Valentina Colonna al MEIC Sant’Ivo

Valentina Colonna, poetessa, pianista compositrice e ricercatrice in Linguistica Italiana, sarà ospite del MEIC, Movimento Ecclesiastico di Impegno Culturale, gruppo romano Sant’Ivo alla Sapienza, presieduto da Antonio Mangiola, l’8 maggio alle ore 21.00 introdotta e intervistata da Vincenzo Lisciani Petrini, dottore di ricerca in Letteratura italiana e curatore della rassegna letteraria del MEIC.

L’incontro si svolgerà in modalità online sulla piattaforma zoom, e sarà accessibile anche solo da pagina web.

All’attenzione del pubblico sarà l’ultima raccolta dell’artista, edita da Argagno nel 2019: “Stanze di città e altri viaggi” in cui la poetessa esplora il viaggio come simbolo interiore e legame fecondo con la realtà: nei versi di Valentina cogliamo il viaggio con valore fisico e metafisico, quasi un rituale di passaggio attraverso il tempo, con valenza poetico-esistenziale e ritmico-musicale (da cui si evince la sua duplice natura di pianista e poe-tessa). Nel viaggio appare vivida la sua visione dell’amore e della fede, interpretati pure nella natura del viaggio e nel costante divenire della vita. Leggiamo:
Quando ti avvicini a me e sorridi
poi di slancio baci come bacia
un bambino la sua mamma, tutto
immobilizza. Incapace di restare
torno sempre. Ascolta come ancora
mi lascio innamorare di un solo tuo pensiero.
E ancora:
Sul Po i draghi d’acqua e il timoniere.
Le nuvole svuotate in corsa sempre
più rapide mi entrano in bocca. Anche
il cofano dell’auto le ingoia e supera
il cartello “attraversamento scoiattoli”.
Un temporale primordiale fa nitido il cielo.
Le nubi all’orizzonte salgono a galla
tra rami e nidi, fiori di acacia a scaglie
con le gazze che sostano dove
gli aerei soltanto passano e sforano.
Sfiorano indeterminati lunghissimi tempi,
prima di tornare – Paradiso.




Bracciano, opposizione scatenata tra “esibizioni canterine” e video fake: interviene l’assessore Luca Testini

BRACCIANO (RM) – A Bracciano ultimamente una certa parte dell’opposizione dirama comunicati, poi pubblicati da una parte della stampa locale in copia carbone, che puntualmente vengono smentiti dai rappresentanti del governo locale.

Gli ultimi casi sono stati quelli che hanno visto prima alcune affermazioni rese dal consigliere di minoranza Donato Mauro, che alla luce di quanto emerso dall’intervista con la dottoressa Simona Di Paolo, Coordinatore Ufficio di Piano distretto Rm4.3 e Rup – Responsabile Unica Procedimento si sono poi rilevate inesatte e fuorvianti. E successivamente il tentativo sempre del consigliere Donato Mauro insieme al pentastellato Marco Tellaroli di accaparrarsi il merito di una azione di governo che ha visto approvare una importante manovra di bilancio da 243 mila euro a favore dei commercianti, imprenditori e famiglie di Bracciano.

Una opposizione che alla luce di quanto si assiste, soprattutto in questo periodo emergenziale in cui sarebbe necessaria una politica costruttiva più che di mera propaganda sembra non sapere più che “pesci prendere”.

Così, dopo aver assistito anche ad una commovente esibizione canterina da parte di un consigliere di minoranza, con buona pace di Francesco De Gregori, ieri un consigliere grillino ha postato su Facebook un video che elargisce l’ennesima “Lectio magistralis” – questa volta però mancava la lavagna e la bacchetta – per quanto riguarda l’impiego dei soldi pubblici.

Sui contenuti di questo ultimo video è intervenuto, attraverso una video nota, l’assessore al Bilancio Luca Testini che ha voluto fare alcune precisazioni.

https://www.facebook.com/comunedibracciano/videos/1317971205064442/

“Sicuramente non ci piace fare polemica però abbiamo il dovere quantomeno di fare chiarezza quando dall’opposizione vengono fatte delle affermazioni che non corrispondono alla realtà. – Ha detto l’assessore Testini – Ieri in un video – prosegue – è stata menzionata la possibilità di poter impiegare i soldi destinati ai lavori pubblici a sostegno delle famiglie indigenti dei commercianti e delle piccole imprese. Appare davvero curiosa questa proposta da parte dell’opposizione perché il consigliere dei pentastellati dovrebbe conoscere bene il Testo Unico degli Enti Locali e non dovrebbe formulare queste proposte perché chi ha un minimo di competenza sa bene che le entrate di mutuo si possono utilizzare solo ed esclusivamente per i lavori pubblici e quindi sarebbe stato impensabile poter utilizzare quella somma a sostegno delle famiglie.Abbiamo fatto una manovra, di cui ha già dato notizia il Sindaco, di 243 mila euro da destinare ai commercianti, piccoli e medi imprenditori e alle famiglie.
La manovra è stata concretizzata tramite un atto di giunta perché il bilancio era in via di approvazione.
Adesso, cercheremo sicuramente di intervenire su tutte le tasse come già abbiamo ribadito fin dall’inizio di questa emergenza posticipando tutte le scadenze e cercando di trovare un sistema per alleggerire la pressione fiscale su tutti i cittadini in questo momento di emergenza perché siamo consapevoli delle enormi difficoltà cui devono far fronte le famiglie. Ci tenevo a sottolineare questo perché effettivamente anche a noi piacerebbe utilizzare tanti soldi dell’Amministrazione a sostegno dei cittadini ma purtroppo non si può fare perché questi importi destinati ai lavori pubblici (rotatorie, asfalto ecc) sono soldi in conto capitale e quindi per legge non possono essere assolutamente utilizzati come spesa corrente.
Ci tenevo a farvi questa comunicazione per evitare malintesi a seguito della diffusione di un video che purtroppo da false speranze e false informazioni. Noi ci siamo, sempre. Forza Bracciano. Insieme ce la faremo!”




Marino, esplosione appartamento: persone sotto le macerie. Anche una bambina

MARINO (RM) – Esplosione all’interno di un appartamento a Marino in via Carissimi in pieno centro storico di fronte alla Cassa Rurale. Tra le prime ipotesi quella di una fuga di gas.

Estratti fino ad ora da sotto le macerie 4 persone tra cui una bambina portati d’urgenza al pronto soccorso. Sul posto i Vigili del Fuoco di Marino insieme alla Polizia Locale e ai Carabinieri.




Vaccino Covid: per la prima volta al mondo neutralizzato il virus nelle cellule umane

Funzionano gli anticorpi generati nei topi dal vaccino italiano dell’azienda Takis: lo indicano i test eseguiti nel laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani. Lo ha detto l’amministratore delegato Luigi Aurisicchio, sottolineando che per la prima volta al mondo un candidato vaccino contro il nuovo coronavirus ha neutralizzato il virus nelle cellule umane.  E’ il livello più avanzato finora raggiunto nella sperimentazione di un candidato vaccino nato in Italia, ma i test sull’uomo sono previsti comunque dopo l’estate.

Non è ancora possibile giungere a conclusioni “di qualunque natura sull’efficacia” del candidato vaccino dell’azienda Takis: scrive in una nota l’Istituto Spallanzani, in seguito alla notizia diffusa dall’azienda, relativa alla capacità di neutralizzare il nuovo coronavirus sulle cellule umane da parte degli anticorpi indotti nei topi.  Nella nota dell’Istituto Spallanzani si rileva inoltre che il comunicato della Takis “non è stato concordato con l’Inmi né da esso autorizzato” e di avere “partecipato ad una proposta di ricerca presentata da Takis nell’ambito di un bando ‘urgente’ lanciato alla Comunità Europea, che non è stata finanziata. In vista della possibile partecipazione ad ulteriori bandi, sono state effettuate prove preliminari e parziali sulla risposta in termini di anticorpi neutralizzanti in topi inoculati con formulazioni iniziali di potenziali vaccini”.

Secondo l’istituto “i risultati di queste prove, tuttora in corso di valutazione, indicano che è possibile rilevare negli animali inoculati una risposta in termini di anticorpi neutralizzanti, il che è la premessa per lo sviluppo di un modello di studio basato sui consueti animali da esperimento”. L’Istituto, prosegue la nota, “sta al momento completando queste valutazioni preliminari, per decidere sull’opportunità di continuare questi studi e formalizzare accordi specifici”. In ogni caso, si rileva “l’Inmi non ha redatto alcun report ufficiale e non ha ancora distribuito in maniera formale i risultati degli esami effettuati” e “sulla base dei dati sinora disponibili l’Inmi, per quanto a propria conoscenza, ritiene che non sia possibile giungere a conclusioni del potenziale candidato vaccinale”

Per la prima volta al mondo un candidato vaccino contro il nuovo coronavirus ha neutralizzato il virus nelle cellule umane, ha detto Luigi Aurisicchio, amministratore delegato della Takis di Pomezia che ha messo a punto il vaccino, spiegando che il test fatto allo Spallanzani è stato possibile grazie all’esperienza dell’istituto, che dopo avere isolato il virus ha messo a punto un metodo per verificare l’efficacia di vaccini e molecole direttamente sul virus.

I test all’Istituto Spallanzani
“Grazie alle competenze dello Spallanzani, per quanto ne sappiamo, siamo i primi al mondo ad aver dimostrato la neutralizzazione del coronavirus da parte di un vaccino. Ci aspettiamo che questo accada anche nell’uomo”, ha detto ancora Aurisicchio. “Stiamo anche esplorando altre interessanti piattaforme tecnologiche in collaborazione con la LineaRx, un’azienda americana. Alcuni vaccini hanno ricevuto importanti finanziamenti e hanno già iniziato la fase clinica in altri Paesi. Noi ce la stiamo mettendo tutta perché un vaccino che nasce dalla ricerca italiana, con una tecnologia tutta italiana e innovativa, venga sperimentato in Italia e messo a disposizione di tutti. Per fare questo – ha rilevato – abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni e di partner che ci aiutino ad accelerare il processo: questa non è una gara e insieme possiamo vincere tutti contro il coronavirus”.

I cinque candidati vaccini, come funzionano
“I risultati ottenuti ad oggi sono incoraggianti e ben oltre le aspettative: dopo una singola vaccinazione, i topi hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus Sars-CoV-2 sulle cellule umane”, ha detto Aurisicchio. Dopo avere osservato che i cinque candidati vaccini generavano una grande quantità di anticorpi, i ricercatori hanno selezionato i due con i risultati migliori. Dal sangue ricco di anticorpi è stato isolato il siero e quest’ultimo è stato analizzato nel laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani. “Avevamo visto la quantità di anticorpi indotta, ora vediamo che gli anticorpi riescono a bloccare il virus”, ha detto Aurisicchio. “Il prossimo passo – ha aggiunto – è capire quanto tempo dura la risposta immunitaria”. Tutti e cinque i candidati vaccini si basano sul materiale genetico della proteina Spike, la punta molecolare che il virus usa per entrare nelle cellule umane, e sulla tecnica della elettroporazione, che consiste in un’iniezione nel muscolo seguita un brevissimo impulso elettrico per facilitare l’ingresso del vaccino nelle cellule e attivare così il sistema immunitario.
“Il disegno molecolare dei nostri vaccini ha tenuto conto di una serie di importanti parametri per generare anticorpi funzionali contro la proteina Spike, in particolare contro la regione che si lega alle cellule del polmone dell’uomo”, ha osservato il direttore dell’area Anticorpi monoclonali della Takis, Giuseppe Roscilli. Per il direttore dell’area Malattie infettive dell’azienda, Emanuele Marra, “ad oggi, la risposta immune generata dalla maggior parte dei nostri cinque candidati ha un effetto sul virus. Ci aspettiamo risultati ancora migliori dopo la seconda vaccinazione”.
Un’altra caratteristica dei candidati vaccini è la capacità di adattarsi all’evoluzione del virus e alle sue eventuali mutazioni, ha osservato il direttore del programma NeoMatrix dell’azienda, Fabio Palombo. “Stiamo già lavorando a un processo modificabile nel giro di poche settimane, qualora il virus accumuli mutazioni – ha spiegato – e diventi invisibile al sistema immunitario: lo stesso concetto che usiamo per sviluppare i vaccini contro il cancro”.




Albano Laziale, “Patto per la Crescita” accoglie la proposta dei ragazzi di “Territorio e Partecipazione” per rilanciare il settore sportivo

ALBANO LAZIALE (RM) – Ad Albano Laziale la coalizione denominata” Patto per la crescita”, formata da Lega, Forza Italia, Area Democratica, la Città Albano Laziale e Fratelli d’Italia, ha colto con molto favore le idee proposte dai ragazzi di Gioventù Nazionale, presentate dai tre consiglieri di Territorio e Partecipazione al Consiglio Comunale dei Giovani.

“In particolare ha colpito la nostra attenzione la proposta relativa al rilancio dell’attività del settore sportivo. – dichiarano dalla coalizione – E’ del tutto evidente che il mondo dello sport è uno dei settori maggiormente colpiti da questa crisi ed occorre trovare, sia a livello nazionale e regionale sia a livello locale, soluzioni a breve termine.

Attorno al mondo dello sport, ad Albano Laziale, ruotano centinaia di addetti, dai gestori degli impianti agli istruttori, dai fisioterapisti agli allenatori, che non percepiscono più introiti ormai da due mesi e che rischiano di trovarsi in questa situazione ancora per lungo tempo. Per questi motivi – proseguono – consideriamo meritevole di approfondimento e di considerazione l’ipotesi di dare la possibilità alle palestre e ai personal trainer di utilizzare i parchi della città e gli spazi pubblici, chiaramente nel rispetto delle misure di distanziamento sociale che sono previste dalla fase 2 dell’emergenza. Meritevole per due motivi: principalmente perché in questo modo permetteremo ai cittadini di rioccupare lo spazio pubblico in modo sano dando l’occasione alle palestre e ai personal trainer, che per più di due mesi non hanno potuto lavorare, di poter riprendere le attività, prendendosi cura dello spazio dato ad essi in gestione; secondariamente, ma non in ordine di importanza, perché dobbiamo sempre accogliere e dare ascolto alle idee che giungono dal mondo giovanile, perché è nostro dovere investire nelle energie, nelle competenze e nelle capacità delle nuove generazioni”.




Grottaferrata, al via isola ecologica: come sarà l’area intorno? Ecco il progetto

Sì alla costruzione dell’isola ecologica a Villa Senni a Grottaferrata, non lontano dalla via Anagnina a due passi dalla Capitale. Il Tar del Lazio ha annullato il parere negativo espresso dalla Soprintendenza archeologica il 30 settembre scorso. Soddisfatto il Sindaco Luciano Andreotti: “Questa sentenza del TAR riconosce e dà ragione a un impegno decennale su un progetto strutturale importante per la collettività quale è quello dell’isola ecologica a Villa Senni”. Così il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti commenta la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del Comune di Grottaferrata, annullando di conseguenza il parere della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria. “Ci auguriamo che la Soprintendenza prenda atto della assoluta e chiara volontà politica dell’Amministrazione nel voler dare vita a un progetto che, nonostante riguardi un settore sempre delicato come quello della raccolta dei rifiuti, non intende in alcun modo essere disorganico né deturpante del territorio che insiste attorno al sito di Villa Senni. Tutt’altro. In un contesto urbano programmato con un’ottica amministrativa moderna e mirata alla valorizzazione di ogni spazio cittadino, si intende assolutamente trovare e porre in essere la sintesi possibile che sia di assoluto vantaggio per la collettività”.

“L’isola ecologica, infatti – prosegue Andreotti – porterà la percentuale di differenziata del comune di Grottaferrata oltre l’80% rispetto all’attuale 72%. Operando con ciò una scelta di tipo ambientale e a difesa del nostro territorio. La nostra idea di isola ecologica così ben descritta nel progetto, somiglierà di fatto a un giardino posto all’ingresso della città al quale si unirà un’area artigianale che potrà e dovrà essere il laboratorio del futuro, dello sviluppo professionale e economico per tante famiglie e tanti giovani grottaferratesi oltre che fonte di progresso in una fase assai complessa delle dinamiche sociali e del mondo del lavoro”.

“Non crediamo, lo abbiamo detto all’atto del ricorso e a maggior ragione lo confermiamo ora – conclude il sindaco – in una amministrazione del territorio a compartimenti stagni. Tutto deve essere coerente e l’area di Villa Senni e i molteplici progetti (stazione ferroviaria, attuazione della zona PIP) che la riguardano sono coerenti tanto con il rispetto del territorio e degli abitanti di Grottaferrata, quanto con le prospettive di crescita e modernizzazione di cui necessita”.

Il Consiglio comunale di Grottaferrata ha approvato all’unanimità nella seduta del 2 ottobre 2018 il Progetto Definitivo dei lavori di realizzazione di di un’isola ecologica e di un’area funzionale alla gestione dei rifiuti in località “Villa Senni”, redatto dal 1° Settore Tecnico del Comune.

Si tratta di un progetto del valore  complessivo di 750mila euro dei quali 200mila a carico della Regione Lazio e i restanti 550mila finanziati con mutuo della Cassa Depositi e Prestiti – Contributo provinciale e fondi di bilancio comunale.

Il voto del Consiglio comunale ha approvato contestualmente al progetto definitivo dell’isola ecologica anche una variante urbanistica per trasformare la destinazione di zona da agricola a servizi pubblici che si riferisce all’area di proprietà privata, di superficie pari a complessivi 9mila 253 metri quadri che dovrà essere interessata da espropri.

Nel corso del dibattito si è discusso anche del cronoprogramma che, stando alle valutazioni dell’ufficio tecnico comunale allegate al progetto approvato, da oggi dovrebbe impegnare, per la consegna del lavoro nei tempi stabiliti, i prossimi 620 giorni, circa due anni.

Il progetto nasce da lontano, circa un decennio fa, la necessità per Grottaferrata di avere una sua isola ecologica che inizialmente era stata prevista in via di Vascarelle.

L’attuale progetto nell’area di Villa Senni, redatto dall’architetto Michela De Angelis del Comune di Grottaferrata, risale al 2012 e dopo l’approvazione del progetto preliminare, avvenuta nel 2013, è stato sottoposto a una sostanziale revisione in seguito alle osservazioni della Regione Lazio che espresse parere favorevole a condizione che fosse rispettata una fascia di rispetto ed inedificabilità di 50 metri dal limitrofo Fosso del Piscaro.

L’Isola Ecologica e l’annesso Centro Servizi saranno compresi tra la linea ferroviaria esistente “Ciampino-Frascati”, Via vicinale S. Andrea/Villa Senni e l’area destinata alla realizzazione del parcheggio di scambio a servizio della stazione ferroviaria di Villa Senni, praticamente a ridosso dell’area dove è stato già realizzato un Piano per Interventi Produttivi, in via di allestimento e di completamento.

Si tratta, pertanto, di un’area agricola interclusa aventi scarse o nulle possibilità di utilizzazione ai fini agricoli.

Nello specifico il progetto prevede la realizzazione delle seguenti opere:

Isola Ecologica: di superficie pari a circa mq 2.200 dotata di tutte quelle strutture/attrezzature necessarie a garantire il corretto funzionamento dello stessa. Il conferimento dei rifiuti, da parte dei cittadini residenti, avverrà secondo le modalità prescritte nell’apposito regolamento per la gestione e l’uso del centro che verrà di seguito adottato. Sono previste entrate e uscite distinte fra pubblico e operatori, mentre l’attività di conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini e l’attività degli operatori addetti avverranno in momenti diversi senza alcuna interferenza.

Area di Compostaggio: di superficie pari a circa 1100 metri quadri, sarà dotato di tutte quelle strutture/attrezzature necessarie a garantire il corretto funzionamento dello stesso, in conformità alla normativa vigente;

Area a verde: la mitigazione ambientale, conseguita mediante la messa a dimora di essenze vegetali, avrà come obbiettivo primario quello di rendere gradevole sia il periodo di permanenza nell’Isola Ecologica, per le operazioni di conferimento, sia l’aspetto complessivo dell’area. In particolare è previsto l’impianto di essenze arboree di schermatura (Populus Nigra, Prunus Laurocesare) e di altre più specificatamente ornamentali (Lavandula, Cercis Siliquastrum, Salix Babylonica, Forsythia Intermedia);

Viabilità di accessoL’accesso all’impianto è previsto da Via di vicinale S. Andrea / via di Villa Senni, nelle prossimità della esistente rotatoria di accesso al P.I.P.. In corrispondenza dell’ingresso al centro saranno posti in opera cancelli carrabili che garantiranno la sostanziale indipendenza delle singole attività che verranno svolte nel complesso.

A margine delle aree più propriamente destinate all’Isola Ecologica, è prevista l’ubicazione dell’area – di superficie pari a circa 3mila 100 metri quadrati, destinata al Centro Servizi. Tale area sarà allestita con oneri a carico della società affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e comprenderà: le aree per la sosta dei mezzi delle maestranze e dei mezzi adibiti a servizio, i manufatti funzionali allo svolgimento del servizio (magazzini, uffici, spogliatoi, ristoro, eccetera). Essa sarà completata dalla relativa viabilità di accesso e dalle aree verdi di mitigazione ambientale.

Un progetto che nei due anni precedenti al ricorso resosi necessario., ha visto una definizione chiara e netta, sancita dal finanziamento regionale ancora in essere e dal voto all’unanimità dal Consiglio comunale, giunti proprio grazie alla reale e visibile attenzione posta da parte di questa Amministrazione e dei tecnici che operano al suo interno verso tutte le norme e tutte le esigenze del territorio.




Ammortizzatori sociali. Spera (Ugl): Le imprese ancora aspettano gli effetti della promessa

“Altro che ‘potenza di fuoco’, le imprese ancora attendono gli effetti della promessa, non hanno avuto quel sostegno massiccio tanto sbandierato. La verità è che oltre a mancare i fondi dei famosi 600 Euro, mancano anche per la Cig: cosa spaventosa, a luglio le aziende pagheranno, come ogni anno,  l’anticipo fiscale 2020 basato sui guadagni 2019”.

Forte e’ il grido d’allarme lanciato da Antonio Spera, Segretario nazionale Ugl Metalmeccanici.

Per il sindacalista, “ il Governo, ha creato un grosso pasticcio ai danni di imprese e lavoratori: un errore di calcolo madornale ha messo in discussione e fatto emergere, problemi importanti che riguarderebbero la Cassa integrazione guadagni (Cig). Per la copertura degli ammortizzatori sociali annunciati da Conte per far fronte alla crisi economica provocata dal nuovo coronavirus, per conti sbagliati, mancherebbero 7 miliardi di euro. Qui si scherza con il fuoco – dichiara Spera –, molte aziende non riapriranno, il Governo assegna alle imprese un forte ruolo sociale e in contemporanea, sono obbligati al pagamento di tutti i versamenti contributivi e fiscali mensili sospesi a causa del covid-19: nonostante le pressanti richieste dell’Ugl Metalmeccanici, non c’è verso di avere una proroga almeno fino a fine anno. Conte aveva puntato tutto o quasi sulle iniezioni di liquidità ma il meccanismo burocratico infernale, unito ad altri errori del Governo, stanno rendendo la situazione alquanto insostenibile. Le Pmi, i lavoratori, le famiglie vogliono risposte, ormai siamo arrivati alla fase 2, e il mondo produttivo di molte regioni d’Italia stanno ancora aspettando il riconoscimento della cassa integrazione. E’ vergognoso – tuona forte il sindacalista – altro che nei giorni scorsi l’Inps aveva fatto finta di spiegare che il problema dei ritardi non sarebbe stato da imputare all’istituto quanto alle regioni. Per l’Ugl serve chiarezza e verità: il problema è grande, Conte e il Ministro del Lavoro devono risolvere il pasticcio dei conti sbagliati dei 7 miliardi di Euro mancanti che, vanno ad aggiungersi ai ritardi che la Cig deve scontare. L’Ugl metalmeccanici ricorda – conclude Spera – che, in conseguenza alle misure attuate dal Governo per contenere la diffusione del virus, molte imprese sono state costrette a chiudere e non tutte, una volta terminata l’emergenza, saranno più in grado di ripartire lasciandosi alle spalle un dramma occupazionale e montagne di debiti”.




Boss detenuti al 41 bis: botta e risposta tra Di Matteo e Bonafede

Botta e risposta, durante la trasmissione Non é l’Arena su La7, tra il magistrato Nino Di Matteo e il Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il primo ha affermato che nel 2018 Bonafede gli aveva offerto di dirigere il Dap, offerta che sarebbe poi venuta meno, dopo la reazione di alcuni boss detenuti al 41 bis, intercettati, preoccupati per la nomina di Di Matteo al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Bonafede, che propose invece al magistrato la direzione degli Affari penali del ministero, ha telefonato in diretta durante la trasmissione, dicendosi “esterrefatto”, perché la circostanza che lui avrebbe cambiato decisione dopo aver saputo dell’intercettazione (“che peraltro era già stata pubblicata”) “non sta né in cielo né in terra”. Bonafede ha aggiunto che l’incarico di capo degli Affari Penali che Di Matteo ha poi rifiutato, “non era un ruolo minore , ma più di frontiera nella lotta alla mafia. Lo stesso incarico che ricoprì Giovanni Falcone”.

“Venni raggiunto da una telefonata del ministro che mi chiese se ero disponibile ad accettare l’incarico di capo del Dap o in alternativa quello di direttore generale degli Affari penali, il posto che fu di Falcone”, ha detto Di Matteo. “Io chiesi 48 ore di tempo per dare una risposta. Nel frattempo alcune informazioni che il Gom della polizia penitenziaria aveva trasmesso alla procura antimafia e anche al Dap avevano descritto la reazione di importantissimi capi mafia: se nominano Di Matteo per noi è la fine”.
    Di Matteo racconta quindi che “andai a trovare il ministro dicendo che avevo deciso di accettare l’incarico al Dap, ma improvvisamente il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo avevano deciso di nominare il dottor Basentini”.
    “Ci aveva ripensato o forse qualcuno lo aveva indotto a ripensarci”, ha detto fra l’altro Di Matteo. “Rimango veramente esterrefatto – ha replicato Bonafede intervenendo telefonicamente – nell’apprendere che viene data un’informazione grave nella misura in cui si lascia trapelare un fatto assolutamente sbagliato e cioè che sarei arretrato dalla mia scelta di proporre al dottor Di Matteo un ruolo importante all’interno del ministero perché avrei saputo di intercettazioni. Di Matteo lo stimo, ma dobbiamo distinguere i fatti dalle percezioni, perché dire che agli italiani che lo stato sta arretrano rispetto alla lotta mafia è un fatto grave”.
    “Non sto chiamando – ha proseguito il ministro – né per difendermi né per dare chiarimenti, io metto davanti i fatti perché nei miei quasi due anni da ministro ho portato avanti solo leggi scomode, che mi fanno vivere sotto scorta, ho firmato 686 atti per il 41 bis. La questione – ricostruisce Bonafede – è molto semplice: io ho chiamato il dottor Di Matteo per la stima che ho nei suoi confronti, parlandogli della possibilità di fargli ricoprire uno dei due ruoli, o capo del Dap o direttore degli Affari penali, dicendogli che era mia intenzione farlo scegliere praticamente a lui, anche se ne avremmo parlato insieme. Nella stessa telefonata Di Matteo mi chiarisce che c’erano state nelle carceri delle intercettazioni” nelle quali i detenuti avrebbero espresso la loro contrarietà alla sua nomina al Dap: “credo abbiano detto ‘facimmo ammuina’”.
    “Non sono uno stupido – continua il Guardasigilli – sapevo chi è Di Matteo, sapevo chi stavo per scegliere, e tra l’altro l’altro quella intercettazione era già stata pubblicata e sono intercettazioni di cui il ministro dispone perché le fa la polizia penitenziaria. Il fatto che il giorno dopo avrei ritrattato quella proposta in virtù di non so quale paura sopravvenuta non sta né in cielo né in terra. E’ una percezione del dottor Di Matteo. Quando lui è venuto al ministero gli ho detto che tra i due ruoli per me sarebbe stato molto più importante quello di direttore degli Affari penali perché era molto piu’ di frontiera nella lotta alla mafia. Quindi non gli ho proposto un ruolo minore nella lotta alla mafia. E a me sinceramente era sembrato che alla fine dell’incontro fossimo d’accordo”.
    “Io oggi non ho fatto interpretazioni – ha replicato Di Matteo – ma ho raccontato dei fatti precisi e li confermo.
    Preciso che non si trattava di una sola intercettazione, ma in piu’ sezioni di 41 bis c’erano state dichiarazioni fatte ostentatamente dai detenuti che, gridando da un piano all’altro, dissero che ‘se e arriva Di Matteo questo butta la chiave’. Mi pare che il ministro abbia confermato i fatti, io non do interpretazioni”. 




Fase2, flussi ordinati nelle stazioni ferroviarie

E’ iniziata in modo regolare la fase 2 nelle stazioni italiane. Nonostante il flusso dei viaggiatori sia stato più intenso rispetto alle scorse settimane, il dispositivo che ha visto impegnati Polizia Ferroviaria, personale FS Italiane, Protezione Civile e Croce Rossa Italiana è risultato efficace e capace di assicurare controlli rigorosi e fluidi allo stesso tempo.

Nei principali scali ferroviari, in cui sono state adottate misure per favorire il distanziamento sociale, i poliziotti hanno controllato le autocertificazioni assicurando che le operazioni di verifica della temperatura si svolgessero senza criticità.

Nella stazione di Milano

i viaggiatori si sono presentati nello scalo in anticipo e muniti di autocertificazione precompilata.

A Bologna

il flusso delle persone è stato ordinato e tutti i viaggiatori si sono presentati muniti di mascherine e, in linea con i consigli di FS Italiane, di guanti e di gel igienizzanti.

A Roma Termini

sono state predisposte due file, una per salire ed una per scendere dai convogli. La Croce Rossa Italiana  ha misurato la temperatura ai viaggiatori in arrivo e quelli in partenza sono stati sottoposti a termoscanner.     

A Napoli

oltre ai poliziotti presenti in stazione per controllare i motivi degli spostamenti, i medici dell’Asl e i volontari della Protezione Civile hanno sottoposto i viaggiatori a un kit rapido anti Covid.

Nell’ultimo mese la Polizia Ferroviaria ha ulteriormente intensificato l’attività di monitoraggio nei principali scali ferroviari per l’emergenza sanitaria. 314.067 i viaggiatori controllati, di cui 161.053 in partenza e 153.014 in arrivo. Circa  3.883 quelli sorpresi in viaggio senza un giustificato motivo. 22 gli arrestati e 412 le persone denunciate.




Bologna, estingue il debito bancario con il bancomat di una defunta

I Carabinieri della Stazione di Anzola Emilia (BO) hanno eseguito un decreto di perquisizione personale e locale nei confronti di una trentunenne italiana, indagata per frode informatica, accesso abusivo a un sistema informatico e indebito utilizzo di carta di credito e pagamento.

L’atto è stato emesso dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Dott. Giampiero Nascimbeni, a seguito di un’indagine anti sciacallaggio avviata dai Carabinieri per tutelare le persone affette dal nuovo Coronavirus. In particolare, i militari hanno scoperto che la trentunenne, dopo il decesso di una sua conoscente, settantunenne italiana, deceduta all’Ospedale Maggiore di Bologna a causa del COVID-19, era riuscita a impossessarsi del suo bancomat e del PIN.

Sapendo di agire indisturbata, anche perché i familiari dell’anziana erano stati a loro volta ricoverati per la stessa malattia polmonare, la trentunenne utilizzava il bancomat per estinguere, mediante due bonifici bancari, un vecchio debito di 10.000 euro che aveva contratto con un istituto di credito ed effettuare un prelievo di 500 euro.

Presumibilmente spinta da recenti problemi di natura finanziaria, la donna ha agito con disinvoltura davanti alle videocamere di sorveglianza della banca, utilizzando strumenti elettronici e compiendo le operazioni bancarie necessarie per estinguere il debito. La perquisizione domiciliare delegata dalla Procura della Repubblica di Bologna ed eseguita dai Carabinieri della Stazione di Anzola Emilia (BO) ha consentito di trovare il bancomat rubato all’anziana, la documentazione annessa alle operazioni illegittime che la donna aveva fatto senza alcun consenso e recuperare il denaro rubato che è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa di essere restituito ai parenti della vittima.   




Roma nella Fase 2: vince la mobilità privata rispetto ai trasporti pubblici

ROMA – Lockdown terminato, almeno fino alla prossima verifica della curva dei contagi. Il trasporto pubblico capitolino, sotto la lente di ingrandimento, sembra essere riuscito a incassare la botta, soprattutto perché, in questa prima giornata, romani e non hanno preferito spostarsi con l’auto. Mancanza di fiducia? Paura del virus? Può darsi.

Dunque, anche Roma, come le altre città d’Italia, oggi si confronta con le prime riaperture delle attività produttive in occasione dell’avvio della fase 2 dell’emergenza sanitaria. E torna il traffico fin dalle prime ore dell’alba, una riprova della scarsa propensione a fruire dei mezzi pubblici. Il servizio Luceverde segnala code in via del Foro Italico, fra via Salaria e viale di Tor di Quinto in direzione della galleria Giovanni XXIII; in via Cassia all’altezza di via al Sesto Miglio a causa di un incidente. Traffico anche in via Flaminia Nuova con code all’altezza del Grande raccordo anulare in direzione centro e rallentamenti sono segnalati in piazza di Porta Capena all’altezza di via dei Cerchi a causa di un incidente.

Neanche il ritorno in vigore della sosta a pagamento (strisce blu) è riuscita a dissuadere i romani dal prendere l’auto, com’era nelle intenzioni dell’Amministrazione. Incentivati, quasi sicuramente, dalla prorogata sospensione della ZTL. Che ha scatenato le ire di Legambiente Lazio: «Tutto sbagliato, sono scelte allucinanti e dannose per l’ambiente», dichiara il Presidente Roberto Scacchi, «che mostrano l’incapacità di costruire una città migliore. Senza ZTL si apre al traffico di auto ovunque e poco importa se a chiacchiere si punta su bici e pedoni, la realtà è tutta un’altra a quanto pare. Per mantenere distanziamento su Bus e Metro, oltre a dire che ci sarà un limite all’accesso bisogna ripartire con la cura del ferro e potenziare enormemente le flotte, ma a Roma non è arrivato neanche un mezzo in più. Per favorire bici, pedoni e micromobilità si dovrebbero realizzare percorsi idonei e liberare le strade dalle auto, utilizzare al meglio le aree protette e i parchi romani ma succede l’esatto contrario».

E mentre le strade sono intasate, e l’aria si riempie di smog, bus, metro e ferrovie in mano all’Atac restano semivuoti. Fin dalle prime ore del mattino sono state registrate file, alle fermate delle metropolitane, dove sono stati disposti controlli per favorire l’ingresso a scaglioni degli utenti e per garantire il rispetto del distanziamento sociale, ma tutto è rientrato nella norma. Flusso scorrevole e gestito dagli operatori senza contraccolpi, seppur con qualche eccezione. Su twitter, Roberto N scrive: «Fermata metro San Giovanni direzione Ottaviano. Nessuno che controlla il distanziamento. Due persone sedute correttamente per non venire alle mani si sono dovute alzare, perchè un prepotente si è seduto tra di loro e non si è voluto alzare». Altri invece fanno notare che sulla banchina Battistini non era stata apposta stamattina la segnaletica orizzontale, strisce e pallini a terra per indicare il distanziamento. Tuttavia gli altoparlanti invitano ripetutamente i passeggeri a mantenere la distanza e i convogli viaggiano con una frequenza e una velocità più alte, rispetto alla prima fase. Nelle stazioni di transito della metropolitana è invece consentito l’accesso e l’uscita soltanto da alcuni ingressi, gli altri sono chiusi per moderare i flussi. In alcune stazioni centrali, come quella di Repubblica, sono presenti agenti di Polizia che presidiano la piazza anche perché sono stati intensificati i controlli laddove ci sono bar e altri punti ristoro per evitare assembramenti.

Situazione sotto controllo anche nella ferrovia Roma-Viterbo, altra sorvegliata speciale. «È sicuramente una giornata di rodaggio», tiene a precisare il Presidente del Comitato Pendolari Fabrizio Bonanni, «non ci sono assembramenti segnalati nelle stazioni, ma il polso della situazione ce lo avremo questa sera, al rientro, abbiamo la sensazione che da Flaminio potrebbero esserci problemi. Atac ha soppresso un ulteriore treno extraurbano delle ore 14.20 da Piazzale Flaminio, quindi la prima corsa utile da Roma a Viterbo è delle ore 15. Come al solito la tratta Viterbo-Catalano resta isolata, dalle 18 in poi non ci sono più treni, un altro problema è derivato dal fatto che dalle 18 alle 19.40 non è stata inserita una corsa extraurbana. Viviamo alla giornata».

Tutt’altro che tranquilla invece, la giornata nella Roma-Lido. «È mancato un treno questa mattina», racconta un dipendente aziendale, «in giro c’erano 7 treni, uno in meno a quelli programmati. Intasamento e assembramenti alla stazione Magliana, come previsto. C’è un problema di base, il personale ex-verificatori, deputati dall’Azienza ai contingentamenti, monta alle ore 7. Quindi prima ha fermato gli utenti all’ ingresso senza mascherina, cosa che è stata causa di numerose discussione tra personale di macchina e utenti». E le immagini pubblicare dagli utenti nel gruppo Facebook Il trenino parlano da sole. Ritraggono convogli pieni, nei quali la distanza sociale e le altre misure di contenimento sembrano essere una chimera. Prevedibile.

A conti fatti, in questa prima parte della “Fase 2”, la mobilità privata stravince rispetto al trasporto pubblico, volente o nolente. Ma se i cittadini avessero scelto quest’ultimo, il sistema avrebbe retto? Si vedrà nei prossimi giorni, certo è che la risposta di questa mattina, una sconfitta a dirla tutta, denota scarsa fiducia nei confronti del comparto trasportistico capitolino. Segno evidente che occorre dare una seria svolta alla politica sui trasporti per liberare la Capitale dalla morsa delle lamiere e delle polveri sottili.