Pfeizer Biotech, il vaccino sarà prodotto anche in Italia

I vaccini anticovid Pfeizer Biotech saranno prodotti anche in Italia. “Thermo Fisher – spiega una nota della stessa Thermo Fisher – fornirà servizi di riempimento sterile e preparazione del prodotto finito nel proprio stabilimento di Monza nel corso del 2021”. 

“Thermo Fisher Scientific – spiega la nota – è orgogliosa di lavorare con i propri clienti a livello globale nella lotta contro il COVID-19, supportandoli nello sviluppo e nella produzione di vaccini e terapie, compreso il vaccino Pfizer-BioNTech”.

“Thermo Fisher sta infatti lavorando come parte della rete globale di produzione di vaccini di Pfizer, e fornirà servizi di produzione a contratto, in Italia, per il vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 che sarà distribuito in diversi mercati” e “fornirà servizi di riempimento sterile e preparazione del prodotto finito nel proprio stabilimento di Monza nel corso del 2021”.




Anche in Finlandia le zone rosse, il governo presenta una proposta al Parlamento sulla limitazione temporanea della libertà di movimento e di contatti stretti

Il governo, guidato dalla prima ministra Sanna Marin, ha presentato il 25 marzo una proposta che imporrebbe restrizioni temporanee alla libertà di movimento e di stretti contatti ed introdurrebbe un  obbligo di indossare la mascherina nelle aree più colpite dal COVID-19. L’obiettivo principale è ridurre il numero di incontri e contatti stretti tra le persone nelle aree in cui il COVID-19 si sta diffondendo rapidamente e in modo incontrollabile, nonché di proteggere le persone dalla pericolosa malattia trasmissibile e salvaguardare la capacità del sistema sanitario. Le restrizioni sarebbero introdotte mediante decreto governativo specifico nelle aree in cui l’epidemia non può più essere prevenuta utilizzando le misure esistenti.

In particolare, nei distretti ospedalieri di Helsinki e Uusimaa e nella Finlandia sud-occidentale, la situazione è così grave che se l’incidenza della malattia aumentasse al ritmo attuale, la necessità di cure mediche crescerà in modo significativo e vi è una probabilità del 50-75% che nelle prossime settimane si oltrepassi la capacità di carico dell’assistenza sanitaria specializzata. Le nuove varianti di virus che si stanno attualmente diffondendo sono del 30-50% più trasmissibili del virus originale diffusosi ad inizio epidemia. Si stima che due terzi di tutti i nuovi casi di COVID-19 a Helsinki e Uusimaa siano causati da nuove varianti di virus, mentre la cifra corrispondente per la Finlandia sudoccidentale è quasi la metà. Le limitazioni alla circolazione potrebbero essere imposte per tre settimane alla volta. Nelle aree in cui sono in vigore le restrizioni alla circolazione, le persone sarebbero autorizzate a lasciare le proprie case o luoghi di residenza solo per motivi essenziali o per attività ricreative all’aperto. Le persone possono spostarsi all’aperto per scopi ricreativi o di attività sportiva con altri appartenenti alla stessa famiglia o al massimo altre due persone. Durante le attività all’aperto, è importante mantenere una distanza di sicurezza dalle altre persone. Sarebbero ammessi animali domestici che camminano. I bambini nati nel 2008 o successivamente sarebbero autorizzati a svolgere attività all’aperto e giocare all’aperto con altri bambini. È sempre consentito tornare a casa o nel luogo di residenza. Le persone che vivono in aree in cui sono in vigore le restrizioni sarebbero autorizzate a lasciare il loro comune di residenza solo per motivi essenziali. Lo stesso varrebbe per le persone di altri comuni che entrano in aree in cui sono in vigore le restrizioni. La circolazione sarebbe consentita anche a chi lascia o entra nel Paese. Le restrizioni potrebbero essere imposte per un periodo massimo di 21 giorni e sarebbero in vigore solo per il tempo necessario. Potrebbero essere prolungate per un massimo di 21 giorni alla volta. La proposta legislativa del governo introdurrebbe anche un obbligo di mascherina nelle aree in cui sono in vigore le restrizioni alla circolazione. In linea con la proposta, tutte le persone nate nel 2007 o prima devono indossare una maschera facciale mentre si trovano negli spazi interni e nei mezzi di trasporto con persone diverse da quelle appartenenti allo stesso nucleo familiare. La polizia potrebbe imporre una multa fissa di 40,00 euro per violazione di tale obbligo. In sostanza. La legge introdurrebbe in Finlandia una regolamentazione con restrizioni anti Covid assimilabile, in qualche modo, alle zone rosse adottate in Italia.

Se venissero introdotte le limitazioni alla circolazione proposte, i dettagli saranno comunicati in modo ampio e multilingue attraverso una varietà di diversi canali di comunicazione. Una comunicazione efficace mira a garantire che le informazioni sulle restrizioni raggiungano tutte le persone che vivono, lavorano e si spostano nelle aree in cui le restrizioni sono in vigore. La polizia sarebbe responsabile del monitoraggio del rispetto delle limitazioni alla circolazione. Su richiesta della polizia, le persone dovrebbero fornire un resoconto della loro destinazione e del motivo per cui si spostano all’esterno. La polizia non potrebbe impedire a una persona di spostarsi all’esterno per un motivo essenziale previsto dal decreto. La polizia potrebbe ordinare alla folla di disperdersi, arrestare le persone che violano le restrizioni e imporre una multa per la violazione.

La legge entrerà in vigore il prima possibile e rimarrà in vigore fino al 14 maggio 2021ma non si applicherebbe nella regione autonoma delle Åland.

L’incidenza di nuovi casi nelle ultime due settimane è stata di 173 ogni 100.000 abitanti, mentre nelle due settimane precedenti era di 152. Attualmente, il numero di riproduzione di base stimato è 1,0–1,15, leggermente inferiore alla settimana prima.




Pisa, l’Università promuove un evento internazionale e una nuova composizione musicale per “700 Dante”

In occasione del Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, l’Università di Pisa ha illustrato le principali iniziative con cui l’Ateneo intende celebrare il 700° anniversario della morte del Sommo Poeta.

“Gli eventi danteschi del nostro Ateneo – ha detto Alberto Casadei, ordinario di Letteratura italiana al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica – entrano in sinergia con altri importanti qui a Pisa, come la mostra dedicata alle magnifiche illustrazioni all’’Inferno’ dell’artista inglese Tom Phillips a Palazzo Blu (marzo-luglio 2021). Nello stesso tempo si inseriscono perfettamente in un quadro nazionale, grazie alla collaborazione con l’Associazione degli Italianisti (Adi) per la serie di incontri “Nel nome di Dante” (il programma completo è disponibile sul sito www.dantenoi.it)”.

Nello specifico, a maggio, in continuità con gli appuntamenti organizzati a Pisa dal professor Marco Santagata sino al 2020, saranno proposti alcuni incontri di livello internazionale su “Dante a Pisa”, coordinati dai professori Alberto Casadei, Stefano Garzonio e Biancamaria Rizzardi e in collaborazione con la Fondazione Palazzo Blu.

Tra gli ospiti ci saranno Maaza Mengiste, considerata una delle voci più potenti della letteratura contemporanea afroamericana e autrice di opere che esplorano temi quali la guerra, l’esilio, la migrazione e la rivoluzione, con particolare attenzione all’Etiopia, sua terra di origine, e Marija Stepanova, personalità di spicco nella poesia e nella prosa russa contemporanea e autrice del romanzo “Memoria della memoria”, vero e proprio caso letterario dell’anno 2017, che nel ricostruire la storia della propria famiglia offre una riflessione storico-filosofica e politica sulle strategie di interpretazione del passato. In entrambe queste autrici la lettura di Dante ha lasciato il segno, e comunque è fondamentale sentire la voce di scrittrici contemporanee che rileggono il grande poeta a settecento anni dalla morte, come già sono state innovative le letture dantesche di Eliot, Montale o Borges.

Oltre a queste autrici, che si collegheranno in streaming il pomeriggio del 10 maggio, il giorno 11 maggio parlerà della sua idea di Dante il fisico pisano Guido Tonelli, mettendo in rilievo gli aspetti cosmologici della “Divina commedia” in rapporto alle convinzioni attuali. Sempre l’11 maggio, auspicabilmente in presenza, lo scrittore Walter Siti proporrà le sue come sempre intelligenti e provocatorie riflessioni in un intervento dal titolo “Dante ci aiuta o è un fantasma persecutorio?”. In questo ambito è previsto anche un ricordo di Marco Santagata a pochi mesi dalla sua prematura scomparsa, con la partecipazione di Maria Cristina Cabani e Giuseppe Petralia. Al termine di questi incontri sarà presentato il progetto dell’Università di Pisa dal titolo “Dante. L’altre stelle”, che intende proporre una nuova composizione su Dante Alighieri con un oratorio per soli, grande coro e orchestra composto per l’occasione dal musicista pisano Marco Bargagna, del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, su testi originali e antologia dantesca del professor Alberto Casadei.

Il concerto è in programma per novembre, in prima mondiale, al Teatro Verdi e vedrà come protagonista il Coro dell’Università di Pisa insieme a solisti di chiara fama sotto la direzione del maestro Stefano Barandoni. Nel pomeriggio dell’11 maggio, alla Fondazione Palazzo Blu, sarà anticipata l’esecuzione di alcuni brani, con solisti accompagnati da un pianoforte: si potrà quindi almeno “assaggiare” questa nuova composizione, che presenterà un Dante inedito, quando pensa con rimpianto alla sua Firenze e medita di (ri)cominciare a scrivere la “Divina commedia”, trovandosi tra Lunigiana e Lucchesia all’incirca nel 1307. Biografia e poesia si intrecciano con una musica sempre variata, che accompagnerà il canto basato su alcuni fra i più celebri versi della “Vita nota” e della “Divina commedia”.




Lazio verso l’arancione: da lunedì si torna a scuola (forse)

Le superiori rimarranno chiuse continuando ad assicurare la didattica a distanza

Monitorare l’andamento dei contagi nelle scuole con test periodici per i ragazzi e i docenti. E’ l’ipotesi presa in considerazione dal Commissario per l’Emergenza Covid, Francesco Figliuolo.

A sottoporre la richiesta – che sarà valutata in maniera definitiva solo nei prossimi giorni – è stato il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi.

“Qualora i dati epidemiologici facciano tornare il Lazio in zona arancione da lunedì 29 Marzo gli asili nido, le materne, le scuole elementari e le medie riapriranno con le attività in presenza. Per quanto riguarda le superiori, queste rimarranno chiuse continuando ad assicurare la didattica a distanza. La decisione riguarda le giornate antecedenti le vacanze di Pasqua, cioè il 29, 30 e 31 marzo e sarà formalizzata nelle prossime ore con un’ordinanza regionale a firma del Presidente della Regione Lazio”.

Lo rende noto Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro, Scuola e Formazione della Regione Lazio. Oggi su oltre 16 mila tamponi nel Lazio (-489) e oltre 21 mila antigenici per un totale di oltre 38 mila test, si registrano 2.055 casi positivi (+346), 33 i decessi (+3) e +1.752 i guariti. Aumentano i casi, i decessi, i ricoveri e le terapie intensive. Il valore Rt e’ a 0.99 con una riduzione del numero dei focolai, incidenza a 205 per 100 mila abitanti. I tassi di occupazione dei posti letto poco sopra soglia. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 12%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale è al 5%. I casi a Roma citta’ sono a quota 900.




Sporting Ariccia, obiettivo Scuola calcio: dopo Pasqua parte la campagna “Vieni a giocare con noi”

Ariccia (Rm) – Lo Sporting Ariccia pensa al futuro, inteso non solo come organizzazione della prossima stagione calcistica, ma come progetto tecnico da perseguire nel tempo. E quando si fanno queste riflessioni, inevitabilmente si deve partire dalla “base” e cioè dal cuore pulsante dell’attività di ogni club calcistico, la Scuola calcio. Il club ariccino, viste le enormi difficoltà causate dal Coronavirus in questa stagione, ha anticipato i tempi e a breve lancerà delle iniziative per tutti coloro che fossero intenzionati a iniziare l’attività calcistica di base. Con la campagna “Vieni a giocare con noi”, già lanciata sui canali social dello Sporting Ariccia, la società castellana vuole dare la possibilità a tutti i nati dal 2008 (anche se questa specifica fascia d’età nella prossima stagione sarà catapultata nell’agonistica) al 2017 di iniziare a conoscere l’ambiente e le metodologie dello staff dello Sporting Ariccia. A dare qualche dettaglio in più è Orlando Moroni che, assieme a Toni Alberto Marinangeli, è il consigliere delegato al settore di base e a quello agonistico. “I ragazzi si alleneranno al “Menicocci” tutti i martedì e giovedì dalle 17,30 alle 19 da subito dopo Pasqua fino al 30 giugno. Eravamo pronti per partire il prossimo 1 aprile, ma la decisione di fare il Lazio “zona rossa” ci ha frenato. Il costo di iscrizione è di 65 euro e comprende un mini-kit di allenamento, ma per coloro che ci daranno fiducia in questo periodo ci sarà anche uno sconto di 50 euro sull’iscrizione per la prossima stagione. I piccoli calciatori lavoreranno su aspetti tecnici individuali (visto che al momento non c’è possibilità di fare allenamenti collettivi, ndr) e alla fine del mese di giugno la nostra intenzione è di continuare l’attività in forma diversa tramite i centri estivi, mentre la speranza è che prima di quella data si possa riuscire a fare anche qualche amichevole o addirittura qualche torneo. I primi riscontri sono molto positivi considerando il periodo: c’è interesse attorno a questo nuovo progetto che ovviamente, in estate, riguarderà anche l’organizzazione del settore agonistico che al momento conta su un gruppo di 2006 (guidati dallo stesso Moroni, ndr) i quali torneranno ad allenarsi appena possibile”.




Football Club Frascati, mister Martini: “Pulcini 2010 in crescita, anche se la partita manca”

Frascati (Rm) – E’ al suo secondo anno al Football Club Frascati e sta portando avanti un buon lavoro sul gruppo dei Pulcini 2010. Mister Marco Martini fa il punto della situazione quando mancano circa tre mesi alla fine ufficiale di una stagione tormentata in maniera totale dalle problematiche legate alla pandemia. “Anche i nostri piccoli calciatori, come tutti, stanno soffrendo le difficoltà di questo periodo – dice l’allenatore – Abbiamo dovuto adattare gli allenamenti alle rigide disposizioni della Federazione e ormai da tempo siamo stati costretti a evitare le partitine e i contatti tra i nostri ragazzi che ovviamente prima erano di routine in ogni seduta di allenamento. Da dieci giorni, inoltre, il Lazio è entrato in zona rossa e quindi non è stato possibile nemmeno vedersi al campo e come società abbiamo ritenuto di riproporre il discorso di una videolezioni a settimana, esattamente come accadeva nel periodo di lockdown totale di un anno fa. Cerchiamo di far stare i ragazzi comunque a contatto, anche se in maniera virtuale, in attesa di buone notizie sulla possibilità di tornare a fare quantomeno gli allenamenti in forma individuale e poi sperando che più avanti siano consentiti anche quelli collettivi e le partitine”. Nonostante le enormi difficoltà di questa stagione, Martini ha visto dei progressi nei suoi ragazzi: “Con gli altri allenatori Cristiano Tonicello e Marco Salvatore ci siamo divisi i vari componenti di questo gruppo proprio per assicurare i distanziamenti e abbiamo proposto tantissimi lavori sulla tecnica di base. E’ chiaro che manca la “prova del nove” della partita, ma qualche miglioramento lo abbiamo comunque notato anche perché il supporto delle famiglie è stato ottimo e la presenza dei ragazzi agli allenamenti è stata sempre costante”. Martini conclude parlando del suo rapporto col Football Club Frascati: “Per me è il mio secondo anno all’interno della società e mi trovo bene. Qui c’è l’abitudine di fare riunioni di confronto tra tutti i tecnici per parlare degli aspetti che si possono perfezionare e questa è una cosa molto positiva”.




Nemi, a Vigna grande sfalci ovunque: vietato muoversi da 10 giorni

Sono almeno una decina di giorni che nel parco Andersen di Vigna Grande giacciono a terra cumuli di potature degli alberi con grande disagio per tutti i residenti.

Ora, evitando giudizi affrettati sulla capitozzatura delle piante perché ci vorrebbero competenze botaniche, i risultati del lavoro sono sotto gli occhi di tutti. Molti dei rami recisi cadendo hanno divelto la recinzione che divide l’area cani dal resto del parco che risulta attualmente inservibile, come off limits è il parcheggio.

Come si può organizzare un lavoro in questo modo, lasciando tutti i residenti con questo disagio per oltre una settimana?

Non è dato sapere quando e se arriverà qualcuno a rimuovere la legna. Chi si occuperà del ripristino delle recinzioni divelte dall’abile potatore?




Bari, traffico di droga: ragazza di 21 anni in manette a Japigia

Continuano senza sosta i servizi di prevenzione e repressione, disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari, contro il traffico di sostanze stupefacenti.

I Carabinieri della Stazione di Bari Japigia, la scorsa mattina, hanno tratto in arresto una 21enne triggianese, incensurata, sorpresa in compagnia di un 24enne barese del quartiere Japigia. La coppia, appartatasi in auto nei pressi di un supermercato di via Toscanini, ha insospettito la pattuglia della Stazione Carabinieri che ha deciso di sottoporre a controllo i due giovani. All’atto del controllo, la ragazza ha consegnato spontaneamente una busta, che occultava all’interno di una scarpa, contenente 11 dosi di cocaina, sottoposte a sequestro. Il compagno, deferito contestualmente per detenzione di droga ai fini di spaccio in concorso, custodiva invece la “cassa” consistente in 60 €, sottoposti anch’essi a sequestro. Entrambi, inoltre, sono stati sanzionati per violazione della normativa emergenziale anti Covid – 19.

La 21enne, al termine delle formalità di rito, è stato ristretta agli arresti domiciliari, mentre la sostanza stupefacente, all’esito delle analisi di laboratorio, verrà depositata presso l’ufficio corpi di reato del Tribunale di Bari.




Udine, smantellata banda di baby rapinatori: eseguite misure cautelari per 4 ragazzi

UDINE – La Polizia di Stato di Udine ha eseguito 4 misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale per i Minorenni nei confronti di minori ritenuti responsabili di rapine aggravate, tentate rapine, atti persecutori e lesioni personali, in più occasioni, nei confronti di altri coetanei nel capoluogo.

Sulla base degli elementi raccolti il P.M. della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste ha infatti richiesto e ottenuto, delegandone l’esecuzione alla Polizia di Stato di Udine, le misure cautelari di cui 2 misure in Istituti Penali Minorili nei confronti di due ragazzi di 15 e 16 anni mentre gli altri due ragazzi di 15 e 17 anni saranno collocati presso Comunità per Minori fuori Regione.

Nell’ambito della stessa attività, sono state delegate e in fase di esecuzione le perquisizioni locali e personali nei confronti di altri 10 minori di età compresa tra i 15 ed i 17 anni, coinvolti nelle indagini.

I poliziotti della Squadra Mobile da ottobre dello scorso anno, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Trieste, hanno avviato un’attività denominata operazione “GENERAZIONE Z”, nei confronti di alcuni minorenni responsabili della commissione di rapine, tentate rapine, atti persecutori e lesioni personali, nei confronti di altri coetanei, avvenuti nella città di Udine.

Le azioni criminose, verificatesi tra l’ottobre 2020 e il febbraio scorso, avvenivano in prevalenza in luoghi frequentati da ragazzi (fast food – giardini pubblici – stazione delle corriere e treni) e hanno visto quali protagonisti dei giovani minorenni (sia italiani che stranieri), in alcune circostanze con la complicità di ragazzi maggiorenni, che si muovevano in gruppi omogenei e interscambiabili i quali individuavano la loro vittima che, sentendosi minacciata dal “branco”, era costretta a subire passivamente la volontà dei suoi aggressori, al fine di evitare conseguenze ancor più gravi.

Il 26 ottobre 2020 a Udine, all’interno di un noto fast food, dopo aver accerchiato, strattonato e minacciato la vittima, gli autori si impossessarono dei panini che questa aveva appena acquistato nonché del cappellino e delle scarpe che indossava.

Il 05 novembre 2020 a Udine, presso un parco comunale, si avvicinarono alla vittima prescelta e dopo averla accerchiata intimorendola, i giovani le strapparono dal collo la catenina che, subito dopo, andarono a rivendere in un vicino compro oro.

Il 01 dicembre 2020, a Udine, presso la stazione delle autocorriere, dopo aver picchiato con sberle, pugni e calci la vittima, gli aggressori gli strapparono dal collo la catenina e si impossessarono altresì di un orecchino e del cellulare, obbligandolo poi ancora, a calci e con fare minaccioso, a salire sull’autobus per allontanarlo dal luogo. Nella circostanza uno degli indagati venne trovato in possesso di un coltello a serramanico.

Tra il mese di dicembre 2020 e gennaio c.a, a Udine, presso la stazione delle autocorriere in più occasioni, la medesima vittima fu presa di mira e molestata da due minori tanto da cagionarle un perdurante stato di paura.

In un’altra circostanza venne spintonata contro una delle vetrine, bloccata e colpita al volto con un pugno, per obbligarla a consegnare loro il borsello di marca; una seconda volta minacciata con una pistola finta puntata alla tempia “se non me lo dai ti ammazzo”; una terza volta, colpita con un pugno al volto tanto da provocarle una contusione alla mandibola con una prognosi di 7 giorni, poiché si era rifiutata di commettere un furto di vestiti presso un noto centro Commerciale.

Il 9 febbraio scorso, a Udine,presso la stazione dei treni, la vittima veniva accerchiata impedendole di muoversi, e dietro ripetute minacce di una male fisico, gli aggressori si facevano consegnare il monopattino su cui viaggiava e il denaro che aveva con se.




Roma, smantellata banda di criminali dedita ai furti in abitazione nel centro storico

La merce veniva rivenduta mediante un pregiudicato con base logistica nel quartiere di Centocelle

ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nelle prime ore del mattino, hanno fatto scattare l’operazione “OPEN DOOR”. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma – avviata nel mese di Luglio 2020, ha portato ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di 4 persone (due uomini e due donne) di nazionalità serba (etnia rom), per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione e ricettazione.

L’attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, sono scaturite dall’analisi dei numerosi furti in abitazione commessi nel centro storico della Capitale, messi a segno, come emerso dai filmati di video sorveglianza, da donne di etnia rom mediante l’uso di arnesi da scasso e la copertura degli uomini appartenenti alle famiglie, che le coordinavano ed incoraggiavano da casa, pronti ad intervenire in caso di necessità.

Nel corso delle indagini sono stati individuati i ruoli svolti dai singoli e diversi indagati all’interno dell’associazione criminale, quasi a gestione familiare, e si sono compresi i meccanismi e le singole fasi delle azioni delittuose: dai meticolosi sopralluoghi, finalizzati alla comprensione delle abitudini degli ignari proprietari di casa, alla ricerca di itinerari sicuri per sfuggire ad eventuali telecamere di video sorveglianza, sino alla fase esecutiva vera e propria, con le donne del gruppo protagoniste assolute della scena.

Erano infatti le donne, di giovane età e ben vestite, ad introdursi all’interno delle abitazioni prese di mira, depredandole di ogni sorta di monili o preziosi, ma anche di borse griffate e altri generi di valore. Talvolta, scovata la cassaforte all’interno dell’abitazione, non esitavano a contattare gli uomini del gruppo, che intervenivano in supporto per cercare di smurarle.

La merce, soprattutto per quanto riguarda orologi e monili, venivano poi rivenduti mediante i canali di ricettazione interni al gruppo stesso, ed in particolare mediante un uomo – pregiudicato – di etnia rom, ma di nazionalità macedone, con base logistica nel quartiere di Centocelle.

L’attività di indagine ha consentito di attribuire al sodalizio la responsabilità di più furti in abitazione consumati e di uno tentato, perpetrati tra giugno e settembre 2020, arrestare 2 persone in flagranza di reato e deferirne 15 in stato di libertà per tentato furto, possesso di arnesi atti allo scasso, ricettazione e riciclaggio; trarre in arresto altre 5 persone, che frequentavano a vario titolo gli indagati, in esecuzione di provvedimenti pendenti dell’A.G. e recuperare beni (monili ed orologi) del valore complessivo di circa 25.000 euro.

È stata fatta luce su un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie di etnia rom, tutte legate da vincoli di parentela, stanziali nel territorio sud est della Capitale, da dove, ogni mattina, partivano le “batterie” dei cosiddetti “appartamentari” diretti nel centro capitolino.

Una volta perpetrati i furti ad opera delle donne del gruppo, erano gli uomini a recuperarle con veicoli intestati a prestanome, accompagnandole presso le abitazioni, dove veniva poi stoccata e rivenduta la merce oggetto del reato.

Due dei destinatari dell’ordinanza sono stati rintracciati sul territorio romano e due in Lombardia, grazie alla collaborazione con i Carabinieri della Compagnia di Desio e del Nucleo Investigativo di Monza, sono stati associati in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.




Palermo, colpo a famiglia mafiosa di Borgo Vecchio: violenze e controllo del territorio da parte del clan

Questa mattina, su delega dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, i Carabinieri del
Comando Provinciale hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P.
presso il Tribunale di Palermo nei confronti di 14 indagati (1 in carcere, 11 ai domiciliari e 2
obblighi di presentazione alla PG), ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di concorso esterno
in associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, furti, ricettazione ed estorsioni consumate e
tentate, tutti reati aggravati dal metodo mafioso e sfruttamento della prostituzione.
L’indagine, coordinata da un gruppo di Sostituti diretti dal Procuratore Aggiunto Salvatore De
Luca, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra condotta in maniera parallela e sinergica
dal Nucleo Investigativo e dal Nucleo Informativo dei Carabinieri di Palermo sul mandamento
mafioso di Porta Nuova e, in particolare, sulla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.
La prima fase dell’operazione, conclusa con l’esecuzione dei fermi di indiziati di delitto del 12
ottobre 2020, aveva permesso di individuare il nuovo reggente della famiglia mafiosa di Borgo
Vecchio in Angelo MONTI, il quale si era reso protagonista della riorganizzazione degli assetti di
quella articolazione mafiosa, affidando posizioni direttive ai suoi uomini di fiducia, individuati nel
fratello Girolamo MONTI, in Giuseppe GAMBINO, in Salvatore GUARINO e in Jari Massimiliano
INGARAO. In tale prima manovra era emersa la ribellione al pizzo di molti imprenditori e
commercianti locali che, in maniera massiccia, avevano collaborato con le Autorità e contribuito a
far arrestate i loro estortori.
Nel secondo troncone dell’indagine, emergono alcuni reati fine dell’associazione che, in tema di
esercizio del potere mafioso e di controllo capillare del territorio, connotano plasticamente la
pervicacia e l’aggressività della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.
Infatti, le investigazioni restituiscono, ancora una volta, uno spaccato caratterizzato dalla continua
ricerca, da parte di cosa nostra, del consenso verso un’ampia fascia della popolazione.
I mafiosi, in sostanza, continuano a rivendicare, con resilienza, una specifica “funzione sociale”,
attraverso alcune manifestazioni tipiche della loro protervia criminale, che si sono esplicitati:

  • nella gestione delle feste rionali;
  • nell’organizzazione dei traffici di stupefacenti (funzionali a rimpinguare la cassa del sodalizio);
  • nella gestione di alcuni gruppi criminali dediti ai furti di veicoli e ai conseguenti cavalli di
    ritorno, anch’essi funzionali ad alimentare le casse della consorteria.
    Nel corso dell’attività d’indagine, inoltre, è emerso un contesto ambientale nell’ambito del quale si
    sono configurate ingerenze di alcuni esponenti mafiosi palermitani nella risoluzione di alcune
    controversie sorte all’interno dei gruppi organizzati della tifoseria della locale squadra di calcio.

Secondo le valutazioni del GIP e della DDA di Palermo sussistono gravi indizi a carico in ordine ai
fatti che seguono.

LA FESTA IN ONORE DI MADRE SANT’ANNA

Resilienza 2 ha inoltre documentato come la famiglia mafiosa di Borgo Vecchio abbia il pieno
controllo del comitato organizzatore della festa svolta in onore della patrona del quartiere “Madre
Sant’Anna” nel mese di luglio di ogni anno, il cui culto risale al lontano 1555. A portare avanti la
tradizione religiosa sono le famiglie del quartiere; infatti, i portatori della statua della Santa sono
tutti nativi di Borgo Vecchio, tanto che molti, in segno di rispetto a Sant’Anna, hanno chiamato i
propri figli Anna e Gioacchino, e molti altri si sono sposati il 26 luglio, giorno in cui si celebra
l’onomastico della Santa protettrice.
Sino a luglio 2015, il “comitato” era guidato dalla famiglia TANTILLO e, in particolare, dai fratelli
Domenico e Giuseppe TANTILLO che, nel dicembre 2015, venivano arrestati nell’ambito
dell’operazione “Panta Rei”, poiché ritenuti i reggenti della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.
In occasione della festa svolta dal 25 al 27.07.2019, le serate canore, animate da alcuni cantanti
neomelodici, venivano organizzate da un comitato che, di fatto, era controllato da cosa nostra.
I mafiosi, infatti, sceglievano e ingaggiavano i cantanti e, attraverso le cosiddette “riffe” settimanali,
raccoglievano le somme di denaro tra i commercianti del quartiere. Tali somme venivano
impiegate, oltre che per l’organizzazione della festa e l’ingaggio dei cantanti, anche per rimpinguare
la cassa della famiglia mafiosa ed essere, in tal modo, utilizzate per il sostentamento dei carcerati e
per la gestione di ulteriori traffici illeciti.
Le investigazioni consentivano, infatti, di documentare l’attivismo degli esponenti apicali della
famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, i quali, avendo il pieno controllo del comitato organizzatore
della festa patronale:
 decidevano quali cantanti neomelodici dovessero partecipare alla manifestazione;
 provvedevano al loro ingaggio mediante il denaro ricavato dalle estorsioni, dalle “riffe” e dalle
sponsorizzazioni dei gestori/titolari delle attività commerciali ubicate sul territorio;
 autorizzavano i commercianti ambulanti a vendere i loro prodotti durante la festa, disciplinando
anche la loro collocazione lungo le strade del rione.
Un ruolo di primo piano, funzionale alla realizzazione dei progetti dell’associazione mafiosa, è stato
assunto da Salvatore BUONGIORNO, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
BUONGIORNO, infatti, nella veste di agente di numerosi cantanti neomelodici:
 ha ricevuto disposizioni da Angelo MONTI e Jari Massimiliano INGARAO per l’ingaggio dei
cantanti neomelodici scelti dai predetti per le manifestazioni canore, attenendosi alle indicazioni
dei mafiosi sui nominativi dei cantanti, sui rispettivi compensi e sul luogo ove allocare il palco
delle manifestazioni;
 ha avvicinato i gestori/titolari delle attività commerciali del quartiere Borgo Vecchio e del Corso
Camillo Finocchiaro Aprile (già “Corso Olivuzza”), chiedendo loro di sponsorizzare le
manifestazioni canore mediante la dazione di somme di denaro, ponendo in essere chiare
condotte impositive,
 ha ricevuto, dal canto suo, il vantaggio di lavorare nel settore in regime di monopolio all’interno
della zona di riferimento del mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova, poiché autorizzato
dai relativi esponenti apicali mafiosi, quali Tommaso LO PRESTI, i fratelli Gregorio e Tommaso
DI GIOVANNI e Angelo MONTI.

In tale contesto risulta particolarmente significativa la vicenda inerente le relazioni dei mafiosi di
Borgo Vecchio con un neomelodico catanese (legato da vincoli di parentela ad importanti esponenti
apicali di quella criminalità organizzata), in solidi rapporti con Jari INGARAO tanto da fargli visita
presso la sua abitazione mentre questi era sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
Nello specifico, il cantante avrebbe dovuto esibirsi nel corso di una delle suddette serate, ma
l’evento non si realizzava a causa di polemiche susseguenti alla messa in onda, il 05.06.2019, di un
noto programma televisivo, nel corso del quale venivano espressi commenti “infelici” sul conto dei
Giudici Falcone e Borsellino. L’intera vicenda e alcune successive esternazioni di vicinanza ad
esponenti della criminalità organizzata, provocava una serie di divieti di esibizione nei confronti del
cantante, emessi dalle competenti Autorità.

IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

Le indagini hanno anche dimostrato che la famiglia mafiosa di Borgo Vecchio ha organizzato,
anche in relazione alle esigenze di sostentamento economico dei sodali, un florido traffico di
sostanze stupefacenti. Dal complesso delle investigazioni emergono i ruoli dei singoli associati, i
dettagli organizzativi, la contabilizzazione degli investimenti e dei ricavi, nonché l’afflusso di
denaro nella cassa della famiglia mafiosa.
In particolare, Angelo MONTI aveva delegato al nipote Jari Massimiliano INGARAO l’intero
settore delle attività illecite legate alle sostanze stupefacenti. Quest’ultimo, nonostante fosse
sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, è riuscito a organizzare e coordinare tutte le attività
funzionali al traffico, reperendo le sostanze stupefacenti, principalmente sul canale di fornitura con
la Campania, e a rifornire le varie piazze di spaccio del quartiere, delegando, a seconda dei ruoli, i
fratelli Gabriele e Danilo, Marilena TORREGROSSA, Carmelo CANGEMI, Francesco Paolo
CINA’, Saverio D’AMICO, Davide DI SALVO, Giuseppe Pietro COLANTONIO, Salvatore LA
VARDERA, Francesco MEZZATESTA, Giuseppe D’ANGELO, Nicolò DI MICHELE, Gaspare
GIARDINA, Gianluca ALTIERI e Vincenzo MARINO.

I FURTI E LE ESTORSIONI CON IL “CAVALLO DI RITORNO”

Infine, l’operazione ha permesso di evidenziare, ancora di più, la capacità di controllo capillare del
territorio da parte degli affiliati al sodalizio mafioso in trattazione. Infatti, qualsiasi attività illecita
non sarebbe potuta essere svolta all’interno del quartiere di Borgo Vecchio senza l’avallo di cosa
nostra e senza aver destinato parte degli utili alla cassa della famiglia mafiosa. Non fanno eccezione
i ladri di biciclette o di motocicli i quali, oltre ad essere assoggettati alla “prevista” autorizzazione,
devono anche destinare al sodalizio mafioso parte dei proventi della ricettazione o della restituzione
ai legittimi proprietari con il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno”.
Il relativo approfondimento investigativo svelava l’esistenza di un’autonoma organizzazione
criminale specializzata in tale settore, completamente asservita a cosa nostra.