Lutto nel mondo del cinema, teatro e televisione: è morto Gigi Proietti

Se ne è andato uno dei più grandi attori italiani di teatro, cinema e Tv: è morto Gigi Proietti.

E’ stato l’eterno Mandrake di Febbre da cavallo, il maresciallo Rocca della tv e il Gastone teatrale. L’attore romano avrebbe compiuto oggi 80 anni.

Era ricoverato in terapia intensiva in una clinica della Capitale per problemi cardiaci e non per cause legate al coronavirus. Maestro di cinema, teatro e tv, in oltre 50 anni di attività ha collezionato fiction, film, spettacoli teatrali, sia come attore sia come regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche.

Già in passato, nel 2010, Proietti era stato ricoverato per una forte tachicardia. “Nelle prime ore del mattino è venuta a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie”. ha spiegato la famiglia in una nota.

La carrieraNato a Roma nel 1940, appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l’università si avvicina al teatro sperimentale. Nel 1970 trionfa nel musical “Alleluja brava gente”. Da allora, la sua carriera è una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione, ma è anche doppiatore (tra gli altri di Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman e il Genio di Aladin di Walt Disney), regista e poeta teatrale.

Dall’Accademia al teatro d’avanguardia, dal teatro Tenda al varietà e alla tv attraversa oltre mezzo secolo di spettacolo italiano, con l’eleganza di un maestro di tecnica, ironia e carisma che sa parlare al pubblico più evoluto come alla grande platea degli spettatori televisivi.

In circa 50 anni di attività ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche. Una carriera teatrale, da A me gli occhi please, passando per Shakespeare, che aveva riassunto in uno spettacolo Cavalli di battaglia scelto per festeggiare nel 2016 i suoi 50 anni in scena coronati dalla direzione quindicennale dell’elisabettiano Globe Theater di Roma. Anche se molto prima la sua scuola, e la sua vocazione di maestro, si era espressa al Brancaccio, di cui fu direttore dal 1978, insieme a Sandro Merli, per dare vita ad una fucina di talenti tra cui figurano Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri.

Attori che come lui sanno attraversare i generi e che hanno conquistato il cuore del pubblico televisivo come ha fatto Proietti, prima come conduttore (suo un Fantastico 4 nel 1983) poi come protagonista di fiction fortunatissime come Il Maresciallo Rocca, arrivata a conquistare anche 16 milioni di telespettatori, poi L’avvocato Porta sempre uscito dalla penna di Marotta e Toscan, Una pallottola nel cuore e molto altro.

Ora nel bellissimo cameo del Mangiafuoco nel Pinocchio di Garrone, tornerà ancora una volta al cinema, proprio lui che si lamentava sempre di aver fatto in fondo pochi film, con Marco Giallini e la regia di Edoardo Falcone in “Io sono Babbo Natale” annunciato, sempre che i cinema riescano a riaprire, per il 3 dicembre. E saluterà come piaceva a lui, in commedia.




L’Atlante Eurobasket Roma si sveglia tardi: vince la GTG Pistoia nella seconda gara della Supercoppa Centenario 2020

Dopo le due settimane di stop, ritorno in campo nella Supercoppa Centenario 2020 poco fortunato per l’Atlante Eurobasket Roma, ospite al PalaTerme di Montecatini Terme della Pistoia Basket 2000.

I toscani si presentano al match con varie indisponibilità (con Cicchetti assente nelle file dei romani), ma partono fortissimo: Derrick Marks segna il primo canestro della gara, per inaugurare una serata che lo vedrà mattatore con 27 punti a referto.

Al 7-2 di Pistoia hanno subito risposto i romani, portandosi avanti sul 9-10 con Lorenzo Bucarelli; il secondo fallo di Jamal Olasewere però consente a Mitchell Poletti di andare in lunetta dopo la tripla realizzata per un potenziale gioco da 4 punti. Il lungo dei toscani sbaglia il libero, ma gira l’inerzia del quarto, concluso con un parziale di 14-6 per i padroni di casa, a segno sulla sirena della prima frazione con Carl Wheatle da 3 punti.

Proprio il tiro da fuori è il tallone d’Achille dei romani, che tentano di fermare l’emorragia con l’energia di capitan Eugenio Fanti e i punti di un rientrante Olasewere. Non sono sufficienti per evitare il 25-17 nel secondo quarto che porta le due squadre all’intervallo sul 51-33 per Pistoia, con la coppia Poletti-Marks a quota 29 punti realizzati.

Al ritorno in campo, una tripla di Marks apre un’altra spallata al match dei toscani, che arrivano a toccare il +26 sul 66-40. Quando però la partita sembrava in ghiaccio, è arrivata la grande reazione dei capitolini; con un quintetto undersized in campo, a causa dei problemi contemporanei di falli di Cepic e Olasewere, coach Pilot ordina una pressione difensiva a tutto campo che rivitalizza i suoi. Parzialone di 19-3 per l’Atlante Eurobasket Roma, sospinto da un Roberto Gallinat fermo nella prima metà gara a 8 punti (chiuderà il match con 27).

Prosegue il recupero nei primi minuti dell’ultimo quarto, con i romani che arrivano a -5, sul 71-66; tuttavia Marks, Poletti e Wheatle ricacciano indietro il tentativo dei capitolini, riscavando un vantaggio in doppia cifra mantenuto dalla difesa pistoiese fino al termine.

A fine partita, coach Damiano Pilot analizza l’atteggiamento dei suoi: “Non possiamo permetterci di iniziare le partite in questo modo. La rimonta è stata una nota lieta, ma non ha compensato il gap accumulato all’inizio. In vista della prossima gara, sarà l’aspetto della tenuta mentale ciò che cureremo principalmente in palestra”.

GTG Pistoia Basket 2000: Mati 3, Wheatle 15, Riismaa 8, Poletti 17, Marks 27, Zambonin 5, Saccaggi 14
All. Carrea
Ass. All. Bongi, Angella

Atlante Eurobasket Roma: Olasewere 5, Ludovici n.e., Gallinat 27, Cepic 7, Fanti 2, Viglianisi 3, Bischetti n.e., Staffieri 3, Antonaci, Romeo 14, Bucarelli 13, Leonetti n.e.
All. Pilot
Ass. All. Crosariol, Zanchi




2 novembre 1975, all’idroscalo di Ostia viene ucciso Pier Paolo Pasolini

Sono passati 45 anni da quel 2 novembre 1975, nel quale all’idroscalo di Ostia, è stato ucciso Pier Paolo Pasolini.

Fra le iniziative per rendere omaggio al poeta e regista c’è il debutto del documentario: In un futuro aprile – Il giovane Pasolini di Francesco Costabile e Federico Savonitto, distribuito online dalla Tucker Film puntando sul circuito digitale dei cinema italiani di qualità. www.iorestoinsala.it, che lo renderà disponibile nelle programmazioni virtuali di 50 sale italiane.

L’appuntamento è fissato per lunedì 2 novembre e la visione sarà introdotta, alle 20.30, dai due registi, collegati in live streaming via Zoom e intervistati dal critico Federico Pontiggia. Il film non fiction racconta Pasolini e la sua giovinezza friulana. Assieme a Costabile e Savonitto, la ripercorre il cugino del poeta, Nico Naldini, qui nella sua ultima intervista, nella quale ricorda come “l’arrivo dei Pasolini a Casarsa all’inizio dell’estate, dopo un soggiorno al mare, era per me il momento più felice dell’anno”.

Morte di Pierpaolo Pasolini, noi sappiamo chi sono i mandanti: a.a.a. cercasi Commissione Parlamentare d’Inchiesta

Per l’anniversario, inoltre sulla piattaforma Chili Tv dal 2 novembre sarà disponibile “Pasolini prossimo nostro”, documentario diretto da Giuseppe Bertolucci (2006) che racchiude la lunga intervista del giornalista tedesco Gideon Bachmann con Pasolini, il cast e la troupe di “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, sul set del film. “Il documentario (che ha debuttato nel 2006 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in Orizzonti Doc) – spiega il produttore Angelo Draicchio – ha la valenza di un definitivo testamento intellettuale” Infine, tra le altre iniziative, quella del che il 2 di novembre alle 18 proporrà in live streaming dal palcoscenico del teatro a platea vuota la lezione-concerto con e l’enfant prodige del violino, Clarissa Bevilacqua e il musicologo Roberto Calabretto. Insieme celebreranno la passione del cineasta per Johann Sebastian Bach con l’esecuzione della Suite BWV 1001 per violino solo, in un evento realizzato in collaborazione con il Centro Studi Pasolini di Casarsa.




Regione Lazio, Marietta Tidei su piano utilizzo spiagge (PUA): “Necessario recuperare un rapporto costruttivo con i privati”

Paolo Orneli, assessore regionale allo Sviluppo economico, Commercio e artigianato, Ricerca, Start-up e innovazione, in audizione con molti sindaci della costa nord della Regione, ha affrontato, in commissione Sviluppo economico, presieduta da Marietta Tidei (Gruppo Misto), la proposta di deliberazione “Art. 46 della L.R. 06 agosto 2007, n. 13. Approvazione con modifiche del Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale.”
Sono intervenuti il Sindaco del Comune di Tarquinia; Alessandro Giulivi, per il quale quest’anno la stagione è stata soddisfacente a fargli eco l’assessore del Comune di Civitavecchia; Manuel Magliani, che auspica anche l’approvazione del nuovo Pua in tempi brevi, per una rapida ripartenza.

Non è mancata la preoccupazione per le deleghe in materia di demanio marittimo in capo ai Comuni.
Sul futuro rinnovo delle concessioni agli stabilimenti non a norma con i tributi o di tipo strutturali si è soffermato, invece, il delegato del Comune di Santa Marinella. E’ intervenuto anche il Sindaco del Comune di Cerveteri; Alessio Pascucci, che ha parlato dell’importanza di far diventare la cultura del mare un importante settore per il turismo, per il Comune di Fiumicino ha parlato il tecnico Carlo Mazzei che si è soffermato sulle opportunità che ha portato l’adozione al Pua, come ad esesmpio aver consentito la destagionalizzaziome e molte altre iniziative che il comune di Fiumicino sta mettendo in atto in termini di servizi adeguati. La presidente del X Municipio di Roma Capitale, Giuliana Di Pillo ha parlato dei servizi offerti lungo la costa del muncipio e rassicurato che presto si adegueranno al Pua.
L’assessore Paolo Orneli ha sottolineato il lavoro di condivisione che ha portato alla redazione del Pua ed ha anche precisato che questo provvedimento non aggiungerà obblighi a quei comuni che hanno già aderito. “E’ un passaggio sì importante, ma non stravolgente – ha dichiarato l’assessore – perchè questo Pua riproduce le disposizioni già presenti nel regolamento. I pochi comuni che non hanno aderito, avranno 180 giorni per farlo”. L’assessore Orneli, infine, ha ricordato che il Pua è stato assoggettato alla Vas (Valutazione ambientale strategica) e che la Regione Lazio è l’unica in Italia ad aver fissato la percentuale di spiagge che dovranno essere lasciate libere alla pubblica fruizione.

La consigliera Gaia Pernarella (M5S) ha parlato dell’importanza di introdurre i controlli nelle aree del demanio marittimo, ” lo facciamo per tutte le aree naturalistiche – ha precisato la consigliera – dovremmo farlo anche per le spiagge”.
“Il mare e l’economia del mare diventi centrale per la nostra Regione” queste le parole della presidente Marietta Tidei a conclusione della seduta. “Alcune misure messe in campo quest’estate – ha aggiunto Tidei – come quelle di sostegno ai comuni, dovrebbero essere messe a sistema. Credo che sia corretto agire severamente sui privati che non rispettano le regole, ma credo anche sia necessario recuperare un rapporto costruttivo con i privati, affinché diventi un rapporto di collaborazione. Del resto – ha concluso la presiente Tidei – anche questo è contenuto nel Pua, quando parla della partecipazione dei concessioanri nel recupero e conservazione di parchi marini”.




Dissesto idrogeologico, Morassut: “A breve il decreto legge”

“Nelle prossime settimane vedrà la luce il decreto legge sul dissesto idrogeologico. Intendiamo intervenire con norme di ulteriore semplificazione e velocizzazione del sistema operativo che oggi presiede alla difesa del suolo e alla sicurezza idraulica. L’Italia è il Paese europeo a più alto rischio per le caratteristiche geologiche e morfologiche del proprio territorio e i mutamenti climatici hanno accentuato i fattori di rischio. Nessun Paese è chiamato ad affrontare, come il nostro, il tema della sicurezza idraulica e della difesa del suolo, con tali complessità e articolazioni delle situazioni territoriali.

Le risorse disponibili sono notevoli ed ulteriori sono programmabili a valere sui fondi FSC dei programmi 2020/2026 e soprattutto del PNRR. Nell’orizzonte 2026, tra fondi FSC e PNRR si può puntare su ulteriori 10 miliardi di risorse disponibili, da questo nasce la necessità di un decreto urgente che migliori le prestazioni della macchina operativa per la prevenzione, consolidandone il funzionamento. Nella consapevolezza del grande lavoro che le amministrazioni pubbliche – Ministero, Regioni e Autorità distrettuali – oggi svolgono. Occorre aumentare la quantità e qualità di risorse tecniche e professionali che operino nelle amministrazioni competenti ai vari livelli. Occorre intervenire normativamente su alcuni aspetti legislativi in materia di espropri e autorizzazioni ambientali per rendere più rapida l’approvazione e l’attuazione dei progetti. Occorre rafforzare il ruolo di coordinamento del Ministero e dotare Comuni, Province e Regioni di supporti tecnici adeguati alla sfida. Occorre implementare il sistema Rendis (un passo avanti importante realizzato negli anni passati) utilizzando le tecnologie satellitari e lasciando alle amministrazioni un maggiore margine di selezione ai fini della lettura migliore del rischio idrogeologico e dell’emergenza. Col decreto porteremo a sistema le innovazioni introdotte nel Dl Semplificazioni e nel DPCM “Criteri degli interventi” prossimo all’approvazione. La predisposizione de decreto sta avvenendo in un rapporto di costante consultazione preliminare con tutti i livelli istituzionali coinvolti e competenti: di intesa con il ministro Sergio Costa, abbiamo già svolto incontri con Conferenza delle Regioni, Unione dei Comuni Montani, Unione delle Provincie, Autorità distrettuali e Associazione Nazionale dei Comuni, i quali stanno inviando le loro proposte per la redazione de testi del decreto in un clima di proficua collaborazione istituzionale. Siamo anche in contatto con le Commissioni Ambiente di Camera e Senato che hanno a loro volta programmato audizioni sul dissesto. Attualmente, sulla base degli ultimi monitoraggi sulla spesa, siamo in grado di dire che nel decennio 2010/2020, su circa 4 miliardi programmati, le Regioni hanno impegnato circa il 60% delle risorse: dobbiamo tutti fare di più e meglio. La difesa delle comunità dal rischio idraulico e geologico non ha colori politici o partitici.” Così il sottosegretario all’Ambiente con delega al dissesto idrogeologico, Roberto Morassut, durante il webinar con ANCI, che si è tenuto questa mattina.




Australia, zero contagi da Covid-19 nelle ultime 24 ore: a Melbourne revocato il lockdown

Riaprono ristoranti, bar e negozi, nel momento in cui nel cuore dell’Europa tornano le chiusure

Nelle ultime 24 ore in Australia non è stato registrato nessun caso di contagio locale di Covid-19, per la prima volta da giugno. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Greg Hunt.

Bisogna tornare al 9 giugno scorso per ritrovare uno zero nei nuovi casi del Paese. Da allora, un focolaio scoppiato nello stato del Victoria ha portato le autorità a decretare un rigido lockdown e un coprifuoco per i cinque milioni di abitanti di Melbourne.

“Grazie a tutti per il nostro fantastico sistema, agli operatori sanitari e soprattutto al popolo australiano”, ha esultato su Twitter Hunt. Un numero limitato di casi è stato registrato nei quaranta centri di frontiera che accolgono viaggiatori dall’estero.

In Australia sono attualmente circa 200 i casi attivi di coronavirus, dei 257.500 registrati e dei 907 decessi dall’inizio della pandemia.

Il lockdown a Melbourne è stato revocato e hanno iniziato a riaprire ristoranti, bar e negozi, nel momento in cui nel cuore dell’Europa tornano le chiusure.




Lotta ai cambiamenti climatici, Costa firma il decreto: finanziamenti per la riqualificazione energetica degli edifici

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato il decreto interministeriale che disciplina le modalità di presentazione delle domande e individua i criteri e le modalità di concessione, erogazione e rimborso dei finanziamenti agevolati per la riqualificazione energetica degli edifici di proprietà pubblica (scuole, strutture sanitarie, impianti sportivi) e per l’efficientamento e il risparmio idrico, nonché le caratteristiche di strutturazione dei fondi di investimento immobiliare e dei correlati progetti di investimento. Le risorse a disposizione, che derivano dal mancato esaurimento di quanto stanziato per il Fondo Kyoto Scuole, ammontano a 200 milioni di euro.

Gli interventi finanziati devono conseguire un miglioramento del parametro di efficienza energetica dell’edificio di almeno due classi in un periodo massimo di tre anni e garantire un risparmio dei consumi energetici di circa il 25%. Il ministero dell’Ambiente può eseguire sopralluoghi al fine di verificare la regolare esecuzione degli interventi finanziati, nonché richiedere ai soggetti beneficiari ogni chiarimento ritenuto necessario.

Osserva il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “Efficientare, sia dal punto di vista energetico che da quello idrico, le scuole, gli asili nido, le università, gli edifici dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e quelli adibiti a ospedali, policlinici e ai servizi socio-sanitari, così come gli impianti sportivi, significa fare un regalo all’ambiente, all’economia e all’occupazione. Con interventi come questi si incrementa la green economy, già sostenuta dall’ecobonus, e si dà un contributo anche alla grande battaglia contro i cambiamenti climatici che l’emergenza Covid non può far passare in secondo piano”.

Il decreto è stato condiviso con il ministero dell’Economia e Finanze e ha ricevuto il concerto dei ministeri dello Sviluppo economico, dell’Istruzione e dell’Università.




Roma Salario, pazzie e denunce ad Holloween: 67enne in giro travestito da morto e con falce “vera”

ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Parioli, in due distinti interventi hanno denunciato in stato di libertà 3 persone.

Nello specifico, i Carabinieri della Stazione Roma Viale Libia ha denunciato un 65enne romano, già con precedenti, per possesso ingiustificato di arma bianca.

I militari, sono intervenuti in Piazza Crati, dove veniva segnalata la presenza di una persona travestita di nero con in spalla una falce.

Giunti sul posto, i Carabinieri hanno intercettato il 65enne in una via limitrofa, camuffato con un vestito scenico da “morte” e con in mano una falce vera, dotata di lama ricurva, affilata ed appuntita lunga un metro e 35 cm.

Nella notte, nel quartiere Salario, in Piazza Verdi, i Carabinieri della Stazione Roma Parioli, nel corso di un servizio finalizzato alla repressione dei reati predatori, hanno sottoposto ad controllo d’iniziativa due persone, un 48enne romano ed un 41enne cittadino albanese, poiché notati con fare sospetto, aggirarsi a bordo di un’auto, nei pressi di un condominio.

I due, entrambi già noti alle forze dell’ordine, al termine della perquisizione veicolare, sono stati trovati in possesso di uno zainetto contenente, arnesi atti allo scasso di vario tipo e dimensione.

Il 48enne alla guida è stato inoltre sanzionato ai sensi dell’art.180 c.1 e 7 del codice della strada, poiché in possesso di una patente di guida scaduta nel mese di luglio del 2019.




Milano, festa in appartamento per festeggiare Halloween: denunciati 20 ragazzi per inosservanza norme anti Covid

MILANO – Durante la notte, alle prime ore del giorno di Ognissanti, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Gruppo di Milano sono intervenuti in via Niccolini, dove erano stati segnalati schiamazzi e musica ad alto volume provenienti da un appartamento privato.

I militari, dopo aver avuto accesso all’appartamento segnalato, riscontravano la presenza di numerosi giovani intenti a festeggiare la notte di Halloween, nonostante i divieti imposti dalle vigenti normative regionali e nazionali.

L’appartamento si presentava ai Carabinieri completamente a soqquadro, con bottiglie di alcolici ovunque e con ragazzi e ragazze tutti giovanissimi, di età compresa tra i 18 e i 20 anni, che sprovvisti di mascherine occupavano i diversi locali, da cui proveniva musica ad altissimo volume.

L’abitazione, dislocata su due piani e comprensiva di piscina e di una sala cinema, risultava essere stata affittata per 2500 euro dai promotori della festa privata, che avevano organizzato ingressi a pagamento e la somministrazione di alcolici, di cui gli operanti constatavano lo smodato abuso da parte dei partecipanti, tanto da dover far accorrere sul posto personale del 118 per verificare le condizioni di alcuni ragazzi in forte stato di alterazione etilica.

I militari intervenuti, dopo aver sgomberato l’abitazione e restituito le chiavi al proprietario, hanno denunciato a piede libero per Inosservanza di provvedimenti dell’Autorità 20 persone tra gli organizzatori e gli avventori della festa privata, in relazione alle norme sul contenimento della pandemia da SARS COV-2, ai sensi del DPCM datato 24 ottobre 2020.




Ai medici di famiglia l’obbligo di fare tamponi: riflessioni di chi sta in prima linea

Un accordo tra il Ministro della Salute ed un sindacato non trova tutti d’accordo. E i motivi del dissenso sono pertinenti con chi fa il medico con serietà da anni.

A forza di rinviare i problemi di giorno in giorno si è arrivati ad aggravarli. È ben noto quali siano le categorie professionali che questo Governo ritiene non “essenziali” da chiuderle mezza giornata per vederli agonizzare ma forse non molti sono a conoscenza che giovedì scorso il ministro della Salute, Roberto Speranza, laureato in Scienze politiche, ha firmato con un sindacato di medici e pediatri l’accordo che li obbliga a fare tampone. “Molto importante- ha scritto sui social il Ministro – l’impegno a fare tamponi rapidi antigenici, negli studi o in altri spazi adeguati e l’utilizzo di nuove attrezzature per la diagnostica di primo livello.”

Dal Ministero è arrivata la garanzia delle risorse per la remunerazione dei medici, dai 12 a 18 euro lordi, mentre sarà il commissario Arcuri a fornire i tamponi rapidi antigenici (circa 2 mln) e dispositivi di protezione individuale.

C’è tuttavia più di un problema per una intesa destinata ad acuire i dissapori di una seria programmazione. Oltremodo nella Asl Roma 5 che ha il record della cronaca nera per le file di auto e la scazzottata on line tra chi era in fila e chi voleva transitare. Il primo è dove i pazienti che vorranno fare il tampone si dovranno recare ovvero nello studio del medico, se i Sindaci non sono capaci di trovare soluzioni alternative valide. Insieme agli altri pazienti, entrando in un condominio già affollato dai residenti, venendo a contatto con i pazienti generici dello stesso dottore obbligando a sanificazioni diuturne e generali sono solo alcuni dei motivi che fanno dissentire.

Nessun medico, ovviamente, non ha lo spirito di offrire un reale contributo ma certe scelte acuiscono i problemi ed il terrore che ammanta la popolazione. Sono già partite diffide di amministratori di condomini ai medici titolare di studi in popolosi palazzi conferma il presidente dei professionisti a Milano. Anche a Guidonia Montecelio seconda città d’Italia non capoluogo di provincia sono tanti i medici che stanno dedicando la vita professionale e personale agli altri che dissentono sulle modalità.

Di seguito le riflessioni della dottoressa Sofia Scopelliti medico di famiglia:

“Questa mattina – giovedì 29 ottobre 2020 Ndr. – ho avuto comunicazione dai colleghi che è alla firma un provvedimento che prevede l’effettuazione dei tamponi per Covid cosiddetti “rapidi” negli studi dei Medici di Famiglia. Le amare considerazioni di un “semplice” medico che lavora da 25 anni nel territorio, dopo 6 anni di corso di laurea e 4 di specializzazione, sono le seguenti: Delle due una: se è vero che i pazienti gravi (neoplastici, trapiantati, bronchitici severi in tutte sfumature di patologia, … e quant’altro) non devono afferire agli ospedali perchè non devono sottoporsi ad ulteriore rischio ( e sono stati organizzati servizi di TELEMEDICINA), perchè potrebbero andare senza problemi nello studio del medico di famiglia dove si effettuano tali test ? E se da noi non ci sono rischi di contagio facendo i tamponi , perchè non si ripristinano tutti i servizi ambulatoriali ospedalieri e del territorio? Vorrei interfacciarmi con un confronto scientifico con colui che ha partorito questa e diverse altre idee in ambito sanitario in epoca Covid, vorrei guardare negli occhi chi afferma tutto e il contrario di tutto (vedi quanto appena esposto) e sapere soprattutto: dove e cosa ha studiato, che esperienza ha nel campo medico , che ruolo ha nella definizione di tali provvedimenti e ,soprattutto, se fosse disposto a mandare i suoi più cari amici e parenti che abbiano gravi patologie nei nostri studi dove si effettuano questi prelievi….. Mi faccio portavoce di tutti i colleghi : ogni giorno diamo la massima disponibilità durante il servizio nei nostri studi ma anche e soprattutto mediante telefono, tengo acceso il cellulare per 18 ore al giorno, ed i miei pazienti lo possono testimoniare, fino a notte fonda. Le comunicazioni via mail le effettuiamo prevalentemente in orario extra-lavorativo perchè non c’è altra possibilità, i call-center di sorveglianza non rispondono alle richieste delle persone contagiate e noi non abbiamo un canale preferenziale con tali servizi di sorveglianza (raramente ho saputo di colleghi che hanno avuto risposta ), siamo letteralmente subissati di richieste “burocratiche”, come i numeri di protocollo dell’INPS che ci richiedono per validare la malattia Covid. Non è abbastanza per spiegare in che modo siamo costretti a lavorare ogni giorno? Come se non fosse abbastanza mi sono fratturata la rotula e da 3 settimane non mi sono fermata perchè : non si trovano sostituti ( i giovani colleghi neolaureati NON POSSONO essere in grado di sostenere un tale carico, nè hanno l’esperienza per farlo), in ogni caso debbo rispondere alle telefonate dei miei assistiti perchè HO UNA COSCIENZA conoscendoli uno ad uno. Noi medici di famiglia che volessimo sottoporci ad un tampone DOBBIAMO FARE LA FILA COME TUTTI GLI ALTRI!!! Non abbiamo una copertura assicurativa nel caso di malattia o decesso per Covid hanno fatto scalpore i casi riferiti la scorsa primavera dei colleghi contagiati, deceduti e….dimenticati né estesa ai nostri assistiti. Alle riunioni ai nostri rappresentanti viene detto, a seguito di come comportarsi nei vari casi di eccezionalità che e sono molti, non c’è solo il positivo o negativo: USATE IL BUONSENSO(!) Ecco questa è la goccia nel mare, ma non è pensabile di continuare ad accettare tutto questo! Mi sono offerta di lavorare GRATIS , ad aprile u.s., per il servizio di Sorveglianza della mia AUSL, al fine di coordinare il lavoro fra loro e noi ( cosa che non si è mai verificata): non ho nemmeno ricevuto risposta!!!!! Perchè chi ha il polso della situazione sul territorio non è mai chiamato come consulente? Anche questa “fotografia “dello stato di salute del nostro Paese sarà occultata e non ascoltata? O c’è qualcuno che ha la capacità e il coraggio di farsi carico di una risposta coerente e di mettersi a tavolino con chi sta in prima linea per definire al meglio quello che ciascuno di noi deve fare?”




Covid, ancora troppa gente in giro: verso lockdown provinciali dove necessario

“La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà”. Questo quanto asserito dal ministro della Salute Roberto Speranza nel corso di un colloquio con il Corriere della Sera. “Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore”, evidenzia Speranza, secondo il quale c’è ancora troppa gente in giro. Il ministro poi rassicura sulla tenuta delle terapie intensive, e sulla scuola spiega che va difesa il più possibile, ma in un contesto di epidemia “non è intangibile”.

Aumentano ancora i contagi per Covid in Italia, sono 31.758, secondo il bollettino del ministero della Salute; l’incremento delle vittime è di 297 in 24 ore.

E’ pari al 14,7% il rapporto fra casi positivi e tmponi, calcolato sulla base dei dati epidemiologici diffusi il 31 ottobre dal ministero della Salute. E’ il valore massimo finora registarto in questa seconda ondata della pandemia di Covid-19.

Nessun lockdown nazionale né regionale ma chiusure provinciali laddove è necessario. Sarebbe questa una delle indicazioni emersa nella riunione in serata del Comitato tecnico scientifico. Gli esperti avrebbero comunque sottolineato la necessità di attendere ancora qualche giorno per vedere gli effetti del dpcm del 24 ottobre e anche ribadito la necessità di rivedere le modalità del trasporto pubblico.

Una stretta a livello locale nelle zone del territorio nazionale dove l’indice Rt è più alto: è questa l’ipotesi a cui sta lavorando il governo in queste ore prima di decidere se arrivare a misure restrittive di portata nazionale. Del tema si sarebbe parlato nella riunione pomeridiana a palazzo Chigi tra Giuseppe Conte, i capi delegazione ed il Cts. Conte e la maggioranza dovrebbero tornate a riunirsi domani, domenica.

Il governo starebbe valutando di imprimere una stretta anche agli spostamenti tra le Regioni. Il tema – a quanto si apprende da fonti della maggioranza – sarebbe stato discusso nel corso della riunione a palazzo Chigi ma ancora non sarebbe stata presa nessuno una decisione. Inoltre l’esecutivo starebbe valutando anche di predisporre degli Hotel Covid dove ospitare persone che non avendo spazio a casa per isolarsi rischiano di contagiare i familiari.

“Dobbiamo fermare la curva dei contagi che in questo momento, purtroppo, continua a crescere. Se necessario, valuteremo chiusure di due o tre settimane per quelle zone che in questi giorni presentano numeri più preoccupanti”. Lo afferma in una nota il viceministro dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri.

Aumentano i decessi che passano da 48 a 73 per un totale di 17.535 morti in regione ma per il resto sono molto simili a ieri i dati della pandemia in Lombardia: 8.919 i nuovi positivi con 46.781 tamponi effettuati, per una percentuale pari al 19%, in linea con quella di ieri (19,1%). Crescono i ricoveri sia in terapia intensiva (+22, 392 in totale) che negli altri reparti (+335, 4.033). La città metropolitana di Milano resta la zona più colpita con 3.730 nuovi positivi, di cui 1.553 a Milano città, ma continuano a crescere i contagi nelle province di Monza e Brianza (1.207) e Varese (1.202).

Il Piemonte converte 16 ospedali alla cura del Covid. “È una scelta difficile, ma inevitabile, per riuscire a fronteggiare la necessità crescente di posti Covid e dare una risposta immediata che decongestioni i nostri pronto soccorso”, spiega l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi. “La conversione di questi presidi ci consente di destinare ai pazienti Covid dei percorsi ospedalieri completamente dedicati e separati da quelli dei pazienti non Covid – aggiunge -. Il sistema sanitario piemontese sta facendo lo sforzo massimo per potenziare il più possibile l’intera rete ospedaliera e territoriale, che l’evoluzione della pandemia sta mettendo a dura prova in tutto il nostro Paese”.