Scorta ai governatori pentastellati: Sileri e Azzolina minacciati, facili bersagli

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è stata messa sotto scorta. Da tre giorni viene scortata da uomini della Guardia di finanza. Da alcuni giorni, da quanto si apprende, la ministra è oggetto di minacce e insulti sui social. Azzolina, pur essendo ministro, non aveva la scorta.

Ad occuparsi della sua sicurezza sono gli uomini della Finanza. Lo riferisce all’Adnkronos Bianca Laura Granato, senatrice M5s e componente della VII Commissione Istruzione in Senato. 

Analoghi provvedimenti per il governatore della Lombardia Fontana e per il viceministro alla Salute Sileri.

A quanto si apprende il viceministro avrebbe subito pressioni per tentativi di corruzione e minacce in relazione alla sua attività politica e in particolare alla destinazione dei fondi pubblici per l’emergenza coronavirus. “Ho sentito una volta una persona che ha detto più si sale in vetta e più tira forte il vento. Penso sia nostro dovere dare il massimo se aumentano i rischi”, ha commentato il viceministro ospite di ‘In viva voce’ su Radiouno Rai, dopo la decisione. “E’ sotto scorta? Ho una tutela ma preferisco non parlarne” ha detto a ‘diMartedì’ su La7, dopo la decisione di assegnargli una scorta. “Ringrazio le forze dell’ordine per quello che stanno facendo e l’attenzione verso la mia persona”.

La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta. Nel fascicolo, al momento contro ignoti, i pm di piazzale Clodio ipotizzano il reato di minacce gravi. E’ stato lo stesso Sileri a presentare denuncia ed è già stato ascoltato dai magistrati.




Bologna, confermato l’ergastolo per Igor il russo

Ergastolo confermato in appello a Bologna per Norbert Feher. La sentenza per il serbo, conosciuto come ‘Igor il russo’, detenuto in Spagna, è stata letta dopo un’ora e mezza di camera di consiglio dalla Corte d’assise d’appello, presieduta dal giudice Orazio Pescatore, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Valter Giovannini. La difesa aveva invece chiesto di disporre una perizia psichiatrica.

Feher, arrestato nel dicembre 2017 dopo 8 mesi di latitanza, risponde degli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri e del volontario di Portomaggiore Valerio Verri e del tentato omicidio del poliziotto provinciale Marco Ravaglia (oggi presente in aula), commessi l’1 e l’8 aprile 2017, tra Bolognese e Ferrarese.

“Abbiamo visto ghignanti sorrisi sparire al cospetto del tunnel carcerario dal volto di tanti analoghi e feroci assassini – ha detto Giovannini nella sua requisitoria – Fatalmente, accadrà anche per costui che mai, dico mai, ha speso mezza parola di rimorso per quanto fatto e di rispetto per le persone del tutto incolpevoli verso le quali si è autopromosso feroce carnefice. Fate spegnere lentamente, applicando la legge, quel ghigno nei prossimi lunghi decenni che Igor passerà in carcere”.

“Tra i criteri di valutazione della personalità e quindi per adeguare la pena – ha detto ancora il pg – rientra obbligatoriamente il comportamento post delictum. Ebbene, fuggito dalla Spagna, costui cosa fa? Rapina e poi ammazza a sangue freddo altre tre persone”. Feher infatti, prima di essere arrestato, assassinò due agenti della Guardia civil e un allevatore, nella zona di Teruel, in Aragona. E in precedenza aveva tentato di uccidere altre due persone. Giovannini ha quindi mostrato foto del processo spagnolo dove il killer serbo sorride e fa il segno della vittoria con le dita.

Feher, nel carcere di La Coruna, non ha presenziato all’udienza neppure in video, definendo la sua presenza non fondamentale. E’ stato assolto da un’imputazione, una tentata rapina ai danni di un pachistano, tra i due delitti, ma non cambia nulla in termini di pena




Cessione del quinto: quando conviene richiederla?

Cosa si intende per cessione del Quinto? Vediamo di cosa si tratta e la sua convenienza. A volte le famiglie si ritrovano a dover affrontare delle spese imminenti come una nuova auto usata, l’intervento del dentista o un lavoro urgente in casa. Per tutte queste e altre necessità è prevista una formula di finanziamento che non sconvolgerà troppo i bilanci familiari grazie alla possibilità di pagare in comode rate. La maggior parte degli italiani approfitta della cessione del quinto più conveniente per far fronte a spese improvvise, che non rientrano nel bilancio preventivo familiare.

Cos’è la cessione del quinto?

La Cessione del Quinto è un prestito con rimborso a rate fisse studiato per lavoratori e pensionati. Viene chiamato in questo modo perché si rimborsa pagando rate fino ad un quinto dello stipendio netto mensile o della pensione netta mensile. Le rate sono versate direttamente dal datore di lavoro o dall’Istituto di Previdenza Sociale che paga la pensione. Il rapporto di finanziamento, inoltre, è coperto da un’assicurazione obbligatoria.

Come si richiede?

Per richiedere una cessione del quinto è necessario possedere uno stipendio o essere titolari di una pensione. Quindi bisogna essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure essere pensionati. La richiesta è molto semplice e avviene tramite un istituto bancario il quale svolgerà tutte le pratiche per conto del cliente. Trattandosi di un finanziamento non finalizzato, non è previsto l’obbligo a fornire le motivazioni del prestito ma è necessario sottoscrivere una polizza assicurativa che possa coprire la perdita del lavoro o il decesso. Quindi possono richiedere la cessione del quinto i dipendenti pubblici e statali, i dipendenti privati e i pensionati. Anche i dipendenti a tempo determinato possono accedere a questo finanziamento ma a condizione che il rientro non superi la data di termine del contratto.

Chi può richiederlo?

Le condizioni di ammissibilità sono molto semplici. I dipendenti pubblici e statali residenti in Italia devono avere 18 anni e aver maturato anzianità di servizio dimostrabile con busta paga. I dipendenti di privati devono avere anch’essi residenza in Italia e presentare garanzie di assicurabilità dell’azienda presso cui operano.

Quali sono in vantaggi?

Si tratta quindi di un prestito davvero vantaggioso che permette di affrontare spese cospicue in comode rate facili da pagare. È un prestito detto “non finalizzato”, ovvero che non richiede di specificare la motivazione della richiesta di finanziamento. Le rate verranno addebitate direttamente sulla busta paga o sulla pensione, per questo non bisogna ricordare le scadenze avendo sempre la garanzia che tutto vada a buon fine. È un prestito per piccole cifre ma che può avere una durata massima fino a dieci anni, dando la possibilità di rimborsare il prestito in comode rate. Inoltre non richiede particolari garanzie dato che la copertura assicurativa evita di fornire ulteriori di garanzie patrimoniali. Infine nel caso in cui dovessi aver avuto problemi di pagamenti protestati o segnalazioni come cattivo pagatore, potrai comunque richiedere la Cessione del Quinto: sarà la banca a valutare l’affidabilità del soggetto richiedente, ma i trascorsi non causano direttamente l’esclusione.




Coronavirus, contagiati e morti in risalita

Il bilancio giornaliero della protezione civile. Sono 50.966 i malati di coronavirus in Italia, 1.976 meno del giorno prima, quando il calo era stato di 2.358.

Sono 117 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in risalita rispetto al livello più basso da inizio marzo toccato ieri con 78. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 58, la metà del dato nazionale, mentre il giorno prima erano state 22. I morti a livello nazionale salgono così a 33.072. Otto regioni – Marche, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise, Basilicata – e la Provincia di Bolzano senza nuove vittime.

Risalgono i nuovi positivi in Italia, con un ritorno ai livelli di 4 giorni fa. Sono ora 231.139 i contagiati totali, 584 i più. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 384 in più. Il giorno prima l’incremento nazionale era stato di 397.

Sono saliti a 147.101 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento di 2.443. Martedì l’aumento era stato di 2.677.

Sono 505 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 16 in meno. Di questi, 175 sono in Lombardia, 8 meno. I malati ricoverati con sintomi sono invece 7.729, con un calo di 188, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 42.732, con un calo di 1.772.

Il rapporto tra tamponi fatti nelle ultime 24 ore (67.324) e casi individuati (584) è di un contagiato ogni 115,3 test, quasi lo 0,87%, nella media degli ultimi giorni. Se si escludono i tamponi ripetuti, circa il 40% in media, la percentuale di positivi sui soli nuovi casi testati – come da parametri del ministero della Salute – sale all’1,6%.




Palermo, operazione “Cassandra”: 8 arresti nel mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno

PALERMO – Questa mattina, a Palermo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 8 indagati (6 in carcere e 2 ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.

L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagnoche ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione di cosa nostra.

Alcuni degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini erano già confluiti nel provvedimento di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla DDA di Palermo ed eseguito il 4 dicembre 2018 – operazione “Cupola 2.0” – con la quale era stata smantellata la nuova commissione provinciale di cosa nostra palermitana, che si era riunita per la prima volta il 29 maggio 2018.

In quel contesto erano state già tratte in arresto 19 persone ritenute appartenenti al mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, tra cui BISCONTI Filippo Salvatore e SCIARABBA Salvatore, co-reggenti del mandamento mafioso, SUCATO Vincenzo, reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri, e POLIZZI Stefano, reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta.

La complessa attività investigativa rivelava uno spaccato della realtà mafiosa dell’area sud-est della provincia palermitana caratterizzata dalla presenza di due figure contestualmente a capo del mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno:

  • SCIARABBA Salvatore, storico uomo d’onore misilmerese, scarcerato nel 2014 e limitato nei movimenti dalla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Palermo cui era sottoposto;
  • BISCONTI Filippo, divenuto poi collaboratore di giustizia, dopo essere stato anch’egli arrestato nel corso dell’operazione “Cupola 2.0”.

Accanto a loro, demandati alla gestione delle varie famiglie mafiose, emergevano SUCATO Vincenzo e POLIZZI Stefano, oltre a diversi uomini d’onore tra cui CASELLA Stefano e MIGLIORE Giovanni Salvatore, affiliati alla famiglia di Belmonte Mezzagno, e NOCILLA Domenico, affiliato alla famiglia di Misilmeri. Quest’ultimo veniva coadiuvato anche dal figlio Claudio per organizzare i movimenti di SCIARABBA Salvatore per raggiungere luoghi sicuri ove incontrarsi con i consociati per discutere delle dinamiche intranee al sodalizio mafioso.

Attraverso lo stretto monitoraggio degli affiliati, a maggio del 2017 sono state documentate le fasi precedenti, concomitanti e successive a due importanti summit, presieduti da SCIARABBA Salvatore all’interno dell’abitazione di NOTO Carlo, imbianchino, incensurato, oggetto anch’egli dell’odierno provvedimento (non potuto eseguire in virtù del suo trasferimento per motivi di lavoro, nel 2018, negli Stati Uniti d’America).

In particolare, il secondo summit, avvenuto il 27 maggio 2017, veniva interamente monitorato. Inizialmente, si intercettavano le preoccupazioni di SCIARABBA in merito ai rischi che stavano correndo partecipando a una riunione del genere, ritenuta comunque necessaria poiché le problematiche che avrebbero dovuto affrontare non potevano essere sintetizzate nei soliti “pizzini”.

Poi il reggente del mandamento, dopo aver cercato di dirimere alcuni dissidi sorti tra gli uomini d’onore,iniziava ad analizzare le diverse vicende prospettategli ed emanava le proprie direttive in merito:

  • alle modalità con cui avrebbero potuto reperire un macchinario edile: il commerciante sarebbe stato convinto da uno degli uomini d’onore a ricevere in cambio un assegno post datato;
  • alla necessità di ostacolare un imprenditore che stava eseguendo dei lavori di edilizia e stava fornendo il proprio cemento nel territorio di Bolognetta senza essere in possesso delle necessarie autorizzazioni mafiose: POLIZZI Stefano, vertice della famiglia mafiosa di Bolognetta, avrebbe dovuto impedire fisicamente ai camion di quell’imprenditore di entrare sia nel territorio di propria competenza che in quello del Comune di Marineo facendo in modo che, da quel momento in avanti, le imprese edili avrebbero dovuto optare per altre aziende per la fornitura del cemento;
  • all’esenzione dal pagamento del pizzo di un fornaio che aveva recentemente subìto un grave lutto familiare;
  • all’autorizzazione richiesta da NOCILLA Domenico, uomo d’onore legato a SCIARABBA, a rilevare un esercizio commerciale ove far lavorare i propri figli;
  • all’opportunità di infiltrarsi all’interno dell’amministrazione comunale misilmerese. In particolare, NOCILLA proponeva al reggente del mandamento di supportare, con largo anticipo, una persona di loro fiducia da porre a capo di una lista civica, slegata dalle logiche di partito, costituita da persone appositamente selezionate, capace di indirizzare le scelte dell’amministrazione in favore della consorteria. La proposta incontrava l’accoglimento di SCIARABBA che, però, invitava il proprio interlocutore a riparlarne più avanti, visto che mancavano ancora tre anni alle elezioni comunali del 2020. Tale progettualità non diveniva esecutiva grazie al fermo d’indiziato di delitto eseguito a loro carico nel dicembre 2018 (operazione “Cupola 2.0).

L’attività investigativa permetteva anche di ricostruire puntualmente:

  • una richiesta estorsiva di 12.000 euro ai danni di una ditta edile, impegnata nei lavori di costruzione di una palazzina a Misilmeri, perpetrata da SCIARABBA Salvatore, BONANNO Giuseppe detto “Andrea” e l’anziano uomo d’onore SUCATO Vincenzo; quest’ultimo, ristretto nel carcere di Bologna a seguito dell’esecuzione di “Cupola 2.0”, decedeva il 02 aprile 2020 a causa del Covid_19 (primo caso di decesso in carcere in Italia);
  • un cavallo di ritorno per un camion e un escavatore rubati a un imprenditore legato al mandamento mafioso di San Mauro Castelverde. In particolare, l’imprenditore, per riottenere i propri mezzi d’opera, ricorreva all’intermediazione di diversi esponenti mafiosi che, a fronte di una richiesta iniziale di 8.000€, riuscivano a diminuire la cifra, pretendendo e ottenendo per la restituzione 2.800€.



Covid-19, situazione buona in tutta Italia. Boccia: “Se l’Italia è a basso rischio il 3 giugno si riparte”

Per gli spostarsi tra le regioni occorrerà attendere il monitoraggio di giovedì 29 maggio. E’ quanto emerso dall’incontro a Palazzo Lombradia tra il ministro per gli affari regionali Boccia e il governatore lombardo Fontana.L’incontro è stato definito da entrambi “utile e positivo”. “Ci siamo confrontati in termini di carattere generale, sulla situazione della Lombardia e dell’intero Paese – spiegano Boccia e Fontana – e abbiamo condiviso quanto sia importante non abbassare la guardia. Gli sforzi compiuti dai lombardi e dagli italiani sono stati grandi e non possono essere vanificati”. In serata Boccia ribadisce: “Prima del 3 giugno è prevista una valutazione dei dati del monitoraggio che farà il ministro Speranza, che ha preso sempre decisioni che non sono mai state semplici e oggi lo sono ancora di meno. Valuteremo tra giovedì e venerdì. C’è un sistema condiviso dalle regioni, che trasmettono ogni giorni tanti dati. Se l’Italia sarà tutta a basso rischio il 3 si rimette in cammino anche perché c’è l’idea di riaprire le frontiere con i paesi europei, ma sempre con grande cautela, perché non possiamo vanificare i sacrifici che abbiamo fatto”.

“Non possiamo e non dobbiamo permetterci comportamenti imprudenti che rischiano di vanificare il lavoro che è stato fatto, la grande determinazione della maggior parte dei cittadini lombardi che hanno accettato di subire limitazioni della loro libertà”: è quanto ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana nel corso di una diretta Facebook. “Non possiamo sprecare il sacrificio fatto per atti assolutamente imprudenti – ha aggiunto – Rimaniamo attenti e concentrati e facciamo in modo che questa battaglia finisca definitivamente a nostro favore”.

“Una seconda ondata epidemica è temuta da tutti gli scienziati del mondo e chi ha il compito delle decisioni politiche non può sottovalutare tale eventualità e dobbiamo farci trovare pronti, per questo abbiamo aumentato i posti in terapia intensiva del 115%. Siamo preoccupati dall’ipotesi di una seconda ondata e il paese deve farsi trovare pronto nella sua interezza”. Lo ha detto su Sky tv il ministro della salute Roberto Speranza.

Intanto da lunedì 8 giugno dovrebbero riaprire in Trentino nidi e scuole materne. Lo ha annunciato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, precisando che la “Provincia sta lavorando a questo obiettivo vista la stabilizzazione oggettiva del contagio”. La decisione sarà lasciata ai genitori, ha aggiunto Fugatti che ha sottolineato come queste riaperture siano importanti per venire incontro alle difficoltà legate alla conciliazione fra scuola e lavoro.

Riguardo ai centri estivi, l’assessore Stefania Segnana ha detto venerdì verrà presa una decisione riguardo alla loro apertura.
Dunque finora sembra essere andata bene la riapertura del 4 maggio dopo il lockdown imposto dalla pandemia di Covid-19. I dati che la descrivono stanno arrivando in questi giorni e indicano che il senso di responsabilità ha avuto la meglio sulla diffusione del nuovo coronavirus, anche se alcune regioni meritano ancora attenzione. C’è soddisfazione fra gli esperti, ma anche un forte invito a proseguire nei comportamenti prudenti perché, come ha detto il presidente dell’Accademia di Lincei Giorgio Parisi, i dati che vediamo potrebbero essere la punta di un iceberg.

La situazione è buona in tutta Italia, dove Sardegna, Calabria, Molise, Basilicata e la provincia autonoma di Bolzano si confermano le regioni più virtuose, con zero nuovi contagiati. Buoni anche i dati della Protezione civile sui decessi, mai così pochi dal 2 marzo con un aumento di 78 in 24 ore; il totale è salito a 32.955. Anche il numero dei malati è in calo, con 2.358 meno di ieri (in totale 52.942) così come i ricoveri in terapia intensiva (20 in meno di ieri), mentre salgono a 144.658 guariti e dimessi (2.677 più di ieri). Si dirada il mistero sui dati della Lombardia, soprattutto quelli sui decessi che domenica 25 erano scesi a zero e risaliti a 34 lunedì; oggi se ne registrano 22. E’ anche la regione che continua a registrare il maggior numero dei casi in Italia: in 24 ore se ne sono registrati 159 in sui 397 a livello nazionale.