Filippine, super tifone rischia di mettere in ginocchio un paese già esausto dalla più lunga quarantena al mondo

Ancora una volta, è emergenza nelle Filippine. Un milione e mezzo di persone sono state colpite dal super tifone Goni che nei giorni scorsi si è abbattuto sul Paese.

Più di 415mila cittadini sono stati evacuati in centri di raccolta. “E’ solo l’inizio. Si stima che il fenomeno de La Niña di quest’anno, direttamente collegato alla crisi climatica, possa causare da tre a sei tifoni che colpiranno l’arcipelago prima della fine dell’anno”, ha dichiarato Melinda Buensuceso, coordinatrice di Azione contro la fame a Manila.

Gli operatori impegnati sul campo, in queste ore, stanno conducendo le prime rapide valutazioni in merito ai bisogni della popolazione nelle province di Albay e Camarines Sur.

“Fortunatamente, negli ultimi anni, il Paese ha fatto grandi passi avanti sul versante della gestione delle catastrofi naturali. I meccanismi rapidi di allarme e di evacuazione messi in atto dalle autorità filippine stanno salvando molte vite. Occorre, però, garantire acqua e cibo all’interno di questi centri di raccolta e farlo subito, anche alla luce dell’emergenza Covid. Il Paese, con più di 380.000 casi confermati (dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, ndr) era già esausto, prima del super tifone, dalla più lunga quarantena al mondo”, ha aggiunto il responsabile geografico delle Filippine, Benedetta Lettera.

Azione contro la Fame ha, intanto, preallertato il suo staff a Manila con l’obiettivo di rafforzare il personale già impegnato nell’area colpita e ha contattato i fornitori locali per accelerare l’acquisto dei materiali più urgenti.

La tempesta tropicale Goni (Rolly è il suo nome filippino) è diventata un super tifone prima di approdare a Bato (Cantadouan), dove ha raggiunto venti sostenuti di 225 chilometri orari, con picchi registrati fino a 280 chilometri orari. Undici città, al momento, rimangono inaccessibili.

L’organizzazione opera dal 2000 nelle Filippine: qui ha messo in atto interventi di emergenza a seguito delle numerose calamità naturali nel Paese, come tifoni e terremoti, tra cui il super tifone di Haiyan del 2013.




Milano, 6 banditi rapinano banca a mano armata e poi scappano dalle fogne: è caccia ai malviventi

MILANO – Sarebbero scappati dalle fogne i rapinatori che sono entrati nella filiale di piazza Ascoli del Credit Agricole a Milano.

Il personale del 118 sta facendo accertamenti su almeno due dipendenti che si trovavano all’interno della banca e che non sono stati feriti. La piazza, al centro di alcune arterie della zona adiacente al centro di Milano è stata bloccata. Diversi bus e tram sono fermi ai lati della piazza. 

I rapinatori asserragliati all’interno della filiale avevano tenuto in ostaggio i dipendenti della banca 

“Sono entrati dai sotterranei, eravamo in tre all’interno dell’agenzia quando mi sono accorto ho urlato ‘c’è una rapina’ ed una collega è riuscita a scappare’ “, ha raccontato il direttore della filiale. Il direttore ha parlato tenendo ghiaccio sulla nuca ed ha spiegato che c’è stata “una breve colluttazione ma non hanno infierito su di me”. Non è ancora chiaro quanti fossero i rapinatori.

La polizia sta controllando i palazzi attorno alla filiale della banca dove questa mattina la banda di rapinatori ha fatto irruzione armata di pistola. Gli agenti sono intervenuti alle 8.39 all’angolo tra piazza Ascoli e via Stoppani. Secondo quanto riferito dagli investigatori, i rapinatori sono entrati attraverso un buco scavato da un palazzo adiacente. Una volta all’interno hanno sorpreso il direttore e due impiegate a cui, sotto la minaccia delle armi, hanno ordinato di consegnare tutti i contanti. Hanno potuto prendere solo il contenuto delle cassette di sicurezza perché la cassaforte ha l’apertura temporizzata e non hanno potuto aspettare il momento giusto. 

Dalle prime informazioni raccolte dagli investigatori sembra che il gruppo fosse formato da almeno 6 persone. Un tale numero lascia ipotizzare un piano ben studiato e che, al momento, non è possibile stabilire se sia fallito del tutto. Non si conosce, infatti, il contenuto delle cassette private svuotate. Durante tutta l’azione non è stato esploso alcun colpo di pistola né è stato ferito il personale della banca. I banditi hanno solo attivato un estintore per creare un diversivo col fumo e guadagnare la fuga. Non c’è stato tempo né modo per avviare una trattativa con la polizia.




Sanità Lazio, FIALS: “Vicini al collasso”

Sanità della Regione Lazio vicina al collasso con operatori allo stremo delle forze e cittadini che ne pagano le conseguenze ad un prezzo altissimo. Questo quanto denuncia la Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità – Fials – attraverso un comunicato diramato dalla segreteria provinciale di Roma.

“Non è sola tutta colpa del COVID 19, – scrivono dalla FIALS di Roma – ma anche di una politica miope e delle scelte di soli tagli ragioneristici, di scelte strategiche sbagliate perpetrate ormai da anni a tutti i livelli istituzionali che hanno colpito duramente il sistema sociale in primis sanità e scuola. Ormai è chiaro che la sanità territoriale non esiste e che vada ripensata a 360°! I Dipartimenti di Prevenzione, e quindi i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica stanno mostrando i loro limiti, nonostante lo slancio e la disponibilità del personale. La scarsità delle risorse, degli investimenti, un’inadeguata, dannosa e intempestiva politica di assunzioni del personale nel corso degli anni, si è sommata a carenze organizzative ataviche. Il risultato lo abbiamo sotto i nostri occhi. Posti letto ordinari ai minimi termini e quelli di terapia intensiva ridotti all’osso!”

Una sanità ospedalo-centrica dove manca una rete tra ospedale, territorio, medicina di base e terzo settore

“La pretesa di oggi? – proseguono dalla FIALS – Risanare lo scempio generato in vent’anni, in pochi giorni! Se mancano gli anestesisti, i biologi gli infermieri e i tecnici sanitari di chi è la responsabilità?

Ora si vuole correre ai ripari reclutando medici specializzandi, professionisti in pensione, volontari…. e trasformando reparti di degenza ordinaria e sale operatorie in terapie intensive e ospedali covid? Bene serve anche questo ma serve ancora molto di più!!!

Tutto ciò sta avendo ripercussioni da un lato sugli operatori, in termini di sforzo, di stress e di rischio. La riorganizzazione degli ospedali, la necessaria formazione specifica, spesso la scarsità dei DPI…, è tutta sulle loro spalle. La resistenza al covid è solo merito loro ,dei competenti di volta in volta mandati in trincea.

L’altro lato invece è caratterizzato dal disagio, quando non trattasi di vero e proprio danno, a carico dei cittadini. Non possono essere assistiti sul territorio perché il territorio non esiste, vengono spesso privati di prestazioni perché ormai gli ospedali sono tutti concentrati sul COVID 19, vengono dirottati in strutture diverse da quelle che li hanno avuti in carico fino ad oggi.

Tutte misure tampone che vengono messe in campo ogni due tre giorni ma senza una vera e duratura pianificazione del futuro vero, sanitario.

A nostro dire va ripensato il SSN e SSR con percorsi condivisi e messi in rete del sistema sanitario dove la vocazione dell’ospedale debba rispondere ai II° livelli di assistenza mentre la rete territoriale dovrà capillarmente, occuparsi dei I° livelli di assistenza con feedback tra casa della salute, ambulatori pubblici, medici di base e convenzionati, terzo settore che prendano in cura i cittadini a partire dai più fragili e delle necessità dell’uomo,”individuo” in ogni momento riportandolo al centro e portando i servizi ,ben organizzati a lui e no il contrario. Immaginiamo il vissuto emotivo e le difficoltà di un paziente oncologico che da un giorno all’altro si trova ad affrontare la sua tragedia in un ospedale che non conosce e in cui non conosce nessuno, dove si sente sottratto di quel rapporto empatico e fiduciario che aveva instaurato dai suoi primi giorni di sofferenza.

Tutto ciò, denunciamo , stia accadendo in un contesto generale in cui non esiste un percorso sistematico per monitorizzare il livello dei contagi del personale sanitario, non si rinnovano i contratti, non sono previste maggiorazioni delle indennità, se non facendolo a deperimento dei fondi esistenti.
Di tempo non ce n’è più!!! La sanità pubblica è stanca. Gli operatori sono stanchi. Altro che primi della classe! Se cedono gli operatori è finita!Va evitato subito che ciò possa accadere!

Serve più programmazione, più investimenti e più personale di assistenza per consentire al territorio di dare risposte efficaci…, e la FIALS vuole segnali che vadano in questa direzione.

Venendo alle realtà aziendali, i nostri Presidi Ospedalieri sono sotto scacco COVID. Dove riscontriamo troppe diversità nell’applicazione delle procedure emanate da DPCM,Decreti e anche dalle stesse emanazioni emanate dalla Regione quasi a dire che ogni azienda procede in modo autonome ma difforme da quanto diffuso e concordato.

Non riusciamo più a comprendere quale sarà il suo futuro, ma se cercassimo di dare un significato alla riduzione dei posti letto ordinari, al trasferimento verso l’esterno di molte attività elettive che ogni azienda sta attuando verso altri parten convenzionati…, la preoccupazione è d’obbligo.
Covid a parte, vogliamo sapere cosa succederà a queste strutture ospedaliere. Vogliamo sapere quali piani ha la Regione e quali le Direzione delle del Lazio.

Anche se molte attività ordinarie previste nei LEA, come ad esempio quelle chirurgiche, al momento sono state ridotte all’osso per fronteggiare la pandemia, chiediamo di conoscere quale sarà il destino delle chirurgie.

Quale quello delle medicine e in modo particolare dell’oncologia, poiché al momento i pazienti di queste specialità,da come sembra, saranno dirottati presso altre strutture in convenzione. Il personale vuole sapere!

Non si può chiedere a chi sta al fronte di rinunciare ai riposi, alle ferie, di fare lo straordinario e di lavorare in barba alle prescrizioni normative sulla sicurezza. Men che meno lo si può fare senza ritoccare le indennità accessorie e senza rassicurazioni sul futuro del Presidio Ospedaliero in cui lavorano.

Lo scenario se non si intraprenderanno, subito scelte ponderate organizzative serie, rischia di crollare. Bisogna intervenire in fretta e Governo, Ministero della Salute ,Regioni e Asl devono assumersi le responsabilità e debbono ascoltare le voci provenienti dagli operatori ,veri “Competenti” sanitari, affinchè la collaborazione diventi programma organizzativo da mettere in campo da subito.

Non riuscire a testare nemmeno i tamponi molecolari pone una domanda? Servono tecnici di laboratorio e biologi, senza dimenticare che per questa attività il rapporto media è 8 tecnici ed 1 -2 biologi? A qualcuno vengono in mente queste domande o sono ormai certi che basti scaricare tutto sulle sole spalle degli operatori e cittadini, senza prevedere altre importanti assunzioni di personale?
La FIALS non abbandonerà le sue idee e le proprie convinzioni ribadendo che la cura del SSN e SSR deve passare per un attenta riorganizzazione e sull’abbandono di molte scelte fino ad oggi fatte che si sono rivelate dannose e sarà sempre schierata al fianco degli operatori tutti e dei cittadini che meritano molto di più di ciò che ricevono.

La FIALS vuole un sistema sanitario pubblico ed universalistico di alta qualità e non diretto da comandanti indecisi pronti ad approssimare giorno per giorno, anche sprecando
le poche risorse rischiando di far fallire un sistema sanitario che in molti ci invidiano”.




Frascati, dopo la sanificazione riapre al pubblico la biblioteca comunale

FRASCATI (RM) – Riaprono oggi al pubblico i locali della Biblioteca Comunale Carlo Del Vescovo di Frascati, dopo la chiusura per la sanificazione dei locali e la quarantena del personale in servizio, a causa della positività di una dipendente.

Non cambiano le modalità di servizio. Sarà possibile prendere i volumi in prestito, ma non sarà consentito l’accesso alla sala lettura, presente invece nella Biblioteca Comunale Casa di Pia, in via Rapini snc.

Gli orari

Biblioteca Carlo Del Vescovo, via Matteotti 32, orario 9-18 dal lunedì al venerdì e sabato 9-13; servizi di reference, prenotazione, restituzione e consegna libri richiesti su prenotazione telefonando o inviando un email.

Biblioteca Casa di Pia, via Rapini snc, sezione ragazzi, orario 8-14 lunedì e mercoledì con servizi di reference, prenotazione, restituzione e consegna libri richiesti su prenotazione, telefonando o inviando un email; funge da sala lettura (orario 9,30-12,30/15-18) per entrambe le biblioteche.

Per fermarsi nelle sale lettura, è invece necessario prenotarsi online registrandosi qui: https://www.culturacastelli.it/prenotazioni-in-biblioteca. I libri restituiti restano in quarantena per 72 ore, per poi essere pronti per nuove richieste. Al momento sono sospese le donazioni dei libri.




Roma, Torrevecchia: rapina una frutteria armato di spray urticante

ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Montespaccato hanno arrestato un 41enne romeno, per il reato di rapina.

La scorsa sera, l’uomo, già noto alle forze dell’ordine, si è introdotto all’interno di una frutteria di via Torrevecchia, gestita da un cittadino del Bangladesh di 31 anni e, con il volto travisato da una mascherina chirurgica, ha cercato di rapinare l’incasso.

Il gestore 31enne, con l’ausilio di un suo dipendente connazionale, ha reagito alla minaccia del rapinatore che, a sua volta   ha neutralizzato la loro reazione spruzzandogli dello spray urticante negli occhi, per poi darsi alla fuga.

I Carabinieri, intervenuti su richiesta della Centrale Operativa del Comando Provinciale di Roma, acquisita la descrizione del rapinatore, lo hanno rintracciato e bloccato poco distante dall’esercizio commerciale, rinvenendo in una tasca dei pantaloni, la bomboletta di spray urticante utilizzata per l’aggressione.

I due feriti, successivamente sono stati visitati dalla guardia medica, che gli ha riscontrato una, congiuntivite verosimilmente di natura chimica. L’arrestato è stato accompagnato in caserma, dove sarà trattenuto in attesa del rito direttissimo.




Roma Gianicolense: arrestati filippini spacciatori di shaboo

ROMA – Si erano appostati in via San Vincenzo dé Paoli, all’angolo con Circonvallazione Gianicolense, certi che i loro “traffici” potessero passare inosservati, ma il loro strano atteggiamento è stato notato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma San Pietro.

I due, entrambi cittadini filippini di 36 anni e incensurati, hanno incontrato fugacemente un connazionale di 40 anni al quale hanno consegnato due bustine trasparenti, corrisposte con del denaro.

A scambio avvenuto, i Carabinieri sono intervenuti, recuperando le bustine in cellophane – risultate contenere cristalli di shaboo per 0,2 gr. – e bloccando i tre protagonisti: nelle tasche dei due 36enni, i militari hanno trovato altre 7 confezioni contenenti la stessa metanfetamina, per un peso complessivo di 1.2 gr. Nelle rispettive abitazioni, inoltre, i militari hanno recuperato tutto l’occorrente per preparare le dosi e 380 euro in contanti ritenuti provento della loro attività illecita.

I pusher sono stati arrestati con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, mentre il loro “cliente” è stato segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo in qualità di assuntore di droghe.




Roma Termini, 200 dipendenti del Gruppo Cremonini senza lavoro: primi effetti del restyling di Ferrovie dello Stato

“Oltre 200 dipendenti degli esercizi di ristorazione del Gruppo Cremonini a Stazione Termini rischiano di rimanere senza lavoro. Una situazione che richiede un tempestivo intervento da parte delle istituzioni: ho chiesto la convocazione urgente della commissione lavoro in Regione Lazio per cercare di salvare le duecento famiglie che avranno grandi difficoltà a trovare una nuova collocazione lavorativa, soprattutto in un momento emergenziale come quello che stiamo vivendo.
Non possiamo, inoltre, permetterci di far cadere nel buio la principale stazione del Paese per traffico di passeggeri, oltre ad essere l’unico nodo di scalo nel centro della Capitale, andando così a creare ulteriore degrado nella zona.” Così in una nota Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio

Grandi marchi al posto dei punti ristoro

I punti ristoro della stazione Termini chiuderanno il 31 ottobre, non per l’epidemia bensì per la decisione di Grandi Stazioni di assegnare i locali ad altre attività.

È quanto previsto nel restyling della società di Ferrovie dello Stato che si propone di dare un volto nuovo ad uno degli scali più frequentati d’Italia.

Nel mese di dicembre 2019, dato che per fare largo a vetrine e grandi marchi il destino del settore food era segnato, la Chef Express ha deciso di trasferire, pian piano, tutti i dipendenti in altre sedi della Capitale con tanto di accordo sottoscritto da ambo le parti.

Il Covid-19, però, ha sparigliato le carte e ora per 78 lavoratori su un totale di 180 si profila la perdita del posto di lavoro: si tornerà in cassa integrazione a turno e poi, dopo il 31 gennaio (prima lo impedisce la legge), potrebbe scattare la mobilità.




Marsala, discariche di rifiuti per le strade: aprirà un’isola ecologica in zona via Istria

Nel ringraziare i Cittadini e gli Organi di stampa per le diverse segnalazioni riguardanti l’indiscriminato abbandono dei rifiuti nel territorio di Marsala, il sindaco Massimo Grillo rappresenta quanto segue.
“Come si evidenzia dalle foto allegate – solo un campione di centinaia di immagini pervenute – l’Energetikambiente interviene puntualmente in tutte le aree con microdiscariche, spesso a poche ore di distanza dalle segnalazioni dei cittadini. Sin dall’insediamento di questa Amministrazione, infatti, si è constatato che gli operatori ecologici intervengono quotidianamente per pulire e ristabilire il decoro laddove si presentano questi atti di inciviltà. Accadeva prima, mi riferisce la Società di gestione, e continua ad accadere. È ovvio che tali comportamenti rappresentano atti incivili da condannare e perseguire, con conseguenze sanzionatorie per gli autori che saranno identificati. Ma è pur vero che, da un’attenta riflessione in merito, simili atteggiamenti ripetutesi nel tempo ci confermano le carenze del metodo scelto per la raccolta differenziata dei rifiuti. Ossia, che le modalità a suo tempo applicate dalla precedente Amministrazione – e che, come da contratto stipulato nel 2019, rimarranno in vigore per altri sei o quattro lunghi anni – non contribuiscono a ridurre i quotidiani atti di inciviltà.
In altre parole, quello che finora è mancata è una graduale e ragionata azione nella direzione di un’emancipazione civica: se sanzionando non si ottiene il risultato sperato, occorre adottare una nuova strategia. È per questo che, nei prossimi giorni attiveremo in via sperimentale un’isola ecologica in zona via Istria dove, contestualmente, sospenderemo la raccolta “porta a porta” tramite i mastelli. L’intervento che, ribadisco, sarà solo una interruzione momentanea e limitata nel tempo, rappresenterà un primo serio tentativo di ricercare vie alternative per ridare stabile decoro alla città e, in particolare, in segnate zone del territorio. Dall’osservazione di questa prima attività sperimentale trarremo poi le opportune conseguenze per un’azione più ampia in tutta la città che coniugherà l’azione di rimozione delle microdiscariche con una rivisitazione, per quanto possibile, del sistema di raccolta ed una contestuale azione di sensibilizzazione e controllo ambientale”.




Aprilia, 13 classi in isolamento e boom di contagi. Il Sindaco Terra: “Preoccupazione, trend in crescita è notevole”

Sono 474 casi attualmente positivi in Città e 355 persone in isolamento precauzionale a casa
Sono 474 i casi di positività attualmente riscontrati ad Aprilia. Lo confermano i dati condivisi sul portale messo a disposizione dalla ASL di Latina per i comuni della Provincia. Sono invece 355 le persone in isolamento domiciliare preventivo (no positivi) perché entrati in contatto con un caso di positività.
“Da venerdì ad oggi registriamo +69 casi di positività: il trend di crescita è notevole e non posso nascondere una certa preoccupazione – commenta il Sindaco di Aprilia Antonio Terra – leggermente diversa è invece la situazione nelle scuole: sono 13, ad oggi, le classi in isolamento. Oggi abbiamo disposto la sanificazione di 7 aule per altrettanti classi in isolamento: 5 nell’Istituto Garibaldi (per un’insegnante trovata positiva), una presso l’Istituto Matteotti e una alla Gramsci. Non dobbiamo abbassare la guardia, insomma, in attesa di conoscere le decisioni annunciate dal Presidente del Consiglio, che saranno oggetto di un nuovo DPCM varato presumibilmente domani”.




Tor de’ Cenci (calcio, I cat.), il dg Delle Chiaie: “Un’ottima partenza, speriamo di riprendere”

Roma (Rm) – Sta continuando ad allenarsi “in forma individuale” la Prima categoria del Tor de’ Cenci, capace di guadagnare la vetta del girone E grazie a due vittorie e un pareggio nelle prime tre gare di campionato. Il direttore generale Manuel Delle Chiaie fa il punto della situazione in casa capitolina, usando anche un pizzico di ironia: “L’anno scorso ero alla Virtus Divino Amore e a tre mesi dalla fine del campionato eravamo nelle posizioni di vertice al momento del blocco, quest’anno sono ripartito al Tor de’ Cenci con un nuovo progetto ed è arrivato lo stop quando eravamo in testa: non sono proprio fortunato” sorride Delle Chiaie che poi torna serio. “La sosta è un vero peccato: il nostro gruppo, sin dai primi giorni di lavoro e nonostante alcune difficoltà organizzative, ha saputo trovare una sintonia importante e questo tipo di compattezza l’ha dimostrata sul campo. Ci è addirittura rimasto qualche rimpianto per il pari con la Polisportiva Ostiense all’esordio, ma al di là di quello siamo soddisfatti della partenza della squadra. Ora bisogna tenere alta la concentrazione e infatti il gruppo sta lavorando come se si dovesse ricominciare dopo il 24 novembre. Se ci dovessero fermare in queste settimane, l’ipotesi di un ritorno in campo si farebbe molto meno plausibile: speriamo di andare avanti e dimostrare sul campo di che pasta siamo fatti anche perché sono convinto che tutte le società sportive dilettantistiche abbiano fatto grandi sport per attenersi alle disposizioni anti-Covid e i dati confermano che i casi di positività provenienti dal nostro mondo sono davvero limitati”. La società continua a “curare i dettagli” come spiega ancora il direttore generale: “Abbiamo inserito nello staff la figura di Alessandro Bonmassar, un fisioterapista che sarà a disposizione dei ragazzi nella gestione degli infortuni o dei recuperi. Inoltre abbiamo completato l’organico con alcuni innesti che potranno offrire il loro contributo nel corso della stagione”.




Palestrina (calcio, Eccellenza), mister Di Loreto: “Servirebbe capire quando si tornerà in campo”

Palestrina (Rm) – Il suo esordio sulla panchina del Palestrina (in realtà, un ritorno per lui che ci era stato già l’anno scorso) era coinciso con una bella vittoria sul campo della Boreale, poi lo stop dei campionati regionali ha fermato tutto. Mister Cristiano Di Loreto potrebbe, quindi, approfittare di questo periodo per lavorare con la squadra e trasmetterle i suoi concetti di calcio. “Ma è chiaro che questo è un momento davvero particolare, in cui si devono fare allenamenti in forma individuale e parlare di calcio ai ragazzi non è facile – dice l’allenatore del Palestrina – Per fare un programma più concreto servirebbe sapere quando si ritornerà in campo, se dopo il 24 novembre (data di scadenza del decreto governativo attualmente in vigore, ndr) o anche più in là. Se si ripartisse a gennaio, comunque, si potrebbero giocare magari sei partite al mese con due sfide infrasettimanali e portare a termine questo campionato. Ma è chiaro che al momento nessuno può avere certezze, anche se dalla mia esperienza e dai dati di cui siamo in possesso la diffusione del virus all’interno delle società sportive è stata molto contenuta”. L’allenatore parla del suo (nuovo) esordio sulla panchina del Palestrina: “Ho avuto ampia disponibilità da parte di tutti i ragazzi, non solo da quelli che conoscevo già. Le risposte degli “under”, ad esempio, mi hanno sorpreso e anche gli altri “over” con cui non avevo lavorato l’anno scorso o quelli arrivati dal mercato sono stati molto convincenti. Nei primi giorni con la squadra ho lavorato molto sull’aspetto del dialogo col gruppo perché penso che sia un aspetto fondamentale per fare un buon lavoro”. La società, inoltre, ha anche inserito alcuni elementi importanti per completare l’organico: “Cercheremo di fare il massimo, anche se al momento è inutile parlare di obiettivi concreti”.