Bologna, 41enne albanese aggredisce una donna e i carabinieri al grido di “Italiani di merda”

BOLOGNA – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna hanno arrestato M.L., quarantunenne albanese, per rapina, lesioni personali aggravate e resistenza a un pubblico ufficiale.

E’ successo alle ore 22:00 di ieri, quando la Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna è stata informata che una donna era stata aggredita da un malvivente che alcuni cittadini avevano visto aggirarsi in Piazza dell’Unità.

Alla vista dei Carabinieri che stavano arrivando, il malvivente, dopo averli insultati con frasi del tipo “Italiani di merda!” li ha aggrediti con una tale violenza che soltanto l’utilizzo dello spray urticante al peperoncino e l’arrivo di un’altra pattuglia dei Carabinieri hanno consentito di riportarlo alla calma e ammanettarlo.

Soccorsa dai militari, la vittima dell’aggressione, quarantaseienne italiana, riferiva di essere stata presa a pugni dall’uomo durante una lite. Trasportata d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, la malcapitata è stata medicata al piede a seguito di una frattura con una prognosi di trenta giorni. Sottoposto a una perquisizione personale, l’albanese è stato trovato in possesso di un portafogli con i documenti riconducibili a una bolognese, medico di cinquantatré anni, che un paio di ore prima era stata rapinata sull’autobus n. 37, nei pressi di Piazza XX Settembre.

Sentita dai Carabinieri che l’hanno contattata per restituirle il portafogli, la donna ha riferito di essere stata spinta e rapinata da un uomo mentre stava vidimando il biglietto. Giunta in Piazza dell’Unità, il medico ha identificato il rapinatore nell’albanese arrestato dai Carabinieri. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, M.L., irregolare sul territorio italiano e gravato da precedenti di polizia, è stato tradotto in carcere.




Coronavirus, aumentano i casi in America latina

Il numero di casi di coronavirus nel mondo ha superato la soglia dei 6,5 milioni: è quanto emerge dal conteggio aggiornato dell’università americana Johns Hopkins.

I dati pubblicati dall’ateneo indicano ad oggi un bilancio di 6.511.696 contagi accertati, inclusi 386.073 decessi. Finora nel mondo sono guarite 2.807.420 persone.

Cresce in modo sostenuto la pandemia da coronavirus in America Latina dove nelle ultime 24 ore i contagi hanno raggiunto quota 1.136.034 (+46.555) ed i morti sono stati 56.426 (+2.195). E’ quanto emerge oggi da una statistica elaborata dall’ANSA sulla base dei dati di 34 Nazioni e territori latinoamericani.

In testa alla classifica è sempre il Brasile che ha accumulato 584.016 contagiati (+46.555), ossia la metà di quelli esistenti in tutta la regione, e 32.548 morti (+2.195). In seconda posizione, anche se distante, il Perù con 178.914 contagi e 4.894 morti, seguito dal Cile (113.628 e 1.275).

Fra le nazioni con più di 5.000 contagi si posizionano poi Messico (97.326 e 10.637), Ecuador (40.966 e 3.486), Colombia (33.354 e 1.045), Repubblica Dominicana (18.040 e 516), Argentina (19.268 e 583), Panama (14.095 e 352), Bolivia (10.991 e 376), Guatemala (5.586 e 123) e Honduras (5.527 e 225).




Casapound, notificato il provvedimento di sequestro della sede romana: soddisfazione di ANPI e Virginia Raggi

Al termine di un’indagine condotta dalla Digos della Questura di Roma, la Procura della Repubblica capitolina ha chiesto ed ottenuto dal gip il sequestro preventivo, con riferimento al reato di occupazione abusiva, dell’immobile in via Napoleone III, sede del movimento Casapound. Sono in corso le procedure per la notifica del provvedimento. Lo rende noto la Questura di Roma.

“Siamo contenti che questa iniziativa sia stata assunta. Ora aspettiamo l’evoluzione dal punto di vista giudiziario”, commenta l’Anpi. “Esprimiamo viva soddisfazione per il provvedimento che era stato richiesto dalla Procura sulla base della nostra denuncia”, sottolinea il vicepresidente Emilio Ricci. Ed esulta anche la sindaca Virginia Raggi: “Un momento storico, una vittoria per la città”.




Venezia, duro colpo alla ‘ndrangheta: 26 arresti

La Polizia di Stato, con l’impiego di oltre 200 uomini, ha eseguito, in Verona e provincia, un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 26 indagati, (di cui 17 destinatari di custodia cautelare in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla p.g..) ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, emissione di false fatturazioni per operazioni inesistenti, truffa, corruzione e turbata libertà degli incanti, talora aggravati modalità mafiose.

Le indagini, dirette dalla Procura distrettuale presso il Tribunale di Venezia e condotte, tra il 2017 ed il 2018, da un gruppo di lavoro composto da investigatori della Prima Divisione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dai poliziotti delle Squadre Mobili di Verona e Venezia, hanno disvelato gravi indizi relativi ad una strutturata esistenza di un’autonoma locale di ‘ndrangheta operante a Verona e nella sua provincia, riconducibile alla potente cosca degli “Arena- Nicoscia” di Isola Capo Rizzuto (KR).

L’inchiesta, corroborata dal contributo di alcuni collaboratori di giustizia, ha fatto emergere gravi indizi di condotte criminali tipiche delle propaggini extra-regionali della ‘ndrangheta, ispirate alla commistione di metodologie corruttive-collusive ed estorsive, ed ha consentito di registrare anche indebiti rapporti tra alcuni appartenenti al sodalizio mafioso in questione ed i dirigenti di una società municipalizzata veronese, operante nel settore della raccolta dei rifiuti urbani.

L’indagine ha consentito l’emersione di un’articolazione della locale scaligera, facente capo alla famiglia Giardino, di origine isolitana, che ha radicato, in modo autonomo, le proprie attività illecite nella provincia veneta, mantenendo stabili rapporti affaristici con le analoghe strutture mafiose, operanti in Emilia Romagna e Lombardia.

Nel medesimo contesto, è stato disposto il sequestro preventivo di un ingente patrimonio immobiliare, aziendale e finanziario, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro, ritenuto provento delle attività illecite del sodalizio mafioso, frutto degli approfondimenti investigativi e patrimoniali svolti dalla Sezione specializzata del Servizio Centrale Operativo.




CNA Roma: “Nella Capitale il 12,5% del turismo nazionale. Subito politiche efficaci per far ripartire il settore”

“Quello del turismo è uno dei settori trainanti della nostra città. In tempi di emergenza sanitaria, è stato tra i primi a fermarsi e sarà tra gli ultimi a ripartire: proprio per questo ha bisogno di supporto e liquidità, accompagnati da politiche efficaci che rilancino concretamente il marchio Roma nel mondo. Chiediamo ad Alitalia, rifinanziata anche con gli ultimi provvedimenti “covid”, di assicurare tratte dirette con le principali capitali mondiali, comprese quelle del Medio Oriente e dell’Asia, così determinanti per la ripresa dei flussi turistici di fascia alta”, così dichiara Stefano Di Niola, Segretario della CNA di Roma.

Secondo quanto emerge da Roma: Global Challenge, uno studio realizzato dalla CNA di Roma, in collaborazione con Nina International, il GISLAB dell’Università de L’Aquila e con il contributo della Camera di Commercio di Roma, negli ultimi dieci anni la capacità attrattiva del sistema locale è aumentata, soprattutto nei confronti dei viaggiatori provenienti dai principali paesi extra-europei.

Basti pensare che al 31/12/2018 in termini di valore della spesa, numero di viaggiatori e di pernottamenti, la quota di visitatori è passata dal 10 al 12,6% del totale nazionale. L’aumento più significativo è di viaggiatori provenienti dai paesi extra-europei, a scapito dei principali paesi UE, tranne la Francia.

In particolare, la quasi totalità dei giapponesi che vengono in Italia (80% nel 2018) scelgono Roma e provincia come meta turistica. Quote molto elevate si registrano anche per gli argentini (68%), i brasiliani (64%) e gli australiani (54%).

La spesa media per viaggiatore a Roma è più alta di quella nazionale: nel 2018 un turista straniero spendeva 609 euro rispetto ad una media nazionale di 444 euro. Tuttavia, negli ultimi anni Roma ha richiamato in misura maggiore viaggiatori con un reddito più basso della media, segno della perdita di attrattività verso turisti con fascia di reddito alta. Anche la durata media del soggiorno si è ridotta negli ultimi anni (20,5%), rimanendo comunque al di sopra della media nazionale.




Vetralla, spacciatore in manette

I carabinieri della stazione di Vetralla, durante un apposito servizio di osservazione hanno sorpreso una macchina ferma ad un incrocio, che con fare evidente era in attesa di qualcuno, ed allora hanno deciso di controllare il guidatore e perquisire l’ autovettura; effettivamente dalla perquisizione effettuata dai carabinieri è risultata la droga nascosta nell’ auto per 15 grammi di marijuana oltre al materiale per dividere e vendere la droga trovato a seguito della successiva perquisizione effettuata a casa. Al termine delle perquisizioni i carabinieri hanno dichiarato il soggetto in arresto per spaccio e lo hanno messo a disposizione della Procura di Viterbo




Palermo, Squadra Mobile: duro colpo al mandamento mafioso della Noce

PALERMO – All’alba di oggi, circa 100 uomini della Squadra Mobile del capoluogo siciliano, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale nei confronti di:

  1. ALBAMONTE Girolamo, nato a Palermo il 03/10/1981 (carcere);
  2. ALFANO SALVATORE, nato a Palermo il 12/02/1956 (carcere);
  3. BONDI’ GIUSEPPE, nato a Palermo il 21/01/1981 (domiciliari);
  4. CARELLA GIUSEPPE, nato a Palermo il 06/04/1970 (carcere);
  5. DE LUCA ANGELO, nato a Palermo il 23/07/1984 (carcere);
  6. DI FILIPPO FRANCESCO, nato a Palermo il 26/08/1978 (carcere);
  7. LANNO VINCENZO, nato a Palermo il 30/06/1993 (carcere);
  8. LA ROSA FRANCESCO PAOLO, nato a Palermo il 02/08/1965 (carcere);
  9. PIRANIO BIAGIO, nato a Corleone il 04/02/1952 (carcere);
  10. RUNFOLO VINCENZO, nato a Palermo il 01/05/1984 (domiciliari);
  11. ZARCONE Nicolò, nato a Palermo il 11/06/1983 (carcere);

Tutti indagati, a diverso titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato ed altro.

Il provvedimento giunge al termine di una complessa attività d’indagine, diretta dal pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore DE LUCA, protrattasi per quasi due anni ed effettuata sul mandamento mafioso della Noce, con particolare riferimento alla famiglia di Cruillas.

Secondo l’ipotesi investigativa, confermata dal G.I.P., i fatti si possono riassumere come segue.

Una ristretta cerchia di sodali, guidata dall’anziano boss Giovanni NICOLETTI (deceduto nel febbraio di quest’anno) esercitava il controllo capillare della vasta porzione di territorio ricadente nell’area cittadina di Cruillas.

Biagio PIRANIO, meccanico pressoché incensurato, rappresentava l’alter ego di NICOLETTI sul territorio, filtrando gli appuntamenti per il capo e gestendo la rete relazionale della famiglia mafiosa in modo da garantire la riservatezza delle comunicazioni.

PIRANIO, inoltre, curava per conto di NICOLETTI il settore della mediazione nelle transazioni immobiliari; sono stati, infatti, documentati diversi episodi di compravendita di terreni in cui acquirente e venditore hanno dovuto versare nelle casse dell’organizzazione mafiosa una somma di denaro a titolo di sensaleria.

La famiglia mafiosa era molto attiva anche nelle estorsioni e nella gestione delle scommesse abusive sulle piattaforme on line; delegato alla cura di questi affari, era Francesco DI FILIPPO, efficiente terminale operativo di NICOLETTI.

DI FILIPPO poteva contare su un gruppo di soldati spregiudicati e sempre pronti ad organizzare pestaggi e danneggiamenti.

Tra questi, DE LUCA Angelo e LANNO Vincenzo; il primo, su mandato di DI FILIPPO, si è anche reso responsabile di un incendio di un terreno a scopo intimidatorio mentre LANNO, in compagnia di DE LUCA, è stato fermato da personale della Squadra Mobile poco prima di compiere il pesante danneggiamento di una rivendita di auto.

A DI FILIPPO, inoltre, erano demandati i compiti di collegamento con gli esponenti delle altre famiglie mafiose. Tra gli incontri più rilevanti, possono citarsi quelli con Masino INZERILLO, capo del mandamento di Passo di Rigano, che ha più volte ricevuto DI FILIPPO per mediare il prezzo di alcune estorsioni. Per tale motivo, DI FILIPPO è stato tratto in arresto nello scorso mese di luglio durante l’operazione “New Connection”.

Giuseppe CARELLA era l’interfaccia economica di NICOLETTI sul territorio; tramite due ditte di costruzione, fittiziamente intestate ad Alfonso SIINO e oggi sottoposte a sequestro preventivo, CARELLA aveva conquistato una rilevante quota di mercato nel settore dell’edilizia.

Nel febbraio del 2018, con l’operazione “Game Over”, NICOLETTI è stato assoggettato a misura cautelare, determinando lo spostamento degli equilibri interni al mandamento verso la famiglia della Noce e, segnatamente, sulla persona di Salvatore ALFANO, uomo d’onore di quest’ultima famiglia, tornato in libertà nel novembre del 2015 dopo una lunga detenzione scaturita dall’indagine “Gotha”.

ALFANO, dopo la scarcerazione, ha mantenuto un profilo basso e riservato per un lungo periodo fino a quando l’arresto di NICOLETTI e, pochi mesi dopo, di Giovanni MUSSO, all’epoca reggente della famiglia della Noce, lo hanno “obbligato” ad assumere la responsabilità di riorganizzare la compagine mafiosa, ponendosi quale punto di riferimento dell’intero mandamento.

A partire da quel momento, tra i mesi di giugno e dicembre 2018, ad ulteriore testimonianza della centralità del boss della Noce nelle dinamiche mafiose palermitane, sono stati documentati numerosi incontri tra lo stesso ALFANO e diversi personaggi di spicco di cosa nostra palermitana.

Tra i tanti, vale la pena di citare Settimo MINEO, capo del mandamento di Pagliarelli, Ignazio TRAINA, di Santa Maria di Gesù, Girolamo MONTI, di Borgo Vecchio, Salvatore MACHI’, di Brancaccio.

Si tratta di un momento storico di grande valenza strategica per l’organizzazione mafiosa; nel maggio del 2018, infatti, per la prima volta dopo decenni e proprio su iniziativa di Settimo MINEO, era tornata a riunirsi la commissione provinciale di cosa nostra.

 Appare, pertanto, del tutto plausibile, anche alla luce delle successive acquisizioni tecniche, l’ipotesi che ALFANO sia stato in qualche modo coinvolto in quell’importante progetto riservato ai più autorevoli esponenti di cosa nostra palermitana.

Nel dicembre del 2018, l’operazione dei Carabinieri Cupola 2.0, con la quale sono stati tratti in arresto Settimo MINEO e numerosi altri protagonisti di quella vicenda, ha comportato una sovraesposizione mediatica di ALFANO che lo ha indotto a delegare la gestione dell’ordinaria amministrazione a Girolamo ALBAMONTE, riservandosi di intervenire nelle questioni più delicate.

È il caso, ad esempio, di una sconsiderata pretesa estorsiva avanzata da DI FILIPPO e DE LUCA, prontamente ridimensionata dal boss della Noce, in danno di un commerciante che era già a posto con l’organizzazione mafiosa.




“Ci vediamo a via Veneto”, riparte il I Municipio: sabato l’intervista alla Presidente Sabrina Alfonsi

Sabrina Alfonsi presidente del I Municipio ospite di Chiara Rai per la puntata di sabato 6 giugno di “Ci vediamo a via Veneto”.

Un’intervista che si svolgerà all’esterno dell’Harry’s Bar, lo storico locale della “Dolce Vita”.

Il programma può essere seguito a partire dalle ore 18 di Sabato 6 giugno direttamente su questa pagina

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Osservatorio Anbi sulle risorse idriche: crollano le portate del Po e dei fiumi del nord Italia

Portate dei fiumi in forte calo nel bacino padano mentre, seppur in diminuzione, restano sopra le medie stagionali (ad eccezione del lago di Como) le quantità idriche, trattenute nei grandi laghi del Nord (Maggiore, Garda ed Iseo): è questa la tendenza più significativa, segnalata dal monitoraggio settimanale dell’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche.

A preoccupare maggiormente è il flusso del fiume Po che, in poco più di una settimana, ha perso quasi 900 metri cubi al secondo toccando, a Pontelagoscuro nel ferrarese, quota mc/sec 1.147, più che dimezzata rispetto all’anno scorso (mc/sec 2.522) ed abbondantemente sotto la media storica del periodo (mc/sec 1.999). In assenza di precipitazioni e considerato l’andamento climatico stanno confermandosi le fosche previsioni su un crescente stato di criticità idrica da monitorare con attenzione.

Non va meglio al fiume Adige, i cui livelli, a Boara Pisani, sono inferiori anche alla stagione 2017 caratterizzata da forte siccità, toccando il minimo dal 2014.

Analoga situazione si registra in Piemonte (le portate di Dora Baltea, Tanaro e Stura di Lanzo sono in calo ed inferiori ad un anno fa) così come in Emilia Romagna, dove il fiume Secchia (portata: mc/sec 2,96) è vicino al minimo storico (mc/sec 2,01, ma l’anno scorso: mc/sec 77,15!), ma sotto media sono anche i flussi del Taro e del Trebbia. Migliore la situazione di Panaro, Nure, Enza, Savio così come dei fiumi lombardi (Adda, Mincio, Brembo, Ticino, Chiese): tutti in media.

“E’ la conferma del carattere torrentizio, assunto anche dai corsi fluviali, fortemente condizionato dall’ andamento delle piogge, le cui precipitazioni dovrebbero essere maggiormente trattenute sul territorio grazie ad una rete di invasi, che deve diventare un asset strategico per il rilancio del Paese” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

“Stanti le attuali condizioni climatiche è presumibile che, nonostante la buona dotazione idrica finora presente nei laghi, ci si avvii ad una stagione complicata nella gestione dell’acqua – anticipa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Un ulteriore punto sarà fatto l’11 Giugno prossimo, in occasione della convocazione dell’Osservatorio Permanente sulle Crisi Idriche, già annunciata dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po.”

Per quanto riguarda il resto d’Italia, al Centro risulta idricamente deficitaria solo la situazione delle Marche, mentre nel Sud siccitoso permane grave, in particolare, la condizione di Puglia e Basilicata che, nella recente settimana, hanno visto ridursi di ulteriori 3 e 6 milioni di metri cubi le già carenti riserve idriche (mancano rispettivamente circa 96 milioni e 73 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso).