Nemi, gestione rifiuti in via della Radiosa. I cittadini dicono no. Nasce il Comitato spontaneo

L’amministrazione Bertucci ci riprova cambiando il nome da “Isola Ecologica” a “Centro di Raccolta dei Rifiuti differenziati comunali-isola ecologica” ma la legge parla chiaro: in presenza di pozzi di acqua potabile è vietata la gestione rifiuti

NEMI (RM) – Sono oltre 200 le persone residenti dellaparte alta di Nemi denominata “I Corsi” che dicono no a un sito di gestione rifiuti in via della Radiosa: una zona residenziale, vincolata in pieno Parco Regionale dei Castelli.

Il neo costituito Comitato di cittadini “I Corsi – via della Radiosa, Nemi” ha raccolto in pochi giorni oltre 200 firme di residenti contrari a qualsiasi forma di gestione di rifiuti in un sito protetto quale è quello del Parco Regionale dei Castelli Romani, in una zona residenziale dove alcune case si trovano anche a 10/20 metri dal sito di raccolta dei rifiuti e dove a soli 60 metri c’è un pozzo che fornisce acqua potabile alla cittadinanza. Inoltre la zona residenziale “I Corsi” a Nemi non ha strade idonee a sostenere il continuo transito di mezzi pesanti e auto oltre ad avere oggettivi problemi di viabilità e sicurezza stradale.

La presenza di un sito di raccolta e stoccaggio rifiuti causerebbe grossi problemi ai residenti

Inquinamento ambientale e acustico, traffico di auto e mezzi nonché problemi di abbandono rifiuti e quindi di assenza di decoro urbano dovuti al fatto che via della Radiosa si trova anche a pochi passi dai Comuni di Rocca di Papa e di Velletri.

Inoltre il sito dei rifiuti dovrebbe nascere proprio attaccato allo stadio Comunale di Nemi, una struttura dedicata allo sport dei ragazzi che già oggi è destinata a ricovero mezzi della società di raccolta rifiuti Minerva.

Attualmente sono assenti i controlli e l’abbandono indiscriminato dei rifiuti è un fenomkeno diffuso, figurarsi con la presenza di un sito di raccolta in mezzo al patrimonio naturale e boschivo di Nemi: sarebbe a tutti gli effetti una discarica.

I membri del Comitato manifestano la loro più totale contrarietà e si rivolgeranno presso tutte le sedi competenti per denunciare quello che è un vero e proprio golpe all’Ambiente con grosse ripercussioni sulla quotidianità dei residenti: “Non è possibile – dichiarano i portavoce del Comitato Riccardo Amici e Maria Teresa Gianfagna – prevedere alcun tipo di gestione dei rifiuti in via della Radiosa a Nemi: il sito non è idoneo e ci aspettiamo che anche il Parco Regionale dei Castelli esprima pubblicamente la contrarietà a una gestione dei rifiuti in un’area protetta e vincolata. La Regione è già informata, sono pronte azioni e una interrogazione regionale che presto pubblicheremo sui nostri siti d’informazione”. Ieri (sabato 17 Aprile) ha effettuato un sopralluogo il Garante regionale del Servizio Idrico Avvocato Paola Perisi, sollecitata dal Comitato cittadino, la quale preparerà una dettagliata relazione sullo stato dei luoghi che presenterà ai referenti competenti regionali prima del Consiglio comunale di Nemi convocato per questo giovedì che tratterà anche il tema dei rifiuti alla Radiosa. La Garante ha assicurato pieno sostegno ai cittadini.

I FATTI

Il Comune di Nemi intende realizzare un “Centro di raccolta dei rifiuti differenziati comunali – isola ecologica Loc. “I Corsi” in via della Radiosa.

Il Comune di Nemi ha convocato il Consiglio comunale in prima convocazione per giovedì 22 aprile ore 17 e in seconda convocazione per il giorno dopo mettendo tra gli ordini del giorno l’approvazione del progetto definitivo e della variante urbanistica al PRG per la realizzazione di un CENTRO DI RACCOLTA DEI RIFIUTI DIFFERENZIATI COMUNALI – ISOLA ECOLOGICA Loc. “I Corsi”

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Nessuno dei residenti di via dei Corsi e dintorni di via della Radiosa era al corrente delle intenzioni del sindaco Bertucci.

Il Gestore idrico ACEA ha già detto NO nel 2016

Nel 2016 il Comune di Nemi ha effettuato il primo tentativo di realizzare l’isola ecologica in via della Radiosa (sempre lo stesso sito) ma in sede di conferenza dei servizi l’Ato2 Acea espresse parere sfavorevole (negativo) a causa della vicinanza del pozzo di acqua che serve acqua potabile alla popolazione che si trova a circa 60 metri da dove si intende realizzare l’isola ecologica.

CLICCARE QUI PER LEGGERE IL PARERE SFAVOREVOLE DI ACEA

Dopo 5 anni il Comune di Nemi presenta un nuovo progetto e intende approvare, al prossimo Consiglio Comunale (fissato in prima convocazione il 22 aprile e in seconda convocazione il 23 aprile) la variante al PRG da verde pubblico a servizi pubblici.

La variante al PRG è necessaria per poter realizzare il centro raccolta comunale – isola ecologica (il Comune non chiarisce neppure se vuole realizzare un’isola ecologica o centro di raccolta comunale e nella confusione scrive entrambe le cose negli atti).

Ciononostante, allo stato attuale esiste il parere sfavorevole di Acea Ato2 che dice chiaramente che la legge (D.lgs 3 aprile 2006 n°152 art. 94 comma 4) non consente la gestione rifiuti in presenza di pozzi d’acqua potabile e che comunque esiste una fascia di rispetto determinata in 200 metri.




Rieti, rompe i sigilli di una discarica sotto sequestro per rubare rame: arrestato un 35enne del posto

RIETI – I Carabinieri del 16° Nucleo Elicotteri di Rieti hanno arrestato una persona, responsabile per i reati di violazione dei sigilli e furto aggravato. Il provvedimento scaturisce da un controllo di una vasta area in Vazia del Comune di Rieti, già sottoposta a sequestro probatorio nel settembre 2019 in quanto devoluta irregolarmente a discarica abusiva e per la quale sono ad oggi in corso accertamenti al fine di cristallizzarne responsabilità ovvero danni effettivi all’ambiente e cagionati alla salute del cittadino.

Durante i controlli i militari del Nucleo Elicotteri accertavano la presenza di un cittadino di Rieti, di anni 35, che dopo aver violato i sigilli, a bordo di una autovettura si impossessava di circa 50 kg di materiale in rame.

A carico dell’indagato è emerso, a seguito del controllo e della successiva ricostruzione dei fatti, un solido quadro indiziario che ha così delineato l’esistenza di una condotta ferma e consapevole dell’arrestato finalizzata al furto del materiale già sottoposto a sequestro con il chiaro intento di rivenderlo per trarne un ingiusto profitto, consentendo ai militari operanti di applicare la misura coercitiva recuperando per intero la refurtiva.

Tale provvedimento ha rimarcato come sia continua ed attenta, da parte dei militari del 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri, l’attività di salvaguardia dell’ambiente ed il conseguente rispetto da parte di tutti dei provvedimenti emessi al riguardo dall’A.G. competente.




Sabrina Guzzanti, ”I commercianti ed artigiani hanno macchinoni e ville di lusso”. Arenare (Sindacato Sinlai): ”Si vergogni e chieda scusa”

Il Twitt di Sabrina Guzzanti ha scatenato le polemiche sul web, in molti hanno criticato la frase della comica che, dal suo profilo Twitter, alla domanda: ”Qualcuno mi spiega come mai, nell’immaginario piddino medio, esercenti e artigiani sono evasori, mentre gli artisti meritano rispetto?” fatta per criticare precedenti twitt in cui la Guzzanti difendeva solo ed esclusivamente la categoria degli artisti, lasciando intendere che a suo parere era l’unica categoria a soffrire per le restrizioni; ha risposto: ”Immagino dipenda dal fatto che buona parte dei commercianti possiede appartamenti, macchinone e a volte barche. Mentre la maggior parte degli artisti vive con lo stretto necessario”.


 
Immediata la risposta del Segretario Nazionale del Sindacato Sinlai Valerio Arenare: ”Trovo questo commento della Guzzanti tanto fuori luogo quanto stupido. In questi mesi, a causa della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria, centinaia di migliaia di commercianti, ristoratori artigiani e professionisti, sono stati costretti alla chiusura forzata. Chiusure che hanno causato perdite incalcolabili di fatturato e, per molti, ha provocato la chiusura totale. La frase della Guzzanti, pertanto, è una mancanza totale di rispetto per queste persone che, al momento, non sanno nemmeno come garantire una vita dignitosa alla propria famiglia. Se ci sono commercianti ed artigiani che hanno avuto fortuna nella loro attività e quindi possono permettersi ville e macchinoni, ce ne sono una percentuale molto più alta che oggi ha paura per il proprio futuro. Inoltre, non mi sembra che tutto il popolo degli artisti vive dello stretto necessario, o le foto che si vedono sui giornali di gossip, sui social e su tantissime altre piattaforme sono tutte false? Non credo nemmeno che lei sappia cosa vuol dire fare sacrifici per garantire una vita dignitosa alla propria famiglia, pertanto è pregata di tacere e pensare a far ridere, visto che questo dovrebbe essere il suo lavoro, ma, si vede, che non le riesce bene nemmeno quello.  Inoltre la invitiamo a riflettere su quello che ha detto e che ammetta di aver detto una castroneria chiedendo scusa ai commercianti e artigiani Italiani.”




Caso Open Arms: Salvini rinviato a giudizio

Salvini: “È una decisione dal sapore politico più che giudiziario

Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini. Il senatore del Carroccio risponde di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la Procura illegittimamente, alla nave della ong catalana Open Arms, con 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa. Per giorni i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola.

Il processo comincerà il 15 settembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo

La Procura di Palermo aveva chiesto il rinvio a giudizio del senatore. In aula per l’ufficio inquirente c’erano il Procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il pm Gery Ferrara. Il caso Open Arms venne sbloccato dall’intervento della Procura di Agrigento che, dopo avere accertato con un ispezione a bordo le gravi condizioni di disagio fisico e psichico dei profughi trattenuti sull’imbarcazione, ne ordinò lo sbarco a Lampedusa. La difesa di Salvini nel corso dell’arringa ha sostenuto che la decisione del senatore, dettata dall’esigenza di tutelare i confini nazionali e che comunque fosse stata presa dall’intero Governo. Inoltre, secondo l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore del leader della Lega, alla Open Arms era stata offerta la possibilità di attraccare sia a Malta che in Spagna: la ong avrebbe rifiutato entrambe le opzioni dirigendosi verso Lampedusa. All’udienza preliminare si sono costituite 21 parti civili: oltre a 7 migranti di cui uno minorenne, Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps, comandante della nave e Ana Isabel Montes Mier, capo missione Open Arms.

È una decisione dal sapore politico più che giudiziario“. Cosi Matteo Salvini commenta il rinvio a giudizio per rifiuto di atti d’ufficio e sequestro di persona nei suoi confronti del gup di Palermo per il caso Open Arms. “Mi spiace per i miei figli, ma non torno a casa preoccupato”, ha detto ancora.

“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, in un messaggio sui propri profili social. 

“È veramente triste, in termini di giustizia, vedere una richiesta di archiviazione da parte del procuratore a Catania e vedere a Palermo, per fatti sostanzialmente identici, un rinvio a giudizio”. Lo dichiara Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. “Mi spiace per Salvini perché un processo non lo si augura mai a nessuno, ma tanto di cappello per averci messo la faccia sia a Catania che a Palermo e soprattutto per aver rivendicato il suo agire giusto e corretto da ministro degli Interni nella difesa dei confini. Mi spiace che Salvini debba affrontare un procedimento secondo i tempi lumaca della giustizia italiana, un processo che durerà anni, mi spiace per lui umanamente, ma almeno in fase dibattimentale ci sarà l’occasione per far emergere i fatti alla luce in maniera evidente Male che ci sia un processo, bene che ci sia una fase dibattimentale per fare emergere il ruolo del presidente del Consiglio e degli altri ministri coinvolti. Ma non solo – conclude l’esponente leghista – occorre ribadire il ruolo della politica che non può soggiacere a chi deve solo applicare le leggi e non deve fare valutazioni su decisioni che sono solo politiche”.




26 aprile, si riparte: ecco cosa si potrà fare

Dalle scuole in presenza ai ristoranti all’aperto, fino alle palestre e poi gli spostamenti tra regioni: il Governo ha tracciato la road map per la ripartenza del Paese. Ecco alcune delle misure annunciate che dovrebbero essere contenute nel prossimo decreto, in vigore dal 26 aprile.

ZONA GIALLA – Viene ripristinata dopo oltre un mese di stop

Ma con dei cambiamenti rispetto al passato. Tra questi, la possibilità di spostarsi liberamente tra regioni classificate in questo colore e la ripresa di diverse attività, soprattutto all’aperto a partire dal 26 aprile.

SCUOLA – In zona gialla e arancione tutte le scuole saranno in presenza. In zona rossa lezioni in presenza fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività si svolgerà almeno al 50% in      presenza.

PASS – Il nuovo decreto prevede l’stituzione di un ‘pass’ che attesti la sussistenza di una delle seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test covid negativo in un arco temporale da definire, avvenuta guarigione dal Covid. Chi ottiene il pass ha la possibilità di spostarsi liberamente in tutto il territorio nazionale e di accedere a determinati eventi – culturali e sportivi – riservati ai soggetti che ne sono muniti.

MOBILITA’ – Gli spostamenti saranno consentiti dal 26 aprile tra regioni gialle. Tra regioni di colori diversi lo spostamento sarà possibile con il ‘pass’, che di fatto anticiperebbe sul territorio nazionale il ‘green pass’ europeo previsto a giugno nell’Ue e che in quel caso prevederà lo spostamento tra Paesi dell’Unione. In tutte le zone il coprifuoco dovrebbe restare alle 22.

RISTORANTI E BAR – In zona gialla, dal 26 aprile a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei luoghi di ristorazione con tavoli all’aperto. Dal primo giugno si mangia nei ristoranti con tavoli al chiuso solo a pranzo. In zona arancione sarà mantenuta la sola possibilità di asporto, così come in quella rossa. Nelle linee guida stilate dalle Regioni, e che dovranno essere vagliate dal Cts, è stato proposto un metro di distanza nei ristoranti all’aperto o al chiuso – se la situazione pandemica lo consente – per aumentare a due laddove la condizione di diffusione del virus si dovesse aggravare.

TEATRI, CINEMA, MUSEI E FIERE  Dal 26 aprile teatri, cinema e spettacoli tornano ad essere consentiti in zona gialla all’aperto. Al chiuso gli spettacoli saranno consentiti con i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio. Musei aperti in zona gialla. Le attività fieristiche riapriranno il primo luglio. Nelle linee guida proposte dalle Regioni, si era ipotizzato almeno un metro di distanza – frontale o laterale – tra spettatori al cinema o al teatro se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.

PALESTRE – Dal 26 aprile saranno consentiti gli sport all’aperto mentre il primo giugno riapriranno al chiuso anche le palestre. Nelle linee guida delle Regioni è stato chiesto di regolamentare l’accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l’attività fisica e di evitare lo sport da contatto fisico.

LIDI, TERME, PARCHI TEMATICI E PISCINE  Le piscine all’aperto riapriranno il 15 maggio e per la stessa data dovrebbe essere prevista per gli stabilimenti balneari. Dal primo luglio ripartono gli stabilimenti termali e parchi tematici. Le linee guida proposte dalle Regioni chiedono prenotazioni per l’accesso alle piscine e liste da conservare almeno per 14 giorni, oltre a postazioni che permettano la distanza di almeno due metri tra le persone.




Rieti, uomo in preda a crisi epilettiche in mezzo al traffico cittadino: salvato dalla Polizia di Stato

RIETI – Gli Agenti della D.I.G.O.S. della Questura di Rieti hanno salvato la vita ad un giovane colto da malore.

Nella mattinata odierna, una pattuglia della Polizia di Stato impegnata nei servizi disposti dal Questore di Rieti, Maria Luisa Di Lorenzo, per l’intensificazione del controllo del territorio finalizzato alla verifica del rispetto delle misure anti Covid-19, ha notato, in pieno centro cittadino, una autovettura al cui interno un giovane era stato colto da malore a causa di un grave attacco epilettico.

Gli Agenti della DIGOS, immediatamente, hanno soccorso l’uomo, estraendolo dalla vettura ed impedendo il suo soffocamento in attesa dell’arrivo di una ambulanza del “118”, immediatamente allertata, che ha successivamente provveduto al trasporto del malcapitato presso il locale nosocomio per le cure del caso.




Milano, da fuoco all’azienda dove lavorava dopo essere stato licenziato: distrutti 14 mezzi per la raccolta rifiuti e lavaggio delle strade

MILANO – Incendia un capannone di una società operante nel settore della pulizia, raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti nel territorio della provincia di Milano dopo essere stato licenziato causando ingenti danni e la distruzione di 14 mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti ed il lavaggio delle strade.

Questa mattina i Carabinieri della Tenenza di Rozzano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano su richiesta della locale Procura della Repubblica (Proc. Agg. D.ssa Tiziana Siciliano e Sost. Proc. D.ssa Sara Arduini), nei confronti di un 43enneitaliano responsabile a vario titolo di incendio.

L’indagine è stata avviata nel pomeriggio del 4 aprile 2021 a seguito di un incendio che propagatosi all’interno del capannone di una società operante nel settore della pulizia, raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti nel territorio della provincia di Milano, aveva causato ingenti danni e la distruzione di 14 mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti ed il lavaggio delle strade.

Lo sforzo investigativo è stato immediatamente proiettato in direzione dell’ipotesi dolosa dell’incendio poiché il contesto faceva ritenere inverosimile un corto circuito e per il ritrovamento in prossimità del capannone di un guanto monouso strappato e materiale infiammabile del tipo “diavolina”, chiaramente utilizzato per appiccare il fuoco. I Carabinieri, quindi, in attesa degli ulteriori sopralluoghi delle unità specializzate dei VV.FF., esploravano tutte le ipotesi investigative anche al fine di valutare una matrice criminale legata agli interessi della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti.

Dall’analisi dei filmati di videosorveglianza in prossimità dell’area, inoltre, i militari hanno poi nitidamente notato un individuo vestito di scuro che, verosimilmente dopo essersi introdotto all’interno del capannone ed aver appiccato il fuoco (dalle immagini è infatti già evidente la colonna di fumo), aveva scavalcato il muro di recinzione gettando, prima di dileguarsi, qualcosa nel cestino.

Le testimonianze di alcuni dipendenti dell’azienda hanno però successivamente indirizzato le indagini verso l’indagato il quale, licenziato dalla società solo pochi mesi prima, si era recentemente reso protagonista di atteggiamenti molesti e condotte delittuose ai danni dell’ex datore di lavoro.

I sospetti hanno poi trovato concretezza quando gli inquirenti, dopo aver notato sul suo profilo social una foto in cui il soggetto indossava gli stessi pantaloni dell’autore dell’incendio, effettuavano una perquisizione domiciliare nel corso della quale rinvenivano un paio di pantaloni della tuta neri con alcuni segni bianchi, una felpa con cappuccio di colore nero con strisce orizzontali, un cappellino da baseball di colore nero, un paio di scarpe sportive di colore nero ed un marsupio di colore grigio, tutti perfettamente compatibili con gli indumenti indossati dall’autore del reato.




Emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio: ecco come stanno le cose

L’approfondimento di Chiara Rai a “Officina Stampa” del 15/04/2021 con video servizi e interviste agli ospiti istituzionali: Il Consigliere regionale del Lazio e Presidente della Commissione Ambiente On. Valerio Novelli, l’ingegnere e professore universitario nonché vicesindaco di Albano Laziale Luca Andreassi, il Presidente dell’associazione “Amici del Garofano Rosso” e ex Consigliere regionale del Lazio Donato Robilotta, l’ex AD di AMA Roma Daniele Fortini e il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris

Nuova emergenza rifiuti a Roma, una città che da sempre vive il problema dell’immondizia qualsiasi sia stato il colore politico di chi si è alternato al governo capitolino.

Da Veltroni in poi è mancato un piano di progettualità e ci si è affidati a Cerroni che ha fatto da stampella fin quando è stato utile. 

L’approfondimento di Chiara Rai sull’emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio insieme agli ospiti in studio: Il Consigliere regionale del Lazio e Presidente della Commissione Ambiente On. Valerio Novelli, l’ingegnere e professore universitario nonché vicesindaco di Albano Laziale Luca Andreassi, il Presidente dell’associazione “Amici del Garofano Rosso” e ex Consigliere regionale del Lazio Donato Robilotta – Officina Stampa del 15/04/2021

Il problema di Roma? La non autosufficienza nel chiudere il ciclo dei rifiuti

Video servizio sull’emergenza rifiuti a Roma trasmesso a Officina Stampa del 15/04/2021

C’è una carenza di impianti, la differenziata è ferma al palo e le isole ecologiche sono insufficienti a reggere il peso dell’intero territorio. Non c’è un sito finale per lo smaltimento e nel 2021 siamo ancora nell’era delle discariche.

Gli ecodistretti di Ignazio Marino sono stati cancellati senza alternative. La sindaca Raggi, ha fermato, senza proporre alternative gli Ecodistretti che erano stati messi in piedi dall’ex giunta Marino. Niente biodigestori destinati a utilizzare l’umido, trasformando il rifiuto in ricchezza, perchè con gli scarti alimentari sarebbe stato prodotto gas.

Daniele Fortini ex AD di AMA Roma intervistato da Chiara Rai a Officina Stampa del 15/04/2021

La percentuale di differenziata a Roma sfiora appena il 46%, ben lontano da quel 70% da raggiungere entro il 2021 promesso dall’allora assessora ai Rifiuti, Pinuccia Montanari.

Quel 70% era anche la soglia indicata come “conditio sine qua non” per la dismissione del TMB Salario: a chiuderlo, invece, ci ha pensato un rogo nel 2018. E sul futuro non ci sono ancora certezze.

Roma chiede aiuto a Napoli

Roma chiede aiuto a Napoli – Video servizio trasmesso a Officina Stampa del 15/04/2021

La Sapna, società provinciale per la gestione dei rifiuti della Città metropolitana di Napoli, ha ricevuto il 2 aprile scorso una richiesta da parte della Regione Lazio e di Ama Roma per il conferimento di circa 100 tonnellate al giorno di rifiuto indifferenziato a causa della situazione d’emergenza dei rifiuti che vive la città di Roma dopo la chiusura dell’impianto di Roccasecca nel Frusinate.

Sapna, d’intesa con la Città metropolitana, ha in corso una valutazione tecnica per verificare l’accoglibilità della richiesta.

Il Sindaco di Napoli intervistato da Chiara Rai parla della gestione rifiuti di Napoli e dei risultati ottenuti – Officina Stampa del 15/04/2021

Quest’ultima crisi è stata prodotta dalla chiusura di una discarica vicino Frosinone che serviva anche la Capitale. Se la Sapna, società provinciale per la gestione dei rifiuti della Città metropolitana di Napoli accetterà la richiesta di Ama, la Regione Lazio lavorerà ad accordi anche con la Campania.

Già attiva e vigente invece un’intesa per l’invio di parte dell’immondizia di Roma in Abruzzo. E si starebbe lavorando ad una gara per sfruttare anche canali esteri.

Arriva in soccorso, ancora, la discarica di Viterbo dopo le quantità destinate già dalla precedente ordinanza (circa 250 tonnellate/giorno) all’impianto di Monterazzano.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza dopo la presa d’atto dei ritardi di Ama nella definizione degli accordi interregionali. Dunque dallo scorso lunedì 12 aprile, dagli impianti romani per il Tmb 1 e 2 di Malagrotta, si conferiscono ulteriori 100 tonnellate  al giorno degli scarti prodotti, nella discarica Ecologia Viterbo.

Scontro tra Regione Lazio e Comune di Roma

Lo scontro tra Regione Lazio e Comune di Roma sull’emergenza rifiuti – Video servizio trasmesso a Officina Stampa del 15/04/2021

Continua lo scontro tra il Comune di Roma e la Regione Lazio. Il Presidente Zingaretti ha rilanciato l’out out: “Senza impianti commissariamento”, vale a dire che Raggi è stata nuovamente redarguita e “invitata” a presentare un piano impiantistico, quindi TMB e discariche che consentano alla Capitale di poter chiudere, così come prescritto dal piano regionale dei rifiuti, il ciclo sul proprio territorio.

Il Comune risponde no al diktat e sarebbe orientato a mettere in atto il piano di industriale di Ama approvato di recente che per la filiera dei rifiuti indifferenziati non prevede alcuna discarica, ma solo un nuovo TMB (impianto di trattamento meccanico biologico).

Conflitto e mancanza di una progettazione, dunque, vede proseguire la bagarre tra Comune e Regione Lazio che rimangono alla resa dei conti senza prospettive e soluzioni reali da attuare.

A questo punto, forse, è auspicabile un commissario che possa affrontare l’emergenza con la costruzione degli impianti necessari e una programmazione adeguata?

Cosa ci aspetta per il futuro?

Emergenza rifiuti a Roma, cosa riserva il futuro? – Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 15/04/2021

Nel piano industriale di Ama 2021-2024 è prevista la costruzione di un nuovo TMB, più moderno ed efficiente e si spera, senza impatto devastante sul territorio circostante. Questo e non solo per tentare di risollevare le sorti del sistema rifiuti della Capitale.

 “Entro il 2024” saranno realizzati i due impianti di compostaggio a Casal Selce e Cesano.

E nonostante le opposizioni dei territori, il Campidoglio tiene la barra dritta: i due siti serviranno per il trattamento della frazione umida. Annunciati nel 2017 arriveranno, forse, dopo sette anni.

Previsti poi due impianti di selezione multimateriale per la differenziazione della carta, della plastica, dei metalli. Uno di questi sarà proprio a Rocca Cencia: il Comune, come detto, vuole chiudere e riconvertire il TMB sempre entro il 2024.

Diciassette invece le aree individuate per altrettante isole ecologiche. L’obiettivo è quello di averne una ogni 70mila abitanti ma il vero nodo da sciogliere resta quello del sito per lo smaltimento finale. La discarica di Roma.

Il 31 dicembre dello scorso anno, la Giunta Raggi ha firmato la delibera per realizzare la discarica a Monte Carnevale, nella Valle Galeria: il territorio che per trent’anni ha sopportato Malagrotta. Ma su Monte Carnevale, che da discarica di inerti sarebbe stata trasformata in discarica per i rifiuti solidi urbani, è scattata l’inchiesta della Procura di Roma che ha visto finire agli arresti domiciliari Valter Lozza, imprenditore cui fa capo la MAD, che gestisce la discarica di Roccasecca e la dirigente della Regione Lazio, Flaminia Tosini. La sindaca Raggi così ha fatto subito dietrofront: revocando la discarica di Monte Carnevale. Secondo le indagini, Lozza avrebbe ottenuto indebitamente l’autorizzazione per trasformare la discarica di rifiuti inerti di Monte Carnevale in discarica per lo smaltimento per rifiuti derivati dal trattamento Rsu.




Roma, incidenti di piazza e condivisione della sicurezza: esperti in campo!

Tensioni a Roma durante la manifestazione non autorizzata “Io Apro”. Lancio di petardi e bombe carta da parte dei manifestanti contro la Polizia che risponde con grande equilibrio e rigore giuridico. Mondo accademico, della comunicazione e dell’Associazionismo insieme alle Autorità di PS per frenare i violenti e governare il disagio di chi scende in piazza.
È questo il tema discusso nella puntata di Monitor su Italia 7 condotta da Gaetano D’Arienzo.
In studio un parterre di esperti di lungo corso ognuno nel proprio settore come i Prefetti Francesco Tagliente, Alessandra Guidi e Armando Forgione, i Questori Filippo Santarelli e Roberto Massucci, oltre ad insigni docenti come la psicologa, Anna Maria Giannini e il sociologo Nicola Ferrigni.
In apertura della trasmissione il vice direttore del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, ha sottolineato la peculiarità del momento che si sta vivendo, senza precedenti nella nostra storia, la cui gestione richiede da un lato l’isolamento dei violenti di piazza e dall’altro idonee misure da parte delle istituzioni governative, che restituiscano fiducia e speranza di futuro ai cittadini. È necessario – ha chiarito – che anche gli organizzatori prendano le distanze dai violenti, che li isolino e non si facciano strumentalizzare. Il governo deve però farsi carico realmente della situazione, provvedere ai ristori in maniera adeguata
Sugli incidenti di piazza il Prefetto Francesco Tagliente ha evidenziato l’importanza della politica del doppio binario. Ascolto e dialogo con promotori e rappresentanti delle parti sociali ed economiche interessate e rigore giuridico estremo nei confronti dei violenti, infiltrati che strumentalizzano il disagio oscurando le legittime richieste. E sull’azione di contrasto ha sottolineato che ritiene “meglio l’inchiostro del manganello” nel senso che il rigore giuridico (con documentazione, denunce, arresti e sequestri) va privilegiato agli interventi dissuasivi con cariche dei reparti antisommossa. Sul piano preventivo ha richiamato l’importanza di una attenta e accurata pianificazione con verifiche preventive di luoghi ed itinerari, la valutazione delle criticità ambientali con attività di monitoraggio dei contesti sociali coinvolti, la scelta accurata degli attori per avere certezza della catena di comando a supporto delle decisioni del questore e il coinvolgimento di tutto il personale impegnato nei servizi per agevolare un approccio dialogante ma pronto a rispondere con rigore ad episodi di criticità.
Sul punto il Questore di Livorno Roberto Massucci ha voluto richiamare alla mente di tutti le straordinarie tutele che la costituzione accorda alle libertà dei cittadini sottolineando che il periodo che si sta vivendo ha carattere di straordinarietà anche nella gestione della piazza e dei cittadini in genere. Per questo la funzione di polizia si rafforza ove venga valorizzata la sua vocazione di mestiere di aiuto; una polizia capace di saldare il proprio agire alle difficoltà delle persone così da accompagnarle anche nella protesta all’interno di una cornice di legalità.
I prefetti Alessandra Guidi di Firenze e Armando Forgione di Chieti, hanno messo in luce l’esigenza che le prefetture assumano sempre di più il ruolo di catalizzatori delle istanze così da incanalarle nella giusta direzione e, quando possibile, veicolarle sui canali istituzionali. La funzione di ascolto e di condivisione “dal basso” delle regole – hanno sottolineato i prefetti- contribuisce infatti al rafforzamento della sicurezza reale e percepita nel territorio favorendo così l’esercizio e lo sviluppo dei diritti fondamentali di libertà.
Gli accademici Nicola Ferrigni e Anna Maria Giannini hanno richiamato i meccanismi psicologici e sociali che trasformano le paure e gli smarrimenti lavorativi in meccanismi di aggressione ed isolamento sociale, nonché l’esistenza di uno scarto sempre più evidente tra “piazza” e “palazzo”. Entrambi hanno altresì sottolineato come la coesione tra il sapere accademico e i vissuti professionali e la promozione di una cultura della sicurezza condivisa rappresentano dei pilastri imprescindibili per uscire dalla pandemia e per ricostruire uno Stato sociale e di comunità.
Il disagio sociale degli imprenditori del commercio è stato rappresentato con forte determinazione dal presidente della Federazione dei pubblici esercizi della Toscana e vicepresidente nazionale di Fipe Aldo Cursano.
Il tema del programma di approfondimento monitor è stato promosso dall’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) e dall’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia (ANFP), Il presidente dell’ ANFP Enzo Marco Letizia ed il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove hanno colto l’occasione dei rispettivi interventi per ringraziare l’Editore e il Direttore generale di Italia 7 oltre conduttore della trasmissione per aver saputo cucire con abilità ed intelligenza professionale le diverse opinioni e i diversi ruoli e contributi degli autorevoli ospiti. Hanno anche auspicato che questi approfondimenti multidisciplinari possano proseguire.
In chiusura della trasmissione il prefetto Tagliente ha presentato il progetto ANCRI condiviso con l’ANFP denominato “Itinerari di sicurezza” Un progetto partito da Firenze che immagina già nuove tappe per continuare a promuovere la cultura della sicurezza condivisa declinata alle esigenze dei territori che ospiteranno i prossimi incontri dibattiti.
Il dibattito è stato utile anche per promuovere un modello organizzativo che vede le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali di diverse Università, viaggiare di pari passo e supportare il “saper fare” dei “poliziotti” in un rapporto osmotico in cui l’uno alimenta l’altro, arricchendosi e rinforzandosi a vicenda. Una occasione per evidenziate i punti di forza del sapere coniugare le conoscenza del mondo accademico con il vissuto professionale del fare, delle Autorità, dei Funzionari di P.S. e delle Forze di Polizia che hanno maturato decenni di esperienza operativa a gestire le manifestazioni di piazza, al servizio della gente.
Nel corso del dibattito tutte le Autorità intervenute hanno condiviso che ruolo dei rappresentanti delle diverse categorie sociali e produttive che stanno protestando contro le nuove misure restrittive, può essere importante anche per evitare che si alzi la tensione e che il disagio sociale sia sfruttato da parte di estremisti e singole posizioni ideologiche.
“Promuovere una cultura della sicurezza condivisa – hanno sottolineato all’unisono gli ospiti della trasmissione – è importante anche per assicurare il bilanciamento tra il diritto di manifestare, la salvaguardia della salute collettiva e la necessità di contrastare con fermezza gli atti di violenza di coloro che si infiltrano nelle manifestazioni strumentalizzando la protesta.
In questa direzione è determinante anche l’ascolto, il dialogo e la mediazione con i promotori delle manifestazioni, finalizzati ad aiutare le persone che hanno necessità di far sentire la loro protesta.




Bracciano Città del Formaggio 2021: nasce un Rete dei Comuni del Formaggio per fare sinergia

Tanti risultati quest’anno per quello che sta diventando un prodotto tipico di Bracciano da promuovere per l’intero territorio. Dopo la prestigiosa investitura di “Bracciano Città del Formaggio 2021”, da parte dell’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi ) arriva un’altra importante notizia – Onaf Italia – Sede nazionale.
Grazie al supporto di ARSIAL e ALI Lazio prende vita il network di identità: una nuova opportunità di valorizzazione e sviluppo già pronta a espandersi su scala nazionale. Un volano soprattutto per i Comuni di Bracciano ma anche Ardea e Cerveteri accomunati dall’essere più popolosi, anche da essere i tre dei simboli della transumanza e della produzione casearia della campagna romana.
“Fare sinergia – ha dichiarato il Sindaco Armando Tondinelli – è fondamentale per la promozione del territorio e delle ricchezze e tradizioni enogastronomiche. L’arte di fare il formaggio e le nostre eccellenze vanno messe a sistema e promosse anche oltre Regione. Auspico che questa iniziativa, con l’aiuto e la collaborazione di tutti, sia la prima di tante”.
Parte dalla Regione Lazio una nuova sfida per lo sviluppo e la valorizzazione territoriale: la costruzione di un sodalizio tra Comuni diversi, per posizione e grandezza, per promuovere la tradizione e la qualità delle produzioni casearie e sostenere un nuovo paradigma di sviluppo locale, che affonda le sua fondamenta nell’enogastronomia e nel “fare rete”.
Su questa scommessa 17 Comuni Laziali, guidati da ALI Lega delle Autonomie, hanno deciso di abbracciare il progetto promosso da ARSIAL e di investire nella forza della rete, sia come strumento di promozione e tutela di un prodotto d’eccellenza della filiera agroalimentare, sia come scambio e condivisione di buone pratiche e di politiche di sviluppo da condividere e attuare in maniera congiunta.
Con 6 formaggi DOP e 47 prodotti caseari PAT, la Regione Lazio è ai primi posti a livello nazionale per diffusione e presenza capillare sui territori di una vocazione lattiero casearia, fatta di formaggi arcinoti (come il Pecorino Romano, la Ricotta Romana, la Mozzarella di Bufala Campana, il Pecorino di Picinisco) e meno noti (ad esempio lo Squarquaglione dei Monti Lepini, il Cacio Magno).

Più di un formaggio di qualità è prodotto in almeno 110 Comuni sui 378 della Regione, molti dei quali, con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, collocati in aree interne e/o marginali e/o lontane dai flussi turistici di rilievo.
“Questi primi dati hanno imposto la necessità di individuare nuovi modelli di partecipazione comuni al processo di rigenerazione territoriale, occasioni preziose di sviluppo economico e occupazionale da supportare; crediamo fortemente in questa iniziativa e siamo convinti che possa un nuovo modello di collaborazione virtuosa e concreta tra le istituzioni ed il tessuto economico e sociale”. Con queste parole Bruno Manzi, Presidente di ALI Lazio, ha salutato gli amministratori che, in videoconferenza, hanno costituito la Rete dei Comuni del Formaggio. Il network di Comuni a vocazione lattiero casearia, sostenuto dall’Agenzia per lo sviluppo e l’innovazione dell’Agricoltura del Lazio -Arsial, anche se appena nato è già maturo per espandersi su tutto il territorio nazionale e accogliere i luoghi d’eccellenza del formaggio di qualità italiano.
I Soci Fondatori della Rete sono 18 -compreso ALI Lazio- rappresentativi della ricchezza territoriale e produttiva della regione: nella provincia di Frosinone, il comune di Castrocielo e di San Vittore del Lazio, con i loro ben otto formaggi P.A.T.; nella provincia di Latina, il piccolo comune di Roccagorga, nel cui territorio ricadono due D.O.P. e si produce il raro Squarquaglione dei monti Lepini P.A.T, e il comune di Cori, patria della Ricotta di pecora e capra dei Monti Lepini P.A.T; della provincia di Rieti fanno parte, invece, il comune di Amatrice, nel quale si produce, tra gli altri, il Pecorino che porta il suo nome, e il comune di Poggio Mirteto, simbolo del pregiato Cacio Magno.A.T. che sembra debba il suo nome da Carlo Magno che ne rimase incantato all’assaggio; della provincia di Viterbo, il Comune di Canino che, già Città dell’Olio, non ha esitato a evidenziare “il ruolo catalizzatore che i prodotti di qualità possono avere per i territori marginali”.
ll comune di Rocca Priora, famoso, tra gli altri, per il gustoso formaggio “Scottone”; quelli di Sacrofano, di Torrita Tiberina, di Magliano Romano, di Trevignano Romano e di Vicovaro nei quali è possibile assaggiare, ad esempio, il pregiato Pressato a Mano P.A.T., il Caciocavallo di bufala semplice e affumicata P.A.T. o il Caciofiore P.A.T.
La Rete dei Comuni del Formaggio che, come ha sottolineato Nadia Bucci, Sindaca di San Vittore del Lazio, “non è solo uno strumento utile ai produttori e agli allevatori ma anche per gli amministratori che, trovandosi a volte in difficoltà nell’individuare la strada giusta per valorizzare i prodotti enogastronomici, possono in questo modo condividere le buone pratiche e le politiche da intraprendere”, ha eletto il consiglio direttivo, che rimarrà in carica per tre anni; la presidenza è stata affidata alla Sindaca di Sacrofano (Roma), dove sarà ospitata anche la sede del network, Patrizia Nicolini. Gli altri componenti, a rappresentare le altre province regionali, sono: il Sindaco di Castrocielo (Frosinone), Filippo Materiale; la Sindaca del Comune di Canino (Viterbo), Lina Novelli; il Sindaco di Poggio Mirteto (Rieti), Giancarlo Micarelli; l’Assessore del Comune di Cori (Latina), Simonetta Imperia.
La neo Presidente, Patrizia Nicolini, nel ringraziare Arsial e ALI per aver promosso la costituzione del network di identità, ha concluso sottolineando “l’immensa opportunità colta dai comuni laziali che, grazie alla “nuova alleanza” potranno concretamente “darsi da fare” per valorizzare i propri territori, indirizzarne le politiche e promuoverne una cultura gastronomica che sia da traino per lo sviluppo locale a tutto tondo”.
“L’adozione di politiche agroalimentari impegnate nella valorizzazione dei prodotti tipici rappresenta uno degli elementi strategici di valorizzazione del mondo rurale e costituisce una strategia efficace per il conseguimento di molteplici obiettivi, sia di carattere economico e sia socio-culturali. Una strategia, questa, che può trarre ancora più forza dalla sinergia tra le istituzioni, le attività economiche e le realtà sociali dei territori coinvolti. Per questo motivo Arsial ha promosso e
supportato la nascita della Rete dei Comuni del Formaggio, un network virtuoso che potrà contribuire alla promozione del settore caseario regionale, favorendo il miglioramento qualitativo dei nostri 3 prodotti e il confronto con le altre produzioni, settori in cui la nostra Agenzia è impegnata in prima linea” aggiunge Mario Ciarla, Presidente di Arsial – Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio.




Covid, dal 26 tornano le zone gialle: Speranza firmerà nuove ordinanze in vigore da lunedì. Riaprono ristoranti, teatri, cinema e spettacoli

Dal 26 aprile tornano le zone gialle, con l’apertura di tutte le attività di ristorazione, sport e spettacolo nelle aree a basso contagio da Covid, ma solo all’aperto. E’ quanto è emerso prima da fonti di governo al termine della cabina di regia a Palazzo Chigi e poi confermato dal presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa.

Intanto il Ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà in giornata nuove ordinanze che andranno in vigore a partire dal 19 Aprile.

La cabina di regia “anticipa al 26 di questo mese l’introduzione della zona gialla – ha detto Draghi – ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza”

Poi dovrebbero riaprire i ristoranti anche la sera, ma solo all’aperto. Dovrebbe restare il coprifuoco alle 22, nella fase delle nuove aperture.

Dal 26 aprile teatri, cinema e spettacoli dovrebbero tornare a essere consentiti all’aperto. Al chiuso gli spettacoli dovrebbero essere consentiti con i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio.

Dal primo giugno riapriranno i ristoranti con tavoli al chiuso solo a pranzo con nuove linee guida e anche le palestre con nuove linee guida. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi precisando la road map delle aperture. Dal primo luglio arriverà il via libera a fiere e congressi e all’apertura di stabilimenti termali e parchi tematici, anche in questo caso con nuove linee guida.

Dovrebbero poi essere consentiti gli sport all’aperto, mentre gli stabilimenti balneari e le piscine all’aperto dovrebbero riaprire il 15 maggio e il primo giugno dovrebbero riaprire al chiuso anche le palestre. E’ quanto si apprende da fonti di governo, all’esito della cabina di regia sul Covid di questa mattina.

Con il premier Mario Draghi riuniti i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. Con loro anche gli esperti Silvio Brusaferro dell’Iss e Franco Locatelli del Cts. Nell’incontro saranno esaminati i dati sul contagio, per assumere le decisioni sulle prossime riaperture. Alla riunione anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

“E’ andata bene, un messaggio di ottimismo graduale e con responsabilità ma stiamo disegnando un percorso importante di ripartenza”, ha detto la ministra Bonetti uscendo da Palazzo Chigi.

“E’ la liberazione, un ritorno alla vita, un ottimo inizio di primavera”, dicono fonti leghiste al termine della cabina di regia sul Covid. Giancarlo Giorgetti si sarebbe battuto con forza nella riunione per le riaperture e al termine trapela “soddisfazione” per la road map di aperture progressive a partire dal 26 aprile. “Passa il principio – sottolineano le stesse fonti – che se i dati lo consentono si può riaprire. Oggi vince il buonsenso, nessun partito”.

“Come Regioni abbiamo presentato linee guida sia per l’aperto che per il chiuso (per la ristorazione, ndr), al chiuso 2 metri di distanza se c’è pericolo alto di pandemia – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliamo Fedriga a Sky Tg24 -, altrimenti si può ridurre. Anche in zona rossa, tenere aperto anche con rischio alto di contagio, abbinandolo a uno screening importante, con tamponi specie per determinate attività”. “Sono proposte di estrema responsabilità. Molti Paesi al mondo usano tamponi rapidi ad autosomministrazione, perché non usarli per regolare gli accessi in sicurezza anche in zone ad alto rischio?”.

Intanto il Trentino anticipa le decisioni del Governo. Da lunedì 19 aprile riaprono bar e ristoranti all’aperto dalle 5 alle 18. Lo ha deciso la Giunta provinciale, che ha approvato una delibera sulla scorta della legge 3 del 2020, varata subito dopo il primo lockdown dello scorso anno e che ha una parte dedicata a potenziali riaperture. Lo scorso anno la legge non era stata impugnata dal Governo in carica. “È una sperimentazione, anche rispetto a quello che sta decidendo il Governo in queste ore. È una forma di autonomia. Crediamo che la delibera possa non essere impugnata”, ha detto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.