Bracciano, riammesse le liste di Bergodi

Il Tar riammette le due liste di Alberto Bergodi, candidato sindaco di Bracciano. Bergodi ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo dopo che la commissione elettorale aveva “bocciato” la presentazione delle due liste che sostengono la sua candidatura.

Intanto la ricusazione della lista del candidato Cinque Stelle Cozzella, confermata anche dal Tar vedrà adesso un ulteriore passaggio in Consiglio di Stato: “Non tutto è ancora deciso”, ha detto il candidato pentastellato.

Fatto e diritto:

In vista delle elezioni amministrative del 2 ottobre 2021, con determina n.76 del 5 settembre 2021 la Sottocommissione elettorale circondariale del Comune di Bracciano ricusava la lista di candidati “Un passo avanti per Bracciano” alla carica di Sindaco e di consigliere comunale, per mancanza del numero minimo di sottoscrizioni, ex art.3, comma 1 della Legge n.81 del 1993 e art.2, comma 1 del D.L. n.25 del 2021 (conv. in Legge n.58 del 2021).

I Sigg.ri Guerino Di Domenico e Aristide Apolloni, delegati presentatori della lista, e il Sig. Alberto Angelo Bergodi, candidato Sindaco della lista medesima, impugnavano l’atto di ricusazione, censurandolo per violazione dell’art.33 del D.P.R. n.570 del 1960, dell’art.3, comma 1 della Legge n.81 del 1993, dell’art.2, comma 1 del D.L. n.25 del 2021 (conv. in Legge n.58 del 2021) nonché per eccesso di potere sotto il profilo del difetto di istruttoria e del travisamento dei fatti.

I ricorrenti in particolare hanno fatto presente che il 3 settembre si recavano in Comune per produrre la documentazione comprensiva di ben n.58 sottoscrittori; che tuttavia le carte relative ai sottoscrittori e ai corrispondenti certificati elettorali non venivano depositati perché l’addetto all’Ufficio elettorale le riteneva irregolari per la non conformità dei modelli utilizzati; che sussistevano perplessità sul numero dei sottoscrittori necessari anche in relazione alle Istruzioni ministeriali, le quali da un lato fissavano il numero minimo in 34, per la fascia demografica in cui è ricompreso il Comune di Bracciano, dall’altro stabilivano la riduzione a 1/3 del numero – e dunque a 12 -, in ragione del periodo di emergenza da epidemia Covid; che anche altre liste erano state escluse per analoghe ragioni.

Gli interessati hanno sostenuto inoltre che il mancato deposito di tutte le sottoscrizioni necessarie era stato causato dalla scarsa chiarezza delle Istruzioni e dalla condotta dell’addetto all’Ufficio elettorale comunale; che inoltre la ricusazione non era stata preceduta da un’adeguata fase istruttoria ed era avvenuta senza consentire ai delegati l’integrazione della documentazione; che per essendo stata presentata una lista con soli n.23 sottoscrittori l’Amministrazione aveva rilasciato n.58 certificati elettorali; che la Sottocommissione elettorale non aveva chiesto chiarimenti; che trattandosi di fatto dell’Amministrazione e di errore scusabile poteva procedersi col soccorso istruttorio.

I Sigg.ri Marco Tellaroli, delegato della lista “Movimento 5 Stelle” e Alessandro Persiano, delegato della “Lista civica Cozzella Renato Sindaco”, si costituivano in giudizio per la reiezione del gravame.

Parimenti si costituivano in giudizio per il rigetto dell’impugnativa il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Roma; la Prefettura depositava poi apposita relazione a confutazione dei fatti riportati dai ricorrenti.

Nell’udienza speciale elettorale del 13 settembre 2021 la causa veniva discussa e quindi trattenuta in decisione.

Il Collegio reputa il ricorso fondato e dunque da accogliere, per le ragioni assorbenti di seguito esposte.

Va premesso al riguardo che, secondo l’art.3, comma 1f della Legge n.81 del 1993, per la fascia demografica in cui rientra il Comune di Bracciano, i sottoscrittori di lista dovevano essere almeno n.100; che in base all’art.2, comma 1 del D.L. n.25 del 2001 (conv. in Legge n.58 del 2021), detto numero, per le elezioni comunali del 2021, per via dell’emergenza da epidemia Covid, veniva ridotto a 1/3; che pertanto il numero minimo di sottoscrittori richiesti era di 34.

E alla luce delle suddette chiare disposizioni legislative dovevano essere lette le Istruzioni ministeriali, diramate espressamente in vista delle consultazioni elettorali del 2021, a pag.39 richiamando le pertinenti disposizione di legge esattamente nei termini dianzi suesposti, ovvero riferendosi a un originario numero minimo di sottoscrittori di lista, poi per il 2021 ridotti a 1/3, e a pag.40 fissando in concreto il dato numerico, del pari ovviamente riferito alla tornata elettorale del 2021, in 34 per la fascia demografica in cui è incluso il Comune di Bracciano.

Tanto premesso, occorre nondimeno evidenziare al riguardo che i delegati di lista si presentavano in prima battuta presso l’Ufficio elettorale comunale con la documentazione corretta, ovvero con una lista di n.58 sottoscrittori, su modelli formato A3 di 4 facciate ciascuno, con autentica in calce all’ultima facciata di ciascun foglio e attestazione dell’autentica di n.58 sottoscrizioni nell’ultima facciata dell’ultimo foglio (cfr. doc.2 al ricorso) – documentazione esibita anche in originale dal legale dei ricorrenti in sede di udienza -, nonché con i corrispondenti certificati elettorali (cfr. doc.2.1 al ricorso); che tuttavia l’addetto all’Ufficio elettorale faceva notare ai predetti delegati che, in base alla normativa dettata per l’emergenza Covid, il numero minimo delle sottoscrizioni era ridotto a 1/3 del numero minimo originario e che, dalla lettura delle susseguenti Istruzioni ministeriali, era fraintendibile dunque un dato minimo desunto di n.12 sottoscrizioni in luogo di quello corretto di n.34 (cfr. dichiarazione sostitutiva di atto notorio, doc.4 al ricorso e ulteriore relazione dell’Ufficio, deposito dell’Amministrazione del 10 settembre 2021); che dunque i delegati medesimi si determinavano a presentare n.23 sottoscrizioni, con i corrispondenti certificati elettorali (cfr. doc.3, 3.1 al ricorso).

Orbene è ben vero che in materia elettorale le esigenze di certezza che sovrintendono all’applicazione delle regole del procedimento e quelle, coerenti, di tutela della par condicio di coloro che concorrono alla competizione richiedono il rigoroso rispetto dei termini e delle forme prescritti dalla legge in materia; purtuttavia possono rinvenirsi, anche in ossequio all’altro principio generale del favor partecipationis, ipotesi circoscritte, alla ricorrenza di circostanze eccezionali, in cui ammettere l’errore scusabile, ovvero per fatti obiettivamente non imputabili, come tali, ai presentatori della lista ed oggettivamente riconducibili a fattori causali del tutto estranei alla loro sfera di controllo e di prevedibilità (cfr., tra le altre, Cons. Stato, III, n.5362 del 2020, n.3027 del 2019).

Ciò è quanto emerge per l’appunto nel caso de quo, laddove i delegati di lista sono stati indotti in errore da quanto riferito dall’Ufficio elettorale comunale, fonte informativa qualificata per la presentazione della relativa documentazione.

Giova in ultimo rilevare al riguardo che le recentissime pronunce della Sezione non possono costituire precedenti utili per la definizione della presente controversia, atteso che in quei casi non erano prodotte in giudizio le copie delle sottoscrizioni e dei certificati elettorali (cfr. TAR Lazio, II bis, n.9713 e n.9714 del 2021).

Ne consegue che l’atto impugnato n.76 del 5 settembre 2021, di ricusazione della lista “Un passo avanti per Bracciano”, va annullato e va disposta l’ammissione della lista alla competizione elettorale.

In considerazione dei fatti di causa sussistono nondimeno giuste ragioni per compensare le spese di giudizio tra le parti.

P.Q.M.

Definitivamente pronunciando, accoglie il ricorso n.8772/2021 indicato in epigrafe e per l’effetto annulla l’atto impugnato, con ammissione della lista “Un passo avanti per Bracciano” al procedimento elettorale.

Compensa le spese di giudizio tra le parti.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità amministrativa.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 13 settembre 2021 con l’intervento dei magistrati:

Elena Stanizzi, Presidente

Silvio Lomazzi, Consigliere, Estensore

Brunella Bruno, Consigliere




Cynthialbalonga (calcio, serie D), senti D’Agostino: “L’Ostiamare? Meglio un big match subito”

Genzano (Rm) – La Cynthialbalonga è entrata nella settimana dell’esordio stagionale ufficiale. Avendo saltato il turno preliminare di Coppa Italia, gli azzurri del neo tecnico Raffaele Scudieri debutteranno sul campo dell’Ostiamare per la prima di campionato. “Un esordio duro contro un avversario ostico – dice l’attaccante classe 1992 Stefano D’Agostino, tra i pochi “reduci” del vecchio gruppo – Li abbiamo affrontati recentemente in un allenamento congiunto e mi hanno fatto una buona impressione. Il campo è abbastanza piccolo e insidioso: dovremo farci trovare pronti, ma per me è meglio iniziare subito con una partita di cartello”. L’ex giocatore di Taranto, Floriana e Campobasso (tra le altre) parla del processo di amalgama della nuova Cynthialbalonga: “Abbiamo iniziato molto presto con la preparazione e, anche se c’è stato da faticare molto, questo ha contribuito ad accelerare la conoscenza tra di noi. Inoltre il mister ha voluto in rosa alcuni giocatori che già conoscevano i suoi metodi e anche questo aspetto è stato importante. Pure dal punto di vista fisico siamo in una buona condizione generale, ma è chiaro che la forma migliore la si prende solo giocando partite vere”. D’Agostino ritorna nel gruppo G che l’ha visto protagonista qualche anno fa: “L’ho fatto una sola volta quando avevo 21 anni, dividendomi tra Terracina e soprattutto Fondi dove le cose sono andate benissimo: alla fine del campionato chiusi a 26 gol. La mia posizione ideale? Se un giocatore vuole essere considerato importante, deve sapere incidere in ogni ruolo. Sono un attaccante che può giocare da esterno, da trequartista, da seconda o da prima punta: l’importante è l’interpretazione”. Il talentuoso giocatore è rimasto alla Cynthialbalonga come da programmi iniziali: “Avevo un accordo biennale e sono stato felice di portarlo avanti perché qui ho trovato un club che ha rispettato tutte le promesse”. Chiusura su Scudieri: “Un allenatore molto preparato che cura tutti i dettagli e ama un gioco propositivo: il club gli ha messo a disposizione la rosa adatta per la sua idea di calcio”.




Rocca Priora RDP (calcio, Promozione) da urlo, Ceccarelli: “Ho ancora voglia di divertirmi”

Rocca Priora (Rm) – Un mercato da urlo per il Rocca Priora RDP. Il club castellano ha annunciato nelle ultime ore l’accordo con Fabio Ceccarelli, detto il “Piranha” sin dai tempi dell’anno di Lega Pro col Bisceglie dove fece scintille. Il giocatore cresciuto nelle giovanili della Lazio (vinse un titolo di capocannoniere al “Viareggio” e poi partecipò a una tournée estiva all’epoca della gestione tecnica di Roberto Mancini) ha realizzato una valanga di reti in carriera tra professionisti e dilettanti. Classe 1983, l’attaccante nativo di Frascati ha ancora voglia di dimostrare: “Da qualche tempo devo gestire anche l’attività di famiglia (una nota osteria nella cittadina tuscolana, ndr) e quindi ho dovuto cercare delle soluzioni logisticamente più tranquille nelle ultime stagioni. Ma appena ho ricevuto la chiamata del direttore tecnico Roberto Matrigiani ci abbiamo messo un attimo per chiudere l’accordo: la sua presenza è stata fondamentale, poi ho trovato una società solida e ambiziosa e questo mi è bastato. La categoria non è importante, ho ancora voglia di divertirmi”. Il Rocca Priora RDP ha centrato un doppio colpo da sogno nel reparto avanzato, dopo aver annunciato Scacchetti: “Di Gianmarco ovviamente conosco la carriera e anche il papà che spesso viene nella mia attività. Sono certo di trovare la giusta sintonia con lui e con tutto il gruppo. Come sto fisicamente? Sicuramente il 3 ottobre per la prima di campionato in casa col Vicovaro sarò pronto, poi domenica ci sarà il debutto in Coppa Italia sul campo del De Rossi e per quel match parlerò con lo staff tecnico e valuteremo il da farsi”. Molto soddisfatto il direttore tecnico Roberto Matrigiani, artefice principale di questa operazione di mercato: “Ceccarelli non ha bisogno di presentazioni, sappiamo tutti chi è e la carriera che ha fatto. Mi sono ricordato che abita in zona e ci ho provato: mi è piaciuto molto il suo atteggiamento e abbiamo chiuso in fretta. E’ il mio regalo alla piazza e al Rocca Priora RDP che mi ha accolto alla grande, a partire dal team manager Natale Giovannetti fino alla famiglia Guazzoli e a tutta la società. Credo pienamente in questo progetto anche se ho compiti molto diversi da quelli che ricoprivo ad Artena dove facevo tutto: qui ho trovato una società strutturata e sono entrato in punta di piedi. Per me portare Ceccarelli qui è importantissimo sia per il ruolo che avrà lui all’interno della squadra, sia per presentare un “biglietto da visita” del sottoscritto”.




Asd Vis Casilina (calcio), la vice presidentessa Opinca: “I bambini al campo sono la nostra gioia”

Roma – Fa parte della “quota rosa” dell’Asd Vis Casilina. La vice presidentessa Daniela Opinca ha affiancato suo marito Enrico Gagliarducci ai vertici dirigenziali della società capitolina. “Non sono certo una intenditrice di calcio e non avevo mai avuto ruoli ufficiali finora, ma da quando ho conosciuto Enrico inevitabilmente sono diventata una grande tifosa di questo sport. Il mio ruolo è quello di dare un aiuto su tutto ciò che è necessario fare all’interno di una società”. La vice presidentessa, che ha sposato l’attuale massimo dirigente della Vis Casilina nel lontano 2006, fa capire da quanta passione è mosso Enrico Gagliarducci. “Quando l’ho conosciuto era già impegnato con allenamenti, partite e ritiri visto che già faceva l’allenatore. Per vederlo di più – sorride la Opinca – sono costretta a seguirlo andando al campo. Poi da qualche stagione ha iniziato a fare anche il presidente e questo ruolo lo assorbe ancor di più. E’ molto stanco a volte, ma la sua grande forza è vedere la gioia che riesce a regalare ai bambini e ai ragazzi che giocano nella sua società, in special modo dopo questo periodo di grande difficoltà legato alla pandemia. E’ per questo motivo che, come famiglia, abbiamo deciso di fare un investimento importante rilevando il centro sportivo “De Fonseca”: siamo convinti di poter dare delle soddisfazioni al quartiere di Finocchio e la borgata ha già risposto con tanto entusiasmo alle nostre prime iniziative. Saremo molto attenti anche al sociale: abbiamo in mente alcune idee per andare incontro alle persone più bisognose del territorio e comunque anche la quota annuale della nostra Scuola calcio è a “portata di famiglia”. Siamo molto felici pure per com’è andato il primo centro estivo affidato all’organizzazione della famiglia Rota, ci ha dato la spinta per continuare col massimo impegno” conclude la vice presidentessa.




Palermo, scongiurato un omicidio: 8 fermati nella famiglia mafiosa di Bagheria

PALERMO – All’alba di questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno tratto in arresto 8 indagati, in esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, poiché ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di armi clandestine, estorsione, lesioni personali aggravate, reati tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Dottore Salvatore DE LUCA, costituisce l’esito di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sulla famiglia mafiosa di Bagheria, che ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione mafiosa.

L’importante dispositivo di contrasto a Cosa Nostra, di cui si è dotato il Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, ha sviluppato un articolato percorso investigativo che ha permesso l’esecuzione, negli ultimi 15 anni, di numerose e importanti operazioni nei confronti di esponenti della famiglia mafiosa di Bagheria, tra cui “Perseo” (2008), “Crash” (2009), “Argo” (2013), “Reset 1 e 2” (2014), “Panta rei” (2015), “Cupola 2.0” (2018/2019).

Le risultanze emerse dalle indagini, valutate dalla Procura della Repubblica di Palermo e ancora da sottoporre al vaglio del G.I.P., permettono di poter ricostruire i fatti nei termini appresso riportati.

L’indagine “Persefone” conclusa oggi rappresenta l’esito di una complessa manovra investigativa svolta in direzione della famiglia mafiosa di Bagheria che ha subìto un’improvvisa accelerazione in relazione a un progetto omicidiario recentemente pianificato dai vertici della citata famiglia mafiosa in danno di un pregiudicato locale, estraneo al sodalizio, ritenuto poco incline al rispetto delle ‘regole’ imposte dall’organizzazione mafiosa.

Le investigazioni, nel loro complesso, hanno permesso di:

  • attribuire gravi responsabilità penali ai capi e i gregari della famiglia mafiosa bagherese. Nel dettaglio, è stato possibile accertare che il ruolo di comando, ricoperto in una prima fase da Onofrio CATALANO (detto ‘Gino’) con il placet dell’allora Capo Mandamento Francesco COLLETTI (poi arrestato nel corso dell’operazione Cupola 2.0 e ora collaboratore di giustizia), era poi stato assunto dal più autorevole Massimiliano FICANO. Quest’ultimo, in forza del forte legame con il capomafia ergastolano Onofrio MORREALE, induceva CATALANO a ridimensionare il proprio ruolo e lo relegava in posizione subordinata, con compiti esclusivamente connessi alla gestione del traffico di stupefacenti, ma sempre sotto la supervisione del nuovo capo famiglia.

I due capi famiglia, nonostante il travagliato avvicendamento al vertice, si sono impegnati nel mantenere il controllo del territorio, imponendo la commissione di estorsioni e, soprattutto, assumendo la ferrea direzione delle piazze di spaccio di stupefacenti (nel cui ambito operano solo i soggetti ‘autorizzati’ da Cosa Nostra, tenuti a versare periodicamente una quota fissa dei profitti), ritenuta la principale fonte di profitto per le casse del sodalizio. Tali scelte operative sono il frutto di una precisa strategia delineata del capomafia Massimo FICANO. Quest’ultimo infatti, nel corso di una conversazione intercettata con un suo stretto collaboratore, affermava che in questo momento le attività più remunerative per la famiglia mafiosa di Bagheria erano costituite dalla gestione di centri scommesse e dal traffico di sostanze stupefacenti. Tali attività illecite venivano controllate direttamente dal capomafia, anche se non si esponeva mai in prima persona, delegando i suoi più fidati collaboratori. Il provento dei delitti commessi serviva anche a provvedere al sostentamento dei familiari dei detenuti, dovere ‘sacro’ dei capimafia liberi in quanto, in caso di mancato adempimento di tale delicata incombenza, vacillerebbe il vincolo di omertà interna e, di conseguenza, la graniticità di Cosa Nostra.

Nonostante tale scelta strategica di puntare su scommesse e stupefacenti, non è comunque venuto del tutto meno l’impegno estorsivo, declinato sia nella forma della ‘messa a posto’ delle imprese impegnate nei cantieri locali, sia in quello volto a garantire il controllo del territorio, anche mediante la risoluzione delle controversie tra privati. L’attività tecnica, infatti, ha permesso di accertare una condotta estorsiva posta in essere da Onofrio CATALANO, esponente di vertice della consorteria mafiosa bagherese, nei confronti dei titolari di un panificio ubicato a Bagheria, rei di produrre dolci che, considerata la vicinanza dell’attività ad un bar gestito da un soggetto vicino alla famiglia bagherese di Cosa Nostra, danneggiavano economicamente il titolare. Le vittime, conseguentemente, sono state effettivamente costrette a smettere di produrre i dolci oggetto della contestazione mafiosa di “concorrenza sleale”.

  • delineare la centralità della figura di FICANO, esperto uomo d’onore della famiglia mafiosa di Bagheria, che, dopo aver espiato una condanna definitiva per associazione mafiosa e approfittando del vuoto di potere generato dalla costante azione repressiva:

· ha riacquisito la posizione di vertice del sodalizio criminale bagherese, imponendo le decisioni della famiglia mafiosa anche con metodi violenti;

· poteva contare su una nutrita compagine di sodali (fra i quali gli indagati ‘Gino’ CATALANO (ex reggente), Bartolomeo SCADUTO, Giuseppe CANNATA, Salvatore D’ACQUISTO, Giuseppe SANZONE e Carmelo FRICANO) dediti al pervasivo controllo criminale del territorio.

FICANO è da tempo inserito in qualificatissimi circuiti criminali e in passato ha gestito una parte della lunga ‘latitanza bagherese’ del defunto capomafia corleonese Bernardo PROVENZANO.

  • far emergere responsabilità penali sull’anziano imprenditore edile Carmelo FRICANO (detto “Mezzo chilo” e tratto in arresto oggi), ritenuto soggetto vicino alla famiglia mafiosa di Bagheria e, in particolare, allo storico capo mandamento detenuto Leonardo GRECO. In passato, infatti, diversi collaboratori di giustizia hanno indicato il FRICANO quale prestanome del predetto capo mafia ergastolano. Le risultanze investigative dell’indagine “Persefone” hanno però ora consentito di raccogliere una serie di elementi di indubbia capacità probatoria circa la sussistenza a carico del FRICANO di un quadro gravemente indiziario in ordine al delitto di associazione di tipo mafioso.

L’autorità del boss FICANO era però stata messa di recente in discussione da Fabio TRIPOLI, apparentemente estraneo al contesto mafioso, il quale, in stato di ubriachezza e spesso intemperante, si era permesso di sfidare pubblicamente il capo mafia.

TRIPOLI, oltre a infastidire con il suo atteggiamento provocatorio la cittadinanza bagherese, era stato violento verso la compagna e il padre (per tali maltrattamenti in famiglia è stato, anch’egli, oggi tratto in arresto). La reazione del sodalizio all’atteggiamento sfrontato di TRIPOLI e alla sua ritrosia a sottostare ai ‘divieti’ imposti dai mafiosi per riportare ordine nel territorio da loro controllato non è tardata ad arrivare. Su mandato di FICANO, sei soggetti (tra cui gli indagati SCADUTO e CANNATA) lo hanno selvaggiamente picchiato, cagionandogli un trauma cranico ed un trauma alla mano. TRIPOLI, lungi dall’assumere un contegno remissivo nonostante l’aggressione di ‘avvertimento’, ha deciso di armarsi di una accetta e faceva sapere in giro di essere intenzionato a dare fuoco a un locale da poco inaugurato dal boss FICANO. Visto il pubblico affronto, FICANO e SCADUTO sentenziavano l’eliminazione di TRIPODI, pianificandone nel dettaglio l’omicidio.

FICANO, subito dopo aver dato ordine di eseguire l’omicidio, decideva di allontanarsi dal territorio, molto verosimilmente sia per costituirsi un alibi che per darsi alla fuga per il pericolo di essere arrestato.




Roma, successo per il concerto della banda della Polizia di Stato a piazza del Popolo

ROMA – Successo per il concerto della Banda della Polizia di Stato che si è tenuto ieri mattina a piazza del Popolo.

Il concerto nell’ambito dell’iniziativa “Via Libera”, promossa dal Comune di Roma, per dare visibilità ad una mobilità attiva e sostenibile.

Durante l’esibizione, diretta dal Maestro Roberto Granata, sono stati eseguiti grandi brani del repertorio italiano e l’immancabile Inno nazionale a conclusione della performance.