Mentana e Monterotondo, il Rotary Club incontra le associazioni di volontariato

Uno dei Club più attivi organizza una serata per creare sinergia con l’ausilio del Prof Borghese e del Presidente CrinòIl Rotary International prima associazione Onlus e non profit sorto a Chicago nel 1905 conta oggi  oltre 33.000 club  in quasi tutte le nazioni del mondo, con oltre 1.200.000 soci.

In Italia il primo Club fu aperto nel 1923 ed oggi include 760 club tra cui quello di Monterotondo Mentana che di certo è uno dei più attivi. Lo dimostra anche l’ultima conviviale del 9 novembre organizzata dal Prof. Antonio Borghese sotto la direzione del Presidente, il dottore   Antonino Crinò  nel riunire ed  ascoltare le Associazioni di volontariato (ADV), di servizio e ONLUS, le loro attività ed i loro progetti, per trovare sinergie e  conoscersi meglio oltre ad  interfacciarsi alla ricerca di opportunità ed anche contribuendo  ai progetti. Non poteva mancare Don Paolo Spano, Parroco di Santa Maria delle Grazie a Monterotondo e responsabile della Casa di Riposo don Giuseppe Boccetti, fondata nel 1972 dallo stesso:  esempio visibile della carità dei fedeli della parrocchia che non solo  hanno realizzato la  struttura che ospita  gratuitamente anziani soli, accuditi da volontari e da personale specializzato.  Sono presenti  22 ospiti oltre a  4 suore. Una struttura in cui non si direbbe mai basta alla carità dei cittadini e alla sinergia con tutti in considerazione delle continue esigenze. Anche Elisena Valenti, Presidente della Associazione ADV La Casa delle Case, che ospita donne che fuggono dalla violenza con i loro figli  ha fatto sentire le proprie esigenze. Fondata oltre 20 anni fa dalla  suora Orsolina, Suor Bruna, che  oltre alla struttura centrale in  Monterotondo centro,   che attualmente ospita 4 donne con i loro bambini, dispone di altri appartamenti per offrirli a  donne o famiglie più autonome. Mario Giardini, presidente dell’Albero delle Mele, fondato a Mentana nel 1962 e riconosciuto come Ente Morale dal Presidente della Repubblica ha rammentato il  centro diurno per minori di famiglie in  disagio.  Li si ospitano  10 bambini più due posti per le emergenze. Distribuisce alimenti ed arredi alle famiglie in difficoltà. Ha bisogno di partecipazione a progetti, di consigli, di idee ma principalmente di passione da trasmettere ai ragazzi. Presente anche  Laura Ribaldi, Vicepresidente della SECICAS, che ha menzionato l’ Associazione che si occupa di ospitare, presso la Locanda delle Nocciole in Monterotondo i   bambini ed i  genitori costretti a frequentare l’Ospedale Bambin Gesù, per la cura di malattie oncologiche. L’associazione si occupa anche del trasporto da e per  l’ospedale per le visite e le terapie. Anche la D.ssa Giuseppina Terzano e Don Florent, parroco nella Sabina hanno presentato  attività e progetti dell’Associazione NSANGA ONLUS: i piani di lavoro   riguardano la costruzione di una scuola in Kanyana (Congo orientale) dove non c’erano strutture scolastiche , l’acquisto di lampade solari per illuminare le capanne la sera e permettere lo studio e altre attività, la creazione di una scuola di alfabetizzazione e di taglio e cucito per le donne, consentendo loro una piccola indipendenza economica, una dignità e il riscatto da una totale sottomissione. Poi anche  il supporto all’orfanatrofio delle suore di Santa Teresa del Bambin Gesù, la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e di uno per la produzione di olio di palma per le stesse suore. Il Prof. Antonio Borghese, unico Italiano premiato dalla Cina per la sua professionalità sullo studio delle bufale, ha menzionato  che l’Italia è il Paese dove il terzo settore è il più sviluppato nel mondo. Ancor più a Monterotondo  perché il  Rotary Club conosce e affianca l’opera umanitaria svolta dalle diverse  Associazioni operanti nello stesso  territorio. Borghese ha altresì rimarcato il valore  del volontariato gratuito,  al di fuori dell’interesse personale  in particolare verso le fasce più deboli, anziani, bambini e donne, che hanno sofferto malattie, violenza, abbandono. Un incontro di sostanza e di raccordo in cui è parsa per lo meno strana  l’assenza del Rotaract, ( gli junor del Rotary)  laddove i giovani in particolare possono offrire  spunti per i loro progetti da tale tipo di incontri, e  delle Istituzioni.  Pur entusiasta dell’evento il sindaco Riccardo Varrone aveva dovuto partecipare ad altra per impegni istituzionali con la conferenza dei sindaci  in concomitanza e aveva delegato l’assessore alla  cultura ed i servizi sociali che al  termine sono risultati assenti ingiustificati. Numerosi gli interventi degli ospiti sul valore della serata e di stima per l’operato nel territorio del Club Rotary da parte delle  Associazioni intervenute.




Spesa e Latte 100% made in Lazio: firmati i decreti che li salvano

Firmati i decreti che prorogano l’estensione dell’obbligo di etichettatura dal 1 gennaio 2022 con l’indicazione dell’origine sugli alimenti e la provenienza degli ingredienti principali, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi, fino a riso e pasta. Ad annunciarlo al XIX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’Alimentazione è stato il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. “La firma dei decreti – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – garantisce trasparenza sulla reale origine di prodotti che sono alla base della dieta degli italiani. Allo stesso tempo non consente che vengano spacciati come Made in Italy, prodotti realizzati con ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali”. Un provvedimento che risponde alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta. Resta però ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti. “Non prorogare i decreti avrebbe messo a rischio la trasparenza – aggiunge Granieri – e la valorizzazione del Made in Italy per prodotti come il latte, che invece avranno l’obbligo di etichettatura di origine. E penso al Lazio, che insieme a Roma, è tra i maggiori consumatori del latte fresco, proprio per la sua ottima qualità. Non accetteremo mai che vengano ingannati i consumatori, spacciando per italiani prodotti che in realtà vengono importati dall’estero e peraltro non sono soggetti ai controlli cui vengono invece sottoposti latte e formaggi 100% italiani”.Intanto sono già 1,1 milioni le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini dell’Unione Europea “Eat original! unmask your food” promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica e da altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea, per l’estensione dell’obbligo di etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti. “Ci siamo sempre battuti per garantire la trasparenza dei prodotti – prosegue Granieri – e continueremo a farlo, sia per difendere i diritti dei consumatori ad essere informati sulla provenienza dei prodotti, che per evitare un danno alle aziende agroalimentari, che hanno puntato sul 100% made in Italy”. L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia.“E’ un tema molto sentito dai consumatori – conclude Granieri -. Il nostro Paese è leader europeo nella qualità e ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie. La tracciabilità è fondamentale ora più che mai, a fronte delle speculazioni a cui sono esposti i nostri allevatori e produttori, che oltre a fronteggiare la crisi economica determinata dal Covid, devono anche fare i conti con l’aumento del prezzo delle materie prime”.​




Ariccia, stretta sulla raccolta differenziata: controlli a tappeto in centro

Come annunciato ieri dall’amministrazione comunale, questa mattina sono partiti i controlli per valutare  il corretto conferimento dei rifiuti differenziati da parte dei cittadini di Ariccia.  Agenti della polizia locale, unitamente al personale dell’Ufficio ambiente e agli  addetti alla raccolta della ditta appaltatrice del servizio, hanno battuto tutto il centro storico e le zone immediatamente adiacenti per accertare il rispetto delle regole e delle linee guida diffuse nelle scorse settimane.Purtroppo, sono state già rilevate alcune probabili infrazioni meritevoli di ulteriori accertamenti che potrebbero portare a sanzioni amministrative per i cittadini e le attività commerciali. Il vice sindaco e assessore all’ambiente Giorgio Leopardi, che ha partecipato ai controlli, ha annunciato che nei prossimi giorni si continuerà a vigilare su tutto il territorio comunale per garantire un servizio corretto ed efficace a tutela dell’ambiente, dell’igiene pubblica e del decoro della città.Per chi non l’avesse ancora fatto si ricorda che sono disponibili per il ritiro i nuovi mastelli per la raccolta differenziata.  Per ricevere informazioni  e assistenza sul servizio è possibile chiamare il numero verde 800 078 570 o collegarsi sul sito :  www.aricicla.it




Iss, il tasso delle morti dei non vaccinati è nove più alto

Il tasso di decesso nei non vaccinati (65 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro sei mesi (7 per 100.000) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi (11 per 100,000).Lo rileva il Report esteso di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che completa il monitoraggio settimanale.Nell’ultimo mese il 64,0% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino anti-Covid.

Il dato emerge sempre dal Report. Nel periodo 8/10/2021 – 7/11/2021, rileva l’Iss, nelle terapie intensive si registrano 424 persone non vaccinate su un totale di circa 8 milioni di non immunizzati in Italia, e sono presenti 177 ricoverati vaccinati completi da meno di 6 mesi su 39 milioni di vaccinati completi.Negli ultimi 30 giorni, si legge nel Report esteso, sono stati notificati 50.564 casi di Covid-19 (39,9%) fra i non vaccinati, 3.980 casi (3.1%) fra i vaccinati con ciclo incompleto, 60.407 casi (47,7%) fra i vaccinati con ciclo completo entro sei mesi, 11.215 (8,9%) fra i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi e 537 casi (0,4%) fra i vaccinati con ciclo completo con dose aggiuntiva/booster.    Il 51,0% delle ospedalizzazioni, il 64,0% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Ricoverati in terapia intensiva, di contro, si registra 14 casi (2,1%) tra i vaccinati con ciclo incompleto; 177 casi (26,7%) tra vaccinati con ciclo completo entro 6 mesi; 45 casi (6,8%) tra vaccinati con ciclo completo da più di 6 mesi e 2 casi (0,3%) tra vaccinati con ciclo completo più dose aggiuntiva/booster.La protezione determinata dal vaccino anti-Covid per i vaccinati da più di 6 mesi cala dal 95% all’82%. Lo rileva il Report esteso di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che completa il monitoraggio settimanale. “Dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale – afferma l’Iss – si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età”.Pregliasco: ‘Terze dosi a rilento, attenzione al Natale’ – Le terze dosi per il vaccino anti-Covid “vanno a rilento. Attenzione al Natale”. Così Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ai microfoni di iNews24, sulle prossime festività natalizie. “Credo che dobbiamo preoccuparci, cioè pianificare le cose immaginando uno scenario non piacevole, alla luce anche di quello che sta succedendo in Europa. L’ideale – spiega – sarebbe vaccinarsi se non lo si è ancora fatto. Soprattutto dovremmo andare avanti con le terze dosi. Come stiamo vedendo in questo momento, stiamo andando avanti con un po’ di lentezza. Invece è importante proteggere al meglio chi è già vaccinato per evitare la riduzione dell’efficacia del vaccino. Poi rimane adottare un grande buonsenso e pianificare i contatti”. Ogni contatto interpersonale, aggiunge, “è a rischio e dobbiamo fare attenzione, soprattutto nel caso di visite ai parenti più fragili e a rischio infezione. In occasione dei cenoni, ridimensionarli. Poi tutto dipende da come evolverà l’andamento del virus nelle prossime settimane”.”Nello scenario peggiore, i modelli matematici ci dicono che potremmo arrivare a 30mila casi al giorno nell’arco di tre o 4 settimane se non si attuano interventi di rafforzamento delle misure di prevenzione come incentivare le vaccinazioni, rivedere il green pass adottando il modello 2g – ovvero con un accesso solo ai vaccinati o guariti nei luoghi di ricreazione, ma mantenendo la possibilità del tampone per andare al lavoro – e avere una maggiore consapevolezza del pericolo mantenendo alta l’attenzione sulla limitazione dei contatti”. Lo afferma all’ANSA Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. “Credo che sarà necessario che il governo – ha aggiunto – studi modalità che riducano il numero dei contatti e garantiscano maggiore sicurezza nei movimenti, questo per non tornare indietro”.




Prato, celebrata la Virgo Fifelis patrona dell’Arma

Questa mattina, alle ore 11.00, presso la Chiesa di Gesù Divin Lavoratore sita a Prato in località San Paolo, il locale Comando Provinciale dei Carabinieri ha celebrato la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma. La cerimonia religiosa è stata celebrata dal Vescovo di Prato, S.E. Mons. Giovanni Nerbini.A differenza del passato, quest’anno la funzione non si è tenuta presso la Cattedrale di Santo Stefano, bensì in una chiesa scelta fra un quartiere di Prato, a testimonianza della volontà dei Carabinieri di essere – anche in tali occasioni – vicini alla cittadinanza, che è stata ringraziata per l’intervento alla cerimonia religiosa.Nel corso della Santa Messa è stato altresì ricordato l’80° anniversario della battaglia di Culqualber – combattuta in Etiopia dal 6 agosto al 21 novembre 1941 – durante la quale il 1° Gruppo Mobilitato Carabinieri si immolò pur di contrastare l’avanzata dell’esercito inglese, preponderante per numero di militari, armamento e mezzi. Ai pochi superstiti, i militari britannici tributarono l’“onore delle armi”, riconoscendo così l’eccezionale valore dei Carabinieri. Per il comportamento tenuto nel corso della battaglia, alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.In occasione della ricorrenza della Virgo Fidelis, i Carabinieri hanno infine celebrato la “Giornata dell’orfano”.Alla Santa Messa hanno preso parte unicamente i Carabinieri del Comando Provinciale di Prato – nelle sue diverse articolazioni -, agli ordini del Col. Francesco Zamponi, delle Stazioni presenti nei vari comuni della provincia, del Gruppo Carabinieri Forestali, nonché i militari in congedo dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Hanno inoltre partecipato il Maresciallo Giuseppe Giangrande (Medaglia d’oro al Valor Civile) e familiari di militari non più in vita.




Macerata, fiume Chienti in secca: scoperte captazioni abusive

Nei giorni scorsi, durante un’operazione mirata alla tutela dell’ecosistema fluviale e alla vigilanza idraulica lungo il Fiume Chienti, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Macerata hanno riscontrato l’abusiva messa in secca di un tratto del medesimo corso d’acqua.La causa del prosciugamento di circa 400 metri di alveo è stata individuata dai Carabinieri Forestali  in una captazione a scopo idroelettrico.In particolare, i militari hanno constatato che era stato realizzato un terrapieno in ghiaia tale da formare uno sbarramento per l’intera larghezza dell’alveo in modo che tutta l’acqua fosse convogliata nel canale idroelettrico: questo al fine di aumentarne la portata e di conseguenza la produzione di energia anche nei periodi più siccitosi come quelli della scorsa estate.È stato riscontrato inoltre che anche a valle del sistema di prelevamento del canale idroelettrico veniva rilasciata nell’alveo del fiume Chienti una minima parte dell’acqua necessaria a garantire il minimo deflusso vitale: questo comportando una seria minaccia all’integrità della vita dell’ecosistema fluviale.Dallo sviluppo delle successive indagini è emerso peraltro che per i lavori di movimentazione della ghiaia, al fine di realizzare lo sbarramento alle acque a sevizio dell’opera di presa, non vi erano autorizzazioni né idrauliche né paesaggistiche e neppure edilizie.Sono stati conseguentemente denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria per diversi reati, che riguardano violazioni della normativa a tutela delle foreste, delle biodiversità, del paesaggio e dell’ecosistema, i due responsabili delle aziende proprietarie della derivazione idroelettrica.I due soggetti indagati, in caso di condanna definitiva, rischiano pene fino ad un massimo di sette anni, tra reclusione ed arresto e fino a 200.000 euro di ammenda. L’attività di polizia fluviale svolta dai Reparti Carabinieri Forestali  del Gruppo di Macerata, disposta  dal Comandante Col. Luigi MARGARITA,  è finalizzata a salvaguardare, oltre l’aspetto paesaggistico, il “bene acqua”, che è presupposto fondamentale per l’esistenza dell’ecosistema fluviale, ma costituisce anche sempre più una preziosa risorsa per la stessa vita dell’uomo.Ai fini ecologici, oltre che per garantire la vita delle specie animali e vegetali che vivono nel corpo idrico, lo scorrere dell’acqua nel fiume ne determina l’autodepurazione e l’interazione con l’attività delle falde circostanti, determinanti queste per il corretto assetto idrogeologico del territorio ed essenziali anche per molte attività agricole ed economiche.




Civitavecchia, stretta sullo spaccio vicino ai licei

CIVITAVECCHIA (RM) – Nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio svolto nel quartiere Campo dell’Oro e presso alcuni istituti scolastici, i Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno proceduto ad una serie di perquisizioni, sia personali che domiciliari, nonché a bordo di alcune autovetture, rinvenendo oltre 100 grammi di sostanze stupefacenti di varie tipologie, nonché da taglio, denunciando all’Autorità Giudiziaria 3 persone e segnalando alla Prefettura – U.T.G. di Roma 10 assuntori, tra cui anche alcuni minorenni.In particolare, nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Civitavecchia Principale dopo aver raccolto diverse segnalazioni di attività di vendita al dettaglio di stupefacenti hanno organizzato un adeguato servizio di appostamento ed osservazione nei pressi di alcuni licei ubicati in via dell’Immacolata. Nella rete dei controlli dei Carabinieri è finito un cittadino straniero di 37 anni e uno di 17, ciascuno sorpreso con 20 di gr. circa di sostanze stupefacenti, rispettivamente del tipo hashish e marijuana. La perquisizione è proseguita presso la loro abitazione dove i militari hanno rinvenuto un ingente quantitativo di sostanze da taglio nonché materiale utile al suo confezionamento in dosi. Nell’occorso, il 17enne è stato anche deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per l’occupazione abusiva dell’immobile.Il servizio antidroga è poi proseguito nel quartiere Campo dell’Oro, dove i militari avevano già notato nei giorni scorsi un insolito via vai da una palazzina popolare. A seguito dei controlli, i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione personale, veicolare e domiciliare di un 18enne incensurato del posto, che è stato trovato in possesso di quasi 50 gr. di marijuana, di un bilancino di precisione e materiale utile al confezionamento delle dosi. Non è stato invece possibile risalire al possessore di un calzino, lanciato dalla finestra di un’abitazione, al cui interno i militari hanno rinvenuto e sequestrato 19 dosi di cocaina per un peso di circa 9 grammi.  I Carabinieri della Sezione Radiomobile hanno invece effettuato una serie di controlli di alcuni giovani notati nei paraggi di alcuni soggetti dediti allo spaccio di sostanze illecite, identificandone 18. Nei confronti di 10 di loro, risultati effettivamente in possesso di modiche quantità di hashish e marijuana, è scattata la segnalate all’Autorità competente.  Per i 3 fermati accompagnati in caserma, dovranno ora rispondere innanzi all’Autorità Giudiziaria del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.Ancora una volta, di fondamentale utilità sono state le segnalazioni pervenute da parte dei cittadini, da sempre fonte fondamentale dell’attività informativa dell’Arma dei Carabinieri.




Guidonia, s’introducono nel centro agroalimentare: 12 denunce

ROMA – I Carabinieri della Stazione Forestale di Guidonia Montecelio, il giorno 26 ottobre 2021, sono intervenuti presso il Centro Agroalimentare di Roma (C.A.R.), con sede a Guidonia Montecelio, e hanno denunciato 12 persone, 10 cittadini egiziani, uno del Bangladesh e uno tunisino, tra i 18 e i 60 anni, per violazione di domicilio e danneggiamento. I Carabinieri Forestali hanno infatti accertato, su segnalazione della direzione del centro, che i 12 uomini si erano introdotti nel Centro Agroalimentare senza nessun titolo abilitativo, dopo aver scavalcato e danneggiato una rete di recinzione. Sull’episodio è stata inviata una dettagliata informativa di reato all’Autorità Giudiziaria. Analogo intervento dei Carabinieri forestali c’era stato anche a fine ottobre quando furono denunciati 4 cittadini egiziani per gli stessi reati.




Linguaggi e immagini violente, emulazione e aggressività

Quali effetti possono avere il linguaggio e le scene di violenza sulle condotte aggressive di alcuni giovani? Che il linguaggio e le scene di violenza incrementano l’aggressività e le esperienze emotive negative, soprattutto in età infantile, non sono solo numerose ricerche condotte sul tema a confermarlo.

Ne è fortemente convinto anche il prefetto Francesco Tagliente, specializzato in Criminologia, che nel corso degli oltre 45 anni di servizio ha avuto l’opportunità di coniugare il sapere del mondo accademico con il fare nei vari settori di cui si è occupato da poliziotto, dirigente delle “volanti” e della “sala operativa”, dell’ufficio ordine pubblico del Ministero, questore di Roma e Firenze e prefetto di Pisa.
Per un approfondimento a tutto campo dell’argomento Tagliente ha condiviso con il Direttore Generale di Italia 7, Fabrizio Manfredini di dedicare a questo tema una puntata speciale del programma Monitor condotto da Gaetano D’Arienzo, andata in diretta dalle ore 21.30 di martedì 16 novembre. Per riflettere pubblicamente sul tema, Tagliente e Manfredini hanno ritenuto importante mettere insieme il mondo della comunicazione, dei genitori, della scuola, delle scienze comportamentali, delle Autorità di pubblica sicurezza, della Polizia postale, della Magistratura, dell’Avvocatura penale e del Garante per la privacy.
Nel corso della trasmissione il conduttore Gaetano d’Arienzo ha affrontato con gli ospiti tema della incidenza della comunicazione anche sulla sicurezza reale, delle conseguenze possono determinare il linguaggio e le immagini di violenza, sul ruolo dei genitori e della scuola

Il Questore di Livorno Roberto Massucci ha sottolineato che “È necessario ed una responsabilità degli adulti far diventare lo slogan giovani al centro azioni a supporto del percorso di maturazione dei ragazzi.
È indubbio, e non è certo un tema nuovo, che la fase giovanile sia contraddistinta da una potente energia che rischia di esprimersi in maniera disordinata e, talvolta, pericolosa per gli stessi ragazzi. C è però un elemento di novità in questo processo: oggi i campi di espressione della regia giovanile si sono moltiplicati e conseguentemente sono aumentati i rischi.
Tutto ciò significa che tutti coloro che esprimono aree di interesse giovanile debbono mettere in campo azioni a supporto di comportamenti corretti e consapevoli. È questo lo spirito con cui, a Livorno, è nato il progetto #sceglilastradaGIUSTA al quale hanno aderito numerose scuole secondarie di primo grado della provincia. Un progetto nel quale la Questura insieme all’Ufficio scolastico provinciale ha messo insieme le risorse istituzionali, culturali, sportive, esponenziali della disabilità, della musica tutte unite in un insieme che, durante tutto l’anno scolastico, intende offrire strumenti di discernimento e consapevole scelta ai ragazzi. Il progetto è inserito nei piani di studio degli istituti scolastici aderenti e durerà l’intero anno scolastico.”

Daniele Grassucci, giornalista e direttore di Skuola.net ha detto che “Skuola.net ha chiesto a 4.000 giovani dagli 11 ai 24 anni di raccontare come passano il proprio tempo libero: tra le attività preferite le ragazze spicca guardare le serie tv, mentre tra i ragazzi prevale la pratica di attività videoludiche. Solo una generazione fa era impensabile che questi passatempi se la giocassero alla pari o potessero addirittura superare attività sociali come le uscite con la comitiva o la pratica dello sport. E questo ci dà la misura di che impatto possano avere su questa generazione i contenuti e i messaggi che vengono veicolati attraverso le serie tv, i videogiochi o anche i social network. Non si possono demonizzare questi strumenti – perché da sempre i comportamenti emulativi caratterizzano gli adolescenti e i giovani – ma gli adulti devono comprendere non possono più pensare di lasciare campo libero a chi in questi settori trae un enorme vantaggio economico lasciando alla collettività il costo sociale di pericolosi effetti collaterali.”

Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti e alte professionalità della scuola Lazio (ANP), ha chiarito che “La scuola italiana ha, fondamentalmente, due necessità. Essere sburocratizzata e svincolata da mille lacciuoli che la stanno soffocando. Uno per tutti l’infernale meccanismo dell’algoritmo ministeriale per l’assegnazione dei docenti stabili alle classi. Lo scorso anno la procedura si è conclusa a marzo, con la scuola iniziata a settembre. Inoltre si debbono aprire le metaforiche finestre per far circolare diffusamente, dal nord al sud dell’Italia, aria di cultura contemporanea: musica, cinema, arte, danza, sport, letterature straniere e molto altro. Non bastano episodi di eccellenza che pur esistono. La democrazia impone livelli omogenei di offerta culturale e formativa.”

Silvia Calzolari, psicologo clinico e forense, ha sottolineato che “Indubbiamente non si deve cadere nella tentazione di facili equazioni deterministiche ma molti studi comparativi evidenziano che la pandemia ha favorito o incrementato alcuni disturbi psico-comportamentali nella fascia 6-18 anni. In particolare i disturbi del sonno determinati dalla connessione notturna, il cosiddetto Jet lag domestico, durante il quale si concentrano anche le condotte più devianti o anomale in soggetti che prima non le presentavano. Le motivazioni alla base sono date dalla perdita di punti di riferimento è dal senso di vuoto insopportabile, che spingono o al ritiro (hikikomori) o all’agito spesso connotato da rischio o violenza. La prevenzione passa da un incremento della consapevolezza da parte degli adulti e da strategie che tengano di conto del punto di vista dei giovanissimi”

Il neuroscienziato Pietro Pietrini, psichiatra già direttore della Scuola IMT Alti Studi Lucca ha affermato che “L’adolescenza è un’età critica, nella quale l’individuo si trova a costruire un “io” separato da quello dei genitori, una propria personalità. Processo, questo di acquisizione di una propria identità, che già di per se stesso è sovente fonte di turbamento e difficoltà, che si possono manifestare in diversi ambiti della vita del ragazzo o della ragazza. Ma l’adolescenza è anche il periodo della vita nella quale possono esordire i disturbi psichici, dalle patologie ansiose a quelle depressive, ai disordini della personalità fino alle vere e proprie psicosi. Abuso di alcool, di sostanze, comportamenti autolesivi possono essere segni dell’esordio di una sottostante patologia psichica. Molto spesso, tuttavia, comportamenti anomali vengono interpretati come semplice espressione del turbamento adolescenziale. Non sempre, anzi, quasi mai, questo è il caso. Il ricorso frequente all’alcol, alle sostanze, la messa in atto di comportamenti autolesivi, come il tagliarsi (il c.d. cutting), sono sovente indici di disturbi d’ansia, disturbi dell’umore o disturbi di personalità che, se non riconosciuti e trattati, rischiano di compromettere anche gravemente la vita della persona. Quanti abbandoni scolastici sono dovuti all’insorgenza di un disturbo che potrebbe essere facilmente trattato e curato? Quanto è invalidante un disturbo d’ansia, come gli attacchi di panico o la fobia sociale, che portano il giovane a coartare la propria vita di relazione e le proprie attività? Purtroppo, i giovani che arrivano ad atti estremi sono solo la punta dell’iceberg di una assai più vasta popolazione di persone che soffre, anche gravemente, per la presenza di disturbi psichici nei confronti dei quali ancora oggi esiste un forte stigma e una profonda ignoranza. Dobbiamo acquisire consapevolezza per contrastare le cause del disagio giovanile e prevenirne le conseguenze.

Per l’Avvocato Guido Scorza, componente Garante per la protezione dei dati personali “La riflessione che ci si propone è preziosa. Il punto di partenza è che benché l’ecosistema digitale si presenti come una sconfinata prateria dove chiunque può andare dappertutto, online non tutto è per tutti, né può esserlo.
Dobbiamo fare lo sforzo di immaginare l’ecosistema digitale – pur consapevoli che è molto di più di questo – come un gigantesco parco attrazioni nell’ambito del quale ci sono attrazioni adatte a tutte le età e attrazioni riservate a un pubblico adulto o, almeno, più grande di una certa età. Se un bambino più piccolo dell’età minima per fare un giro su una certa attrazione o più basso dell’altezza minima sale a bordo, ad esempio, di una montagna russa le cui cinture di sicurezza sono progettate per trattenere solo utenti adulti, i rischi per lui sono ineliminabili. Se un infratredicenne entra in un’app riservata agli ultra tredicenni e se un minorenne guarda un contenuto audiovisivo riservato ai maggiorenni, i rischi ai quali vanno incontro sono ineliminabili e c’è poco che si possa fare ex post per contrastarli.
E’ per questo che a parte lavorare in tutte le direzioni possibili nella dimensione educativa e culturale è, ormai, divenuto imprescindibile fare in modo che i più piccoli non possano accedere a piattaforme e servizi che non sono disegnati per loro. E occorre farlo attraverso sistemi di riconoscimento dell’età e non di riconoscimento dell’identità. Ad esempio, si potrebbero utilizzare gli stessi algoritmi di intelligenza artificiale che i gestori delle piattaforme usano per suggerire ai loro utenti i contenuti che potrebbero loro interessare di più per identificare l’età dei più piccoli, tenerli fuori alla porta o metterli fuori dalla porta di determinate piattaforme. La tecnologia, insomma, può aiutarci a difenderci dalla tecnologia.”

Alessandra Belardini, Dirigente del Compartimento Polizia Postale per la Toscana “Il “dato” oggi è alla base di qualsiasi forma di comunicazione e si presta spesso, sulla Rete, ad essere oggetto di furto digitale. Ma purtroppo siamo noi stessi con imprudenza e troppa istintività a consentire l’impossessamento criminoso di profili o di immagini personali che recano in maniera indissolubile effetti permanenti. Bisogna dunque riflettere e far riflettere i nostri ragazzi su piccole regole di protezione che salvano da rischi inimmaginabili.”

Il conduttore D’Arienzo, cogliendo l’occasione della partecipazione dell’Avvocato penalista Massimo Biffa, del Foro di Roma, ha puntato l’attenzione dei telespettatori sulla vicenda occorsa al Signor Ennio Di Lalla, l’ottantaseienne romano, balzato agli “onori” delle cronache per essere la sua casa stata occupata da una donna rom e per aver atteso più di 20 giorni, per rientrare nella disponibilità del proprio appartamento.
Tale situazione ha accresciuto nella collettività un senso di forte insicurezza e timore per la tutela dei propri diritti; ciò, forse, anche a causa del “modo” in cui la notizia è stata veicolata dalla Stampa, che ha immediatamente denunciato l’esistenza di un vuoto di tutela sul punto.

L’Avv. Massimo Biffa, in proposito, ha evidenziato come “l’ordinamento italiano rende penalmente rilevanti condotte del tipo di quella commessa dalla giovane donna rom e come la Polizia Giudiziaria, in forza di specifiche disposizioni di legge, avrebbe potuto tempestivamente (anzi: immediatamente) intervenire in vista della tutela del Signor Di Lalla.In vicende come questa, l’art. 55 c.p.p. attribuisce alla Polizia Giudiziaria il compito, tra gli altri, di impedire che i reati vengano portati a conseguenze ulteriori. Tale attività può essere svolta dalla Polizia Giudiziaria anche di propria iniziativa, ossia prima dell’intervento del Pubblico Ministero. Peraltro l’occupazione abusiva di un immobile è un reato permanente; un reato, dunque, che si protrae sino alla cessazione della condotta delittuosa Da qui, lo stato di flagranza si è instaurato al momento dell’ingresso della donna Rom all’interno dell’immobile del Signor Di Lalla, protraendosi sino a che la donna non ha liberato l’immobile.”
Sul punto il conduttore ha chiamato in causa il prefetto Tagliente chiedendogli se il reintegro del Signor Di Lalla nel diritto di proprietà a distanza di 20 giorni o più dalla consumazione del reato, costituisce una disfunzione nel momento applicativo delle disposizioni in materia penale. Tagliente ha premesso che bisogna distinguere i casi di sicurezza pubblica da quelli di polizia giudiziaria e che sicuramente, nella vicenda della casa romana occupata, ci sono situazioni e condizioni, soggettive e oggettive, che la stampa non ha riportato.

Il prefetto Tagliente in chiusura della trasmissione ha rinnovato la sua gratitudine all’editore Giovanni Sciscione e al D.G. Fabrizio Manfredini per la sensibilità istituzionale dimostrata nell’ospitare la puntata di approfondimento di Monitor, magistralmente condotta Gaetano D’Arienzo su un tema di così tanta rilevanza sociale. E’ stata una ulteriore occasione per promuovere il valore della cultura della sicurezza condivisa. Ha concluso con i saluti a tutti gli ospiti del programma e i telespettatori anche da parte del presidente dell’Ancri Tommaso Bove, Il presidente dell’Associazione nazionale insigniti al Merito della Repubblica di cui Tagliente è delegato alle relazioni istituzionali.




Verso un nuovo “super Green Pass”

La quarta ondata fa paura e si moltiplicano le pressioni in Italia per un rafforzamento del Green pass sul modello dell’Austria, che nel frattempo ha deciso il lockdown generale per 20 giorni ed ha annunciato l’obbligo vaccinale dal primo febbraio.

Una soluzione auspicata dal presidente di Confindustria Bonomi, mentre il sottosegretario Costa apre ad estenderlo ‘alle categorie a contatto col pubblico’.

Un’ipotesi che chiede di considerare anche il presidente dell’Iss Locatelli per forze di polizia, impiegati pubblici e professori. Inoltre, avanza l’idea di ridurre a 5 mesi l’intervallo per la terza dose.

“La strada è un super Green pass responsabile e condiviso, per non far pagare a tutti l’egoismo di alcuni”. A sottolinearlo, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. “Se ci saranno cambi di colore perché devono pagare tutti gli italiani vaccinati, per colpa dello zoccolo duro dei no vax, estrema minoranza, sempre più invisa? – prosegue Brunetta – Se gli indicatori ospedalieri dovessero peggiorare, penso sia il caso di rafforzare il Green pass escludendo i non vaccinati da alcune attività sociali”.

L’Europa ripiomba nell’incubo del lockdown – Da lunedì, l’Austria sarà il primo Paese a reintrodurre il confinamento per tutti, una settimana dopo averlo imposto ai non vaccinati. E dal primo febbraio, Vienna farà da apripista anche per l’obbligo generalizzato di immunizzazione contro il Covid-19, previsto finora solo in Indonesia – dove per i trasgressori sono previste multe e si rischia di non essere curati in caso di contagio -, nelle isole della Micronesia e in Tagikistan e Turkmenistan, oltre che in Vaticano. “Solo così usciremo dal circolo vizioso”, ha spiegato il governatore del Land Tirolo, Gunther Platter.

La nuova stretta è spinta dal dilagare del virus. Ieri l’Austria ha fatto segnare un nuovo record di contagi giornalieri di oltre 15mila. “Nonostante mesi di impegno, non siamo riusciti a convincere abbastanza gente a farsi vaccinare”, si è rammaricato il cancelliere Alexander Schallenberg. “Ci sono troppe forze politiche che remano contro”, ha aggiunto, parlando di un “attentato al sistema sanitario”. Nel Paese con il più basso tasso di vaccinazione nell’Europa occidentale, il ritorno al lockdown dovrebbe durare fino al 12 dicembre, anche se dopo 10 giorni verrà rivalutata la situazione. Si potrà uscire di casa solo per lavoro, motivi di necessità e per svolgere attività fisica. Viene inoltre incentivato lo smart working, mentre resteranno aperte le scuole, con obbligo di mascherina per gli studenti. In caso di miglioramento della situazione epidemiologica, le restrizioni resterebbero solo per gli irriducibili no vax.

Sulla scia dell’Austria, anche i Lander più colpiti della Germania si preparano a tornare in lockdown. A partire dalla Baviera, che ieri ha annunciato anche la cancellazione di tutti i celebri mercatini di Natale e la chiusura di bar, discoteche e locali notturni fino a metà dicembre, insieme a un confinamento nelle aree più a rischio, cioè quelle con un’incidenza di oltre mille casi per 100mila abitanti. Più severe anche le regole per ottenere il Green pass, che verrà concesso adesso secondo la formula del 2G (‘geimpft’ e ‘genesen’, cioè immunizzati e guariti). Ma anche a queste categorie sarà richiesto il tampone per partecipare agli eventi di massa (il cosiddetto 2G plus). Anche la Sassonia va verso le stesse restrizioni. Deciso pure l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. “Siamo in una fase in cui non dovremmo escludere nulla”, ha commentato il ministro della Salute tedesco Jans Spahn. Più rigide pure le regole per i turisti: chi arriva da Paesi ritenuti a rischio dovrà osservare una quarantena di 10 giorni, ridotta a 5 con un tampone negativo.

Il virus comunque rialza la testa in tutta l’Europa, con Irlanda, Belgio, Olanda e Lussemburgo e Paesi baltici in rosso scuro nella mappa del rischio Covid tracciata da Bruxelles. La Slovacchia seguirà la vicina Repubblica ceca sul lockdown per i non vaccinati. Ancora più drammatica è la situazione nei Balcani e nell’Europa dell’est, dove i tassi di vaccinazione sono significativamente più bassi. L’Ungheria ha fatto segnare oggi il record di contagi quotidiani da inizio pandemia (11.289), mentre in Russia si è toccato un nuovo picco di vittime giornaliere (1.254)