Milano, nuova ordinanza di custodia in carcere per l’imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio

MILANO – Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di violenza sessuale aggravata, atti persecutori e tentato omicidio emessa dal Gip presso il Tribunale di Milano, Dott.ssa Chiara Valori, nei confronti dell’imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, già ristretto in carcere dallo scorso 21 maggio con l’accusa di violenza sessuale in danno di una studentessa universitaria.

Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi, precisi e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato in ordine alla commissione dei reati di violenza sessuale aggravata dall’uso di sostanze narcotizzanti nei confronti di quattro donne e di tentato omicidio, atti persecutori e violenza sessuale aggravata in danno dell’ex moglie.




Anguillara, nuova cava: un’area di 20 ettari che agita i residenti

si grida allo scandalo in merito a un punto di fuoco sull’autorizzazione della maggioranza in Consiglio comunale alla realizzazione di una nuova cava. Si discute l’approvazione dello schema di convenzione per l’apertura di una nuova cava di lava leucitica che si estende per 20 ettari.

È partita una raccolta firme da parte di un folto gruppo di cittadini che sono contrari. E nel frattempo il co siglare di opposizione Sergio Manciuria ha presentato un emendamento aggiuntivo allo schema di convenzione. Manciuria evidenzia che gli introiti della cava in dieci anni risulterebbero pari a 660 mila euro, una cifra a cui andrebbe aggiunto secondo il consigliere di Anguillara Svolta un onere compensativo ben preciso: chi coltiva la cava è tenuto a realizzare un campo di calcetto di ultima generazione da realizzarsi presso il Campo Sportivo di Prato Viale con obbligo di uso gratuito settimanale per le aree periferiche. Quale schema verrà approvato? Intanto montano le polemiche.




Frascati, avviato l’iter per il dissesto finanziario del Comune

Dopo il rigetto del ricorso presentato dalla Commissaria Straordinaria contro la bocciatura del Piano pluriennale di riequilibrio finanziario, approvato dall’Amministrazione Mastrosanti, e a seguito delle delucidazioni e delle indicazioni che la Sindaca Francesca Sbardella e l’Assessore al Bilancio Dario De Santis hanno ricevuto nella mattinata di oggi dalla Corte dei Conti, l’Amministrazione comunale nel corso del Consiglio Comunale di martedì 30 novembre 2021 ritirerà la Delibera di Variazione al Bilancio di Previsione 2021/2023 e avvierà l’iter propedeutico del dissesto finanziario dell’Ente.

Nel momento in cui viene dichiarato il dissesto del comune, sindaco, giunta e consiglio resterebbero in carica ma verrebbero coadiuvati da una commissione espressamente designata dal Ministero degli Interni.




Ariccia da amare Christmas: tutti gli appuntamenti per trekking e degustazioni

 Torna ARICCIA DA AMARE  dopo il successo di questa estate in versione CHRISTMAS. Il contenitore culturale, ideato e promosso dal Comune di Ariccia in collaborazione con le associazioni del territorio, allieterà i visitatori per tutto il periodo delle festività natalizie.

Tra i partners la prestigiosa associazione Archeoclub Aricino Nemorense che si occupa da anni dello studio e valorizzazione della Locanda Martorelli-Museo del Grand Tour e dell’Appia Antica XVI miglio.

Un appuntamento da non perdere è Domenica 5 dicembre quando si svolgerà il “Trekking dall’acropoli di Ariccia all’Appia Antica” che sarà condotto dall’archeologa e guida ambientale escursionistica Maria Cristina Vincenti.

L’appuntamento per tutti è sulla Piazza di Corte, antica acropoli della città di Aricia, alle ore 10:00 per raggiungere le emergenze archeologiche presenti sul tratto aricino della Regina Viarum di cui la Vincenti conosce tutti i segreti. Al termine della visita è prevista una degustazione natalizia. Per informazioni e prenotazioni: archeoclubaricia@alice.it;  archeoclubaricinonemorense@gmail.com; tel. 3883636502 (whatsapp). Necessario green pass e mascherina.  Gli altri appuntamenti in programma: Sabato 4 dicembre – sabato 11 dicembre – sabato 18 dicembre “Viaggio nel tempo alla Locanda Martorelli Museo del Grand Tour” Al termine della visita degustazione nataliziaAppuntamento: Piazza di Corte, n. 4, ore 17:30-Domenica 5 dicembre “Trekking dall’acropoli di Ariccia all’Appia Antica”Al termine della visita degustazione nataliziaAppuntamento: Piazza di Corte ore 10:00-Domenica 19 dicembre “Passeggiata archeologico-naturalistica nel Parco Chigi”Al termine della visita brindisi natalizioAppuntamento Parco Chigi ore 10:00 




Cynthialbalonga (calcio, serie D), Angelilli: “La gara col Lattedolce? Il pari è il risultato più giusto”

Genzano (Rm) – La Cynthialbalonga avrebbe voluto calare il tris di vittorie, ma alla fine ha dovuto acciuffare il pareggio nel match sul campo del Sassari Lattedolce. La formazione sarda, infatti, è passata in vantaggio in avvio di ripresa e a tre minuti dal 90esimo ci ha pensato Manuel Angelilli, centrocampista classe 1990 al terzo gol stagionale, a siglare il definitivo 1-1. “Sapevamo che sarebbe stata una partita dura – dice l’autore del gol castellano – Abbiamo giocato su un campo difficile, reso pesante dalla pioggia scesa nelle ore precedente. I sardi hanno iniziato la sfida con grande aggressività, ma noi siamo riusciti a tenere bene il campo anche se in qualche ripartenza non siamo stati precisi nelle ultime scelte. Nel secondo tempo siamo partiti meglio, ma abbiamo subito una rete un po’ fortuita e da lì la partita si è complicata ulteriormente. Siamo stati bravi a continuare a giocare e abbiamo trovato il pareggio al termine di un’azione bellissima in cui ho sfruttato uno splendido appoggio di Roberti. Ci prendiamo questo punto e lo portiamo a casa, pensando che si tratta comunque del terzo risultato utile consecutivo e che sul “gong” abbiamo avuto anche l’occasione per vincerla. Il pareggio, alla fine, è stato comunque il risultato più giusto”. La Cynthialbalonga, che in settimana ha pianto l’addio dello storico dirigente Leonardo Starnino, ha fatto un altro passetto in avanti in classifica anche se Angelilli tiene a ribadire un concetto: “In questo momento è inutile pensare alla graduatoria, condizionata da una partenza non all’altezza delle nostre possibilità. Dobbiamo essere bravi a ricostruire qualcosa di importante, pensando solo a continuare sulla strada della crescita e formando la mentalità e il giusto spirito di gruppo. I risultati saranno semplicemente una conseguenza”. La Cynthialbalonga di mister Luca Tiozzo guarda già avanti, alla sfida interna del prossimo turno contro l’Afragolese: “Troveremo un’ottima squadra che al momento è quinta in classifica e che è allenata da un tecnico molto preparato, ma noi vogliamo allungare la nostra striscia positiva”.




Valmontone 1921 (calcio, Eccellenza femminile), Gonnella: “I primi punti arriveranno presto”

Valmontone (Rm) – E’ un avvio complicato per l’Eccellenza femminile del Valmontone 1921, al primo anno in assoluto in un campionato di calcio “rosa”. Le ragazze di mister Andrea Canale, dopo la bella vittoria di Coppa Italia sul campo dell’Atletico Lodigiani, non sono riuscite a muovere la classifica e ieri pomeriggio hanno perso la loro quinta gara stagionale in casa dell’Atletico Morena. Le capitoline condividevano con le giallorosse l’ultimo posto in classifica e i zero punti conquistati, ma hanno festeggiato il successo conclusivo col punteggio di 3-2. A parlare del match e dei primi passi stagionali è l’esperto centrocampista classe 1995 Benedetta Gonnella, una delle neoarrivate nel team giallorosso che conta su tante ragazze che nella passata stagione giocavano nella squadra di calcio a 5. “Quella di Morena era una partita che volevamo vincere a tutti i costi. Siamo state penalizzate da qualche decisione arbitrale, ma non vogliamo crearci alibi di questo tipo anche se ultimamente non siamo state fortunate. Siamo andate sotto, abbiamo pareggiato i conti (con la rete della stessa Gonnella, la prima in campionato dopo la doppietta in Coppa, ndr), siamo andate di nuovo sotto e purtroppo ancora una volta abbiamo preso gol a inizio ripresa. Abbiamo accorciato le distanze con Bertini, ma non siamo riuscite a pareggiare”. La Gonnella analizza l’avvio di stagione in modo più generale: “La vittoria in Coppa non ci ha condizionato mentalmente. Il calendario di campionato all’inizio ci ha messo di fronte a squadre forti, poi successivamente abbiamo incrociato qualche avversario più alla portata e non siamo riuscite a conquistare i primi punti. Ma sono certa che lo faremo presto, magari già nel prossimo match del 12 dicembre sul campo dell’Urbe che ha 4 punti in classifica. In questi giorni di pausa cercheremo di ricaricarci e allenarci con ancora maggiore determinazione per dare il massimo nelle prossime partite”. Di positivo c’è l’incredibile spirito di gruppo che si è creato a Valmontone: “Abbiamo una rosa numerosa e le ragazze sono sempre presenti agli allenamenti. Io sto benissimo qui sia con le compagne che con la società” conclude Gonnella.




Atletico Roma VI (calcio, Under 17), Tirocchi e il vizio del gol: “Possiamo puntare in alto”

Roma – Terza vittoria in quattro gare disputate per l’Under 17 provinciale dell’Atletico Roma VI. I ragazzi di Cristian Silvestri hanno travolto l’Atletico San Lorenzo con un roboante 7-0 firmato dalle reti di Pitocco (doppietta) e da un sigillo a testa per Tirocchi, Sounni, Dentamaro, Mastropietro e dal 2006 Di Benedetto. “Una partita mai in discussione – dice il centrale difensivo classe 2005 Alessandro Tirocchi – Già a fine primo tempo eravamo in vantaggio per 5-0, poi nella ripresa abbiamo gestito e colpito ancora gli avversari. Una buona prestazione, ma sappiamo che c’è tanta strada da fare”. Per lui si è trattato già della seconda marcatura stagionale: “Mi piace andare a saltare sui corner a favore, anche in questo caso la mia rete (la seconda del match, ndr) è nata dalla battuta di un calcio d’angolo”. Il difensore dell’Under 17 provinciale dell’Atletico Roma VI non ha dubbi sulle qualità della squadra: “Siamo un gruppo forte, l’obiettivo è quello di vincere il campionato anche perché abbiamo un mister preparato che conosco bene, visto che ci sono cresciuto calcisticamente. Già tra un mesetto potremo capire meglio gli sviluppi della classifica”. Il prossimo turno potrà dire una parola importante: “Giocheremo sul campo della Virtus Roma che al momento è prima in classifica. Anche se siamo solo alla sesta giornata di campionato (l’Atletico Roma VI ha già giocato con la Pro Roma che è fuori classifica e con cui non si assegnano punti, ndr), si tratta già di una partita molto importante. Come la giocheremo? Vedremo cosa ci dirà il mister, ma servirà inizialmente calma e lucidità anche per capire il valore degli avversari”. La sua esperienza all’interno del club capitolino è molto positiva: “La società ci sta sempre molto vicina, ad esempio recentemente per una lunga trasferta ci hanno messo a disposizione un pullman e questo non è scontato” chiosa Tirocchi.
Intanto in casa Atletico Roma VI si è festeggiato un nuovo en plein: nell’ottimo 4-1 interno che l’Under 16 ha rifilato alla Polisportiva Agosta va segnalata la super prestazione di Pietrogiacomi (andato anche a bersaglio), mentre nell’Under 15 che ha travolto 8-0 fuori casa l’Atletico Roma 6 spicca la tripletta personale di Ruiz, ai vertici della classifica marcatori del girone.




United Volley Pomezia (B1/f), Nulli Moroni vola basso: “Siamo ben oltre le previsioni, serve calma”

Pomezia (Rm) – La serie B1 femminile dello United Volley Pomezia ne ha “combinata” un’altra. La squadra del presidente Gianni Viglietti ha festeggiato a Chieti la quarta vittoria in altrettante trasferte di campionato: per una neopromossa è un risultato davvero eccellente. Grazie al 3-1 in terra abruzzese, inoltre, la squadra pometina ha agganciato un pazzesco terzo posto. “Ma il nostro obiettivo deve assolutamente rimanere la salvezza – predica calma coach Alessandro Nulli Moroni – La classifica non è totalmente veritiera per via degli incroci di calendario. Al termine delle prossime quattro sfide che chiudono il girone d’andata avremo un’idea più chiara e per noi saranno partite difficilissime. E’ chiaro che stiamo andando oltre le più rosee aspettative, anche se comunque per il nostro obiettivo aver battuto quattro concorrenti in trasferta rappresenta un vantaggio notevole. Probabilmente, non avendo mai fatto questa categoria, avevo un po’ sottovalutato il valore complessivo delle nostre ragazze che comunque stanno rispondendo in modo eccezionale”. Anche per questo il mercato aperto non “interessa” lo United Volley Pomezia: “Il gruppo è compattissimo e ogni ragazza sa bene qual è il suo ruolo sin dall’inizio. Il presidente Viglietti è giustamente soddisfatto di come stanno rispondendo le ragazze quindi, a meno di opportunità clamorose, rimarremo con questo organico e va benissimo così. Tra l’altro siamo tra le poche squadre del girone senza staff tecnico o atlete “professioniste” e quindi questo avvio di campionato assume ancora maggior valore”. L’allenatore fa un passo indietro per commentare più nello specifico la vittoria di Chieti: “Abbiamo incontrato una squadra giovane e di qualità: sapevamo che per loro questa era una partita dagli altissimi significati di classifica, ma noi l’abbiamo cominciata subito bene, al contrario di quanto avvenuto a Isernia. In ogni caso la squadra non si smarrisce mai nemmeno nei momenti più complicati e infatti, dopo aver perso il secondo set, abbiamo ricominciato a giocare e ci siamo portati a casa altri tre punti. In questo senso il salto di qualità lo abbiamo fatto nella passata stagione, con la sconfitta nella prima finale play off col Ladispoli e questa cosa ce la portiamo dentro”. Nel prossimo match c’è proprio il “revival” del match con la Civitalad: “Ma non siamo animate da nessuno spirito di rivalsa perché questa sarà un’altra partita. Le giocatrici in campo saranno più o meno le stesse, ma loro al momento hanno più da perdere vista la posizione di classifica non semplicissima. Civitalad, comunque, ha valori importanti e noi lo sappiamo bene, quindi scenderemo in campo con la massima concentrazione per cercare di portare a casa un nuovo successo esterno”.




Artena, estorsione aggravata: in manette due pregiudicati del luogo

ARTENA (RM) – La scorsa serata, ad Artena, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Colleferro hanno arrestato due pregiudicati del luogo, un 45enne e un 68enne, responsabili di estorsione aggravata ai danni di un 50enne che ha denunciato ripetute richieste estorsive subite da parte di entrambi i soggetti.

Il 45enne, con precedenti specifici per reati in materia di stupefacenti, è stato bloccato dopo essere uscito dall’abitazione della vittima da cui si era fatto consegnare 300 euro in contanti, somma rinvenutagli addosso a seguito di perquisizione personale, unitamente anche ad 1g di cocaina, per il cui possesso i Carabinieri lo hanno denunciato in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il 68enne, invece, è stato rintracciato presso la propria abitazione e sottoposto a fermo del Pubblico Ministero in ragione di un già grave quadro indiziario emerso a suo carico a seguito delle denunce di estorsione sporte dalla vittima. All’interno del pozzetto di scarico fognario della sua abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto 8 dosi di cocaina già confezionate per un totale complessivo di 5,6 g, che l’uomo, all’arrivo dei militari aveva gettato nel wc nel tentativo di disfarsene.




Potenza, colpo al clan Martorano-Stefanutti”: misure cautelari per 38 persone

Applicate 28 misure di custodia cautelare in carcere, 9 misure di arresti domiciliari e un divieto di dimora nel territorio della provincia di Potenza

POTENZA – A seguito di una vasta ed articolata attività di indagine dei poliziotti della squadra mobile, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza , si è proceduto, con il supporto e la collaborazione dei poliziotti degli omologhi uffici di altri   venti capoluoghi d’Italia e dei Reparti Prevenzione Crimine di Lazio, Campania, Umbria, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Calabria, di due unità cinofile e di un equipaggio eliportato di Reggio Calabria, all’esecuzione, nel corso delle indagini preliminari,  sul territorio di Potenza ed in  diversi Comuni della provincia, di 38 provvedimenti cautelari.

Le misure restrittive riguardano soggetti  ritenuti gravemente indiziati di appartenere all’associazione di tipo mafioso denominata “Martorano-Stefanutti”, operante sul territorio di Potenza e provincia, con estensione anche sul territorio di Matera, ovvero indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento seguito da incendio ed altro, aggravati dall’agevolazione e dal metodo mafioso.

In particolare, sono state applicate 28 misure di custodia cautelare in carcere; 9 misure di arresti domiciliari e un divieto di dimora nel territorio della provincia di Potenza.

Nel corso del medesimo contesto operativo sono stati disposti ed eseguiti, inoltre, n. 7 provvedimenti di perquisizione domiciliare e personale nei riguardi di altrettanti soggetti, dimoranti sul territorio di Potenza e Comuni viciniori.

L’indagine – frutto di una vasta, capillare e complessa attività svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e dalla locale Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, pedinamenti tradizionali e a distanza, tracciamenti GPS,  acquisizioni documentali, numerosi interrogatori di testimoni e collaboratori di giustizia dissociatisi dai sodalizi mafiosi – lucani, calabresi e siciliani – di rispettiva appartenenza – ha consentito di raccogliere un grave quadro indiziario in merito alla permanenza ed alla continuità operativa del clan “Martorano-Stefanutti” di Potenza ritenuti al vertice della consorteria potentina, ampiamente riconosciuta dalla ‘ndrangheta calabrese e dai clan mafiosi lucani, siciliani e pugliesi.

Le investigazioni, nel corso delle quali sono stati acquisiti documenti contenenti veri e propri riti di affiliazione, regole, organigrammi e ruoli di vertice delle cosche della ‘ndrangheta, hanno disvelato l’esistenza di solidi legami intrattenuti e consolidati nel corso degli anni dal sodalizio lucano con alcuni dei clan maggiormente accreditati sul territorio nazionale, come quello dei “Pesce-Bellocco” di Rosarno (Rc) e quello dei Grande Aracri” di Cutro (Kr), con cui è stato intessuto un consistente e duraturo rapporto di collaborazione criminale coltivato negli anni, specie nel settore elettivo dei videogiochi, per il quale la D.D.A. potentina ha già svolto in passato altra indagine.

Altre proiezioni criminose extraterritoriali interessano esponenti sia della mafia siciliana, legati al sodalizio dei SANTAPAOLA di Catania, sia di sodalizi presenti e operativi in Puglia e Basilicata.

L’indagine ha fatto luce sulla capillare compenetrazione del sodalizio potentino nel tessuto economico ed imprenditoriale cittadino, perseguita anche attraverso il reiterato ricorso ad eclatanti azioni intimidatorie.

La ricostruzione investigativa di oltre quindici anni di azioni delittuose riconducibili a esponenti del sodalizio ha permesso di tracciare – sulla base di indizi ritenuti gravi dal Gip – il solco di un nuovo corso criminale attivo nella città di Potenza, chiaramente mirato a conseguire e consolidare il monopolio su specifici settori, tra cui l’installazione e la gestione di macchinette video-poker ed i servizi di sicurezza e vigilanza all’interno delle discoteche.

Nello spettro strategico-operativo del sodalizio è emersa la spiccata capacità di infiltrarsi nella gestione diretta o indiretta di appalti di opere e servizi pubblici attraverso una fitta rete di contiguità e connivenze insinuatasi persino nelle sfere istituzionali, come nel caso di una sigla sindacale attiva nel comparto sanitario che, anche attraverso il ricorso a metodi impositivi ed intimidatori, ha consentito per lungo tempo una gestione “addomesticata” dei dipendenti di una società, già affidataria dei servizi di pulizia presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, favorendo di fatto il concentrarsi del controllo delle assunzioni e dei licenziamenti proprio nelle mani del sodalizio criminoso, che in tal modo ha guadagnato una forte sfera di influenza  e di credito sociale sul territorio.

L’indagine ha inoltre disvelato la regìa comune e condivisa della consorteria potentina con il clan GRANDE ARACRI di Cutro anche nell’azione estorsiva perpetrata in danno di un’altra società affidataria di servizi di raccolta e smaltimento rifiuti presso l’Ospedale San Carlo di Potenza,  azione per la quale è stato già condannato in via definitiva un componente del sodalizio lucano. 

Le risultanze investigative hanno restituito il quadro indiziario di una rinnovata stagione criminale snodatasi anche attraverso il ripetersi di azioni intimidatorie condotte secondo stilemi tipicamente mafiosi, evocativi della garanzia di protezione sul territorio e della necessità di assistenza ai detenuti, anche attraverso il ricorso all’uso delle armi, talvolta impiegate anche per regolamenti di conti interni, come nel caso di una pistola sequestrata nell’agosto del 2020 nel contesto di una discussione per crediti di droga.

Proprio le armi e la droga risultano rappresentare un altro settore di preminente interesse del sodalizio, come confermato anche da pregressi arresti eseguiti nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento di due pistole, oltre che di cocaina e marijuana che gli stessi detenevano in un’abitazione rurale alla periferia di Potenza, e da altri arresti e sequestri di stupefacenti, effettuati nel corso del corrente anno proprio a riscontro delle risultanze investigative.

Il redditizio settore della droga ha permesso al clan  di movimentare cospicue somme di denaro, destinate in parte anche all’assistenza in favore dei sodali detenuti, secondo il consolidato sistema della cd. “bacinella”, tipico delle associazioni mafiose, ovvero una forma di mutua assistenza anche nei confronti di esponenti detenuti presso la Casa circondariale di Melfi dove, oltre a ricevere costante assistenza materiale, si impartivano specifiche direttive verso l’esterno, anche attraverso la consegna di “pizzini”, così continuando a mantenere il controllo del sodalizio.

Le numerose misure restrittive adottate a conclusione  delle indagini, sulla base di grave indizi di colpevolezza, che ovviamente dovranno essere consolidati in fase dibattimentale, rappresentano un ulteriore tassello della complessiva azione  di contrasto alla criminalità organizzata mafiosa lucana, specie delle provincie di Potenza e Matera, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza.




Querele temerarie, a chi vorrà farsi carico il “caffè è pagato”

Chiedo alla categoria tutta, a l’organismo di cui mi pregio appartenere di non lasciare da solo chi cerca di essere un giornalista libero

Ci sono giornalisti che ammiro perché timbrano il cartellino e non si sentono neppure in dovere di fare i conti con la propria coscienza quando qualcuno si rivolge a loro per sottoporgli “un caso” e loro fanno spallucce e lasciano stare. Vivono sicuramente meglio perché in realtà non fanno alcun servizio concreto alla collettività che ogni tanto si aspetta che qualche professionista dell’informazione sollevi quel tappeto polveroso e ricerchi la verità sostanziale dei fatti nell’interesse di una comunità che ha il diritto dovere di essere informata.

Una premessa per dire che la sottoscritta, iscritta all’ordine dei giornalisti, categoria Professionisti, tessera numero 083762, si sente lesa nei suoi diritti inviolabili. Mi sento messa a tacere da chi ha le spalle più larghe di me, da chi non vuole giornalisti “rompipalle” tra le scatole.

Tutti gli avvocati che ho sentito mi dicono che la persecuzione va provata ma il puzzle è difficile, ci vuole tempo, i giudici devono crederci e allora il desiderio di giustizia e la sana voglia di continuare a fare il mio mestiere sembra volermi abbandonare sempre di più.

Mettiamo un piccolo comune in provincia di Roma dove mi sono spostata con la mia famiglia nel 2005. Arrivo e Nemi è un paesino meraviglioso, sembra una piccola Svizzera innevata (siamo arrivati a dicembre, era pressappoco la Vigilia di Natale quando abbiamo messo piede in casa). In quella cornice pulita, verde e che infonde serenità decidiamo di fermarci. Proprio lì muovono i primi passi i nostri figli, proprio da lì inizia il mio percorso per diventare giornalista.

Non sò se è stata più la voglia di far emergere situazioni, di voler fornire un servizio a quella che era la mia comunità adottiva ma inizio a scrivere, senza paura delle ripercussioni. Le prime querele nei miei confronti le firma il sindaco di Nemi Alberto Bertucci per una serie di motivi tra cui probabilmente la presa d’atto che non sarei stata mai una “brava giornalista”.

Il Comune di Nemi, ovvero i cittadini, hanno iniziato ovviamente a pagare le spese legali (non sarebbe stato meglio lasciar perdere?). Tra i primi articoli ne scrissi uno di cronaca che diceva semplicemente che il cimitero era chiuso durante un giorno festivo, una settimana prima della commemorazione dei defunti. Misi anche la foto del cancello chiuso a corredo dell’articolo ricco di dichiarazioni di chi era andato al cimitero e non aveva potuto portare i fiori. Scrissi quell’articolo 9 anni fa, il 28 ottobre 2012, decidendo di dare voce ai cittadini che mi chiamarono per denunciare il fatto. Fu il primo di una lunga serie che mi portò a ricevere tanta attenzione da parte dell’attuale amministrazione. La querela fu archiviata perché ovviamente il fatto era vero.

Nel frattempo, a darmi il benvenuto, un vicino di casa, grande elettore e amico del sindaco decise di farmi una serie di esposti chiedendo di verificare se l’abitazione che avevamo comprato fosse in regola con il distanziamento dai confini, l’utilizzo della cantina…ecc.

A spingerlo a fare esposti, forse le segnalazioni di movimenti di terra sul costone del lago sempre segnalatoci (anche mio marito ha sempre seguito l’attività del giornale) dai residenti. Segnalazioni a cui demmo voce, ci furono controlli e in quel caso se ne occupò anche l’autorità competente. Poi demmo anche voce al comitato I Corsi che chiedeva di saperne di più su una lottizzazione nella zona. Prima regola di un giornalista “gobbo” mai dare voce alle minoranze, mai rompere piuttosto meglio raccontare che Nemi è praticamente perfetta grazie a chi l’amministra.

Ricordo quando entrarono in casa nostra le forze dell’ordine: sembrava di essere in un film. Misurarono tutto, entrarono dappertutto, quasi come se nascondessi qualche carico di stupefacente o un pericoloso latitante. Anche quella fu una forte pressione da sopportare. Ma più pensavo dentro di me che qualcuno stesse abusando del suo potere e più mi convincevo che scrivere sarebbe stato il mio antidoto. Credevamo di fare la cosa giusta ma non sapevamo che ci saremmo scontrati contro forze ben più grandi.

Quel periodo la moglie di questo vicino mi scrisse dei messaggi di minaccia a me e alla mia famiglia. Querelai per paura di ripercussioni ma poi persone vicine mi convinsero a rimettere la querela, “in fondo non era poi un atto così grave, c’era d’aspettarselo visti gli articoli”.

Sempre nel 2012 o giù di lì (molte cose le ho volute rimuovere per non lasciarmi fagocitare) purtroppo per me che avrei dovuto dare la notizia, arrivò l’imputazione e poi il rinvio a giudizio e poi il processo per turbativa d’asta e frode nei pubblici incanti per il sindaco di Nemi Bertucci. Un lungo processo terminato soltanto tre anni fa circa con la prescrizione. Senza che si sia chiarito nulla. Puff… il tempo ha cancellato tutto.

Era Aprile del 2013 quando all’epoca scrivevo sul quotidiano Il Tempo come collaboratore per la cronaca di Roma e Metropoli. Dopo diversi accertamenti e segnalazioni scrissi su Il Tempo: “Stipendio doppio per il sindaco Ma non gli spetta”. Approfondii il caso su questo quotidiano L’Osservatore d’Italia. Naturalmente il sindaco Bertucci non querelò il quotidiano Il Tempo per l’articolo da me firmato ma querelò sempre e soltanto me e il mio giornale per diffamazione. In seguito la Procura della Corte dei Conti chiese in merito al sindaco Bertucci la restituzione di somme “indebitamente percepite” ma poi non si seppe più nulla neppure di questa vicenda se nonché dovemmo difenderci con l’avvocato anche da questa causa, finita poi in prescrizione. E pure qui, nonostante le interrogazioni dei consiglieri di opposizione, non si è mai avuta risposta sulle successive attività amministrative.

Proseguo o devo fare un inciso su tutta la pressione che abbiamo dovuto sopportare soltanto per aver svolto il nostro lavoro? E poi volendo parlare dell’enorme esborso economico: migliaia di euro contro pochi spiccioli pagati per gli articoli scritti. L’unica grande consolazione è aver agito con la schiena dritta e senza che nessuno, nonostante i biechi tentativi, ci zittisse. Abbiamo scritto e detto e io, in fondo in fondo, ho sempre creduto che a proteggerci fosse la buona fede, la professionalità e soprattutto gli articoli 3 e 21 della Costituzione italiana che dovrebbero tutelare soprattutto chi sceglie di fare un mestieraccio come il giornalista di inchiesta.

Proseguo. Seguimmo una inchiesta sugli Ncc a Nemi che 8 anni fa portò ai sequestri di licenze a 8 persone che le avevano ottenute con false attestazioni. Un’altra operazione innescata con gli articoli de L’Osservatore D’Italia.

Sette anni fa denunciammo insieme a coraggiosi cittadini di Nemi la volontà di costruire delle ville nel Parco (ai Verbiti). Abbiamo scritto innumerevoli articoli con fotografie e atti. Quattro anni fa i carabinieri hanno definitivamente chiuso il caso e sequestrato il complesso.

Intanto ancora interrogativi in paese e la gente chiede spiegazioni. Poi, il macigno. Arriva un progetto dal nome inglese. Nel 2017 questo progetto prende un finanziamento dall’Europa di oltre due milioni di euro, tramite Horizon. In concomitanza con l’arrivo del finanziamento, molti cittadini di Nemi ci segnalano una moltitudine di acquisti immobiliari sul territorio da parte di “stranieri”.

Avremmo potuto girarci dall’altra parte e fare finta di nulla. Ma ancora una volta ci siamo chiesti: è giusto ignorare le tante segnalazioni? Fatti i doverosi accertamenti, qualche anno per accumulare visure, dichiarazioni, atti e interviste per poi pubblicare quattro articoli, soltanto la minima parte di quanto avevamo acquisito, gli unici articoli totalmente supportati da visure catastali e carte che ne comprovassero l’attendibilità. Circa un anno fa pubblichiamo la notizia: dalle visure emerse che gli stranieri che in poco tempo avevano acquistato 12 immobili figuravano anche nel progetto beneficiario dei fondi europei. Non abbiamo trovato solo questi elementi ma altri particolari che abbiamo preferito non pubblicare perché li ritenevamo “pesanti”, cose che poveri giornalisti di un “giornalino online” non avrebbero potuto sostenere. Così, abbiamo ritenuto di affidarci alle autorità competenti.

La Guardia di Finanza ha fatto accertamenti, consegnato di recente in Procura un fascicolo con delle rilevanze che non sappiamo che fine faranno e se verranno prescritte ma intanto, la signora straniera presente negli articoli, anziché ricorrere al diritto di replica, alla rettifica oppure anziché accogliere la mia richiesta d’intervista per fare chiarezza ha iniziato uno dei più pesanti affronti alla libertà di stampa: ha presentato due querele penali per diffamazione e mi ha citata in sede civile chiedendomi 100 mila euro di risarcimento per presunti danni che avrebbe avuto a causa dei quattro articoli che abbiamo scritto.

Il giudice ha respinto le richieste della straniera tra cui la richiesta dei 100 mila euro e la richiesta di cancellare gli articoli, ha riconosciuto la fondatezza delle informazioni degli articoli ma ha rilevato che in alcuni passaggi io abbia “superato la continenza”, ovvero abbia in qualche modo indotto il lettore ad avere dubbi sulla liceità della loro azione. Abbiamo rispettato la sentenza e stiamo pagando le spese legali pari a circa 11 mila euro.

Ben 500 euro al mese per aver detto cose vere ma secondo il giudizio del giudice civile le abbiamo dette male o meglio avremmo potuto dirle meglio. Ebbene, non siamo ancora nella fase del primo grado, l’ordinanza del giudice civile che ci condanna alle spese legali è di settembre e qualche giorno fa, tanto per rimanere in tema di “querele temerarie”, la signora straniera ci ha citati in giudizio davanti al giudice ordinario civile chiedendoci 500 mila euro (nel frattempo la somma è lievitata) perché le abbiamo cagionato delle perdite di commesse, dei danni economici oltre che psicologici.

La signora, che quasi ogni giorno vediamo sorridente a Nemi e che si beffa di noi insieme a un suo stretto amico (di recente qualcuno ha anche scritto qualcosa di poco edificante su un muro) nel suo ufficietto con il suo business perché è una imprenditrice, nel frattempo a luglio ha aperto anche un’altra attività e sempre insieme all’altro “straniero” con qui ha comprato i 12 immobili. La signora ha rinunciato agli utili della società in favore del suo socio che paga le tasse in un altro Paese.

Nel frattempo abbiamo affrontato altre spese legali per fare un reclamo rispetto all’ordinanza del giudice civile che ci condanna a spese legali per noi insostenibili soltanto perché a suo avviso abbiamo superato la continenza pur dicendo cose vere. L’udienza per il reclamo si terrà il 10 gennaio prossimo.

Ad Aprile ci aspetta la prima udienza per difenderci da una richiesta di 500 mila euro e nel frattempo stiamo pagando 500 euro al mese di spese legali. La legge sulle querele temerarie (che permetterebbe un canale giudiziario diverso) è ferma in Senato perché alcuni partiti sono contrari alla tutela dei giornalisti rispetto richieste esagerate di risarcimento economico soltanto per cercare di fermarli. Nel frattempo mio marito è stato querelato dal sindaco Bertucci perché da amministratore del gruppo Facebook Nemi Notizie ha pubblicato una domanda rivolta al primo cittadino formulata da uno sconosciuto che voleva avere chiarimenti. Sarebbe colpevole di aver permesso che una persona formulasse questa domanda. I primi giorni di dicembre si terrà l’udienza.

Questo articolo o meglio commento personale che ho scritto è in realtà una richiesta di attenzione per una categoria messa in ginocchio. I giornalisti che scavano, che ascoltano le segnalazioni che ci mettono la faccia e scrivono nero su bianco anche le cose più indigeste.

La signora straniera, oltre al mezzo milione di euro, ha chiesto che mai più e per sempre non si parli del progetto e di lei.

Devo dire che il desiderio di gettarci tutto alle spalle c’è perché al netto di tutto quello che è successo mi ritrovo con una pressione addosso troppo sproporzionata rispetto al beneficio del diritto dovere di informare la cittadinanza. Il servizio pubblico costa troppo. Meglio parlare di ricette di cucina, del fatto che a Nemi non esiste il Covid o che sia stata trovata la terza nave o fatto causa alla Merkel.

Noi giornalisti siamo esseri umani in carne ed ossa, anche non volendo, forse, esprimiamo dei sentimenti ma ciò che ci spinge a scrivere è soltanto l’interesse di fornire un servizio alla collettività.

Se la signora avesse davvero voluto che non si parlasse del progetto avrebbe potuto rispondere semplicemente a delle domande senza chiedere cifre stratosferiche a una professionista e madre di famiglia. E io non posso permettermi perizie sui danni morali che mi stanno cagionando. Non so’ fin quando potrò permettermi di pagare le spese legali per difendermi, per il momento lo facciamo a testa alta perché fortunatamente lavoro e sono una apprezzata professionista.

Chiedo alla categoria tutta, a l’organismo di cui mi pregio appartenere di non lasciare da solo chi cerca di essere un giornalista libero. Mio padre che non c’è più mi ha sempre detto che da piccola avevo una postura retta. Camminavo con il viso alto e la schiena dritta. Oggi non mi vergogno di guardarmi allo specchio e quando entro al Tribunale per parare i colpi penso che alla fine la giustizia e la verità avranno la meglio.

Il dieci gennaio e ad aprile prossimo non sarò da sola perché faccio parte di una rete di persone di valore che credono nei principi fondamentali della nostra Costituzione. E comunque vada il verdetto lo rispetterò, sicura che la vita è una ruota che gira e che se semini bene raccogli infinite soddisfazioni. Al netto di tutto mi considero molto fortunata perché nonostante gli “schiaffi” ricevuti da persone senza scrupoli ho tanta forza e tanta fede. Il benessere non ha prezzo ma confido nelle azioni delle persone oneste che siedono al vertice dell’Ordine Nazionale dei giornalisti e di quello del Lazio, di FNSI, del sindacato di Stampa Romana, di Articolo 21, del Governo, affinché la voce afona di chi fa inchiesta non venga sottaciuta da richieste economiche impossibili. Per chi vorrà farsi carico il “caffè è pagato”.