La Rustica RRdP (calcio, Eccellenza), Iardino: “Mi volevo rimettere in gioco in questa categoria”

Roma – Il La Rustica RRdP è andato sul sicuro. La società del presidente Tonino D’Auria, che ha spostato la sua sede di gioco da Rocca di Papa a Roma (nel quartiere di La Rustica), ha affidato la guida della prima squadra che militerà nel campionato di Eccellenza a un tecnico di grande esperienza come Nunzio Iardino. Un allenatore tra i più qualificati della regione, considerando che cinque anni fa ha ottenuto a Coverciano il titolo di match analyst professionista, tre anni fa quello di osservatore e due anni fa la qualifica di Uefa A che gli consentirebbe di fare il vice nella massima serie e il primo allenatore in serie C. “Ma i titoli rimangono appesi sul muro, ciò che conta è continuare a formarsi – dice Iardino – E’ chiaro, comunque, che c’è voluto un impegno notevole, portato avanti con grande abnegazione e sacrificio”. Dopo l’impresa della salvezza in Promozione con l’Atletico Lariano e le due stagioni condizionate dalla pandemia, Iardino si è rimesso in gioco e lo ha fatto accettando la proposta del La Rustica RRdP: “Con la società abbiamo fatto una prima chiacchierata conoscitiva a luglio, poi entrambe le parti hanno riflettuto e qualche giorno fa abbiamo definito. Vivo a Nettuno e venire a La Rustica sarà uno sforzo non da poco, ma avevo voglia di rimisurarmi in Eccellenza, campionato che ho fatto dodici anni fa a Roviano per la prima volta”. Il La Rustica RRdP avrà un chiaro obiettivo da perseguire: “Alleno una squadra giovane con poca esperienza e chiaramente il primo pensiero è quello della salvezza, anche se quest’anno pure la formula non ci agevolerà, con tante squadre coinvolte tra play out e retrocessioni dirette. Il gruppo si allena con serietà e dedizione e non mi spaventa lavorare con i giovani, manca qualcosina per completare l’organico ma c’è tutto il tempo”. D’altronde l’intesa col presidente D’Auria sembra solida: “L’impatto è stato ottimo, lui è un grande intenditore di calcio e ci troviamo in sintonia sulla valutazione di diverse situazioni”.




Asd Casilina (calcio), Caprasecca farà correre le giovanili: “L’inizio del lavoro sarà graduale”

Roma – Avrà il compito di “far mettere benzina” nelle gambe dei ragazzi dell’Asd Casilina. Luca Caprasecca ricoprirà il ruolo di preparatore atletico sia del biennio Giovanissimi che di quello Allievi (ovvero di tutte le selezioni dall’Under 14 all’Under 17) ed è pronto per cominciare il suo quarto anno assieme al presidente Enrico Gagliarducci. “La prima stagione ero semplicemente un suo giocatore, visto che lui faceva anche l’allenatore. Poi il rapporto si è intensificato e mi ha iniziato ad affidare i compiti di preparatore atletico. Tra noi c’è stima reciproca e con lui posso lavorare serenamente perché mi lascia carta bianca e sento la sua fiducia”. I gruppi giovanili del Casilina si ritroveranno al “De Fonseca” nei primi giorni di settembre: “Alcuni ragazzi li conosco, so come lavorano e sanno che tipo di metodologia porto avanti, ma siamo fiduciosi che anche gli altri si possano allineare al più presto. Il direttore sportivo Tonino Rovere ha allestito dei gruppi validi e l’intenzione della società è quella di essere protagonisti nei campionati provinciali, magari già a partire da questa stagione. Per quanto riguarda il programma di lavoro, inevitabilmente risentirà degli strascichi di questo ultimo anno e mezzo in cui in pratica non si è giocato. La base rimane la stessa anche perché ho visto nel recente passato che ha dato i suoi frutti, ma è chiaro che qualche modifica ci sarà. Si partirà in una maniera più graduale anche per limitare il rischio di infortuni, considerando pure che i campionati inizieranno a fine ottobre”. Caprasecca potrebbe anche far parte della prima squadra del Casilina che giocherà nel campionato di Seconda e Terza categoria: “Ci sarà qualche elemento del vecchio gruppo dove eravamo alla Borghesiana e questo mi fa piacere. Io dovrò effettuare una serie di corsi di specializzazione che spesso mi condizioneranno nel week-end, ma parleremo con la società per trovare una soluzione”.




Mentana e Fiano: arrestati spacciatori. Fermata una ragazza palombarese in possesso di cocaina

Monterotondo (RM) – Prosegue l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di competenza. In particolare nelle ultime ore sono stati arrestati due pusher sulle piazze di spaccio di Mentana e Fiano Romano. Il primo spacciava in strada, il secondo in casa.

Dopo avere osservato diversi passaggi tra le vie cittadine a tarda ora, di una ragazza a bordo di una moto e avendo sospettato che potesse trattarsi di un corriere espresso con consegne di stupefacente “a domicilio”, i Carabinieri della Stazione di Mentana hanno arrestato una ragazza palombarese di 29 anni, trovata in possesso di cocaina, tra il comune di residenza e Mentana mentre circolava a bordo di un ciclomotore (successivamente risultato rubato) con 4 g di cocaina, suddivisa in diverse dosi e quasi 500 euro in contanti. Al termine del rito direttissimo presso il Tribunale di Tivoli, oltre alla convalida dell’arresto, è arrivata per la pusher la misura dell’obbligo di firma presso la caserma carabinieri di Mentana.

Situazione opposta quella scoperta dai Carabinieri di Fiano Romano: questa volta non era un “pony express” della droga ma un “Droga Shop casalingo”. I Carabinieri di Fiano hanno infatti arrestato un uomo con precedenti di 54 anni di Civitella San Paolo che nella propria abitazione, oltre a detenere circa 100 g di hashish, in parte già confezionato in dosi ed in parte ancora in forma di classico panetto ancora da porzionare, aveva anche iniziato a coltivare Marijuana. Così i Carabinieri di Fiano, dopo aver rinvenuto anche 4 piante già di un metro circa di Cannabis, hanno arrestato il padrone di casa, scoprendo che metteva a disposizione l’abitazione anche per fumare seduta stante la marijuana che vendeva, nel salotto di casa. Un servizio in più offerto dal pusher di Civitella, che evidentemente mirava a “fidelizzare” i singoli clienti assuntori.

L’arrestato è stato posto a disposizione della Procura della Repubblica di Tivoli.




Fregene, presi i due malviventi che terrorizzavano i villeggianti

Il Magistrato valutata la gravità e abitualità dei reati e ritenendo necessario limitare la capacità delinquenziale dei segnalati ne ha disposto la custodia cautelare in carcere

FREGENE (RM) – Erano diventati il terrore dei villeggianti, due ladri che da alcune settimane imperversavano sul litorale di Fregene, impossessandosi di bagagli ed oggetti lasciati all’interno delle auto in sosta.

A nulla valevano i sistemi di allarme e le varie precauzioni poste in essere dagli autisti. I due, una volta individuato il bersaglio, erano implacabili ed in un attimo forzavano le portiere o spaccavano i vetri del mezzo, impossessandosi di tutto quello che trovavano a bordo e dandosi immediatamente alla fuga. Vittima delle loro scorribande è rimasto anche un funzionario diplomatico che ha subito il furto, dall’interno del mezzo con targa diplomatica, di alcuni importanti documenti.

La professionalità e determinazione degli uomini dell’Arma hanno consentito, al termine di un’articolata attività investigativa, di identificare i 2 ladri, entrambi pregiudicati, riuscendo ad addebitargli tre episodi di furti su auto. Una parte della refurtiva è stata recuperata.

Il loro modus operandi era sempre lo stesso: si appostavano nei pressi dei parcheggi pubblici, attendevano che la vittima si allontanasse dal veicolo e poi, dopo aver infranto il finestrino, razziavano quanto custodito nell’abitacolo. La descrizione dell’accaduto, formalizzata all’Autorità Giudiziaria, ha determinato l’emissione di un provvedimento restrittivo a carico dei malviventi.

Il Magistrato, infatti, valutata la gravità e abitualità dei reati, e ritenendo necessario limitare la capacità delinquenziale dei segnalati – uno dei quali già sottoposto alla misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza – ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.

I Carabinieri hanno quindi rintracciato i 2 malviventi, traducendoli, rispettivamente, presso le case circondariali di Civitavecchia e di Napoli “Poggioreale”.




Guidonia Montecelio, dopo 5 anni prosegue la “vergogna” delle salme accatastate

“Intanto il sindaco a 5 stelle pensa a intitolare l’ospedale a Gino Strada”

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – 230 salme giacciono ancora oggi accatastate in casse di zinco nella Cappella del cimitero di Guidonia Montecelio.

Una situazione che va avanti ormai da quasi 5 anni e che nel 2018 ha visto il Consiglio di Stato ordinare al Comune di provvedere alla rimozione dei feretri. Anche la Asl Roma 5, competente per territorio, a seguito di un esposto presentato dalla Consigliera comunale di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo, ha accertato lo stato di pericolo per la salute pubblica in quanto molte casse sono risultate addirittura danneggiate. La Asl ha quindi chiesto “di eliminare gli inconvenienti igienici sanitari anche attraverso interventi di sanificazione e sterilizzazione. Provvedendo alla rimozione delle casse ed idoneo collocamento in ossari per eliminare situazioni di rischio per la salute pubblica.”

E ad oggi, nella terza città del Lazio guidata dal sindaco M5s Michel Barbet tutto è ancora fermo riguardo il completamento, messa a disposizione e collaudo di 2060 loculi e 665 ossari realizzati dalla So.ci.m. S.r.l., la società che gestisce il cimitero comunale a Guidonia Montecelio, anche a causa di un contenzioso tra l’amministrazione comunale e il gestore cimiteriale per i canoni concessori dovuti e non pagati da quest’ultimo al Comune.

“Così mentre i cadaveri sono accatastati sotto la cappella – commenta la Consigliera comunale di FdI Giovanna Ammaturo – Barbet fa il figurone di voler intestare l’ospedale a Luigi Strada. Intanto la burocrazia domina, – prosegue Ammaturo – i servizi languono e il Sindaco dimentica di battere i pugni sul tavolo e trovare 3 ingegneri o architetti sugli Ordini professionali e terminare un iter con buona pace di tutti.”




Lariano, picchia la sorella: arrestato 45enne

LARIANO (RM) – Arrestato un 43enne di Lariano accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della sorella 45enne.

A mettere le manette ai polsi all’uomo i Carabinieri della Stazione di Lariano che hanno immediatamente soccorso la donna, trovata in stato di agitazione e con evidenti segni di percosse, hanno allertato il 118 per le cure mediche del caso.

I Carabinieri, come previsto in queste situazioni, hanno quindi attivato la c.d. procedura del “codice rosso” per garantire tutte le necessarie forme di tutela a sostegno della persona offesa.

L’arrestato è un soggetto censurato e noto agli inquirenti ed è stato trattenuto presso la camera di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Velletri in attesa del rito direttissimo che si svolgerà questa mattina presso il Tribunale di Velletri.

Intanto proseguono le indagini finalizzate a chiarire le dinamiche relazionali dei soggetti coinvolti in questa vicenda.




Tragedia a Torino, crolla una palazzina di due piani. Muore un bambino di 4 anni

Tragedia alla periferia di Torino: poco prima delle 9 è crollata una palazzina di due piani in strada Bramafame 42

 Sotto le macerie è stato trovato anche un bambino di quattro anni. Invano il tentativo dei medici di rianimarlo.

E’ il figlio della donna trovata viva sotto le macerie e trasportata in gravi condizioni al Cto di Torino. L’edificio – secondo quanto riferito dai vigili del fuoco – è crollato a causa di un’esplosione

Quattro in totale le persone tratte in salvo, da sotto le macerie, uno ferito è grave. Italgas esclude che “l’eventuale dispersione di gas possa essersi originata dalla rete di distribuzione cittadina del gas” alla quale la palazzina non è collegata.

Un uomo di 22 anni è stato intubato ed è in prognosi riservata con il corpo ustionato al 50% (ustioni di secondo e terzo grado); la donna di 34 anni, cosciente, ha riportato traumi e contusioni. infine un uomo rimasto oltre due sotto le macerie.

Sul posto sono intervenute Squadre usar (Urban search and rescue) e squadre cinofile. Inoltre il nucleo Nbcr dei vigili del fuoco ha controllato eventuali fughe di gas. Sono scattati anche gli accertamenti sulle cause del crollo.




Vaccini: svolta autoritaria, non ‘dovere morale’

Dopo l’amara esperienza del deprecato ventennio fascista, finita la guerra, il pensiero dominante dei padri costituenti è stato quello di evitare una seconda esperienza come quella del fascismo mussoliniano. Tutti i riflettori quindi si sono concentrati su chi, preso dalla nostalgia, avrebbe voluto ritornare all’orbace, alle marcette, alle adunanze ‘oceaniche, alla premilitare per i ragazzini, e a quello che una volta si chiamava ‘sabato fascista’, e che poi, sotto altro regime, ha preso il nome di ‘settimana corta’: almeno in questo molti sono stati accontentati, rivendicando il sabato festivo come una conquista sindacale.

Democrazia, dunque, se mai questa parola in Italia ha avuto senso. Ma ciò che sta accadendo in questi giorni (e che speriamo cessi al più presto) con lo sbandierato ‘obbligo vaccinale’, negato sia dalla Costituzione Repubblicana, sia dai Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, e, se non bastasse, dalla Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 2361 del 2021, dal titolo: ‘Considerazioni sulla distribuzione e somministrazione dei vaccini contro il Covid 19’, (in particolare al punto7.3.1 e al punto 7.3.2) ha l’amaro sapore di un ricatto e di una costrizione che fa leva su ciò che sia la nostra Costituzione, e sia la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo dichiarano assolutamente sacro e imprescindibile, cioè il lavoro. Non vogliamo parlare delle tante incongruenze e delle poche trasparenze che hanno accompagnato questa tragedia fin dall’inizio, non ci spetta e non ci compete. A fronte di centinaia di morti, ci sarà qualcuno che potrà meglio andare a fondo di tante situazioni anomale, come quella dell’azione legale di un gruppo di familiari di morti (di Covid o di terapia?) presso un ospedale tarantino. Ma sventolare un obbligo vaccinale che, sia pure in presenza di una legge, sarebbe, insieme alla legge che lo rendesse possibile, incostituzionale e contrario a qualsivoglia iniziativa democratica.

Ci sono, e c’erano anche all’inizio della dichiarata ‘pandemia’, terapie atte a guarire dal Covid 19: l’esempio ci viene dalla guarigione, all’Ospedale Spallanzani di Roma, di due cinesi curati con un integratore da pochi euro, la Lattoferrina. Una notizia che, data da un tiggì della RAI, è subito sparita in quelli successivi. Tranne a ricomparire tempo dopo, nella risposta ad una domanda della conduttrice di un programma domenicale su RAI 1, che tratta di salute. Infatti, alla domanda rivolta ad un virologo, di quelli che sempre vediamo in televisione da qualche tempo, la conduttrice s’è vista rispondere che sì, la Lattoferrina inibisce l’ingresso della proteina nelle cellule. Ma non era quello il messaggio che doveva passare. Senza parlare della sieroterapia, che guarisce ad horas, e di altri supporti medici che sarebbe troppo lungo enumerare. Non vogliamo, per quanto possibile, entrare nel merito del trattamento dei soggetti positivi: anche se la ‘vigile attenzione e tachipirina per tre giorni’ ad alcuni è sembrata un incoraggiamento ad ammalarsi. Dubitiamo che i grandi virologi, infettivologi e ricercatori non ne fossero al corrente: ma questa è solo una nostra opinione.

Il nostro tema è diverso: quanto è ‘morale’ costringere una persona a farsi inoculare un vaccino, o presunto tale, in nome di un ‘dovere morale’, quando dai fatti riportati dai media ufficiali (e non dai social) sappiamo che nessun vaccino rende immune chi lo assume, lasciandolo, come riscontrato, portatore di una carica virale simile a chi il vaccino non ha assunto? E che significano la seconda e la terza dose di tali vaccini, se non funzionano, e in pratica non si sa fino a che punto siano efficaci (e se lo siano) e per quanto tempo? E che significa ciò che riporta FIRST ON LINE sul web, in data 7 agosto a firma di Ugo Bertone:

“Per i Pharma Usa profitti record trainati dai vaccini contro la pandemia. Per Moderna utile trimestrale raddoppiato e per Pfizer si profila un fatturato di 33,5 miliardi a fine anno. E il secondo trimestre si preannuncia anche più ricco”.

Legittimo sospettare che, stante il fatto che il vaccino non ‘immunizza’, come si affrettano a dichiarare i telegiornali, (più corretto sarebbe chiamare ‘vaccinati’ e non ‘immunizzati’ i soggetti che hanno ricevuto la dose, ma tant’è, la guerra psicologica passa anche attraverso questi squallidi escamotage), questa grande campagna di vaccinazione (o di inoculazione di terapia genica sperimentale) non prescinda dai profitti delle case farmaceutiche.

Ma torniamo all’argomento principale, la deriva autoritaria imposta da questo governo Draghi che ‘tira diritto’ (vi ricorda qualcosa?) nonostante navighi controcorrente, incurante dei morti di vaccino (dei quali, ufficialmente, non è possibile stabilire la correlazione col vaccino stesso, ma che comunque sono morti, oppure le persone che hanno riportato, in maniera dimostrabile, un danno fisico irreversibile) è un fatto che tutti i giorni leggiamo sulle prime pagine dei giornali.

In pratica, a nessuno può essere inoculato il vaccino, o il prodotto di una terapia genica sperimentale, senza che lui vi acconsenta. È di questi giorni la comunicazione dell’FDA americana del termine della fase sperimentale del vaccino Pfizer, il che lo renderebbe quanto meno un ‘vaccino’.

Esiste una corrente filosofica, che parecchi medici allopatici farebbero bene a considerare, l’Olismo. Una definizione più precisa la troviamo sul web:

“Principio filosofico e metodologico di alcune scienze per il quale i sistemi complessi sono irriducibili alla mera somma delle loro parti, in modo tale che le leggi che regolano la totalità non possano mai essere riducibili alla semplice composizione delle leggi che regolano le parti costituenti.

PARTICOLARMENTE

In biologia, tesi secondo la quale, assumendo l’organizzazione dei viventi secondo livelli gerarchici (da quello atomico-molecolare agli ecosistemi), ogni livello superiore mostra valori di funzionalità e di autoorganizzazione superiore a quello che scaturirebbe dalla semplice somma degli elementi di cui è composto e che costituiscono il livello immediatamente precedente.

Definizioni da Oxford Languages

 In parole povere: siamo tutti fatti nella stessa maniera, abbiamo tutti lo stesso numero di organi interni e così via, ma ognuno di noi è diverso da un altro. Non si può quindi adottare la stessa cura per tutti. La visione olistica ci conduce a curare non la malattia, ma la persona. I ‘bugiardini’ esistono proprio perché questo principio è stato riconosciuto, e quindi il farmaco che può giovare ad alcuni, può essere nocivo ad altri. Il ‘Consenso informato’ che si fa firmare a chi deve ricevere il vaccino, serve proprio a questo: riconoscendo i limiti di una terapia (I vaccini non sono una terapia, ma una prevenzione, e non andrebbero fatti in presenza di terapie ad hoc, come accade nel nostro caso), i fabbricanti si proteggono dai danni collaterali, scaricandone la responsabilità su chi il farmaco deve assumere. Ed è chiaro che questi non ha alcuna nozione di medicina o di probabili conseguenze negative.

Concludendo, questa smania di ‘vaccinare’ l’80% della popolazione entro il 15 settembre, spingendo in tutti i modi su chi non desidera essere vaccinato, ricorda molto un regime autoritario al quale non vorremmo appartenere. Gli strumenti sono molti, a cominciare dal Green Pass, per finire alla sospensione dal lavoro con relativa sospensione dello stipendio. Questo non è democratico. La democrazia non è il regime perfetto, ma non riusciamo ad immaginare di meglio. L’impressione che si ricava da questa accelerazione è che si voglia smaltire il maggior numero di dosi di vaccino prima che questa pressione debba forzatamente cessare: cosa che ci auguriamo accada al più presto, e senza danni per chi vuole soltanto tornare ad una forma di normalità e al proprio lavoro, senza sentirsi ogni momento costretto e insidiato.




Marino, finalmente l’Appia Antica verrà rimessa a nuovo

APPIA ANTICA – Lavori di bonifica con i fondi del Bilancio partecipato del Comune di Marino
Il Circolo Legambiente Appia Sud Il Riccio in collaborazione con il C.d.Q. S. Maria delle Mole, hanno portato a termine la prima parte dei lavori di bonifica vegetazionale nel tratto di Appia Antica (dal confine di Ciampino a Via della Repubblica) ricadente nel Comune di Marino, effettuati con i fondi del Bilancio Partecipato del Comune di Marino. La seconda parte del progetto di bonifica del restante tratto fino all’accesso di Frattocchie partirà alla fine di Settembre. In questa prima fase si è proceduto sia allo sfalcio della vegetazione erbacea ed arbustiva infestante sia allo sfoltimento dei diversi boschetti lungo il tracciato. Una gran quantità di rifiuti e di vegetazione di risulta è stata recuperata immersa nella sterpaglia, in alcuni casi gettata all’interno dell’area demaniale, direttamente dalle proprietà limitrofe.
Citiamo alcuni dati quantitativi indicativi per circa 1 km di Appia Antica:
• Sfalcio della vegetazione erbacea ed arbustiva infestante, nell’area demaniale della Via Appia Antica ricadente nel Comune di Marino (25.000 mq su 39.000 mq totali)
• Ritiro e conferimento in discarica di circa 90 mc di materiale di risulta dello sfoltimento boschetti
• Raccolta, trasporto e stoccaggio in 25 sacchi da 150 lt di rifiuto indifferenziato (recuperato poi dalla Multiservizi dei Castelli di Marino)
• Raccolta e trasporto dei rifiuti ingombranti presso l’Isola Ecologica di Marino
Alleghiamo alcune immagini della situazione pre e post bonifica




Antrodoco, minaccia di morte un minorenne e gli ruba la bici: arrestato pregiudicato del posto

ANTRODOCO (RI) – Ad Antrodoco, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cittaducale hanno arrestato un pregiudicato in flagranza di reato per rapina commessa in danno di un minorenne di appena 12 anni, al quale aveva sottratto una bicicletta del valore di 1500 euro.

L’uomo, già conosciuto per reati contro la persona e connessi agli stupefacenti, dopo aver passato la serata in un noto bar nel centro di Antrodoco, ha avvicinato quattro dodicenni in bicicletta, fermi a chiacchierare in quei paraggi. A quel punto, terrorizzando facilmente i ragazzini con esplicite minacce di morte, prendeva una delle loro mountain bike e in sella alla stessa si dileguava in direzione Borgo Velino.

Immediata la segnalazione tramite il 112, Numero Unico di Emergenza Europeo, e l’intervento dei Carabinieri di Cittaducale i quali, acquisita la descrizione del rapinatore e tranquillizzati i ragazzi, hanno rintracciato il soggetto che aveva ancora nella disponibilità la bicicletta poco prima asportata. Costretto dall’evidenza dei fatti, R.A., venticinquenne residente in quel centro, ha ammesso le proprie responsabilità giustificandosi con l’abuso di alcol assunto nella serata.

Il giovane dovrà ora rispondere davanti all’Autorità Giudiziaria reatina del grave reato di rapina aggravata, mentre la bicicletta è tornata tra le mani del suo giovanissimo proprietario.




Asd Valmontone 1921 (calcio), l’entusiasmo di Di Franco: “Questo club ha grandi ambizioni”

Valmontone (Rm) – L’Asd Valmontone 1921 ha arricchito il suo organigramma tecnico per la stagione 2021-22 con un personaggio di alto spessore. Giuseppe Di Franco, che ha un’esperienza quarantennale solo considerando il suo periodo da allenatore, ha sposato il progetto del presidente Manolo Bucci con l’entusiasmo di un ragazzino e fungerà da responsabile dell’area tecnica: “Il calcio è la mia grande passione e amo trasmettere ai più giovani quello che ho imparato in tanti anni di carriera. L’impatto col presidente Bucci è stato più che positivo: voleva una persona che avesse lavorato coi giovani nel professionismo e ci siamo subito trovati in sintonia, speriamo di regalargli le soddisfazioni che merita. E’ un uomo di grande ambizione e siamo in contatto quotidiano: mi ha chiesto di fare da responsabile dell’area tecnica su tutte le selezioni, ma in particolare quelle del settore agonistico. Poi mi ha chiesto pure di fare da direttore sportivo della prima squadra e mi sono messo a disposizione, contando sulla collaborazione del vice presidente Massimiliano Bellotti e del dirigente Maurizio Bucci oltre che di un tecnico giovane e competente come Aurelio Sarnino. Sono a sua disposizione per qualsiasi esigenza, ma non interferirò minimamente sul suo lavoro”. Quello di Di Franco, campano d’origine, è un curriculum lunghissimo che comprende (tra le tantissime cose) i “lanci” di giocatori come Di Biagio e Biagioni, le esperienze in club nazionali importanti come Casertana e Siena (dove fece anche la sua prima esperienza da responsabile del settore giovanile) e anche all’estero con il Saipa di Teheran o più recentemente alla Lupa Roma, ma anche successi di prestigio come il titolo di campione d’Italia Beretti con gli aquilani dell’Angizia Luco. «Questa stagione è ricca di aspettative e questo può portare delle pressioni, ma è una cosa normale. Vogliamo cercare di essere protagonisti con la Promozione e personalmente mettere la mia esperienza a disposizione dei tecnici del Valmontone 1921».