toglieranno i veli sulla candidatura a Sindaco di Luca Lommi, che verrà presentata presso il Ristorante Da Tittò, a partire dalle ore 17.30. Nell’occasione l’ex consigliere comunale presenterà le due liste in suo sostegno, “Noi Domani” e “Genzano Non si Lega”, intorno alle quali proverà poi ad aggregare coloro che non si riconosceranno nel frastagliato centrosinistra che in questi mesi sta faticosamente cercando una quadra.

Lui ci sarà e ci sarà per amore di una Genzano che, parole sue, “merita di tornare ad essere amministrata come merita”. Nei mesi scorsi è stato il primo a rompere gli indugi, senza lanciare un appello a chi fosse “pronto a far la sua parte per il bene di Genzano, che è ormai ferma da 4 anni e merita di essere amministrata da chi sappia amarla e sia pronto a lottare per il suo bene, ogni giorno”.

“E’ ora che Genzano torni ad essere il faro dei Castelli, una città modello, per decoro, funzionalità, prestigio, attrattiva e qualità della vita. Una città dove i servizi sociali funzionino e fungano da modello, che possa essere accogliente ed inclusiva, sicura ed attrattiva. Ed è proprio in questa direzione che è proteso tutto il mio impegno e quello di tutti coloro che sostengono la mia candidatura”.




Riforma del Terzo Settore, a “Ci vediamo a via Veneto” l’avvocato Gabriele Sepio spiega cosa cambia

Una puntata di “Ci vediamo a via Veneto”, quella che verrà trasmessa alle ore 18 di sabato 25 gennaio 2020, come sempre nell’esclusiva location dell’Harry’s Bar di via Vittorio Veneto, che vedrà come ospite l’avvocato Gabriele Sepio.

Sepio è membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore, del Comitato di Gestione della Fondazione Italia Sociale, editorialista de “Il Sole 24 Ore” per economia e finanza, Coordinatore del Tavolo tecnico-fiscale per la Riforma del Terzo Settore e consulente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Un’intervista per cercare di capire, a pochi giorni dall’entrata in vigore della Riforma del Terzo Settore, cosa cambierà.




Ristorazione in Italia, stato di salute del settore e le nuove tendenze dei consumi nel rapporto FIPE 2019

Cambiano i ritmi di vita, i luoghi di consumo, gli stili alimentari, ma una
cosa è certa: la passione degli italiani per il ristorante e la buona cucina
non accenna a tramontare. Al contrario.

Se si guarda ai dati assemblati da Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, all’interno del rapporto 2019, appena presentato a Roma, infatti, si nota come il settore della ristorazione stia conoscendo una stagione estremamente dinamica.

Il Presidente ed il Direttore Generale di FIPE

Gli italiani infatti non solo investono di più, ma lo fanno in maniera sempre più mirata, andando a ricercare la miglior qualità dei prodotti locali e un servizio attento alla sostenibilità ambientale. Una marcia in più per un comparto che si muove all’interno di un quadro congiunturale niente non semplice, con un 2019 che ha visto il moltiplicarsi di forme di concorrenza sleale nel mondo del cibo. Hanno preso parte alla presentazione, il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani, il direttore generale, Roberto Calugi, ed il vice direttore generale, Luciano Sbraga.

Il mondo della ristorazione– ha dichiarato il presidente di Fipe, Lino
Enrico Stoppani
è un grande asset della nostra economia e un
patrimonio, anche culturale, del Paese. I dati parlano chiaro: con 46 miliardi
di euro siamo la prima componente del valore aggiunto della filiera
agroalimentare, continuiamo a far crescere l’occupazione e contribuiamo alla
tenuta dei consumi alimentari: negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi, gli
italiani hanno speso sempre di più per mangiare fuori casa, riducendo al
contrario la spesa in casa. Merito di un’offerta che cresce in segmentazione
dei formati commerciali, in qualità dell’offerta gastronomica e in
professionalità. I milioni di turisti che arrivano in Italia mettono proprio
bar e ristoranti tra le cose che maggiormente apprezzano del nostro Paese
.”
Questo – ha aggiunto Stoppani – non è un settore dove si vive di
rendita, come dimostra l’altissimo turnover imprenditoriale. I nostri
imprenditori si stanno dimostrando particolarmente attenti ad alcune nuove
tendenze del mercato: sono in prima linea nella lotta allo spreco alimentare e
molto sensibili sia al tema della sostenibilità ambientale che a quello della
valorizzazione dei prodotti del territorio. Su questo punto giova ricordare che
come settore acquistiamo ogni anno 20 miliardi di euro di materie prime alimentari
sia dall’industria che dall’agricoltura
”.

A
colazione e a pranzo, vince il fuori casa

Dall’analisi in dettaglio del rapporto 2019, si scopre che ogni giorno
circa cinque milioni di persone, il 10,8% degli italiani, fanno colazione in
uno dei 148mila bar della penisola. Altrettante sono le persone che ogni giorno
pranzano fuori casa, mentre sono poco meno di 10 milioni (18,5%) gli italiani
che cenano al ristorante almeno due volte a settimana.  Un vero e proprio esercito di consumatori che
nel 2018 ha speso, tra bar e ristoranti, 84,3 miliardi di euro, l’1,7% in più
in termini reali rispetto all’anno precedente e che nel 2019 ha fatto ancora
meglio, arrivando complessivamente a spenderne 86 milioni. La ciliegina sulla
torta di un decennio che ha visto i consumi degli italiani spostarsi al di
fuori delle mura domestiche: tra il 2008 e il 2018, infatti, l’incremento reale
nel mondo della ristorazione è stato del 5,7%, pari a 4,9 miliardi
di euro, a fronte di una riduzione di circa 8,6 miliardi di euro dei consumi alimentari in casa. Una cifra,
quest’ultima, che nel 2019 è salita a 8,9 miliardi di euro. Una performance che
consente al mercato italiano della ristorazione di diventare il terzo più
grande in Europa, dopo quelli di Gran Bretagna e Spagna e che ha ricadute
positive sull’intera economia italiana e in particolare sulla filiera
agroalimentare. Ogni anno, infatti, la ristorazione acquista prodotti
alimentari per un totale di 20 miliardi di euro, andando a creare un valore
aggiunto superiore ai 46 miliardi, il 34% del valore complessivo dell’intera
filiera agroalimentare.

Prodotti tracciabili e zero
sprechi

Nonostante la sperimentazione degli chef televisivi abbia raggiunto in
questi anni livelli record, ciò che attira in maniera sempre più marcata i
consumatori all’interno dei ristoranti è la tradizione. Il 50% degli
intervistati da Fipe, infatti, cerca e trova nei locali che frequenta un’ampia
offerta di prodotti del territorio, preparati con ricette classiche ma non
solo. Il 90,7% dei clienti confessa di essersi fatto tentare da piatti nuovi e
mai provati, mentre il 60,5% ammette di andare al ristorante anche per affinare
il proprio palato. Tutti, o quasi, concordano, però su un punto: è fondamentale
sapere ciò che si mangia. Il 68,1% dei clienti quando entra al ristorante, per
prima cosa si informa sulla provenienza geografica dei prodotti, il 58,5% sui
valori nutrizionali dei piatti e il 54,5% sull’origine e la storia di una
ricetta. L’altro elemento che incide sulla scelta di un locale è la sua politica
“verde”. Sette consumatori su dieci sostengono infatti che sia importante che i
ristoranti operino in modo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.
Il che significa, per il 37,7% degli avventori, che portino avanti politiche
contro lo spreco alimentare dotandosi di doggy bag o rimpiattini, per il
36,7% che utilizzino materie prime provenienti da allevamenti sostenibili,
mentre per il 33,3% che limitino l’uso della plastica. Solo meno di un italiano
su tre rimane totalmente indifferente di fronte a questo tipo di politiche
sostenibili.

Un marchio doc contro la
contraffazione alimentare

Quello della contraffazione alimentare dei prodotti
italiani è un problema che si sta estendendo sempre più e che ormai non vede
coinvolti solo i prodotti italiani. Sempre più numerosi sono infatti i casi di
plagio all’estero dei marchi dei principali ristoranti e delle pasticcerie
italiane più note. Per questo è stato creato il marchio di riconoscimento
“ospitalità italiana”, attraverso il quale il nostro Paese certifica che si
tratta di ristoranti che utilizzano prodotti italiani e si ispirano ad
autentiche ricette italiane con una forte enfasi sulle cucine del territorio.
La presenza è diffusa ovunque, dall’Europa all’Oceania: il Paese con il maggior
numero di ristoranti certificati sono gli Stati Uniti d’America e la prima
città è New York. In totale, sugli oltre 60mila ristoranti “all’italiana”
presenti nel mondo, solo 2.200 hanno ottenuto questo importante riconoscimento.

Donne, giovani e stranieri. sempre più occupati nella ristorazione

Secondo l’ultimo censimento disponibile, sono 336mila le imprese della
ristorazione attualmente attive. Sono 112.441 quelle gestite da donne che
scelgono in un caso su due di aprire un ristorante. 56.606 imprese sono, invece,
gestite da giovani sotto i 35. Sono infine 45mila le imprese che hanno soci o
titolari stranieri. Nel mondo della ristorazione l’occupazione rimane stabile
rispetto allo scorso anno (1,2 milioni di dipendenti di cui il 52% donne) ma
sul lungo periodo mostra un’impennata notevole, soprattutto rispetto agli altri
settori dell’economia nazionale. Negli ultimi 10 anni fa, infatti, i posti di
lavoro, misurati in unità di lavoro standard, in bar e ristoranti sono
cresciuti del 20%, a fronte di un calo dell’occupazione totale del 3,4%.

Luci e ombre

Esistono alcune criticità strutturali nel mercato della ristorazione e
alcuni fenomeni recenti. Da un lato il settore soffre ancora di un elevato
tasso di mortalità imprenditoriale: dopo un anno chiude il 25% dei ristoranti;
dopo 3 anni abbassa le serrande quasi un locale su due, mentre dopo 5 anni le
chiusure interessano il 57% di bar e ristoranti. Un dato che fa il paio con la
bassa produttività di questo settore: il valore aggiunto per unità di lavoro è
di 38.700 euro, il 41% più basso rispetto al dato
complessivo dell’intera economia. Nel corso degli ultimi 10 anni il valore
aggiunto per ora lavorata è sceso di 9 punti percentuali. La novità risiede
invece nelle piaghe dell’abusivismo commerciale e della concorrenza sleale. Nei
centri storici, nel corso degli ultimi 10 anni, si è impennato il numero di
paninoteche, kebab e (finti) da asporto di ogni genere (+54,7%), mentre sono
diminuiti i bar (-0,5%). Il pubblico esercizio deve fare i conti con una
concorrenza ormai fuori controllo. Crescono soprattutto le attività senza
spazi, senza personale, senza servizi soprattutto nei centri storici delle
città più grandi.

Questo – continua il Presidente Stoppani – dipende da una
molteplicità di fattori: i costi di locazione sono diventati insostenibili,
il servizio richiede personale e il personale costa, gli oneri di gestione, a
cominciare dalla Tari, sono sempre più pesanti. La scorciatoia è fatta da
attività senza servizio, senza spazi e con personale ridotto all’osso, ed è
favorita da politiche poco lungimiranti delle amministrazioni locali che
consentono a tutti di fare tutto senza il rispetto del principio “stesso
mercato, stesse regole” che per noi è alla base di una buona e sana
concorrenza
. La disparità di condizioni non genera soltanto concorrenza
sleale, ma finisce per impoverire il mercato stesso, la sicurezza dei
consumatori e la qualità delle nostre città
”.




Trema la maggioranza in Campidoglio, strappo sulla discarica di Monte Carnevale: 12 consiglieri M5S votano la mozione Fdi

ROMA, 21 GEN – L’Assemblea Capitolina, consiglio a maggioranza a 5 stelle, ha approvato le mozioni proposte da Pd e FdI contro la discarica di Monte Carnevale, nella Valle Galeria.
La mozioni di Fdi è stata votata anche da 12 consiglieri M5S che di fatto hanno sconfessato la decisione della giunta arrivata il 31 dicembre 2019 nell’ambito dell’accordo sui rifiuti con la Regione Lazio.

Quasi metà della maggioranza ha votato una mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva di rivedere la decisione sul sito nella Valle Galeria. Questi i numeri apparsi sugli schermi di Palazzo Senatorio: 34 votanti, 28 favorevoli più 3 contrari e 3 astenuti grillini. Subito dopo, altro schiaffo alla giunta: nuova mozione, stavolta del Pd, altra bocciatura sulla decisione di Raggi. Stavolta con numeri un filo più bassi (6 i grillini dissidenti), perché alcuni pentastellati non hanno voluto fornire «assist ai dem, che sono corresponsabili della crisi dei rifiuti – sostenevano – con la Regione Lazio». Ma il dato della giornata di ieri è chiaro e senza precedenti: Raggi è andata sotto su una decisione del suo esecutivo.




Di Maio lascia la guida M5S. Altri due deputati se ne vanno

“Il mio compito di capo politico finisce qui”, un annuncio che arriva prima della chiusura della campagna elettorale per le regionali di domenica. La sua leadership era iniziata il 30 settembre 2017. E mentre oggi danno il loro addio al Movimento due nuovi deputati, domani il leader M5s presenterà a Roma la nuova squadra di facilitatori regionali scelti dalla Rete per fare da raccordo tra il territorio e la direzione nazionale del Movimento: potrebbe quella essere l’occasione in cui il ministro degli esteri e leader del Movimento fornirà un chiarimento sulle sue intenzioni. Che appaiono legate strettamente alla stessa esistenza di questi nuovi organismi: la durata in carica dei facilitatori nazionali e regionali è infatti connessa alla permanenza di Di Maio al vertice.

Intanto il Movimento continua a perdere pezzi. I deputati M5s Michele Nitti e Nadia Aprile hanno lasciato il Movimento e formalmente fatto richiesta di aderire al gruppo Misto.

“Non posso nascondere che i fatti che mi hanno visto protagonista nell’ultimo periodo mi hanno seriamente scossa – ha detto in una nota Nadia Aprile, Parlamentare uscente del Gruppo M5S alla Camera -. La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un’inesorabile deriva autoritativa del MoVimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come Parlamentare e come persona”. “Dopo aver riflettuto a fondo” e ritenendo “illegittimo ed infondato il procedimento a mio carico ho deciso di non continuare più a militare nel MoVimento”.

“Basta andare sul sito tirendiconto.it per vedere che la deputata Nadia Aprile ha effettuato la sua ultima restituzione a dicembre 2018, mentre per Michele Nitti le restituzioni sono ferme ad Aprile 2019. Per tale motivo i due, che oggi hanno annunciato di lasciare il gruppo M5S alla Camera, andavano incontro ad un provvedimento disciplinare”. Lo sottolineano fonti del M5S in merito all’addio al Movimento dei deputati Nitti e Aprile.

‘La maggioranza alla Camera è solida, non abbiamo nessun timore. La nostra stretta sul termine delle rendicontazioni ha prodotto qualche movimento di persone verso il Misto. La maggioranza è solida sia alla Camera che al Senato, non vedo preoccupazioni”. Lo dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, interpellato dai cronisti fuori da Palazzo Chigi.

Con i due nuovi passaggi salgono a 14 i deputati ex M5s che siedono al Misto: per formare un nuovo gruppo ne servono 20. In totale in questa legislatura sono 31 i parlamentari eletti con il M5s e passati ad altri gruppi, per scelta personale o perché espulsi.