Roma, tra diete mirate e monitoraggi quotidiani ecco come affrontano l’inverno gli animali del bioparco

Nelle giornate molto rigide lo staff zoologico del Bioparco fa sì che gli animali sensibili alle basse temperature possano affrontare al meglio il freddo. Ogni giorno i guardiani compiono un attento monitoraggio su eventuali sintomi dell’esposizione al freddo e predispongono diete mirate per alcuni animali che consistono in pasti a base di alimenti ad alto contenuto calorico.

“Durante l’inverno – spiega il Presidente della Fondazione Bioparco, Francesco Petretti – elefanti, ippopotami, scimmie e molti altri animali di giorno possono scegliere se rimanere all’interno dei ricoveri riscaldati o uscire nei recinti esterni, mentre trascorrono la notte protetti al chiuso. Invece animali come lupi o cammelli della Battriana non temono il freddo poiché provengono da zone con inverni particolarmente freddi”.

Per quanto concerne gli impianti di riscaldamento, continua Petretti, “ci sono vari metodi per garantire temperature ottimali: all’interno dell’area mandrilli ci sono dei ‘termosifoni’, ovvero piastre termiche in pietra che emanano calore, così gli animali si possono avvicinare se e quando vogliono. Nelle stalle degli elefanti asiatici e nella ‘Casa delle giraffe’ la presenza di pompe di calore permette di mantenere una temperatura costante di circa 15°. Gli ippopotami pigmei possono contare su una potente lampada riscaldante, mentre i tapiri hanno a disposizione, all’interno della stalla, una lettiera di truciolato e una piastra riscaldante. I ricoveri interni di tutti i primati sono riscaldati: l’area interna degli oranghi ed il Villaggio degli Scimpanzé sono dotati di impianti di riscaldamento a pavimento. L’area delle scimmie più piccole del mondo – conclude – è invece provvista di un moderno impianto di riscaldamento che si attiva quando la temperatura scende al di sotto di quella programmata (intorno ai 22°)”.

Nel Rettilario ogni teca ha la temperatura regolata secondo le esigenze della specie. Nell’area interna del drago di Komodo è presente un sistema di ‘riscaldamento combinato’: oltre alla pompa di calore e al riscaldamento a pavimento, c’è una lampada di 4.500 watt (nelle fotogrefie) dove questi grandi rettili possono avvicinarsi quando ne sentono il bisogno.

I suricati (nelle fotografie) ricevono uova sode calde, insieme ad altri ingredienti tra cui macinato di pollo e frutta di stagione. Al gruppo dei quattro scimpanzé (nelle fotografie) sono riservati sacchetti di iuta contenenti riso caldo mescolato a uvetta e yogurt insieme a patate lesse calde. Inoltre queste scimmie antropomorfe fanno una ricca colazione a base di orzo, tè, e latte di soia caldi, in cui viene sciolto il miele, con l’aggiunta di integratori alimentari, simili a biscotti secchi, e tisane a base di finocchio o mirtillo. Una volta  a settimana il pasto viene integrato con passati di verdura a base di cicoria, bieta, broccoli, cavolfiori e altre verdure di stagione.

Per la coppia di tigri di Sumatra (nella foto) i keeper predispongono cumuli di paglia che diventano caldi giacigli sui quali si stendono preferendoli al terreno umido e freddo.




Roma, occupa abusivamente un’area del Comune e ci deposita rifiuti speciali e carcasse di auto: denunciato 79enne

ROMA – Lo scorso pomeriggio, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca, unitamente a personale della Polizia Locale della Città metropolitana di Roma Capitale, al termine di un servizio mirato alla verifica del rispetto della normativa ambientale, hanno denunciato a piede libero un 79enne romano ritenuto responsabile di gestione illecita di rifiuti, invasione di terreni ed edifici nonché deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

E’ stato accertato che l’uomo ha occupato abusivamente un’area di 300 mq di proprietà del comune di Roma, attigua alla sua abitazione, adibendola a deposito di una ingente quantità di rifiuti speciali, tra cui carcasse di veicoli, bombole del gas esauste e pneumatici. Tutta l’area e quanto trovato all’interno è stato sequestrato.

I Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca hanno poi eseguito una verifica nell’abitazione dell’uomo indagato, in quanto risultava detentore di armi e lo hanno denunciato per omessa custodia di armi dal momento che è stato appurato che le deteneva posate, con il relativo munizionamento, sopra l’armadio della camera da letto invece di custodirle come previsto. Armi e munizioni sono state ritirate cautelativamente.




Flormart, nel 2022 la fiera del florovivaismo torna alla sua data tradizionale di settembre

La decisione presa per assicurare la presenza dei buyer internazionali – Convegno fisico e digitale il 9 febbraio 2022 a Padova sulle principali tematiche del comparto

PADOVA – La 71° edizione di Flormart, storica fiera internazionale del florovivaismo, del verde e del paesaggio, si terrà a Padova nelle sue date tradizionali dal 21 al 23 settembre 2022, cancellando la Special Edition prevista dal 9 all’11 febbraio 2022.

La decisione è stata presa dagli organizzatori per garantire la presenza di buyer internazionali, attualmente messa in forse dal permanere dell’emergenza pandemica e per assicurare la massima sicurezza sanitaria a espositori e visitatori. Flormart ha già attivato, anche in collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, un programma per favorire l’incoming di operatori top del settore provenienti da Europa centrale, Europa dell’est, Paesi del Medio Oriente e dell’area mediterranea.

Nella road map che porterà all’inaugurazione della fiera a settembre, data storica di Flormart, si inseriranno varie iniziative, la prima un convegno phygital che si terrà in Fiera a Padova il 9 febbraio 2022, alla presenza dei principali attori del comparto. Temi principali del convegno saranno l’importanza del florovivaismo e del verde per la transizione ecologica, l’inserimento del settore nel PNRR, la cultura e la gestione del verde urbano, il potenziamento dell’export del florovivaismo made in Italy (seguirà comunicato).

Flormart è la fiera storica del settore, organizzata per la prima volta nel 1974 e giunta alla sua 71° edizione. Rappresenta da sempre la vetrina internazionale del florovivaismo e il momento di business matching tra chi produce le piante, i materiali, gli arredi, i mezzi di produzione e gli utilizzatori, vivaisti, grandi centri di giardinaggio, costruttori del verde, enti pubblici, gruppi immobiliari italiani ed Europei, i buyer italiani e esteri. A partire dal 2021 un accordo decennale con Padova Hall ha dato vita ad una partnership che affida l’organizzazione di Flormart a Fiere di Parma ma che mantiene la manifestazione ancorata alla città di Padova e al suo quartiere fieristico attraversato da un profondo progetto di rinnovamento.

Il comparto florovivaistico italiano rappresenta in termini di valore circa il 5% della produzione agricola nazionale, con un fatturato di circa 2,6 miliardi di euro (elaborazione Crea su ISTAT, 2020). La produzione è composta per il 52% dal comparto piante in vaso e dal vivaismo (alberi e arbusti) e per il rimanente da fiori e fronde freschi recisi. Da sola l’Italia rappresenta circa il 15% della produzione dell’Europa comunitaria. L’export è cresciuto del 33,14%, a valore, nei primi 6 mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020 (dati ICE).




Vis Casilina (calcio), un successo la “Xmas Cup 2021” realizzata grazie ad Oliviero Trigona

Roma – La Federazione ha deciso per lo stop di tutti i campionati di prima squadra, giovanile e di base fino a fine mese. Negli occhi delle famiglie della Vis Casilina, però, ci sono ancora le emozioni vissute durante la recente “Xmas Cup 2021”, organizzata grazie all’impegno e alla forte volontà di Oliviero Trigona, imprenditore locale e titolare della gioielleria “Gold Hol” di Finocchio che ha sostenuto la Vis Casilina nel mettere in piedi il torneo. Una manifestazione iniziata il 29 dicembre, terminata l’8 gennaio scorso e ideata per tutte le categorie della Scuola calcio: “Sono sempre a disposizione quando c’è da fare qualcosa per i ragazzi della borgata – dice Trigona – Purtroppo sono riuscito ad essere presente sulle tribune solo l’ultimo giorno per qualche minuto, ma sono felice di aver contribuito a regalare qualche momento di svago a tanti giovani del territorio, assieme alla Vis Casilina. Anche in futuro, dovessero capitare delle opportunità simili non mi tirerò indietro”. Anche il responsabile del settore di base Mirko Rovere sottolinea «la forte spinta che Trigona ha voluto dare a questa manifestazione: sulla base di questa, il presidente Enrico Gagliarducci e tutto il nostro staff si sono mossi per realizzarla. Abbiamo deciso di dedicare ogni giorno ad una categoria diversa, premiando tutti i partecipanti. Una formula simile potrà essere ripetuta anche nei prossimi anni, magari ideando qualcosa pure a fine stagione. Desidero ringraziare tutti i club che hanno partecipato, ovvero Certosa, Energy San Cesareo, Atletico Le Palme, Torre Angela, Borgo Don Bosco e Real Tuscolano”. Per la Scuola calcio, ora, ci sarà da attendere qualche settimana per tornare a fare gare contro altre società: “Al momento le partitine del sabato o della domenica verranno sostituite con delle sedute extra di allenamento e sfide in famiglia. Dallo scorso 10 gennaio, inoltre, il decreto governativo ci impone di chiedere il super green pass a tutti gli “over 12”, quindi i 2009 e alcuni 2010 che non lo hanno dovranno decidere come comportarsi, anche se i casi di ragazzi scoperti al momento sono molto pochi”.




Frascati Scherma, otto ragazzi e un maestro al recente ritiro degli Azzurrini Under 20

Frascati (Rm) – Non solo i grandi campioni con le loro affermazioni internazionali. Il Frascati Scherma, nel tempo, è stato anche un florido settore giovanile con tanti ragazzi che poi sono riusciti a fare il grande salto negli Assoluti. Una (ulteriore) conferma della bontà del vivaio tuscolano è arrivata negli ultimi giorni del 2021 quando a Cascia e a Roma si sono tenuti due importanti raduni degli Azzurrini Under 20 di fioretto e sciabola. A rappresentare il Frascati Scherma in questi appuntamenti c’erano ben otto atleti (equamente divisi tra le due armi) e un maestro: si tratta dei fiorettisti Mariavittoria Berretta, Nicole Capodicasa, Giuseppe Franzoni e Mattia Raimondi, degli sciabolatori Amelia Giovannelli, Manuela Spica, Edoardo Reale e Lorenzo Ottaviani oltre al responsabile del settore sciabola tuscolano Lucio Landi che ha fatto parte dello staff azzurro. “E’ un segnale di continuità importante – dice il direttore sportivo Stefano Salvatore – Come da tradizione, il Frascati Scherma continua a lavorare per provare a dare un “ricambio” ai suoi compagni sfornando giovani talenti”. Il club tuscolano e i suoi atleti torneranno in pedana già in questo fine settimana con sciabolatori, sciabolatrici e fiorettiste impegnati nelle rispettive prove di Coppa del Mondo. Sempre nel week-end si disputerà la prima prova nazionale Cadetti e anche in questo caso sarà corposa la presenza dei portacolori del Frascati Scherma, mentre è slittata (causa Covid) la gara interregionale Gpg che avrebbe coinvolto tutte le armi.
Intanto altri significativi riconoscimenti hanno coinvolto tre componenti della “famiglia sportiva” del sodalizio tuscolano: il dottor Gianvito Rapisarda (medico sociale e medico dello staff della Federazione), è stato inserito nel comitato medico della Commissione Iwas, la Federazione Internazionale della scherma paralimpica, mentre Beatrice Di Quinzio è stata nominata delegata del Gsa (Gruppo Sportivo Arbitrale) del Lazio e Giovanni Scardini è entrato nella commissione Gsa nazionale. “Queste nomine non mi stupiscono – dice Salvatore – Il dottor Rapisarda è un “acquisto recente” del Frascati Scherma e sin da subito è stato apprezzato per la sua grande professionalità e competenza. Sono molto felice anche per la Di Quinzio e per Scardini, due persone stimate e benvolute da tutti nel mondo della scherma: avere quei ruoli in un ambito cruciale del nostro sport come quello arbitrale è il riconoscimento di una grande preparazione e di un lavoro portato avanti negli anni”.




Atletica Frascati, Giorgio Ferrario e Francesco Scaringi vincono il trofeo regionale Master di lanci

Frascati (Rm) – E’ iniziato con un doppio successo l’anno dell’Atletica Frascati. Nello scorso fine settimana, presso lo stadio “Paolo Rosi” di Roma, si è tenuto il trofeo regionale invernale Master di lanci che ha visto il successo di due atleti della Rcf Roma Sud (la società Senior maschile “collegata” all’Atletica Frascati): Giorgio Ferrario (classe 1965) si è piazzato al primo posto nella categoria SM55, mentre Francesco Scaringi (classe 1969) ha avuto la meglio nella categoria SM50. Entrambi hanno affrontato la prova che prevedeva il lancio del disco, quello del martello e quello del giavellotto: Ferrario ha trionfato totalizzando 1752 punti, mentre Scaringi ne ha collezionati 1249. “Non si è trattato di una gara molto partecipata, né troppo competitiva, ma il nostro spirito è sempre quello di divertirci – spiega Ferrario parlando anche a nome del compagno di società – E’ stato un modo per cominciare anche il 2022 all’insegna della nostra grande passione per l’atletica. Adesso ci concentreremo sui prossimi due appuntamenti: dal 10 al 13 febbraio saremo di scena ad Ancona per i campionati italiani Master di lanci (sempre su tre specialità, ndr), mentre il 26 e 27 marzo a Busto Arsizio si disputerà il campionato italiano di pentathlon lanci (quindi in questo caso su cinque specialità, ndr). In questo caso il livello di competitività delle prove sarà decisamente più alto, ma non cambierà il nostro spirito: sarà l’occasione di vedere amici e appassionati di altre zone d’Italia che incrociamo meno spesso e con cui condivideremo qualche ora”.
Intanto domenica l’Atletica Frascati tornerà in massa a correre per un importante appuntamento: ad Arce, infatti, si disputerà la prima prova di cross giovanile e Assoluto che sarà valida come campionato regionale individuale per le categorie dagli Allievi in su. Per molti atleti del club tuscolano sarà l’esordio in una nuova categoria: tra questi la mezzofondista Ginevra Di Mugno che correrà per la prima volta in maglia Acsi Italia Atletica (società “collegata” al femminile) nella categoria Allieve.




Volley Club Frascati, il presidente Musetti: “Non sono preoccupato per la chiusura della stagione”

Frascati (Rm) – Il Covid torna a tormentare lo sport dilettante e quindi anche il mondo della pallavolo. Massimiliano Musetti, presidente del Volley Club Frascati, ha sempre affrontato con determinazione e lucidità tutte le problematiche e le relative restrizioni legate al virus e imposte dalle autorità governative e sportive. “E lo stesso accadrà adesso – dice il numero uno del club tuscolano – La nostra società, anche grazie alla collaborazione delle famiglie, degli atleti e di tutti i dirigenti e i componenti dello staff tecnico, ha sempre seguito con grande rigore tutte le regole e siamo soddisfatti di come abbiamo saputo gestire questi due anni circa molto complicati di pandemia. Anche in questa occasione noi andremo avanti con le attività: abbiamo superati momenti decisamente più bui di questo e siamo fiduciosi che tutto andrà liscio anche adesso”. Rigoroso rispetto degli orari di allenamento dei vari gruppi, uso delle mascherine nei momenti prima e dopo le sedute, sanificazioni e igienizzazioni costanti, gestione delle eventuali situazioni di positività (praticamente tutte esterne all’ambiente del sodalizio tuscolano): così il Volley Club Frascati ha continuato a fare attività in questi mesi, aumentando anche il numero dei suoi tesserati, segno concreto della forte fiducia delle famiglie del territorio. “Adesso per accedere in palestra tutti i ragazzi sopra ai 12 anni dovranno essere muniti di super green pass – ricorda Musetti – Da parte nostra c’è massima comprensione nei confronti delle prese di posizione di tutti e al tempo stesso le famiglie sanno che noi dobbiamo adeguarci alle regole imposte dal governo”. I campionati regionali (dove il Volley Club Frascati è coinvolto con serie C e D maschili e femminili) e quelli giovanili (sia di Eccellenza che di Elite o territoriali) sono stati bloccati fino a fine mese, ma il presidente è fiducioso: “In questo momento, con tanti casi di positività in tutta Italia, era giusto sospendere i campionati, ma sono convinto che i nostri ragazzi potranno tornare a giocare al più presto e concludere serenamente l’anno agonistico”.




Costa Concordia, 10 anni dalla tragedia: “Ci sono anche altri responsabili”

Il disastro della Costa Concordia a 10 anni dalla tragedia “ci insegna che si possono fare degli errori tragici e anche sistemici, perché ritengo che c’è un responsabile penale ma ci sono anche altri responsabili di questa tragedia.

E ci insegna che è possibile riscattarsi, porre rimedio agli errori, e anche che laddove si realizzano corrette sinergie si possono conseguire cose straordinarie”.

Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, ai tempi del disastro della Costa Concordia a capo della Protezione civile e poi commissario per l’emergenza, parlando oggi all’Isola del Giglio (Grosseto).

Una storia italiana. Sciatteria, sottovalutazioni e sconosciuti diventati eroi (di Matteo Guidelli) – Dalle finestre della casa color ocra a cento passi dal porto del Giglio dove abita Mamiliana Rossi, la donna alla quale era dedicato l’inchino, gli scogli delle Scole sembra quasi di riuscire a toccarli, tanto sono vicini. Antonello Tievoli, il maitre della Costa Concordia, l’aveva chiamata poco prima del disastro: “mamma, stasera passo”. E lei al processo l’aveva raccontato: “La mia finestra rimane un po’ nascosta e non vedevo subito la nave ma la sera del naufragio vidi le luci che si spensero, una cosa diversa dal solito”. A volerla guardare bene, dieci anni dopo, quella della Costa Concordia è una storia molto italiana e senza misteri: una nave di 290 metri di lunghezza con 4.229 persone a bordo – 32 delle quali mai più tornate a casa – finisce su uno scoglio ad uno sputo dall’isola per una serie di incredibili sottovalutazioni e sciatterie. Ma è anche la storia di perfetti sconosciuti che senza pensare alle conseguenze delle scelte fatte quella notte misero a rischio la loro vita per salvarne anche solo un’altra. E ci riuscirono.

Mario Pellegrini era il vicesindaco del Giglio, fu il primo a salire sulla nave: aiutò ad evacuare centinaia di persone, una decina le strappò ai pozzi neri che erano diventati i corridoi. “Ripensando in questi anni a quei momenti, se avessi fatto tutto quello che potevo, alla fine mi sono detto che sì, non potevo fare di più”, dice con indosso lo stesso giubbetto di dieci anni fa. Mario ricorda tutto. “Le scarpe. Erano centinaia, fluttuavano nell’acqua. Le mani segate dalle corde. La paura negli sguardi vuoti dei passeggeri. Il terrore nei volti dei bambini indifesi”. E il rumore dell’acqua che entrava. “Come un fiume che sta arrivando ma è lontano, non lo vedi ma sai che c’è”. Hai mai pensato di morire? “Quando la nave si è ribaltata e le luci si sono spente ho avuto paura, sì. Mi sono detto ‘Mario tieniti e aspetta che passi l’acqua, poi nuota e spera’.” Ennio Aquilino è un altro degli sconosciuti. Era il capo dei vigili del fuoco di Grosseto, fu tra i primi a salire sulla Concordia.”Quando l’ho vista non potevo crederci. Mi sono detto ‘e ora che facciamo?’ Cercavamo la linea di comando, ma non c’era, era saltato tutto”. I pompieri sapevano che la nave sarebbe potuta andare a fondo. “Quello che faceva paura è che non c’era un piano B, saremmo andati giù con lei. Non avremmo potuto far nulla, salendo avevamo sposato la sorte di chi era là sopra. Ripensandoci dopo, la sensazione era come quella che devono aver provato i pompieri entrati nelle Torri gemelle. A noi è andata meglio”.

Il simbolo negativo di questa storia non può che essere Francesco Schettino, il comandante che sta scontando una condanna a 16 anni. L’inchino fu opera sua così come furono suoi i ritardi nel dare l’abbandono nave, un’ora e 9 minuti dopo l’impatto. Ma è stato chiaro fin da subito che Schettino fosse il colpevole perfetto, anche per via del suo atteggiamento, a partire dalla scusa con cui sostenne di non aver abbandonato la nave: “sono scivolato su una scialuppa”. E poi la lezione alla Sapienza, saltata, sulla gestione del panico e il white party ad Ischia dove venne fotografato abbronzatissimo mentre centinaia di persone lavoravano al Giglio per riparare ai suoi danni.

Schettino però non è l’unico colpevole. Perché l’inchino non l’ha inventato lui e perché altri ufficiali e membri della Costa hanno patteggiato le pene ammettendo le loro responsabilità. Tra loro il capo dell’unità di crisi a Genova Roberto Ferrarini, con il quale Schettino parlò più volte dopo lo schianto, e il timoniere Jacob Rusli Bin: non capì gli ordini, girò a sinistra invece che a destra. Nella Costa c’è però anche chi il suo dovere l’ha fatto. E anzi ha fatto di più. Come Sandro Cinquini e Simone Canessa, medico di bordo e cartografo. “Canessa non voleva abbandonare la nave – racconta Pellegrini – Diceva ‘io sono l’ufficiale più alto in grado a bordo, devo stare qui’. Era quasi in ipotermia, sono riusciti a convincerlo alle 5 del mattino ma hanno dovuto faticare”.

La storia della Concordia è anche quella del riscatto di un Paese che riuscì nell’impresa folle di riportare in asse la nave, prima, e di portarla via sconfiggendo invidie e burocrazie, dopo. Il volto è quello del sudafricano Nick Sloane ma l’impresa l’hanno fatta gli italiani Sergio Girotto, ingegnere della Micoperi, e Franco Porcellacchia, della Costa; le aziende che hanno lavorato al progetto, la Tecon di Assago, la Spline di Venezia, la Ceccarelli Yacht design di Ravenna. E l’ha fatta il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, che allora era Commissario per l’emergenza, riuscendo a far funzionare pubblico e privato insieme, resistendo a pressioni e veti.

Il Giglio che attende le celebrazioni per l’anniversario è come era nel gennaio del 2012: deserto. Chiusi i negozi, chiusi gli alberghi, il molo sferzato dal vento. Arriveranno autorità e naufraghi, tornerà Kevin Rebello, il fratello di Russel, il cameriere indiano che fu l’ultima vittima ad essere restituita, mille giorni dopo il naufragio. “Sono dieci anni volati via ma a me sembra ieri che sono arrivato sul molo”. Questo ragazzo non ha mai fatto polemiche, mai accusato nessuno. “Ho cercato sempre di essere neutrale, di non giudicare, non sono e non ero in grado di farlo, spetta ad altri”. Dieci anni dopo, però, una cosa Kevin la dice. “Tutto questo dolore poteva essere evitato se non ci fosse stato l’inchino. Senza quello, io e te non saremmo qui a parlare”. Non saremmo qui a parlare di una nave che naufragò per salutare Mamiliana.

“Questa sarà l’ultima celebrazione pubblica perché non vogliamo dimenticare ma vogliamo rispettare le 32 vittime”. Così il sindaco di Isola del Giglio (Grosseto) Sergio Ortelli parlando con i giornalisti. “Il consiglio comunale ha deciso di celebrare questo giorno per sempre chiamandolo ‘Giornata della memoria’ – ha spiegato -, perché è doveroso nei confronti dei parenti delle vittime del naufragio. Sulla nave c’erano persone di 54 nazionalità ed è giusto che vengano ricordate per sempre”.




Ostia, 4 persone fermate e arrestate dai Carabinieri dopo un tentativo di fuga

OSTIA (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Roma Ostia hanno arrestato, in flagranza, 4 italiani – due donne e due uomini di età compresa tra i 22 e i 40 anni – tutti della provincia di Roma, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. 

I Carabinieri della Stazione di Roma Ponte Galeria, nel corso di un posto di controllo alla circolazione stradale nella zona di Casal Lumbroso, hanno fermato un’autovettura con a bordo i 4 indagati, percependo un forte odore di marijuana nell’abitacolo.

E’ stato deciso, quindi, di sottoporre i soggetti e il veicolo ad un’accurata perquisizione, durante la quale il 40enne ha tentato di darsi alla fuga a piedi. L’uomo è stato bloccato nonostante la strenua resistenza opposta ai militari. Approfittando di quel diversivo, anche i suoi tre amici hanno tentato di allontanarsi al volante dell’auto, ma sono stati fermati da un’altra pattuglia intervenuta, nel frattempo, in supporto.

All’esito delle perquisizioni, il 40enne è stato trovato in possesso di circa 11 g. di marijuana, già suddivisi in 11 confezioni singole, e 4,5 grammi di metanfetamine, suddivise in 7 dosi, nascosti in una busta portatabacco della giacca.

Altri due giovani del gruppo sono stati trovati in possesso di singole dosi di stupefacente per uso personale. La droga è stata interamente sequestrata.

Il 40enne è stato arrestato con le accuse di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre gli altri 3 indagati dovranno rispondere di resistenza a pubblico ufficiale.

Gli arresti sono stati convalidati dal Tribunale di Roma, che ha sottoposto il 40enne alla misura degli arresti domiciliari.