Albano Laziale, elezioni: a.a.a. cercasi candidati a sindaco per un doveroso confronto

ALBANO LAZIALE (RM) – Il candidato sindaco di centrodestra alle prossime elezioni comunali di Albano Laziale, Matteo Mauro Orciuoli, lancia l’invito per un confronto con gli altri candidati a sindaco.

“Ritengo doveroso, – scrive Orciuoli sul suo profilo Facebook – nel rispetto degli elettori, che i candidati a Sindaco partecipino tutti e quattro a un confronto sulle idee e progetti che intendono attuare per la Città”.

https://www.facebook.com/matteomauro.orciuoli/posts/3424694210910419

Un invito raccolto ad oggi da candidato del M5s Luca Nardi e dal candidato Bruno Valentini partito Comunista.

Il nostro giornale si mette a disposizione fin da ora, con le proprie strutture e mezzi, al fine di organizzare e moderare, anche insieme ad altri colleghi giornalisti di altre testate, per un eventuale confronto da trasmettere in diretta Facebook e YouTube e rilancia l’appello agli altri due candidati Massimiliano Borelli del centrosinistra e Bruno Valentini del partito Comunista.

Un confronto necessario che come sottolineato da Orciuoli è “doveroso, nel rispetto degli elettori, che i candidati a Sindaco partecipino tutti e quattro a un confronto sulle idee e progetti che intendono attuare per la Città”.

“Qualsiasi aspirante amministratore – ha concluso il candidato di centrodestra – deve avere il coraggio di sottoporsi a un confronto e di far valere le proprie idee e progetti per cui chiede la fiducia agli elettori. Rimane una settimana abbondante prima del voto. Propongo venerdì 18 settembre come data possibile e aspetto un riscontro dai miei rispettivi colleghi che mi auguro possa essere positivo nell’interesse dei cittadini di Albano. Grazie”

A questo punto aspettiamo un eventuale riscontro da parte dei due candidati Borelli e Valentini per organizzare un confronto in diretta per venerdì 18 settembre.




Grottaferrata, asili nido: riorganizzati gli spazi nelle classi

Il sindaco Andreotti e l’assessora Salmaso:”Un risultato di cui siamo fieri da portare avanti con la collaborazione e la responsabilità di tutti”

L’amministrazione comunale di Grottaferrata, in ottemperanza alle linee guida nazionali e regionali per la riapertura dei servizi educativi in presenza ed in sicurezza, ha provveduto ad una riorganizzazione dell’intero servizio con una nuova distribuzione degli spazi.

La struttura potrà ospitare massimo 56 utenti anziché i 59 bambini previsti, organizzati in piccoli gruppi stabili ciascuno composto di sette bambini.

Gli orari di apertura sono stati differenziati per consentire l’utilizzo in sicurezza degli spazi, prevedendo 3 gruppi per un totale di 21 bambini con frequenza part time (09.00-16.00) e 5 gruppi per un totale di 35 bambini con orario full time (ingresso dalle 7.30 alle 9.00 – chiusura alle 18.00).

Per le famiglie inserite con frequenza ad orario part time è stata prevista una riduzione della retta pari al 30%.

Per l’organizzazione dell’orario part time sono state inizialmente individuate le famiglie su adesione volontaria per poi procedere alla redazione di una graduatoria per la copertura dei pochi posti non reperiti su base volontaria applicando i criteri stabiliti dalla sopraccitata Delibera.

“A seguito dell’emanazione delle Linee guida nazionali e regionali per la riapertura dei servizi all’infanzia, è stato rimodulato, in collaborazione con il Consorzio Parsifal, il nido comunale, riorganizzando spazi e sezioni in sottogruppi da 7 bambini, in modo da rispettare i rapporti educativi previsti dalla normativa e prevedere percorsi di entrata e uscita, triage, servizi igienici” dichiara l’assessora alle Politiche sociali, Tiziana Salmaso.

“Questa riorganizzazione – prosegue – consente ai bambini di trascorrere in modo sereno e appropriato i diversi momenti di vita, caratteristici del nido (giochi, sonno, pranzo, igiene e cura della persona). Si è lavorato per limitare al massimo l’utilizzo promiscuo degli spazi da parte dei bambini dei diversi gruppi. Inoltre è stato ricavato uno specifico spazio per ospitare bambini o lavoratori con eventuale sintomatologia sospetta, prevedendo procedure di sorveglianza attiva. Si è reso necessario effettuare alcuni lavori di edilizia leggera per adeguare gli spazi”.

“L’individuazione dei tre gruppi con orario part time è stata effettuata prima su base volontaria, attraverso una ricognizione delle esigenze delle famiglie, poi attraverso una graduatoria in base ai criteri definiti con la delibera di giunta (es. entrambi i genitori lavoratori full time non in smart working; un genitore full time ed un genitore part time non in smart working; distanza dalla sede di lavoro)”dichiara il sindaco Luciano Andreotti.

“Si è lavorato, dall’emanazione delle linee guida ad oggi, senza sosta per cercare di assicurare alle famiglie e ai bambini del nido la possibilità di usufruire del servizio il prima possibile, al massimo delle potenzialità e in totale sicurezza. Un obiettivo ambizioso che si doveva alle tante famiglie che ne fruiscono – conclude il sindaco – di cui siamo fieri e che dovrà proseguire nel tempo della cosiddetta ‘convivenza con il virus’, con un supplemento di cautela e senso di responsabilità che dobbiamo ai nostri piccoli e alla comunità autentica che ogni giorno dobbiamo dimostrare di essere”.




Roma, palazzo Braschi: oltre 700 giocattoli antichi alla mostra “Per Gioco”

La grande selezione della Collezione capitolina esposta fino al 10 gennaio 2021

ROMA – Fino al 10 gennaio 2021 le sale espositive del Museo di Roma a Palazzo Braschi presentano un ambiente magico e ricco di sorprese in occasione della mostra Per Gioco. La collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina, inizialmente programmata a partire dal 29 aprile 2020 e sospesa a causa dell’emergenza sanitaria, ricca di oltre 700 esemplari di giocattoli antichi appartenenti alla Collezione capitolina animano infatti 22 sale al primo piano del museo, accompagnando i visitatori attraverso un percorso espositivo suddiviso per aree tematiche.

Gli esemplari esposti sono principalmente riferibili agli anni compresi tra il 1860 e il 1930, la cosiddetta “età d’oro” del giocattolo. A questi si aggiungono la casa di bambole della Regina di Svezia, di fine ‘600, e i giocattoli più antichi della collezione: due bambole di epoca pre-incaica del XIV- XV secolo, di cui una che raffigura una madre con il figlio in braccio.

Una curiosità: la Collezione è nata da una passione dello svedese Peter Pluntky, che ha raccolto tra il 1970 e il 1999 una quantità pari a 10664 pezzi, per un totale di 33.000 componenti, molto distanti tra loro per gusto ma di un’epoca precisa, e conosciuta come l’età d’oro del giocattolo che va dal 1860 al 1930. Gli esemplari, davvero unici nella fattura e nella varietà, hanno affascinato anche il collezionista perugino, Leonardo Servadio, che li acquistò nel 1999, arricchendo e ampliando questo patrimonio immaginativo e artigianale di ulteriori elementi: tanto che oggi sono 32 le tipologie rappresentate per 99 categorie merceologiche. Visti in dettaglio, attraverso un ideale tour virtuale, le case di bambola (che sono 37) e i loro ricercati e favolosi accessori (circa 5000) iniziano il neofita e l’appassionato a un percorso nello stupore. Più della metà dei giocattoli sono di fabbricazione tedesca, un quarto di produzione svedese, il resto si divide tra manifattura francese, italiana, inglese e americana.

Non sembri strana l’attenzione per il giocattolo nelle terre del Nord Europa: in fondo, costituivano una utile distrazione per i bambini nelle lunghe serate invernali…

I sei nuclei tematici in cui si articola il percorso espositivo – la città e la campagna, giochi di strada e di cielo, il bambino in movimento, la famiglia, il lavoro, il viaggio – comprendono tipologie differenti di oggetti ludici: aerei e navi, castelli, edifici rurali, automobili, treni, case di bambola, bambole, lanterne magiche, oggetti del circo e del luna park, quadri, libri, giochi di strada, oggetti di trasporto per bambini e giochi di movimento (slittini, monopattini, bici, carrozzine, cavalli a dondolo), giochi didattici sul lavoro artigianale (filande, cucine in ghisa, caldaie e vapore).

Lungo le 22 sale espositive del primo piano del museo, le macchine gioiose – sorta di “Wunderkammer” per bambini e adulti che accolgono giocattoli reali ma anche virtuali – si alterneranno a percorsi labirintici che consentiranno una visione “ravvicinata” e dinamica dei giocattoli esposti.

La prima sezione è dedicata al tema della famiglia, di cui fanno parte 79 bambole disposte in un ideale giardino e 15 case di bambola, con un’installazione per “la casa di bambola regale” appartenuta alla Regina di Svezia. Un esempio della prima fase storica delle case di bambole (XVI e XVII secolo), prerogativa delle élites auliche e aristocratiche, è fornito da uno dei più preziosi reperti della collezione in esposizione, la casa d’epoca barocca, ritenuta con certezza la più antica che si conosca della Scandinavia, ordinata nel 1686 dalla regina madre Ulrika Eleonora, moglie del re Karl XI, all’ebanista d’origine tedesca Burchard Precht per la figlia Hedvig Sophia. Al pari di altri esempi precoci, come una casa databile intorno al 1700 che si conserva presso il Nordiska Museet di Stoccolma, anche nel lussuoso manufatto ordinato dalla sovrana l’unico ambiente a essere rappresentato era originariamente non la sala del trono, e nemmeno il salone da ballo, ma la cucina!

Una delle case esposte, alta quattro piani – costruita artigianalmente nel 1914 da John Carlsen, fratello della piccola proprietaria – possiede ancora un ascensore funzionante realizzato con parti di meccanismi di orologi.

Procedendo, si ammirano giochi di ambito urbano e rurale, con circa 70 edifici, castelli e ponti, botteghe, un faro, case e poi stalle, fattorie e animali. È poi la volta di aeroplani e navi, con un aliante e un grande aquilone, e dei giochi da strada, con trottole, corde, fionde, palle, tiro a segno, pattini a rotelle.

Seguono circa 60 pezzi collegati al tema del lavoro, con giochi ispirati alle varie attività economiche dell’epoca pre-industriale o degli albori della civiltà industriale. Sono filande, telai, motori elettrici, cucine, giochi di costruzioni e meccani, che nel passato avevano la funzione di sviluppare nei bambini competenze artigianali, artistiche e domestiche.

Il percorso continua con una selezione di 60 automobiline, tra cui le automobili tedesche in miniatura degli anni ’30, e un’installazione con piccoli automi, giochi di strada e carri in miniatura trainati dai cavalli. Non mancano le macchine a vapore, piccole caldaie e trenini, alcune lanterne magiche, giochi di visione, con una quarantina di oggetti legati al divertimento, tra i quali elementi del circo – clown giocolieri, circo itinerante con automi – e del luna park (gioco del calcio, galoppatoio, mutoscopi ovvero giochi legati alla visione del pre-cinema) e tre carillon.

Affascinante anche la biblioteca dei ragazzi con 84 libri della collezione selezionati tra libri pop-up, libri “parlanti” e favole.

Nell’ultima sala, un video di animazione di circa sette minuti presenta una storia ispirata agli oggetti della collezione: in un mondo in miniatura prendono vita i giocattoli colti in dettagli anche minimi, sullo sfondo della città immersa nelle sue attività quotidiane. Il video è stato realizzato dall’artista Francesco Arcuri – video maker curatore di tutti i percorsi visivi della mostra –con due tecniche di animazione: stop motion e animazione digitale 2D. L’intero allestimento è corredato da pannelli esplicativi sul significato del gioco, sulla storia della collezione, con informazioni più dettagliate sui pezzi di maggior valore.

In occasione della mostra tutti i giocattoli sono stati sottoposti ad accurati interventi di manutenzione e restauro, ad opera della Sovrintendenza capitolina con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura e dello specialista Cataldino Saracino.

La mostra è accompagnata da un breve catalogo dal titolo “Per gioco. Guida alla collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina” a cura di Emanuela Lancianese e di Amarilli Marcovecchio, con un saggio introduttivo di Filippo Tuena. La mostra – che fa parte di Romarama, il programma culturale di Roma Capitale – è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la cura di Emanuela Lancianese, il progetto di allestimento e scenografia di Enzo Pinci, gli effetti sonori e multimediali del video artista, designer e musicista Francesco Arcuri.

L’accesso alla mostra è consentito nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19, come indicato nella scheda informativa della mostra. È consigliata la prenotazione con il preacquisto del biglietto sul sito www.museiincomuneroma.it. Per i possessori della MIC card è previsto l’ingresso alla mostra con biglietto ridotto, previa prenotazione gratuita allo 060608.




La Finlandia reintroduce restrizioni ai visitatori dall’Italia

Alla luce del nuovo aggiornamento della lista di Paesi in base al tasso nazionale di incidenza del virus, dal 19 settembre 2020 la Finlandia reintrodurrà misure restrittive anche nei confronti dell’Italia.

In pratica, dall’Italia saranno consentiti solo ingressi per lavoro, per “motivi essenziali” e il ritorno dei residenti in Finlandia, con raccomandazione di autoisolamento fiduciario di 14 giorni, mentre non saranno consentiti ingressi per turismo.

Maria Ohisalo, ministra dell’Interno

Nel sistema a semaforo, praticamente l’Italia passa dalla lista dei paesi a luce verde a quella a luce arancione. Il Governo finlandese ha infatti stabilito che dal 19 settembre, ogni Paese che abbia registrato negli ultimi 14 giorni una quota superiore a 25 contagi su 100mila abitanti verrà considerato “a rischio” e, pertanto, per coloro che provengano dallo stesso, verranno introdotte restrizioni al libero ingresso in Finlandia; inoltre, le Autorità finlandesi considerano viaggiatori provenienti dai Paesi “a rischio” anche coloro che vi transitano per mero scalo aeroportuale, oltre che sulla base di nazionalità e luogo di residenza del passeggero. In base a tale decisione, dal 19 settembre la Finlandia garantirà libertà di circolazione unicamente da Germania, Svezia, Polonia, Bulgaria, Norvegia, Slovacchia, Lituania, Estonia, Islanda, Cipro, Lettonia e Liechtenstein. Al di fuori dello spazio UE/Schengen, libertà di circolazione sarà garantita ai cittadini di Australia, Canada, Giappone, Georgia, Nuova Zelanda, Ruanda, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia e Uruguay, qualora provenienti da quei Paesi. Tale decisione dovrebbe restare in vigore fino al 18 ottobre, con aggiornamenti della lista dei Paesi “a rischio” a cadenza settimanale.

Il consentire l’accesso a visitatori da Germania, Norvegia e Svezia, viene in qualche modo incontro alle lamentele degli operatori turistici della Lapponia, che sono tra quelli che più stanno soffrendo danni economici per la drastica riduzione da bacini esteri tradizionalmente fornitori di turismo.

Intanto, il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni ha inviato per commenti una proposta di emendamento alla Legge sui Servizi di Trasporto che si propone di aggiungere nuove disposizioni alla legge in caso di esiti negativi dei test di malattia infettiva e sulla presentazione di un certificato, se la situazione della malattia infettiva lo richiedesse. L’obbligo si applicherebbe ad una situazione in cui l’Istituto finlandese per la salute e il benessere (THL) ha proposto che sono necessarie misure per limitare la diffusione di una malattia trasmissibile generalmente pericolosa in Finlandia.

L’Agenzia Finlandese per i Trasporti e le Comunicazioni (Traficom) deciderà, sulla base di una proposta del THL, a quali regioni, da cui partono o transitano i servizi di trasporto, si applicherebbe l’obbligo. Secondo la proposta, il fornitore di servizi di trasporto sarebbe tenuto a verificare che un passeggero nel traffico transfrontaliero possa presentare un esito negativo del test del coronavirus. Il passeggero sarebbe tenuto a ottenere un certificato di risultato negativo del test per una malattia infettiva prima del viaggio ed a presentarlo al fornitore di servizi di trasporto prima di entrare nel mezzo di trasporto.

Timo Harakka, ministro dei trasporti

Il Ministro Timo Harakka ha dichiarato che il governo si sta preparando per una nuova ondata di pandemia con una serie di misure e le modifiche legislative sono uno dei mezzi a disposizione. Ritiene che la proposta di richiedere i test nel paese di partenza sia una delle questioni più urgenti poiché si vuole prevenire la diffusione di una malattia infettiva, ma anche aumentare la fiducia dei passeggeri nella sicurezza del viaggio. Il suo dicastero sta inoltre preparando altri emendamenti legislativi per aumentare i poteri delle autorità dei trasporti per garantire la sicurezza sanitaria. Secondo la bozza di proposta, l’obbligo di presentare un certificato dipenderà dalla situazione della malattia in ciascuna regione. La valutazione dei bisogni sarebbe sempre effettuata dall’autorità sanitaria sulla base delle informazioni disponibili sull’incidenza della malattia. L’obiettivo è che la legge entri in vigore nel corso dell’autunno 2020 per rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2021.




Anguillara Sabazia, elezioni: il confronto tra i 4 candidati a sindaco

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Domenica 13 settembre i 4 candidati a sindaco alle prossime elezioni si sono confrontati su tematiche varie.

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Roma, I Municipio. Alfonsi-Talamaca: “Apertura scuole in sicurezza”

“Riapriamo le scuole in sicurezza. Oltre alle nuove strisce pedonali, abbiamo voluto dare spazio all’ingresso per garantire il distanziamento.

Dopo una prima sperimentazione, si procederà ove opportuno all’ampliamento definitivo dei marciapiedi o alla chiusura al traffico dei tratti interessati. Dal  Tasso, al Regina Elena, Belli Mordini, Pistelli, Belli Col di Lana, Cairoli, Regina Margherita, Di Donato, Bonghi, e Baccarini, quest’ultima con il definitivo assetto di parapedonali, abbiamo approntato interventi necessari per garantire sicurezza e decoro a tutti i nostri studenti che finalmente varcano i portoni delle loro scuole dopo sei lunghi mesi di lockdown e incertezza. 

Abbiamo voluto realizzare prima dell’apertura gli interventi necessari per il diserbo e la pulizia dei marciapiedi e, soprattutto, il rifacimento degli attraversamenti pedonali nelle immediate vicinanze degli 80 plessi scolastici presenti nel nostro territorio. A questi si aggiunge la posa dei sanpietrini in ceramica, in via Giulia, strada su cui insiste la scuola Virgilio, a rifacimento delle strisce pedonali, con un materiale green, una pietra ceramica realizzata con una percentuale di materiale proveniente dai rifiuti, che garantisce alte prestazioni in termini di resistenza e durata”. Così in una nota la Presidente del Municipio Roma I Centro, Sabrina Alfonsi, e l’assessore alla scuola Giovanni Figà-Talamanca.




Dramma nel Napoletano, sperona la sorella perché ha una relazione con un trans: cade dallo scooter e muore

E’ stata inseguita e speronata dal fratello per una relazione lgbt, è caduta dallo scooter ed è morta. A bordo c’era anche un transgender con cui aveva una relazione: Cira che però ha scelto di farsi chiamare Ciro. E’ questa l’origine dell’incidente avvenuto nel Napoletano, secondo quanto riportano oggi organi di stampa, nel quale è deceduta Maria Paola Gaglione, 18 anni,mentre il compagno è rimasto ferito e, ancora sanguinante per terra, è stato anche picchiato dal fratello della vittima, Antonio Gaglione, 22 anni, fermato dai carabinieri.

Il post di Cira su Instagram

“Amore mio…, oggi sono esattamente 3 anni di noi, 3 anni. A prenderci e lasciarsi in continuazione… avevo la mia vita come tu avevi la tua.. ma non abbiamo mai smesso di amarci.. dopo 3 anni ti stavo vivendo ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande la mia piccola. Non posso accettarlo, perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te amore mio.. non riesco più a immaginare la mia vita senza te.. non ci riesco”. Così su Instagram Ciro, col quale Maria Paola Gaglione, la ragazza morta ad Acerra (Napoli), aveva una relazione Lgbt, una relazione malvista dal fratello della giovane che ha speronato lo scooter sul quale viaggiavano i due.

La reazione della famiglia di Maria Paola

“Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l’ ha speronata, è stato un incidente”. È questa la versione dei fatti fornita dalla famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano don Maurizio Patriciello.

“E’ una famiglia distrutta e che non si da’ pace per una figlia appena maggiorenne. Ma stiamo attenti a dipingerla come una storia di omofobia. Forse non sanno nemmeno cos’è. Quel che e’ vero è che non erano preparati e non vedevano di buon occhio la relazione con Ciro ma so che si stavano abituando all’idea. Tuttavia erano preoccupati perché Maria Paola era andata via di casa a soli 18 anni e temevano per un futuro senza lavoro e più che mai incerto”, riferisce Don Patricello dopo aver portato il suo conforto a Franco e Pina, i genitori di Maria Paola. Sembra, infatti, che la giovane vivesse la sua storia d’amore con Ciro appoggiandosi presso residenze provvisorie, ora da amici, ora dai parenti di lui. Situazione che non era ben vista dalla famiglia di lei.

Su Facebook, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio “di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano così come vengono. Paola riposa in pace”.

I due l’altro ieri sera erano in viaggio da Caivano ad Acerra quando sono stati raggiunti dal giovane, anch’egli a bordo di uno scooter, che ha tamponato con violenza il mezzo provocando la caduta dei due occupanti il mezzo. Maria Paola è morta all’istante mentre il compagno è ferito; ancora a terra è stato picchiato dal ragazzo che gli ha rivolto l’accusa di aver plagiato la sorella. E’ stato portato in una clinica della zona, le sue condizioni non sono gravi.

La versione del fratello

“Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata”, ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata ed è finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia.

Il giovane ha inseguito la sorella e il compagno trans per parecchi minuti, cercando con i calci di farli cadere dallo scooter in corsa, poi in una curva, il mezzo con a bordo i due, colpito dalla furia del giovane, ha perso aderenza finendo fuori strada; Maria Paola è finita su un tubo per l’irrigazione, che le ha tranciato la gola, l’amico, che da un po’ di tempo si fa chiamare Ciro, è stato più fortunato perché è finito sul selciato senza però sbattere contro alcun ostacolo, ed è ora ricoverato in ospedale. Sono questi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli ultimi attimi di vita della giovane morta nella notte tra venerdì e sabato; il fratello, disoccupato, residente al Parco Verde di Caivano (Napoli), dopo aver speronato i due e averli fatti uscire fuori strada, si è anche fiondato su Ciro pestandolo, mentre la sorella era ormai morta, è stato arrestato poco dopo.

“La storia di Maria Paola è molto triste, non ci ho dormito. Ho battezzato lei e il fratello Michele Antonio, quest’ultimo l’ho anche sposato qualche anno fa. Non credo volesse davvero uccidere la sorella, forse voleva darle una lezione, saranno le indagini a stabilirlo; di certo non era preparato culturalmente a vivere la relazione della sorella con un’altra donna”, ha detto Don Maurizio Patriciello. Il parroco conosce sia la famiglia Gaglione che quella del compagnodi Maria Paola; entrambe le famiglie risiedono al Parco Verde di Caivano, complesso residenziale tra i più degradati dell’hinterland napoletano, divenuto noto qualche anno fa per le vicende di pedofilia che coinvolsero la piccola Fortuna Loffredo, tanto da meritarsi l’appellativo di “Parco degli Orrori”.

Secondo Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, “quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713. Per questo serve una legge seria contro l’omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l’omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l’emendamento “Salva Opinioni Omofobe”, voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesto e previsti dalla legge contro l’omotransfobia, che ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare.” “Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare”, conclude Marrazzo.