Sporting Ariccia (calcio, Eccellenza), il presidente Catalucci: “Ci aspettiamo qualcosa in più”

Ariccia (Rm) – Lo Sporting Ariccia vuole sbloccarsi al più presto. La formazione castellana ha perso tre partite su tre in questa prima parte della “nuova Eccellenza” ed è il fanalino di coda solitario del gruppo B. Dopo le sconfitte con le corazzate Unipomezia (0-3) e Lupa Frascati (0-1), domenica scorsa i ragazzi di mister Eliano Trinca hanno ceduto con un netto 0-3 anche in casa del Campus Eur: “Non ho potuto vedere personalmente la partita, ma mi hanno riferito come sono andate le cose e ho visto anche le immagini salienti della sfida – dice il presidente Paolo Catalucci – Al cospetto di un avversario valido, ma non irresistibile, abbiamo notato qualche errore banale e un atteggiamento non combattivo come quello che invece questo gruppo ha già proposto nella prima fase di stagione, tra settembre e ottobre. Abbiamo fatto sacrifici sia come società che come gruppo per partecipare a questa particolare formula del nuovo campionato di Eccellenza, ma nessuno di noi vuole fare brutta e figura e siamo certi che i ragazzi risponderanno al più presto a queste difficoltà. E’ vero che abbiamo subito affrontato le favorite di questo girone nelle prime due sfide di campionato, ma è evidente che tutti ci aspettiamo qualcosa di più perché conosciamo il valore di questo gruppo”. L’occasione giusta arriva già domani (ore 16,30) quando al “Menicocci” arriverà l’Indomita Pomezia che al momento ha un punto in classifica su due gare disputate. “Saremo presenti al fianco della squadra nonostante sia un giorno feriale, speriamo di vedere un segnale forte da parte dei nostri ragazzi”. Che poi osserveranno il turno di riposo la domenica successiva e quindi potranno preparare con maggior calma il match di Anzio del 9 maggio. “Il club approfitterà di questo periodo per fare le sue valutazioni – conclude Catalucci – Quindi anche queste partite rappresentano dei test importanti, anche se nessuno della società ha messo pressioni di risultato alla squadra”.




Guidonia, concorsopoli: i consiglieri comunali Checchi e Roscetti chiedono la sospensione di tutte le assunzioni fatte con la graduatoria di Allumiere

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Presentata una mozione a firma del gruppo consiliare AttivaGuidonia composto dalle consigliere comunali Anna Checchi e Lorena Roscetti, affinché il Sindaco Barbet e la sua Giunta sospenda, in via cautelare, tutte le assunzioni del personale con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato scelti dalla graduatoria del Comune di Allumiere. Da diverse settimane la stampa locale e nazionale ha evidenziato che il procedimento concorsuale che ha condotto alla formazione della graduatoria presso il Comune di Allumiere, presenterebbe delle anomalie. Se il Comune di Guidonia Montecelio, come sostiene il Sindaco Barbet, è “parte lesa”, ha l’obbligo di avviare un procedimento a garanzia del superiore interesse pubblico. Basta slogan e spot, ma fatti concreti. L’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio ha già approvato un provvedimento per sospendere in via cautelare le 16 assunzioni del personale collocato negli uffici regionali. E l’amministrazione di Guidonia Montecelio a chi sta aspettando? Qualcosa non torna. Capiremo se nel prossimo consiglio comunale i consiglieri del M5S voteranno a favore della mozione. Intanto tutta l’opposizione è compatta su questo argomento, decisa ad andare fino in fondo per tutelare l’Ente e l’immagine della nostra Città.

LA MOZIONE

SULLE ASSUNZIONI NEL COMUNE DI GUIDONIA MONTECELIO MEDIANTE L’UTILIZZO DI GRADUATORIA DEL COMUNE DI ALLUMIERE

PREMESSO che con Determinazione Dirigenziale n. 154 del 31/12/2020 il dirigente ha assunto con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato di n. 9 cat. C1, profilo professionale Istruttore Amministrativo personale, utilizzando la graduatoria della selezione pubblica del Comune di Allumiere;

CONSIDERATO che da diverse settimane la stampa locale e nazionale ha evidenziato che il procedimento concorsuale sopra menzionato, che ha condotto alla formazione della graduatoria presso il Comune di Allumiere, dalla quale l’amministrazione del Comune di Guidonia Montecelio ha attinto per disporre il reclutamento del nuovo personale, presenterebbe delle anomalie;

PRESO ATTO, in particolare che è stato segnalato un fatto, in forza del quale avrebbero superato la prova preselettiva un numero di candidati superiore a quello previsto dal bando;

TENUTO CONTO che a seguito della rivelazione di questa notizia da parte di fonti giornalistiche, si apprende che il bando pubblicato dal Comune per l’assunzione di personale di categoria C, disponeva che a seguito della prova preselettiva, basata sulla somministrazione di test a risposta multipla, avrebbero dovuto essere ammessi a partecipare alla successiva prova d’esame “i primi 20 classificati nella prova preselettiva che abbiano conseguito il punteggio di almeno 21/30, includendo comunque i pari merito al 20° posto”;

CONSIDERATO che il numero dei candidati ammessi alla prova successiva a quella preselettiva sembrerebbe essere superiore a quello che il bando della procedura concorsuale effettivamente prevedeva;

RITENUTO che il fatto sopravvenuto, così come sopra esposto, impone all’Amministrazione Comunale di avviare un procedimento amministrativo e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le disposte assunzioni, a garanzia del superiore interesse pubblico;

PRESO ATTO CHE

  • il Sindaco Michel Barbet ha dichiarato, più volte, sui social e alla stampa che il Comune di Guidonia Montecelio sarebbe “parte lesa” e di aver trasmesso la documentazione alla Procura di Civitavecchia;
  • l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio con Deliberazione n. 34 del 16/04/2021 ha già approvato un atto di indirizzo al Segretario Generale del Consiglio Regionale al fine di:

a) avviare un procedimento amministrativo e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le assunzioni disposte con determinazione dirigenziale della Regione Lazio n. A00963 del 28 dicembre 2020;

b) verificare se, nelle more dell’esito del procedimento amministrativo di riesame di cui al punto a), sussistano i presupposti per procedere alla sospensione dei rapporti di lavoro in questione adottando i provvedimenti consequenziali;

RITENUTO, pertanto, tutelare in primis gli interessi dell’Ente e della collettività;

VISTO l’art. 51 del Regolamento Comunale sul funzionamento del Consiglio Comunale

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

ad adottare un provvedimento urgente con specifico mandato al Segretario Generale e alle strutture amministrative competenti per materia al fine di avviare un procedimento amministrativo e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le disposte assunzioni e di verificare altresì se, nelle more dell’esito del citato procedimento amministrativo di riesame, sussistano i presupposti per procedere alla momentanea sospensione dei rapporti di lavoro in questione adottando i provvedimenti consequenziali.




Roma droga a Tor Bella Monaca, colpo ai vertici dello spaccio: 51 arresti

ROMA – Azzerati i vertici della più grande piazza di spaccio operante nella borgata romana di Tor Bella Monaca, questo il risultato dell’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma scattata all’alba.

In varie regioni d’Italia, i Carabinieri stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 51 soggetti, 44 colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere e 7 che verranno posti agli arresti domiciliari, tutti appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata nella Capitale e con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Più di trecento militari, coadiuvati dalle unità cinofile e supportati da elicotteri del Nucleo Carabinieri di Pratica di Mare, hanno partecipato al blitz.

L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo di Frascati, ha permesso di ricostruire i ruoli dei vari sodali all’interno dell’organizzazione, facente capo a tre fratelli che gestivano l’attività delinquenziale della piazza di spaccio che insiste su via dell’Archeologia nel quartiere romano di Tor Bella Monaca.

Uno di loro, il più grande di età, è stato arrestato nel mese di febbraio per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso poiché ha sparato ad un altro soggetto per controversie legate al controllo del territorio tra piazze di spaccio.

Dalle indagini è emerso che la piazza non “dormiva” mai: pusher e vedette si alternavano in strada h24 con rigide turnazioni in attesa dei numerosi acquirenti; i “collaboratori” avevano invece il compito di rifornire e controllare pusher e vedette, facendo da anello di congiunzione con i vertici dell’associazione. Lo stupefacente veniva occultato nei posti più disparati (come ad esempio nei serbatoi dei veicoli in sosta, cantine occupate abusivamente e munite di inferriate, sotto le piante delle aiuole e così via). Lo spaccio sulla pubblica via, rappresentava per il sodalizio una vera e propria strategia di marketing, adottata per garantire introiti più remunerativi, agevolati dalla viabilità del luogo che consentiva un veloce accesso ed un altrettanto allontanamento dal quartiere.

Le indagini consentivano di appurare un giro d’affari di circa 600.000 euro mensili.

Come in una perfetta organizzazione aziendale i pusher che si rivelavano capaci ed affidabili venivano promossi con ruoli di supervisione, andando a formare un efficiente organigramma di tipo manageriale dove i compiti erano suddivisi rigidamente, e dove chi sbagliava subiva punizioni gravissime: si è arrivati a registrare veri e propri sequestri di persona dove gli associati “infedeli”, ed addirittura i loro familiari, sono stati sequestrati per poi venire brutalmente picchiati. Con riferimento a tale ultima contestazione è stata riconosciuta l’aggravante di avere agito con il metodo “mafioso”.

L’organizzazione criminale ha dato prova di una grande capacità di sopperire ai numerosi arresti effettuati dai Carabinieri del Gruppo di Frascati, sempre pronti a rimpiazzare i numerosi pusher che sono stati arrestati e che, in ogni caso, scontata la loro pena spesso tornavano a spacciare o venivano reimpiegati in altri ruoli.

Un aspetto fondamentale, emerso dalla lettura dell’ordinanza che dispone le misure cautelari e che differenzia la piazza colpita quest’oggi dalle altre piazze operanti nell’area, è la contestazione dell’aggravante del metodo mafioso, in relazione ad alcuni delitti contestati ai vertici che mette in luce la pericolosità del sodalizio, munito peraltro di una larga disponibilità di armi da fuoco. La violenza degli associati è uno dei punti caratterizzanti dell’associazione, pericolosità ben espressa nelle parole del Gip: “Non è in proposito da trascurare la rilevantissima circostanza che le pretese estorsive così come i sequestri di persona sono stati avanzate secondo uno schema di azione ampiamente noto e collaudato. Questa situazione appare chiaramente sintomatica del fatto che gli indagati non hanno esitato ad utilizzare la forza intimidatrice tipica del metodo mafioso, con modalità eclatanti ed evocative dell’appartenenza da un gruppo criminale organizzato tale da incutere nelle vittime una condizione di assoggettamento. Trattasi di condotte che costituiscono diretta espressione del metodo mafioso, essendo connotate da un evidente utilizzo della forza di intimidazione propria degli appartenenti alle associazioni di cui all’art. 416 bis C.P. e che si inseriscono in un contesto del tutto peculiare ed estraneo alle logiche della criminalità comune, di assoluta omertà, in considerazione della pericolosità del gruppo riconducibile a L. D. ed ai suoi consociati”.

Altissimi i ricavi dell’organizzazione, circa 20.000 euro al giorno, che hanno permesso agli associati sia di reimpiegare i proventi illeciti in varie attività commerciali sia di vivere una vita di lusso e sfarzi: orologi costosi, supercar, vacanze all’estero e gite in elicottero. Ricchezza che viene evidenziata anche nel testo dell’ordinanza: …“significativo sul punto anche quanto segnalato dal P.M. circa l’ostentazione evidente operata da L.D del suo potere e prestigio criminale nel quartiere di Tor Bella Monaca anche in considerazione delle sue elevate potenzialità economiche, attraverso l’utilizzo abituale di vetture, orologi, abbigliamento di lusso”, ed ancora: “Le modalità della condotta complessivamente considerate alla luce del materiale probatorio in atti, avuto riguardo in particolare anche ai delitti di tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni aggravate, e autoriciclaggio contestati all’indagato L. D., lasciano emergere la pericolosissima personalità degli indagati, che hanno agito con pervicacia criminale e assoluto spregio dinnanzi all’Autorità dello Stato”.

Contestualmente alle misure cautelari personali i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati stanno procedendo anche al sequestro preventivo di un’immobile, sito nel quartiere romano di Castelverde, di due esercizi commerciali ubicati a Tor Bella Monaca e di otto veicoli, riconducibili ai vertici del sodalizio, per un valore complessivo di circa 350.000 euro.




Da Olbia a Civitavecchia un carico di droga diretto a Roma: “in fumo” 3 milioni di guadagno

Avrebbero invaso il mercato della capitale i 207 chilogrammi di marijuana
intercettati nel porto di Civitavecchia dai Finanzieri del Comando Provinciale
di Roma.
Durante i controlli di routine, alle Fiamme Gialle della Compagnia di
Civitavecchia, coordinate dal locale Gruppo, non è sfuggito l’arrivo di un
furgone, sbarcato da una motonave proveniente da Olbia, che trasportava
vecchi mobili e masserizie varie.
I sospetti sono stati confermati dall’interesse per il carico da parte del cane
anti-droga “Losna”, che ha indotto i militari a ispezionare il mezzo, rinvenendo
all’interno dei mobili la droga, confezionata in buste di cellophane.
L’autista del furgone, un quarantaduenne della provincia di Nuoro, è stato
arrestato con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti.
La droga, se fosse giunta a destinazione, avrebbe fruttato oltre 3 milioni di
euro, considerata la sua ottima qualità e le attuali quotazioni sulle piazze di
spaccio.
L’operazione rientra nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti
messo in campo dalla Guardia di Finanza di Roma negli scali aeroportuali e
portuali di accesso alla Capitale.




Bari, colpo al clan mafioso Strisciullo: 99 arresti

Nella notte appena trascorsa, un’imponente operazione antimafia della Direzione Distrettuale
Antimafia di Bari e della Direzione Nazionale Antimafia ha visto impegnati, a Bari e su tutto il
Territorio Nazionale, oltre 400 uomini e donne del Comando Provinciale dei Carabinieri e della
Questura di Bari, in un’azione congiunta, con la quale è stato inferto un duro colpo all’agguerrito clan
Strisciuglio
, operante a Bari e provincia.
Sono complessivamente 99 i soggetti, tra capi e affiliati, raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare
in carcere e ai domiciliari emessa dal Tribunale di Bari – Sezione GIP, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, indagati, a vario titolo, per “associazione di tipo mafioso armata, detenzione
e porto di armi, anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidi e tentati omicidi, estorsioni, minacce, lesioni e rissa”
.
Decine sono le perquisizioni domiciliari alla ricerca di armi e droga, operate dagli agenti della Polizia
di Stato e dai militari dell’Arma, supportati da unità cinofile, da due elicotteri, dai Cacciatori
Eliportati di Foggia, dal personale dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato e delle
Sezioni di Intervento Operativo dei Carabinieri.
L’operazione di oggi, denominata convenzionalmente “VORTICE-MAESTRALE”, costituisce il
compendio di un’indagine avviata nel 2015, diretta da un pool composto da magistrati della
Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Direzione Nazionale Antimafia e condotta, in stretta
e costante sinergia, dalla Squadra Mobile della Questura di Bari e dal Nucleo Investigativo del
Reparto Operativo dei Carabinieri di Bari, mediante articolate e convergenti attività tecniche e
dinamiche, che hanno portato al sequestro, negli ultimi anni, anche di considerevoli quantitativi di
droghe di ogni tipo e di armi, nella piena e certa disponibilità di uomini del clan.
L’attività investigativa ha fatto emergere la perdurante operatività criminale del clan Strisciuglio e
delle sue articolazioni territoriali , attive nei quartieri Libertà, San Paolo (cui fa riferimento anche una frangia operativa nel Comune di Palo del Colle), Enziteto – San Pio – Catino e San Girolamo (oltre ad una propaggine periferica nei Comuni di Conversano e Rutigliano), nonostante la carcerazione di importanti esponenti di vertice.

Molteplici i reati scopo accertati, tra cui l’illecita commercializzazione di stupefacenti, reati contro
la persona (omicidi e tentati omicidi), reati contro il patrimonio (in specie estorsioni) e in materia di
armi.
Nel corso delle attività di indagine sono state registrate le mire espansionistiche della compagine
mafiosa e la proliferazione della stessa nell’intera area della città metropolitana, attorno alle figure
dei boss Caldarola Lorenzo, Valentino Vito, Ruta Alessandro, Faccilongo Saverio e Campanale
Giacomo, responsabili delle diverse articolazioni territoriali.
E’ stato, altresì, accertato come il sodalizio abbia assunto il controllo delle piazze di spaccio,
riversando nella vendita al dettaglio gli ingenti rifornimenti di sostanze stupefacenti, assicurati, sino
al 2017, anche da alcuni appartenenti al clan Parisi-Palermiti (con sede operativa nel quartiere
Japigia di Bari), che in quel periodo stavano cercando di acquisire una propria autonomia e avevano
stretto importanti rapporti commerciali con alcuni esponenti apicali del clan Strisciuglio.
L’organizzazione mafiosa colpita quest’oggi, nel periodo oggetto delle investigazioni, con micidiali
e sanguinose azioni di fuoco, aveva preso il sopravvento sul clan Mercante all’interno del quartiere
Libertà, acquisendo, in quella parte nevralgica del capoluogo pugliese, il controllo esclusivo delle
attività di spaccio e delle estorsioni ai danni dei titolari di attività produttive; in particolare, era riuscita
ad imporre ai gestori di alcuni esercizi pubblici ubicati nel cuore della città di Bari, l’installazione di
apparecchi per il gioco, con vincite in danaro, forniti da un’azienda gestita da uno dei sodali, il quale
versava, poi, parte degli introiti nelle casse della cosca, ottenendo in cambio il monopolio di fatto nel
settore.
Le indagini hanno consentito anche di fare luce sulla violenta rissa avvenuta all’interno del carcere
di Bari, l’11 gennaio 2016, tra numerosi detenuti ristretti nel circuito della c.d. “alta sicurezza”, nel
corso della quale si erano fronteggiati, tra gli altri, elementi apicali del clan Misceo, già attivo nel
quartiere San Paolo e in Palo del Colle ed esponenti di vertice del clan Strisciuglio: episodio da cui
era poi scaturita l’espansione di quest’ultimo sodalizio mafioso nel paese di Palo del Colle, mediante
il compimento di azioni violente che hanno consentito l’acquisizione del controllo territoriale.
Si è evidenziata la continuità organizzativa e funzionale del clan Strisciuglio, rispetto a quanto già
emerso in precedenti inchieste giudiziarie: trattasi di un’organizzazione mafiosa di tipo federale,
suddivisa in plurime articolazioni, dotate di margini di autonomia operativa e, allo stesso tempo,
legate tra di loro da solidi vincoli di interconnessione organizzativa e funzionale.
Un dato particolarmente allarmante è rappresentato dalla capacità del sodalizio di associare al
capillare controllo delle strade e delle piazze di importanti quartieri del capoluogo pugliese,
un’altrettanto pressante attività di condizionamento e di infiltrazione mafiosa all’interno del carcere
di Bari, imponendo il proprio ruolo egemonico in talune sezioni della suddetta struttura detentiva e
svolgendo un’ instancabile attività di proselitismo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni.
Dalle investigazioni è anche emerso che i vertici del clan hanno continuato a gestire le attività illecite,
nonché ad impartire ordini e direttive anche durante la detenzione. Ciò facendo, non solo tramite le
ambasciate comunicate all’esterno mediante i prossimi congiunti, ma anche in via diretta, utilizzando
telefoni cellulari consegnati clandestinamente in carcere, avvalendosi anche dei più moderni mezzi
tecnologici. Emblematico è l’episodio avvenuto il 24 ottobre 2018 presso il carcere di Taranto, ove
era recluso FACCILONGO Saverio. Al fine di fargli recapitare due telefoni cellulari e un congruo
quantitativo di hashish e cocaina, era stato utilizzato dai fiancheggiatori un drone, tuttavia senza
successo.

Questa importantissima operazione antimafia attesta, ancora una volta, quanto sia elevato l’impegno
e la determinazione delle diverse componenti della “Squadra Stato” nel costruire insieme una comune
strategia di contrasto alla criminalità organizzata mafiosa: un forte segnale di fiducia e di speranza,
che punta a risvegliare e ravvivare la coscienza sociale e l’impegno partecipativo di una intera
comunità cittadina che, per troppo tempo, ha dovuto subire il peso dell’oppressione mafiosa.




Albano, Pavona e Cecchina: tanti i cantieri aperti sulle strade

Soddisfatto il Sindaco Massimiliano Borelli

In tanti, nelle ultime settimane si sono accorti dei lavori su molte strade di Albano, Pavona e
Cecchina. Certo, qualche disagio e qualche ritardo per i residenti, ma visti i risultati, è un sacrificio
accettabile. Soddisfatto il Sindaco Borelli, che sul suo smartphone ha una nutrita cartella di foto dei lavori già eseguiti:
“Il buon lavoro di pianificazione della passata Amministrazione – dichiara il Sindaco – la
programmazione della mia Giunta e la costante ricerca di collaborazione con gli altri Enti, in queste
settimane di traffico veicolare meno intenso, ci hanno permesso di avviare e concludere diversi
lavori sulle nostre strade. Le sinergie con Città Metropolitana e Regione ci hanno permesso di
risolvere alcuni problemi annosi, penso a un tratto di via Cancelliera o via Tor Paluzzi, come su via
Latina e via Selvotta.
La prossima chiusura del ponte di Ariccia peserà molto nei prossimi mesi, ma gli automobilisti
troveranno più strade alternative sistemate.
A giorni presenteremo in Consiglio la proposta di Bilancio, con l’aggiornamento del Piano delle
Opere. In esso sono già contenuti i lavori per altre strade del centro storico, via Aurelio Saffi in
primis, dove vogliamo costruire un percorso partecipativo con i residenti e le attività produttive, già
penalizzate dalla pandemia.
Viabilità ma anche soluzioni per la sosta: stiamo razionalizzando i parcheggi per i disabili, mentre
la Città metropolitana ha re-impegnato fondi per la sistemazione del parcheggio di scambio di
campo Boario e dobbiamo riattivarci da subito per realizzarne il progetto.
Non certo come ultimo per importanza, seguiamo con grande attenzione il cantiere del sottopasso di
Pavona, uno degli snodi centrali della futura viabilità di quel quadrante.
Siamo in ritardo con i tempi, lo sappiamo. Per questo, sarà necessario un confronto franco e
risolutivo con le società di servizi, che devono concludere i lavori di competenza senza ulteriori
indugi”.




Roma e Anguillara Sabazia, loculi cimiteriali: una vergogna che non sarà mai abbastanza grande!

Ad Anguillara Sabazia come a Roma e… a Roma come in qualsiasi altro posto il “caro estinto non vota”. Il de cuius non fa vertenze, non reclama, non sciopera, non protesta. La buonanima fa comodo all’amministratore finché è vivo e vegeto e purché paghi i vari balzelli.

Ai residenti del camposanto vale quanto è scritto sulla porta dell’inferno: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, ovvero: scordatevi una volta per sempre di avere qualsiasi diritto di cittadinanza e ricordatevi che per il Comune non siete altro che “un problema”, siete gli scheletri nell’armadio di ogni Consiliatura.

Scheletri nell’armadio sì, ma non per sempre, finché un padre, casualmente un deputato viene colpito duramente negli affetti più cari, dovendo scontrarsi amaramente con la dura realtà di tanta “malamministrazione” di tanti Comuni e davanti al collasso del cimitero di Prima Porta, non posta questo tweet: “Raggi vergogna, da due mesi non riesco a seppellire mio figlio…. La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande”.


La notizia suscita rabbia e sgomento e tanta solidarietà intorno al deputato Romano. Grazie a lui si è scoperto un vaso di pandora dei collassi dei cimiteri, argomento fino ad ora ignorato dalla “grande” stampa.

Quanti altri padri “Andrea” sono vittima di queste malamministrazioni?

Alcuni commentatori tv, mal informati, hanno voluto spiegare l’ammasso di feretri nei depositi dell’Ama in attesa di sepoltura dovuto, secondo loro, alla crescita di decessi a causa Covid-19. Non è così! L’ammasso di quei feretri ha ben altre spiegazioni come ben altre spiegazioni hanno le discutibili requisizioni che il Comune di Anguillara Sabazia ha effettuato disordinatamente, prima dalla Giunta pentastellata guidata dalla ex sindaca Sabrina Anselmo, poi dal Commissario Prefettizio e recentemente dall’attuale Giunta di centrodestra guidata dal Sindaco Angelo Pizzigallo.

Anche per Anguillara Sabazia, sembra valere quanto è scritto sulla porta dell’inferno:: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, scordate una volta per sempre d’avere qualsiasi diritto di cittadinanza e che per il Comune non siete che “un problema”, siete gli scheletri nell’armadio di ogni Consiliatura”. Non può che essere così perché ad ogni insediamento di un nuovo Consiglio non mancano gli auspici, le promesse e le tante parole al vento. Ad Anguillara Sabazia ci sono stati progetti approvati, in parte finanziati, fior fiore di architetti arruolati per studiare il progetto, tanto bla bla bla per condurre sempre alla stessa conclusione. I morti non votano, non fanno sentire la loro voce, i morti non fanno flash mob e non disturbano. I morti non portano consensi elettorali e i morti possono aspettare.
Spostare i morti da un angolo del “giardino” all’altro per il Comune sembra essere diventato uno sport a costo zero.

L’ingiustizia però, questa volta non si fa a chi ci ha lasciato, l’atto ingiusto si compie impunemente a scapito di chi con grandi sacrifici aveva pagato la concessione e l’offesa si fa contro quel congiunto che assiste al pellegrinare del proprio caro estinto quando quest’ultimo viene a dover lasciare il loculo per fare posto al legittimo concessionario.

Il dolore non ha prezzo, ma i sentimenti non fanno parte del regolamento comunale

Il lamento del deputato Andrea Romano dovrebbe scuotere le coscienze di qualsiasi amministratore, ammesso che ne abbiano una. “Oggi sono 2 mesi che mio figlio Dario non è più con la sua mamma, con i suoi fratelli, con me. Due mesi che non riusciamo a seppellirlo” esclama il padre affranto e poi : “Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile. Anzi, non dà alcun tempo”.

Non è solo l’Ama che non dà tempi di sepoltura degni di una città civile perché anche l’amena cittadina di Anguillara Sabazia non dà tempi certi e pertanto anche per gli amministratori di ieri e di oggi, la vergogna non sarà mai abbastanza grande.




Rocca di Papa, sigilli sul Monte Cavo: sequestrate tre piste e diversi manufatti

A seguito di specifica attività di polizia giudiziaria, la Polizia Locale di Rocca di Papa e i Guardiaparco del Parco dei Castelli Romani, con il supporto dei Carabinieri Forestali, nella giornata di ieri hanno proceduto al sequestro di tre piste e diversi manufatti abusivi realizzati per la pratica degli sport estremi, interventi finalizzati alla loro rimozione. Tali attività sportive illecite negli anni hanno infatti danneggiato il sottobosco, modificandone la conformazione e compromettendo gli equilibri ambientali.

“La giornata di ieri rappresenta la continuità di un’attività più ampia denominata Operazione Monte Cavo, volta alla salvaguardia del territorio dal punto di vista paesaggistico, archeologico e ambientale per la tutela dell’inestimabile patrimonio della nostra Città – afferma il Sindaco, Veronica Cimino – Da mesi, infatti, l’Amministrazione Comunale lavora al progetto di tutela speciale dell’intera area di Monte Cavo assieme alla Soprintendenza. Un progetto che parte dalla rimozione degli impianti radiotelevisivi abusivi, passando alla tutela del patrimonio archeologico presente, attraverso la proposta di attribuzione di un vincolo specifico. Riguardo all’attività posta in essere in queste ore si specifica che si tratta di tracciati abusivi, segnati in maniera illegale e realizzati in spregio all’ambiente e della sicurezza pubblica. Per quanto riguarda le operazioni di ieri, desidero rinnovare il mio encomio nei confronti del Parco dei Castelli Romani per la loro fattiva collaborazione, congiuntamente alla Polizia Locale e ai Carabinieri Forestali, che stanno operando in modo proattivo e costante per la risoluzione di questioni spesso complesse”.

“È necessario garantire sicurezza a coloro che fruiscono del bosco nel rispetto della natura e nell’osservanza delle regole tramite un’adeguata attività di controllo e tutela – afferma l’Assessore al patrimonio boschivo, sport e turismo Francesco De Santis – In questo senso intendo rassicurare sul fatto che i sentieri ufficiali e riconosciuti, come quelli del CAI, sono percorribili in tutta tranquillità e sicurezza. Lo sport e il turismo rappresentano vere opportunità solo se tengono conto delle esigenze dei territori e delle persone che li ospitano. È impensabile porre al primo posto il puro divertimento. Ci sono altri elementi che una coscienziosa Amministrazione deve avere sempre a mente per poter sviluppare progettualità di ampio respiro su questi temi così importanti”.

“Il lavoro a tutela dei boschi, che si è intensificato con l’azione di ieri e che proseguirà nel tempo, è frutto di un impegno congiunto – commenta il Presidente del Parco, Gianluigi Peduto – e la collaborazione fra Comune di Rocca di Papa e Parco dà ancora più incisività all’azione, espressione di coordinamento e di unità di intenti”.

“Ringrazio il Comune, i nostri Guardiaparco e i colleghi del settore Ambientale – dichiara il Direttore dell’Ente, Emanuela Angelone – che hanno lavorato alla preparazione dell’intervento di ieri e alla sua riuscita, ciascuno mettendo a disposizione la propria specifica professionalità. Continueremo a lavorare insieme affinché nel Parco sia possibile fare tutto ciò che è compatibile con l’ambiente, nel rispetto delle regole”.




Ssd Colonna, importante novità: New Energy nuovo sponsor. Di Girolamo: “Club più solido”

Colonna (Rm) – Un anno complicato a causa della pandemia. Ma proprio nel finale della stagione 2020-21 è arrivata una importante novità per la Ssd Colonna che può guardare al futuro con maggiore fiducia. E’ il presidente Simone Di Girolamo a comunicarla a tutti: “Abbiamo trovato un accordo con la New Energy che sarà nostro sponsor ufficiale. Un’azienda molto importante che opera nel settore della luce e del gas e che negli ultimi mesi è entrata prepotentemente nel mondo del calcio professionistico e dilettante. Abbiamo conosciuto i vertici dell’azienda e la cosa che ci ha convinto è stato il loro modo di intendere questa collaborazione: ci hanno lasciato piena autonomia a livello programmatico e tecnico, rendendo comunque più forte e più ambizioso il nostro progetto. In virtù di questo accordo c’è stato l’ingresso nel Consiglio direttivo di tre nuove figure, nelle prossime settimane parleremo più nel dettaglio anche di questo”. Insomma il percorso del Colonna continua con la medesima gestione, ma con maggiori prospettive e stabilità. “Anche personalmente potrò essere più presente al campo sportivo – prosegue Di Girolamo – In quest’ultimo anno ho portato avanti un Master di secondo livello presso l’università Luiss Guido Carli e ringrazio la mia azienda Bcc Castelli Romani e del Tuscolo per questa bellissima e impegnativa esperienza. Adesso l’ho portato a termine e potrò seguire più da vicino le varie attività del nostro club”. Che si è messo alle spalle una stagione complicata, ma dove non sono mancate soddisfazioni: “A livello numerico abbiamo tenuto botta nonostante i problemi legati alla pandemia, anzi tutti i nostri settori (dal calcio al volley, dal pattinaggio al basket, ndr) sono cresciuti e hanno dato dimostrazione della loro vitalità. In quest’ultimo spicchio di stagione le attività andranno avanti rispettando le rigide disposizioni governative e federali anti-Covid. L’auspicio e la voglia da parte di tutti i noi sono quelle di fare ancora meglio nel prossimo futuro”.




Auto nuova: perché scegliere il noleggio a lungo termine

Sono sempre di più gli italiani che scelgono il noleggio a lungo termine, un’opportunità disponibile nel nostro Paese solo da alcuni anni. Si tratta di un’offerta interessante, che consente anche a chi non ha a disposizione elevate cifre di denaro di guidare l’auto che desidera. Le proposte disponibili sono molteplici e si possono valutare e verificare direttamente online. Se anche tu vuoi capire come funziona e i vantaggi di questa formula, scopri il noleggio a lungo termine sul sito LeasePlan.

Come funziona il noleggio a lungo termine

Il noleggio a lungo termine è una soluzione alternativa all’acquisto di un’auto nuova, che è possibile per privati cittadini, aziende e professionisti. In pratica invece di acquistare l’auto la si noleggia per un prolungato periodo di tempo: dai 2 fino a oltre i 5 anni. Il cliente ottiene inizialmente un’auto completamente nuova; per l’utilizzo pagherà solo un canone mensile, stabilito nel contratto di noleggio, che non varia mai con il passare degli anni.

Un canone che riunisce tutte le spese

Quindi con il noleggio a lungo termine l’auto non cambia di proprietario, rimane dell’azienda che lo ha concesso a noleggio al proprio cliente, il quale salda un canone mensile che comprende tutte le spese correlate all’automobile: dal soccorso stradale all’assicurazione, dalla tassa di proprietà fino alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Ci sono poi anche diverse possibilità di variazione del canone mensile, aggiungendo ad esempio anche la sostituzione degli pneumatici, la tutela legale in caso di incidente o varie altre opzioni. Per rendere più leggero il canone è possibile pagare un anticipo iniziale, mentre non tutte le compagnie di noleggio consentono di noleggiare l’auto a lungo termine senza pagamento di alcun anticipo.

Perché conviene

Il noleggio a lungo termine conviene per un motivo ben preciso e chiaro: è possibile conoscere sin dal primo giorno l’effettivo costo mensile per l’utilizzo e la manutenzione dell’auto. In questo modo non si devono temere imprevisti, quali ad esempio il fermo del veicolo causato da un incidente o da un guasto, o anche il costo delle riparazioni stesse. Chi ama fare un chiaro bilancio delle spese famigliari si troverà particolarmente bene con il noleggio a lungo termine, perché la somma da spendere per l’auto è precisa e chiara sin da subito e non varia con il passare del tempo. Oltre a questo non serve avere a disposizione varie decine di migliaia di euro per guidare subito l’auto che si ama: basta un piccolo anticipo per partire con l’auto dei sogni.

E al termine del noleggio?

Nel momento in cui il contratto di noleggio raggiunge il suo termine naturale il cliente può riportarla presso la società di noleggio e sceglierne un’altra, stipulando un nuovo contratto di noleggio. In questo modo con una spesa modica si ha sempre a disposizione un’auto nuova, scelta tra le tante disponibili con la formula del noleggio a lungo termine. Oppure può decidere di acquistarla dall’azienda di noleggio; in questo caso l’auto sarà valutata come usata, quindi avrà un costo di molto inferiore rispetto a quello di listino iniziale.




Reggio Emilia, uccide il padre a martellate e ferisce gravemente sua madre: scrittore fermato per omicidio

Il figlio dell’uomo trovato morto nel tardo pomeriggio di sabato a San Martino in Rio (Reggio Emilia) con il cranio sfondato da colpi di martello, è stato fermato per omicidio e tentato omicidio: è accusato anche di aver gravemente ferito la madre, ricoverata in coma farmacologico in ospedale. L’uomo, Marco Eletti, 33 anni, è stato interrogato da pm e carabinieri che hanno rilevato numerose incongruenze nel suo racconto.

Il corpo di Paolo Eletti, 58 anni, era stato trovato ieri sera nella sua casa di San Martino in Rio, nella bassa reggiana, con il cranio sfondato a colpi di martello. A poca distanza da lui, in stato di semi incoscienza, c’era la moglie, Sabrina Guidetti, con tagli ai polsi. A dare l’allarme era stato, attorno alle 17, proprio il figlio che, in stato di shock, aveva chiamato i soccorsi anche per un principio d’incendio scaturito dal garage. La donna è stata portata all’ospedale di Reggio Emilia in condizioni gravissime: è ricoverata, in pericolo di vita, in coma farmacologico.

I sospetti degli inquirenti si sono subito concentrati sul figlio, uno scrittore italiano di romanzi e racconti, conosciuto soprattutto per “Sotto stato d’assedio” e “La regola del Numero Sette”, quest’ultimo in attesa di un accordo di traduzione e distribuzione per il Regno Unito, la Germania e la Spagna. Il giovane è stato sentito dai carabinieri del nucleo investigativo della compagnia di Reggio Emilia e dalla pm Piera Giannusa che coordinata le indagini. Viste le numerose incongruenze tra il racconto del giovane e le risultanze delle indagini, in mattinata è scattato il fermo per l’omicidio del padre e il tentato omicidio della madre.

Il movente sarebbe, secondo le prime ricostruzioni, legato a questioni di soldi, che avrebbero portato a frequenti liti, l’ultima delle quali, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe scaturita nell’aggressione che ha provocato la morte dell’uomo e il grave ferimento della moglie. La casa di San Martino in Rio è stata sequestrata.