Nemi, muore Terenzia: un pezzo di storia del paese

NEMI (RM) – La comunità di Nemi ha perso una ultranovantenne a cui tutti i cittadini erano affezionati: nonna Terenzia.

“Siamo profondamente rattristati per la perdita della nostra cara sorella Terenzia che questa mattina ci ha lasciati andando tra le braccia del Padre. – Scrivono sul profilo Fb della Parrocchia S. Maria del pozzo Nemi & Santuario del Ss. Crocifisso Nemi – Che Dio gli dia pace alla sua anima e gli angeli siamo sempre con lei. La comunità di Nemi e la parrocchia si stringe con la preghiera a tutti i suoi familiari e i nipoti da lei tanto amati”.

I funerali si svolgeranno mercoledì 7 aprile alle 11 sul sagrato della Chiesa di Santa Maria del Pozzo.

Questo quotidiano nelle persone del direttore Responsabile Chiara Rai e del direttore Editoriale Ivan Galea porgono le più sentite condoglianze alla famiglia dell’amata Terenzia.




Usa, polizia uccide 13enne ispanico: la madre lancia appello alla trasparenza

Shock a Chicago, dove la polizia ha ucciso un ragazzino ispanico di 13 anni, Adam Toledo, in quello che le forze dell’ordine hanno definito uno “scontro armato”. Il teenager era scomparso da alcuni giorni da casa e la mattina del 29 marzo un agente della polizia lo ha colpito a morte dopo averlo inseguito in un vicolo.

Monta l’ira della comunità ispanica che chiede giustizia, mentre gli investigatori hanno annunciato che oggi intende rilasciare il video della sparatoria. L’agente coinvolto è stato temporaneamente sospeso dal servizio.

La madre del 13enne ucciso, Elizabeth Toledo, ha lanciato un appello alla trasparenza da parte della polizia, affermando: “Voglio solo sapere cosa e’ realmente successo al mio bambino”.

E il sindaco di Chicago, Lori Lightfoot, ha chiesto subito che venissero rese pubbliche le immagini delle bodycam degli agenti riguardo la sparatoria”.

La polizia ha raccontato che gli agenti sono stati chiamati intorno alle 2.30 del mattino a un indirizzo di Little Village, quartiere a prevalenza latino-americana nella zona ovest di Chicago, rispondendo a segnalazioni di spari. I poliziotti hanno visto due persone in un vicolo e hanno iniziato a inseguirle. Uno, un ragazzo di 21 anni, è stato arrestato, mentre un agente che inseguiva Adam ha sparato una volta, colpendolo al petto, e il 13enne è morto sul colpo. Secondo il primo resoconto degli agenti, affermano alcuni media, era armato di pistola.




Misure anti Covid, Italia di nuovo bicolore: ecco le regole

Dopo la zona rossa disposta per il week end lungo di Pasqua, l’Italia torna ad essere divisa tra il rosso e l’arancione. E in attesa del prossimo monitoraggio e dell’eventuale verifica a metà aprile, che valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo, ecco le misure previste nelle prossime ore a seconda dei territori.

ZONA ROSSA – (Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta e Campania) – Sono nove le regioni sottoposte alle misure di contenimento più rigide, dove è consentito spostarsi soltanto per motivi di lavoro, salute o necessità e non è concesso andare a trovare parenti o amici.

E’ invece sempre possibile svolgere attività motoria, ma solo in prossimità della propria abitazione, e attività sportiva all’aperto in forma individuale. Le scuole sono in presenza fino alla prima media mentre è prevista la didattica a distanza per gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori. Sono chiusi barbieri, parrucchieri, centri estetici, negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Restano aperti i negozi di generi alimentari, tabaccherie, edicole, farmacie, parafarmacie, lavanderie, ottici, profumerie, erboristerie, cartolerie, negozi di intimo e di biancheria per la casa, ferramenta. Aperti anche i negozi per bambini, dai giocattoli all’abbigliamento. Prosegue l’attività dei mercati che vendono esclusivamente generi alimentari. I centri commerciali sono chiusi nel fine settimana.

ZONA ARANCIONE – (Veneto, Marche, provincia di Trento, Lazio, Abruzzo, Liguria, Basilicata, Sicilia, Molise, Sardegna, Umbria e provincia autonoma di Bolzano) – Le visite, sempre una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone, sono consentite in zona arancione, all’interno del Comune di residenza. Sono vietati gli spostamenti al di fuori del proprio Comune. Per quei territori con meno di 5mila abitanti è consentito spostarsi entro i 30 km dal confine del proprio Comune, con il divieto però di recarsi verso i capoluoghi di Provincia. Scuole in presenza fino alla prima media. Saranno in classe anche gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%. Tutti i negozi sono aperti, compresi parrucchieri, barbieri e centri estetici, mentre i centri commerciali restano chiusi nel fine settimana.

IN TUTTA ITALIA – E’ vietato uscire di casa dalle 22 alle 5. Il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità. Bar e ristoranti restano chiusi: possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti (in caso di ripristino delle zone gialle, bar e ristoranti potrebbero riaprire a pranzo). I presidenti di Regione, a differenza di quanto è stato fino ad oggi, non potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le scuole. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e dunque torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la riapertura di cinema e i teatri con le regole che erano già previste nel precedente decreto.

SPOSTAMENTI – Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

SECONDE CASE – Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive.

STRETTA SUI VIAGGI – E’ possibile viaggiare in Europa, ma almeno fino alla fine del mese sono previste limitazioni per tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei quattordici giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori Ue: tra questi, da come si legge nel nuovo elenco di Paesi presenti nell’allegato, viene invece inclusa dal 7 aprile anche l’Austria, Israele, il Regno Unito e l’Irlanda del Nord, dove dunque sarà possibile viaggiare senza motivazioni specifiche, così come avviene per gli altri Paesi dell’Europa. Chi rientra in Italia da uno di questi Paesi o da quelli Ue dovrà comunque obbligatoriamente sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico) effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia e il cui risultato sia negativo, sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad isolamento fiduciario per cinque giorni e al termine dell’isolamento effettuare un altro test. 




Contratto Rider, Arenare (Sinlai): “La toppa è peggio del buco”

Dopo polemiche e proteste dei rider, un settore che più di altri è cresciuto ed è diventato centrale durante l’emergenza sanitaria, si è arrivati ad un accordo tra sindacati e JustEat, finalizzato ad inquadrare questi lavoratori nel contratto Trasporto merci e Logistica.

Tuttavia la soluzione sembra tutt’altro che soddisfacente, ai fini di dare dignità al comparto. A denunciarlo è Valerio Arenare, segretario nazionale del Sinlai: “Mi verrebbe da dire che la toppa è peggio del buco. Questo contratto, infatti, è pieno di criticità: innanzitutto prevede i rider come lavoratori part-time a 10 ore settimanali, per uno stipendio totale di 200 euro; inoltre esclude dalla copertura coloro che abbiano la macchina. Ciò – continua Arenare – ha fatto sí che la maggior parte dei rider voglia restare autonoma, rivendicando il diritto a lavorare di più e, ciononostante, ad essere tutelato”.




Milano, preso il piromane dell’edicola di viale Corsica

MILANO – Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione Milano Porta Monforte, a conclusione di serrate attività d’indagine, hanno arrestato, per il reato di “incendio”, un 41enne di Milano, disoccupato, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio.

L’uomo, fermato all’alba in via Lomellina mentre tentava di nascondersi tra le autovetture, è gravemente indiziato di aver incendiato un’edicola di viale Corsica gestita da cittadini sudamericani, dove, nei mesi precedenti, si erano verificati altri tre casi analoghi.

Nella circostanza, le fiamme, spente grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, hanno gravemente danneggiato la struttura e la merce.

I Carabinieri, insospettiti dallo strano atteggiamento dell’uomo, peraltro rintracciato a breve distanza e a pochi minuti dall’evento, e dal fatto che non solo emanasse un forte odore di bruciato ma anche che le sue mani fossero sporche di fuliggine, lo hanno dapprima accompagnato in caserma, ove personale del Nucleo Investigativo Antincendi di Milano, mediante apposita strumentazione, ha rilevato la presenza di tracce di combustione sui suoi vestiti e sugli effetti personali che aveva indosso, e poi lo hanno sottoposto a perquisizione personale e domiciliare, all’esito delle quali è stato trovato in possesso di accendini, di diverse confezioni di “diavolina accendifuoco”, di una bottiglia contenente liquido infiammabile nonché di un berretto e di un giubbotto, nelle cui tasche sono stati rinvenuti anche uno spray infiammabile, frammenti di diavolina e fazzoletti impregnati di liquido infiammabile, del tutto simili a quelli che l’indagato, poi riconosciuto dagli operanti mediante analisi delle immagini estrapolate da un impianto di videosorveglianza, indossava in occasione dell’incendio verificatosi lo scorso 21 marzo.

L’arrestato è stato, quindi, portato alla Casa Circondariale di Milano San Vittore in attesa dell’udienza di convalida. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare le eventuali responsabilità dell’uomo nella commissione di altri incendi avvenuti nella zona.




Roma, Primavalle: Carabinieri interrompono “Covid party” di Pasqua

ROMA – Nel pomeriggio di ieri, su segnalazione al 112, i Carabinieri della Stazione di Roma Montespaccato unitamente ai colleghi del Nucleo Radiomobile hanno scoperto una festa e hanno sanzionato 10 persone.

I Carabinieri sono intervenuti in via Emma Carelli, quartiere Primavalle, dove poco prima alcuni residenti avevano segnalato diverse persone intente a festeggiare all’interno di un appartamento. I militari dopo aver raggiunto l’abitazione, all’indirizzo indicato, hanno interrotto la festa e identificato tutti i presenti, parenti ed amici.

Successivamente sono stati sanzionati in violazione della normativa per contenere il contagio da Covid19.




Rieti, provoca un incidente con ferito e fugge in Abruzzo: rintracciato dai Carabinieri

BORGOROSE (RI) – Si è dato alla fuga dopo aver provocato un incidente sulla Statale Salto-Cicolana, ma è stato rintracciato dai Carabinieri che sono riusciti a inchiodarlo alle sue responsabilità. Ora dovrà rispondere di omissione di soccorso.

L’episodio risale a ieri mattina, quando le pattuglie dei Carabinieri di Borgorose e Pescorocchiano sono intervenute su un incidente sulla SS 578, ma sul posto hanno trovato un solo veicolo dei due coinvolti: il conducente di un furgone bianco cassonato, responsabile del sinistro, si era allontanato a tutta velocità in direzione Avezzano, senza preoccuparsi delle conseguenze.

Prestati i primi soccorsi al ferito, portato in ospedale per le cure del caso, i Carabinieri si sono messi subito al lavoro per individuare il responsabile diramando le ricerche del veicolo in fuga ai colleghi abruzzesi, ed è proprio in Morino che i militari della locale Stazione hanno interrotto la marcia dello spericolato fuggitivo: un giovane casertano alla guida di un Fiat Iveco, che, alle domande degli uomini dell’Arma, ha dichiarato di essersi impaurito per l’accaduto e di essersi dato alla fuga istintivamente.

Il furgone è stato immediatamente sequestrato e il suo conducente deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti; fortunatamente il ferito se la caverà con pochi giorni di prognosi.    




Milano, incendia l’edicola di viale Corsica: arrestato

Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione Milano Porta Monforte, a conclusione di serrate attività d’indagine, hanno tratto in arresto, per il reato di “incendio”, un 41enne di Milano, disoccupato, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio.

Il predetto, fermato all’alba in via Lomellina mentre tentava di nascondersi tra le autovetture, è gravemente indiziato di aver incendiato un’edicola di viale Corsica gestita da cittadini sudamericani, dove, nei mesi precedenti, si erano verificati altri tre casi analoghi. Nella circostanza, le fiamme, spente grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, hanno gravemente danneggiato la struttura e la merce. I Carabinieri, insospettiti dallo strano atteggiamento dell’uomo, peraltro rintracciato a breve distanza e a pochi minuti dall’evento, e dal fatto che non solo emanasse un forte odore di bruciato ma anche che le sue mani fossero sporche di fuliggine, lo hanno dapprima accompagnato in caserma, ove personale del Nucleo Investigativo Antincendi di Milano, mediante apposita strumentazione, ha rilevato la presenza di tracce di combustione sui suoi vestiti e sugli effetti personali che aveva indosso, e poi lo hanno sottoposto a perquisizione personale e domiciliare, all’esito delle quali è stato trovato in possesso di accendini, di diverse confezioni di “diavolina accendifuoco”, di una bottiglia contenente liquido infiammabile nonché di un berretto e di un giubbotto, nelle cui tasche sono stati rinvenuti anche uno spray infiammabile, frammenti di diavolina e fazzoletti impregnati di liquido infiammabile, del tutto simili a quelli che l’indagato, poi riconosciuto dagli operanti mediante analisi delle immagini estrapolate da un impianto di videosorveglianza, indossava in occasione dell’incendio verificatosi lo scorso 21 marzo. L’arrestato è stato, quindi, tradotto alla Casa Circondariale di Milano San Vittore in attesa dell’udienza di convalida. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare le eventuali responsabilità dell’uomo nella commissione di altri incendi avvenuti nella zona.




Canoa, due atlete della Marina Militare conquistano il titolo di campionesse d’Italia

Le atlete del Centro Sportivo Remiero della Marina Militare di Sabaudia, Agata Fantini e Cristina Petracca conquistano il titolo italiano nella specialità del K2 Senior Femminile sulla distanza dei 5000 metri, dopo una gara da manuale.

Le regate si sono svolte sul campo internazionale dell’Idroscalo di Milano che  ha visto misurarsi, per aggiudicarsi il titolo tricolore, atleti nelle diverse categorie in rappresentanza di 84 società provenienti da tutta Italia.

Brilla anche Giorgia Lacalamita, atleta del vivaio della Marina Militare, che conquista l’argento nel K1 5000 metri nella categoria Ragazzi.

Il primo atto ufficiale della stagione agonistica della canoa velocità è invece andato in scena l’1 e il 2 aprile, sempre nel bacino milanese, con la prima gara nazionale valida come prova selettiva per la formazione della squadra olimpica della canoa italiana che affronterà la stagione internazionale. In questa occasione sono state oltre 60 le società iscritte per un totale di 321 atleti.  Agata Fantini, la marinaia in forze al Centro Sportivo Remiero di Sabaudia è entrata di diritto nella rosa del team azzurro della Federazione Italiana Canoa-Kayak vincendo la prova del K1 500 metri.

Un risultato importante che apre all’atleta le porte per la qualifica olimpica che si svolgerà a Szeghed, in Ungheria, il 12 e 13 maggio prossimi. I pass a disposizione per tutti i partecipanti saranno pochissimi e saranno assegnati, nel caso delle imbarcazioni singole, solo ai primi due classificati di ogni categoria e, nel caso del doppio, solo per l’equipaggio classificatosi primo. Saranno oltretutto esclusi gli atleti e le nazioni già qualificatesi in occasione del Campionato Mondiale del 2019.

“Sono estremamente soddisfatto dei risultati raggiunti dai nostri atleti – dichiara il Capitano di Fregata Sergio Lamanna, Comandante del Centro Sportivo Remiero della Marina Militare di Sabaudia – I traguardi raggiunti sono la dimostrazione che, nello sport, il lavoro, l’impegno, la dedizione e la passione vengono sempre ripagati. Va soprattutto sottolineato che questi obiettivi sono stati raggiunti nonostante le grandi difficoltà affrontate e superate per riuscire ad allenarsi al meglio nel rispetto delle normative anti-covid. Mi auguro che i nostri atleti sappiano affermarsi anche nelle difficili sfide internazionali che li attendono.”




Palermo, arrestato il nuovo boss di mafia Giuseppe Calvaruso

Calvaruso, 44 anni, gestiva i suoi affari dal Brasile, da dove era appena tornato quando, ieri pomeriggio, è stato fermato dai carabinieri

Nel corso della pomeriggio di ieri i Carabinieri del Comando Provinciale hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziati di delitto, emesso da un gruppo di Sostituti, coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De luca della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 5 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione consumata e tentata, lesioni personali, sequestro di persona, fittizia intestazione di beni, tutti reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

IL RUOLO DI GIUSEPPE CALVARUSO
Le indagini condotte dall’Arma, secondo le valutazioni del P.M., hanno consentito, dopo l’arresto di Settimo MINEO nell’operazione Cupola 2.0, di individuare il presunto nuovo reggente del mandamento mafioso Pagliarelli, Giuseppe CALVARUSO, che è accusato di:

  • avere individuato di volta in volta gli uomini più affidabili per la gestione degli affari delle famiglie mafiose a lui subordinate ed in particolare Giovanni CARUSO quale suo personale referente nel corso della propria assenza dal territorio italiano, avendo soggiornato il CALVARUSO per molto tempo in Brasile;
  • aver mantenuto, attraverso il continuo scambio di contatti, riunioni ed incontri anche in luoghi riservati, un costante collegamento con esponenti apicali dei mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Noce, Villabate, Belmonte Mezzagno per la trattazione di affari mafiosi;
  • essere intervenuto, nella sua funzione di uomo d’onore, per la risoluzione di controversie fra privati;
  • avere assicurato “l’ordine pubblico” sul territorio, ad esempio autorizzando e prendendo parte a un violento pestaggio ai danni di autori di alcune rapine non autorizzate dai vertici mandamentali;
  • aver assicurato il mantenimento in carcere dei detenuti appartenenti alle famiglie mafiose del mandamento (nel corso di un dialogo intercettato, CARUSO rivelava i dettagli degli esborsi ai familiari dei carcerati);
  • avere gestito, per il tramite di prestanome, il controllo di attività economiche dentro e fuori il territorio del mandamento.

CALVARUSO, da qualche tempo dimorante in Brasile, è rientrato momentaneamente in Italia con l’intendimento di tornare a breve in sud America

IL CONTROLLO DEL TERRITORIO
Secondo le valutazioni del P.M. e degli investigatori sono emersi diversi episodi riguardanti il sistematico ricorso di commercianti e imprenditori per ottenere autorizzazioni all’apertura di attività commerciali (una sorta di “amministrazione mafiosa” o risoluzioni di controversie (una sorta di “giurisdizione mafiosa”); l’organizzazione ha assunto, secondo consolidata tradizione mafiosa, una patologica funzione supplente rispetto alle Istituzioni dello Stato.

La famiglia mafiosa di Pagliarelli veniva infatti investita, fra le altre cose, per:

  • individuare e punire gli autori di più rapine in danno di un esercizio commerciale;
  • rinvenire e restituire ai legittimi proprietari un’autovettura rubata;
  • autorizzare l’apertura di nuovi esercizi pubblici.

LA SPEDIZIONE PUNITIVA
Le indagini hanno permesso di delineare, in particolare un episodio particolarmente cruento.
La ricostruzione che segue è conforme alle valutazioni contenute nei provvedimenti di fermo emessi dal P.M. dal quale emerge l’attualità del capillare controllo mafioso anche su soggetti dediti alla consumazione di reati predatori, la cui azione criminale in danno di attività commerciali deve essere preventivamente autorizzata da cosa nostra.

Il titolare di una rivendita di detersivi, a seguito di due rapine consumate nell’arco di 5 giorni, si rivolgeva, entrambe le volte, agli uomini di cosa nostra per identificare i responsabili delle rapine e per riappropriarsi delle somme di denaro sottrattegli.

L’imprenditore interessava della questione Giovanni CARUSO (consegnandogli anche le riprese video della rapina), ritenendolo il referente sul territorio per conto di cosa nostra; questi si attivava con efficienza per l’identificazione e il rintraccio dei rapinatori, che venivano sequestrati dai sodali all’interno di un garage, dove venivano trattenuti sino all’arrivo dell’ideatore delle rapine, che veniva “pestato a sangue” alla presenza di Giuseppe CALVARUSO, nel frattempo sopraggiunto.
Peraltro proprio il Caruso si occupava, a seguito di richiesta di un commerciante locale di rintracciare in 24 ore un’autovettura rubata.

LE IMPRESE OCCULTE RICONDUCIBILI A GIUSEPPE CALVARUSO
Secondo le valutazioni del P.M. le attività economiche di Giuseppe Calvaruso possono essere delineate come segue.

La gestione di attività economiche nella veste di imprenditore occulto risulta strettamente connessa all’assunzione da parte sua della qualifica di storico uomo d’onore della famiglia mafiosa di Pagliarelli; proprio il mantenimento di relazioni qualificate con gli esponenti di altri mandamenti, nonché la partecipazione alle attività illecite dell’associazione criminale gli consentiva infatti, nel corso degli anni, di acquisire una vasta rete di conoscenze spendibili nei più disparati settori economici, nonché di accumulare ingenti capitali di provenienza illecita, da reinvestire, poi, in società operanti nel settore edile e della ristorazione.

Le vicissitudini giudiziarie, determinavano in Giuseppe CALVARUSO l’esigenza di porsi al riparo da possibili sequestri in danno dei suoi beni; egli, pertanto, era indotto ad attuare una strategia di interposizione fittizia di carattere reale finalizzata, grazie alla collaborazione di fedeli prestanome, a tutelare i suoi beni da eventuali sequestri di prevenzione.

Inoltre, la peculiare e modernissima attitudine imprenditoriale impressa da Giuseppe CALVARUSO alla gestione del mandamento di Pagliarelli (rendendolo un fattore di distorsione del mercato) emergeva anche dall’interesse dallo stesso manifestato verso un flusso di capitali provenienti da investitori esteri. In particolare CALVARUSO tentava di intessere dei rapporti di natura economica con un cittadino singaporiano, interessato a investire ingenti capitali nel settore edile e turistico-alberghiero in Sicilia.

Connesse con tali affari vi sono, poi, alcune condotte estorsive, tutte finalizzate a costringere la proprietà degli immobili da acquistare e ristrutturare, a rivolgersi alle ditte edili di fatto di proprietà di CALVARUSO.