Polisportiva Borghesiana (calcio), Rovere: “Alcune società sono scorrette e fanno partitine”

Roma – La Polisportiva Borghesiana rispetta le regole. Un concetto che il responsabile del settore agonistico Antonio Rovere ci tiene a ribadire: “E’ un periodo molto complicato, con tante restrizioni che limitano le attività. Ma il nostro club ha sempre rispettato i protocolli e dispiace essere messi in difficoltà dalle azioni di altre società che non fanno altrettanto. Nelle ultime settimane, infatti, è capitato che qualche nostro tesserato ci abbia chiesto il nulla osta per allenarsi in altri club solo per il fatto che lì si potessero fare le partitine interne. Per noi si tratta di una situazione molto pesante, anche nella gestione del rapporto coi genitori: la Federazione dovrebbe fare maggiori controlli per punire chi non sta nelle regole. Inoltre il comitato dovrebbe prendere una posizione definitiva sui campionati e sulla eventuale loro disputa perché questa situazione di incertezza non fa bene a nessuno”. La Polisportiva Borghesiana ha preso una linea chiara da qualche tempo: “Nel settore agonistico abbiamo fermato la Prima categoria e l’Under 19, mentre siamo riusciti a portare avanti l’attività coi due gruppi “Giovanissimi” e i due “Allievi”. Per riuscire a formare tutti i gruppi, in estate, avevamo fatto uno sforzo notevole, ma purtroppo gli eventi ci hanno creato tutte queste difficoltà. Noi, comunque, non molliamo: proprio da questa settimana abbiamo ricominciato a fare tre sedute settimanali, una in più di quanto fatto negli ultimi mesi. Un modo per dare un segnale, anche se la questione delle partitine è molto “pesante” per i nostri ragazzi, mentre lo è decisamente meno per i piccoli calciatori della nostra Scuola calcio”. Rovere ha già deciso cosa farà nella prossima stagione: “Ho comunicato alla Polisportiva Borghesiana che seguirò il presidente Enrico Gagliarducci nella sua nuova avventura al Casilina calcio dove mi occuperò ancora del settore agonistico. Con Enrico abbiamo un rapporto di amicizia da anni, da direttore sportivo tempo fa lo scelsi come allenatore e mai avrei pensato di ritrovarmelo qualche tempo dopo come presidente. Una persona di parola e buono d’animo, forse anche troppo in un mondo dove non esiste la riconoscenza. A Finocchio il calcio ha una grande considerazione e credo che col Casilina si possano fare cose importanti. Per me sarà un ritorno perché lì ho cominciato a fare l’allenatore quasi trent’anni fa: nell’ultima stagione in cui non c’è stata una squadra di calcio al “De Fonseca”, l’ambiente è stato molto penalizzato. Ma c’è tanta curiosità attorno al nuovo progetto”.




Città di Frascati, Monteneri: “Condivisione totale di obiettivi tecnici col Volley Club Frascati”

Frascati (Rm) – Da diversi mesi la pallavolo frascatana ha scelto la strada della condivisione. Grazie alla ferma volontà di Massimiliano Musetti, presidente del Volley Club Frascati, si è creata un’anima unica tra lo storico club tuscolano e il Città di Frascati, che negli anni ha saputo ritagliarsi uno spazio importante e ben definito. Da questa stagione al timone societario di questa società c’è Daniele Monteneri: “Per me si tratta del primo incarico a livello dirigenziale, al di là delle esperienze da accompagnatore fatte coi gruppi dei miei figli – spiega il presidente del Città di Frascati – A chiedermi la disponibilità è stato proprio Massimiliano con cui ci conosciamo da anni per via della presenza dei miei figli all’interno del Volley Club Frascati (Caterina nell’Under 14 e 15 e Matteo nel mini volley, ndr) e io ho accettato volentieri, anche perché si tratta di un impegno gestibile con il tempo che ho a disposizione. Recentemente siamo andati assieme in Federazione e prossimamente faremo lo stesso per le votazioni per il rinnovo delle cariche”. Monteneri parla del progetto dei due sodalizi tuscolani: “Tra Volley Club Frascati e Città di Frascati c’è una totale condivisione di obiettivi: a mio parere è molto positivo avere due società con percorsi diversi che forniscano la possibilità di scelta alle ragazze del territorio. Una cosa che rientra nella filosofia delle grandi società regionali della nostra disciplina: l’idea è di valorizzazione le ragazze allestendo gruppi il più possibile omogenei dal punto di vista tecnico”. Il Città di Frascati si dedicherà (come da tradizione) ai campionati territoriali che al momento sono ancora fermi a causa del Covid, anche se ci potrebbero essere novità per alcune categorie dopo la scadenza dell’ultimo decreto governativo (5 marzo). “Volley Club Frascati e Città di Frascati sono un’unica anima sotto due diverse denominazioni – specifica Musetti – due società che camminano in maniera parallela per dare un servizio più completo e avere una migliore gestione degli spazi a disposizione”.




Frascati Scherma, il saluto di Guerra: “Qui lascio un pezzo di cuore, ma mai dire mai…”

Frascati (Rm) – Filippo Guerra è tornato a Milano, sua città d’origine. Il 27enne fiorettista, allievo di Fabio Galli, ha chiuso una lunga parentesi alla “Simoncelli” durata oltre otto anni. “A Frascati lascio un pezzo di cuore e il giorno della partenza è stato duro – racconta il meneghino – Mi sono commosso e al tempo stesso ho fatto piangere qualcuno, ma sono felice perché ho capito di aver lasciato un segno. Comunque in futuro “mai dire mai”, magari tra un po’ di tempo potrei tornare. La mia decisione è stata dettata esclusivamente da una decisione lavorativa che ho preso in estate: a Milano sono già andato un paio di volte ad allenarmi alla Mangiarotti, la società con cui tiravo prima di approdare a Frascati: vorrei tornare a lavorare col mio vecchio maestro Aldo Zanobini che al momento è un po’ indeciso se tornare o meno in palestra a causa del Covid, ma spero di convincerlo”. A proposito di maestri, Guerra parla del forte rapporto che ha avuto con Fabio Galli a Frascati: “Appena trasferito sono stato per un po’ senza maestro, perché in generale non ero molto appassionato alle lezioni e ci ho messo tanto a decidere. Le gare, però, non andavano bene e così la mia scelta è ricaduta subito su Fabio, che avevo già conosciuto in una gara di Coppa del Mondo. La prima gara dopo aver fatto lezione con lui l’ho vinta e questa è stata un’ulteriore spinta. Tra noi è nato un rapporto speciale che va oltre la vita da sala: sono sicuro di essergli entrato nel cuore, una risata al giorno sono riuscita a strappargliela. E lo stesso è valso per me”. Un forte rapporto è nato anche con diversi compagni di sala: “Dovendo proprio fare dei nomi direi Tommaso Fabrizi, Francesca Palumbo, Luca Papale, Damiano Rosatelli, ma rischio di dimenticare qualcuno perché sono state veramente tante le persone con cui ho stretto un rapporto di amicizia importante”. Guerra conclude con un passo indietro in cui ricorda i motivi che lo hanno portato a Frascati e con un commento sulle gare ufficiali che mancano da diversi mesi. “L’arrivo ai Castelli è coinciso con il mio ingresso nel gruppo sportivo della Forestale (che poi è stato inglobato nei Carabinieri, ndr). Inoltre passai un test all’università di Tor Vergata, a due passi dalla palestra “Simoncelli”, e questo ha agevolato la scelta. Le gare mi mancano anche se a Frascati durante gli allenamenti sono state organizzate delle “garette interne” che, visti i protagonisti, potevano essere tranquillamente paragonate a prove di Coppa del Mondo. Mi sarebbe piaciuto fare almeno una gara a squadra col Frascati Scherma, ma per colpa del Covid non è stato possibile. Comunque fino a fine stagione sarò ancora tesserato col club tuscolano e quindi magari faccio ancora in tempo…”.




Risorse idriche, Italia a più velocità: dal territorio una precisa indicazione di priorità al governo Draghi

Massimo Gargano (Dir. Gen. ANBI): Una situazione ripetutamente denunciata nel corso degli anni

È l’Emilia Romagna a ben rappresentare il paradosso di un’Italia idricamente a più velocità, dove l’assenza di un’inadeguata infrastrutturazione potrà far rimpiangere, nei prossimi mesi, la ricchezza d’acqua, che si registra in queste settimane: infatti, ai fiumi appenninici Taro e Trebbia con flussi abbondanti nel piacentino e nel parmense si contrappongono i fiumi centro-orientali (Savio, Reno, Secchia) sotto media mensile, seppur con livelli superiori allo scorso anno.

È soprattutto il Sud a marcare una forte discontinuità con il siccitoso trend dello scorso anno: i bacini della Basilicata hanno ricominciato a crescere (+177 milioni di metri cubi sul 2020), mentre quelli pugliesi registrano, in una settimana, +28 milioni di metri cubi, raggiungendo +105 milioni rispetto a 12 mesi fa.

Permane confortante la situazione idrica della Calabria, mentre la Sardegna segna 100 milioni di metri cubi in più negli invasi isolani rispetto all’anno scorso e pare indirizzata a raggiungere il massimo autorizzato.

I principali fiumi della Campania (Sele, Volturno, Liri- Garigliano) restano superiori alla media del recente quadriennio, seppur le portate siano in discesa a causa dell’ondata di freddo che ha fermato le precipitazioni in montagna, consentendo alle piene di defluire; stabili i volumi del lago di Conza della Campania e degli invasi del Cilento.

L’andamento è confermato da fiumi (Tevere, Sacco) e laghi del Lazio (Bracciano, Nemi), tutti in crescita così come i corsi d’acqua (Esino, Tronto, Potenza, Sentino) nella Marche.

Diverso l’andamento fluviale in Toscana, dove Arno, Sieve ed Ombrone sono sotto media a differenza del Serchio.

Risalendo l’Italia, permane buona la situazione delle portate del fiume Po (superiori ai livelli dello scorso anno e con un +22% sulle medie di lungo periodo), così come quella dei fiumi veneti (Adige, Bacchiglione, Piave, Livenza, Brenta) al top del recente quinquennio.

C’è leggero aumento del quantitativo di neve su tutto l’arco alpino ed anche sull’Appennino; gli accumuli nevosi rimangono stabilmente attorno ai valori massimi di periodo.

Si conferma buona la condizione del fiume Adda in Lombardia, mentre sono in calo i principali fiumi piemontesi (Maira, Tanaro, Sesia, Pesio, Stura di Lanzo); emblematica è la situazione della Dora Baltea che, ad una performance eccezionale in Valle d’Aosta (portata: 38,7 milioni di metri cubi contro una media di 3!) contrappone un andamento piemontese che, con 27,4 milioni di metri cubi, è inferiore anche allo scorso anno.

Buona, infine, è anche la condizione dei grandi laghi del Nord (complessivamente +16% sui livelli del periodo) con Lario ed Iseo addirittura al doppio della media storica. Il totale della riserva idrica trattenuta in tali bacini, negli invasi artificiali e sottoforma di SWE (Snow Water Equivalent) risulta superiore alla media del periodo 2006-2020 (+54.1%).

“E’ una situazione in continuo divenire, fortemente condizionata dagli eventi meteo quest’anno particolarmente significativi – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – L’attuale condizione fa ben sperare per i mesi più caldi, ma suggerisce qualche preoccupazione per la tenuta della rete idraulica di fronte agi apporti idrici, che potrebbero derivare dal prossimo innalzamento delle temperature.”

“L’inadeguatezza della rete idraulica del Paese di fronte alla crisi climatica è stata da noi ripetutamente denunciata nel corso degli anni – conclude il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano – Abbiamo fondate speranze che la sistemazione del territorio sia realmente una priorità per il nuovo corso illustrato dal premier, Draghi.”




Formello, nasce piazza Sergio Bardotti: un omaggio al grande musicista e poeta

FORMELLO (RM) – Una piazza intitolata a Sergio Bardotti il musicista, paroliere e produttore discografico italiano, scomparso nel 2007 all’età di 68 anni.

La Prefettura di Roma, su richiesta del Comune di Formello dove risiedeva Bardotti, ha autorizzato la titolazione della centralissima piazza del mercato che ora si chiamerà piazza Sergio Bardotti.

Sergio Bardotti un grande autore e produttore, un poeta che ha lasciato scolpite nel grande libro della musica italiana canzoni indimenticabili che hanno rappresentato grandi successi per molti cantanti italiani, da Lucio Dalla a Patty Pravo, da Ornella Vanoni a Rita Pavone, a Sergio Endrigo. Una personalità poliedrica, aperta, curiosa, che non ha mai accettato di lasciarsi confinare in un genere né ha mai temuto, circostanza davvero rara per gli intellettuali italiani, di confrontarsi con la cosiddetta cultura bassa.

E a lui e alla sua passione per la musica latino americana che si deve la scoperta, in Italia, di talenti come Vinicius de Moares, Toquinho e Chico Barque

Con le sue bellissime e intramontabili canzoni, vere e proprie colonne sonore dei nostri ricordi è sempre stato in vetta alle classifiche dagli anni ‘60 in poi, fino a vincere per due volte il Festival di Sanremo nel ’68 con Canzone per te cantata da Endrigo, e nell’89 con Anna Oxa e Fausto Leali, con il brano Ti lascerò oltre a ricevere il prestigioso premio Tenco per la sua speciale attività culturale.

Un’attività, quella di Sergio Bardotti che lo ha portato a spaziare anche nel mondo della radio e della tv firmando trasmissioni premiate dal successo di pubblico e di critica tra le quali ricordiamo l’edizione di Fantastico 7, di Domenica oltre a numerose edizioni del Festival di Sanremo compresa quella indimenticabile condotta dal Pippo Baudo.

Tra le innumerevoli canzoni, di cui Bardotti ha scritto i testi ricordiamo Occhi di ragazza interpretata da Gianni Morandi e composta da Lucio Dalla, La voglia la pazzia interpretata da Ornella Vanoni e composta da Vinícius de Moraes e Toquinho, Piazza Grande interpretata da Lucio Dalla e composta da Lucio Dalla e Rosalino Cellamare, Datemi un martello interpretata da Rita Pavone e composta dal musicista statunitense Pete Seeger, Quella carezza della sera interpretata dai New Trolls e composta da Vittorio De Scalzi, Nico Di Palo e Ricky Belloni, Era d’estate composta e interpretata da Sergio Endrigo, Ti lascerò interpretata da Fausto Leali e Anna Oxa e composta da Franco Fasano e Franco Ciani e tantissimi altri brani che sono stati interpretati da artisti di fama mondiale come il grande artista scomparso recentemente Charles Aznavour.

Con Antonello Venditti ha firmato l’inno della Roma. In una relazione su comicità e censura scritta alcuni anni prima di morire, si domandava: ”E domani cosa succederà? Se è il libero mercato a dettare le regole, possiamo aspettarci di tutto, ottimisticamente: basta che renda e va bene anche il figlio di Trotsky, vestito da Prada, basta che renda. Naturalmente se non pensa ed evita di rompere troppo le palle è meglio”.

Fra i maggiori autori di canzoni di musica leggera degli anni sessanta. È stato vincitore nel 1983 del Premio Tenco.




Palermo, sequestrati beni per 150 milioni di euro a Carmelo Lucchese il re dei supermercati

Il Tribunale di Palermo – sezione Misure di Prevenzione -, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo, ha sequestrato il patrimonio di 150 milioni di euro dell’imprenditore Carmelo Lucchese, 53 anni, che opera nel settore della grande distribuzione alimentare.

Nell’operazione sono stati impegnati oltre 100 militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo che hanno messo i sigilli ad aziende, quote societarie, immobili, conti correnti, polizze assicurative e auto di Lucchese.

Oggetto del sequestro è in particolare la società Gamac Group s.r.l., con sede legale a Milano, che gestisce 13 supermercati tra Palermo e provincia (Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese) che è stata contestualmente affidata a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo, con il compito di “garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali per tutelare i diritti dei lavoratori, dei fornitori e dei clienti”.

La ricostruzione della Procura della Repubblica ha consentito di evidenziare come Lucchese, pur essendo incensurato, fosse vicino alla criminalità organizzata, anche se non organicamente inserito in essa.

Per gli inquirenti avrebbe operato sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra. Secondo i pentiti avrebbe avuto contatti con la famiglia mafiosa di Bagheria traendone nel tempo vantaggi imprenditoriali.

Lucchese sarebbe riuscito a espandersi economicamente nel settore avvalendosi di interventi della mafia e acquisendo ulteriori attività commerciali, scoraggiando la concorrenza anche attraverso atti di danneggiamento, risolto controversie sorte con alcuni soci, ottenendo la possibilità di rilevare un’impresa contesa e beneficiando di una dilazione nei pagamenti ed evitato il pagamento del “pizzo” nella zona di Bagheria.

L’imprenditore, in cambio dei favori, avrebbe assunto familiari di boss nei propri punti vendita. Secondo le indagini, inoltre, avrebbe procurato un appartamento per dare rifugio al capomafia Bernardo Provenzano nell’ultimo periodo della sua latitanza. La Gamac, grazie all’aiuto dei clan, sarebbe cresciuta esponenzialmente, trasformandosi dall’iniziale impresa familiare in una realtà in forte sviluppo che ha incrementato costantemente il proprio volume d’affari arrivando a fatturare oltre 80 milioni di euro nel 2019. Oltre al sequestro del compendio aziendale e delle quote sociali della Gamac Group srl sono stati messi i sigilli a 7 immobili, tra cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo, 61 rapporti bancari e 5 polizze assicurative e 16 autovetture, tra cui 2 Porsche Macan.




Nuova camorra organizzata: morto il superboss Raffaele Cutolo

Il boss della camorra Raffaele Cutolo, dopo una lunga malattia, è morto nel reparto sanitario del carcere di Parma. Il fondatore nonché capo della Nuova Camorra Organizzata aveva 79 anni ed era il carcerato al 41bis più anziano.

Lo si apprende da fonti della polizia penitenziaria. 

Cutolo è morto alle 20.21 all’ospedale Maggiore di Parma. Nell’ultimo periodo era stato più volte trasferito dal carcere al reparto ospedaliero. Nel respingere l’ultima istanza di differimento della pena, fatta dalla difesa del boss per le condizioni di salute, il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva sottolineato, a giugno 2020, come le sue condizioni fossero compatibili con la detenzione. Ma soprattutto come, nonostante l’età, Cutolo fosse ancora un simbolo.

“Si puo’ ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”, scrivevano i giudici. E subito proseguivano: “Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo’ per tutti quei gruppi criminali” che continuano a richiamarsi al suo nome.




Intervento italiano alla conferenza IFAD e annuncio stanziamento 84 milioni di euro per la 12a ricapitalizzazione del fondo

“È fondamentale sostenere il lavoro dell’IFAD. Occorrono risorse adeguate e sufficienti per intervenire sul terreno, investire nell’economia rurale, nella sicurezza alimentare, nell’accesso al cibo e in cicli produttivi sostenibili”. Con queste parole il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica Italiana, Luigi Di Maio, ha iniziato il suo discorso durante la cerimonia di apertura della 44esima sessione del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD).

E ha proseguito: “Dinanzi a sfide di tale ampiezza l’IFAD potrà sempre contare sul nostro Paese. Il nuovo governo italiano ha appena stanziato una somma di 84 milioni di euro, destinata alla dodicesima ricapitalizzazione del fondo. Si tratta di un aumento significativo del nostro contributo”.

Secondo il ministro degli Affari Esteri italiano infatti, “sostenere e promuovere la trasformazione dei sistemi agro-alimentari è importante anche nella prospettiva di “ricostruire meglio e in maniera sostenibile” dopo la pandemia”. Di Maio ha quindi ricordato come l’IFAD sia partner chiave del Vertice ONU sui Sistemi Alimentari previsto per settembre prossimo, auspicando che già al pre-Vertice di Roma, in programma dal 19 al 21 luglio, “si possa definire una serie di impegni volontari” e sottolineando “l’approccio “verde” che l’Italia, in qualità di Paese ospite della Pre-COP26, adotterà nell’esercizio della Presidenza G20”.

Durante la prima giornata della 44esima sessione del Consiglio dei Governatori IFAD, quest’anno dedicata al tema “Sviluppo rurale – requisito essenziale per la resilienza globale”, capi di Stato, ministri e leader dello sviluppo hanno ribadito come il destino delle nazioni più povere e di quelle più ricche siano interconnessi: sradicare povertà e fame sarà quindi impossibile senza mettere in campo subito azioni di cooperazione internazionale volte ad uno sviluppo a lungo termine.

“La pandemia di COVID-19 e le crisi climatiche dovrebbero far arrivare il messaggio forte e chiaro a tutti, sia ricchi che poveri, sia deboli che forti: i loro destini sono intrecciati. Moriremo o sopravvivremo insieme”, ha detto il primo ministro del Pakistan, Imran Khan, ai rappresentanti dei 177 Stati Membri dell’IFAD. “Abbiamo bisogno di un piano e di una strategia comuni per la ripresa globale, la sopravvivenza e la prosperità di tutta l’umanità”.

Sottolineando il danno economico profondo e a lungo termine causato dalla pandemia nei Paesi a basso reddito in cui povertà e fame sono in aumento, il Presidente dell’Angola João Manuel Gonçalves Lourenço, ha paragonato le sfide future che il suo Paese dovrà affrontare con il periodo post guerra civile. “La cooperazione internazionale, sia bilaterale che con le organizzazioni per lo sviluppo, è stata cruciale nella ricostruzione postbellica e continua ad essere necessaria affinché insieme possiamo ridurre l’impatto negativo delle crisi che stiamo affrontando”, ha affermato.

Secondo entrambi gli esponenti, per contrastare l’allargamento delle fasce di fame e povertà globale bisogna passare attraverso partenariati globali e nuovi investimenti a lungo termine nelle popolazioni rurali; popolazioni che nonostante coltivino cibo in grandi quantità, spesso sono le più povere e più affamate del mondo.

Sui sistemi alimentari e sulla necessità che essi siano ripensati, si è soffermato Gilbert F. Houngbo, riconfermato oggi Presidente dell’IFAD per un secondo mandato. Nel suo discorso di apertura dei lavori Houngbo ha ricordato infatti come organizzazioni internazionali e i partner governativi debbano riesaminare la natura dei sistemi alimentari che spesso oggi peggiorano le situazioni di disuguaglianza, povertà e fame.

“La mia convinzione rimane intatta. Possiamo realizzare un mondo più giusto ed equo, un mondo senza povertà assoluta, un mondo senza fame”, ha detto il Presidente dell’IFAD.  E ha aggiunto: “Ma la pandemia e le conseguenze dei cambiamenti climatici ci stanno costringendo a ripensare radicalmente il modo in cui produciamo e mangiamo”.

Per un Paese dipendente dal petrolio come l’Angola, ridurre le importazioni alimentari e garantire un approvvigionamento alimentare sostenibile attraverso una produzione locale è fondamentale, ha quindi ribadito Lourenço. Ha inoltre aggiunto che tale obiettivo può essere raggiunto solo attraverso la rivitalizzazione e lo sviluppo della produzione agricola locale, la riqualificazione della viabilità e la garanzia dell’approvvigionamento idrico nelle zone rurali. 

Il primo ministro del Pakistan ha quindi sottolineato l’importanza di investire in processi e infrastrutture agricole ecosostenibili che garantiscano l’uso efficiente dell’acqua e della terra e di “produrre cibo rispettando maggiormente la natura”.

Un concetto ribadito anche dal ministro italiano Luigi Di Maio per cui la priorità accordata alla sostenibilità ambientale deve “accomunare le principali economie del mondo e tutti i piani di ripresa post-pandemica, armonizzando ricostruzione e ambiziosa azione climatica”.

Una persona su dieci oggi nel mondo soffre la fame. Ulteriori 132 milioni di persone potrebbero esserne vittime domani a causa delle conseguenze socioeconomiche della pandemia di COVID-19. Anche la povertà estrema sembra destinata ad aumentare per la prima volta da decenni.

La crescita economica dovuta al settore agricolo è da due a tre volte più efficace nella riduzione della povertà rispetto alla crescita generata da altri settori. Con investimenti a lungo termine in uno sviluppo rurale sostenibile anche dal punto di vista ambientale, i piccoli agricoltori possono aumentare la loro produzione alimentare e generare occupazione, il che a sua volta stimola le economie locali e nazionali e crea società più stabili e prospere.