ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Continua l’emergenza arsenico nei pozzi che servono l’acqua potabile ad Anguillara Sabazia per i quali ormai da diversi mesi permane l’ordinanza di non potabilità. E in via della Maianella, l’unico pozzo che era rimasto fino a ieri immune da ordinanze di non potabilità, il valore dell’arsenico nell’acqua è risultato di 51 Ug/L, ben 5 volte superiore al massimo consentito dalla legge di 10 Ug/l.
Questo quanto rilevato dall’Arpa
Lazio, l’unico organo deputato a stabilire i valori di potabilità delle acque, che
il 17 Aprile ha trasmesso i rilievi effettuati lo scorso 4 aprile alla Asl, dopo
ben 13 giorni. A questo punto la Asl ha immediatamente informato il sindaco di
Anguillara Sabazia, primo garante della salute pubblica, chiedendo di emettere
ordinanza di non potabilità in considerazione della tossicità dei valori
riscontrati. Il 18 Aprile, quindi, il sindaco di Anguillara Sabazia ha emesso l’ordinanza
di non potabilità.
14 giorni, quelli che intercorrono tra la data del prelievo (4 Aprile 2019) e la data di emissione dell’ordinanza (18 Aprile 2019) in cui la cittadinanza di Anguillara Sabazia, interessata dal pozzo inquinato, ha creduto di utilizzare l’unica acqua a norma rimasta sul territorio.
Polemica sui social
“E considerate – scrive Enrico Stronati già assessore all’Ambiente e Consigliere comunale ad Anguillara Sabazia – che per 14 giorni i fenomeni dell’amministrazione (che si sono anche alzati lo stipendio appena insediati, per evidenti capacità che solo essi ritengono di avere) vi hanno fatto bere questa acqua. MAI livelli di Arsenico così alti! E l’impianto del Biadaro potrebbe trattare il doppio dell’acqua che tratta con Arsenico a 100 microgrammi/litro. C’è qualcosa che proprio non torna. Sappiatelo”.
“La Resurrezione è alle porte – ha detto Sergio Manciuria Presidente di “AnguillaraSvolta” – ma la città di Anguillara Sabazia rimane sotto la conclamata incapacità amministrativa della giunta Anselmo che in appena tre anni, mai successo in precedenza, riesce a conseguire l’en plain su tutti i pozzi comunali per i quali oramai da mesi vige l’ordinanza di non potabilità dovuta principalmente alla presenza di arsenico”. Manciuria ha così commentato l’emissione dell’ordinanza di non potabilità del pozzo Biadaro rimasto finora unico a fornire acqua potabile. “La sindaca, – ha proseguito il Presidente di “AnguillaraSvolta” piuttosto di occuparsi solo di feste della primavera la cui formulazione suggerita con delibera e senza una gara lascia perplessi e sgomenti – sottolinea il Presidente di AnguillaraSvolta – provi a studiare un piano di emergenza per garantire al cittadino-contribuente una qualità e potabilità in linea con i parametri di legge. Siamo letteralmente inorriditi da un atteggiamento alla Ponzio Pilato oltre che menefreghista e al limite della legalità, visto il protrarsi di un fenomeno divenuto incontrollabile ed esteso a tutto il territorio”.
“Il persistere di tale stato
emergenziale dovrebbe inevitabilmente condurre alla chiusura di scuole e
attività commerciali che, prive di un servizio sostitutivo capillare e non
sporadico con autobotti, non può protrarsi sine die senza un doveroso intervento
del Prefetto e della Asl che avochi a sé una soluzione definitiva. Come sta
accadendo nella vicina capitale, dove la Raggi, a dimostrazione della consueta
inefficienza grillina non è in grado di gestire l’emergenza dello smaltimento
dei rifiuti, per il bene di Anguillara
la prima cittadina pseudo pentastellata rassegni le dimissioni senza anteporre scuse
su un passato oramai troppo lontano. Come Associazione – conclude Manciuria – non lasceremo trascorrere ulteriore tempo e, se
come prevediamo, questa “diversamente amministrazione” non provvederà
immediatamente al rimborso per un servizio inesistente e lesivo della salute
pubblica, ci rivolgeremo ad un legale del ramo consumatori per il giusto
ristoro. Approfittiamo dell’occasione per augurare alla cittadinanza una Serena
Pasqua con l’auspicio che sia l’ultima sorpresa sotto questa cattiva
stella”.
Una situazione, quella della presenza di arsenico nell’acqua che sembrava dovesse risolversi definitivamente con l’installazione dei dearsenificatori, ma che ad oggi, a quanto pare, risulta ancora irrisolta vista anche l’abbondanza delle varie ordinanze di non potabilità che si stanno collezionando nella città sabatina. E mentre si discute se cedere all’Acea la gestione idrica, che quantomeno garantirebbe la qualità del servizio anche se con costi maggiori per gli utenti, chi ne paga le conseguenze sono i cittadini che continuano a pagare le bollette per un servizio inutilizzabile per le finalità alimentari e chi ci guadagna sono le case produttrici di acqua minerale.
I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.
BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti, gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli. All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere. Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.
L’uomo è stato condotto presso il carcera di “Rebibbia”, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico
I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Tivoli nei confronti di un 29enne ed una 42enne, conviventi all’epoca dei fatti, gravemente indiziati di aver perpetrato molteplici furti avvenuti tra l’Agosto 2023 ed il gennaio 2024 nel comune eretino.
I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Tivoli, hanno individuato i due conviventi e ricostruito in maniera certosina il loro modus operandi; l’obiettivo dei due complici era l’incasso dei distributori di snack e bevande posti negli esercizi pubblici (palestre, supermercati ed in due occasioni, una stazione di servizio capolinea di autobus), divenuti oggetto di quotidiani assalti da parte degli indagati.
Il collaudato metodo prevedeva che la donna fungesse da palo mentre l’uomo si introduceva nell’esercizio pubblico e, previo danneggiamento del pannello anteriore del distributore, riusciva ad asportare i pochi spicci contenuti all’interno. Spesso, per muoversi da una parte all’altra i due utilizzavano auto rubate.
Le indagini condotte dei Carabinieri hanno permesso di acquisire, volta per volta, gli opportuni riscontri utili a corroborare la presunta responsabilità dei furti a carico di entrambi gli indagati, che non si erano limitati ai soli distributori di snack, ma avevano interessato un distributore di una farmacia, dal quale avevano prelevato 450 euro, ed il deposito degli attrezzi di una società multiservizi di Monterotondo, dal quale avevano asportato alcuni arnesi da lavoro.
Il lavoro dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo ed il costante coordinamento dei magistrati della Procura di Tivoli, unito al coraggio dei cittadini che hanno denunciato, ha permesso alla Procura di richiedere ed ottenere dal locale Tribunale l’ordinanza di misura cautelare a carico degli indagati, ai quali vengono contestati 6 episodi di furto in concorso, 3 episodi di ricettazione nonché l’ulteriore fattispecie di resistenza a pubblico ufficiale.
Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso il carcera di “Rebibbia”, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.