Colonna, alla scoperta del borgo tra storia e non solo… tutto pronto per il trekking urbano

Sabato 10 settembre alle 17 l’appuntamento con adulti e bambini è in largo San Rocco, 2

COLONNA (RM) – Tutto pronto a Colonna per un trekking urbano dedicato alla scoperta della cittadina. Il prossimo sabato 10 settembre alle 17 l’appuntamento con adulti e bambini è in largo San Rocco, 2 dove partirà il percorso alla scoperta della storia della famiglia Colonna, dalla quale ha preso il nome il borgo, ma anche andando alla volta delle cosiddette “serrande d’autore” e dei murales dello street-artist Gofy.

Un trekking urbano che sa di passato e presente allo stesso tempo, immersi nell’aria fresca di settembre, tra i colori vivaci dei murales e di un tramonto di fine estate.

I bambini e i ragazzi che parteciperanno all’attività saranno coinvolti in un’Escape city: uno scenario a tema, costellato di enigmi, quiz e indizi da decifrare per risolvere la storia. I ragazzi dovranno cooperare per risolvere i misteri, per svelare segreti e poter proseguire fino alla fine di questo caso legato alla famiglia Colonna.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione “Soffio d’Arte”, socio DMO Castelli Romani. L’attività avrà la durata di circa due ore e si consiglia la partecipazione a bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni di età.

Gli organizzatori fanno sapere che è preferibile indossare scarpe e abbigliamento comodi e portare dell’acqua e che la prenotazione per partecipare è obbligatoria su www.visitcastelliromani.it. Per maggiori informazioni è possibile contattare DMO Castelli Romani – Giorgia Gentili al numero +39.327.6289401 o scrivere una e-mail a press@visitcastelliromani.it




Suicidi, da Telefono Amico Italia parte l’allarme giovani: “Nel 2021 record di richieste d’aiuto”

Secondo l’Istat, nel 2021 in Italia sono 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico

Segnalazioni relative al suicidio mai così alte come nel 2021. Sono state quasi 6.000 le richieste d’aiuto arrivate lo scorso anno a Telefono Amico Italia da persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. Le richieste d’aiuto sono cresciute del 55% rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia. A preoccupare particolarmente il dato relativo ai giovani: il 28% delle richieste d’aiuto, arrivate alla linea telefonica o nella chat di WhatsApp di Telefono Amico Italia, è di under 26.

E il 2022 non sembra portare miglioramenti: nel primo semestre dell’anno le richieste d’aiuto sono state più di 2.700, il 28% di giovani fino a 25 anni.

I dati dell’organizzazione di volontariato, diffusi in occasione della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio, che ricorre il 10 settembre, accendono una luce su un fenomeno spesso trascurato ma che nel mondo è responsabile di circa 800.000 morti, una ogni 40 secondi.

L’allarme per i giovani

L’incidenza del suicidio è particolarmente grave tra i giovani: è in questa fascia d’età, infatti, che rappresenta la percentuale più importante sul totale dei decessi. Ogni anno, quasi 46.000 bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita, circa uno ogni undici minuti. Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d’età dai 15 ai 19 anni (addirittura la terza se si considerano solo le ragazze.

“Il suicidio nei più giovani è un fenomeno di grande impatto, anche perché presenta una fattispecie tutta sua, che non necessariamente è sovrapponibile alle problematiche dell’adulto” spiega Maurizio Pompili, Professore Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma e Direttore della UOC di Psichiatria presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma. “Spesso viene misconosciuto tutto il versante dei segnali d’allarme: solo a posteriori appaiono in maniera nitida quelli che erano segnali anticipatori, ma che erano stati in qualche modo criptati.

Si dovrebbe fare attenzione se il soggetto non riesce a seguire le attività scolastiche, non si applica negli sport, è ritirato dagli amici, dagli affetti, ha problematiche somatiche non ben identificabili, fa uso di sostanze in maniera importante. Bisognerebbe, inoltre, cercare di avere l’aiuto, peer to peer, dei compagni. È importante istruire i giovani a riconoscere tra i loro pari la persona che ha bisogno d’aiuto”.

Con la pandemia la preoccupazione per la salute mentale dei ragazzi è aumentata

Secondo l’Istat, nel 2021 in Italia sono 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. Se, infatti, i giovanissimi sono stati i meno toccati dagli effetti fisici della pandemia, sono stati però profondamente colpiti dai lockdown e dalle privazioni alla vita quotidiana e sociale che questi hanno comportato. Il 44% dei teenagers, secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitensi, all’inizio del 2021 si sentiva senza speranza e continuamente triste.

Spiega la professoressa Michela Gatta, Direttrice dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedale-Università di Padova: “Molti dei ragazzi che si incontrano, sia in ambito clinico che non, riportano paura del futuro, scarsa propositività e progettualità, timore della solitudine, confusione mentale e difficoltà neuropsicologiche, preoccupazioni per malattie o accadimenti negativi a sé e/o agli altri. In ambito neuropsichiatrico infantile, che si occupa di persone fino ai 18 anni, si è evidenziata come più colpita dalla pandemia la fascia d’età adolescenziale, 12/18 anni, e tra questi ragazzi coloro che già soffrivano di disturbi neuropsichici, specie di natura internalizzante (ad esempio ansia, sindromi affettive, disturbi ad espressione somatica), e coloro il cui ambiente familiare si è manifestato meno resiliente. 

“In ambito ospedaliero – conclude la professoressa Gatta – i ricoveri psichiatrici dell’età evolutiva hanno visto un aumento significativo di casi di autolesionismo suicidario e non, e di disturbi del comportamento alimentare”.

L’importanza della prevenzione

“La prevenzione del suicidio è possibile e riguarda tutti – aggiunge il professor Pompili – il primo passo (quella che viene chiamata prevenzione primaria) consiste nel cercare di sensibilizzare tutta la popolazione sul fenomeno e far sì che tutti sappiano cogliere i segnali d’allarme, così da poter riconoscere il soggetto a rischio e agire d’anticipo. L’obiettivo è fornire a tutti una sorta di ABC per riconoscere il soggetto in crisi. Un po’ come quando notiamo degli elementi salienti di una patologia fisica imminente e, quindi, portiamo al pronto soccorso una persona, sappiamo come soccorrerla. Così dovrebbe essere anche in caso di rischio di suicidio”.

I segnali a cui prestare attenzione

Ma a quali segnali prestare attenzione?

“Alle verbalizzazioni – spiega Maurizio Pompili – frasi come “a che serve vivere”, “non ce la faccio più”; all’alterazione delle abitudini, ad esempio quelle del sonno (sonno disturbato, insonnia o ipersonnia); all’aumento del consumo d’alcool. O ancora il soggetto può ritirarsi dagli amici e dagli affetti, cimentarsi in attività rischiose, fare una sorta di testamento (regalare oggetti a lui cari, dare via cose a cui è molto legato). Infine, bisogna prestare attenzione ai cambiamenti d’umore: se un soggetto precedentemente angosciato appare improvvisamente risollevato, come se avesse risolto i suoi problemi dall’oggi al domani, potrebbe aver preso la decisione di suicidarsi. Ha capito come risolvere il suo problema nel modo più estremo”.

“Quando si notano questi segnali – aggiunge il professor Pompili – bisognerebbe avvicinarsi in maniera molto empatica al soggetto, non lasciarlo solo e portarlo all’attenzione di un operatore della salute mentale. È importante tenere a mente che chi si toglie la vita non vuole morire. Vorrebbe vivere, a patto che si riduca il livello di sofferenza che si trova a sperimentare. Il suicidio è visto come la migliore via di uscita di questo dolore, laddove tutte le altre soluzioni hanno fallito. Riducendo, quindi, questo dolore possiamo aiutarle a salvarsi”.

I dati di Telefono Amico Italia

Nel solo 2021 quasi 6.000 persone hanno chiesto aiuto a Telefono Amico Italia per tematiche relative al suicidio, di questi la maggioranza sono state donne, il 57%.

Per quanto riguarda l’età si registrano due diverse tendenze nei due principali servizi dell’associazione – il numero unico nazionale 02 2327 2327 e il servizio di chat WhatsappAmico, raggiungibile al numero 324 011 72 52 – connaturate alle caratteristiche e all’utente tipo di ognuna. Alla linea telefonica sono arrivate in maggioranza segnalazioni relative al suicidio di adulti: il 22% da persone tra i 46 anni e i 55, il 19% dalla fascia tra i 56 e i 65 e da quella tra i 36 e i 45. Le chiamate da giovani sono, comunque, state per il 14% di persone tra i 19 e i 25 anni e per il 6% ragazzi dai 15 ai 18 anni. Le proporzioni si ribaltano, invece, nel caso del servizio WhatsApp. Qui la maggior parte delle richieste d’aiuto sono arrivate da persone tra i 19 e i 25 (il 28%), da ragazzi tra i 15 e i 18 anni (il 22%) e dalla fascia tra i 26 e i 35 anni (il 18%).

La provenienza di chi nel 2021 ha chiamato per segnalazioni relative al suicidio è per il 21% Sud e Isole e per il 16% Nord Ovest, seguono con percentuali minori il Centro (9%) e le regioni del Nord Est (7%). La maggior parte di chi chiama, e la quasi totalità di chi utilizza il servizio d’ascolto su WhatsApp, decide comunque di non fornire questa informazione.

“I servizi di ascolto delle organizzazioni che sono impegnate a supportare chi si sente in difficoltà sono un presidio importante per la prevenzione – commenta Monica Petra, Presidente di Telefono Amico Italia – ma da sole non bastano. Occorre sempre di più sostenerle e creare una sinergia con le istituzioni pubbliche affinché si possa mettere in atto una vera strategia nazionale di prevenzione del suicidio. La mozione parlamentare approvata a giugno dalla Camera dei Deputati è stato un passo fondamentale in questa direzione: oltre a riconoscere il suicidio come importante problema di salute pubblica, impegna, infatti, il Governo a realizzare una strategia nazionale che fornisca una guida per le diverse aree di intervento”.

L’evento di sensibilizzazione

In occasione della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio – sabato 10 settembre – grazie al supporto dei centri locali distribuiti su tutto il territorio nazionale Telefono Amico Italia organizza in 16 piazze italiane l’evento di sensibilizzazione “Non parlarne è 1 suicidio”. In occasione dell’iniziativa i volontari dell’organizzazione incontreranno i cittadini invitandoli a scattare una fotografia all’interno di una speciale cornice e a condividerla, per lanciare il proprio messaggio di prevenzione da una piazza reale a quella virtuale dei social network.

“Sui problemi mentali grava ancora una sorta di tabù – conclude Monica Petra – una tendenza a non parlarne, nel caso del suicidio temendo l’emulazione. Questo porta molte delle persone e dei ragazzi che sono in una situazione psicologicamente precaria a non parlarne e non cercare aiuto, per paura di essere giudicati. Dare voce a quello che ci tormenta, alle nostre fragilità e a eventuali pensieri suicidi è, al contrario, il primo passo per superarli e un tassello fondamentale in materia di prevenzione”.

La campagna di sensibilizzazione di Telefono Amico Italia “Non parlarne è 1 suicidio” è sostenuta da numerosi artisti e influencer, tra cui: gli attori Barbara Bonanni, Sergio Vespertino e Patrizio Cossa; i cantautori Erica Mou, Cosimo “Zanna” Zannelli, L’ Aura e Jacopo Ratini; i cantanti Chiara Gallana aka “Aba” e Francesco Baggetta; il musicista Daniele Bagni e il cantante Max Rivara, componenti del gruppo EMOTU; lo scrittore Gianluca Gotto; l’influencer Elisa D’Ospina; la blogger e influencer Katia Pedrotti; la tik toker Elisa Altamura.

Per sostenere i progetti di Telefono Amico Italia in prevenzione al suicidio e aiutare l’organizzazione a rispondere alle numerose richieste d’aiuto: https://www.telefonoamico.it/preveniamo-il-suicidio/




Lanuvio, conto alla rovescia per “Lanuvio Sporting Village”

LANUVIO (RM) – Fervono a Lanuvio i preparativi per l’iniziativa Lanuvio Sporting Village che animerà le piazze cittadine il 10 e il 17 settembre. Si tratta di due giornate dedicate allo sport in cui sarà possibile provare gli sport presenti sul territorio e assistere alle esibizioni di danza, ritmica e pattinaggio. Sono previste inoltre le presentazioni delle associazioni del territorio e le premiazioni di atleti che si sono distinti nella scorsa stagione. Questi gli appuntamenti: il 10 settembre a Campoleone in piazza Berlinguer dalle ore 16:00; il 17 settembre a Lanuvio al Tranv- Villa Sforza dalle ore 15:00. 
Esprime soddisfazione Valeria Viglietti, vice sindaco e assessore allo Sport del Comune di Lanuvio: “Ringrazio tutte le associazioni sportive per il profuso impegno e per aver garantito in questi due anni difficili le attività e aver permesso ai ragazzi di vivere quella socialità e quella integrazione troppo spesso negata. Un altro grazie va alla Fidal e agli organizzatori del Centro Estivo Sportivo comunale che chiuderà i battenti sabato prossimo nel segno del tutto esaurito, un’iniziativa   particolarmente apprezzata dalle famiglie Lanuvine”.
 




Roma, tenta di suicidarsi sui binari della metro: salvata in extremis

ROMA – E’ stato sventato un suicidio questa mattina nella stazione San Giovanni della Metro A, dove una donna prima delle 8 è improvvisamente scesa sui binari.

Il personale ATAC è intervenuto e ha preso in custodia la donna mettendola in sicurezza, mentre allertava prontamente il 118. La donna è stata portata in ospedale per controlli.




Automobilismo – Domino di Marco Pollara e Daniele Mangiarotti al 15° Rally Valle del Sosio

Marco Pollara e Daniele Mangiarotti, a bordo di una Skoda Fabia R5 Evo, hanno vinto la quindicesima edizione del Rally Valle del Sosio. I due alfieri della Cst Sport hanno bissato il successo della scorsa edizione e hanno avuto la meglio su una altra vettura della Casa Boema condotta dal giovane driver di casa Giuseppe Di Giorgio, in coppia con Roberto Longo. Hanno completato un podio tutto Skoda i locali Totò Parisi ed Eleonora Cascio.
 
 
 
Rispettato ampiamente il pronostico della vigilia. In una giornata di vero sport e grande spettacolo Marco Pollara e Daniele Mangiarotti, a bordo di una Skoda Fabia R5 Evo, hanno vinto, a mani basse, il 15° Rally Valle del Sosio. Il pilota di Prizzi e il suo navigatore lombardo hanno guidato in maniera egregia concedendo ben poco ai proprio avversari. I due portacolori della scuderia Cst Sport hanno vinto matematicamente la prima fase della Coppa rally di zona e hanno così staccato il lasciapassare per la finale nazionale che si disputerà nel Lazio, in provincia di Frosinone, il primo fine settimana di novembre.
 
Pollara ha dimostrato di saper tenere in mano le redini della gara e si è imposto in otto dei nove tratti cronometrati in cartello, lasciando a Parisi soltanto il primo passaggio sulla speciale di Sant’Anna.
 
La seconda posizione è andata a Giuseppe Di Giorgio e Roberto Longo. Il giovane portacolori della scuderia RO racing, alla sua seconda gara su una Skoda Fabia R5, ha dimostrato di aver raggiunto la giusta maturità agonistica e ha interpretato al meglio le insidiose strade di casa.
 
Il podio è stato completato da un altro equipaggio della scuderia RO racing, quello formato da Totò Parisi ed Eleonora Cascio. I due chiusalini hanno colorato il podio con i colori della Casa Boema e sono riusciti ad ottenere il meglio dalla loro vettura. Il forte driver di casa, che ormai limita le sue presenze a pochissime gare all’anno, ha di ceduto il passo al ricambio generazionale.
 
Continuano a fare esperienza nella classe maggiore anche Dino Nucci e Francesco Pitruzzella, alla seconda esperienza con una vettura da assoluto. I due sono giunti a ridosso del podio e hanno fatto segnare tempi davvero ragguardevoli.
 
Sensazionale la rimonta di Placido Palazzo e Giuseppe Di Benedetto. I due alfieri della RO racing, dopo esser stati penalizzati due volte per una partenza anticipata,  con caparbietà hanno portato la loro Peugeot 207 al quinto posto della generale.
 
Al sesto posto hanno concluso con una piccola e sorprendente Peugeot 106 della classe A6 Alberto Costanza e Salvatore Vita. Rientro positivo per Bartolo Mistretta e Andrea Cangemi che hanno condotto la loro Renault New Clio al settimo posto. Le restanti posizioni della top ten sono andate agli equipaggi: Di Miceli-Marchica, Di Giorgio-Rizzo e Cannino-Buscemi, questi ultimi hanno anche vinto la classifica Under 25.
 
La classifica riservata alle scuderie ha visto prevalere la RO racing.
 
La manifestazione, organizzata dall’Unione dei comuni della Valle del Sosio, ha avuto positivi riscontri sia da parte dei concorrenti sia del pubblico.
 
La gara riservata alle storiche ha avuto in Roberto Musso ed Ernesto Rizzo, portacolori della scuderia RO racing, al via con una Porsche 911 del Secondo Raggruppamento i migliori interpreti. I due hanno preceduto la vettura gemella condotta da Marco e Gianluca Savioli e la Opel Kadett Gsi di Goffredo Avara e Giancarlo Cilia.
 
Classifica generale 15° Rally Valle del Sosio
 
1         Pollara-Mangiarotti Skoda Fabia evo2 R5 in 36’13”.7
 
2         Di Giorgio-Longo Skoda Fabia R5 a 24”
 
3        Parisi-Cascio Skoda Fabia R5 a 32”
 
4         Nucci-Pitruzzella Skoda Fabia R5 a 1’35”.5
 
5     Palazzo-Di Benedetto Peugeot 207 Super 2000 a 2’32”,6
 
6         Costanza-Vita Peugeot 106 A6 a 2’35”,8
 
7         Mistretta-Cangemi Renault Clio R3 a 2’39”,1
 
8         Di Miceli-Marchica Mitsubishi Lancer N4 a 2’42”,8
 
9         Di Giorgio-Rizzo Peugeot 208 Rally 4 a 2’51”,7
 
10     Cannino-Buscemi Peugeot 208 Rally 4 a 3’01”,4
 
 
 
 
 
 
 




Imola, premiati i vincitori del secondo concorso letterario “Sempre io 2022”

IMOLA – Romano Samorì con La primavera arrivò, Gianluca Molino con Il tramonto non è la fine del giorno, lascia solo spazio al buio della notte prima dell’inizio di una nuova alba e Manuela Pagliari, con Riflesso, sono i vincitori delle categorie Racconti, Racconti intervista e Poesie del concorso letterario SEMPRE IO 2022, iniziativa giunta alla seconda edizione e promossa dall’Istituto in collaborazione con la Fondazione Montecatone Onlus in occasione della Giornata mondiale delle persone con lesione al midollo spinale (5 settembre).

 

Gli autori – una quarantina in tutto tra pazienti, ex pazienti, loro familiari e operatori dell’ospedale di – sono stati premiati nel pomeriggio da Carlo Lucarelli, scrittore e conduttore televisivo molto conosciuto. Gli elaborati potranno presto essere consultati anche sul sito di Montecatone.

 

Nella sezione Racconti, alle spalle di Samorì, forlivese, che ha ripercorso i suoi cinquant’anni in carrozzina partendo dalle parole di un nonno burbero ma importantissimo per stimolarlo verso una vita indipendente, MAV…affanculo di Salvatore Bucca, giovane siciliano che sta affrontando le conseguenze di una malattia congenita, interrogandosi sul senso del suo vivere. Bronzo per Le vite della farfalla di Carlo Simonelli, che si è ispirato alla storia di una persona amica, ricoverata a Montecatone.

 

In Racconti intervista, alle spalle di Molino, che affronta i diversi cambiamenti della vita quotidiana dopo la tetraplegia, Gemma Natali da Reggio Calabria con Storia di Gemma, in cui la musica jazz è stata la chiave di volta per ritrovare se stessa; terzo posto per Nickolas Bellotti che racconta la sua inesauribile passione per l’impegno civico con La mia vita, in continua politica.

 

Nella sezione Poesie, infine, dietro a Pagliari, studentessa della scuola in Ospedale di Montecatone (premiata anche con una menzione speciale per aver inviato una intera raccolta di pregevoli poesie), Nadia Frezza – tuttora ricoverata in Istituto – con Guerrieri di vita; subito dietro di lei Donatella Tozzi, volontaria a Montecatone, con Caleidoscopio. Nella motivazione per l’assegnazione dei premi, ciascuna di queste poesie è stata avvicinata a un’opera lirica.

 

Gli elaborati sono stati esaminati da una commissione rappresentativa delle diverse anime dell’Ospedale: Roberto Messuti (educatore di Montecatone), Daniela Loreti (Coordinatrice della Scuola in ospedale di Montecatone), Mirella Valdiserra (esperta di autobiografia), Anna Grazia Giulianelli (APRE – Associazione Paraplegici Emilia Romagna), Carlo Vicinelli (AIAS – Associazione Italiana Assistenza Spastici), Angela Cenisio Zona (familiare UO Gravi Cerebrolesioni di Montecatone), Emanuela Baggio (familiare unità spinale e DH), Vanna Monducci (volontaria della Fondazione Montecatone Onlus), Stefano Pezzoli (Rotary Imola) e Andrea Oxilia (Comando Carabinieri Imola).

 

La consegna dei premi è stata accompagnata dalla lettura di stralci dei componimenti che la Giuria ha ritenuto più significativi: una scelta apprezzata dal pubblico e che ha creato momenti di grande emozione, stemperata da un accompagnamento musicale a cura di operatori dell’Istituto, Nicolò e Giulia.

La giuria ha ritenuto di riconoscere anche alcune menzioni speciali ad elaborati ritenuti significativi: per la poesia è stato premiato Filippo Brunacci, operatore di Montecatone; nella sezione racconti, invece, riconoscimenti a Nicola Frecina, Gianni Bellini, Federico Strazzari e Mariagrazia Rizzo.

 

I vincitori hanno ricevuto buoni per libri offerti dalla Libreria Mondadori di Imola, dalla Libreria Atlantide di Castel San Pietro Terme e dalle Librerie Coop di Imola. La consegna è stata affidata ad un emozionato Carlo Lucarelli, accolto da pazienti e familiari con grandissimo calore.

 

Sono intervenuti Giovanni Pieroni, Presidente del CdA di Montecatone R.I., Marco Gasparri, Presidente della Fondazione Montecatone Onlus e in chiusura la presidente del Rotary Club di Imola Paola Perini, che ha confermato che anche le opere di questa seconda edizione saranno presto compendiate in un libro, disponibile in libreria a partire dal prossimo dicembre.




Gragnano, 13enne caduto dal 4 piano: si ipotizza il reato di istigazione al suicidio

5 minori e un maggiorenne nel mirino della Procura

Sono finora sei, cinque minori e un maggiorenne, i soggetti identificati come presunti autori dei messaggi di insulti e minacce inviati sul telefonino di Alessandro, il 13enne di Gragnano morto giovedì scorso.

Sul loro conto sono in corso approfondimenti, condotti di pari passo tra la procura di Torre Annunziata – che ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di istigazione al suicidio – e la procura del tribunale per i minorenni di Napoli.

Sarebbero imminenti le iscrizioni nel registro degli indagati, anche per consentire la nomina di periti di parte in vista dell’autopsia, la cui data ancora non è stata fissata.

“Stiamo facendo tutti gli accertamenti e le verifiche sui siti e sui messaggi, da cui trarre notizie”, ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nel sui intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Lamorgese ha parlato di cybersicurezza. “La polizia postale negli ultimi mesi ha controllato oltre 500mila siti web sospetti, sono state arrestate 236 persone e denunciate ottomila”.

Uno degli ultimi messaggi ad essere partito dal cellulare di Alessandro è quello inviato alla sua fidanzatina. In quelle poche parole potrebbe esserci l’addio del tredicenne di Gragnano (Napoli) morto giovedì scorso dopo essere precipitato dalla finestra dell’appartamento di famiglia posto al quarto piano di via Lemma.

Quello che in un primo momento era stato ritenuto un incidente con il passare dei giorni assume connotazioni inquietanti. Ora la pista prevalente è che il ragazzo possa essere stato spinto a togliersi la vita: dall’esame del suo telefonino emergono infatti gli insulti e le minacce che avrebbe subito da un gruppo di giovani cyberbulli. In uno di questi messaggi sarebbe stato scritto esplicitamente: “Ucciditi”.

La terribile verità sugli ultimi giorni di vita di Alessandro e sul tormento che il ragazzo stava vivendo perché – come suppongono gli inquirenti – era angosciato dai messaggi intimidatori, sta emergendo proprio dall’analisi del telefonino che i militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro subito dopo la morte del tredicenne. L’esame del cellulare ha ribaltato la prima ipotesi sul dramma, quella di una disgrazia con il ragazzo rimasto solo in casa che si sarebbe sporto troppo dalla finestra nel tentativo di riparare il cavo della televisione, perdendo di fatto l’equilibrio e finendo sull’asfalto dopo un volo di quasi 15 metri. Nello sviluppo delle indagini invece la verità che sta venendo fuori appare di tutt’altro tenore, terribile per i genitori del ragazzo, che era figlio unico (il papà è agente di commercio, la madre avvocato).

Non si danno pace nemmeno gli amici, a cominciare dai ragazzi che frequentavano con lui la scuola. Alessandro avrebbe dovuto iniziare a breve l’ultima classe delle medie, dopo i buoni risultati dal punto di vista didattico conseguiti negli anni precedenti. Un bravo ragazzo, educato e rispettoso: così viene descritto il tredicenne che potrebbe essere finito vittima di una spirale di minacce virtuali sempre più incalzanti. Minacce rivoltegli da ragazzi che probabilmente lo conoscevano da vicino, aumentando così il senso di pericolo da lui percepito negli ultimi tempi. La tragedia di Alessandro è seguita da vicino anche dalle istituzioni locali, a cominciare dal sindaco di Gragnano, Nello D’Auria, che nei giorni scorsi ha parlato di ”dolore troppo grande” e di una ”morte innaturale”, annunciando che nel giorno dei funerali verrà proclamato il lutto cittadino. Intanto la salma del ragazzo resta sotto sequestro nell’obitorio di Castellammare di Stabia, in attesa che la magistratura disponga l’esame autoptico.




Musica d’avanguardia: premio alla carriera per Paolo Cavallone

Il compositore è stato premiato a Sulmona in occasione di “Incontri Musicali Internazionali”

 

 

Il compositore Paolo Cavallone è stato insignito di un riconoscimento alla carriera dalla Camerata Musicale Sulmonese. La targa è stata consegnata dal direttore artistico Gaetano Di Bacco, sabato 3 settembre, all’Auditorium dell’Annunziata di Sulmona (L’Aquila), in occasione di “Incontri Musicali Internazionali”.

 

L’appuntamento, promosso dalla Camerata Musicale Sulmonese, ha visto la presentazione del libro “Musica presente” del musicologo Renzo Cresti (introdotto dal musicologo Francesco Zimei), contenente ben sei pagine dedicate al compositore, e il concerto della pianista Maria Perrotta, che ha eseguito in prima italiana il brano “Immagini d’argilla” e “Illusioni” di Paolo Cavallone, oltre a composizioni di Beethoven, Schumann, e dei contemporanei Luke Dahn e Girolamo Deraco.

 

Il direttore artistico della Camerata Musicale Sulmonese, Gaetano Di Bacco, nel consegnare la targa, ha letto la motivazione ricordando “l’elevata qualità della sua produzione artistica riconosciuta a livello internazionale e mai lontana dalla sua terra natia”.

 

“Il riconoscimento che ricevo dalla Camerata Musicale Sulmonese mi onora perché proveniente dalla mia terra”, ha dichiarato il Maestro Paolo Cavallone, che lo scorso maggio aveva ricevuto un importante riconoscimento alla carriera dalla Regione Abruzzo come “Ambasciatore abruzzese nel mondo”, “Le mie origini, i paesaggi forti di questa regione, i ruderi medievali sparsi sui monti o le varie riconfigurazioni architettoniche di un monumento, come la chiesa dall’Annunziata a Sulmona, rappresentano una radice di sicuro riferimento per la mia vita e la mia arte”.

 

Compositore, pianista e poeta, Paolo Cavallone (Sulmona, 1975) è considerato uno dei maggiori compositori della scena musicale contemporanea. Le sue composizioni sono state eseguite in tutto il mondo, e in particolare: Zipper Concert Hall a Los Angeles; Merkin Concert Hall a New York; Illott Theatre di Wellington (Nuova Zealanda); Teatro Verdi di Firenze; Auditorium “Parco della musica” Roma; American Academy a Roma; Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e di Parigi; Bellefield Hall Auditorium di Pittsburgh; Opera di Rennes. Le sue opere, pubblicate da Rai Com, sono trasmesse – insieme a interviste e/o programmi a lui dedicati – da: RAI, Radio France, Radio Capodistria, Radio New Zealand, University Radio UFRGS (Brasile). Sue composizioni sono state registrate su CD prodotti da Albany Records (USA), Tactus, Rai Trade e altre. La sua produzione comprende composizioni orchestrali, da camera, canzoni, poesie. In qualità di regista, e autore di musica e versi, ha realizzato il film d’animazione “Magasin de métaphores”. Attualmente è professore di Composizione al Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto. È stato invitato come Visiting Professor di composizione alla Victoria University di Wellington (Nuova Zealanda) ed è stato Collaboratore di Ricerca alla State University of New York (USA). Ha tenuto conferenze sulla sua musica alla Manhattan School of Music (USA), University of Pittsburgh, McMaster University di Hamilton (Canada) e Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.

 

Tra i suoi numerosi lavori, ricordiamo brani di assoluto rilievo come “Metamorfosi d’amore”, “Porte” – entrambi per orchestra – il concerto per flauto “Hóros”, “Identificazione di un ritratto” per jazz band e la sonata per pianoforte “Confini”. Per il noto musicologo Renzo Cresti quella di Cavallone “è musica che sogna di sognare in un’estasi sonora che destabilizza il senso comune, è spesso ambivalente, crea collisioni e rilassamenti”.

 

Nota: la foto in allegato è di Daniel Underwood

 

 




Angela Celentano, una foto e un neo riaccendono le speranze dei genitori

Una fotografia e una incredibile somiglianza con una delle altre figlie, un neo e rapporti stretti con la Campania nella seconda metà degli anni novanta. Questi sono gli elementi che stanno riaccendendo le speranze di Maria e Catello Celentano, i genitori di Angela, la piccola scomparsa all’età di 3 anni sul Monte Faito il 10 agosto 1996.

A parlare con l’Ansa della segnalazione, di cui riferisce oggi Il Mattino, è l’avvocato della famiglia Celentano, Luigi Ferrandino: ”La segnalazione è giunta lo scorso giugno – spiega – e dopo attività private siamo venuti in possesso di una foto della ragazza, incredibilmente somigliante con un’altra delle figlie dei Celentano”. C’è poi un neo che potrebbe corrispondere a quello che aveva la piccola e ci sono i rapporti degli attuali genitori di questa ragazza, che risiede in un Paese latino-americano, con la Campania e con Vico Equense, città dove risiedono i Celentano”. 




Vaticano, folla di fedeli per la beatificazione di Papa Luciani

Le festa del nuovo beato sarà il 26 agosto, giorno dell’elezione, nel 1978, di Papa Giovanni Paolo I

Un grande applauso si è levato dalla folla di fedeli in Piazza San Pietro quando papa Francesco ha pronunciato la formula di beatificazione di Giovanni Paolo I e mentre veniva svelato sulla facciata di San Pietro l’arazzo col ritratto di papa Luciani realizzato su dipinto dell’artista iperrealista cinese Yan Zhang.

Le festa del nuovo beato sarà il 26 agosto, giorno dell’elezione, nel 1978, di papa Giovanni Paolo I.

La storia della guarigione 

Dal pericolo di morte imminente alla completa guarigione: è la storia, che risale al 2011, di una bambina argentina che allora aveva undici anni.

Un miracolo per la Chiesa cattolica, attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo primo (al secolo Albino Luciani), Papa per soli 33 giorni, dal 26 agosto al 28 settembre 1978, quando morì nel Palazzo Apostolico, ufficialmente per infarto miocardico acuto. Proprio il riconoscimento di quel miracolo ha dato il via libera alla beatificazione, del Pontefice che i cardinali avevano eletto in Conclave dopo la morte di Paolo VI e che, da pastore, con stile sobrio, aveva sempre manifestato attenzione per gli ammalati, per i poveri e per il mondo operaio.

La bambina argentina il 20 marzo 2011 ebbe un forte mal di testa che continuò per una settimana, poi si manifestarono febbre, vomito, disturbi comportamentali e della parola. Lo stesso giorno fu ricoverata d’urgenza a Paraná. Secondo quanto riportato in documenti vaticani, dopo gli esami e le cure del caso, fu formulata la diagnosi di “encefalopatia epilettica ad insorgenza acuta, con stato epilettico refrattario ad eziologia sconosciuta”. Il quadro clinico era grave, caratterizzato da numerose crisi epilettiche giornaliere, tanto che fu necessario intubarla. Non essendosi riscontrato alcun miglioramento, il 26 maggio la piccola venne trasferita, con prognosi riservata, nel reparto di terapia intensiva di un ospedale di Buenos Aires. Il 22 luglio il quadro clinico peggiorò ulteriormente per la comparsa di uno stato settico da broncopolmonite. I medici curanti convocarono i familiari, prospettando la possibilità di “morte imminente”. Il 23 luglio 2011 (data del miracolo) – “inaspettatamente”, si legge in un documento del Dicastero delle Cause dei Santi – vi fu un rapido miglioramento dello shock settico, che continuò con il successivo recupero della stabilità emodinamica e respiratoria. L’8 agosto la paziente venne estubata; il successivo 25 agosto lo stato epilettico apparve risolto e il 5 settembre 2011 la paziente venne dimessa con prescrizione di terapia farmacologica e riabilitativa. La bambina riacquistò la completa autonomia fisica e comportamentale.

Si legge nel documento del Dicastero: “L’iniziativa di invocare il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo primo fu presa dal parroco della parrocchia a cui apparteneva il complesso ospedaliero. Egli si recò al capezzale della piccola e propose alla madre di chiedere insieme l’intercessione del Venerabile Servo di Dio, al quale era molto devoto. Alle loro preghiere si unì il personale infermieristico presente in rianimazione. Le invocazioni furono rivolte esclusivamente a Papa Luciani. Le preghiere furono corali, individuali e antecedenti il viraggio favorevole del decorso clinico. È stato ravvisato il nesso causale tra l’invocazione al Venerabile Giovanni Paolo primo e la guarigione della piccola”.




Zaporizhzhia, Erdogan offre la mediazione turca

Il rischio di un incidente nucleare devastante nella centrale ucraina di Zaporizhzhia occupata dai russi non è stato mitigato dall’arrivo degli ispettori dell’Aiea e per scongiurarlo si guarda ora ad Ankara che ha messo sul piatto l’offerta di una possibile mediazione tra Mosca e Kiev.

Recep Tayyp Erdogan ha aperto la strada al dialogo in una conversazione telefonica con Vladimir Putin: “La Turchia può assumere un ruolo da facilitatore sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, come è stato fatto per l’accordo sul grano”, recita un comunicato della presidenza turca.

I due “hanno fatto il punto sulla situazione in Ucraina” e soprattutto sugli accordi bilaterali, in particolare quello per la costruzione della prima centrale atomica turca, quella di Akkuyu, che per Ankara è “il simbolo della cooperazione con la Russia”.

A Mosca le agenzie di stampa hanno sorvolato sull’offerta di mediazione enfatizzando invece i complimenti turchi per “il ruolo costruttivo” della Russia nell’organizzazione della missione degli ispettori dell’Aiea.

Mentre è a Dmitry Medvedev che spetta ancora il ruolo del falco, con l’ennesima minaccia apocalittica: i tentativi “estremamente pericolosi” dell’Occidente di “farci a pezzetti” sostenendo l’Ucraina “ignorano un semplice assioma, la disintegrazione violenta di una potenza nucleare è sempre una partita a scacchi con la morte”. La migliore garanzia che ha Mosca è il suo arsenale nucleare, ha avvertito. Il team dell’agenzia atomica internazionale intanto ha incassato i complimenti del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha citato “il loro coraggio e la loro professionalità” e ha puntato l’indice contro “la Russia che ha messo in pericolo il mondo”.

La situazione a Zaporizhzhia è “estremamente complessa e difficile”, aveva detto rientrando a Vienna il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, dicendosi “molto preoccupato” per l’aumento delle operazioni militari nella zona dell’impianto. Da ultimo, il rifornimento di energia ai territori ucraini è stato interrotto per “i colpi dell’artiglieria ucraina”, hanno annunciato i filorussi. L’elettricità arriva ora solo tramite una linea secondaria, ha confermato l’Aiea.

Il ministero della Difesa di Mosca accusa le forze di Kiev di aver tentato un attacco poco prima della mezzanotte di venerdì, quando “oltre 250 unità delle forze speciali di Kiev e quelle mercenarie straniere hanno tentato un assalto anfibio sulla costa nei pressi di Energodar e Dneproprudny”. I russi hanno fatto entrare in azioni i caccia e gli elicotteri, “che hanno distrutto 20 imbarcazioni su 42”, una cinquantina i militari uccisi.

Nelle ultime ventiquattr’ore si contano diverse vittime nei bombardamenti su tutta l’area del fronte, mentre a Bucha è stata completata la sepoltura delle vittime del massacro di matrice russa con la collocazione di ulteriori 13 tombe nel cimitero della cittadina. Le vittime totali “sono 1.100”, denunciano i responsabili ucraini. Sul terreno più propriamente militare, Londra sostiene che la controffensiva ucraina a Kherson ha preso i russi “di sorpresa” e che le forze di Kiev avanzano su tre direttrici minando la struttura logistica nemica nelle retrovie. Nonostante Mosca smentisca una qualche efficacia dell’operazione, gli osservatori rilevano numerosi raid arei nell’area, segno che le truppe russe stanno incontrando difficoltà. Anche la città di Kherson è finita nel mirino e nel raggio dei missili ucraini, con almeno 8 esplosioni che hanno scosso la zona del porto fluviale. Un bimbo di 8 anni è rimasto ucciso in un raid a Mykolaiv.