Vis Casilina (calcio), Del Natale e i Primi calci 2016: “Gruppo numeroso che è sulla buona strada”

Roma – I Primi calci 2016 della Vis Casilina crescono in fretta. Il gruppo di mister Pino Del Natale sta mostrando decisi miglioramenti rispetto all’inizio della stagione. È lo stesso allenatore, che l’anno scorso guidata i Primi calci 2015, a tracciare un bilancio fino a questo punto dell’anno sportivo: “Abbiamo un gruppo numeroso e per questo abbiamo formato due squadre per le partite, mentre gli allenamenti li fanno tutti insieme e per seguirli mi aiuta Marco Pochesci, un ragazzo che gioca in prima squadra. Molti bambini avevano fatto un anno o due di Scuola calcio e quindi li ho trovati abbastanza pronti, soprattutto dal punto di vista motorio e coordinativo. A livello tecnico stanno crescendo, imparano cose in ogni settimana e sono arrivati a fare anche un buon numero di palleggi. Le partite, sia quelle ufficiali organizzate dalla Federazione che le amichevoli, sono lo specchio del lavoro che si porta avanti durante la settimana, esattamente come vale anche per l’agonistica. Posso dire che questo gruppo è sulla buona strada: i bambini sono sempre presenti e questo significa che si divertono e stanno bene nel nostro ambiente. Devo ringraziare anche le famiglie che supportano la loro passione nel modo più corretto. A livello caratteriale non mi creano problemi particolari: ogni tanto devo alzare un po’ la voce, soprattutto all’inizio dell’allenamento quando si devono sfogare un po’ dopo le fatiche scolastiche, ma solitamente sono attenti e volenterosi”. Del Natale può parlare benissimo della crescita della Vis Casilina, avendo vissuto tanti anni di calcio al “De Fonseca”: “Qui ho giocato nelle giovanili e poi ho esordito in prima squadra da atleta, poi sono tornato come allenatore e ho fatto per anni il responsabile della Scuola calcio con la vecchia società insieme a Luigi Di Stante. L’attuale presidente Enrico Gagliarducci, persona seria che tiene tanto alla Scuola calcio, ha ricreato un bel movimento: la Vis Casilina ha numeri importanti e anzi servirebbero altri spazi, ma ci siamo organizzati in modo funzionale anche grazie al lavoro coordinativo di Mirko e Tonino Rovere”.





Marino Pallavolo, l’Under 13 maschile quinta nella Final Six per il titolo provinciale del 3×3

Marino (Rm) – Un’altra finale per il Marino Pallavolo. L’Under 13 maschile di coach Fernando Mancini ha partecipato alla Final Six che assegnava il titolo provinciale del campionato 3×3 e che si è svolta domenica scorsa a Roma presso il PalaFerretti. I giovani talenti marinesi si sono piazzati al quinto posto, non senza qualche piccolo rimpianto come spiega coach Mancini: “Siamo arrivati a questa Final Six dopo aver vinto sia il girone della prima fase sia quello “a tre” della semifinale. Per queste finali sono stati formati due gironi da tre squadre e nel nostro c’erano Zagarolo, già incrociato nelle precedenti due fasi, e Kk Eur, che è arrivata al secondo posto conclusivo. Non siamo arrivati a questo appuntamento nelle migliori condizioni fisiche e nella prima partita abbiamo subito una sconfitta per 2-0 contro Zagarolo, mentre nel secondo caso pur perdendo con lo stesso punteggio abbiamo combattuto molto bene contro Kk Eur cedendo con un doppio parziale di 15-14. Alla fine ci teniamo questo quinto posto e guardiamo avanti, d’altronde il nostro primario obiettivo di stagione era quello di riuscire a partecipare alla Final Six, poi chiaramente speravamo di riuscire a fare anche qualcosa in più. Questo gruppo, comunque, è composto da due ragazzi nati nel 2011 (che il prossimo anno usciranno da questa categoria), da un 2012 e da un 2013, quindi abbiamo fatto un lavoro anche in prospettiva. Ora ci concentriamo sulla fase regionale a cui erano qualificate tutte le partecipanti della Final Six provinciale: non abbiamo la data, ma già sappiamo che affronteremo un girone a tre con la squadra campione della provincia di Latina e il Kk Eur. Solo una accederà alla finale regionale. Contiamo di arrivare al triangolare in forma, crediamo che questi ragazzi possano concludere il percorso di fine stagione in modo ancor più soddisfacente. Ma la cosa più importante è che i ragazzi facciano un’altra bella esperienza”. Già concluso il campionato 6×6 dove la squadra Under 13 maschile del Marino Pallavolo ha fatto un buon percorso fermandosi ai quarti di finale del tabellone provinciale. Anche in questo caso il gruppo contava su due soli ragazzi nati nel 2011 e poi da altri elementi che il prossimo anno saranno elegibili per la categoria. L’identità della società marinese continua ad essere specifica sui giovani, con una forte attenzione anche sui piccolissimi che sono le fondamenta per l’importante settore dell’Eccellenza.





Atletica Frascati, la Kabangu sorprende pure nella finale del “Mille di Miguel”. Vince anche Polonska

Frascati (Rm) – L’Atletica Frascati brilla anche nel “Mille di Miguel”. Ieri mattina, presso l’impianto romano delle Terme di Caracalla, si è tenuta la finale della manifestazione indirizzata alle scuole secondarie di primo e secondo grado organizzata nell’ambito della “Corsa di Miguel” dedicata alla memoria del podista argentino Miguel Sanchez, una dei quasi trentamila desaparecidos vittime della dittatura alla fine degli anni Settanta. Alla finale, a cui erano ammessi i migliori 24 tempi di tutto il Lazio per ogni singolo anno di nascita, hanno partecipato cinque tesserati dell’Atletica Frascati. Sulla distanza dei mille metri, il riscontro migliore è stato quello di Gloria Kabangu (ritratta nella foto Dalmazi/Foto in corsa): la mezzofondista ha dominato la gara delle nate nel 2005 concludendo in 2.50.60. “Un risultato di eccellente levatura – commenta il tecnico Giorgia Di Paola – Gloria è in un pesante periodo di preparazione, visto che in questa fase non ci sono gare federali di rilievo. Inoltre ha corso in totale solitudine e questa è sicuramente una difficoltà in più. Il tempo non è troppo lontano dal primato regionale Under 20 di sempre fissato da Martina Tozzi nel 2018. Per Gloria, che è una quattro-ottocentista, questo è stato un test di tenuta che ha dato risposte molto positive”. L’altro trionfo di giornata è stato quello di Viktoria Polonska tra le 2009: “Anche lei ha fatto ben presto il vuoto sulle inseguitrici e ha chiuso con il tempo di 3.09.90 che è di circa tre secondi superiore al suo personale”. A completare il quadro ci sono state le partecipazioni di Mattia Del Brocco (tra i 2010), Giordano Baccani e Alessio Music (tra i 2011), che hanno fatto segnare tutti il nuovo primato personale.
Sabato scorso, intanto, nell’impianto delle Fiamme Gialle all’Infernetto (Roma) si è tenuto un raduno giovanile di mezzofondo organizzato dal comitato regionale. L’Atletica Frascati è stata rappresentata dagli Allievi Claudio Fanelli, Christian Nardi, Alessandro Saddi e Flaminia Caruso oltre che dalla Cadetta Viktoria Polonska. I ragazzi hanno svolto una seduta di allenamento sotto gli occhi dei tecnici regionali.
Intanto domani a Cecchina c’è il Trofeo Primavera organizzato dal comitato provinciale Fidal Roma Sud in cui gareggeranno tanti tesserati dell’Atletica Frascati, dai più piccoli ai più grandi.





WWE 2K24, il wrestling torna su pc e console in forma smagliante

WWE 2K24 torna in forma smagliante su Pc, Xbox e PlayStation per celebrare al meglio i 40 anni di WrestleMania, l’evento più importante per gli appassionati della disciplina. Proprio per l’occasione la classica modalità Showcase è stata ribattezzata Showcase… of the Immortals, riprendendo uno dei nomi con cui viene spesso chiamata WrestleMania. La struttura è quella a cui il titolo ha abituato i suoi fans, ovvero una serie di incontri con precisi obiettivi dove viene chiesto di ricreare alcuni momenti chiave degli scontri, con transizioni che passano dal gameplay a filmati di repertorio con grande fluidità. A presentare questo incredibile quanto avvincente viaggio nel tempo c’è Corey Graves, attuale commentatore di Smackdown che ci introduce i 21 match più rappresentativi di WrestleMania, passando da classici come Hulk Hogan contro André the Giant di WrestleMania III e Razor Ramon contro Shawn Michaels di WrestleMania X fino ai più recenti Roman Reigns contro Cody Rhodes e Rhea Ripley contro Charlotte Flair della scorsa edizione. Oltre ai filmati di repertorio sono presenti anche interviste ad alcuni degli stessi lottatori create appositamente per commentare le loro sensazioni durante gli incontri, creando un archivio storico di sicuro interesse per tutti gli appassionati. Lo Showcase si conferma quindi come il fulcro dell’offerta di WWE 2K24, ma questa è solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda i contenuti presenti in game. Fra le modalità principali offerte torna MyRISE, tipologia di gioco dove una volta creata la propria SuperStar del wrestling, personalizzata tramite lo straordinario editor, si possono intraprendere due strade, ovvero Undisputed per i lottatori maschili e Unleashed per quelli femminili. La prima storia vede i giocatori vestire nei panni di un lottatore abbastanza mediocre che improvvisamente riceve l’occasione della vita quando il titolo Universale diventa vacante. Ovviamente Roman Reigns (il campione Universale nel mondo reale) diventerà il principale avversario in un viaggio che come da tradizione rivela parecchi colpi di scena, tradimenti e scelte che possono modificare lo svolgimento degli eventi. La seconda storia invece mette i players nei panni di una wrestler di una compagnia indipendente che ha l’occasione di farsi strada in WWE accompagnando la sua allieva Psycho Sally, scoprendo tuttavia che si tratta di un mondo ben diverso da quella a cui era abituata. Si tratta di un percorso maggiormente incentrato sui dilemmi morali e su come il successo può cambiare le persone, oltre a mettere in risalto molte difficoltà e dinamiche dietro la stessa WWE. Ovviamente i personaggi creati in MyRISE possono essere utilizzati anche in altre modalità di gioco, tra cui le storiche Universe e MyGM, perfette se ci si vuole cimentare con un aspetto più manageriale e meno d’azione. Universe infatti è un vero “parco giochi” in cui poter decidere i roster degli show, le faide, gli eventi, l’assegnazione di titoli e via discorrendo, così da poter dare sfogo a tutti i propri sogni se si fosse i padroni indiscussi della WWE e poter creare tutte le storie che si vogliono. In maniera simile MyGM mette i giocatori nei panni di un General Manager alle prese con la gestione del proprio brand, qui ovviamente è necessario far quadrare il bilancio tra gesione degli show, contratti delle Superstar, talent scout e soprattutto le richieste del grande capo Triple H. Compiere tale impresa non è certo una passeggiata, ma una volta apprese le dinamiche di gioco affrontare questa modalità è un’esperienza davvero appagante e divertente. Tra i nuovi manager introdotti in WWE 2K24 sono presenti lo storico Teddy Long, e tra i brand da gestire oltre a Smackdown, RAW e NXT ci sono anche la WCW e la ECW. Insomma, come avrete capito, di carne a cuocere ce n’è davvero moltissima.

Parlando sempre di aspetti gestionali torna anche la modalità MyFACTION, una sorta di “Ultimate Team” dove spendendo le diverse valute virtuali (o reali) si possono aprire pacchetti e ottenere diverse carte che rappresentano lottatori, manager e così via, creando poi la propria fazione da far scontrare con quelle degli altri giocatori nelle Guerre tra Fazioni 2.0, una evoluzione rispetto alla prima versione vista nel precedente capitolo. Una delle principali novità riguarda la possibilità di comprare direttamente specifiche carte, senza doversi quindi affidare alla fortuna degli “sbustamenti”. Tale opportunità permette di trovare le proprie Superstar preferite o le carte che mancano per avere un team altamente competitivo. Parlando invece delle modalità più “dirette” oltre a tutte le tipologie di match già esistenti nelle precedenti versioni sono state introdotte quattro nuove tipologie di scontri, ovvero Casket Match, Ambulance Match, Gauntlet Match e Special Referee Match. Il Casket Match è stato reso popolare da Undertaker, e l’obiettivo è quello di rinchiudere l’avversario in una bara posta a bordo ring. Molto simile anche l’Ambulance dove invece di una bara bisogna rinchiudere l’avversario dentro un’ambulanza, anche se ovviamente il vero divertimento è spostare l’azione sul tetto del mezzo… Il Gauntlet Match invece non è che una serie di battaglie in sequenza dove continua chi riesce a “schienare” l’avversario, per cui iniziare per primi è sicuramente più impegnativo ma anche più soddisfacente portare a casa la vittoria. Molto interessanti anche gli Special Referee Match dove la Superstar preferita può vestire i panni dell’arbitro, offrendo un punto di vista inedito. Naturalmente parlando della WWE e tutto può accadere, per cui si può cercare di avvantaggiare un lottatore con un conto veloce o penalizzare uno con un conto lento, fare finta di non vedere scorrettezze o prendere direttamente parte all’azione picchiando chi prova a contestare le decisioni del giocatore. In tutto questo però bisogna porre attenzione a non tirare troppo la corda, perché la dirigenza potrebbe decidere di rimpiazzare il giocatore con un vero arbitro. Nonostante non sia una nuova tipologia di match è da segnalare anche un rinnovamento dei Backstage Brawl che ora supportano fino a 4 giocatori e nuove interazioni ambientali, come ascensori funzionanti e vetrate da spaccare con la testa del malcapitato di turno, oltre a nuovi oggetti come microfoni e bottiglie che possono anche essere lanciati per colpire dalla distanza. Insomma, gli amanti del wrestling con WWE 2K24 potranno divertirsi per moltissime ore.

Oltre ad aggiungere nuovi contenuti e tipologie di incontri, Visual Concepts ha migliorato e rifinito il gameplay e le modalità già viste in WWE 2K23. Sul ring è possibile eseguire nuove tipologie di payback o scambiarsi colpi a ripetizione attraverso una serie di semplici QTE. Salendo sulle corde, poi, è possibile lanciarsi su un gruppo di avversari anche fuori dal ring, mentre è stata aggiunta qualche interazione in più nel backstage. Da quando la serie è tornata dalla pausa dopo il disastroso 2020 è stata intrapresa la giusta strada con un equilibrio tra arcade e simulazione con comandi semplici e intuitivi, e WWE 2K24 non fa eccezione andando solo a limare e aggiungendo nuove opzioni. Dal punto di vista tecnico WWE 2K24 si presenta con classica risoluzione in 4K su Xbox Series X e 60 fps solidi. Tirando le somme, quest’ultimo titolo dedicato al wrestling riesce senxz’ombra di dubbio ad offrire tutta una serie di contenuti che terranno incollati sullo schermo gli appassionati di lotta libera. Rimanendo in tema di abitudini i titoli della serie hanno sempre offerto una marea di contenuti, e WWE 2K24 non fa eccezione. Tra Showcase, MyRISE, MYGM, Universe, MyFACTION e tutte le possibilità di match liberi il gioco può tenervi occupati per centinaia di ore, a cui poi si aggiungono le sfide online e la Creation Suite con cui perdersi tra le infinite possibilità di personalizzazione di personaggi, arene, moveset e perfino i cartelloni del pubblico. Quest’anno inoltre il roster ha raggiunto l’incredibile numero di oltre 200 lottatori provenienti da tutte le epoche e brand, e altri ne verranno aggiunti con i prossimi DLC. Se proprio dovessimo trovare qualche lato negativo questo possiamo dire che WWE 2K24 offre un comparto tecnico buono ma non all’altezza dei tempi, e il motivo principale probabilmente è lo sviluppo ancora cross-gen. Da una parte è comprensibile come lasciare indietro una base di milioni di utenti non sia facile, ma più passa il tempo e più diventa difficile giustificare certi modelli poveri di dettagli, animazioni legnose e una fisica dei capelli quasi assente. Ad onore del vero qualche piccolo passo avanti è stato fatto, in particolare per l’illuminazione e le animazioni facciali che a detta degli sviluppatori sono state rinnovate da zero per il 90 per cento dei lottatori, ma il risultato è ancora sotto le aspettative. Tornano poi alcuni problemi di hitbox soprattutto quando si usano le armi e una intelligenza artificiale altalenante che passa da momenti di grande stupidità ad altri dove improvvisamente diventa invincibile, rendendo l’esperienza a volte frustrante, specialmente in modalità come lo Showcase dove bisogna eseguire specifiche mosse e l’avversario a volte proprio non ne vuole sapere di collaborare. In ogni caso WWE 2K24 è un titolo veramente divertente e ben fatto, a nostro avviso chiunque ami il mondo del wrestling dovrebbe giocare a questo videogame.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise




Malware, nel 2023 l’Italia è la nazione più colpita dagli attacchi in tutta Europa

Nel 2023, l’Italia è stato il primo Paese in Europa e il quarto al mondo più colpito dagli attacchi malware. Il dato è emerso da uno studio dell’azienda di sicurezza Trend Micro, che rivela come nella classifica delle nazioni più interessate dalla minaccia informatica, l’Italia sia preceduta solo da Giappone, Stati Uniti e India. Lo studio sottolinea anche un cambiamento nelle tattiche dei cybercriminali, che scelgono i propri obiettivi con maggiore attenzione. Gli attacchi prendono di mira profili selezionati e si affidano meno a campagne di hacking generiche. Il numero totale di malware intercettati in Italia nel 2023 è stato di 277.616.731, nel 2022 il dato era fermo a 246.941.068. Si tratta di un primato negativo in Europa per il terzo anno consecutivo, e quarto al mondo dopo Giappone (1.169.219.233), Stati Uniti (993.996.354) e India (288.557.845). I settori più colpiti sono la sanità, il bancario, la pubblica amministrazione. L’Italia è inoltre settima a livello globale per infezioni da macro malware, particolari minacce che agiscono in maniera complessa come i normali software, persino in grado di scrivere documenti e inviarli via email. L’Italia ha subito 8.343 attacchi di questo tipo. I ransomware diffusi verso gli utenti italiani sono stati, sempre nel 2023, 19.632, mentre le minacce tramite posta elettronica ammontano a 206.694.717. Gli esperti di Trend Micro affermano che, in generale, è del 10% l’aumento dei tentativi di infezione rispetto al 2022. “Assistiamo ad un cambiamento del panorama delle minacce”, spiegano da Trend Micro , “con i criminali che optano per la qualità delle campagne piuttosto che per la quantità: Invece di lanciare attacchi a una gamma più ampia di utenti e di affidarsi alle vittime che cliccano sui link dannosi presenti nei siti web e nelle email, vengono lanciati attacchi più sofisticati che utilizzano la specificità per ingannare un campo più ristretto di vittime di alto profilo. Ciò consente di eludere i livelli di rilevamento precoce, come i filtri di rete e di posta elettronica”. Un dato sicuramente allarmante che deve far riflettere sulla reale necessità di utilizzare misure precauzionali all’avanguardia e sempre aggiornate.

F.P.L.




Valiant Hearts Coming Home, un videogame per capire gli orrori della guerra

Valiant Hearts Coming Home è finalmente disponibile su PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch. Il gioco è scaricabile sulle piattaforme citate dopo essere stato lanciato lo scorso anno in esclusiva su App Store e Google Play per gli abbonati Netflix. Oltre al gioco singolo è disponibile anche un bundle che include Valiant Hearts The Great War (il primo titolo della saga) e Valiant Hearts Coming Home. Proprio come il suo predecessore l’ultimo capitolo della serie è ambientato durante la prima guerra mondiale e mette il giocatore al centro di un mosaico fatto di scorci e prospettive: punti di vista di personaggi molto diversi tra loro ma ugualmente costretti ad affrontare gli orrori di un conflitto logorante che nessuno potrà mai dimenticare. Il titolo di Ubisoft e Old Skull Games riprende la storia esattamente da dove si era conclusa l’avventura del 2014, riportando i giocatori sul fronte occidentale della Grande Guerra in concomitanza con l’entrata nel conflitto degli Stati Uniti. A stabilire questo punto di contatto è la sequenza iniziale, in cui si vede Freddie, personaggio presente nel primo capitolo, scrivere una lettera al fratello minore James, al quale confida le proprie preoccupazioni, esortandolo a non arruolarsi, a non “seguirlo in quell’inferno”. Il ragazzo però, spinto da un moto d’ingenuo patriottismo, è però ostinato a intraprendere lo stesso percorso lastricato di cadaveri del fratello maggiore, e decide così di entrare come volontario nel 15° Reggimento della Guardia Nazionale di New York. Valiant Hearts Coming Home pone una certa enfasi sulle vicende del quindicesimo reggimento, passato alla storia per essere stato il primo battaglione di afroamericani ad aver avuto un ruolo attivo nella Prima Guerra Mondiale. Circa 360.000 combattenti si schierarono sul fronte francese per dimostrare il proprio coraggio e la propria lealtà all’America, nella speranza che un simile atto di patriottismo potesse liberarli, prima di tutto, dalla morsa della segregazione razziale. Proprio come il suo predecessore quest’ultimo titolo narra la storia di più personaggi, sono presenti infatti Anna, l’irriducibile infermiera già presente in The Great War, George, un pilota di caccia e fotografo inglese, ed Ernst, sommergibilista tedesco alle prese con un profondo conflitto interiore. Le imprese di tutti confluiscono in un amalgama vivida e struggente, forse di minore impatto rispetto a quanto visto nel 2014, ma comunque capace di lasciare con il fiato sospeso per la ferocia con cui fa trasparire la terribile realtà della guerra. Lo svolgersi degli eventi si sviluppa attraverso diversi canali: la voce narrante introduce ogni spezzone di gameplay illustrando gli antefatti che portano alle varie situazioni di gioco, ma durante queste il racconto si svolge soprattutto in forma visiva, come una sorta di libro illustrato incentrato sulla Grande Guerra. A supporto di tutto questo sono presenti gli ormai consueti documenti con foto reali e testi che raccontano, con precisione storiografica, i vari aspetti dell’epoca attraverso la descrizione di oggetti, personaggi, luoghi ed eventi caratteristici. La grafica stilizzata e disegnata a mano in 2D risulta particolarmente espressiva e in grado di raccontare gli orrori della guerra mediando sempre tra momenti oscuri e altri più sereni o malinconici, mentre l’accompagnamento audio con musica al pianoforte e innesti jazz contribuisce perfettamente a completare l’atmosfera.

Essendo questo Valiant Hearts un titolo dall’impatto artistico a dir poco stupendo, che colpisce al cuore e fa leva sulle coscienze dei giocatori, è sul fronte ludico che a nostro avviso sono presenti alcune scelte di design non del tutto convincenti. Partiamo col dire che la formula è rimasta grossomodo invariata rispetto al passato: Valiant Hearts Coming Home è infatti un’avventura grafica basata su enigmi da risolvere, con altre contaminazioni di genere più specifiche a seconda del personaggio che si sta utilizzando. Ad esempio quando si controlla Anna, l’obiettivo è quello di curare i feriti, cosa che avviene attraverso un mini-gioco “punta & clicca” da eseguire entro un certo limite di tempo. George, dal canto suo, sfreccia per i cieli stando attento a evitare il fuoco nemico, ma quando è a terra – complice la mancanza di un addestramento da soldato – deve muoversi silenziosamente e aggirare gli avversari. Sul fronte del gioco non c’è dunque quasi nulla di nuovo e, anzi, sembra che il team abbia proceduto a una certa semplificazione ulteriore dei puzzle, forse alla ricerca di una maggiore compattezza narrativa e in linea con una durata che sembra forse un po’ ridotta rispetto all’originale. Torna anche il cane Walt, anche lui strumento indispensabile per la soluzione di alcuni enigmi, a rimarcare come tutte le idee relative al gameplay siano sostanzialmente ripetute dal primo a questo nuovo capitolo. Tirando le somme, quello che possiamo dire è che Valiant Hearts: Coming Home è un gioco che trascina il giocatore nella sua narrazione, riesce a raccontare la guerra senza diventare melodrammatico e mettendo in scena dei personaggi che cercano di mantenere sempre la loro umanità. Il gioco ha un valore formativo grazie alla narrazione che viene completata con gli innesti documentaristici. Valiant Hearts: Coming Home ritrae con successo gli orrori della guerra, evoca un palpabile senso di terrore, anche durante i momenti più leggeri. E’ davvero piacevole ascoltare e “vivere” la guerra attraverso un racconto visivo di grande spessore proprio come se fosse un libro interattivo. A nostro avviso l’arrivo su Pc e console di questo titolo è un’ottima occasione per scoprire il predecessore e vivere una magnifica serie di avventure. Se invece si è già riusciti a finire il capitolo originale, quest’ultimo sarà un’occasione speciale per vivere delle storie toccanti, coinvolgenti ed estremamente interessanti. Valiant Hearts è a nostro avviso una saga che tutti dovrebbero giocare per capire gli orrori del passato e far si che non si ripetano mai più in futuro.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




Gemini, Apple cerca l’accordo con Google per portare l’IA sull’iPhone

Gemini nel futuro dei prodotti Apple, questo è quello che il colosso di Cupertino desidera per i propri devices. L’azienda è in trattativa per integrare l’intelligenza artificiale Gemini di Google nell’iPhone, gettando le basi per un accordo che scuoterebbe il settore dell’intelligenza artificiale. A darne notizia è Bloomberg, secondo cui le due società stanno negoziando per consentire ad Apple di avere in licenza Gemini, il set di modelli di intelligenza artificiale generativa di Google, per alimentare alcune nuove funzionalità in arrivo nel 2024 sul software iPhone. Apple ha di recente discusso anche con OpenAI, sostenuta da Microsoft, prendendo in considerazione l’utilizzo del suo modello, ha aggiunto Bloomberg. Apple sta preparando nuove funzionalità come parte del suo prossimo iPhone iOS 18 basate sui propri modelli di intelligenza artificiale interni, ma è alla ricerca di un partner per potenziare le funzionalità nella parte generativa, comprese quelle per creare immagini e scrivere saggi basati su semplici istruzioni, ha aggiunto Bloomberg, citando fonti anonime vicine al dossier. La società di Cupertino e Google non hanno deciso i termini o il marchio di un accordo sull’intelligenza artificiale né finalizzato ancora come sarebbe stato implementato, ma “è improbabile che un’intesa sia annunciata fino a giugno, quando Apple prevede di tenere l’annuale conferenza mondiale degli sviluppatori”. Entrambe le compagnie hanno un accordo esistente affinché Google diventi il motore di ricerca predefinito sul browser web Safari di Apple. La Mela è stata più lenta nell’implementazione dell’intelligenza artificiale generativa, capace di dare vita a risposte simili a quelle umane a istruzioni scritte, rispetto ai rivali Microsoft e Google, e anche nei confronti dei colossi cinesi, molto agguerriti nel settore. Appena a febbraio, il numero uno di Apple Tim Cook ha dichiarato che la società prevede di rivelare entro la fine dell’anno maggiori dettagli sui suoi piani relativi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa, aggiungendo che la società sta investendo “in modo significativo” nell’area.

F.P.L.