Brescia, intercettazioni shock su fanghi tossici al posto del concime nei terreni agricoli: “Sono consapevolmente un delinquente”

“Io ogni tanto ci penso. Chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuta sui fanghi. Sono consapevolmente un delinquente”. E’ una delle intercettazioni, riportate da Il Corriere della Sera, relative all’inchiesta della Procura di Brescia che ha iscritto quindici persone nel registro degli indagati e sequestrato i capannoni dell’azienda bresciana Wte, per traffico illecito di rifiuti.

Circa 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti sarebbero finiti nei terreni agricoli Brescia, Mantova, Cremona, Milano, Pavia, Lodi, Como, Varese, Verona, Novara, Vercelli e Piacenza e venduti come fertilizzanti. Il profitto illecito ottenuto ammonterebbe a oltre 12 milioni di euro

Agli agricoltori che, per lo più inconsapevolmente, spargevano i fanghi tossici sui campi gli addetti della Wte raccontavano si trattasse di scarti della produzione agroalimentare. “Sono un mentitore!… Io finisco all’inferno”, dice ridendo Antonio Maria Carucci (con alle spalle una condanna per traffico illecito di rifiuti) al telefono con Ottavia Ferri, dipendente della Wte, che replica, sempre ridendo: “Lo facciamo per il bene dell’azienda!”.

Il traffico di rifiuti non è l’unico illecito emerso dalle indagini. C’è anche il reato di molestie olfattive, denunciato dalle diverse segnalazioni presentate dai cittadini, “costretti da anni a vivere barricati in casa con porte e finestre chiuse, a causa dei miasmi ammorbanti prodotti durante il trasporto e lo spandimento dei fanghi”.




Omicidio Roberta Siragusa, spunta un video dove si vede l’ex fidanzato che la brucia viva

Un video con le immagini degli ultimi istanti di vita di Roberta Siragusa, la ragazza 18enne bruciata viva a gennaio scorso, è stato depositato nell’incidente probatorio in corso davanti al gip di Termini Imerese. Imputato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere l’ex fidanzato della vittima Pietro Morreale, che avrebbe prima colpito la giovane, poi le avrebbe dato fuoco e infine ne avrebbe gettato il corpo in un dirupo.

Nel video si vede un uomo che butta benzina e incendia la giovane. I fatti sono avvenuti nei pressi del campo sportivo di Caccamo. Dal video parrebbe che Roberta non sia morta subito ma dopo minuti di agonia.

Certamente la ragazza era viva mentre l’uomo le dava fuoco. Dall’autopsia eseguita sul corpo, è emerso, sempre nel corso dell’incidente probatorio, che l’assassino l’ha percossa prima di bruciarla con un oggetto. La famiglia della giovane è rappresentata dai legali Giuseppe Canzone e Sergio Burgio che hanno assistito all’incidente probatorio. Il medico legale, infine, ha accertato che a causare la morta di Roberta sono state le lesioni determinate dalle bruciature. Pietro Morreale è detenuto da gennaio. Il giovane si è sempre difeso sostenendo che la vittima, dopo una violenta discussione, si era data fuoco da sola. E’ stato lo stesso Morreale a portare i carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo. Le immagini depositate oggi sono state girate dalle videocamere piazzate fuori a un bar vicino al campo sportivo.

“Il consulente tecnico d’ufficio ha spiegato che la morte di Roberta Siragusa è ‘stata determinata da arresto cardio-circolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampie parti della superficie corporea’”. Lo rendono noto, riferendo le parole del medico legale, gli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone al termine dell’incidente probatorio in corso davanti al gip.

Dopo essere stata percossa i vestiti le sarebbero stati imbrattati di liquido infiammabile , poi sarebbe stato appiccato il fuoco. Roberta avrebbe avuto una agonia di 2-5 minuti. “I dati raccolti permettono di escludere l’ipotesi del suicidio o della morte accidentale”, spiegano i due avvocati.

Nel corso dell’udienza il pm ha depositato un video tratto da un sistema di video sorveglianza di un locale che si trova nei pressi del campo sportivo dove sarebbe avvenuto il delitto. Dal video si è visto chiaramente il corpo di una persona prendere a fuoco, la presenza di un uomo che si trovava vicino al corpo che poi si è allontanato ed è salito a bordo della macchina di Morreale. L’uomo si è poi allontanato di qualche decina di metri posteggiando mentre il corpo di Roberta finiva di bruciare.

“Sono state immagini forti, mostrate alla presenza dei genitori e del fratello di Roberta, sempre presenti in aula . – dicono i legali – Si è trattato di un video che ha spiazzato tutti i presenti e che dimostra in modo inconfutabile che Roberta è stata uccisa al campo sportivo, caricata in auto e gettata nel dirupo vicino il monte San Calogero. Ormai il gravissimo quadro indiziario a carico dell’indagato si è trasformato in un quadro probatorio gravissimo, che a nostro giudizio, non consente di potere formulare ipotesi investigative diverse”.




Sabaudia, drogati per lavorare di più: arrestato medico

Un medico di Sabaudia, Sandro Cuccurullo, è stato arrestato con l’accusa di aver prescritto stupefacenti a oltre 200 suoi pazienti di nazionalità indiana. Le ricette non avevano alcuno scopo terapeutico ma solo quello di alleviare la sensazione della fatica e permettere ai lavoratori sfruttati di sopportare turni nei campi di 12 o 16 ore al giorno. Indagati anche un avvocato e una farmacista.

La prescrizione dell’ossicodone – I carabinieri dei Nas di Latina hanno scoperto, come riporta il quotidiano Il Messaggero, che il medico avrebbe effettuato circa 222 prescrizioni, a costo zero per i pazienti e a carico del sistema sanitario nazionale, distribuendo così 1.500 confezioni di stupefacenti contenenti ossicodone, un oppioide agonista puro che ha un potere simile alla morfina. La motivazione delle prescrizioni era la necessità di far fronte a turni di lavoro massacranti nei campi tra Sabaudia e Terracina per permettere ai lavoratori di essere resistenti alla fatica. O per meglio dire: resistenti allo sfruttamento.

Danno al sistema sanitario – Il medico avrebbe poi prescritto oltre 3mila ricette indebite con un codice esenzione fasullo: il che ha provocato, tra l’altro, un danno per il sistema sanitario di oltre 146mila euro. E’ inoltre accusato di aver prescritto farmaci mai effettivamente consegnati ai pazienti, e il cui costo sarebbe stato rimborsato a una farmacista, che risulta anch’essa indagata.

Indagati anche un avvocato e una farmacista – Nell’inchiesta, infatti, sono coinvolti anche un avvocato e una farmacista: entrambi hanno ricevuto una misura cautelare interdittiva che dispone la sospensione dalla professione per un anno. Inoltre una cittadina marocchina è stata raggiunta da un divieto di dimora nella provincia di Latina. Per le persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Latina, denominata “No pain”, i reati contestati vanno dall’illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente al favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina, dalla frode processuale al falso e alla truffa ai danni dello Stato.

Falsi certificati per regolarizzare cittadini extracomunitari – Il medico avrebbe anche compilato certificati medici falsi con l’obiettivo di ottenere la regolarizzazione di cittadini extracomunitari, attestando la loro presenza in Italia. Con l’aiuto dell’avvocato avrebbe persino certificato una patologia inesistente a un 51enne per evitargli di finire in carcere.




Che bomba: rinasce la Roveriana calcio! Masi: “La città di Grottaferrata al centro del progetto”

Grottaferrata (Rm) – Una vera e propria “bomba”, una ghiotta novità per tutti gli appassionati (e un pizzico nostalgici) di calcio del territorio di Grottaferrata e dei Castelli Romani. Grazie alla forte volontà dell’imprenditore Manuel Masi, già presidente del Grottaferrata calcio a 5, è rinata la Roveriana calcio. Una società storica della cittadina criptense che fece attività a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta: un club che, tra gli altri, lanciò nel mondo del calcio uno come Luigi Apolloni (poi difensore del Parma e della Nazionale) che proprio nelle scorse ore ha voluto registrare un videomessaggio di auguri e in bocca al lupo alla “nuova” Roveriana, che riprenderà anche gli storici colori blu, celeste e bianco della vecchia società. “Un club neonato che, però, cercherà di riportare in vita i valori di quella società – dice Manuel Masi che prenderà la carica di massimo dirigente anche del sodalizio calcistico – Come già fatto per il Grottaferrata calcio a 5, voglio mettere la mia città al centro di questo nuovo progetto sportivo”. E come anche la società di futsal, pure quella di calcio seguita dalla famiglia Masi parte con ambizioni importanti: “La Roveriana avrà una prima squadra, anche se al momento non vogliamo parlare di categorie. Ma poi cercheremo di allestire sia gruppi di settore giovanile agonistico che di Scuola calcio perché vogliamo dare una nuova opportunità a tutti i ragazzi di Grottaferrata e dei paesi limitrofi. Al momento non posso fare i nomi delle persone che comporranno i quadri dirigenziali e tecnici, ma potremo contare su personaggi estremamente qualificati”. Intanto la Roveriana ha già lo sponsor tecnico ed è sicuramente un brand prestigioso: c’è l’abbinamento con la Nike, anche in virtù di una collaborazione già esistente con la società di calcio a 5. “Proprio a proposito di questa, vogliamo ribadire con forza che il nostro impegno non diminuirà minimamente, anzi abbiamo la ferma volontà di fare il salto dalla C2 alla C1 che quest’anno ci è stato impedito dalle problematiche legate alla pandemia” conclude Masi.




Sporting Ariccia (calcio), è iniziato il countdown: il 6 giugno l’open day del “Summer Camp”

Ariccia (Rm) – Non solo Eccellenza. Lo Sporting Ariccia ha iniziato un profondo lavoro anche sul suo settore giovanile, sia agonistico che soprattutto di base. E in quest’ottica, sullo slancio del successo ottenuto dall’apertura di una Scuola calcio in questa parte finale di stagione (sono stati superati i 60 iscritti in poco più di un mese di lavoro che tra l’altro adesso potranno partecipare anche ai tornei federali e che faranno attività fino al 30 giugno), è stato preparato un “Summer Camp” che s’annuncia davvero gustoso. L’open day dell’evento si terrà domenica 6 giugno presso il centro sportivo “Menicocci” che, dunque, ospiterà tutti i ragazzini e le ragazzine di età compresa tra i 4 e i 12 anni che vorranno partecipare. Il periodo del “Summer Camp” andrà da lunedì 7 giugno fino a venerdì 10 settembre con una piccola pausa a cavallo di Ferragosto. Sarà un evento organizzato per venire incontro alle famiglie visti i prezzi calmierati (75 euro a settimana con pranzo e due merende incluse oppure 49 euro senza pasti, con scontistiche varie per secondi e terzi figli e anche per la “prenotazione anticipata” di quattro settimane di “Summer Camp”) e non incentrato solo sul calcio: lo staff (composto da ragazzi laureati in Scienze dell’educazione) proporrà ai partecipanti attività sportive come mini volley, mini basket, calcetto, atletica, karate, danza, giochi acquatici e la piscina (da quando saranno riammessi dalle disposizioni anti-Covid), ma anche percorsi, staffette, giochi di società, giochi campestri, laboratori manuali, laboratori di arti visive, musica, ballo, recitazione e canto, giochi di squadra e di società, strutture gonfiabili e attrezzature innovative di gioco (palle rimbalzanti, videogiochi e altro), spettacoli degli animatori con sketch, balli e interpretazioni canore sullo stile dei villaggi vacanze, quiz e giochi a premi, giochi gonfiabili e acquatici sul campo e in piscina, palle gonfiabili giganti e battaglia dei gavettoni. L’orario del “Summer Camp” sarà dalle 7,45 fino alle 16,45, tutti i giorni dal lunedì al venerdì. Per tutte le informazioni ci si può rivolgere al numero 3756679785 e parlare col referente Andrea. L’estate dello Sporting Ariccia sarà davvero speciale.




Atletica Frascati, la Caruso campionessa provinciale sui 1000 tra le Ragazze: “Mi sentivo bene”

Frascati (Rm) – E’ una delle promettenti atlete del floridissimo vivaio dell’Atletica Frascati. Flaminia Caruso, classe 2008, ha sfoderato una grande prova di forza sabato scorso nel campionato provinciale Ragazze che si è tenuto a Colleferro. L’atleta del club tuscolano, infatti, ha stravinto la gara sulla distanza dei 1000 metri siglando il suo personale (3’11’’63) e non contenta ha vinto anche il titolo provinciale di salto in lungo della sua categoria (con la misura di 4,36). “Mi sentivo bene e speravo di migliorare il tempo realizzato nella gara di due settimane prima – racconta la Caruso – Probabilmente non pensavo di riuscire ad andare così forte, ma sono felice. Sono partita molto bene, poi ho accusato un leggero calo a metà gara, ma mi sono ripresa e ho chiuso spingendo”. La giovane atleta, che ha iniziato quattro anni fa a praticare questa disciplina proprio con l’Atletica Frascati, parla del rapporto con la sua allenatrice Flavia Di Paola: “A volte è severa, ma si vede che ci tiene tanto a tutti i suoi allievi. A lei, al presidente Sandro Di Paola e a tutta l’Atletica Frascati devo tanto della mia crescita, ma il mio obiettivo è migliorare ancora, poi vedremo dove riuscirò ad arrivare”. La Caruso ha iniziato a fare atletica dopo una gara scolastica e si è presto appassionata al mezzofondo: “Oltre che sui 1000, mi piace correre anche sui 600 e sugli 800. Comunque da quando ho conosciuto questo sport me ne sono profondamente innamorata”. Oltre a quello della Caruso, a Colleferro sono arrivati altri risultati importanti: Andrea Schiano si è laureato campione provinciale Ragazzi sui 60 metri col tempo di 8.32, nella stessa gara Claudio Fanelli ha conquistato il bronzo. Nel salto in lungo Ragazzi, bel secondo posto per Giulio Borrelli (miglior salto 4,37), mentre nella stessa specialità per le Ragazze (oltre al titolo della Caruso) va segnalato il terzo posto di Angelica Bocaj (con la misura di 4,14). Nel vortex Ragazzi super-misura, primato personale e titolo provinciale per Leonardo Di Mugno con la misura di 56,61, ma è dominio anche tra le Ragazze con Sofia Iacoangeli campionessa provinciale e vincitrice della gara con l’eccellente misura di 47,86, seguita in seconda posizione da Sofia Corini con un ottimo 40,60 (entrambe al nuovo personale), ma va ricordato anche il terzo posto di Linda Vicario con 31,22. Nei 1000 metri Ragazzi Claudio Fanelli è secondo (col nuovo personale di 2’51’’15), bene anche nelle Ragazze Giorgia Sala, seconda alle spalle della Caruso col suo personale (3’32’’29). Dal peso Cadette arriva un altro titolo provinciale con Alessia Ricci, vincitrice con il miglior lancio a 8,93 (nuovo personale), mentre i 600 Cadetti sono dominio frascatano sia al maschile che al femminile: Diego Carletti vince in 1’33’07, Chiara Padoan trionfa con 1’39’’64 nonostante due rettilinei corsi con forte vento contrario. Altri due titoli provinciali dalle staffette 4×100 Cadetti: Diego Carletti, Francesco De Santis, Andrea Scalella e Nicolò Pontarelli vincono col tempo di 49.16, titolo anche per la squadra femminile formata da Chiara Padoan, Eleonora Massimi, Eleonora Mattogno e Chiara Paerciballi che chiudono in 53.83. Nei 100 Assoluti, bel secondo posto di Alessandro Smanio che sigla il personale con 11.29 (nonostante il vento contro) e stesso piazzamento tra gli Allievi per Giorgio Aglieta (11.79). Nel salto in alto Allievi secondo Leonardo Baccani (all’esordio nella specialità) con la misura di 1,60 e terzo Mattia Rossi con 1,30. Nei 400 maschili Assoluti vince Giulio Luciani in 49.03, mentre alle sue spalle si piazza il mezzofondista Nicolas Pavoni che chiude in 50.59 ed è terzo tra gli Allievi Alessio Fabri (54.85). Nei 400 femminili Veronica Cerroni fa segnare il personale (1’04’’81) e chiude terza tra gli Assoluti e seconda tra gli Allievi, mentre nei 1500 maschili Gabriele Caroli è secondo tra i Senior col tempo di 4’14’’81 e tra gli Allievi Mirko Picarelli è secondo con 4’28’’09 e Francesco Donati terzo con 4’29’’75 (entrambi col nuovo personale). Nei 1500 femminili della categoria Junior Flavia Ceracchi chiude seconda in 5’10’’81.
Intanto anche quello in arrivo sarà un fine settimana molto importante: a Rieti si terranno i campionati regionali assoluti, ma ci sarà pure l’ultima prova regionale Cadetti prima delle finali per società che si disputeranno il 5 e 6 giugno.




Strage di Stresa, confessano i tre responsabili: lasciate volontariamente le forchette sui freni per evitare interruzioni

Hanno “ammesso” le tre persone fermate nella notte per l’incidente alla funivia del Mottarone. Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani.

Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso“, dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su Rai Tre. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.

La svolta è arrivata quasi all’alba, dopo una notte di interrogatori serrati e, a tratti, anche tesi e drammatici. A tre giorni dalla tragedia del Mottarone, il crollo della cabina della funivia in cui sono morte quattordici persone, tra cui due bimbi, ci sono tre fermati. Si tratta di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio. A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri, in seguito all’analisi della cabina precipitata e agli interrogatori. Un confronto di oltre dodici ore con dipendenti e tecnici dell’impianto convocati nella caserma dell’Arma, a Stresa, dal pomeriggio di ieri. Persone informate sui fatti, in un primo momento, ma già ieri sera, con l’arrivo dei primi avvocati, è stato chiaro che la posizione di alcuni di loro era cambiata. Dopo mezzanotte è arrivato anche Nerini, raggiunto in seguito anche dal suo difensore, l’avvocato Pasquale Pantano.

Nei confronti dei tre fermati, per i quali la procura di Verbania chiederà nelle prossime ore la convalida del fermo e la misura cautelare, è stato raccolto quello che il procuratore Olimpia Bossi definisce “un quadro fortemente indiziario”. L’analisi dei reperti ha infatti permesso di accertare che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”.

Per gli inquirenti, il ‘forchettone’, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. Un “gesto materialmente consapevole”, per “evitare disservizi e blocchi della funivia”, che da quando aveva ripreso servizio, presentava “anomalie”.

Entrata in funzione da circa un mese, dopo lo stop a causa della pandemia, la funivia del Mottarone “era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi“, precisa il procuratore Olimpia Bossi. Interventi tecnici, per rimediare ai disservizi, erano stati “richiesti ed effettuati”, uno il 3 maggio, ma “non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare”. Così, “nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale”, sottolinea il magistrato, che parla di “uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti svolti”.

Le indagini non sono finite. E non solo perché, con l’intervento dei tecnici, sarà necessario confermare quanto emerso dai primi accertamenti. La procura di Verbania intende infatti “valutare eventuali posizioni di altre persone”. “Si è tutto accelerato nel corso del pomeriggio e di questa notte – conclude il procuratore lasciando la caserma -. Nelle prossime ore cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito”, conclude parlando di “un quadro fortemente indiziario” nei confronti dei fermati. Persone che avevano, “dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità di intervenire. Coloro che prendevano le decisioni”. E che, secondo gli sviluppi dell’inchiesta, non l’hanno fatto.

Il Papa esprime “grande dolore” per il “drammatico incidente” della funivia Stresa-Mottarone ed esprime ai familiari delle vittime “vicinanza e sentito cordoglio”. “Pensando con commozione a tante vite tragicamente spezzate mentre erano immerse nella meraviglia del creato, assicura la preghiera per quanti sono scomparsi, per chi li piange e per il piccolo Eitan, la cui delicata vicenda segue con trepidazione”. Così in un telegramma al vescovo di Novara. Il Papa “partecipa in modo particolare all’afflizione della comunità locale e della diocesi di Novara, e si stringe all’amato popolo italiano, sgomento per la grave tragedia”.

Un operatore tv è morto per un malore nella zona del Mottarone, dove domenica è precipitata una cabina della funivia causando la morte di quattordici persone. L’uomo, che in un primo momento si pensava fosse un tecnico, si era avventurato sui sentieri che portano alla cima della montagna. I tentativi di rianimarlo – informa il 118 – si sono rivelati in utili. Secondo le prime informazioni si tratta di un uomo sulla cinquantina; il nome e la testata per cui lavorava non sono ancora noti.  

E’ un momento triste per la nostra Regione, domenica era il giorno della ripartenza, l’occasione per riassaporare il primo scampolo di vita normale. Il destino lo ha fatto coincidere con una tragedia immane”. Così il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha parlato nell’Aula del Consiglio regionale, che ha osservato un minuto di silenzio per le vittime del Mottarone. “In attesa che si chiarisca la verità, che dovrà essere chiarita con tutti i mezzi – ha aggiunto – apprezziamo che la Procura abbia subito aperto una inchiesta e che il ministro dei Trasporti abbia istituito una commissione di indagine: la verità dovrà emergere”.

Modificato il percorso del Giro d’Italia. “La direzione del 104/o Giro d’Italia di ciclismo – a seguito dei tragici eventi di domenica scorsa, che hanno coinvolto la funivia del Mottarone – e di concerto con il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, la Regione Piemonte e le altre istituzioni interessate, ha deciso di modificare il percorso della 19/a tappa della corsa rosa, in programma venerdì”. Lo apprende l’ANSA. “Il nuovo percorso sarà di 166 km e la partenza verrà data da Abbiategrasso alle 12,35. L’arrivo è previsto sempre tra le 17 e le 17,30.

La prognosi resta riservata e per ora non viene sciolta, ma è iniziato il processo di risveglio di Eitan, il bambino di 5 anni unico sopravvissuto nella strage della funivia del Mottarone, ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita. Il bimbo è stabile è ha passato una notte tranquilla, c’è ottimismo tra i medici. Per questo – spiega li direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, “l’equipe del dottor Ivani ha iniziato l’iter per il risveglio che consiste nel ridurre i dosaggi dei farmaci che lo stanno tenendo in coma farmacologico. Nelle prossime ci sarà una riduzione sempre più graduale”.

Cavo tranciato e mancato funzionamento del sistema frenante di sicurezza. Sono questi i due punti cardine dell’indagine aperta  dalla Procura di Verbania per accertare le cause della tragedia della funivia del Mottarone in cui domenica hanno perso la vita 14 persone, tra cui due bambini di due e cinque anni. Unico sopravvissuto il fratellino di quest’ultimo, ora ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Regina Margherita di Torino.
    Il giorno dopo il terribile incidente che ha distrutto cinque famiglie, il procuratore della repubblica Olimpia Bossi, che sarà affiancata dal pm Laura Carrera, ha aperto formalmente un fascicolo per omicidio colposo plurimo, disastro colposo con messa in pericolo della sicurezza dei trasporti e lesioni gravissime. E nelle prossime ore, non appena il quadro delle società e degli enti coinvolti nella gestione e manutenzione dell’impianto sarà preciso, si procederà alle iscrizioni nel registro degli indagati. Un atto dovuto come primo passo di una inchiesta tecnica, necessario per poi procedere con una consulenza che avverrà con la forma dell’accertamento irripetibile. L’incarico verrà affidato “a esperti in trasporti a fune, ingegneri altamente specializzati – spiega il procuratore Bossi – del Politecnico di Torino”. Accertamento a cui anche gli esperti nominati dagli indagati potranno partecipare.
    Al momento gli inquirenti e i carabinieri, impegnati per raccogliere le prove nell’area dov’è avvenuto il distacco della cabina della funivia, oltre ad aver sentito una serie di testimoni, stanno ricostruendo società, competenze e ruoli: ci sono Ferrovie del Mottarone srl per la gestione, la Leitner di Vipiteno per la manutenzione, una società di Gallarate incaricata della revisione annuale con tanto di legali rappresentanti e, per lo meno, i responsabili della sicurezza. Un nodo da sciogliere è chi sia l’attuale proprietario della funivia. “Era della Regione Piemonte – ha precisato il magistrato – e ora dovrebbe essere il Comune di Stresa, ma non si sa se è avvenuto il passaggio di proprietà”. Passaggio che , ha assicurato in serata il sindaco del comune Marcella Severino, non “è ancora completato, per cui la proprietà è ancora regionale”.
    Potrebbe dunque essere questione di ore il passaggio dell’inchiesta da ignoti a noti. “Sarà una indagine tecnica e documentale e non sarà lampo – ha proseguito – preferiamo muoverci con cautela”. L’ultima revisione dei cavi è del novembre 2020 e il 3 maggio scorso, come ha affermato in una nota la Leitner, sono stati effettuati “manutenzione e controllo delle centraline idrauliche di frenatura dei veicoli”; non sarà dunque facile capire perché la fune d’acciaio trainante si è spezzata e il freno a ganasce non si è attivato.
    Per questo verranno esaminati i documenti sequestrati presso la società Ferrovie Mottarone, compresi i report relativi alla revisione, che per legge vanno trasmessi a un ufficio periferico del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture. Verranno inoltre analizzati i filmanti delle telecamere di sorveglianza, sequestrate anch’esse con l’intero impianto, che riprendono arrivo e partenza della teleferica. Non solo quelli della giornata di domenica, ma anche quelli precedenti, per capire se emergano eventuali anomalie.
    Intanto Leitner ha fatto sapere di essere a disposizione della magistratura, precisando che “i controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento d’esercizio e dal manuale di uso e manutenzione sono in carico al gestore”. E nell’elenco dell’attività svolta negli ultimi mesi “secondo le prescrizioni della normativa vigente, sulla base del contratto di manutenzione sottoscritto con la società di gestione Ferrovie del Mottarone”, c’è anche quello di tre settimane fa sulle centraline idrauliche di frenatura di quella cabina che è schiantata al suolo le cui lamiere sono il simbolo di questa tragedia.  

“Non si può morire portando la famiglia in un posto tranquillo, o cadere da un ponte, le condoglianze della politica mi fanno solamente più rabbia, perché la responsabilità di queste tragedie è la loro”. Sono le parole all’ANSA di Corrado Guzzetti, ristoratore di Vedano Olona (Varese), ex cognato di Vittorio Zurloni, il 55enne morto nella tragedia del Mottarone insieme alla compagna Elisabetta Personini, 37 anni, e al loro bimbo Mattia di 5 anni, ad appena un mese dal loro matrimonio. 




Strage della funivia: iniziato l’iter del risveglio per il bimbo di 5 anni unico sopravvissuto

Eitan, il bimbo di cinque anni unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone è ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, nel repartorianimazione diretta dal dottor Giorgio Ivani. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto ieri non ha evidenziato danni neurologici, sia a livello celebrale sia a livello del tronco encefalico; nella giornata di oggi i sanitari inizieranno un lento e graduale risveglio.

La prognosi resta riservata ma filtra tra i sanitari un cauto ottimismo.

Per questo – spiega li direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, “l’equipe del dottor Ivani ha iniziato l’inter per il risveglio che consiste nel ridurre i dosaggi dei farmaci che lo stanno tenendo in coma farmacologico. Nelle prossime ci sarà una riduzione sempre più graduale”.

“Il risveglio è partito, la risposta del bambino è positiva. Comincia a dare i primi segnali di risveglio con colpi di tosse e alcuni momenti di respiro spontaneo. Ma in termine precauzionali stiamo andando con più calma e attenzione proprio perché la situazione del bambino è critica, seppur abbiamo dei segnali positivi”. Così il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, dopo che il Eitan è stato risvegliato dal coma indotto dai medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino dov’è ricoverato.

Cirio: ‘Il suo nome in ebraico vuol dire forza’. “Ieri ho visto il piccolo Eitan, il suo nome in ebraico vuole dire ‘forte’, credo che in questa parola noi dobbiamo davvero trovare la forza per superare questo momento così doloroso”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, parlando della tragedia del Mottarone in Consiglio regionale, dove è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime. “Siamo vicini a tutti i famigliari, a questo bambino e alla lotta che sta conducendo in uno dei nostri ospedali, il Regina Margherita, per tornare alla vita – aggiunge Cirio -. Probabilmente questa mattina sarà svegliato, cerchiamo di vedere nel suo risveglio un momento di forza per superare questo ennesimo momento di difficoltà che la nostra Regione sta vivendo e che credo imponga a noi tutti che rappresentiamo le istituzioni di lavorare sempre più insieme e sempre più uniti”.

A scuola di Eitan tutti pregano per lui. “Siamo stravolti da quanto è successo. Abbiamo chiesto a tutti i genitori della nostra scuola di essere vicini al bimbo israeliano con la preghiera. Oggi preghiamo per lui in tutto il nostro Istituto. Chiediamo al Signore di essere vicino al piccolo Eitan, che gli dia pace, pronta guarigione e consolazione. Chiediamo che Dio gli faccia sentire il suo abbraccio, come ha fatto suo padre per proteggerlo durante questa terribile disgrazia”. Madre Paola Canziani, direttrice dell’Istituto “Maddalena di Canossa” di Pavia, esprime tutta la preoccupazione della scuola per il piccolo di 5 anni. “Frequenta, da circa un anno, la nostra scuola dell’infanzia – racconta Madre Paola -. Qualche giorno fa, insieme ai suoi compagni, ha incontrato il vescovo Corrado Sanguineti. E’ un bambino pieno di entusiasmo, ha voglia di imparare e di conoscere, si vede che era seguito da una famiglia giovane e positiva”.

Nella tragedia del Mottarone è stata distrutta la sua famiglia, di origini israeliane, che viveva a Pavia: sono morti il papà Amit Biran, 30 anni, la mamma Tal Peleg, 27 anni, il fratellino Tom, 2 anni, il bisnonno materno Itshak Cohen, 82 anni, e la compagna dell’uomo Barbara Koniski Cohen, 71 anni. 

A Pavia lutto cittadino. A Pavia sarà proclamato il lutto cittadino per le tre vittime della famiglia israeliana, residente in città, nell’incidente della funivia del Mottarone. Ad annunciarlo è stato il sindaco Mario Fabrizio Fracassi. “Per la morte di Amit Biran, della moglie Tal Peleg e del piccolo Tom ho intenzione di indire il lutto cittadino – ha dichiarato Fracassi -. Pavia è una comunità ferita ed è il momento di stringersi nel dolore, di far sentire il sostegno della città a chi ha perso i propri cari, i propri amici. Anche per Eitan, salvato dall’abbraccio protettivo del padre, che ancora lotta per la vita in ospedale. Invito chi crede a pregare per lui”. La giornata di lutto cittadino sarà indetta in occasione dei funerali, la cui data deve ancora essere fissata.




Palermo, bambina con crisi respiratoria perde i sensi per strada: salvata grazie ai Carabinieri

PALERMO – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo, durante un servizio di controllo del Territorio e prevenzione, percorrendo la via Duca della Verdura, sono intervenuti prontamente per prestare assistenza ad una giovane donna.

La ventenne, in preda al panico, richiedeva aiuto per la propria bambina, di quasi 4 anni, la quale improvvisamente, colpita da una severa sindrome convulsiva con crisi respiratoria, si accasciava al suolo priva di sensi.

I militari, dopo aver tentato invano di farle riprendere coscienza, constatata l’insorgenza di cianosi, decidevano di trasportarla, a bordo dell’autovettura di servizio, presso il locale ospedale dei bambini “Giovanni di Cristina”.

Il personale medico è riuscito a rianimare in tempo la piccola, disponendone il ricovero solo per accertamenti




Albano Laziale, approvato in Consiglio comunale, il primo bilancio di previsione dell’amministrazione Borelli

ALBANO LAZIALE (RM) – Il Consiglio Comunale, nella seduta di ieri, ha approvato il Bilancio preventivo 2021 e il Documento Unico di Programmazione.

È il primo atto programmatorio dell’Amministrazione Borelli, figlio del tempo e del periodo particolare che stiamo vivendo e che purtroppo risente della difficile situazione economica e sociale causata dalla pandemia.

Soddisfatto il Sindaco: “Abbiamo voluto soprattutto rispondere alle esigenze immediate di investimento e di sostegno alle persone fragili, alle attività economiche e alle imprese locali.

Siamo pronti a recepire tutte le misure che arriveranno, relative ai fondi europei e statali, a partecipare a quanti più bandi possibili proprio per acquisire finanziamenti e puntare alla rigenerazione del centro storico con le sue strade e le sue piazze e delle aree decentrate dando loro i servizi che meritano.

Quindi da una parte la riqualificazione di via Saffi e delle strade limitrofe; dall’altra parte la zona di via Roma a Pavona con il Bando di progetto Pinqua che vorremmo portasse un investimento complessivo pari a 4 milioni e 700 mila euro. Un progetto finalizzato al recupero infrastrutturale, di decoro e realizzazione di un centro polifunzionale da destinare alle attività giovanili.

Puntiamo alla riduzione della spesa e alla sua razionalizzazione in un’ottica “green”: rinnovo del parco auto che punti alla riduzione dei mezzi più inquinanti, con la sostituzione dei veicoli a basse emissioni CO2 ed elettrici; una riduzione della spesa per forniture con la razionalizzazione dei contratti. Abbiamo intenzione di proseguire nel taglio delle spese dei fitti passivi, come già fatto con la disdetta della sede distaccata di Pavona i cui uffici verranno spostati a Villa Contarini.

Le nostre società partecipate chiudono in positivo e ben presto porteremo i bilanci all’attenzione del Consiglio.

Tutto ciò cammina sulle gambe delle donne e degli uomini che lavorano con noi. Attraverso i concorsi, arriveranno altri dipendenti e abbiamo cambiato la piattaforma digitale sulla quale il personale lavora ogni giorno. Una piattaforma che risponderà molto di più alle esigenze dei cittadini per dialogare anche da remoto ed effettuare pagamenti senza recarsi negli uffici.

Un bilancio che sta al passo coi tempi di una transizione ecologica e di semplificazione della vita dei nostri cittadini e delle imprese che operano sul nostro territorio. Un bilancio che pone le basi di una pianificazione di lungo respiro per la crescita sociale ed economica della nostra comunità”.




Sanità, Cangemi (Lega): “Stabilizzare operatori servizi amministrativi sanità, tutelare livelli occupazionali”

“Ho partecipato al presidio degli addetti ai servizi amministrativi, CUP, ReCUP, e degli operatori di centralino delle strutture sanitarie della Regione Lazio. Oggi questi operatori hanno chiesto l’internalizzazione delle attività che sono attualmente gestite con appalti. Si tratta di operatori che garantiscono la continuità di servizi assistenziali da decenni e che non vedono il loro lavoro inquadrato all’interno della pubblica amministrazione.
Questo sistema, tra l’altro, che riguarda anche altre figure professionali – addetti alle pulizie, ausiliari, infermieri – che sono relegate allo stesso inquadramento ‘precario’.
Zingaretti, soprattutto dopo oltre un anno di pandemia che ha messo il sistema sanitario pesantemente sotto stress, dovrebbe restituire dignità ai professionisti e intervenire sull’organico delle strutture. Il Covid ci ha insegnato a dover essere pronti prima di una crisi. Si inizi dalla tutela dei livelli occupazionali”

Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e consigliere Lega, Giuseppe Emanuele Cangemi