Coronavirus, curva in discesa. Speranza: “Possiamo guardare con fiducia al futuro, ma con cautela”

“La curva si è piegata, possiamo guardare con fiducia al futuro, ma con cautela” ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso dell’inaugurazione dell’Edificio Alto Isolamento dell’Istituto Spallanzani di Roma . Ci sono le condizioni per programmare il domani ma con i piedi ben piantati nell’oggi. Il virus circola ancora nel nostro territorio, guai a pensare che la battaglia sia vinta. Abbiamo creato le condizioni ma adesso prudenza e gradualità massima, siamo davanti a un nemico difficile”.
“Dalle curve del contagio si vede oggi una situazione diversa rispetto alle settimane precedenti: questo grazie alle misure drastiche che abbiamo adottato ma anche grazie agli italiani che sono stati all’altezza della sfida drammatica”, ha detto ancora Speranzai Roma. “Ci siamo trovati tutti di fronte a un fatto epocale che sarà ricordato sui libri di storia – ha detto ancora – Uno tsunami che ha sconvolto le vite di ciascuno di noi. Lo Stato, le istituzioni, le regioni hanno risposto con forza e determinazione a questa onda anomala entrata nelle nostre vite. In poco tempo le Regioni, le comunità, i presidi sanitari hanno messo in campo una sfida nuova”.

“Le istituzioni ci sono: qui c’è stata una Regione all’altezza, che ha affrontato con coraggio una sfida tremenda, una Regione dove c’è la Capitale: ne va dato merito al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato”.

Conferenza stampa all’Istituto superiore di sanità sull’andamento epidemiologico del Covid-19

La situazione epidemiologica è nettamente migliorata – ha detto il presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro -, ma c’è una circolazione del virus che continua e di cui tener conto, e ci vuole cautela nelle misure di riapertura.

Il numero dei casi di Covid-19 “si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese”.

“La curva mostra che i sintomatici si riducono, ma ci sono ancora casi, anche questi però in riduzione. Aumenta l’utilizzo dei tamponi. Crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici. Inoltre le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità”.

La maggiore concentrazione dei casi “si ha nelle Rsa, a livello familiare e al lavoro”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Brusaferro. Inoltre, ad aprile, ha detto, “sono aumentati i casi tra le donne”.




San Vittore, rapina alla BCC Terra di Lavoro San Vincenzo De Paoli: giovane malvivente tradito da una macchia di sangue. Proseguono le ricerche del complice

FROSINONE – Arrestato il 20enne M. F con precedenti per rapina. Il giovane malvivente il 18 ottobre del 2018 irrompeva nella filiale di San Vittore della BCC Terra di Lavoro San Vincenzo De Paoli insieme ad un complice, tutti e due con il volto travisato e minacciavano tre dipendenti con un cacciavite intimandogli di consegnare il denaro della cassa. Grazie alla pronta reazione dei tre bancari che li affrontavano fisicamente i due giovani banditi si davano alla fuga. I due rapinatori riuscivano comunque a raccogliere un bottino di 4.800 euro da una cassa aperta.

Sul posto, successivamente, si recava il personale della Sezione Operativa Carabinieri di Cassino, per i rilievi e gli accertamenti tecnici di rito. Le indagini preliminari consentivano di accertare che la rapina era stata messa in atto da due soggetti con inflessione dialettale campana. I militari acquisivano quindi le immagini dall’impianto di videoripresa al fine di diramarle per le ricerche in ambito nazionale.

Nel corso dell’ispezione dei luoghi effettuata sia nei locali dell’istituto di credito sia all’esterno dello stesso, venivano poi trovate tracce di sangue, in quanto uno dei due malviventi, durante lo scontro fisico con i bancari, si era ferito alla testa. Nel corso delle indagini sono poi emerse delle analogie nel modus operandi, adottato dagli autori della rapina, con un’altra rapina avvenuta a Sperlonga (LT), nella quale erano state arrestate due persone, consentendo di orientare le indagini nella direzione giusta.

Veniva quindi individuato uno dei due rapinatori, anche grazie ai riscontri di due testimoni, che all’epoca del fatto era minorenne, mentre non emergevano elementi utili all’individuazione del secondo rapinatore.

A questo punto, si rendeva necessario, a sostegno dei gravi indizi già raccolti e al fine di raggiungere la certezza della responsabilità dell’arrestato, di acquisire ulteriori elementi probatori mediante la comparazione dei profili geneticiestrapolati dalle tracce ematiche repertate sulla scena del crimine e dal campione biologico prelevato al 20enne, che esaminati dal R.I.S. di Roma – Sezione Biologia, davano una perfetta compatibilità, arrivando ad ottenere dal G.I.P. del Tribunale per i minorenni di Roma, sotto il coordinamento di quella Procura della Repubblica, il collocamento in comunità del giovane, in considerazione del fatto che all’epoca della rapina era minorenne.




Viterbo, “mancato bonus promesso dalla Regione per tutti gli operatori sanitari”: Cisl Fp e Uil Fpl pronte alla protesta

VITERBO – Pronta la protesta da parte delle sigle sindacali Cisl Fp e Uil Fpl su quello che doveva essere un bonus per tutti i lavoratori della sanità viterbese e che invece secondo la Asl sarà solo per pochi.

I sindacati lamentano una mancata chiarezza sul riconoscimento economico promesso dalla Regione Lazio a tutti gli operatori sanitari. “C’è grande confusione sul riconoscimento economico previsto dalla Regione Lazio per gli operatori sanitari impegnati nella battaglia contro l’epidemia da coronavirus. – Dichiarano attraverso una nota congiunta Mario Malerba CISL FP e Lamberto Mecorio UIL FPL – A differenza di quanto sottoscritto con l’accordo dell’11 aprile scorso, – prosegue la nota – il cosiddetto
bonus per il riconoscimento del contributo determinante a vantaggio della comunità e del forte rischio a cui è sottoposto il personale delle aziende ospedaliere e sanitarie del Lazio, nella Asl di Viterbo non sarà corrisposto a tutti i lavoratori. Tutto ciò dopo che nell’incontro tenutosi ieri in videoconferenza l’Azienda sanitaria viterbese ha fornito alle Organizzazioni Sindacali un’informativa in cui mancano i
numeri e la spesa prevista, documentazione che ci doveva pervenire ieri in serata. L’unica certezza che abbiamo è che solo una minoranza dei lavoratori avrà diritto al compenso straordinario. Azzardiamo l’ipotesi che anche qualche operatore contagiato rimanga fuori. È inaccettabile! Se questo doveva essere un segno di vicinanza e riconoscimento da parte di Regione e Asl verso quelli che chiamano “eroi”, salvo poi dimenticarsene quando si tratta di passare ai fatti, sappiano che non siamo disposti ad accettare soluzioni al ribasso. Vale a dire che tutti, e sottolineiamo tutti, i lavoratori a cui abbiamo chiesto e stiamo chiedendo un sacrificio enorme e di tirarci fuori da una pandemia senza precedenti, meritano un gesto tangibile di gratitudine. Bisogna fare chiarezza anche sull’indennità di malattie infettive da cui nessuno può essere escluso. A tal proposito giova ricordare che anche la RSU della ASL di Viterbo
si è espressa unanimemente a favore. Vogliamo poi chiarezza sull’indennità per chi opera in sala operatoria, nel dipartimento emergenza accettazione, nei laboratori di diagnostica, nel servizio
immunotrasfusionale, e su come saranno individuati tutti quegli operatori, compresa attività domiciliare e attività riabilitative, che hanno reso prestazioni a pazienti Covid. Serve trasparenza e prima ancora occorre coinvolgere chi sulla linea del fronte ci sta davvero. Pretendiamo che la Regione Lazio intervenga! Gli eroi li abbiamo visti e li stiamo vedendo sul campo – conclude la nota sindacale congiunta – e siamo pronti a mettere in atto ogni azione necessaria affinché si riconosca a ciascuno l’impegno, senza condizioni e senza risparmio, che sta mettendo a vantaggio di tutti anche a rischio della propria salute e della propria vita”.




Genova, donna confessa di aver trovato la madre morta e di averla fatta a pezzi

GENOVA – Una donna di 37 anni ha raccontato alla polizia di aver trovato la madre morta in casa in avanzato stato di decomposizione, di aver fatto a pezzi il cadavere e di aver messo i resti in dei sacchi lasciati nel bagno.

Protagonista Giulia Stanganini, la donna si è presentata in questura a Genova. Sarebbe accaduto tre giorni fa in un appartamento di via Bertuccioni a Marassi.

Secondo la Stanganini, la madre, Loredana Stupazzini, 63 anni, si sarebbe suicidata impiccandosi. Nell’appartamento hanno compiuto un sopralluogo gli agenti delle volanti e gli uomini della squadra mobile. La polizia sta verificando la veridicità del racconto o se possa essersi trattato di un omicidio. La figlia dovrà anche spiegare perché ha fatto a pezzi il corpo della madre.




Bagheria, omicidio Angela Maria Corona. E’ svolta nelle indagini: arrestata la nipote e due sicari

BAGHERIA (PA) – Svolta nelle indagini sull’omicidio di Angela Maria Corona.

Nella tarda serata di ieri i carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno arrestato e portato in carcere Maria Francesca Castronovo e due uomini, il 23enne ivoriano Guy Morel Diehi e il 28enne maliano Toumani Soukouna che la Castronovo, nipote di Angela Maria Corona, avrebbe assoldato per uccidere la zia.

L’ordine di arresto e di carcerazione è partito a seguito dei risultati dell’indagine portata avanti dai carabinieri che ha consentito in tempi rapidi di formare una solida piattaforma probatoria a carico dei tre indagati.

Secondo la Procura di Termini Imerese la Castronovo avrebbe assoldato i due stranieri  come sicari per uccidere la zia e occultarne il cadavere pagando una somma di denaro. I tre sono ora accusati di omicidio e occultamento di cadavere.

L’omicidio di Angela Maria Corona, secondo la tesi accusatoria, sarebbe avvenuto lo scorso 14 aprile quando la donna è stata strangolata e poi infilata in un sacco e gettata in un dirupo.




Regione Sicilia, Covid-19: Musumeci chiede l’intervento dell’esercito per la disinfezione dei comuni di Troina, Agira e Villafrati, dichiarati “zone rosse”

Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, con una recente nota indirizzata al Comando Militare dell’Esercito in Sicilia, ha chiesto il concorso dei nuclei specializzati per la disinfezione della Brigata “Aosta”, per l’urgente sanificazione delle aree urbane a maggior frequentazione nei comuni di Troina, Agira e Villafrati, dichiarati “zone rosse” nell’ambito dell’emergenza COVID-19.

L’appello, accolto con grande urgenza dai Vertici della Forza Armata, sarà soddisfatto già questa settimana con nuclei di disinfettori del reggimento Lancieri di Aosta (6°), del 4° Reggimento Genio Guastatori, del 62° Reggimento Fanteria “Sicilia” e del Reggimento Logistico “Aosta”.

L’Esercito ha inoltre avviato a Palermo l’igienizzazione degli Istituti assistenziali a seguito delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19 disposte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, proseguendo, così, gli interventi in Sicilia da parte delle Forze Armate.

Nuclei specializzati di disinfettori della Brigata “Aosta”, a seguito di richiesta avanzata dal sindaco del capoluogo siciliano, hanno effettuato la sanificazione dei luoghi aperti al pubblico e di quelli in uso ai dipendenti degli enti assistenziali, nonché le aree promiscue dove può essere più alto il rischio di contagio. Fino a sabato prossimo saranno sottoposti a trattamento 14 Istituti, i disinfettori agiranno per igienizzare e abbattere la carica microbica ambientale in uffici, corridoi e androni frequentati dagli ospiti, nonché dal personale medico e paramedico dei singoli enti.

Questa tipologia di intervento, per cui l’Esercito ha specifiche competenze e peculiarità nel settore, rientra nell’ambito della così detta medicina preventiva e dell’igiene ambientale, per contenere i rischi della diffusione del Coronavirus e incrementare quindi la salubrità ambientale. L’ “expertise” dei militari, frutto dell’esperienza maturata nei vari scenari operativi in cui l’Esercito è chiamato ad operare sia in Patria che all’estero, viene regolarmente impiegata per igienizzare infrastrutture, mezzi e materiali in dotazione alla Forza Armata.




Monte Compatri, emergenza coronavirus: fuori dall’isolamento la clinica San Raffaele

“Revocata l’ordinanza che dispone l’isolamento della casa di cura San Raffaele nel Comune Di Monte Compatri: nessun presidio presso la struttura. Tutti i pazienti Covid risultati positivi saranno trasferiti entro la serata di oggi presso l’ospedale Regina Apostolorum di Albano.
Il provvedimento, firmato nella serata di sabato 18 aprile, segue l’intervento del direttore generale della ASL RM6 dott. Mostarda unitamente al personale della stessa azienda sanitaria, che voglio subito ringraziare per la tempestività nell’intervento, per la sinergia e la collaborazione messa in campo per la tutela della salute pubblica.

Tutto il personale sanitario della struttura San Raffaele, che in queste ore ha mostrato un enorme senso di responsabilità accettando una decisione come quella relativa all’isolamento, che ha avuto contatti con il paziente deceduto ovvero con i pazienti risultati positivi al tampone è stato identificato e tracciato a cura della struttura sanitaria unitamente al personale ASL.
Se non già fatto, sarà sottoposto al tampone in apposite strutture come prescritto dall’ordinanza della Regione Lazio del 17/04/2020.

In totale sono 75 i test già effettuati: 60 con esito negativo. I 15 positivi sono i tamponi relativi alla persona deceduta venerdì, a un operatore sanitario già in isolamento e ai 13 pazienti Covid che in queste ore saranno trasferite presso la struttura specializzata.

Il personale sanitario per cui sono stati disposti i tamponi, già eseguiti presso la struttura, in data odierna, nonché quelli il cui esito non è ancora conosciuto, saranno accompagnati in strutture dedicate sotto la responsabilità e competenza della ASL RM6, così come disposto dall’Ordinanza Regionale n. 32 del 17/04/2020″, comunica Fabio D’Acuti Sindaco.




Rocca di Papa, gestione emergenza coronavirus: Fabio Canini si dimette dal Coc

Dimissioni immediate da componente del Coc (Centro Operativo Comunale) presentate ieri dal dottor Fabio Canini, funzionario Asl, il quale con grande attenzione si è occupato delle competenze istituzionali inerenti il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica con particolare attenzione alla situazione di crescita dei contagi che si è venuta a creare all’interno della clinica San Raffaele di Rocca di Papa.

Canini si è dimesso in quanto la sua carica è incompatibile con il suo ruolo investigativo, ispettivo e di vigilanza in ambito di polizia giudiziaria




Celebrazioni del 25 aprile, Ciotti (A.N.V.M.): ““Sorpreso per autorizzazione data dal governo all’Anpi. Ricorderemo con un fiore chi subì le violenze dei liberatori.”

“Siamo sorpresi per l’autorizzazione data dal Governo all’ANPI e alle altre associazioni di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. Noi ricorderemo con un fiore e una canzone chi subì le violenze dei cosiddetti liberatori.”

Questo il commento di Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, dopo aver appreso che il Governo Nazionale ha autorizzato la partecipazione degli iscritti all’ANPI e ad altre associazioni alle manifestazioni per il 25 aprile.

“Questo dietro front del Governo è incomprensibile – prosegue Ciotti – inoltre, mette seriamente a rischio la salute dei cittadini, creando assembramenti che si potevano benissimo evitare. Mentre si moltiplicano gli appelli a restare a casa e gli italiani vengono multati, sono bastate le proteste di questa associazione per far cambiare repentinamente idea al Governo.

Dal canto nostro – prosegue Ciotti – non possiamo rimanere inerti di fronte a questa situazione e commemoreremo le donne e gli uomini italiani che subirono le violenze dei soldati alleati nel periodo 1943-1945.”

Gli iscritti all’ANVM, ovviamente rispettando le distanze di sicurezza, indossando guanti e mascherina si recheranno a un monumento significativo della propria città per deporre un fiore e un cartello che ricordi la memoria delle vittime delle marocchinate e i martiri delle foibe. La seconda iniziativa, già comunicata nei giorni scorsi, è quella di far risuonare sui balconi, dalle finestre e nei social, la canzone intitolata “Le marocchinate”, disponibile su Youtube, scritta e interpretata da  Ted Bee, pseudonimo di Marco Villa, in collaborazione con Paolo Brera.

“Della storia italiana fanno parte anche la vergogna delle marocchinate e il dramma delle foibe – conclude Emiliano Ciotti, presidente nazionale dell’ANVM – sabato 25 aprile ricorderemo queste pagine che qualcuno vuole nascondere o deformare a suo piacimento.”




Regione Lazio, contributi enti terzo settore. Importi fino a 200mila euro ad associazioni sconosciute: il gruppo regionale della Lega presenta un’interrogazione urgente

Tra i destinatari anche una associazione che si occupa di bambini bielorussi

“Il condivisibile provvedimento con cui la Regione ha stanziato 2 milioni di euro per sostenere gli enti del terzo settore che durante l’emergenza Covid-19 hanno realizzato iniziative di solidarietà, suscita dubbi esaminando la graduatoria dei beneficiari”. È quanto dichiara Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega.

“Al  netto di associazioni come Caritas, Sant’Egidio e Acli, ammesse a finanziamento anche per una consolidata esperienza a favore delle persone più fragili, non si comprende – aggiunge –  come altre sconosciute realtà, di cui si troverebbero scarne tracce in rete, possano percepire importi fino a 200mila euro di contributo”. “Ecco perché – conclude Giannini – nelle prossime ore il Gruppo regionale della Lega presenterà un’interrogazione urgente per chiedere in che modo associazioni impegnate, ad esempio, nell’adozione di bambini bielorussi, possano aver dato assistenza alla cittadinanza durante questo periodo emergenziale. L’assessore regionale Troncarelli dissipi al più presto i nostri dubbi, poiché la Regione non può più permettersi di sperperare altre ingenti risorse dopo il flop mascherine”.




Fase 2, lo smart working resta la modalità ordinaria

Anche la pubblica amministrazione si prepara alla cosiddetta fase due ma anche dopo il 4 maggio lo smart working resterebbe la modalità “ordinaria” di organizzazione del lavoro negli uffici. E la ministra Dadone parla di ‘consolidare il grande cambiamento’ avviato e lasciare nel tempo il lavoro agile come ‘un’importante modalità organizzativa, almeno al 30%’.

L’Inail intanto ha pubblicato il documento tecnico sulla Fase due con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile sottolinea che “vanno mappate tutte le attività, prevedendo di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica”. La mascherina è “raccomandata” in ogni caso anche all’interno dei mezzi pubblici oltre al distanziamento sociale. Sulle mascherine appello anche di Federfarma che chiede un accordo sul prezzo di vendita dei dispositivi oppure lo stop alla vendita. I farmacisti chiedono di poter vendere i dispositivi di protezione “a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici” .In assenza di provvedimenti la Federazione di categoria annuncia che sarà costretta , “a suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine”. Sono introvabili e dai prezzi altissimi, spiegano, con la conseguenza di multe e sequestri per problemi di cui i farmacisti non sono responsabili ma “le prime vittime”.

“L’attuale emergenza sanitaria correlata alla pandemia da SARS-CoV-2 – si legge nella prefazione firmata dal direttore generale, Giuseppe Lucibello e dal presidente, Franco Bettoni – oltre ad aver determinato una perdita insanabile di vite umane, rappresenta una situazione di emergenza globale, sociale e del lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, al quale Inail partecipa con un suo rappresentante, è composta da due parti: la prima riguarda la predisposizione di una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio che tiene in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi, nonché l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso “terzi”. La seconda parte si è focalizzata sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di lotta all’insorgenza di focolai epidemici, anche in considerazione di quanto già contenuto nel Protocollo stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo. “L’adozione di misure graduali ed adeguate attraverso un nuovo modello organizzativo di prevenzione partecipato, consentirà – conclude la prefazione – in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, il ritorno progressivo al lavoro, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori, nonché della popolazione”.

Via libera a 62 dispositivi di protezione individuale (Dpi) su 1.700 esaminati. L’elenco è on line sul portale dell’Inail e riguarda occhiali, visiere, semimaschere, indumenti di protezione, guanti e calzari validati positivamente dall’Istituto in attuazione del decreto Cura Italia, che ha attribuito questa funzione all’Istituto in via straordinaria fino al termine dell’emergenza Covid-19, in deroga alle procedure ordinarie. La lista, spiega una nota, si riferisce esclusivamente ai dpi validati dall’Inail sulla base della documentazione trasmessa dal produttore/importatore. Alla data del 20 aprile, l’Inail, su un totale di 3.012 messaggi di posta elettronica certificata, ha processato a livello tecnico circa 1.700 pratiche, 62 delle quali sono state validate positivamente dalla task force multidisciplinare dell’Istituto, composta da circa 40 persone con diverse professionalità tecniche e amministrative. L’elenco, che sarà periodicamente aggiornato con l’inserimento dei nuovi dpi validati, per ciascun dispositivo riporta la data di validazione, la tipologia di prodotto, il nominativo del produttore e/o dell’importatore con la regione/nazione di riferimento, e un’immagine, se disponibile.