Variante delta, aumentano i contagi e il tasso positività: in settimana nuovo decreto anti covid

Non si annuncia facile per il governo varare in settimana il nuovo decreto anti-Covid con un green pass allargato e più stringente: i principali partner della maggioranza hanno visioni distanti su vaccini e utilizzo del certificato verde. In un panorama che vede i contagi e il tasso di positività crescere con la variante Delta del coronavirus, anche se le terapie intensive e i reparti ordinari non preoccupano.

Le riunioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) e poi della cabina di regia con il presidente del Consiglio Mario Draghi (che non dovrebbe essere convocata domani) sono precedute dalle polemiche della Lega di Matteo Salvini, che nega di essere no vax, ricorda i genitori vaccinati, ma poi evoca il figlio 18enne: “Mi rifiuto di vedere qualcuno che lo insegue con un tampone o una siringa.

Prudenti sì, terrorizzati no”. E sul green pass dice: “”Leggevo di multe di 400 euro se uno deve farlo per andare a prendere il caffè in piazza…intanto ne sbarcano a carrettate in Sicilia senza”, i migranti. Se dall’opposizione Fratelli d’Italia con Francesco Lollobrigida consiglia agli under 40 di non vaccinarsi e il partito bolla il green pass di “obbligo nascosto”, nella maggioranza il Pd con Nicola Zingaretti e Leu con Federico Fornaro parlano di “sovranisti irresponsabili e ambigui”, dentro e fuori l’esecutivo.

In questo clima trovare la via all’italiana evocata dal ministro di Forza Italia Mariastella Gelmini richiederà la mediazione e il decisionismo del premier. Il green pass allargato – con il ciclo completo di vaccinazione e non più con una sola dose – dovrebbe entrare in vigore a inizio agosto anche per evitare cambi di colore delle Regioni e mantenere l’Italia bianca almeno fino a metà mese. Il certificato per immunizzati, guariti dal Covid o ‘tamponati’ negativi entro le 48 ore potrebbe essere obbligatorio anche per i ristoranti al chiuso, ma ci sarà battaglia. Scontato che venga richiesto per stadi, piscine, palestre, concerti e tutte le attività collettive. I nuovi parametri di rischio per le Regioni e la proroga dello stato d’emergenza dovrebbero incontrare meno ostacoli, secondo le previsioni.

Intanto salgono ancora leggermente i positivi ai test per i Covid individuati nelle ultime 24 ore, sono 3.127 secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 3.121. Sono invece appena 3 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 13. 

Sono 165.269 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri erano stati 244.797. Il tasso di positività è dell’1,9%, in aumento rispetto all’1,3% di ieri (+0,6%).

Sono 156 i pazienti in terapia intensiva per il Covid in Italia, in calo di 6 nel saldo tra entrate e uscite, dato che torna a scendere dopo tre giorni consecutivi di risalita. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 3 (ieri 9). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.136, quindi 25 in più rispetto a ieri.

I casi in Italia dall’inizio dell’epidemia sono 4.287.458, i morti 127.867. I dimessi ed i guariti sono invece 4.113.478, con un incremento di 501 rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono 46.113, in aumento di 2.622 unità nelle ultime 24 ore. Le persone in isolamento domiciliare sono 44.821 (+2.603).

“Anche in Liguria registriamo un lento e progressivo aumento dei positivi al Covid-19 e dell’incidenza cumulativa settimanale ogni 100mila abitanti, sempre ben al di sotto della soglia di guardia della zona bianca, senza tuttavia alcuna ripercussione sulla pressione ospedaliera che rimane bassa, grazie all’avanzamento della campagna vaccinale. Per questo riteniamo che i ricoveri ospedalieri dovrebbero costituire il parametro chiave per gli eventuali cambi di colore delle regioni“. Lo scrive in una nota il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti.

“L’unico modo per contrastare la ripresa dei contagi – aggiunge Toti – è la vaccinazione: per questo la prossima settimana sono in programma tre open night ad accesso libero per chi non è ancora vaccinato e anche per chi vuole anticipare di qualche giorno la seconda dose, rispettando sempre le indicazioni ministeriali”. Le tre open night si svolgeranno mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì 23 luglio: sarà possibile effettuare, senza prenotazione, la prima dose del vaccino Pfizer o anticipare la seconda dose, a condizione che siano sempre rispettati i tempi di somministrazione raccomandati dal ministero della Salute.




Oplofobia: in quanti modi si manifesta

Molti di noi, quando l’Unione Europea ha fatto irruzione nella nostra vita, si saranno sentiti rassicurati. In effetti, ha emanato alcune direttive davvero interessanti e necessarie, come stabilire la dimensione minima delle vongole per essere pescate: sentivamo profondamente questa esigenza, e ci auguravamo che finalmente qualcuno mettesse fine ad un eccidio di vongole in erba, una specie di strage degli innocenti. Specialmente i pescatori delle lagune che dalle vongole traggono il sostentamento loro e delle loro famiglie. Questa direttiva specifica li ha alleggeriti del peso di una eventuale accusa di vongolinfanticidio, ma soprattutto sono in pace con la loro coscienza. Ma l’attività dei due emeriti Parlamenti Europei (il primo a Strasburgo, il secondo, per non far torto a nessuno, a Bruxelles) non si è arrestata qui: abbiamo infatti altre direttive davvero entusiasmanti, come quella che riguarda le foglioline di prezzemolo, ma non solo: gli ortaggi e le sementi per essi commercializzate (direttiva di esecuzione UE 2019/1990 della commissione del 17 giugno 2019). Certamente illuminante per chi coltiva le erbe aromatiche sul balcone di casa, ma soprattutto per chi ne fa coltivazione intensiva destinata alla commercializzazione. Ma di tanti altri generi merceologici, di cui sarebbe troppo lungo esporre i vantaggi, le direttive UE hanno fatto oggetto le loro riunioni: ci siamo così resi conto della necessità di DUE sedi di parlamento e della febbrile attività di parlamentari, costretti a trasferirsi in treno da una sede all’altra ogni settimana.

Arriviamo così all’ultima, in ordine di tempo, iniziative della ECHA, acronimo della Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, un organismo che (negli enunciati) vorrebbe tutelare la salute dei cittadini europei, e per far questo, mettere al bando ogni sostanza chimica nociva alla salute umana – e non solo: pensiamo ai nostri amici pelosi che ingurgitano quintali di croccantini e mousse, senza che nessuno ci dica esattamente cosa c’è dentro.

Avremmo diverse sostanze da mettere all’indice di una tale Agenzia, non ultimo quel glifosato che genera mutazioni genetiche nell’uomo. Quel glifosato che s’è tentato più volte di eliminare dalla nostra vita, scontrandosi contro interessi lobbistici troppo grandi. Quel glifosato che, inventato da una grossa industria chimica americana, è stato acquisito da un’altrettanto grossa industria chimica tedesca, che ora lo commercializza, ma soltanto fuori della Germania. Quel glifosato che ci fa arrivare migliaia di tonnellate di grano da oltreoceano, ‘maturato’ artificialmente, a prezzi stracciati. Lo possiamo rifiutare come prodotto, ma ce lo ritroviamo nel piatto come pasta a basso costo, dalle più grosse industrie alimentari italiane. Senza contare i prodotti da forno, e tutto ciò che impiega farina.

Abbiamo parlato di oplofobia: in effetti le armi sono considerate ‘cattive’, ‘immorali’, e quindi tutto ciò che ne può colpire la diffusione e l’uso è moralmente giustificato, nella mente di alcuni. Così, si è arrivati ad assimilare il piombo delle nostre cartucce di amatori e sportivi ai più biechi prodotti chimici adoperati nell’industria alimentare, per esempio, o nella coltivazione di prodotti del suolo, i quali (è dimostrato) potrebbero molto meglio essere coltivati in maniera biologica, senza avere grosse perdite di produzione. Sì, signori, vi sembrerà assurdo, ma vogliono togliere il piombo (o meglio, la lega di piombo, stagno e antimonio di cui sono fatte le cartucce dei tiratori sportivi e amatoriali) dalle nostre cartucce.

È chiaro l’intento di incentivare la produzione e la vendita di proiettili di materiali diversi dal piombo, posto che la loro produzione, ancorché più costosa del piombo usato da sempre, non comporti, da parte delle produzioni (evidentemente industrie chimiche), un inquinamento maggiore di quello procurato dal piombo, ristretto ad alcune aree facilmente identificabili e bonificabili, che non comportano il passaggio di umani o di animali (leggi: poligoni di tiro), e soprattutto un esborso superiore all’attuale, posto che i nuovi materiali sarebbero oggetto di una sorta di monopolio. Se è vero, come dichiara l’UE nel regolamento REACH, che costituisce base per la realizzazione dell’Agenzia ECHA, che lo scopo del Regolamento riguarda la “Registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche”, non si comprende perché il piombo delle cartucce per armi da fuoco debba essere compreso in tale coacervo, non essendo compreso nella produzione di sostanze chimiche, a fronte di ciò che accadrebbe se le munizioni dovessero essere equipaggiate di proietti di varia natura, prodotti chimicamente. Il giustificato sospetto è che, come s’è fatto (dicono alcuni) per il vaccino anti-covid, si voglia procedere su superfici di grandi numeri soltanto per un fatto economico. Si creerebbe così un conflitto d’interessi, nell’Agenzia ECHA, da una parte impegnata a sostituire il piombo con altri materiali, e nel contempo impegnata a, si spera, diminuire l’inquinamento ambientale prodotto dalla produzione di nuovi materiali in quantità industriali.

A tal proposito vogliamo rimarcare ciò che dichiarano i dati ufficiali, reperibili sul sito dell’UE, a proposito dell’industria chimica dell’UE: rappresenta circa il 7,5 della produzione UE per fatturat; ha vendite pari a 565 miliardi di euro (2018) che rappresentano circa il 17% delle vendite globali di prodotti chimici; fornisce 1,2 milioni di posti di lavoro altamente qualificati diretti (2015); genera un avanzo commerciale di 45 miliardi di euro (2018), eccetera. È chiaro l’intento di fornire un ghiotto boccone ad una industria chimica europea che si presume altamente lobbizzata, in una economia centralizzata capitalista e assistenzialista in cui i posti di lavoro significano potere, e gestirli è comprensibilmente la mira di tutti. Di questa diatriba, volta a bloccare l’iniziativa dell’ECHA prima che sia attuata, si stanno occupando i rappresentanti ufficiali di chi le armi produce, usa e detiene, per qualsiasi scopo, sportivo, amatoriale o di lavoro.

Vi riportiamo alcune comunicazioni che abbiamo ricevuto.

MUNIZIONI AL PIOMBO: PREOCCUPANTI SVILUPPI DELLA CAUSA

Carissimi amici, come ricorderete lo scorso 19 giugno vi abbiamo annunciato che il Firearms United Network ha lanciato una causa presso la European Court of Justice (ECJ) contro la European Commission per arrestare il loro tentativo di mettere al bando ogni uso di munizioni a base di piombo da ogni tipo d’arma da fuoco, per tutti gli usi sportivi e su tutti i terreni (https://www.facebook.com/Firearmsuniteditalia/photos/3075925565971912/)

Il nostro presidente Tomasz W. Stępień – Firearms United President, con una raffica di post sulla nostra pagina internazionale in inglese, ha voluto aggiornarci – e pare che le autorità #EU siano di nuovo impegnate nei loro soliti giochetti.

Alla sede centrale di Firearms United sono infatti giunte numerose segnalazioni di sostenitori e organizzazioni che, alla richiesta di sostenere la nostra causa, hanno ricevuto dalla #Cortedigiustiziaeuropea una risposta negativa in quanto non rappresentati da un legale.

Si tratta di un’interpretazione volontariamente restrittiva delle norme che regolamentano la partecipazione alle cause di fronte alla #ECJ, ed è mirata specificamente a scoraggiare la partecipazione.

Il nostro presidente invita dunque chiunque abbia ricevuto una lettera di rifiuto ad inviarne una copia – scansionata, fotografata col cellulare, purché sia leggibile – all’indirizzo di posta elettronica legal@firearms-united.com

Nel frattempo, tuttavia, la #CommissioneEuropea ha chiesto alla #CEG di rigettare in toto la causa senza neppure esaminarla, inviando alla nostra sede centrale di Varsavia una copia della richiesta che riassume le sue posizioni sulla causa.

Ve ne offriamo qui un sunto, che di certo basterà per darvi un’idea della surreale posizione alla “Marchese del Grillo” (“Io so’ io, e von nun siete un ca**o”) della principale istituzione dell’#UE:

• Nessuno dei partecipanti alla causa è negativamente colpito dalla messa al bando delle munizioni a base di piombo, quindi non c’è motivo di intentare causa

• La causa è basata su documenti affetti da pregiudizio ideologico

Andiamo nei dettagli.

Per quanto riguarda il primo punto, la #EuropeanCommission si è esibita in un tanto strambo quanto preoccupante esercizio di arrampicata sugli specchi. In pratica ci è stato risposto che l’ATTUALE messa al bando delle #munizionialpiombo è valida solo per le munizioni spezzate per armi da caccia a canna liscia in alcune zone, e dunque chi non possiede tali armi per tale scopo non potrebbe fare ricorso: essenzialmente é possibile per la #EC violare “alcuni” nostri diritti, e noi non abbiamo diritto di protestare perché non li hanno violati TUTTI.

A far specie, soprattutto, è il passo che recita quanto segue:

“Il ricorso si basa su una restrizione in preparazione riguardo l’uso di munizioni al piombo, sia spezzate che non, in aree diverse dalle zone umide, da emanarsi a breve.”

In pratica la Commissione Europea AMMETTE CANDIDAMENTE di voler mettere al bando ogni e qualsivoglia tipo di munizione al piombo per ogni e qualsivoglia tipo di utilizzo civile; la Commissione Europea AMMETTE CANDIDAMENTE che considera tale divieto ormai cosa fatta; e si lamenta del fatto che il popolino voglia opporsi a tali restrizioni prima che vengano emanate anziché aspettare, come sempre, di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.

Che questo sia di lezione per chi crede che si fermeranno alle munizioni da caccia e alle aree umide: CI RIGUARDA TUTTI.

Addirittura la Commissione si spinge a dichiarare che il costo di conversione di un fucile a canna liscia all’impiego di munizioni senza piombo sia di circa 70 Euro, e che dunque ciò non costituisca una barriera economica.

Ci chiediamo quali grandi esperti abbiano fornito la loro consulenza alla Commissione al riguardo e abbiano partorito tali stime: probabilmente si parla dello stesso #analista che ogni giorno bercia in Italia contro i #legalidetentoridiarmi, perché si parla di stime che non stanno né in cielo, né in terra – in particolar modo se si considera che il #BancoNazionalediProva in Italia ha introdotto una speciale tipologia di bancatura (“Giglio”) per le armi a canna liscia adeguate all’impiego di munizioni a base di materiali diversi dal piombo, che prevede una prova forzata a 1320 bar: parliamo di livelli pressori che difficilmente un’arma di quarant’anni fa potrà sostenere dopo una conversione da 70 Euro.

Al contempo, per quanto riguarda il punto riguardante la violazione del diritto alla proprietà che tali restrizioni cagionerebbero, la Commissione Europea si esprime con quello che a nostro avviso è uno dei due punti più preoccupanti di tutta la sua posizione:

“Sebbene il diritto alla proprietà sia un principio fondamentale delle leggi europee, esso non é una prerogativa assoluta ma va considerato in base alla sua funzione nella società. È possibile introdurre restrizioni all’esercizio del diritto alla proprietà a condizione che esse rispondano all’interesse comune che l’Unione persegue e non costituiscano un intervento sproporzionato e inaccettabile in virtù dello scopo prefisso:”

Ebbene si, avete letto bene: per la Commissione Europea IL NOSTRO DIRITTO ALLA PROPRIETA’ PUO’ ESSERE VIOLATO SE CIO’ RISPONDE AGLI “INTERESSI CHE L’UE PERSEGUE”.

Di nuovo: c’è ancora chi crede che si fermeranno mai nel loro piano #disarmista? No: si sono autoinvestiti del diritto di decidere cosa possiamo possedere e cosa no, e soprattutto del potere di decidere cosa toglierci di ciò che già abbiamo e cosa invece, magnanimamente, lasciarci.

Per quanto riguarda il secondo punto, la missiva della Commissione Europea sottolinea più volte che i documenti sottoposti da Firearms United e dalle sue associazioni nazionali federate – quale ad esempio l’analisi legale fornitaci dall’associazione ceca LEX – Sdružení na ochranu práv majitelů zbraní – sarebbero da rigettarsi in quanto affette da pregiudizio ideologico (“bias”), in quanto sottoposte da associazioni a difesa del #dirittoallearmi.

Notate bene: la Commissione non dice NEPPURE UNA VOLTA che le nostre analisi e i nostri documenti siano errati in qualsiasi loro punto, solo che siano AFFETTI DA PREGIUDIZIO IDEOLOGICO.

Per intenderci: è come se vi entrassero a rubare a casa, il ladro venisse arrestato, voi vi costituiste parte civile al suo processo, e la sua difesa sostenesse che la vostra richiesta di costituzione in parte civile debba essere rigettata perché voi avete un interesse diretto nel recuperare la refurtiva.

Infine, per chi ancora avesse dubbi sulla #formamentis della #Commissione #Europea, eccovi un altro punto su cui essa basa la sua richiesta di rigetto della nostra causa:

“Si deve ricordare che in un’Unione basata sulle leggi, gli atti dell’Unione quale istituzione godono di una presunzione di legalità; spetta al ricorrente provare che il regolamento oggetto di contestazione sia illegittimo.”

In pratica, l’#UE si è investita della stessa presunzione di legittimità assoluta che è tipica dello “Stato etico” (per intendersi, gli ultimi che si sono visti sul continente europeo sono stati l’Italia fascista e la Germania nazionalsocialista), e sostiene che spetti a noi provare l’illegittimità delle regole che propone, ma al contempo chiede che ci venga PRECLUSO L’ACCESSO ALL’UNICA SEDE (quella legale) DEPUTATA A STABILIRE CIO’.

Perché per arrivare in un posto, in cui si deve arrivare per forza, si deve prendere per forza una ed una sola strada… ma se quella strada è sbarrata dalle stesse persone che ci impongono di arrivare a destinazione?

Al contempo, solo tre giorni fa è arrivata la notizia (https://www.patrick-breyer.de/…/chatcontrol-european…/) dell’approvazione da parte dello European Parliament del cosiddetto #ChatControl, ovvero della #deroga alle normative UE sulla #ePrivacy: con 537 voti a favore, 133 voti contrari e 20 astenuti, il #ParlamentoEuropeo ha stabilito che le aziende che forniscono servizi di posta elettronica o di messaggeria automatica possono implementare sistemi automatizzati di controllo dei nostri messaggi e delle nostre E-Mail, scansionarle alla ricerca di parole-chiave o contenuti sospetti, per poi denunciare le stesse alle Forze dell’Ordine.

L’UE procede sulla strada della #sorveglianza di massa e del #disarmo di massa. Con buona pace di chi dice che “il #sovranismo è stato sconfitto” (con manovre di palazzo, ovviamente): nulla, in ciò che l’#UnioneEuropea sta facendo e continua a fare, va nella direzione di riguadagnare le simpatie e il supporto dei #cittadini. E prima o poi arriveranno di nuovo, ovunque, le elezioni.

Traete voi le vostre conclusioni.

ACT TOGETHER, FEEL FREE AND MAKE CHANGES

UNARMI

Riceviamo e riportiamo anche una comunicazione da parte della UNARMI, organismo italiano di tutela di chi delle armi fa il proprio lavoro (inclusi produttori di armi e cartucce) o il proprio svago.

Mentre continuano a giungere risposte dai poligoni privati, UNARMI prosegue la sua indagine sulle conseguenze del regolamento ECHA per il divieto del possesso ed utilizzo di munizioni contenenti piombo. E’ attivo da pochi giorni sulla pagina unarmi.it/post/sondaggio-piombo-tiratori un sondaggio rivolto ai tiratori, complementare a quello già proposto a poligoni e campi di tiro, finalizzato a comprendere come potrebbero variare le abitudini degli utenti italiani qualora il regolamento in discussione venisse approvato. I dati ricavati da questo secondo sondaggio, incrociati con quelli provenienti dai poligoni, ci consentiranno di avere un’idea più completa dei danni che il regolamento potrebbe causare sul piano sportivo e su quelli connessi (commerciale, occupazionale, addestrativo…).

Il sondaggio è completamente anonimo ed è molto importante che vi sia la più ampia partecipazione possibile, di modo da avere un quadro statistico il più possibile rappresentativo della realtà. I risultati dell’indagine saranno presentati all’agenzia ECHA, alla Commissione Europea ed al governo italiano per richiedere lo stralcio del regolamento o di tutti i suoi punti critici.

Sempre nell’ottica del contrasto delle nefaste iniziative europee, sollecitiamo inoltre poligoni, armerie e cacciatori ad aderire alla causa in corso alla Corte di Giustizia Europea, promossa contro la Commissione Europea da Firearms United Network (di cui UNARMI è rappresentante per l’Italia), proponendosi come soggetto danneggiato mediante la modulistica predisposta da Firearms United e scaricabile dalla pagina https://bit.ly/36vMf51. L’adesione è a titolo assolutamente gratuito, ma deve essere inviata entro e non oltre il 19 luglio. La corte Europea accetta qualsiasi lingua dell’Unione, non sono quindi necessarie traduzioni: è sufficiente compilarlo e descrivere i danni, i fastidi e le limitazioni che la nuova regolamentazione porterà. Il documento, poiché non è ammessa la trasmissione via e-mail, deve essere stampato e spedito a:

Court of Justice of the European Union

European Union Court

Rue du Fort Niedergrünewald

L-2925 Luxembourg

In questo momento molto delicato è necessario che tutti diano il proprio contributo, anche se apparentemente irrilevante, poiché dalla riuscita di questi attacchi dipende il futuro del mondo del tiro e della caccia.

Roma, via dei Monti Parioli 25

c.f. 97854290588

www.unarmi.it

Più volte abbiamo sospettato che alcuni provvedimenti non fossero propriamente ‘democratici’, come annunciato: oggi ne abbiamo la certezza. Se l’Europa voluta dai Padri Fondatori è questa, meglio tonare a come eravamo prima. Purtroppo i nomi di De Gasperi, Schumann, Altiero Spinelli, Jean Monnet, Joeph Bech, Konrad Adenauer e Paul-Henri Spaak vengono sbandierati a torto. Certamente la loro idea di Europa unita non era questa.




Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, un’avventura incredibile

Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è finalmente uscito su Nintendo Switch e PC, al fine di far vestire i panni dei cosiddetti Rider sia alle nuove generazioni che ai fortunati possessori del primo episodio su Nintendo 3DS. Prima di iniziare a parlare del titolo in maniera approfondita ci teniamo a fare una sottolineatura importante: a partire dal sistema di combattimento, che nel filone Stories è a turni, il prodotto ha davvero poco in comune con le incarnazioni del franchise principale, ragion per cui i neofiti di questa saga spin-off potrebbero ritrovarsi inizialmente spiazzati e confusi., ma col passare delle ore siamo certi che chiunque potrà apprezzare ciò che questo titolo ha da offrire. Scopriamo il perché. Il protagonista di questa nuova avventura è un giovane (o una giovane in quanto il personaggio lo si crea all’inizio della partita) Rider del villaggio di Mahana che eredita dal defunto nonno uno strano cucciolo di Rathalos. In quella che è una specie di stravagante rivisitazione di E.T., il protagonista dovrà dimostrare, insieme a una coraggiosa Wyverniana di nome Ena e al bizzarro Felyne che si fa chiamare Navirou, che il Ratha tagliente è innocuo e non è certo il mostro profetizzato che causerà una catastrofe con le sue famigerate Ali della Distruzione, sebbene ogni indizio suggerisca il contrario. Ci teniamo a precisare che non è necessario aver giocato il primo Monster Hunter Stories per comprendere la trama di questo sequel, ma certamente l’averlo fatto aiuta. Man mano che si prosegue nel gioco, infatti, i riferimenti si fanno sempre più frequenti e tornano molti personaggi del passato, compresi alcuni che Capcom non ha fatto vedere neppure di striscio nei suoi trailer per non rovinare la sorpresa. Fortunatamente il titolo è pensato così bene che la trama non farà mai pesare i collegamenti col passato ma, anzi, qualche volta saranno i personaggi stessi a raccontare i retroscena attraverso dialoghi o flashback. Il titolo Capcom non vincerà certo un Nobel per la letteratura, ma è scritto decisamente molto bene e, soprattutto, caratterizza con cura e delicatezza i personaggi intorno al protagonista muto, senza scadere nei consueti stereotipi dell’animazione nipponica. Ha solo un problema: la struttura della campagna tende a diluire la narrativa in blocchi di missioni che in qualche momento sembrano solo voler prendere tempo. Ogni volta che si raggiunge una nuova città hub, bisognerà risolvere una serie di incarichi che porteranno il giocatore a esplorare tutte le zone più rilevanti della regione prima della svolta nella storia che condurrà il protagonista alla città successiva, in cui ricomincerà da capo questo ciclo.

Come vi accorgerete giocando a Monster Hunter Stories 2, la quotidianità dei Rider si distingue molto da quella dei Cacciatori, ma non è del tutto differente. Procediamo però con ordine, spiegando innanzitutto che i primi vivono in luoghi isolati e si addentrano quotidianamente nelle cosiddette Tane di Mostro, al fine di impossessarsi di qualche uovo. Una volta tornati al villaggio con la refurtiva, infatti, i possessori della mistica Pietra del Legame hanno la capacità di entrare in simbiosi e instaurare un reciproco legame di fiducia con i mostri usciti dalle uova, per poi allevarli sino all’età adulta e abituarle alla coesistenza con gli esseri umani. Un autentico privilegio che permette ai cosiddetti “Monstie” di percepire i sentimenti e le intenzioni dei propri Rider e, di conseguenza, di lottare al loro fianco contro qualsiasi pericolo possa minacciare la vita pacifica della comunità. Pertanto, ogni giorno i fantini e i loro partner setacciano scrupolosamente i dintorni dei rispettivi villaggi, sia per racimolare quante più uova possibili, sia per assicurarsi che nessun mostro feroce possa attaccare all’improvviso il centro abitato e seminare il panico tra i paciosi paesani. L’esplorazione gioca quindi un ruolo primario nell’economia del gameplay, anche perché il titolo presenta delle mappe gigantesche e coloratissime, nonché traboccanti di fiere e materie prime da recuperare e combinare, così da generare pozioni, esplosivi e tutti gli altri strumenti che nel mezzo delle battaglie tornano puntualmente utili. Tuttavia, dal momento che in Monster Hunter Stories 2 armi, armature e consumabili possono essere craftati alla vecchia maniera, ossia rivolgendosi al fabbro o alla voce “combina” nel menu di pausa, Wings of Ruin fatica a giustificare il recupero dei tanti forzieri disseminati in giro e che appunto sono soliti contenere piccole scorte di oggetti già realizzabili e reperibili in quantità industriale. Prima di addentrarci nell’analisi del sistema di combattimento, che anche in questo episodio, come già detto all’inizio, ha conservato il meccanismo a turni dell’originale, occorre sottolineare che i Rider portano con sé un massimo di sei Monstie, i quali sono suddivisi in tre categorie diverse: Potenza, Tecnica e Velocità. Regolamentate dal classico sistema della morra cinese, resistenze e debolezze delle suddette spalancano quindi le porte a una deliziosa componente strategica, costringendo il giocatore a formare una squadra quanto più bilanciata possibile. Tutti i mostri in eccesso, in ogni caso, vengono destinati alle scuderie nei vari villaggi, in attesa di essere portati in missione. Dato l’elevato numero di creature presenti nel bestiario, il ricambio è insomma una costante di Wings of Ruin, ragion per cui i punti esperienza ottenuti al termine di una battaglia vengono equamente divisi tra il Rider e tutte le bestie nella sua squadra. Se da una parte questa scelta impedisce di creare in poco tempo una singola unità spaventosamente forte e sbilanciata, dall’altra facilita non poco la preparazione delle bestie destinate a sostituire i titolari del party. Tra l’altro, nel caso in cui il giocatore non sia intenzionato a “conservare” tutti i Monstie precedentemente schierati in campo, la meccanica del Rituale Sciamanico permette di modificare il patrimonio genetico dei Monstie e trasferire abilità e poteri da una creatura all’altra. Ognuno di essi, difatti, presenta un massimo di nove slot, alcuni dei quali sono occupati sin dalla schiusa delle uova, mentre altri si sbloccano salendo di livello. Ciascun gene corrisponde appunto a un’abilità o a bonus, che il giocatore può modificare o rafforzare donando alla creatura dei geni simili e assicurandosi di allineare orizzontalmente, verticalmente o in diagonale quelli dello stesso colore: in questo modo, il Monstie ottiene un bonus bingo che lo rende ancora più potente e competitivo.

Laddove nel primo episodio del filone di Monster Hunter Stories il gene donato conservava lo slot originale, con nostra grande sorpresa abbiamo scoperto che in Wings of Ruin è invece l’utente a scegliere quale slot rimpiazzare, semplificando non poco l’intera operazione e la realizzazione di file simili. Il Rituale Sciamanico è in definitiva una meccanica essenziale per personalizzare il party, ma che comunque va utilizzata con accortezza e lungimiranza, in quanto il mostro “donatore” scompare al termine della procedura e una volta perso non può essere recuperato in nessun modo. Una ragione valida per segnare tra i “preferiti” tutti i partner da conservare, in quanto questi non possono essere selezionati come donatori. Per quanto concerne il sistema di combattimento vero e proprio, ci duole ammettere che questo è stato ritoccato meno di quanto a nostro avviso avesse bisogno: non solo appare estremamente derivativo, ma ha ereditato sia i pregi che alcuni storici “difetti” dell’originale. Andando per gradi, è bene precisare anzitutto che alle battaglie partecipano il Rider e il suo compagno principale, che all’occorrenza può essere sostituito una volta per turno, sia per adattare la strategia alla natura dell’avversario, sia per evitare di perdere dei preziosi cuori. Difatti, quando i punti vita di un fantino o del suo partner scendono a zero, il giocatore perde uno dei tre cuori a sua disposizione e una volta a secco viene decretata la sua sconfitta. Pertanto, durante la lotta è molto importante valutare se curare il Monstie in campo o se rimpiazzarlo del tutto, elaborando di conseguenza una strategia alternativa. Come accennato poc’anzi, esistono tre tipi di attacco, ognuno dei quali ha un punto forte e uno debole: Potenza batte Tecnica, Tecnica vince Velocità, e Velocità supera Potenza. Selezionando il giusto tipo ad ogni turno fa sì che il personaggio controllato vinca il “Testa a testa” con l’avversario, ossia una situazione in cui entrambe le parti portano a segno un attacco e ricevono dei danni proporzionati al risultato della morra cinese. Tutti e due, quindi, riportano delle ferite, ma qualora sia il giocatore a prevalere, la vittoria riempirà in modo significativo la barra legame. Peccato soltanto che l’utente non possa in alcun modo influenzare la tipologia di attacco scelta dal proprio Monstie, che pertanto è affidata invece alla carente intelligenza artificiale: il risultato non è sempre piacevole. Certo, sostituire il mostro in prima linea con una creatura specializzata nella categoria desiderata incrementa le possibilità che questa ricorra alla tipologia necessaria, ma il risultato non è affatto garantito, in quanto anche i Mostri sono liberi di decidere sul momento il tipo di attacco da sferrare. Quella di conservare tale caratteristica è insomma una scelta opinabile. Fortunatamente una volta riempita la barra legame si verifica l’esatto contrario, in quanto il Rider è libero di salire in sella al Monstie e di sferrare un unico attacco dal potere distruttivo incrementato. Una volta in groppa al partner, infatti, non solo i Punti Vita del fantino vengono ripristinati, ma la coppia gode di un sostanzioso bonus in termini di attacco e difesa, e oltretutto ha accesso alle portentose Abilità Legame: vere e proprie mosse speciali che innescano spettacolari sequenze animate e che, in base al livello di carica, tendono a semplificare la rottura delle parti del corpo nemiche. Durante la battaglia, poi, capita di tanto in tanto che il Monstie e l’avversario si affrontino nei cosiddetti “Scontri Finali”, ovvero sequenze in cui il giocatore è chiamato a premere velocemente il tasto indicato, alternare quelli dorsali o far roteare in una direzione specifica la levetta analogica destra. Un espediente a nostro avviso molto divertente, che per di più infligge gravi danni e contribuisce a ricaricare la barra legame. Mettendo da parte gli attacchi doppi, ossia gli assalti combinati che si innescano quando Rider e Monstie selezionano lo stesso tipo di attacco, le vere novità del sequel vanno ricercate nelle armi extra a disposizione degli avatar e nella presenza di un secondo Rider con tanto di Mostie al suo seguito. Come ricorderà chiunque abbia giocato il primo Monster Hunter Stories su Nintendo 3DS, al tempo i fantini potevano equipaggiare soltanto quattro tipi di armi (spadone, spada e scudo, martello e corno da caccia), mentre a questo giro gli sviluppatori hanno ben pensato di portare il totale a sei e di introdurre anche l’arco e la lancia-fucile. Al pari del primo capitolo della serie, Monster Hunter Stories 2 presenta anche una nutrita componente multiplayer, che tra le altre cose ha visto il ritorno dei tornei in cui cimentarsi contro i Rider provenienti da ogni parte del globo. In questo caso, però, le attività multigiocatore consentono di affrontare anche in coppia le varie sfide e partire per le cosiddette “missioni in collaborazione”, alle quali possono appunto partecipare un massimo di quattro giocatori.

Nel mondo di gioco di Monster Hunter Stories 2 sono essenzialmente disponibili tre tipi di aree esplorabili, fuori dalle città. Le regioni sono macro aree all’aperto che collegano ogni altro tipo di mappa: solitamente si diramano in una moltitudine di uscite che conducono a zone più contenute, praticamente quelli che in un JRPG comune sono i dungeon. Ci sono poi le tane, che si dividono in due tipi. Le tane di mostro comuni e rare sono completamente procedurali: compaiono a caso nelle mappe e sono costituite da una combinazione casuale di stanze che vanno a formare una grotta nella quale si trovano mostri, forzieri e materiali collezionabili random. Le tane nominate sono invece caratterizzate da un ingresso rettangolare e sono predefinite sia nella posizione sulla mappa, sia nella struttura interna. In questi dungeon ci sono i forzieri che contengono i Tappi di bottiglia, una valuta da scambiare in oggetti, equipaggiamento e utili bonus come gli spazi extra nella stalla della città. Mentre gli altri dungeon si esplorano obbligatoriamente per proseguire nella storia, e spesso si concludono con un boss specifico da sconfiggere, le tane sono completamente facoltative. Al loro interno è sempre presente un nido dal quale poter rubare almeno un uovo: contraddistinto da un odore e da un peso che determinano la qualità del mostro al suo interno, l’uovo può essere poi schiuso in seguito nella stalla cittadina. I Monstie non servono solo a combattere, infatti, ma anche a esplorare a fondo le diverse mappe. La maggior parte delle specie ha una o due abilità sul campo che permettono di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili: gli anfibi come lo Zamtrios o il Ludroth, per esempio, possono superare gli specchi d’acqua a nuoto, mentre i mostri più agili come il Velocidrome o lo Zinogre possono compiere balzi prodigiosi e raggiungere piattaforme distanti. Il Tigrex, il Kecha-Wacha e altri possono arrampicarsi su specifiche pareti rocciose, mentre la famiglia dei Diablos può scavare una buca in punti specifici per ricomparire da un’altra parte, facendoci raggiungere forzieri e altri collezionabili. Formare una squadra bilanciata di mostri non significa solo sceglierli in base ai tipi di attacchi, ma anche all’utilità che possono avere durante l’esplorazione. Considerando che potrete portare con voi soltanto sei mostri, e uno di questi è obbligatoriamente il Ratha tagliente per quasi tutto il gioco, vi capiterà senz’altro di dover tornare nei dungeon coi Monstie giusti per aprire tutti i forzieri che non siete riusciti a raggiungere. Fortunatamente, Monster Hunter Stories 2 si appoggia a un sistema di spostamento rapido comodissimo. In ogni mappa troverete sempre una o più Gattovane che vi permetteranno di salvare la partita e cambiare il momento della giornata tra pomeriggio e sera, alterando così anche i mostri che gironzolano nei dintorni. Soprattutto, dopo aver sbloccato una Gattovana, la si potrà raggiungere in qualsiasi momento semplicemente aprendo la mappa di gioco e scegliendola dall’elenco di quelle che già scoperte. Spostarsi da un capo all’altro del mondo è quindi molto semplice, anche se non proprio velocissimo visto che è sempre necessario caricare ogni nuova zona. Tirando le somme, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin si conferma un solido e dilettevole JRPG, nonché uno spin-off rispettoso nei confronti della serie principale da cui è tratto. Il prodotto vanta al proprio arco di frecce una varietà incredibile, una storia sicuramente più coinvolgente dell’originale e soprattutto una resa visiva accattivante e meno infantile. Tuttavia, pur riconoscendo la validità dei piccoli accorgimenti apportati al sistema di combattimento, in primis l’introduzione di nuove armi o del compagno extra, non condividiamo la decisione di lasciare libertà di azione ai Monstie, che ancora oggi nelle fasi di battaglia sono manovrati da un’intelligenza artificiale poco sviluppata. Che si ami o meno il brand, in ogni caso, il titolo saprà travolgere chiunque con le sue tinte incantevoli e tenere incollati i giocatori allo schermo per più di 50 ore. A nostro avviso ogni possessore della console di casa Nintendo dovrebbe giocarlo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8

Longevità: 9

Gameplay: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




iPhone, secondo i rumors i nuovi modelli supporteranno il Wi-Fi 6E

Apple potrebbe portare sulla prossima generazione di iPhone il supporto al Wi-Fi 6E. Secondo un recente rapporto di DigiTimes, diversi fornitori del gigante di Cupertino, tra cui Win Semiconductors, Advanced Wireless Semiconductor Company e Visual Photonics Epitaxy Comp, sono già pronti a fornire i componenti relativi al Wi-Fi 6e, la tecnologia più recente e avanzata della connessione wireless, approvata dalla Wi-Fi Alliance nel 2020. A differenza dei precedenti standard che funzionano su bande 2,5 Ghz o 5 Ghz, Wi-Fi 6E utilizza la banda 6 GHz, attualmente meno congestionata, tale da offrire velocità massime fino a 9,6 Gbps. Aggiungendo il supporto al Wi-Fi 6E all’iPhone di ultima generazione, Apple seguirebbe le mosse già effettuata dai concorrenti, come Samsung, che all’inizio di quest’anno ha incluso il supporto alla linea dei Galaxy S21. Oltre alla connessione, altri miglioramenti attesi dall’iPhone di prossima generazione sono una batteria più grande, una frequenza di aggiornamento dello schermo a 120Hz, un notch più piccolo per il Face ID, e una fotocamera principale con sensore da 108 megapixel. Apple conta di battere ogni record di vendita con i suoi prossimi iPhone. Stando a Bloomberg, l’azienda avrebbe chiesto ai fornitori di produrre almeno 90 milioni di esemplari di nuova generazione nel 2021, il che rappresenta un aumento del 20% rispetto ai 75 milioni di unità arrivate in tutto il 2020. La presentazione degli iPhone di ultima generazione, ancora da confermare, dovrebbe avvenire entro il mese di settembre. Nel frattempo, come sempre accade in questo periodo ormai da anni, non resta altro che aspettare comunicazioni ufficiali dal colosso di Cupertino.

F.P.L.




Greedfall Gold Edition, il Gdr di Spiders si evolve per la Next-Gen

Greedfall, per coloro i quali non lo sapessero, è un gioco di ruolo ambientato nel diciassettesimo secolo in cui nei panni di un giovane nobile si è chiamati a trovare una cura a una misteriosa malattia e, al contempo, gestire le relazioni tra le varie fazioni dell’isola di Teer Fradee, di cui il cugino è appena diventato governatore. Delle missioni non certo semplici e che mettono chi gioca davanti a più di un dilemma morale, in cui non vi è mai una soluzione più giusta dell’altra. Greedfall è infatti contraddistinto da una elevata qualità di scrittura, sia della trama principale che delle varie quest secondarie, con quest’ultime che stupiscono per la grande cura in esse riposta. Un qualcosa di cui avevamo già tessuto le lodi ai tempi del rilascio originale del titolo (qui la nostra recensione). A differenza di quanto si potrebbe pensare, Greedfall non è un open world, bensì un titolo composto da tante diverse e ampie aree chiuse. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, esso è invece un gioco in tempo reale e permette di usare sia armi bianche che da fuoco che la magia. A completare il tutto vi è poi la possibilità di sfruttare delle pause tattiche, in cui riflettere sul come utilizzare nel modo più saggio possibile item e abilità. Ma parliamo di questa edizione Gold: questa nuova versione di Greedfall, che ricordiamo essere un upgrade gratuito per chi già è proprietario della versione “old gen” del gioco ma non per chi l’ha riscattato dal PlayStation Plus, va infatti a migliorare l’esperienza originale solamente sul piano tecnico.

Due sono le versioni grafiche a disposizione e selezionabili a piacimento dal menu di gioco anche in tempo reale: qualità e prestazioni. La prima, come facilmente intuibile, spinge maggiormente sulla bontà visiva, con la risoluzione che arriva fino ai 4K, mentre la seconda sulla fluidità di gioco e riesce a garantire i 60 frame per secondo. Innegabile come la modalità qualità sia tra le due quella più piacevole alla vista, con un maggior numero di effetti, delle texture più dettagliate e un numero più elevato di elementi a schermo. A completare l’offerta di Greedfall Gold Edition vi è infine, oltre ai miglioramenti tecnici di cui vi abbiamo appena parlato, anche un nuovo e inedito DLC. Tale contenuto aggiuntivo, che prende il nome di The De Vespe Conspiracy, può inoltre essere acquistato singolarmente anche su old gen a 6,99 euro. Considerando tale prezzo risicato e come l’upgrade grafico sia gratuito per chi è in possesso di una copia del gioco per PS4 o Xbox One, la Gold Edition perde quindi alla fine dei conti un po’ di attrattiva. Se volete giocare a Greedfall, insomma, la scelta migliore è quella di recuperare la versione originale e, al massimo, acquistare The De Vespe Conspiracy a parte direttamente sui relativi store. Se invece avete una console next gen e non avete acquistato il titolo, adesso è proprio il momento giusto per farlo. Tirando le somme, possiamo dire senza alcun dubbio che Greedfall Gold Edition non riesce purtroppo a smussare le impervietà che contraddistinguono il titolo fin dal suo rilascio originale, ma è in grado di donare a chiunque lo giochi una nuova brillante versione del gdr di Spiders, finalmente giocabile a 60 frame per secondo anche su console. Un’ottima occasione, insomma, per dare un’altra chance al gioco e al contempo far la conoscenza con la piacevole per quanto breve espansione De Verve Conspiracy. Provatelo e siamo certi che non ve ne pentirete.

Francesco Pellegrino Lise




Fleets addio, Twitter chiude le storie in stile Instagram

A partire dal 3 agosto non saranno più visibili su Twitter i Fleets, le storie effimere della durata di 24 ore. L’esperimento, non riuscito, lascerà il posto agli Spaces, le chat audio nate a seguito del boom di download di Clubhouse, il social in cui si ascolta e si parla con gli altri utenti solo tramite voce. Fleets era il tentativo di Twitter di avvicinare il pubblico di Instagram con un formato simile alle Storie, a sua volta inventato da Snapchat, per consentire di pubblicare contenuti a scomparsa dopo un giorno. Oltre alla conferma dell’addio ai Fleets, a quanto pare Twitter sta lavorando anche ad un aggiornamento dei tweet tradizionali, a quali dovrebbero essere aggiunte le opzioni di modifica, formattazione del testo e immagini in formato GIF sulle foto caricate dagli utenti. Ad oggi, l’unica certezza in merito ai post classici è la possibilità di modificare il pubblico che può rispondere ad una conversazione (tutti, amici, solo taggati), in arrivo nelle prossime settimane. “Speravamo che i Fleets aiutassero più persone a sentirsi a proprio agio nell’unirsi alla conversazione su Twitter – ha dichiarato in una nota Ilya Brown, vicepresidente del prodotto di Twitter – Ma, da quando abbiamo presentato la funzionalità, non abbiamo visto un aumento significativo del numero di nuove persone che li usavano, non come pensavamo”. Twitter aveva reso disponibili i Fleets a tutti solo lo scorso novembre. “Se evolviamo il nostro approccio e di tanto in tanto eliminiamo le funzionalità meno usate, non corriamo grandi rischi – ha aggiunto Brown – Continueremo a creare nuovi modi per partecipare alle conversazioni, ascoltando i feedback e cambiando direzione quando necessario”. Quindi dal tre agosto tutti pronti ad accogliere gli Spaces e soprattutto tutti pronti a vedere se saranno così apprezzati dalla community da diventare pane quotidiano.

F.P.L.