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Deathloop arriva anche su Xbox Series X/S
Deathloop, produzione nata dal talento visionario di Arkane Studios, rappresenta per certi versi la punta di diamante dell’evoluzione creativa del team di sviluppo francese. Il titolo rappresenta uno spettacolare esercizio di game design che porta su schermo un enigma quadridimensionale tanto sfaccettato quanto avvincente, ed è proprio per questa ragione che il risultato finale è davvero sorprendente. Deathloop è uscito precisamente un anno fa in esclusiva temporale per PlayStation 5, ma come tutti oramai sanno, l’acquisizione del gruppo Zenimax da parte di Microsoft ha reso il titolo finalmente disponibile anche su Series X/S. Resta indubbio che l’arrivo del software sul Game Pass rappresenti un ottimo Boost per il titolo che ora può essere, finalmente, provato da tutti gli abbonati al servizio. Ma veniamo all’analisi del prodotto: una volta avviato il gioco i giocatori vestono il ruolo di Colt, un tizio qualunque che imbraccia armi di qualunque tipo, concentrato a sopravvivere e a non farsi male, anche se è inevitabile. Si risveglia in una spiaggia, da solo, con accanto una bottiglia di birra vuoto e con i postumi della sbronza della sera prima. Il mal di testa lo affligge: si rialza a fatica, imprecando e vomitando, incespicando con le parole mentre prova ad avanzare, barcollando da una parte all’altra. Colt cerca di arrivare a una porta, ad aprirla, e si ritrova davanti uno scenario che non capisce pienamente. Ci sono documenti sparsi ovunque, c’è una radio, un biglietto con un codice e una certa Julianna che lo minaccia e si prende gioco di lui. Il protagonista non riesce a capire che cosa stia vivendo, perché sarebbe impossibile crederlo e mentre cerca di scappare, viene assalito da una ragazza vestita con indumenti giovanili e i capelli ricci. È la stessa che lo aveva insultato pochi istanti prima, ma stavolta non ha paura a mostrarsi. Imbraccia un’arma che non esita a utilizzare, mentre cerca di fuggire in stato confusionale, e raggiunge un luogo sicuro dove cerca riparo. Salta nel vuoto, certo di morire, ma una mano molto familiare lo blocca prima che lui possa cadere nel vuoto. È l’immagine di sé stesso, che gli consiglia di fuggire via e non voltarsi, di correre e non fermarsi, e di rompere il loop. Cosa avviene dopo è un mistero, ma siamo certi di una cosa: Colt è morto. O forse no. Senza fare ulteriori spoiler, sappiate che il racconto di Deathloop si concentra su una trama avvolgente e coinvolgente. Inizialmente si ha la sensazione di essere davanti a un’opera difficile da capire, come è tipico di Arkane Lyon, ma ci si trova in realtà dinanzi una produzione in realtà parecchio esaustiva sin dai primi minuti di gioco. Il loop è qualcosa che va ben oltre il significato stesso del tempo e dello spazio, perché cosa abbiamo vissuto ritorna ma in una forma diversa, e cosa vediamo e scopriamo lo conosciamo già, come se fosse un dejavù che assume un significato ancora più sinistro e spaventoso. Vediamo davanti a noi avvenimenti che intercorrono e non si fermano, e non riusciamo in alcun modo a trattenerli. Ne veniamo però attratti, e inseguiamo queste visioni che un tempo avevano un significato estremo e profondo. In Deathloop tutto questo viene scritto e montato a regola d’arte, con una rappresentazione fedele del significato del termine “Loop”, e di come si evolve e presenta in una formula che va ben oltre il contesto rappresentato nel videogioco di Arkane Studios. Nel titolo si è all’interno di un loop che ripete le stesse azioni e fa rivivere ai giocatori quegli istanti, ma non precisamente gli stessi. Infatti c’è un ordine delle cose che Julianna non intende in alcun modo intaccare: le stesse regole del loop in cui ha edificato un regno del terrore; un suo particolare parco divertimenti fatto di menzogne e lavaggi a secco del cervello. Tutto questo fa capire che il mondo, in realtà, è molto più corruttibile di quanto si possa immaginare. Davanti a chi gioca si stagliano situazioni al limite e momenti capaci di farli saltare in piedi dalla sedia, e la crudeltà di Deathloop è rappresentata dalla vivacità di Julianna, una protagonista a tutto tondo che si può impersonare però durante le sessioni online, in cui ci si può metterci alla caccia di Colt, che resta però il protagonista effettivo dell’intera campagna. La trama di gioco, per quanto ben costruita, potrebbe in effetti essere per pochi palati. Essendo estremamente contorta, spesso sarà necessario cercare indizi, leggere molto e capire cosa sta accadendo, ma questo è nel pieno taglio stilistico di Arkane Studios, che per l’occasione ha confezionato un’opera ispirata e coinvolgente, capace di appassionare quanto di sorprendere. In Deathloop è necessario, a volte, pensare fuori dagli schemi, stringere il pad e partire, incuranti di cosa ci si potrà trovare davanti. Proprio per questa raffinata complessità Deathloop, a nostro avviso, è la produzione Arkane Studios migliore degli ultimi anni.
Parlando di nei, il difetto principale di Deathloop risiede purtroppo nella gestione dell’intelligenza artificiale degli avversari, troppo basilare e inspiegabilmente ancorata a schemi che iniziano davvero a risultare antiquati. Giocare un titolo “next-gen” dove la visuale degli avversari dipende ancora dai tradizionali “coni”, dove gli stati di allerta sono i classici 3 e vengono gestiti in modo schematico e dove basta muoversi di pochi metri o nascondersi dietro a una colonna per mettere in crisi le routine dell’I.A. è davvero poco avvincente. La diretta conseguenza di questo aspetto è che il tasso di sfida, una volta capito come ingannare gli avversari, non solo crolla drasticamente, ma vanifica in parte l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori sul fronte del level design e della profondità del gameplay. La cosa peggiore è che, come dimostrano le sezioni multigiocatore dove Julianna non è controllata dalla I.A., sarebbe bastato davvero poco per rendere più reattivi i nemici e aumentare esponenzialmente il livello di divertimento. Inoltre, Nonostante Deathloop non sia un vero e proprio sparatutto, l’utilizzo delle armi da fuoco rappresenta una delle componenti principali dell’impianto ludico sviluppato da Arkane Lyon. E’ quindi praticamente impossibile non notare una certa imprecisione nella gestione della mira, con e senza aiuti attivi, che inficia inevitabilmente l’esperienza di gioco sul lungo periodo. Agendo sulle impostazioni si può migliorare un po’ la situazione e adattare il sistema di controllo ai propri gusti, ma anche così si ha sempre l’impressione di non riuscire a muovere con la giusta precisione il mirino. Un vero peccato. Facendo un breve confronto con l’edizione PS5 del titolo di Arkane, possiamo dire che in linea generale le due versioni non mostrano differenze sostanziose, almeno per ciò che riguarda la godibilità d’insieme del prodotto. Optando per quello che consideriamo il settaggio grasfico di riferimento, ovvero la modalità prestazioni (risoluzione dinamica a 60 fps), Deathloop propone un’esperienza assolutamente solida su entrambe le piattaforme, sostanzialmente sovrapponibili in termini di prestazioni. Lo stesso discorso vale anche per il settaggio con ray tracing (limitato ad ombre e occlusione ambientale), che però non offre benefici tali da giustificare appieno la riduzione del frame rate a 30 fps, a fronte di una risoluzione dinamica tendenzialmente vicina alla soglia dei 4K. Le ultime due opzioni incluse nel pacchetto, ovvero Qualità visiva (DRS con valori maggiori ma frame rate più ballerino) e Prestazioni ultra (1080p con una soglia massima di 120 fps), segnano invece livelli di fluidità generalmente superiori su Xbox Series X, ma lo scarto resta comunque relativamente ridotto. Parliamo di una manciata di fps per il preset Qualità e di una decina nelle situazioni più concitate in modalità Prestazioni Ultra, che comunque consigliamo di provare solo nel caso si sia dotati di un pannello con supporto al VRR, onde evitare di incappare in fastidiosi fenomeni di tearing. Dopo aver testato parallelamente le due versioni di Deathloop, ci teniamo però a ribadire che le discriminanti sul versante tecnico hanno un impatto davvero minimo sul bilancio qualitativo della produzione: in buona sostanza, tutto si riduce alle preferenze dell’utente, e c’è da dire che l’inclusione del titolo nel catalogo di Game Pass rappresenta un ottimo incentivo a visitare la misteriosa Blackreef. Anche il comparto sonoro si attesta sui medesimi standard di eccellenza riscontrati su PS5, mentre i tempi di caricamento risultano solo assolutamente identici. Tirando le somme, Deathloop nella sua versione per le console di gioco Microsoft è un prodotto assolutamente alla pari rispetto a quella per l’ammiraglia di Sony. La possibilità di poterlo provare attraverso il Gamepass Ultimate fa si che il titolo sia alla portata di tutti, quindi lasciarlo perdere sarebbe un vero e proprio peccato.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8
Longevità: 8
VOTO FINALE: 8
Francesco Pellegrino Lise
Kids l’ambiente sicuro di Amazon per i bambini arriva in Italia
Amazon conferma l’arrivo di Kids in Italia a poche ore dall’annuncio di un nuovo evento che il colosso tecnologico terrà online, per la presentazione di nuovi dispositivi. Kids rappresenta un ambiente sicuro per bambini fino ai 12 anni, dove questi possono divertirsi, imparare e giocare con gli speaker Alexa. Un servizio gratuito, al debutto nelle prossime settimane, sulla gamma di dispositivi Echo compatibili. Amazon Kids su Alexa offre ai bambini la possibilità di avere accesso a tanti contenuti con un’esperienza a misura di bambino, con giochi adatti alla loro età. La sicurezza è garantita dalla Parental Dashboard che permette ai genitori di selezionare quali servizi possono essere attivati dai figli, con la possibilità di creare un Profilo Bambino che consenta ad Alexa di riconoscere la voce del minore e proporgli solo risposte correlate alla sua età. I bambini, inoltre con Kids, possono effettuare e ricevere chiamate e videochiamate esclusivamente con contatti autorizzati dai genitori. Per quanto riguarda l’arrivo di nuovi dispositivi, Amazon conferma un evento online il 28 settembre. Tra una settimana, il gigante tecnologico potrebbe svelare la nuova versione di Astro, il robot casalingo pilotato dall’Intelligenza Artificiale di Alexa, intravisto un anno fa e mai arrivato nei negozi, con un sistema a inviti che ha tenuto, per il momento, riservata la vendita. Potrebbe anche essere il momento per la commercializzazione di Ring, il drone per la casa che Amazon aveva svelato insieme ad Astro. Un piccolo dispositivo di sorveglianza in grado di volare tra le mura domestiche per sorvegliarle in assenza degli inquilini. Insomma, da Kids alle ultime tecnologie, Amazon ha in serbo moltissime sorprese.
F.P.L.
Lega, Maroni parla di un nuovo segretario
“E ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma, per adesso, non faccio nomi”. E’ quanto scrive l’ex segretario federale della Lega ed ex governatore della Lombardia Roberto Maroni nella rubrica “Barbari Foglianti” su Il Foglio.
“La vittoria è netta. Svanisce quella che per il centrodestra era l’unica paura e per il centrosinistra l’ultima speranza: non ci saranno incertezze in Parlamento. Una doppia maggioranza in Parlamento abbatte ogni possibile ostacolo sulla strada della Meloni verso Palazzo Chigi. Il risultato sotto le aspettative della lista centrista di Renzi e Calenda non lascia dubbi: il centrodestra non avrà bisogno di altri voti in Parlamento”.
“Non credo proprio”: con tre parole il presidente della Lombardia Attilio Fontana risponde ai giornalisti che gli chiedono se la leadership di Matteo Salvini sia a rischio dopo il risultato della Lega alle politiche. Oggi al consiglio federale “faremo una attenta analisi del voto” e “sentiamo tutte le persone che hanno qualcosa da dire”. “Ci troviamo, ragioniamo tutti insieme e faremo le nostre valutazioni” conclude.
Cabine fototessera, spengono 60 candeline: ad Ariccia un’eccellenza del “Made in Italy”
Per celebrare questa storia nasce una collaborazione tra il Gruppo Dedem e Pininfarina
ARICCIA (RM) – A 60 anni si rifanno il look. Le cabine per fototessera, pezzi di storia del nostro Paese che dal 1962 fotografano le facce degli italiani e sono parte integrante della nostra geografia urbana, hanno ancora molto da raccontare e festeggiano il sessantesimo compleanno con un accordo con Pininfarina, per diventare ancora più iconiche e celebrare il Made in Italy e l’eccellenza italiana.
Dedem è l’azienda che produce ad Ariccia e gestisce le cabine per fototessera di tutta Italia
Da quando 60 anni fa installò la prima cabina a Roma, antenata del selfie, dentro la Galleria Alberto Sordi, fotografa le facce di tutti gli italiani. E racconta per immagini, con oltre 10 milioni di foto scattate l’anno, sei decenni di storia italiana, di cui ha registrato e accompagnato costumi, evoluzioni e cambiamenti, fotografandoli.
Esempio virtuoso e di successo di Made in Italy, oggi Dedem conta 500 dipendenti (tra i quali 200 tecnici sul campo). Nonostante le crisi congiunturali degli ultimi anni, ha continuato a crescere costantemente, aprendosi all’internazionalizzazione senza cedere alla delocalizzazione. E per dare continuità e compimento al progetto imprenditoriale dei fondatori, i manager dell’azienda hanno promosso un’operazione di management buy-out, acquisendo il Gruppo dai fondatori della società.
Oggi per celebrare questa storia nasce una collaborazione con Pininfarina, punta di diamante del design italiano e bandiera del made in Italy nel mondo. Da questo incontro nei prossimi mesi prenderà forma una nuova cabina per fototessera disegnata dall’azienda torinese, per celebrare la bellezza di questa storia profondamente italiana. Partendo dal prodotto attuale, Pininfarina andrà a definire un design, unico ed accattivante, per la nuova macchina curando l’intera esperienza dell’utente, attraverso le diverse fasi di progettazione. Prima dell’utilizzo, enfatizzando il design unico ed attrattivo, durante, prestando attenzione a tutti gli aspetti legati all’ergonomia e all’utilizzo sia della macchina che dell’interfaccia digitale e alla fine, creando una continuità formale tra gli elementi di design interni ed esterni e restituendo un’esperienza coerente tra il momento di fruizione ed il ritiro della fototessera.
È la storia di una cabina e di un’azienda che hanno sempre saputo rinnovarsi per essere al passo delle nuove tecnologie e delle mutate necessità del cittadino, dal bianco e nero al colore, dall’analogico al digitale, dai primordi della tecnologia all’avvento dei computer. Con più di 11mila apparecchiature (delle quali oltre 5mila cabine fototessera) dislocate prevalentemente tra Italia, Spagna e Israele, Dedem racconta un mondo in continua evoluzione, tra tradizione e progresso, andando incontro alla digitalizzazione e alla iper diffusione dei social con molteplici servizi, come i sistemi per la diretta acquisizione della foto digitale offerti alle Anagrafi dei Comuni o la app ImpressMe, che consente di stampare le foto conservate in smartphone e tablet.
Per rispondere alle sfide dei tempi, il Gruppo Dedem ha saputo mantenere salda la sua identità. Ha allargato il suo business al settore del leisure – con il brand di locali per il divertimento delle famiglie YOUNGO- e a quello dell’information technology e dell’e-government. E ha sempre strizzato l’occhio alle nuove tecnologie, scommettendo, con Prototek e Selltek, sulla stampa 3D e sulla simulazione di guida, divenendo azionista di Simfor, eccellenza spagnola specializzata nello sviluppo di sistemi di simulazione e realtà virtuale per la formazione dei conducenti di moto, auto e mezzi pesanti.
Con questo bagaglio di persone, idee e competenze, da sessant’anni Dedem è a servizio dell’uomo, semplifica la vita del cittadino, fotografa e accompagna il Paese che cambia.
Il convegno
Il Gruppo Dedem ha celebrato i suoi primi sessant’anni lo scorso fine settimana ad Ariccia, la bella cittadina in provincia di Roma che da oltre quarant’anni è il suo quartiere generale. Lo ha fatto con un convegno suddiviso in due momenti e introdotto dal Sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli.
Dapprima, protagonisti del mondo dell’imprenditoria, dell’economia e delle istituzioni politiche si sono confrontati su Made in Italy e Imprese italiane come asset dell’economia nazionale, riflettendo sugli ingredienti vincenti delle aziende italiane che costituiscono la spina dorsale del nostro Sistema-Paese e sono alla base di quell’eccellenza italiana che ci rende grandi nel mondo.
A seguire, esponenti del mondo della cultura e studiosi del costume e della società hanno dialogato sul selfie in 200 anni di storia della fotografia; ragionando sul prodotto fototessera nelle sue molteplici accezioni di strumento di controllo sociale, veicolo di espressione artistica, mezzo di esplorazione identitaria. Come una sorta di tributo a quella “macchinetta”, antenata del selfie, che è il fulcro della storia passata, presente e futura del Gruppo Dedem e che, dalla sua tendina-sipario, come una vera e propria scatola magica, continua a proporre soluzioni utili al cittadino.
I festeggiamenti sono proseguiti, con spettacolo e musica, a Grottaferrata presso Villa Monte d’Oro, testimonial della serata i protagonisti della serie televisiva “Mare Fuori”.
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Caro energia, cresce preoccupazione per tenuta sistema sicurezza idrogeologica
Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI: “Al governo che verrà chiediamo di guardare ad un nuovo modello di sviluppo per l’Italia e non alla prossima scadenza elettorale”
“Al Governo, che verrà, chiediamo di avere una visione, che vada oltre la prossima scadenza elettorale, perché l’Italia ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo, che abbia il territorio al centro”: a ribadirlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) attraverso le parole del suo Direttore Generale, Massimo Gargano, intervenuto al Congresso Nazionale della FILBI (Federazione Italiana Lavoratori Bonifica e Irrigazione) – UIL.
“Mentre è ormai evidente come l’alluvione di Senigallia sia conseguenza di un purtroppo generalizzato mix di lentezze burocratiche e disattenzioni della politica – interviene Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – è bene ricordare che circa il 30% della Penisola, soggiacente al livello del mare, esiste solo perché c’è un sistema idraulico ed un esercito di oltre 800 idrovore, che provvede ad allontanare le acque di pioggia, evitando che ristagnino sul territorio, riportandolo allo stato acquitrinoso; tale rete è però oggi messa in seria difficoltà dall’aumento dei costi energetici che, in assenza di specifici provvedimenti, rischia di minare l’operatività degli impianti, aumentando il rischio idrogeologico, già accentuato dalla crisi climatica.,”
Dopo quelli di Emilia Romagna e Campania, il più recente allarme arriva dal Lazio.
“E’ una situazione d’emergenza di guerra – afferma Sonia Ricci, Presidente di ANBI Lazio – Il nostro settore, assieme all’agroalimentare, sta pagando un prezzo altissimo per le conseguenze dell’elevato costo dell’energia. Al proposito, siamo in contatto con la Regione Lazio, che sta dimostrando sensibilità ed auspichiamo possa concorrere a dare una risposta.”
“Senza adeguati interventi a sostegno dei bilanci dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, tali aumenti mettono a rischio la tenuta stessa delle strutture – aggiunge il Direttore di ANBI Lazio, Andrea Renna – Le risposte per quanto sta accadendo servono subito. Gli importi relativi al costo dell’energia sono più che triplicati!”
La causa è anche l’eccezionale andamento climatico, caratterizzato da siccità ed alte temperature, che stanno comportando un +30% tra oneri gestionali e consumi energetici, quantificabili nel Lazio in oltre 51 milioni di kilowattora, per una spesa che supera i 20 milioni con un incremento di oltre 9 milioni di euro fino alla fine dell’anno.
“Se da un lato – prosegue Gargano – occorrono interventi immediati per evitare che i Consorzi di bonifica, obbligati per legge al pareggio di bilancio, riversino gli aumenti sulle già risicate economie di famiglie ed aziende agricole, dall’altro torniamo a chiedere l’autorizzazione al cosiddetto scambio sul posto, cioè la possibilità di utilizzare completamente l’energia rinnovabile, autoprodotta dai nostri enti consortili per l’esercizio degli impianti, senza doverla cedere ad un gestore elettrico e poi riacquistarla a prezzo maggiorato: è una posizione dominante, non più tollerabile” conclude il DG di ANBI.
Ora l’attenzione si deve rivolgere comunque anche a ciò, che si potrà fare a livello sistemico per migliorare, in modo resiliente, un contesto sottoposto periodicamente a stress idrici, ormai troppo frequenti da sostenere senza nuovi ed ulteriori investimenti mirati.
E’ del 2017 il Piano Nazionale Invasi (2.000 bacini da realizzare in 20 anni) proposto da ANBI e dall’allora Struttura di Missione #italiasicura, cui seguono nel 2020 il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica (858 interventi) e il recente Piano Laghetti avanzato da ANBI e Coldiretti (10.000 serbatoi medio-piccoli e multifunzionali da realizzare entro il 2030).
“Se si considera che di tali progetti, perlopiù già cantierabili e con significative ricadute anche occupazionali, solo pochi o nulla sono stati finanziati e che il periodo per la realizzazione di un’importante opera pubblica in Italia è mediamente di 11 anni – chiosa Francesco Vincenzi – si capisce perché siamo molto preoccupati per le conseguenze, che ne potranno derivare, di fronte ad una stagione climaticamente incerta, in un Paese, dove si cementificano 19 ettari al giorno ed il 94% dei Comuni è ormai toccato dal rischio idrogeologico.”
Gas, danni “senza precedenti” al Nord stream
Il governo federale tedesco ritiene possibile che i gasdotti Nord Stream siano stati danneggiati da attacchi
Fughe di gas stanno interessando i gasdotti Nordstream 1 e 2: lo fa sapere il governo danese annunciando di aver elevato il suo livello di allerta sulle infrastrutture energetiche.
Il gasdotto Nord stream ha registrato danni “senza precedenti” a tre linee del gasdotto ed “è impossibile in questo momento stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino” dell’infrastruttura. E’ quanto comunica in una nota il Nord Stream, secondo quanto riferisce Bloomberg.
Ieri il Nord Stream aveva riferito di un calo di pressione su due sue linee, con le autorità svedesi e danesi che avevano identificato perdite di gas nel Mar Baltico, in prossimità della rotta del Nord Stream.
Il governo federale tedesco ritiene possibile che i gasdotti Nord Stream siano stati danneggiati da attacchi. Lo scrive il quotidiano Tagesspiegel , citando le proprie fonti e aggiungendo che “si è verificato un calo di pressione nei due gasdotti a breve distanza l’uno dall’altro”. Secondo il quotidiano, Berlino non considera la contemporanea interruzione dei gasdotti una “coincidenza”.
Accelera il prezzo del gas ad Amsterdam dopo che il Nord Stream ha dichiarato fuori uso per danni “senza precedenti” tre sue linee. I future Ttf avanzano del 5,8% a 184 euro al megawattora.
Perdite di gas nel Mar Baltico
Sono state identificate due perdite sul gasdotto Nord Stream 1 Russia-Europa nel Mar Baltico, poche ore dopo un incidente simile sul suo gasdotto gemello, il Nord Stream 2, hanno affermato le autorità scandinave. “Le autorità sono state ora informate che ci sono state altre due perdite sul Nord Stream 1, che, come il 2, non è in funzione ma contiene gas”, ha detto in una nota il ministro danese del clima e dell’energia Dan Jorgensen all’AFP, aggiungendo di aver chiesto “livelli più elevati di vigilanza nel settore elettrico e del gas” nel Paese. Una delle perdite sul gasdotto Nord Stream 1 si è verificata nella zona economica danese e l’altra nella zona economica svedese. Come la fuga di notizie su Nord Stream 2 del giorno prima, gli incidenti sono “soggetti a misure di sicurezza”, con limiti alla navigazione e al sorvolo nell’area. Le perdite del Nord Stream 1 sono state individuate ieri sera, un’ora dopo che è stato segnalato un calo di pressione nel Nord Stream 2, secondo l’Amministrazione marittima svedese (SMA). “Intorno alle 20:00 abbiamo ricevuto un rapporto da una nave di passaggio che diceva di aver visto qualcosa sul loro radar un po’ più a nord dell’isola di Bornholm”, ha detto all’AFP Fredrik Stromback, portavoce della SMA. A seguito delle perdite, sono stati emessi avvisi di navigazione entro una distanza di cinque miglia nautiche e un’altezza di volo di 1.000 metri dal tracciato dei gasdotti. “Gli incidenti sui due gasdotti non hanno alcun impatto sulla fornitura alla Danimarca”, ha affermato Jorgensen.