Microsoft acquisisce ZeniMax Media per 7,5 miliardi

Microsoft ha annunciato l’acquisizione di ZeniMax Media, azienda madre di Bethesda Softworks, uno dei più importanti sviluppatori e publisher privati a livello mondiale. Secondo i termini dell’accordo, Microsoft comprerà ZeniMax Media per 7,5 miliardi di dollari. Bethesda, autore di celebri franchise acclamati dalla critica come The Elder Scrolls, Doom, Wolfenstein, Fallout e altri ancora, porterà in Xbox un imponente portfolio di giochi, tecnologie e talenti, nonché una comprovata esperienza nella creazione di blockbuster di grande successo. A tal proposito ricordiamo che il settore del gaming rappresenta la forma di intrattenimento più importante e in rapida crescita al mondo, un’industria che si prevede varrà oltre 200 miliardi di dollari nel 2021. I titoli costituiscono la principale fonte di crescita nel mondo dei videogiochi e alimentano i nuovi servizi di cloud-gaming come Xbox Game Pass, che ha raggiunto il nuovo record di oltre 15 milioni di abbonati. Con l’aggiunta di Bethesda, il numero degli studi creativi di Microsoft aumenterà da 15 a 23 e i franchise iconici di Bethesda saranno aggiunti al catalogo di Xbox Game Pass. Microsoft intende portare i prossimi titoli di Bethesda su Xbox Game Pass il giorno stesso del loro lancio su Xbox o PC. Con i suoi investimenti in contenuti, nella community e nel cloud, Microsoft si distingue per la sua strategia che mira a permettere ai gamer di giocare ai giochi che preferiscono con chi vogliono e ovunque lo desiderino. Con questo acquisto, Microsoft amplia significativamente il proprio parco di team e giochi: gli sviluppatori passano da 15 a 24, e questo conferisce all’azienda statunitense il controllo di alcuni dei franchise più famosi dell’industria dei giochi. Al momento non è ancora chiaro se i titoli diventeranno esclusiva di Microsoft (dunque di Xbox e Pc Windows), precludendo l’accesso a PS5, Nintendo Switch, Stadia e ad altre piattaforme. Di certo, l’impegno economico dell’azienda di Redmond è significativo (7,5 miliardi sono una cifra importantissima), ed è ipotizzabile che Satya Nadella voglia sfruttare tutta la portata di questa mossa.

F.P.L.




Marvel’s Avenger, tutti possono diventare supereroi

Marvel’s Avengers è un videogioco che si pone come obbiettivo l’essere il titolo di azione di riferimento per i fan dei supereroi Marvel. E ci riesce proponendo una struttura di gioco intelligente e contenuti pensati per continuare ad intrattenere anche al termine della campagna di gioco. Non vuole innovare, non nasconde la sua natura di game as a service e non cerca neanche di proporsi come gioco dell’anno, ma mette tutto sul piatto senza offrire grosse sorprese o problemi insormontabili. Prima di procedere all’analisi del gioco, ricordiamo che il titolo è disponibile per Google Stadia, PS4, Xbox One, PC Windows e in futuro anche per PS5 e Xbox Series X. A livello di trama, il gioco ha inizio così: è il 2015 quando, a San Francisco, gli Avengers sono impegnati nell’inaugurazione della nuova sede della Costa Ovest e nel varo del nuovo elivelivolo, la Chimera, alimentato dal potentissimo Reattore Terrigeno capace di fornire energia infinita e pulita. E’ una grande festa, visitata da tantissimi appassionati in cerca di un’opportunità di vedere dal vivo i più grandi eroi della Terra, e magari riuscire anche a farsi una foto con loro. Le cose vanno però a rotoli quando, nel pieno della manifestazione, delle forze non meglio identificate apparentemente guidate dal noto villain Taskmaster assaltano il ponte di San Francisco, invitando Iron Man, Hulk, Thor e Vedova Nera ad intervenire. La battaglia è lunga e finisce per devastare il famoso ponte, ma allo stesso tempo qualcosa di molto più pericoloso sta accadendo: mentre Captain America è sulla Chimera per coordinare i suoi compagni, il Reattore Terrigeno va fuori controllo ed esplode, creando un’onda d’urto che non solo uccide Cap e devasta gran parte della città, ma travolge anche i cittadini con le Nebbie Terrigene, un composto capace di trasformare le persone geneticamente predisposte dotandole di straordinari poteri facendo nascere così gli “Inumani”. Tutto ciò farà si che l’opinione pubblica si scateni contro gli Avengers, accusandoli di essere un pericolo nonostante le molte volte in cui avevano salvato i cittadini da minacce di tutti i tipi. Non aiuta poi il fatto che, nel corso del processo scaturito da questi eventi, Bruce Banner abbia ammesso pubblicamente che sì, gli Avengers sono pericolosi per i cittadini. Unita al forte dolore per la morte di Captain America, questa ondata di ostilità da parte dei cittadini porta i quattro eroi a sciogliersi ed a cessare le proprie attività. E’ la fine degli Avengers. Passano cinque anni, e la città di San Francisco è profondamente cambiata: non tanto per le rovine della distruzione causata dall'”A-Day”, il giorno in cui tutto è andato a rotoli, ma perché una grande corporazione, la Avanzate Idee Meccainiche (AIM), con l’approvazione del governo ha preso il controllo delle strade tramite robot e droni, alla ricerca degli Inumani per catturarli e portarli chissà dove. Interessante però come il capo e volto pubblico dell’AIM sia lo stesso scienziato che aveva realizzato il Reattore Terrigeno della Chimera, il dottor George Tarleton. In questo scenario si farà la conoscenza di Kamala Khan, un’adolescente pakistano-statunitense che il giorno dell’A-Day, ancora bambina, era presente all’evento per partecipare ad un concorso di creatori di fan-fiction a tema Avengers. Dopo quegli eventi Kamala è diventata un’Inumana acquisendo il potere di ingrandire ed allungare a piacimento i suoi arti, ma ha passato gli ultimi cinque anni a celare i suoi poteri utilizzandoli il meno possibile. La ragazza è però sempre rimasta una grande fan degli Avengers,e non ha mai creduto alle colpe che il pubblico ha attribuito al team di Cap; dedicandosi a sviluppare le sue conoscenze informatiche è riuscita a diventare una brava hacker, cosa che l’ha portata in un server protetto dove ha scoperto che, forse, gli Avengers furono incastrati da qualcuno che li voleva fuori gioco. Inizia quindi una ricerca della leggendaria “resistenza”, un gruppo di Inumani che si ribellano all’AIM, che la porterà a riunire uno dopo l’altro gli Avengers superstiti per fronteggiare questa nuova minaccia. Questa è la storia che è alla base di Marvel’s Avengers e che fungerà da trampolino di lancio per poter accedere a tutte le funzioni che il gioco può offrire.

Parlando di gameplay, dopo una serie di missioni “pilotate” che servono per gettare le basi della storia, il titolo permette di scegliere da una mappa mondiale le avventure da affrontare, selezionandole tra missioni della Campagna ed altri eventi/missioni di secondaria importanza che si aggiungeranno man mano che si va avanti con il gioco. Tutte le missioni, Campagna e non, si dividono poi tra quelle eseguibili esclusivamente da soli, e quelle che invece richiedono la presenza di due o più eroi, che si può decidere di svolgere da soli col supporto dell’IA o in cooperativa con amici o altri giocatori trovati in matchmaking. In Marvel’s Avenger, le missioni per giocatore singolo, principalmente quelle della Campagna, sono generalmente strutturate in maniera lineare, con numerosi eventi scriptati estremamente spettacolari che permettono di vivere i fatti come un vero supereroe. Man mano che la storia si dipana, nuovi personaggi si aggiungono a quelli disponibili e queste missioni sono appunto pensate per far vivere parti della storia dal loro punto di vista. Si inizia con la simpaticissima Kamala, passando poi ad Hulk, Iron Man e così via. Le missioni multigiocatore (o con l’IA), sia secondarie che quelle della Campagna, si svolgono invece in livelli maggiormente aperti, dove c’è un obiettivo da raggiungere ma si può farlo seguendo il percorso che si vuole e magari ingaggiando lungo la strada altri nemici. Queste hanno una struttura che ricorda maggiormente le missioni di giochi come Anthem, The Division e Destiny. Ed i paralleli con questi titoli, famosi esponenti del genere “Games as a Service”, non finiscono qui: Marvel’s Avengers eredita anche il tratto “looter-shooter” di questi giochi, anche se in questo caso sarebbe più corretto dire “looter-fighter” visto che lo shooting non costituisce la meccanica principale. Tutti gli eroi del gioco sono dotati di accessori dei quali possiamo trovare delle versioni migliorate giocando, sia lasciate cadere dai nemici abbattuti che in casse sparse per i livelli. Gli accessori così recuperati possono poi essere equipaggiati oppure smantellati, con un’interfaccia molto simile a quella di Destiny. Non manca inoltre un sistema di microtransazioni, con monete acquistabili con soldi reali, da spendere presso appositi “mercanti fazione” per ottenere miglioramenti ed equipaggiamenti estetici. A questo si affianca una componente simil-RPG che vede i giocatori ottenere punti abilità salendo di livello, per poi spenderli in nuove abilità e mosse per gli eroi, incrementando così nel corso del tempo le capacità di combattimento di ogni singolo personaggio.

Volendo essere il più stringati possibile, si può dire che alla base di Marvel’s Avenger c’è un action-game in terza persona in cui è possibile utilizzare combo di attacchi leggeri e pesanti per far fuori i nemici, con l’aggiunta di alcune specificità per i diversi eroi. Quelli capaci di volare, come Iron Man e Thor, ad esempio, possono sia librarsi in aria per attaccare nemici volanti, che attivare una vera e propria “modalità di volo” per sfrecciare velocemente sul campo di gioco; oltre agli attacchi corpo a corpo disponibili per tutti, inoltre, tutti i protagonisti possono anche usare attacchi a distanza. Ovviamente tali tipi di attacchi variano in base all’eroe che si utilizza: Vedova Nera e Iron Man possono sparare (una con le sue pistole, l’altro con i raggi repulsori o laser), Kamala invece allunga le sue braccia per sferrare dei pugni dalla distanza e Hulk strappa pezzi di roccia dal terreno per scaraventarli sui nemici. Ogni eroe dispone inoltre di mosse speciali che si caricano combattendo e che gli permettono di sferrare potenti attacchi quando necessario, senza contare le varie abilità che si possono sbloccare salendo di livello, che permettono di personalizzare ulteriormente il gameplay. Ognuno degli eroi risulta molto ben realizzato dal punto di vista delle animazioni caratteristiche e dei colpi inferti: Hulk è imponente, salta come un gorilla e se afferra un nemico lo sbatte a destra e sinistra come un fuscello, mentre Black Widow è minuta ma agilissima, in grado di schivare abilmente i colpi per poi attaccare i nemici da tutte le angolazioni. Nelle missioni single player più lineari, inoltre, emerge tutta la specificità di questi eroi con scenari creati apposta per loro: le mappe pensate per Hulk lo vedono compiere enormi balzi per attraversare strutture e livelli, mentre quelle per Kamala includono molti appigli tra i quali può penzolare estendendo le braccia. A livello di longevità, la storia principale ha una durata di circa 12 ore, ma l’esperienza non finisce qui perché ci sono le moltissime missioni secondarie, incluse alcune nel simulatore olografico d’allenamento degli Avengers, ed inoltre al termine del gioco si attivano i contenuti end-game, l’Iniziativa Avengers, con missioni, sfide ed in futuro anche raid proposti dagli sviluppatori nel corso del tempo. Il tutto con un completo doppiaggio in italiano, elemento che è sempre un piacere trovare in un gioco. Marvel’s Avenger strizza l’occhio poi anche a tutti quei giocatori che amano i collezionabili, il gioco, infatti, tra fumetti, costumi, emote, targhe e così via, offre una vastissima gamma di oggetti da cercare o sbloccare nelle cosiddette Carte Sfida, praticamente un elenco di ricompense individuali che premiano la crescita dei singoli eroi.

A livello grafico, il colpo d’occhio del gioco sviluppato da Crystal Dynamics è notevole, specialmente nei particolari, e i modelli 3D dei vari eroi sono stati animati con una cura e un’attenzione sopra le righe. Quando si lotta nei panni di Iron Man, Thor, Cap e via dicendo, si stanno effettivamente controllando gli stessi eroi che si sono amati nei fumetti o al cinema. Gli artisti di Crystal Dynamics li hanno ricostruiti meticolosamente, riservando una parte di quella diligenza alle mappe di ampio respiro, piene di particolari ed elementi distruttibili, e alle coreografiche sequenze della campagna che paiono uscire direttamente dal Marvel Cinematic Universe. Poi, però, quando ci si comincia a muovere, e si guarda più attentamente lo schermo, l’incantesimo si spezza e saltano all’occhio diverse mancanze che potevano essere risparmiate magari posticipando il lancio di Marvel’s Avenger di qualche mese. La più eclatante è certo l’instabilità del frame rate che a volte fatica a reggere costantemente i 30 fotogrammi al secondo. Quando scende al di sotto di quella soglia, non lo fa in modo catastrofico, ma è comunque evidente e succede spesso, specialmente nelle mappe più complesse e soprattutto quando gli eroi cominciano a combattere, sollevando un’impressionante quantità di effetti particellari. Nelle spettacolari sequenze della campagna, può bastare un sensibile rallentamento a rovinare la scena ed è un vero peccato. E’ chiaro che i ragazzi di Crystal Dynamics non sono riusciti a ottimizzare il codice in tempo per l’uscita, e si uò solo sperare che risolvano questi problemi nei prossimi aggiornamenti, anche perché al momento il titolo è giocabile in maniera decente solo su Ps4 Pro, Xbox One X e Pc. Tirando le somme, Marvel’s Avengers centra in pieno quella che dovrebbe essere la trama per un videogame dedicato ai Vendicatori, con una storia interessante ed un personaggio assolutamente adorabile e con il quale è facile empatizzare come Kamala Khan. Tecnicamente riesce a sorprendere in molti momenti ma non senza porgere il fianco a bug e problemi prestazionali, mentre il gameplay risulta molto più soddisfacente quando il titolo veste i panni dell’action-adventure single-player lineare piuttosto che quando cerca di lanciarci in scenari aperti multigiocatore. Se siete fan Marvel, l’acquisto è senza dubbio consigliato, ma una volta completata la storia principale potrebbe iniziare a stancarvi indipendentemente dal supporto post-lancio, a meno che le missioni multigiocatore non vengano rese maggiormente interessanti. Quindi, alla luce di quanto detto, se siete in grado di chiudere un occhio sui problemi che vi abbiamo descritto e siete desiderosi di vestire i panni dei supereroi più amati di sempre in un’avventura emozionante, ben scritta e doppiata completamente in Italiano, allora Marvel’s Avenger non vi deluderà.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8,5

Longevità 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Xbox Series X e Series S, la next-gen di Microsoft arriva il 10 novembre

Microsoft ha annunciato che la nuova generazione di console arriverà il prossimo 10 novembre, data in cui sia Xbox Series X sia Xbox Series S diverranno disponibili a livello globale. È stata inoltre svelata la partnership tra Xbox ed Electronic Arts, che porterà alcuni dei migliori titoli EA su Xbox Game Pass Ultimate e Xbox Game Pass per PC. L’annuncio approfondisce le diverse possibilità offerte ai giocatori per entrare nella prossima generazione con Xbox, sia per coloro che cercano l’esperienza di gaming più avanzata sia per chi preferisce approcciare la next-gen con una console più piccola e completamente digitale. Xbox Series X è la console più veloce e potente, mentre Xbox Series S è una console all-digital che offre la velocità e le performance di nuova generazione nell’Xbox più piccola mai costruita. Entrambe arriveranno il 10 novembre e i pre-order per entrambe le macchine inizieranno il 22 settembre. Ma quanto costano? I prezzi sono i seguenti: 299,99 € per Xbox Series S e 499,99 € per Xbox Series X. Inoltre è bene ricordare che i membri Xbox Game Pass Ultimate e Xbox Game Pass per PC otterranno l’abbonamento EA Play senza costi aggiuntivi a partire dalle vacanze 2020. Di conseguenza, gli abbonati Xbox Game Pass Ultimate potranno godersi EA Play su Xbox One, Xbox Series X ed S e su PC Windows 10, mentre i membri Xbox Game Pass per PC potranno accedere al servizio da PC Windows 10.

SPECIFICHE TECNICHE

Ma quali sono le differenze tecniche fra le due console? Bisogna sottolineare che il confronto diretto delle specifiche tecniche non racconta tutta la storia. Xbox Series X è stata progettata per spingere i giochi fino alla risoluzione 4K nativa, che richiede risorse più esose rispetto a risoluzioni inferiori; Xbox Series S, invece, è la proposta di Microsoft per schermi fino a 1440p nativo e può effettuare l’upscaling fino al 4K. Le caratteristiche tecniche inferiori di Xbox Series S, quindi, sono in larga parte da inserire in tale contesto. Ci sono comunque alcune differenze che hanno un impatto maggiore (come il prezzo) e potrebbero essere la vera leva per acquistare una o l’altra. La differenza più grande di tutte è che Xbox Series X ha un lettore Ultra HD Blu-ray; Series S no ed eseguirà solo i giochi in digitale. Lato processore Xbox Series X e Xbox Series S adottano entrambe una CPU AMD octa-core basata sull’architettura Zen 2. La differenza sta nella frequenza di calcolo: 3,8 GHz per Xbox Series X; 3,6 GHz per Xbox Series S. La stessa differenza è presente anche nei calcoli in Simultaneous Multithreading: 3,6 GHz per Xbox Series X e 3,4 GHz per Series S. Anche la scheda grafica è basata in entrambi i casi sulla stessa architettura: la RDNA di seconda generazione. In Xbox Series X è integrata una GPU da 52 unità di calcolo che lavorano a 1,825 GHz. In Xbox Series S è invece presente un’unità da 20 unità di calcolo a 1,565 GHz. Tanto Xbox Series S quanto Xbox Series X supportano il ray tracing in tempo reale. Si parla di una potenza di 12 TeraFlops per Xbox Series X e di 4 TeraFlops per Xbox Series S. Attenzione ai TeraFlops: come soprascritto, vanno letti nel contesto della risoluzione massima raggiungibile dalle singole console: una risoluzione più bassa richiede meno risorse a parità di dettagli. Inoltre, non bisogna nemmeno essere lesti a prendere i TeraFlops di Xbox Series S e confrontarli con Xbox One X o PS4 Pro: si parla di architettura diverse e quelle più recenti (come la RDNA 2) sono più efficienti. Xbox Series X integra 16 GB di RAM, di cui 10 GB hanno una banda passante di 560 GB/s, mentre i restati 6 GB di 336 GB/s. Nel caso di Xbox Series S la RAM complessiva è di 10 GB: 8 GB da 224 GB/s e 2 GB da 56 GB/s. La minore RAM potrebbe creare qualche grattacapo in futuro agli sviluppatori. Resta valido il discorso fatto prima: la risoluzione più bassa oltre alle ottimizzazioni hardware incluse potrebbero bilanciare la situazione. I dischi SSD invece sono identici per prestazioni, ma cambia lo spazio disponibile: 1 TB per il modello top di gamma e 512 GB per la console a 299 euro. In entrambi i casi è disponibile lo slot per espandere lo spazio con un ulteriore TeraByte. Infine, le dimensioni: Xbox Series S è alta 27,5 cm, larga 6,5 cm e profonda 15,1 cm. Xbox Series X, invece, è alta 30,1 cm e larga e profonda 15,1 cm.

UNA STRATEGIA DI LANCIO STUDIATA FIN NEI MINIMI DETTAGLI

La strategia Microsoft delle due console next-gen è estremamente promettente, visto che punta a coinvolgere fasce d’utenza molto differenti. I giocatori più esigenti, che non vogliono scendere a compromessi e non hanno problemi di budget, potranno optare per una Xbox Series X e portarsi dunque a casa la piattaforma più potente che ci sia: una garanzia nell’ambito dei giochi multipiattaforma, ma anche la promessa di contenuti first party di grande spessore grazie ai tanti team di sviluppo acquistati da Microsoft. Titoli che sarà possibile scaricare dal day one, senza costi aggiuntivi, grazie all’abbonamento a Xbox Game Pass. I giocatori meno esigenti, che non fanno troppo caso all’upscaling grafico o dispongono ancora di un televisore Full HD, hanno un budget limitato o semplicemente vogliono accedere all’ecosistema Microsoft investendo il meno possibile, magari perché hanno già acquistato una PS5, potranno invece scegliere Xbox Series S e godere di un prodotto dal valore assolutamente straordinario se paragonato alla cifra richiesta. La sensazione è che proprio la console più economica potrà contare su di uno spunto extra in vista del Natale, dando così ragione alle strategie della casa di Redmond e andando a soddisfare in maniera brillante la domanda di una next-gen davvero accessibile per tutti. Insomma, a quanto pare Microsoft ha imparato dai suoi errori, ha fatto proposte intelligenti, sta lavorando egregiamente sul piano dei sevizi e soprattutto ha ascoltato la voce degli utenti.

Francesco Pellegrino Lise




Kerbal Space Program: Enhanced Edition Complete arriva su console

Private Division e Squad hanno rilasciato finalmente Kerbal Space Program: Enhanced Edition Complete in formato digitale per PlayStation 4 e Xbox One. Il bundle include a prezzo scontato l’acclamata simulazione spaziale Kerbal Space Program e due espansioni già pubblicate su console. Il titolo, che include le espansioni Pacchetto missioni storiche e Breaking Ground, oltre ovviamente al gioco base è disponibile sul PlayStation Store e sul Microsoft Store al prezzo di 59,99 euro. Ricordiamo che il Pacchetto missioni storiche, come suggerisce il titolo stesso, include missioni aggiuntive ispirate a eventi storici, oltre a siti di lancio ricostruiti e tute ricucite per l’occasione. Breaking Ground include invece parti robotiche e strumenti avanzati per la raccolta di dati scientifici. Questi nuovi componenti consentono ai giocatori di andare ben oltre le possibilità offerte dal gioco base, grazie all’abilità di costruire veicoli più complessi che mai. Inoltre i giocatori ora hanno a disposizione un modo completamente nuovo di raccogliere dati dai corpi celesti attraverso gli Esperimenti dislocati. Un nuovo contenitore modulare consente ai kerbal di trasportare una varietà di strumenti come sismometri, stazioni meteorologiche e altro. Questi strumenti possono essere posizionati sulla superficie dei pianeti per trasmettere informazioni al pianeta base, permettendo ai kerbal di approfondire la comprensione del loro sistema solare. Kerbal Space Program: Enhanced Edition Complete arricchisce ulteriormente l’esperienza che i giocatori potranno vivere esplorando i corpi celesti. Sui pianeti e sui satelliti del sistema solare si possono trovare caratteristiche in superficie che possono essere analizzate con un nuovo braccio robotico collegato a un rover. Queste caratteristiche includono criovulcani, meteoriti, crateri e molti altri oggetti misteriosi che i giocatori dovranno esaminare. Inoltre l’espansione include una nuova tuta spaziale futuristica che permetterà ai kerbal di solcare il cosmo al massimo dello stile.

Per chi non lo sapesse, Kerbal Space Program mette il giocatore alla guida di un programma spaziale nei panni del direttore dell’agenzia, con lo scopo di creare e testare un numero infinito di razzi e spedirli dove nessun kerbal (i buffi protagonisti del gioco) è mai giunto finora. Il titolo al di la della sua veste grafica carina che sembra quasi strizzare l’occhio a un pubblico molto giovane, è in realtà un videogame molto complesso e ricco di cose da comprendere. Tra i tantissimi elementi da tenere in considerazione nella costruzione e nel lancio di un razzo ci sono moltissimi aspetti da non trascurare, come ad esempio, il peso del carburante da calcolare, l’aerodinamicità, la struttura stessa del mezzo e molto altro ancora. Giocare a Kerbal Space Program saltando il tutorial, quindi, si tradurrebbe in un vero e proprio disastro. Ovviamente, trattandosi di un videogame, non serve essere un ingegnere aerospaziale, un fisico o un esperto di informatica, ma affrontare il titolo pretendendo di poter fare da soli non è proprio possibile. Finito il tutorial, la modalità storia è il cuore della produzione. La “campagna” pone o giocatori di fronte ad una serie di sfide a difficoltà crescente. Il ritmo di gioco è ben bilanciato, e permette comunque di giocare e sperimentare con grande libertà, senza essere per forza guidati da scelte obbligate ed obiettivi perentori. In Kerbal Space Program esiste anche la modalità libera, ma considerato quanto ci vuole per essere completamente in confidenza col sistema di gioco probabilmente questa tipologia di gioco può essere interpretata come una sorta di attività “end game”. In ogni caso se mandare in orbita un razzo non è poi così difficile (ma potrebbe rubarvi anche più di cinque ore di gioco), più difficile sarà iniziare a comprendere i primi rudimenti della guida spaziale, come alzare e abbassare l’apogeo per esempio, che darà modo poi di intercettare altre orbite e conseguentemente aumentare a dismisura lo spazio esplorabile. In Kerbal Space Program, ogni passo in avanti porterà nuovi problemi da risolvere in sede di progettazione, ogni nuovo problema da risolvere in sede di progettazione porterà a nuovi fallimenti, nuove dolorose perdite. Grazie al gran numero di pezzi sbloccabili, l’unico limite di Kerbal Space Program sarà quello dell’immaginezione (e del empo che deciderete di dedicare alla produzione). La libertà creativa concessa, anche senza i preziosi mod della versione Pc, è assoluta, e vi darà modo di costruire navi che si trasformano in cielo, razzi con mezzi da sbarco su ruote o cingoli, vere e proprie basi spaziali permanenti da utilizzare alla bisogna.

Il sistema solare presente in questo gioco non è esattamente come il nostro, ma è comunque molto simile, e conta oltre quattordici astri da sfiorare, esplorare, studiare. La semplice grafica del gioco può sembrerà a prima vista appena sufficiente, ma non bisogna dar peso al primo scoraggiante impatto. Kerbal Space Program è un gioco davvero emozionante: merito del gameplay, merito dell’alta posta in gioco che viene messa sul piatto ad ogni lancio e merito anche agli spettacolari scorci che sa regalare. Perché non è solo il silenzio dello spazio a regalare il famigerato groppo in gola, ma soprattutto il fatto che lì in alto ci si arriva solo con tanto impegno, con deduzioni intelligenti e tante ore di “lavoro”. Cercare di far combaciare l’orbita di due diverse navicelle per un attracco siderale che è costato 10 ore di studi e almeno il triplo in lanci disastrosi e perdita di risorse è un’emozione davvero difficile da raccontare, ma Kerbal Space Program è tutto questo, e anche di più. Imparare dai propri errori, non scoraggiarsi, avere molto tempo a disposizione, provare, provare e ancora provare sono le caratteristiche necessarie per poter portare a termine l’obbiettivo finale. Sarà dura, ma credeteci, quando riuscirete a far atterrare una navetta su di un pianeta senza nessun tipo di problema, allora vi sentirete dei piccoli eroi. Provare per credere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6

Sonoro: 7

Gameplay 9

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




PlayStation 5, la nuova console di Sony arriva il 19 novembre

PlayStation 5 è la console next-gen di Sony, una piattaforma che si pone il fermo obiettivo di bissare il successo della precedente console dominando nuovamente il mercato con una line-up di spessore e una forte “strizzata d’occhio” verso le nuove tecnologie. Sappiamo che questa nuova piattaforma arriverà il 19 Novembre in Italia qualche giorno prima dell’iconico Black Friday, e che dovrà competere direttamente con il rinnovato ecosistema creato da Microsoft. Quali sono però le specifiche tecniche, il prezzo, la data di uscita e tutte le caratteristiche uniche di PS5? Prima di tutto bisogna sottolineare che il colosso nipponico, al momento della presentazione della nuova piattaforma di gioco, ha annunciato che ci saranno due modelli di console: una classica e una dal costo inferiore che però è priva di lettore Blu-Ray e che quindi per intrattenere prevede l’acquisto di videogame e film solamente sul negozio online. Una scelta importante: è infatti la prima volta che l’azienda giapponese lancia una console senza lettore per leggere i dischi: l’obiettivo è far crescere i tanti servizi online lanciati negli ultimi anni, a partire da PlayStation Now che avrà un ruolo sempre più centrale. Ma quali sono le differenze tra PS5 e PS5 Digital Edition? Durante l’evento, Sony non si è soffermata molto sulle caratteristiche della PS5: ha dedicato solamente pochi minuti mostrando componenti che già si conoscevano.

 Su CPU, scheda video, RAM e SSD oramai si sa tutto, ma alcuni esperti assicurano che ci sono alcune caratteristiche della PS5 che sono state tenute nascoste e che verranno rivelate prossimamente. La presentazione di una seconda PS5, però, ha fatto nascere dei dubbi: la Digital Edition avrà caratteristiche differenti? Quali sono le componenti hardware? Avrà un hard disk più capiente? Domande a cui Sony non ha risposto in modo chiaro, ma ha fatto trapelare il fatto che le due PS5 sono identiche, tranne per la presenza del lettore Blu-Ray sulla versione normale. Questo vuol dire che anche la PS5 Digital Edition avrà una scheda tecnica top, compreso l’SSD da 825GB che sarà il vero segreto della console. Anche se 825GB potrebbero essere un po’ limitanti per una console che non utilizza dischi fisici: il download e l’installazione di un gioco potrebbe occupare più di 200GB, limitando il numero di giochi che si possono avere in contemporanea. Le due versioni si differenziano per il prezzo di soli 100 euro: serviranno 399,99 per la digital edition e 499,99 per chi non volesse rinunciare ai classici dischi da inserire nella console. Comunicate anche le date di lancio: 12 novembre per America, Giappone, Messico, Canada, Australia e Corea del Sud. Per l’Italia e il resto del mondo serviranno 7 giorni in più: dovremo aspettare fino al 19 novembre 2020.

F.P.L.




Elezioni regionali, Di Battista: “La più grande sconfitta della storia del M5s”

Sostanziale pareggio tra centrodestra e centrosinistra alle ultime elezioni regionali dove i 5 Stelle escono sconfitti ovunque, in ritirata non strategica al Sud, praticamente assenti al Nord.

Elezioni finite con un 3 a 3 dove il centrodestra, rispetto al gennaio scorso (quando si votò in Emilia-Romagna e il dem Stefano Bonaccini sconfisse la Lega), aggiunge comunque una regione nel proprio Risiko politico. Oggi, quindi, il centrodestra conduce 15 regioni a 5 rispetto al centrosinistra.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 24/09/2020

Un’evoluzione in cui l’Italia ha cambiato totalmente colore politico rispetto al 2014, quando lo strapotere dei governi “rossi” era di 16 a 4. Poi si è passati al 15 a 4 nel 2018, mentre il quadro è stato ribaltato nel 2019, quando il centrodestra ha rimontato, arrivando a condurre per 10 a 9 (non contando la Valle d’Aosta).

All’interno della coalizione di centrodestra sono iniziate subito le discussioni rispetto a un risultato che il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva immaginato come molto più rotondo (“vinceremo 7-0”, aveva detto). Il leader della Lega ha però subito chiarito: “Nel centrodestra non ho competitor”. Secondo gli osservatori, questo risultato – unito a quello del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari: dove ha vinto il sì, con quasi il 70 per cento – dà respiro al governo e quelle che dovevano essere le elezioni della potenziale spallata sono diventate, dunque, le elezioni della stabilità.




Risultati referendum e regionali, Bruno Astorre: “Ora serve una legge elettorale che ridia, dopo tanti anni, la voce ai territori”

“Non ci sfugge che tanto elettorato del PD ha votato no e quindi adesso è nostro compito ascoltare le ragioni del no e dare seguito al si. Quindi insieme al taglio dei parlamentari ora serve soprattutto una legge elettorale che ridia dopo tanti anni la voce ai territori”.

Così il segretario del Partito Democratico del Lazio il Senatore Bruno Astorre durante l’intervista con Chiara Rai nel corso della trasmissione “Officina Stampa”.

Astorre ha poi commentato i risultati delle regionali e delle comunali laddove l’esito si è consolidato al primo turno a favore dei candidati a sindaco sostenuti dal partito Democratico.

L’intervista di Chiara Rai al senatore Bruno Astorre segretario del partito Democratico del Lazio



Football Club Frascati (Scuola calcio) e la famiglia Giannattasio, che feeling: tre ragazzi tesserati

Frascati (Rm) – Se ci fosse un ideale “premio fedeltà”, il Football Club Frascati saprebbe già a chi assegnarlo. La famiglia Giannattasio ha “consegnato” ben tre ragazzi alla società tuscolana dei co-presidenti Claudio Laureti e Stefano Lopapa: si tratta del classe 2008 Samuel (che gioca con gli Esordienti), del classe 2011 Nicholas (Pulcini) e infine del classe 2015 Mattias (Piccoli Amici). All’orizzonte, poi, c’è la seria prospettiva che anche la piccola Giorgia (che compirà due anni a dicembre) possa tra non molto tempo seguire le orme dei tre fratelli. “Ci troviamo benissimo in questa società – spiega mamma Isabella – Abbiamo trovato dei dirigenti squisiti e uno staff tecnico competente e appassionato, sempre vicino ai ragazzi. Devo ringraziare sia il responsabile della Scuola calcio Lorenzo Marcelli sia tutti gli allenatori che hanno avuto già dall’anno scorso i nostri ragazzi, ma anche quelli che li guideranno in questa stagione. Certo, per noi genitori non è un impegno da poco: siamo praticamente sempre al campo durante la settimana e pure nei week-end, nei periodi in cui si giocavano le partite, avevamo parecchio da fare. Ma cerchiamo di fare il massimo per assecondare la passione dei nostri ragazzi”. Che è stata sicuramente trasmessa loro proprio dai genitori: “Non ho mai giocato a calcio, ma sono un grande tifoso della Roma e mi piace molto vederlo giocare – racconta papà Enrico – Spesso ci mettiamo tutti insieme sul divano davanti la tv, d’altronde anche mia moglie è un’appassionata tifosa giallorossa. I miei figli non vanno mai in giro senza portare dietro un pallone, hanno un grande amore verso il calcio”. La famiglia Giannattasio risiede a Rocca di Papa, ma Enrico ed Isabella hanno un chiosco a Grottaferrata (“I diavoli della porchetta” in piazza De Gasperi): “Inizialmente abbiamo scelto il Football Club Frascati soprattutto per motivi logistici, ma successivamente ci ha conquistato il loro modo di fare calcio coi bambini” dicono in coro. Per Samuel, Nicholas e Mattias il periodo del lockdown non dev’essere stato semplice: “In realtà a casa abbiamo alcuni spazi dove loro si potevano sfogare, è stato sicuramente più difficile per noi” scherza papà Enrico, pronto assieme a mamma Isabella a “rituffarsi” nella routine di tutti i giorni. “I nostri ragazzi hanno ripreso ieri ad andare a scuola, visto che la “Falcone” di Grottaferrata è stata utilizzata per le votazioni dell’ultimo week-end – sottolinea Isabella – Anche da quel punto di vista ci regalano belle soddisfazioni”.




Sporting Ariccia (calcio, Eccellenza), mister Trinca: “Ripartiamo dalla reazione col Villalba”

Ariccia (Rm) – Lo Sporting Ariccia non è riuscito a festeggiare al meglio il primo storico match “da eccellente” per una squadra di calcio della cittadina castellana. Nel primo turno di Coppa Italia, i ragazzi di mister Eliano Trinca hanno ceduto 5-3 al “Menicocci” col Villalba che l’anno scorso aveva giocato la finale di questa competizione. Una partita gagliarda che gli ariccini avevano anche iniziato con un buono sprint: “Siamo passati in vantaggio presto con la rete di Santini, ma poi il Villalba è riuscito a ribaltare il risultato sfruttando al massimo gli episodi e tra l’altro abbiamo pure perso per infortunio Anastasio – analizza mister Trinca – Siamo quindi andati al riposo sotto di una rete e l’inizio della seconda frazione è stato davvero micidiale per noi perché il Villalba ha trovato due gol in rapida successione. Sul 4-1 pochissime squadre avrebbero trovato la forza di reagire e provare a riorganizzarsi, ma i ragazzi sono stati encomiabili: abbiamo modificato l’assetto tattico e siamo riusciti ad accorciare le distanze con una doppietta di Fabiani che ha rimesso la qualificazione totalmente in bilico visto che mancava ancora un quarto d’ora abbondante. Nel finale c’è stato negato un rigore piuttosto evidente per fallo su Longo che si stava per presentare a tu per tu col portiere avversario e poi abbiamo creato anche altre buone occasioni prima del gol del 5-3 ospite realizzato nei minuti conclusivi. Sinceramente ho poco da rimproverare ai ragazzi per quello che hanno fatto domenica scorsa”. La matricola Sporting Ariccia inizierà ufficialmente domenica il suo cammino nel campionato di Eccellenza: lo storico debutto è da “far tremare i polsi” considerando che i castellani saranno ospiti dell’Unipomezia. “Cosa penso di loro? Parliamo di una compagine da serie D che è quasi per caso in Eccellenza, ma per noi dev’essere uno stimolo fortissimo. Siamo andati vicini ad una clamorosa impresa in Coppa Italia e state certi che ci riproveremo anche domenica prossima”.




Referendum, dopo la vittoria del si elezioni anticipate con nuove camere ridotte o continuare con queste fino alla fine della legislatura?

Il risultato del referendum sul taglio dei parlamentari in Italia ha certamente rafforzato la coalizione di governo (PD + Movimento cinque stelle), ma ha anche dimostrato una tendenza italiana: l’odio per la politica e per i politici di professione. Il taglio al numero dei parlamentari verrà applicato a partire dalla prossima legislatura.

“L’antipolitica è ancora abbastanza forte in Italia” ha detto Giovanni Orsina, Professore di Scienze Politiche e Direttore della School of Government dell’Università Luiss di Roma. “Il motivo per cui la maggior parte degli elettori ha votato a favore delle riduzioni dei parlamentari, – ha proseguito Orsina – secondo me, è che volevano avere politici meno professionisti in giro”.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 24/09/2020

Questo referendum riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Il risparmio stimato sarà inferiore a 50 milioni di euro all’anno. Ora la questione è se andare alle elezioni anticipate con nuove camere ridotte o continuare con queste fino alla fine della legislatura ed eleggere anche l’arbitro supremo: il presidente della Repubblica, il cui mandato scade nel 2022.

I risultati elettorali hanno indebolito soprattutto Matteo Salvini che non ha saputo dare la spalla al governo. Un risultato che indubbiamente rafforza la coalizione di governo e fa sperare che questo governo arrivi indenne alle prossime elezioni. Il Pd si rafforza all’interno dell’esecutivo e riesce a frenare l’avanzata del centrodestra e in particolare della Lega di Salvini.




Uln Consalvo (calcio, Under 17 prov.), Carnevale: “Basta sofferenze, ora vogliamo stare lassù”

Roma – L’Under 17 provinciale del Consalvo cercherà di far “fruttare” la dura esperienza della passata stagione nella categoria Under 16 regionale. “La prima parte di campionato è stata davvero problematica – sottolinea il tecnico Emilio Carnevale che seguirà i ragazzi in questa nuova avventura – Poi la squadra aveva dato dei segnali di ripresa che lo stop per le problematiche legate al Covid non ci ha permesso di confermare. Quest’anno, nella categoria provinciale, la musica dovrà essere diversa: i ragazzi scenderanno in campo con un’esperienza maggiore alle spalle e non devono mostrare alcun timore. Abbiamo un gruppo che può competere per le zone alte anche se probabilmente qualche avversario partirà davanti a noi”. L’allenatore parla del nuovo gruppo: “L’ossatura è rimasta quella che ha affrontato la categoria regionale, anche se nello scorso campionato abbiamo utilizzato in maniera continuativa un gruppetto di sei ragazzi nati nel 2005 e dunque un anno sotto età. Di quelli, quest’anno, ne è rimasto uno soltanto che anche fisicamente non paga il confronto coi ragazzi più grandi. Abbiamo integrato la rosa con qualche innesto e speriamo di poter fare un buon campionato in una categoria più alla portata”. Le prime indicazioni sono confortanti: “La squadra si allena con costanza e finora non abbiamo avuto grandi intoppi – spiega Carnevale – Le premesse sono buone, ma prima dell’inizio del campionato passerà ancora un bel po’ di tempo”. L’Under 17 provinciale del Consalvo, infatti, esordirà solamente a inizio novembre e questo aspetto preoccupa un po’ l’allenatore: “Dal punto di vista mentale non è semplice lavorare senza poter giocare gare ufficiali. Sfrutteremo questo periodo per provare a crescere dal punto di vista fisico e dello spirito di squadra”.
Intanto il Consalvo ha applaudito con grande orgoglio l’esordio stagionale dell’esterno sinistro della Juventus Gianluca Frabotta che ha addirittura giocato da titolare nella prima partita della gestione Pirlo contro la Sampdoria. Il ragazzo, che aveva fatto il suo esordio in serie A nell’ultimo match dello scorso campionato contro la Roma, ha militato nel Consalvo dalla categoria Primi calci a quella degli Esordienti.