Roma, San Giovanni: banda di ragazzini assalta un chiosco e picchia il titolare

Arrestato un 18enne e denunciati 6 complici tra cui 4 ragazzine. Si cercano altri componenti della banda

ROMA – In branco, hanno accerchiato un chiosco-bar e dopo aver preteso dal dipendente – un cittadino del Bangladesh di 64 anni – delle bottiglie di birra “gratis” per spassarsela, ottenuto un rifiuto, lo hanno selvaggiamente aggredito, mettendo a soqquadro il chiosco rubando delle bottiglie.

E’ accaduto nella tarda serata di ieri in piazza di Porta San Giovanni.

I protagonisti della brutta storia sono giovanissimi ragazzini di età compresa tra i 15 e i 20 anni: un 18enne romano è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione Roma San Giovanni e del Nucleo Operativo della Compagnia Roma piazza Dante. Altri 6 “bulli” – tra cui 4 ragazzine – tra i 15 e i 20 anni, tutti romani, tranne il più grande che ha origini cubane, sono stati denunciati a piede libero.

I fatti:

il corposo gruppo di ragazzini, dopo essersi visto negato dalla vittima la consegna di alcune bottiglie di birra senza pagarle, ha scatenato la sua furia aggredendo fisicamente il 64enne, scaraventandolo a terra, mentre altri, capeggiati dal giovane arrestato, dopo aver messo a soqquadro il chiosco, si sono appropriati di alcune bevande.

Numerose sono state le segnalazioni giunte al “112” da parte di passanti che stavano assistendo alla scena e, all’arrivo dei Carabinieri, si è generato un fuggi fuggi generale.

I militari sono riusciti a bloccare il 18enne e 6 dei suoi complici, grazie anche a una pattuglia di Carabinieri della Stazione Roma Casalbertone, intervenuta in ausilio dei colleghi.

Il cittadino del Bangladesh, che fortunatamente non ha riportato conseguenze gravi, accompagnato in caserma per formalizzare la denuncia, ha riconosciuto, senza ombra di dubbio, i ragazzi che nel frattempo erano stati condotti negli uffici della Stazione Roma San Giovanni. Dovranno tutti rispondere di rapina in concorso.

L’arrestato 18enne è stato trattenuto in caserma in attesa dell’udienza di convalida che si è tenuta questa mattina presso le aule di piazzale Clodio.

Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati ad identificare gli altri giovani che hanno partecipato alla rapina che sono riusciti a dileguarsi.




Nemi, raccomandazioni ISS su gestione e raccolta rifiuti: il Consigliere Tersigni presenta interrogazione al Sindaco

NEMI (RM) – Il Consigliere comunale di “Insieme per Nemi” Stefano Tersigni ha presentato una interrogazione al Sindaco per sapere se sono state predisposte e applicate le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità nella gestione e raccolta dei rifiuti in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus Sars-Cov-2.

Una interrogazione che arriva dopo che a Nemi da pochi giorni è cambiato il metodo di raccolta dei rifiuti con l’introduzione della raccolta differenziata con metodo ‘porta a porta’ su tutto il territorio comunale.




L’inesorabile ascesa dei casinò online

La rivoluzione digitale che ha caratterizzato l’ultimo decennio ha rotto gli equilibri esistenti da tempo in diversi settori economici e tra questi rientra sicuramente anche quello del gioco d’azzardo. Sono diversi anni che i cosiddetti casinò terrestri, o tradizionali che dir si voglia, fanno registrare dei numeri impietosi in termini di fatturato e parte della responsabilità di questi dati negativi è riconducibile all’avvento dei casinò online, sempre più diffusi e amati dagli utenti.

I casinò terrestri sono in difficoltà

Il primo casinò italiano a chiudere i battenti a causa dell’eccessiva esposizione debitoria è stato il Casinò di Campione d’Italia, seguito poi a ruota da quello di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta. Nel corso di soli dieci anni, entrambi hanno ridotto i propri incassi di quasi l’80% e ciò ha reso insostenibili le spese di gestione delle società titolari dei locali da gioco. Mentre il Casinò di Venezia e quello di Sanremo, anche grazie al loro intrinseco fascino “storico”, sono riusciti a tenere botta al calo del fatturato, quello di Campione d’Italia e quello di Saint-Vincent non sono riusciti a trovare le giuste contromisure. Ma a cosa è dovuto questo notevole calo di entrate? Di chi è la responsabilità? Tutti gli esperti del settore e gli addetti ai lavori sono concordi nel ritenere che i principali responsabili, se non gli unici, della crisi dei casinò tradizionali siano i casinò online, ovvero quelle piattaforme interattive che offrono agli utenti tutti i giochi tradizionalmente disponibili nei casinò terrestri, con la comodità di giocare e divertirsi quando e come si preferisce: sul divano di casa, in viaggio sul treno o in pausa pranzo al lavoro. Il mondo del casinò italiano, tuttavia, non è stato l’unico a soccombere sotto i colpi dei casinò online, ma tale tendenza viene registrata in tutto il mondo, anche a Las Vegas che da sempre è la patria del gioco d’azzardo.

Le possibili soluzioni per ovviare al calo di entrate

Quali soluzioni potrebbero adottare i casinò fisici per ovviare alle enormi difficoltà? La risposta non è univoca. Se, come detto, il Casinò di Venezia riesce a sopperire alla crisi del settore grazie alla sua particolare ambientazione che rende la casa di gioco della Serenissima un luogo unico al mondo, non tutti i casinò possono giocarsi una carta simile. E così sempre più casinò decidono di ampliare la propria offerta di intrattenimento puntando sui cosiddetti Casinò Resort, locali in cui oltre all’esperienza di gioco gli utenti possono godere di decine di altri servizi esclusivi pensati per fidelizzare la clientela e coccolarla a 360° gradi. C’è poi chi sta decidendo di mettere in piedi il proprio casinò online, sperando di poter integrare gli incassi dei casinò fisici con quelli derivanti dal web.

La situazione per i casinò tradizionali è tutt’altro che rosea, ma i segnali che ci giungono da altri paesi sono incoraggianti. Il casinò fisico, o tradizionale, continua a mantenere intatto il proprio fascino e i locali di gioco terrestri dovranno essere bravi ad adattare la propria offerta alle nuove esigenze della clientela.




Bracciano: “Su Ospedale Padre Pio basta strumentalizzazioni di certa politica!”

Riceviamo e pubblichiamo da nostri lettori

Caro Direttore Chiara Rai, quando a tutti i costi si vuole cavalcare una idea che non esiste non ci troviamo di fronte al giornalismo ma a un gossip di partito politico messo in scena da pseudo giornalisti che attaccano l’asino dove vuole il padrone. La critica è un conto e la cronaca un altro.

Sull’Ospedale di Bracciano non ci possono essere equivoci di sorta: siamo in emergenza Coronavirus e finché l’emergenza non finisce ci sono dei cambiamenti momentanei che fanno parte dell’ottimizzazione della gestione sanitaria.

Non c’è bisogno di gridare al lupo al lupo per fare qualche click in più, per mobilitare le folle alla vigilia di campagne elettorali che scottano e confondere le carte in un momento difficile dove bisogna fare i conti con la realtà.

Il nosocomio di Bracciano rimane un punto d’eccellenza per i Comuni intorno al lago e anche oltre. L’azienda sanitaria ha investito nel potenziamento dell’Ospedale di Bracciano e sarebbe un controsenso smantellare tutto. In virtù di cosa? Personalmente insieme a un nutrito gruppo di cittadini abbiamo letto la nota della Asl Rm4 e sentito l’intervento del direttore Quintavalle nell’ambito della trasmissione Officina Stampa da lei condotta e sinceramente non vediamo come sia possibile fraintendere delle comunicazioni così chiare che vorrei riportare all’attenzione dei lettori dell’Osservatore d’Italia perché sono la risposta a tutta la confusione messa in atto da determinati personaggi che fanno parte di un passato opaco.

LA VIDEO INTERVISTA AL DOTT GIUSEPPE QUINTAVALLE DIRETTORE GENERALE ASL ROMA 4 – CLICCARE SULLA FOTO PER VISIONARE

Officina Stampa del 26/11/2020 – La video intervista al Direttore Generale della ASL RM4 Dott. Giuseppe Quintavalle che ha parlato anche dell’ospedale di Bracciano

L’Ospedale Padre Pio fa parte del polo ospedaliero e in questo momento tutti siamo chiamati a fare il nostro dovere per contrastare la pandemia. Nello specifico le attività poste al contrasto del contagio sono state: per Civitavecchia ospedale San Paolo: divisione della medicina Covid con 30 posti e medicina non Covid con 13 posti (creati in week surgery e ortopedia). Per Bracciano ospedale Padre Pio: creazione di ulteriori 16 posti di medicina non Covid nella orto-chirurgia. Per questo periodo di emergenza pandemica, è necessario decongestionare i pronto soccorsi, e per poterlo fare è necessario avere la possibilità di effettuare i ricoveri presso il reparto di medicina non Covid. Di conseguenza abbiamo momentaneamente chiuso l’attività chirurgica non urgente a Bracciano. Le operazioni urgenti verranno effettuate a Civitavecchia, mentre al Padre Pio resteranno attivi gli interventi salva-vita. Non appena terminato questo periodo, che ci auguriamo passi al più presto, riprenderanno tutti i progetti dedicati al Padre Pio, la Post acuzie, le attività chirurgiche e oculistiche e l’implementazione dell’oncologia già in atto”.

E visto che la seguiamo con molta attenzione, caro direttore, senza voler entrare nel merito tanto a buon intenditor bastano poche parole, volevamo complimentarci con lei per sua professionalità e serietà: lei non risponde mai alle polemiche che circolano sui social, a volte anche aspre. Va dritta, garantendo l’anonimato anche alle persone che la fanno esporre a pubblica polemica per aver detto che in un comune c’è paura per i contagi. Sappiamo che sono parole che qualcuno ha pronunciato e che lei coerentemente con il segreto professionale copre incassando il brutto e il bello. La volevamo ringraziare invece per la sua costante presenza sul territorio, dedizione e apprezzamento che esprime attraverso ciò che scrive. Ne abbiamo tanti di esempi che potremmo fare: lei ama questo territorio.

Ciò che conta adesso è che attraverso il suo giornale possiamo chiedere a gran voce a chi denigra e semina incertezze di lasciare stare ogni strumentalizzazione: basta prendere in giro i cittadini. Finita l’emergenza l’Ospedale di Bracciano tornerà esattamente come prima, anzi continuerà a essere valorizzato. Noi siamo un gruppo di cittadini a cui siamo sicuri che lei manterrà, ancora una volta l’anonimato per permettere libertà di espressione e di parola anche a chi pensa di non averne. Grazie




Anzio, rugby: Cristian Stoian convocato per il match di sabato allo Stade de France di Parigi tra Francia e Italia

ANZIO (RM) – Continua senza sosta la scalata ai vertici del rugby internazionale di Cristian Stoian, giocatore di mischia che ha iniziato la propria carriera nel Rugby Anzio Club. Dopo la recente chiamata nel gruppo della nazionale maggiore per il Sei Nazioni, è arrivata la convocazione tra i 23 giocatori che saranno a disposizione del coach Franco Smith in vista della sfida di sabato tra Italia e Francia, incontro valido per la Autumn Nations Cup.

Una grandissima occasione per il nostro Cristian per dimostrare tutto il suo valore, qualora il coach riterrà opportuno farlo entrare dalla panchina. La partita si terrà sabato 28 novembre alle ore 21:10 allo Stade de France di Parigi e sarà trasmessa in diretta su Mediaset, canale 20 del digitale terrestre.
La telecronaca della partita sarà a cura del direttore del mensile AllRugby Gianluca Barca, con commento tecnico della leggenda Azzurra Mauro Bergamasco.

«Tutto il Rugby Anzio Club è fiero ed orgoglioso dei risultati che Cristian ha raggiunto, in questi ultimi anni ha potuto giocare e a vivere esperienze sportive di primissimo livello – ha detto il presidente del Rugby Anzio Club, Simone Petraccini – traguardi simili corrispondono esattamente alla mission del nostro club che da più di 15 anni lavora incessantemente per far divertire ed appassionare i nostri ragazzi allo sport più bello del mondo. Cristian Stoian il nostro “Gigante Buono” è un ragazzo stupendo, umile, serio e rispettoso. Personalmente non sono sorpreso dei traguardi che sta raggiungendo perché credo che siano indubbiamente frutto dell’impegno, del sacrificio e della passione che ogni vero giocatore di rugby come Cristian dedica a questo sport. Passerò questo sabato sera incollato al televisore per seguire questo match, nella speranza di vedere finalmente Cristian all’esordio con la maglia della nazionale e con la certezza che se l’esordio non si verificherà sarà solo questione di tempo. A tutti gli Azzurri, ma in particolare a Cristian, un grosso in bocca al lupo da parte di tutto il Rugby Anzio Club per la sfida con i Bleus».




Ciampino, presunto conflitto di interesse per una associazione: “Prove a disposizione”

CIAMPINO (RM) – Un presunto conflitto di interessi che riguarda il Vicesindaco di Ciampino sta scatenando in questi ultimi giorni diverse polemiche sui social dedicati alla Città aeroportuale.

La questione verte sul fatto che una associazione denominata “Gente Libera” risulta iscritta all’Albo delle associazioni accreditate con il Comune dove viene indicato come legale rappresentante un certo Stefano Bonazzi mentre secondo Giampaolo Di Gregorio ex assessore all’urbanistica durante il governo Perandini il vero legale rappresentante sarebbe invece la moglie del Vicesindaco.

“Il vero e unico rappresentante Legale di “Gente Libera” é Fabiola Minucci, moglie di Ivan Boccali, dal 2014 e fino alla data del 26 ottobre 2020 ultima data delle nostre ricerche”. Scrive sul social Fb Di Gregorio che ha invitato l’Ente locale a cancellare “Gente Libera” dall’Albo in quanto “tale iscrizione é irregolare e in aperta violazione del TUEL (testo unico degli enti locali).

L’ex assessore si è poi dichiarato pronto a mettere a disposizione delle Autorità competenti la documentazione che certifica quanto asserito. “Mettiamo a disposizione delle Autorità e dei Consiglieri di opposizione tutta la documentazione che certifica il ruolo di Fabiola Minucci e l’iscrizione all’albo delle associazioni”.

Dalla pagina Fb ufficiale di “Gente Libera” si parla di post e commenti basati su fatti totalmente falsi messi in piedi da quelli che sono stati definiti come “alcuni professionisti della diffamazione e della violenza verbale” precisando che “Fermo restando che questi soggetti dovranno naturalmente rispondere della diffusione di queste falsità  nelle sedi competenti, si precisa  che Stefano Bonazzi, già da molto tempo, e con atto debitamente registrato, è stato nominato Presidente e legale rappresentante di “Gente Libera”.




Autismo, una diagnosi precoce è fondamentale per poter intervenire in maniera efficace

L’autismo, o meglio denominato “disturbi dello spettro autistico“, è un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi.

I diversi livelli di compromissioni di tali aree va a comporre il quadro generico della persona affetta da autismo, oltre ad una serie di elementi.

A causa della gamma di sintomi che varia per livello da individuo a individuo, l’autismo è ora chiamato disturbo dello spettro autistico (o ASD, acronimo inglese di “Autism Spectrum “Disorder“).

Il video servizio trasmesso a Officina stampa del 26/11/2020

Infatti il disturbo copre un ampio spettro di sintomi, livelli di abilità e disabilità, che possono influire o meno, nell’autonomia quotidiana e di vita.

L’autismo varia in gravità in base al livello di compromissione che limita l’autonomia nella vita quotidiana.

I bambini con disturbo dello spettro autistico hanno generalmente sintomi che si manifestano con difficoltà nella comunicazione e interazione sociale, difficoltà di comprensione del pensiero altrui e difficoltà ad esprimersi con parole o attraverso la gestualità o con l’utilizzo dei movimenti facciali.

In aggiunta, possiamo riscontrare anche una iper sensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, e movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati, come dondolio, auto stimolazione o battito di mani.

Possono avere inoltre, risposte insolite alle persone, attaccamenti agli oggetti, resistenza al cambiamento nella loro routine, o comportamento aggressivo o autolesionista.

A volte possono sembrare non notare persone, oggetti o attività nell’ambiente circostante. Alcuni bambini con autismo possono anche sviluppare crisi epilettiche. E in alcuni casi, questi attacchi possono essere assenti inizialmente per verificarsi  nel periodo adolescenziale.        

Una diagnosi precoce è fondamentale per poter intervenire in maniera efficace sulle diverse componenti di compromissione, o meglio di “diversità di funzionamento”.




Diego Armando Maradona, per sempre nel cuore di tutti i napoletani

Con Maradona va via il Calcio vero, quello fatto di uomini capaci di sbeffeggiare il potere, di ribellarsi alle ingiustizie, di affondare nel fango e poi essere capaci di riemergere, più forti e fieri di prima

di *Marco Martone

Diego è morto! È’ accaduto davvero. L’ha detto la tv, lo scrivono i giornali e allora deve essere proprio vero. È andato via, non c’è più. Sono rimaste le bandiere maltrattate dal passare del tempo, le sciarpe scolorite, i cori e gli slogan, le lacrime, il fango, le impronte dei sui scarpini sul prato del San Paolo.

Maradona, l’immortale, ha tradito le aspettative di noi tutti, che pensavamo non potesse mai morire. Lo ha ucciso il suo cuore, come accaduto a Massimo Troisi e Pino Daniele e non poteva che essere così. Il grande cuore dei grandi napoletani, (perché Diego era napoletano, più di tanti altri).

Un cuore tanto grande da non poter resistere troppo tempo al carico d’amore che è in grado di regalare alla gente. Un cuore che si ferma all’improvviso e che, nonostante tutto, continua a battere, sempre più forte tanto da farti girare la testa. È morto Diego, perché i miti non durano mai tanto, vanno via presto, per poter diventare leggenda, per poter essere eterni. Con Maradona va via il Calcio vero, quello fatto di uomini capaci di sbeffeggiare il potere, di ribellarsi alle ingiustizie, di affondare nel fango e poi essere capaci di riemergere, più forti e fieri di prima.

L’editoriale di Marco Martone dedicato a Diego Armando Maradona trasmesso a Officina Stampa del 26/11/2020

Maradona è stato un ossimoro fatto uomo e calciatore. Una vita trascorsa tra i campi di calcio e il buio della droga, nell’alcol e nella sregolatezza. Infiniti errori pagati sulla propria pelle e le cui conseguenze sono ricadute su lui e sulla propria famiglia, mai sugli altri. Non su quelli che oggi fanno la retorica del “santino”, dopo averlo mortificato per anni, quelli che lo accusavano di essere un drogato, un buono a nulla un esempio da non seguire. L’eletta schiera degli ipocriti che con Maradona e grazie a Maradona hanno riflesso di luce non propria, diventando ricchi e anche famosi, senza avere un straccio di merito. Diego ha vissuto il proprio inferno, per dare a chi lo ha amato una parvenza di paradiso. Dalle sue ombre ha irradiato la luce. L’ha fatto con i tifosi, del Napoli e dell’Argentina, con i giornalisti, che hanno lucrato sulla sua gloria, con gli sponsor e con i tanti personaggi da quattro soldi, trasformati in eroi di cartone e che oggi pontificano in tv. Un gigante da amare, proprio perché cocainomane e fragile. Da difendere nella sua incapacità di difendersi, da stringere forte nei momenti di solitudine e depressione. Napoli ci ha provato ma non è bastato.

Per quelli della nostra generazione Diego era un fratello maggiore, per qualcuno un figlio, l’amico immaginario. Diego era uno di noi, Diego eravamo noi, che gioivamo dei gol del Napoli ma piangevamo di gioia se quel gol lo segnava lui. Perché gli volevamo bene e non c’è una ragione perché questo sia accaduto. È stato così e basta e spiegarlo, oggi, a chi non ha vissuto quei momenti è impossibile, superfluo. Maradona si è identificato con la nostra città, diventandone parte integrante e sentendo il dovere di doverla difendere dai soprusi e dalle ingiustizie, anche nel più sperduto angolo del mondo. Ha dribblato la vita e ha dribblato anche la morte, fin quando ha potuto, con i suoi riccioli neri al vento e la Dieci sulle spalle. Ora è morto, ed anche quel tempo è morto con lui. Diego è adesso tutto quello che non saremo mai più. Ma ora più che mai abbiamo la consapevolezza che non sbagliavamo.

Diego era immortale!

*Direttore Responsabile Scrivonapoli.it




Rai Gulp e RaiPlay, Sara E Marti #LaNostraStoria (terza stagione): In prima tv free lunedì 30 novembre alle ore 19.55

Arriva su Rai Gulp Ia terza stagione di Sara e Marti #LaNostraStoria. La serie TV tutta italiana interamente girata nel borgo medievale di Bevagna nel cuore dell’Umbria, prenderà il via dal 30 novembre, dal lunedì al venerdì, alle ore 19.55, e sarà disponibile anche su RaiPlay.

Nuove storie per le due sorelle adolescenti, Sara e Marti, trasferitesi da Londra a Bevagna, piccolo paesino umbro, per seguire il padre. Qui inizia per loro una nuova vita ricca di incontri, scontri, vittorie e delusioni, risate e lacrime, sentimenti contrastanti e complicati, come l’amore.

In questa terza stagione, la prova più difficile che dovranno affrontare i nostri protagonisti sarà quella di crescere. Sara, sempre alle prese con i suoi dilemmi sentimentali, è determinata nel prendersi un po’ di tempo per sé e dedicarsi completamente alla sua passione: la ritmica. Ma anche se non vuole, l’amore riuscirà a trovarla.

Anche Marti sta crescendo e forse Bevagna e lo studio iniziano a starle un po’ stretti. La sua vera e unica passione è la musica, ma come può da quel piccolo borgo dell’Umbria inseguire il suo sogno? Ma troverà presto un rinnovato slancio nell’amicizia con tre bambini di prima media: Melania, cugina di Benedetta, appassionata di ecologia e amante degli animali; Daniele, migliore amico di Melania e fan dei pranks di Nicola; e Lola, appassionata di moda e con il sogno di diventare una cantante famosa. Insieme a loro, su iniziativa della Preside De Blasi, Marti formerà una band per partecipare a un contest musicale e per seguire la sua strada anche da Bevagna. L’amore, il diventare grandi, le incomprensioni, i malumori, in poche parole: l’adolescenza. Il gruppo di amici di Sara e Marti è diventato ormai grande, con loro ci sono anche i bambini più piccoli. Loro non hanno ancora le idee chiare come i loro amici “grandi” su ciò che vogliono dal futuro, ma con il loro esempio, sarà bello vederli crescere.

In questa terza stagione i protagonisti si trovano ad affrontare un importante momento di crescita. Sara è più confusa del solito, ma anche determinata a crescere e porre fine ai suoi drammi sentimentali: basta gelosie, basta incomprensioni, basta malumori. È arrivato il momento di diventare grandi! Se prima la frase “papà sei un egoista” era il credo assoluto della sorella Sara, quest’anno sarà Marti a scontrarsi col padre. Sì perché la più piccola delle sorelle Monanni ha ormai raggiunto sicurezza e vuole a tutti i costi inseguire il sogno di diventare una grande cantante, anche lontano da Bevagna. Invece Invogliato da Gloria Nicola prova con tutto sé stesso a crescere e maturare, ma: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Un problema di salute e l’amicizia con un ragazzino di prima media riaccendono in lui la vecchia passione per prank e challenge, ma la sua nuova fidanzata non sembra essere tanto d’accordo. Peperina e un po’ pettegola, Serena è una vera forza della natura. Un tornado con gli occhiali che travolge tutto e tutti. È la migliore amica di Sara e Marti fin dall’infanzia e resta sempre al loro fianco, dimostrando di essere disposta a tutto in nome dell’amicizia. Anche Benedetta ha un cuore e non è fatto di pietra, come credevano tutti. Certo, non riuscirà mai ad ammettere che al mondo ci sia qualcuno migliore di lei, ma riuscirà ad addolcirsi e a far fronte comune con Sara contro la perfida rossa, Virginia. In amore è un’inguaribile romantica e agli occhi di tutti riuscirà addirittura a sembrare simpatica.